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Malattie Infettive Virali Malattie Infettive Batteriche
AA 2006- 2007
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Finalità del corso
Conoscenza delle Antropozoonosi
Conoscenza dei Piani di Eradicazione
Conoscenza dei piani di Profilassi immunizzante
Conoscenza delle principali Norme di Igiene
Conoscenza delle principali Malattie Infettive
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PRINCIPALI MALATTIE INFETTIVE
In specie da reddito
In differenti tipologie di Allevamento
• BOVINO
• SUINO
• OVINO
• CAPRINO
• EQUINO
• Coniglio e Piccole specie
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PRINCIPALI MALATTIEINFETTIVE
Specie d’affezione
• CANE
• GATTO
• Piccole specie
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Particolare interesse :
• per le Malattie Infettive soggette a denuncia ed a piani Nazionali di Eradicazione e Controllo:
• Afta Epizootica Brucellosi
• Peste Suina Classica Tubercolosi
• Peste Suina Africana Leptospirosi
• Rabbia Salmonellosi
• Retroviridae Carbonchio E.
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Malattie Enzootiche di particolare interesse Zootecnico
• Leucosi Bovina
• Visna-Maedi
• Artrite Encefalite Caprina
• Blue Tongue
• Sindrome Aborto- Ipofertilità Bovina
• Sindrome Aborto- Ipofertilità Ovi-Caprina
• Sindrome SMAEDI del suino
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ALTRE PATOLOGIE
• Tecnopatie• In Allevamento Intensivo
• Malattie condizionate da:
• Scarsa igiene
• Errata Tecnologia di Allevamento
• Alimentazione inadeguata o carente
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Criterio didattico e Prova di Esame
• L’argomento viene trattato in modo da :
- favorire lo studio sui Testi consigliati
- permettere l’integrazione Testo/Appunti
- favorire la preparazione dell’esame a
fine corso
Gli schemi di lezione vengono messi a disposizione ad argomento trattato
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SCHEMA DI STUDIO DI MALATTIE INFETTIVE
• EZIOLOGIA
• EPIDEMIOLOGIA
• PATOGENESI
• DIAGNOSI : Clinica – Anatomo Patologica e sperimentale
• TERAPIA
• PROFILASSI
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LA RABBIA
Malattia infettiva a carattere acuto, che si
manifesta con sintomi esclusivi a carico del
SNC con fenomeni eccitativo/depressivo ed
associati ad aggressività e paralisi
Malattia a carattere antropozoonotico
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Il virus della Rabbia presenta ampia diffusione
territoriale, attitudine a provocare encefalite ad esito
letale nei mammiferi ed un elevato rischio sanitario
correlato
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Eziologia
Fam. Rhabdoviridae
Gen. Lyssavirus (Genotipo 1-1)
Virus Fisso-Isolato e adattato ad
animali da laboratorio inoculati per via intracerebrale
-Spiccato neurotropismo
-Causano Encefalite letale dopo periodo di incubazione costante
-Scarsamente rilevabile alle Ghiandole salivari
Virus da strada-Isolato da animali naturalmente infetti
-Causano encefalite letale con periodo di incubazione variabile
-Spiccato tropismo per ghiandole salivari
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Famiglia RHABDOVIRIDAE
• Virus a: RNA monocatenario, lineare, non segmentato a valenza negativa
• Nucleocapside a simmetria elicoidale
• Provvisti di Envelope con “aculei” (10 nm): * etere-cloroformio sensibile
• Forma tipica “a proiettile” (in Greco: rabdo=bastoncino)
• Dimensioni : 70x170
• RNA polimerasi-RNA dipendente associata al virus
• Replicazione intra-citoplasmatica
• Maturazione per gemmazione dalla membrana
plasmatica (envelope)
Classificazione
• Genere Lyssavirus= virus della Rabbia• Genere Vesciculovirus= V.Stomatite Vescicolare
V.Setticemia Emorragica trota
• Genere Ephemerovirus = Virus degli insetti
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Genere LYSSAVIRUS
Virus Rabbia (Genotipo 1-1)
Ospiti naturali: cane, gatto, carnivori selvatici, bovino, chirotteri, uomo
Distribuzione geografica: mondiale, ad eccezione
di Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Regno
Unito, Islanda, Irlanda, Scandinavia, Antartide
Classificazione
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Genere LYSSAVIRUS
Virus Lagos Bat (Genotipo 2-2)
Ospiti naturali: chirotteri frugivori
Distribuzione geografica: Africa sub-Sahariana
Virus Mokola (Genotipo 3-3)
Ospiti naturali: Toporagno, uomo, gatto, cane
Distribuzione geografica: Africa sub-Sahariana
Virus Duvenhage (Genotipo 4-4)
Ospiti naturali: chirotteri insettivori, uomo
Distribuzione geografica: Africa del sud, Zimbawe
Virus EBL1 (Genotipo ?-5)
Ospiti naturali: chirotteri insettivori
Distribuzione geografica: Europa
Virus EBL2 (Genotipo ?-6)
Ospiti naturali: chirotteri insettivori
Distribuzione geografica: Europa
Virus ABL (Genotipo ?-7)
Ospiti naturali: chirotteri frugivori e insettivori
Distribuzione geografica: Australia
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La malattia è trasmissibile a tutti i mammiferi terrestri che ne costituiscono anche i potenziali ospiti naturali/diffusori di contagio
2. Spettro d’ospite del virus
Principali specie “serbatoio” del virus in natura. Ciclo silvestre in differenti aree
geografiche
Volpe rossa Moffetta Procione
Mangosta Vampiro Chirotteri
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Identificabili tramite l’utilizzo di anticorpi monoclonali
3. Struttura antigene
Gli anticorpi verso la proteina G neutralizzano la capacità infettante del virus
Gli anticorpi rivolti verso le proteine del nucleocapside non sono neutralizzanti
Esistono diversi stipiti del virus
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4. Replicazione del virus nella cellula ospite
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Ospiti naturali– Cane
– Gatto
– Carnivori selvatici
– Chirotteri
– Bovino e altri Ruminanti domestici e/o selvatici
– Uomo
Distribuzione geografica– Mondiale
Aree indenni– Australia
– Nuova Zelanda
– Giappone
– Regno Unito
– Antartide
– Alcune regioni scandinave
– Hawaii ed alcune isole del pacifico
Epidemiologia
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Cicli epidemiologici della rabbia
CICLO SILVESTRE
vede implicati selvatici di specie variabile nelle diverse aree geografiche
CICLO URBANO
Si esprime fra i domestici e trova nel randagismo il principale meccanismo di attivazione e conservazione
• Volpe• Mangosta• Procione• Moffetta• Chirotteri • Ruminanti domestici
e selvatici
• Cane• Gatto• Selvatici addomesticati
o che si avvicinano ai centri urbani
UOMO
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Caratteristiche degli animali che presentano attitudine a trasmettere la rabbia
• Biologiche– Efficienza dell’escrezione salivare
• Fisiche– Taglia medio piccola– Induttori di ferite non mortali– Assenza di vello denso e folto
• Comportamentali– Attitudine a combattimento-aggressività
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Modalità di trasmissione
Ai fini della diffusione della rabbia
è essenziale l’escrezione salivare del virus
e il contatto della saliva infetta con un ospite recettivo
L’escrezione salivare del virus
può verificarsi per tempi variabili prima dell’insorgenza di sintomi neurologici
e prima della fase paralitica della malattia
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• Trasmissione all’uomo e agli animali attraverso la
morsicatura
Altre vie di trasmissione includono:
• la contaminazione attraverso le mucose
• lambitura (madre - cucciolo; cucciolo-cucciolo) Volpe
• Aerosol (escrezione virus per via respiratoria/enterica)
Chirotteri insettivori
• secrezione lacrimale (si riporta un caso umano
conseguente a trapianto corneale)
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Frequenza di escrezione salivare del virus in soggetti rabidi
Ospite Isolamento dalle ghiandole
salivari(%)
Bovino 47
Cane 74
Gatto 88
Volpe 20-73
Procione 63
Moffetta 83
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Patogenesi
1. Animale Morsicato da animale infetto
2. Replicazione del virus nel punto di inoculo
Cui segue eclisse=passaggio dalle cellule del
tessuto muscolarea quelle del SNP:
Migrazione Centripeta
3. attraverso nervi periferici
e midollo spinale il virus raggiunge
il SNC e replica nei neuroni
Cui segue Migrazione
Centrifuga..
4. ..e diffusione del virus alle
ghiandole salivari e conseguente
escrezione virale con la saliva
5. Espressione dei segni
clinici e diffusione del virus
tramite: animale morsicatore
cui segue:
6. Morte dell’animale
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La morsicatura è il principale mezzo di trasmissione del virus
Spiccato tropismo del virus per il sistema nervoso e le ghiandole salivari
Manifestazioni cliniche ed eliminazione del virus con la saliva
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• In seguito all’infezione il virus entra in una fase di
eclissi in cui non è evidenziabile
– Questa fase può durare parecchi giorni o mesi
• Si osserva replicazione virale nelle cellule muscolari
cui segue l’invasione delle terminazioni nervose
• La penetrazione nei nervi periferici è essenziale per la
progressione dell’infezione
• Attraverso i nervi periferici il virus è trasportato al
SNC attraverso il flusso assoplasmatico retrogrado
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• Il periodo d’incubazione varia da pochi giorni a diversi
anni, ma generalmente è di 1-3 mesi
• La diffusione del virus all’interno del SNC è rapido e
include primariamente i neuroni del sistema limbico
• L’infezione al SNC è seguita da una diffusione
centrifuga passiva ai nervi periferici
• La diffusione centrifuga determina l’invasione di siti
tissutali altamente innervati, tra cui le ghiandole salivari
• Durante il periodo di infezione cerebrale si osservano i
classici segni comportamentali associati al progredire
della rabbia
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• Periodo d’incubazione: variabile– Legato alla specie interessata e ai caratteri dello stipite virale
• Fase prodromica: sintomatologia generica – stato ansioso, irritabilità - depressione
– segni di neurite nell’area di morsicatura nell’uomo
• Fase clinica: segni neurologici- “Rabbia Furiosa”– allucinazioni, disorientamento e vagabondaggio
– iperattività a carattere furioso, pica
– Idrofobia per spasmo del faringe
– Paralisi dei masseteri e del faringe• alterazioni della fonesi e perdita di saliva
• Fase terminale: paralisi, coma e morte
Sintomatologia
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Rabbia ParaliticaIl 25% dei casi di rabbia può evolvere “senza aggressività”
E’ caratteristica nei Paesi del Continente americano in bovini.Il virus della Rabbia è trasmesso da “vampiri” (chirotteri ematofagi)
Al contagio fa seguito una fase prodromica simile alla Rabbia furiosa:sintomi generali quali:
stato ansioso, irritabilità - depressione
cui segue:Paralisi flaccida progressiva e morte
Questa forma può interessare anche l’uomo e con l’espianto degli organi è stata trasmessa la malattia: in 4 casi accertati di trapianto della cornea.
Rabbia CronicaCaratterizzata da prolungata escrezione salivare
associata ad assenza di sintomi neurologici per lunghi periodi;alla loro comparsa fa seguito la morte.
Particolarmente importante da un punto di vista epidemiologiconel Ciclo Silvestre-Animali serbatoio di infezione.
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Forme cliniche di Rabbia
• Rabbia furiosa• Carnivori domestici
“ciclo urbano”
• Carnivori selvatici
“ciclo silvestre”
UOMO
Sporadica in altre specie
Recettive-Serbatoio
• Rabbia non furiosa:• Paralitica-cronicaEs: Vampiro-Bovino
Chirotteri non ematofagi
UOMO
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• Assenza di lesioni macroscopicamente apprezzabili
• Istologicamente si riscontra encefalomielite caratterizzata da– Infiltrazione mononucleare
– Manicotti perivascolari di linfociti o leucociti PMN
– Foci linfocitari e plasmacellule
Lesioni Anatomo-istopatologiche
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–Noduli di Babes rappresentati da aggregati di cellule gliali a livello di SNC
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–Corpi del Negri (inclusioni citoplasmatiche eosinofile)
•In particolare nelle cellule piramidali dell’ippocampo e nelle cellule del Purkinje nel cervelletto
–Queste sono rappresentate da aree di attiva replicazione virale e contengono ribonucleoproteine virali e altri costituenti virali e cellulari
Corpo del Negri in un neurone infetto
Corpo del Negri a maggior ingrandimento in un neurone infetto. Si noti la presenza di granuli basofili blue scuro all’interno dell’inclusione
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Nota storica
• Nel 1903, il Dr. Adelchi Negri descrisse ciò che credeva essere
l’agente eziologico della rabbia: i Corpi del Negri
– Li descrisse come inclusioni rotonde od ovali, delle dimensioni di 0.25-27 µm
all’interno del citoplasma delle cellule nervose di animali affetti da rabbia
– Frequentemente erano evidenziabili nelle cellule piramidali del Corno di
Ammone e nelle cellule del Purkinje del cervelletto. Inoltre erano evidenziabili
nelle cellule del midollo spinale, in diversi gangli e nei neuroni delle ghiandole
salivari, della lingua e altri organi.
• Le colorazioni di Mann's, Giemsa e Sellers gli permisero di
differenziare le inclusioni della rabbia da altre inclusioni. Con queste
colorazioni infatti i Corpi del Negri apparivano color magenta con
all’interno piccoli (0.2 µm - 0.5 µm), granuli basofili blue scuro
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Rilevamento delle turbe comportamentali e dei segni neurologici
Diagnosi Clinica
• Esame istologico
• Immunofluorescenza
• Immunoistochimica
• RT/PCR
• Prova biologica
• Isolamento su colture cellulari
• Microscopia elettronica
NO lesioni macroscopiche
D. Laboratorio
Postmortem
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Immunofluarescenza (IF)
L’immunofluorescenza è il test standard per la diagnosi di rabbia. Gli anticorpi utilizzati
nel test di IF sono diretti contro le nucleoproteine del virus. Il virus della rabbia replica
nel citoplasma dei neuroni e le inclusioni presenti, contenenti RNP, appaiono come
particelle fluorescenti con questa metodica
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Immunoistochimica (IHC) IHC rappresenta un metodo sensibile e specifico per diagnosticare la
rabbia in tessuti fissati in formalina.
Neurone infetto con inclusioni intracitoplasmatiche. La colorazione rossa indica aree in cui son presenti antigeni
del virus della rabbia
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Microscopia elettronica
L’ultrastruttura del virus può essere esaminata con la microscopia elettronica.
Questo metodo permette di osservare in dettaglio le componenti strutturali del
virus e delle inclusioni citoplasmatiche
A. Forma a proiettile del virus B. Striature delle RNP simil “nido d’ape”C. Spikes glicoproteici all’esterno del envelope
A. Corpo del Negri B. Abbondante RNP nell’inclusioneC. Budding del virus.
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Colture cellulari
L’isolamento su colture cellulari aumenta la concentrazione del virus
presente in campioni in cui la quota virale è presente in piccola quantità e e
difficilmente evidenziabili con le comuni metodiche. Le colture di
neuroblastoma di topo (MNA) e di rene di hamster neonato (BHK)
rappresentano un eccellente substrato per la crescita del virus della rabbia
Prova biologica
Inoculazione del materiale patologico per via cerebrale nel topo neonato.
Nel caso di insorgenza di sintomi neurologici, il SNC del topo viene
sottoposto ad esame istologico e ad immunofluorescenza
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RT/PCR
Con questa metodica l’ RNA virale può essere tradotto e amplificato in copie di DNA.
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Terapia
• Nell’uomo somministrazione di siero immune, gammaglobuline o vaccinazione• La sieroterapia incide sui primissimi stadi
dell’infezione
• Il trattamento non interferisce sul decorso della malattia quando sia già iniziata la fase neurologica
• Nell’animale responsabile di aggressione è vietato qualsiasi trattamento che modifichi o alteri il decorso della malattia
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Profilassi
• Attuazione delle Norme di Polizia Veterinaria
• Prevenzione del ciclo urbano (vaccinazione obbligatoria in alcune regioni o
volontaria degli animali domestici)
• Lotta al randagismo
• Quarantena degli animali aggressori sospetti
• Soppressione dell’animale aggredito, salvo deroghe
Sanitaria
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Profilassi
Vaccino vivo attenuato*
Vaccinale Pre contagio* – Post
contagio** Vaccino inattivato**
Utilizzati gli stipiti Flury (derivato dall’uomo e
attenuato su uova embrionate) e SAD (derivato dal cane e
attenuato su topo, colture cellulari e uova embrionate)
Distribuiti liofilizzatiMonovalenti
Protezione per 2-3 anni
Derivano dal virus PasteurGarantiscono innocuità
totaleEfficacia variabile (dose,
fattori individuali, struttura antigene, agente
inattivante, adiuvante)Protezione simile ai
vaccini vivi-attenuatiMono o Polivalenti