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13 Copia Gratuita La rivista è disponibile anche in formato sfogliabile sul sito www.airplanesmagazine.it Periodico di Aeronautica e Spazio iscritto al n° 47/2007 del registro della stampa presso il tribunale di Roma - Editore Associazione IDEAE - via Gianfilippo Usellini, 434 - 00125 Roma - Direttore Responsabile Alessio Piano www.airplanesmagazine.it - cod. fisc. e p. IVA 09339321003 - Finito di stampare nel mese di dicembre 2014 presso LitografTodi - Todi - Anno 8° - numero 13 - dicembre 2014. foto ESA–S. Corvaja, 2014

Airplanes 13 2014

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Periodico di Aeronautica e Spazio iscritto al n° 47/2007 del registro della stampa presso il tribunale di Roma - Editore Associazione IDEAE - via GianfilippoUsellini, 434 - 00125 Roma - Direttore Responsabile Alessio Piano www.airplanesmagazine.it - cod. fisc. e p. IVA 09339321003 - Finito di stampare nel mesedi dicembre 2014 presso LitografTodi - Todi - Anno 8° - numero 13 - dicembre 2014.

foto

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SAMANTHA CRISTOFORETTIla prima donna italiana nello Spazio

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Nella notte tra il 23 e il 24 novembre scorso,dal cosmodromo russo di Baikonur, inKazakistan, la capsula spaziale Soyuz ha

portato in orbita verso la ISS (Stazione SpazialeInternazionale) la Spedizione 42/43 della missio-ne “Futura”, della quale fa parte anche il pilotadell’Aeronautica Militare e Astronauta dell’ESA(European Space Agency) SamanthaCristoforetti. Lei è la prima donna italiana a var-care i confini della quarta dimensione! Samantha,insieme ai suoi colleghi d’avventura, il russo AntonShkaplerov e lo statunitense Terry W. Virts, resterà abordo del laboratorio orbitante per circa sei mesi,durante i quali condurrà interessanti esperimenti inassenza di gravità, che avranno sicuramente risvoltipositivi sulla Terra. Non ci resta che augurare allanostra SAM una buona permanenza sulla ISS, a 400km di distanza dalla Terra!

SAMANTHA CRISTOFORETTIla prima donna italiana nello Spazio

fotoESA/NASA

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PONY 4GAETANO FARINA

PONY 11MARCO ZOPPITELLI

PONY 12STEFANO CENTIONI

PONY 0JAN SLANGEN

PONY 9FILIPPO BARBERO

PONY 8GIULIO ZANLUNGO

PONY 3STEFANO VIT

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PONY 9FILIPPO BARBERO

PONY 1MIRCO CAFFELLI

PONY 5VIGILIO GHESER

PONY 10FABIO CAPODANNO

PONY 2PIERANGELO SEMPRONIEL

PONY 6MATTIA BORTOLUZZI

PONY 7MASSIMILIANO SALVATORE

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Lo scorso 25 novembre un KC-767Adell’Aeronautica Militare ha trasportato in Italiadalla Sierra Leone, in condizioni di alto bioconte-

nimento, il primo connazionale contagiato dal virus. Tutti hanno aspettato con impazienza il ritorno in Italiadel primo connazionale contagiato dal virus Ebola. Ariportare a casa il medico siciliano dell’ONG(Organizzazione Non Governativa) Emergency, che datempo lavora in Sierra Leone, ci ha pensato un KC-767Adel 14° Stormo di Pratica di Mare. Durante le 6 h e 30minuti che hanno preceduto l’atterraggio, il paziente haviaggiato all’interno di una speciale barella isolata avio-trasportabile. Ad assisterlo nel periodo di trasferimentodal Paese africano fino all’aeroporto di Pratica di Mare,un team medico della Forza Armata altamente specializ-zato in biocontenimento, composto da medici, specialistie personale di bordo, per un totale di 25 persone. È dal 2005 che l’Aeronautica Militare ha sviluppato lacapacità di trasportare malati altamente infettivi attra-verso delle barelle isolate; una nicchia di eccellenza chein Europa è detenuta solo dall’Italia e dal Regno Unito. Alle 6.oo il KC-767A è atterrato sull’aeroporto romano edopo le manovre di routine il velivolo è rimasto fermo sulpiazzale del “Quattordicesimo”; ad attenderlo un’au-toambulanza dell’ospedale romano “LazzaroSpallanzani”, anch’esso specializzato per il bioconteni-mento, incaricata di trasportare il medico di Emergencyfino al centro di ricovero. Tutte le fasi di trasbordo e delsuccessivo imbarco sull’autombulanza sono avvenute incompleto isolamento. «L’operazione – ha dichiarato il col.del Corpo Sanitario Roberto Biselli, capo del team di bio-contenimento dell’A.M. – si è svolta come pianificato e

secondo le procedure per le quali siamo addestrati adoperare; in ogni momento è stato possibile assistere, incondizioni di massima sicurezza, il paziente, che è risul-tato tranquillo lungo tutta la rotta». Attualmente,l’Aeronautica Militare può garantire il trasporto sulunga tratta di malati altamente infettivi con tutta lasua componente da trasporto ad ala fissa (KC-767A, C-130J e C-27J). In pratica il malato viene trasportato gra-zie alle speciali barelle aviotrasportabili ATI (AircraftTransport Isolator) e agli omologhi sistemi terrestri STI(Stretcher Transit Isolator), questi ultimi indispensabilial momento del trasbordo del paziente dall’aeromobileall’autoambulanza. Per lo “short range”, invece, vengonoutilizzati i sistemi N-36, analoghi alle barelle ATI, macertificati per le brevi distanze e che possono essere uti-lizzati anche a bordo degli elicotteri AB.212 e HH-139A. Il trasporto del malato si inserisce nell’ambito di un pro-tocollo messo a punto dal Ministero della Salute, dalDipartimento della Protezione Civile e dai verticidell’Aeronautica Militare e che periodicamente è oggettodi attività addestrative. Ultime in ordine temporale quel-le svolte a Pratica di Mare con la collaborazionedell’Istituto di Ricerca e Cura per le Malattie Infettive“Lazzaro Spallanzani” di Roma e a Malpensa con l’ospe-dale “Luigi Sacco” e che hanno visto il primo utilizzo delKC-767 in questa peculiare attività. In quell’occasione il gen. isp. Piervalerio Manfroni, capodel Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, ha evi-denziato come «questo tipo di attività sia una nicchia dieccellenza dell’Aeronautica Militare, che è in grado dipoter effettuare trasporti di questo genere con mezzi ade-guati e personale costantemente addestrato».

BIOCONTENIMENTO: ruolo chiavedell’AERONAUTICA MILITARE

Lo scorso 25 novembre un KC-767A dell’Aeronautica Militare ha trasportato in Italia dalla SierraLeone, in condizioni di alto biocontenimento, il primo connazionale contagiato dal virus.

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Dopo i successi di Montreal e Chicago,è sbarcata a Roma la mostra itine-rante “Mari e cieli di Balbo”, una

retrospettiva attraverso testi e immaginisulla Trasvolata Atlantica del 1933, la sto-rica impresa aviatoria che in quarantatregiorni portò ventiquattro S.55X della RegiaAeronautica da Orbetello al Nord America,facendo tappa a Montreal, Chicago, NewYork e Lisbona, prima di tonare a Ostia. L’idea di Alberto Guarnieri, giornalista escrittore, curatore della mostra, è stataquella di far parlare il personaggio ItaloBalbo in prima persona andando oltre iltempo e la Storia. Sono così nate 15 prose,intrecciate con 15 dipinti creati per l'occa-sione dall’artista Nani Tedeschi. I preparativi per la partenza, gli aerei involo sulle metropoli nordamericane, i famo-si festeggiamenti e, tappa per tappa, i fono-grammi e telegrammi inviati in tempo realeda Balbo e da quanti seguirono da terra edal mare l’itinerario della storica impresa. Questi i soggetti delle oltre 350 illustrazio-

ni, fotografie e documenti che compongonol’opera di Guarnieri, testimonianze, inmolti casi anche inedite, che sono stateammirate a Roma, dal 3 al 12 dicembrescorsi, all'interno delle splendide SaleStoriche di Palazzo Aeronautica, aperteeccezionalmente al pubblico per l'occasione. «La Trasvolata Atlantica del 1933 fu tra leimprese più grandi di quegli anni, fu una vit-toria ‘di squadra’ ed un simbolo del risvegliodell’orgoglio italiano. È la nostra storia, sonoi valori che dobbiamo continuare a difenderee sentire nostri», queste le parole del Capo diStato Maggiore dell’Aeronautica Militare,generale di squadra aerea PasqualePreziosa, pronunciate a margine dell’inau-gurazione della mostra, svoltasi martedi 2dicembre alla presenza del Sindaco diOrbetello, Monica Paffetti, e di una rappre-sentanza dell’Associazione TrasvolatoriAtlantici. Italo Balbo torna quindi idealmente nel“suo” Palazzo, di cui fu ideatore e direttoredei lavori.

SBARCA IN ITALIA LAMOSTRA DI ITALO BALBO

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È“atterrato” al centro di Roma il prestigioso brandAeronautica Militare, collezione che ormai negliultimi anni ha conquistato la moda non solo italia-

na. In un caldo giovedì romano, in un contesto veramen-te unico, molti gli ospiti noti che hanno voluto essere pre-senti alla serata inaugurale dello Store per dimostrare lavicinanza al marchio.Lo spinotto del “Remove before flight” del punto vendita,che ha sostituito in chiara tradizione aeronautica ilnastro inaugurale, è stato rimosso dal capo di StatoMaggiore dell’Aeronautica Militare, il gen. s.a. PasqualePreziosa, dando cosi il via libera al “decollo” dello Store.Il gen, Preziosa ha tenuto ha sottolineare come « ormaiè molto importante il “dual use” nella sinergia vincentetra pubblico e privato. Un marchio di grande successo,un successo del cuore, il cuore che fa volare in alto inostri piloti. Il successo è legato anche alla nostra glo-riosa Storia che continua a librarsi in volo e anche oltre».Un punto vendita che si aggiunge ai numerosi già pre-senti in Italia e all’estero, che rappresenta un connubiovincente nel quale chiaramente emergono il coraggio, laprofessionalità, la tecnologia e l’ingegno che animano gliuomini e le donne dell’Aeronautica Militare.La galleria è stata per tutta la settimana un villaggio vir-tuale della Forza Armata, dove numerosi frequentatorihanno potuto effettuare un volo a bordo del simulatoredelle “Frecce Tricolori”.

Aeronautica Militare Collezione Privata

“atterra” alla Galleria Borghese

Lo scorso 13 novembre, nella splendida cornice della galleria borghese, ora galleria Alberto Sordi, aRoma, è stato inaugurato il nuovo punto vendita Aeronautica Militare Collezione Privata.

foto Diana Simonelli

foto Diana Simonelli

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All’inizio è la passione di un bambino: è ilfascino del cielo e la voglia di conquistar-lo con un paio d’ali di carta. Poi matura il

momento di una scelta, di intraprendere la car-riera militare e vivere la formazionedell’Accademia Aeronautica. Intanto gli anni passano e allora c’è il tempodella pazienza, della tenacia, dei sacrifici,dell’appoggio della famiglia, della propria dedi-zione. Dopo, la prima Aquila viene appuntata sull’u-niforme e la tensione pare allentarsi, ma non ècosì. Arriva, infatti, il momento del corso dapilota militare, l‘arena del tutto per tutto, incui impegno e concentrazione chiedono il mas-simo e l’obiettivo è tanto ambizioso quantoimpegnativo. E te ne accorgi sedendoti per laprima volta, da solo, ai comandi di un T-339 A,quando il tettuccio è chiuso e bloccato e ci seisolo tu con il tuo traguardo tutto da conquista-re. Poi, finalmente, arriva quel momento in cuil’Aquila che avevi appuntata sul cuore s’impre-

ziosisce di una Torre, una piccola torre capacedi racchiudere in pochi centimetri anni, timori,soddisfazioni e desideri.È così che nasce un pilota militare: da una pre-parazione che l’Aeronautica Militare cura econduce per anni, instancabilmente, con fer-mezza e convinzione, per riuscire così a trasfor-mare un giovane allievo in un ufficiale pilota.Nicola guarda la nuova patch sulla tuta davolo: il suo nome sormontato da un’aquila tur-rita, incredulo, incapace ancora di realizzareche il sogno del bambino che costruiva aerei dicarta è divenuto realtà, il suo lavoro, la suavita. Ognuno è artefice del proprio destino, i miglioriauguri dunque a Federico, Francesco, Adriano,Nicola, Francesco, Sante e Manrico, che queldestino sono riusciti a plasmarlo a forma delproprio entusiasmo e impegno.Gheregheghez!

Lodovica Palazzoli

61° STORMO, GRADUATION LEONE V:7 NUOVI PILOTI MILITARI

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Sa.Me.Da.® Safety Medical Database, è un progetto ambizioso iniziato nel gennaio 2014. Com'ènoto, questa soluzione hardware e software permette di avere sempre con sé i propri dati medici,rilevanti in caso di emergenza, e metterli a disposizione degli eventuali soccorritori, per riceverele cure adeguate nel minor tempo possibile.

La Federazione delle Associazioni Emofilici Onlus (FedEmo), dalDirettivo ai suoi Associati, ha apprezzato l'utilità e semplicità diimpiego della soluzione, realizzando il progetto FedEmo-Sa.Me.Da.® atto a sensibilizzare i medici ed a fornire un validostrumento di aiuto ai pazienti.

Il lavoro svolto è stato lungo ed articolato.La collaborazione con FedEmo non si è fermata al solo piano professionale: man mano che i rap-porti si sono intensificati, Motivegeeks Labs ha imparato a conoscere le persone che fanno parte diquesta splendida Associazione, capendo fino in fondo le loro motivazioni, la forza che li sostienee la perseveranza con la quale portano avanti le iniziative a favore di tutti i loro Associati. Per que-sto motivo Motivegeeks Labs, ed io in primis, siamo felici di questa collaborazione e di aver orga-nizzato momenti al di fuori dell'ambito strettamente lavorativo, come il corso di guida sicura conalcuni dei ragazzi FedEmo presso il Centro di Guida Sicura ACI-SARA di Vallelunga, o aver ospi-tato la loro rappresentanza al Rally di Monza.

Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di Aziende e Persone che hanno contribuito.

Ringrazio sentitamente tutti coloro che sono stati coinvolti:

Il Direttivo FedEmo e tutto lo staff organizzativo.Il Prof. Francesco Riva, Direttore Unità Operativa Complessa diChirurgia Odontostomatologica dell'Ospedale Eastman di Roma, che hacontribuito con le sue idee ed il suo coinvolgente entusiasmo a tutte leiniziative, promuovendo il progetto FedEmo-Sa.Me.Da.® come nell'oc-casione degli Open Day.

Ivan Capelli, CEO di Motivegeeks Labs, racconta un anno di collaborazione con FedEmo.

Grazie a Voi...il viaggio continua

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L'autodromo ACI di Vallelunga, peraver messo a disposizione a titolo gra-tuito il personale e la struttura delCentro di Guida Sicura ACISARA.

Pilot Italia per aver ospitato MotivegeeksLabs e la rappresentanza FedEmo durante ilRally di Monza.

Il Gruppo Peroni Race, per aver consentito l'ac-cesso al paddok ai ragazzi FedEmo durante l'e-vento del Campionato Lotus Cup a Vallelunga.

Gedol Lubrificanti, per aver ospitato i ragaz-zi FedEmo durante l'evento di Vallelunga.

SOBI Italia per aver creduto nel progetto, finan-ziandolo con un contributo non condizionato.

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L’Anatolian Eagle è un’esercitazione di media scala, orga-nizzata e condotta dalla Turkish Air Force sulla base diKonya, nella regione centrale dell’Anatolia. Lo scopodell’AE è addestrare i piloti dell’aviazione turca e di diver-se forze aeree alleate (o quantomeno “amiche”) alla pre-parazione e alla conduzione di un conflitto regionalemoderno. La periodicità dell’esercitazione è variabile:generalmente si svolgono due o quattro edizioni (o “clas-si”) all’anno, alcune delle quali sono riservate ai repartiturchi ed altre, aperte, su invito, a frequentatori esteri. Laprima edizione dell’Anatolian Eagle risale al 2001, quan-do la Turkish Air Force, acquisita una discreta esperienzain ambito internazionale con la partecipazione ad opera-zioni multinazionali come la Deny Flight, la Deliberate

Forge e l’Allied Force, decise di mettere le basi per unaserie di esercitazioni che ricalcando il modello (vincente)delle Red e Green Flag statunitensi permettessero di pre-parare in modo efficace i propri piloti agli scenari di crisiche circondavano e tutt’ora circondano la Turchia lungotutti i suoi confini: Kurdistan, Armenia, Siria, Grecia eIraq. Ecco dunque il motivo per il quale durante le eser-citazioni Anatolian Eagle si fa sul serio.L’organizzazione dell’AE è affidata all’Anatolian EagleTraining Center Command, con quartier generale aKonya che ha anche il compito di validare lo stato di pron-tezza dei vari Filo (Gruppo) della Türk Hava Kuvvetleri,di definire le tattiche di impiego degli assetti e di contra-sto delle minacce e di coordinare la partecipazione dei

Anatolian Eagle 2014-2di David Cenciotti

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numerosi reparti stranieri, attirati dalla possibilità diaddestrarsi in uno scenario realistico e con pochissimerestrizioni. Anche se il copione è tutt’altro che standard, ilmenu offerto dall’AE prevede generalmente due squadre,Blue e Red, entrambe basate a Konya, che è la MOB(Main Operating Base) dell’esercitazione. Ai Blue, compa-gine alla quale sono normalmente aggregati tutti i “fre-quentatori”, è assegnato il compito di pianificare e con-durre le COMAO (Combined Air Operations) per neutra-lizzare gli obiettivi strategici e tattici situati nel territoriodei Red; ai “Rossi” il compito di impedirglielo con ognimezzo, inclusi gli agguerriti F-16 Aggressors turchi del132 Filo e le batterie SAM (Surface to Air Missile) e AAA(Anti-Aircraft Artillery) a protezione dei vari target. E di

difese anti-aeree ce n’è proprio per tutti i gusti: SA-6Gainful, SA-8 Gecko, SA-11A/B Gadfly, ZSU 23-4Gundish, Skyguard/Sparrow, Hawk ed MTS (Multi-Threat Simulator). Le missioni inserite nell’ATO (AirTasking Order) dell’esercitazione sono di tutti i tipi: CAP(Combat Air Patrol), Sweep, Escort, BAI (Battlefield AirInterdiction), HVAAE (High Value Air Asset Escort), CAS(Close Air Support), Convoy Protection, CSAR (CombatSAR), SEAD (Suppression of Enemy Air Defenses),DEAD (Destruction of Enemy Air Defenses) e SlowMover protection. Come di consueto, la complessità dellemissioni è incrementale: si parte con sortite “soft”, diambientamento, per arrivare a package con decine divelivoli inseriti nel contesto di una vera e propria campa-

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gna aerea. La giornata-tipo prevede due “wave”, unamattutina e una pomeridiana, con il coinvolgimento diuna sessantina di velivoli alla volta. L’attività di volo ècostantemente monitorata e registrata dai sensori ACMI(Air Combat Maneuvering Installation), e si svolge all’in-terno di spazi aerei riservati per un totale di 250 x 150miglia nautiche, con estensione verticale dal livello delsuolo fino a 50.000 piedi. L’AE 2014-2, che si è svolta dal9 al 20 giugno 2014 ha visto la partecipazione di 78 divelivoli delle aviazioni di Turchia, Qatar, Giordania,Spagna e Regno Unito. Il più cospicuo, ovviamente, èstato il contingente autoctono, con una quarantina di F-16C Block 30/40/50 dei FIlo 132, 142, 162, e 192; gli F-4E2020 Terminator del 111 e 171 Filo, inseriti nella squadra

“Red”, ed in volo anche con il missile AGM-142 Popeye; ei nuovissimi Boeing 737 AEW&C Peace Eagle del 131Filo. Sebbene non prendesse ufficialmente parte all’eser-citazione, ha fatto una fugace apparizione a Konya ancheil primo dei 10 Airbus A400M della Türk Hava Kuvvetleriimpegnato nella prima missione operativa fuori sededalla consegna avvenuta il 16 aprile 2014.La Qatar Emiri Air Force ha preso parte all’AE 2014-2con quattro Mirage 2000-5 del 7th Air Superiority squa-dron di base a Doha mentre la Royal Jordanian Air Forceha rischierato tre F-16 del 1 Squadron della base AsShaheed Muwaffaq al Salti di Azraq. Gli spagnoli hannoinviato in Turchia sei EF-18 Hornet dell’Ala 12 diTorrejón e sei Eurofighter Typhoon C.16 dell’Ala 14 di

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Albacete, alla prima esercitazione al di fuori dei confininazionali. Il rischieramento del Tactical AirExpeditionary Group dell’Ejército del Aire è stato possibi-le grazie al supporto di un Boeing KC-767A del 14°Stormo dell’Aeronautica Militare che ha rifornito gliHornet e due Typhoon mentre i restanti quattroEurofighter hanno raggiunto Konya facendo scalo a Gioiadel Colle. I Typhoon spagnoli sono stati impegnati esclu-sivamente in missioni aria-aria (pur potendo svolgere,almeno sulla carta, task aria-superficie) volando, a secon-da della durata della missione, con due o tre serbatoi, unpod AIS (Airborne Instrumentation Sub-system) per ildownlink verso i sensori di terra del poligono ACMI e unmissile aria-aria IRIS-T. La Royal Air Force ha invece

rischierato a Konya sei Typhoon FGR4 e un team compo-sto da 13 piloti dell’11 Squadron e del 3(F) Squadron dibase a RAF Coningsby, e 117 persone, tra specialisti, per-sonale di linea e figure di supporto varie. Se gli spagnolisi sono limitati alle Sweep, gli inglesi hanno svolto mis-sioni Swing-Role, sfruttando appieno le caratteristichemultiruolo del velivolo europeo che volava con il podRAIDS (Rangeless Airborne Instrumentation DebriefingSystem) e il Litening III ventrale. Completavano l’orbatdell’esercitazione, gli E-3A AWACS della FOB (ForwardOperating Base) di Konya, che hanno sporadicamentesupportato l’AE 2014-2 tra una missione e l’altra di sor-veglianza dei confini orientali della NATO e dello spazioaereo ucraino.

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