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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA ANNO 1 - NUMERO 8/9 Direttore ENRICO QUERCI AGOSTO/SETTEMBRE 2007 La Filiera Ippica To- scana è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce tutte le compo- nenti socio-professionali della filiera del cavallo che operano sul territorio della Regione Toscana I soci fondatori sono Toscana Allevatori, la Facoltà di Medicina Ve- terinaria dell’Universi- tà di Pisa, l’Equestrian Service e l’Alfea. Le finalità della FIT sono di promuovere le iniziative volte alla va- lorizzazione e allo svi- luppo permanente del cavallo e dell’insieme degli equidi in materia di economia, di impiego e di salvaguardia culturale connessa alla sua storia. N el comparto ip- pico nazionale la Toscana svolge un ruolo preminente, tan- to che il Piano Zootecnico Regionale del 2004 indica la presenza di 18.589 caval- li in 4.233 allevamenti con circa 20.000 addetti e più di 70.000 praticanti. Sul terri- torio regionale sono presen- ti inoltre 195 centri F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri), di cui alcuni di livello internazionale, 9 ip- podromi (3 di trotto e 6 di galoppo), il grande centro di allenamento pubblico per purosangue di San Rossore, molti centri di allenamento da trotto privati situati in prevalenza lungo la costa, allevamenti e professionisti, che fanno della Toscana la prima Regione italiana nel settore delle attività legate al cavallo. Oltre a tutto questo, esistono razze autoctone molto importanti per il pa- trimonio sia genetico che storico e culturale, una per tutte il Maremmano. Va in- fine considerato che nella moderna società, il cavallo è destinato ad assumere un ruolo sempre più importan- te per le aree rurali, quale fattore di diversificazione e di dinamismo rispetto alle tradizionali produzioni agro alimentari, oggi in crisi a causa della globalizzazione dei mercati. Queste considerazioni, già ben chiare in altri Paesi Europei, hanno spinto le as- sociazioni degli allevatori e degli utilizzatori dei cavalli, le società e gli enti che si oc- cupano del settore, a creare una associazione denomina- ta “Filiera Ippica Toscana”. L’idea maturata in ambito FIT è quella di organizza- re annualmente, a partire proprio da quest’anno, un evento di grande rilievo che metta in risalto tutte le componenti del mondo del cavallo. Dal momento alle- vatoriale nelle sue principali espressioni alle attitudini, del cavalo, dal suo utilizzo alle professionalità di cui necessita, dall’indotto gene- rato ai centri di preparazione e addestramento, ecc. L’eccessiva frammenta- zione delle manifestazioni nel settore ippico che oggi si svolgono nel territorio toscano, infatti, per loro natura e concezione difficil- mente riescono a dipingere anche per i non addetti ai la- vori un quadro esaustivo di che cosa sia realmente il va- riegato e complesso mondo del cavallo. Questo, d’altro canto, non favorisce la cre- scita di una nuova visione di insieme sempre più in- dispensabile per affrontare a tutti i livelli le grandi pro- blematiche che riguardano l’intera filiera. In questa ottica, il primo appuntamento lanciato dalla FIT con la manifestazione “Cavalli di Toscana” si terrà nei giorni 14,15 e 16 set- tembre 2007 a San Rossore, presso le strutture dell’ippo- dromo, cornice ideale che consentirà una eccellente visibilità e valorizzazione del settore ippico in genera- le e delle iniziative previste. L’obbiettivo della ker- messe di 3 giorni, che ve- drà impegnate le diverse componenti del mondo del cavallo presenti ed attive sul territorio regionale, è quello di stimolare da un lato il dia- logo tra gli attori della filiera e dall’altro la crescita della sensibilità della società nei confronti della ippicoltura, quale elemento di ricchezza territoriale in termini cultu- rali, economici, occupazio- nali ed agro-zootecnici. Per realizzare la mani- festazione la FIT si avvarrà del patrocinio e del soste- gno e della collaborazio- ne della Regione Toscana, degli Enti Locali (Camera di Commercio, Comune e Provincia di Pisa, Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli), oltre che di tutte quelle associazioni e figure indispensabili nel- la filiera ippica che saranno coinvolte a vario titolo nella prima edizione di “Cavalli di Toscana”. Emiliano Piccioni CAVALLI DI TOSCANA LA NUOVA MANIFESTAZIONE SI SVOLGERA’ A SAN ROSSORE DAL 14 AL 16 SETTEMBRE In carrozza nel parco (Grasso) LA FILIERA IPPICA TOSCANA TRE GIORNI DI FESTA IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE i T.P.R. allevati a San Rossore (Grasso) ALL’INTERNO il difficile “mestiere” del Mossiere al Palio il Palio di Provenzano all’Oca, quello dell’As- sunta al Leocorno fantini in Campo il ricordo dei Cross- country che si disputa- vano a San Rossore le sottolineature di Ana- conda Turf Italia, un nuovo marchio per l’ippica ita- liana presentato a New- market un cavallo indimentica- bile, parola di Leonardo Pantuosco L ’apertura è riser- vata alle carrozze d’epoca e moderne, che venerdì 14 alle 15.30 partiranno da San Rossore per sfilare sui Lungarni cit- tadini, attraversare il centro storico di Pisa e far poi ri- torno nel Parco. Alle 17.30 l’inaugurazione seguita dalla sfilata delle razze equine presenti. Sabato 15, sarà possibi- le visitare le scuderie dove sono ospitati i purosangue che si allenano a San Ros- sore, e vederli in azione sulle piste dei Cotoni. La mattina si chiuderà con la prova di dressage riservata agli attacchi. Nel pomerig- gio, partirà la visita nel par- co a cavallo (Slow Riding) alla quale è possibile parte- cipare con il proprio caval- lo. Alle 16.00 spettacolo di monta western seguita da due corse dimostrative, una al trotto e una al galoppo. Il secondo giorno si chiude con una dimostrazione di mascalcia, seguita da un incontro tecnico sull’argo- mento. Domenica 16, la giorna- ta vedrà ancora gli attacchi impegnati, le Poniadi to- scane e lo spettacolo dei cavalli da lavoro con i miti- ci butteri. Per tutta la durata della manifestazione, sarà possibile assistere a dimo- strazioni di ippoterapia, par - tecipare al primo approccio con i pony e alle dimostra- zioni di attacchi per i ragaz- zi. Per conoscere il program- ma dettagliato di Cavalli di Toscana, consultate il sito www.sanrossore.it

ANNO 1 - NUMERO 8/9 CAVALLI DI TOSCANA · ANNO 1 - NUMERO 8/9 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2007 LE CONTRADE VINCENTI La notizia deL mese L a carriera di luglio

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA

ANNO 1 - NUMERO 8/9 Direttore ENRICO QUERCI AGOSTO/SETTEMBRE 2007

La Filiera Ippica To-scana è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce tutte le compo-nenti socio-professionali della filiera del cavallo che operano sul territorio della Regione Toscana

I soci fondatori sono Toscana Allevatori, la Facoltà di Medicina Ve-terinaria dell’Universi-tà di Pisa, l’Equestrian Service e l’Alfea.

Le finalità della FIT sono di promuovere le iniziative volte alla va-lorizzazione e allo svi-luppo permanente del cavallo e dell’insieme degli equidi in materia di economia, di impiego e di salvaguardia culturale connessa alla sua storia.

Nel comparto ip-pico nazionale la Toscana svolge

un ruolo preminente, tan-to che il Piano Zootecnico Regionale del 2004 indica la presenza di 18.589 caval-li in 4.233 allevamenti con circa 20.000 addetti e più di 70.000 praticanti. Sul terri-torio regionale sono presen-ti inoltre 195 centri F.I.S.E. (Federazione Italiana Sport Equestri), di cui alcuni di livello internazionale, 9 ip-podromi (3 di trotto e 6 di galoppo), il grande centro di allenamento pubblico per purosangue di San Rossore, molti centri di allenamento da trotto privati situati in prevalenza lungo la costa, allevamenti e professionisti, che fanno della Toscana la prima Regione italiana nel settore delle attività legate al cavallo.

Oltre a tutto questo, esistono razze autoctone molto importanti per il pa-trimonio sia genetico che storico e culturale, una per tutte il Maremmano. Va in-fine considerato che nella moderna società, il cavallo è destinato ad assumere un ruolo sempre più importan-

te per le aree rurali, quale fattore di diversificazione e di dinamismo rispetto alle tradizionali produzioni agro alimentari, oggi in crisi a causa della globalizzazione dei mercati.

Queste considerazioni, già ben chiare in altri Paesi Europei, hanno spinto le as-sociazioni degli allevatori e

degli utilizzatori dei cavalli, le società e gli enti che si oc-cupano del settore, a creare una associazione denomina-ta “Filiera Ippica Toscana”. L’idea maturata in ambito FIT è quella di organizza-re annualmente, a partire proprio da quest’anno, un evento di grande rilievo che metta in risalto tutte le

componenti del mondo del cavallo. Dal momento alle-vatoriale nelle sue principali espressioni alle attitudini, del cavalo, dal suo utilizzo alle professionalità di cui necessita, dall’indotto gene-rato ai centri di preparazione e addestramento, ecc.

L’eccessiva frammenta-zione delle manifestazioni nel settore ippico che oggi si svolgono nel territorio toscano, infatti, per loro natura e concezione difficil-mente riescono a dipingere anche per i non addetti ai la-vori un quadro esaustivo di che cosa sia realmente il va-riegato e complesso mondo del cavallo. Questo, d’altro canto, non favorisce la cre-scita di una nuova visione di insieme sempre più in-dispensabile per affrontare a tutti i livelli le grandi pro-blematiche che riguardano l’intera filiera.

In questa ottica, il primo appuntamento lanciato dalla FIT con la manifestazione “Cavalli di Toscana” si terrà nei giorni 14,15 e 16 set-tembre 2007 a San Rossore, presso le strutture dell’ippo-dromo, cornice ideale che

consentirà una eccellente visibilità e valorizzazione del settore ippico in genera-le e delle iniziative previste.

L’obbiettivo della ker-messe di 3 giorni, che ve-drà impegnate le diverse componenti del mondo del cavallo presenti ed attive sul territorio regionale, è quello di stimolare da un lato il dia-logo tra gli attori della filiera e dall’altro la crescita della sensibilità della società nei confronti della ippicoltura, quale elemento di ricchezza territoriale in termini cultu-rali, economici, occupazio-nali ed agro-zootecnici.

Per realizzare la mani-festazione la FIT si avvarrà del patrocinio e del soste-gno e della collaborazio-ne della Regione Toscana, degli Enti Locali (Camera di Commercio, Comune e Provincia di Pisa, Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli), oltre che di tutte quelle associazioni e figure indispensabili nel-la filiera ippica che saranno coinvolte a vario titolo nella prima edizione di “Cavalli di Toscana”. ■

Emiliano Piccioni

CAVALLI DI TOSCANALA NUOVA MANIFESTAZIONE SI SVOLGERA’ A SAN ROSSORE DAL 14 AL 16 SETTEMBRE

In carrozza nel parco (Grasso)

LA FILIERAIPPICA

TOSCANA

TRE gIORNI DI FESTAIL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

i T.P.R. allevati a San Rossore (Grasso)

ALL’INTERNO

il difficile “mestiere” del Mossiere al Palio

il Palio di Provenzano all’Oca, quello dell’As-sunta al Leocorno

fantini in Campo

il ricordo dei Cross-country che si disputa-vano a San Rossore

le sottolineature di Ana-conda

Turf Italia, un nuovo marchio per l’ippica ita-liana presentato a New-market

un cavallo indimentica-bile, parola di Leonardo Pantuosco

L’apertura è riser-vata alle carrozze d’epoca e moderne,

che venerdì 14 alle 15.30 partiranno da San Rossore per sfilare sui Lungarni cit-tadini, attraversare il centro storico di Pisa e far poi ri-torno nel Parco. Alle 17.30 l’inaugurazione seguita dalla sfilata delle razze equine presenti.

Sabato 15, sarà possibi-le visitare le scuderie dove sono ospitati i purosangue che si allenano a San Ros-sore, e vederli in azione sulle piste dei Cotoni. La mattina si chiuderà con la prova di dressage riservata agli attacchi. Nel pomerig-gio, partirà la visita nel par-co a cavallo (Slow Riding) alla quale è possibile parte-cipare con il proprio caval-lo. Alle 16.00 spettacolo di monta western seguita da due corse dimostrative, una

al trotto e una al galoppo. Il secondo giorno si chiude con una dimostrazione di mascalcia, seguita da un incontro tecnico sull’argo-mento.

Domenica 16, la giorna-ta vedrà ancora gli attacchi impegnati, le Poniadi to-scane e lo spettacolo dei cavalli da lavoro con i miti-

ci butteri. Per tutta la durata della manifestazione, sarà possibile assistere a dimo-strazioni di ippoterapia, par-tecipare al primo approccio con i pony e alle dimostra-zioni di attacchi per i ragaz-zi. Per conoscere il program-ma dettagliato di Cavalli di Toscana, consultate il sito www.sanrossore.it ■

ANNO 1 - NUMERO 8/9 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2007

LE CONTRADE VINCENTI

La notizia deL mese

La carriera di luglio del Palio di Siena, è stata vinta dall’Oca,

in un finale al cardiopalma, con la rimonta del Nicchio che sul bandierino sembra-va riuscito nell’impresa. Ma, come sancito dai “Giu-dici di Vittoria”, il succes-so è andato ai “paperi” di Fontebranda nonostante qualcuno avesse esposto alla finestra del Comune la bandiera del Nicchio in segno di vittoria. Cose che possono capitare a Siena, dove il Palio ti porta indie-tro nel tempo, e la realtà si allontana per quei quattro giorni che conducono al Campo.

In tutta questa freneti-ca attività, c’è una persona che è chiamata a mantenere il sangue freddo perché il suo ruolo è fondamentale. Si tratta del mossiere, colui che dà la partenza al Palio. Per il Palio del 2 luglio era stato nominato Claudio Bodio il quale, a seguito dei fatti che si sono veri-

ficati alla mossa della pri-ma prova (29 luglio), con la caduta di tre cavalli, ha rassegnato immediate di-missioni. Il sindaco di Sie-na, sentiti i Capitani delle Contrade, ha così interpel-lato Giorgio Guglielmi di Vulci che aveva dato il via a sette Palii dal 2000 al 2002. “Ho ricevuto la chia-mata del sindaco a mezza-notte, a Pisa, dove ero per motivi personali – racconta Guglielmi – visto il rappor-to che ho con la città e con le istituzioni del Palio, non potevo negarre il mio aiuto e, così come ero, mi sono presentato a Siena”.

Guglielmi è persona di provata esperienza nel settore ippico e non solo in quello, ma come ha “imparato” a fare il mos-siere? “Certo che non si va a scuola – esclama il Marchese – ma ho messo a frutto le mie conoscenze riguardo al carattere dei cavalli e ho cercato di ca-pire al meglio le reazioni

dei fantini. Senza dubbio si tratta di una questione di ritmo, anche quello che serve per premere il pedale che permette di abbassare i canapi”. Questo meccani-smo, al contrario di quanto letto a giro, non ha niente di elettronico, ma tutto funziona come una volta. “Si, un quotidiano di Siena ha riportato un’inesattez-za – prosegue Guglielmi – perché oltre al pedale c’è una leva manuale che permette di far scattare i canapi, ma di elettrico c’è solo il pathos che circonda la mossa. Io uso sempre il pedale, è più pratico, e non è vero che si sente la pres-sione dei cavalli sul cana-pe, così come il piede del fantino appoggiato sulla corda non ‘sente’ lo scatto in anticipo”. Parola di mos-siere!

Dopo sette Palii, la de-cisione di non prosegui-re in questa attività. “La tensione che si accumula nel corso di questi giorni è notevole, e ripetuta per sette volte, raggiunse il suo culmine nell’agosto 2002 quando, dopo la mossa, fui inseguito dai contradaio-li della Selva che furono esclusi dal Palio perché il loro cavallo aveva preso un calcio in una delle prove precedenti. Quell’episodio mi fece decidere di cessare, almeno momentaneamen-te, il mio rapporto con il Palio”. E si racconta di una precipitosa fuga dal podio del mossiere con tuffo in auto dal finestrino aperto, e

meno male che Guglielmi è molto magro! Il mossie-re, si sa, è l’unica persona presente in Piazza del cam-po che non vede il Palio perché, in ogni caso, lascia la sua postazione molto velocemente. “Anche que-sta volta è stato così – rac-conta Guglielmi – i vigili sono stati anche fin troppo bruschi! Ma direi che la mossa è andata bene. Ha richiesto oltre mezzora di tempo, ma la responsabili-tà è stata principalmente di un paio di fantini, primo fra tutti di quello della Civet-ta, che non voleva stare al suo posto. Ho richiamato anche quello della Tartuca (contrada che partiva di

‘rincorsa’, n.d.r.) perché stava traccheggiando oltre misura”.

Il Palio di agosto ha avuto un altro mossiere, in quanto Guglielmi aveva già preso impegni familiari. Sul podio è tornato, dopo anni, Dino Corradini, marescial-lo dei Carabinieri in pen-sione e con un curriculum equestre di tutto rilievo. Corradini ha avuto molti problemi in meno rispetto a Guglielmi e la mossa è stata data dopo circa dieci minuti e con sole due uscite dei cavalli dall’interno dei canapi, mentre a luglio il via fu dato dopo quaranta minuti.■ EQ

FANTINI VECCHI E NUOVIIl fantino che nell’epoca mo-derna ha fatto maggiormen-te storia, è Andrea Degortes detto Aceto che di Palii ne ha disputati 58 vincendo-ne 14, cinque dei quali per l’Oca e uno per il Leocorno (ultima vittoria nel 1992 con

l’Aquila). All’epoca di Aceto ha fatto seguito quella legata a Luigi Bruschelli, Treccio-lino il soprannome (in piaz-za a luglio per il Bruco e per il Valdimontone in agosto), che ha conquistato la sua decima affermazione nel-l’agosto 2005 con la Torre che era “nonna” da 44 anni; ha vinto una volta anche per il Leocorno e ha conquistato gli ultimi tre Palii dell’Oca, prima di quello vinto in luglio dal giovane da Giovanni At-zeni detto Tittia (foto a sx), alla sua prima affermazione in Piazza al settimo tentativo prima di vincere con Fedo-

ra Saura. Meglio di lui ha fatto il 16 agosto Jonathan Bartoletti, 27 anni, ribattez-zato Scompiglio (foto a dx), che con l’esperto Brento ha vinto al debutto. Una prima volta c’è per molti, difficile è riconfermarsi.

Giorgio Guglielmi al momento della mossa (Querci)

Palio d’agosto: la prima curva di San Martino (Querci)

ESTATE, A SIENA È TEMPO DI PALIO GIORGIO GUGLIELMI È TORNATO DOPO CINQUE ANNI A DARE LA PARTENZA

TUTTO PARTE DALLA MOSSA

I colori della Contra-da dell’Oca sono il bianco e verde con

liste rosse che simboleg-giano l’avvedutezza e rappresentano la corpo-razione dei tintori, men-tre “Clangit ad arma” è il motto. Lo stemma è un’oca, su erba, con corona reale e la croce di Savoia legata con un nastro azzurro al collo. Il titolo di “Nobile” le è stato riconosciuto a seguito delle molte bat-taglie combattute contro i nemici a difesa della città. Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa e patrona d’Ita-lia e d’Europa, è nata in questa Contrada. La Tor-re è la sua nemica.

Bianco e arancio listati di turchi-no, sono questi i

colori del Leocorno, sul cui stemma campeggia un unicorno rampante con il motto “Humberti regio gratia”e rappre-senta l’arte degli orafi. I contradaioli del Leocor-no declamano “Fiede e risana al par l’arma c’ho in fronte” per farsi ri-spettare, soprattutto dai nemici della Civetta. ■

ANNO 1 - NUMERO 8/9 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2007

iPPiCa e CULtURaÈ dai tempi di ‘Tele-Elefante’ (ricordate?) che si in-sinuò nel linguaggio di uno speaker maldestro – ma erano le prime cronache e tutto allora poteva essere tollerato – l’uso (l’abuso) linguisticamente insano di far precedere, nelle cronache di una corsa, la particella ‘di’ al nome di un cavallo. Ipotizziamo un nome – Giove – e un numero di copertino: 8. Logica linguistica vorrebbe che lo speaker presentasse il cavallo con queste parole: ‘È in testa (o in corda, o a metà gruppo), il numero 8 Giove’. Semplice, no? Chiaro, no? Tanto più che nell’ordine ufficiale d’ar-rivo lo stesso speaker sarà costretto a declamare: ‘1° - o 2°, o 3°- il numero 8 Giove’. Ma da quando nella cronaca della corsa l’insano speaker di ‘Tele-Elefante’ si inventò la particella ‘di’ molti speaker nostrani hanno cominciato a blaterare: ‘È in testa (o in coda) il numero 8 di Giove’.Ma questa particella aggiuntiva cosa rappresenterà nella loro fantasia? Un possessivo? Uno specifica-tivo? Un genitivo di modo? O cosa? Resta il fatto che da allora il vezzo ha preso tristemente piede e si ascoltano ormai da molte piazze speaker che, ar-rotondando il fraseggio con vari gradi di birignao, lanciano nell’etere il loro messaggio. Ascoltate qualche perla: ‘Il numero 8 di Giove non è entrato nelle gabbie’, oppure ‘Il numero 8 di Giove ha rifiu-tato l’oxer’, oppure ‘Rottura del numero 8 di Gio-ve’. Dove, se dovessimo essere pignoli, dovremmo capire che a restare fuori delle gabbie o a rifiutare l’oxer o a rompere non è stato il cavallo Giove ma il suo numero, cioè il suo copertino. ‘Il numero 8 di Giove’ è infatti, alla lettera, il copertino di Giove. L’insano vezzo ha letteralmente appestato il lin-guaggio e, considerando la scarsa cultura/fantasia di molti operatori, eccoli nelle interviste scimmiot-tare il linguaggio che ascoltano in tv. Quando in tv l’intervistatore chiede il favorito della corsa, un bel lotto di allenatori e di fantini ormai non indicano più il cavallo preferito con nome e numero preferito – sarebbe troppo semplice e normale! - ma si ab-bandonano alla finezza che tristemente li omologa. Ed eccoli declamare: ‘Mi piace il numero 8 di Gio-ve’. Bravi! Anche a loro evidentemente piace più il copertino del cavallo.■

Anaconda

FUORI TEMA :::::::::::::::::::::::::::::::

Il Paese dei CavalliPeriodico di informazione e cultura ippica | direttore enrico Querciiscrizione al registro della stampa del tribunale di Pisa nr. 28/2006

editore società aLFea s.p.a. Viale delle Cascine 153 - 56122 Pisa | Tel. 050 [email protected] | www.sanrossore.it

progetto grafico: agenzia sintesi - Pisa | stampa: stylgrafica - Cascina (Pi)

Andando, come spes-so facciamo, alla ricerca di storie che

vedano il cavallo al cen-tro dell’attenzione a San Rossore, non possiamo di-menticare un protagonista assoluto nella storia del prato degli Escoli: il caval-lo da cross country. Chi ha i capelli grigi ha speso in anni ormai lontani passio-ne ed interesse per queste bellissime corse che ave-vano qualcosa di eroico. I cavalli che percorrevano una parte del loro percorso davanti alle tribune, poi at-traversavano la strada per affrontare gli ostacoli delle Incavezzature (all’epoca non ancora utilizzate come piste di allenamento), quin-di tornavano sul prato del-l’ippodromo. Il pubblico seguiva come poteva questo andirivieni, disponendosi nello scalino più alto delle tribune, l’unico dal quale era possibile seguire le va-rie fasi della corsa. Per chi invece restava in attesa dei cavalli che comparissero di nuovo c’era spesso la sor-presa: cioè qualche caval-lo in meno evidentemente caduto nel passaggio sulle Incavezzature.

Sono molti oggi che ri-cordano con gli anni cross country con nostalgia. For-se è il tempo che passa a far vedere le cose che sono

alle nostre spalle sempre più belle. Attorno a quelle corse è così rimasto un alone di fascino che forse allora non avevano anche se la passio-ne del dopoguerra era più popolare e genuina e tutto poteva entusiasmare.

Del cross country a Pisa ci resterebbero oggi labili testimonianze se un appas-sionato non avesse pensato di raccogliere in un libro – oggi introvabile – “La storia del cross country in Italia”. Opera meritevole che fa di Roberto Bertolini, l’autore, il maggior esperto di cross country oggi in Ita-lia, presente spesso anche in manifestazioni all’estero.

È dal libro di Bertolini che possiamo attingere nomi e date, al di là dei ricordi di chi scrive, che non sono pochi.

Ed ecco allora trovare registrata la prima corsa in cross della storia moderna dell’ippodromo. È il 28 gen-naio del 1951 e scendono in pista quattro cavalli. Alcu-ni nomi che compaiono in quelle prime a San Rossore hanno fatto la storia di que-sta specialità in tutti gli anni Cinquanta e non possono essere dimenticati: Stige, Zorzi, Orsetto, Leap Year, Zig Zag, Bisanzio, Mege-re. Grandi saltatori ma an-che grandi cavalieri: Guido Remmert, Jago Fuligni, Dino Gatta, Raffaele Am-mirato, Alessandro Argen-ton, Piero D’Inzeo. Ernesto Bianchetti, Vittorio Speroni. Nomi da leccarsi i baffi per quanto erano bravi e corag-giosi. Ogni anno, dopo aver entusiasmato il pubblico semplice degli Escoli (tutti all’ippodromo rigorosa-

mente in bici o in bus), il circo del cross si spostava a Firenze. Con gli anni erano emersi nuovi cavalli e nuo-vi cavalieri (Cesare Brivio, Emilio Borromeo, Giorgio Guglielmi ed anche ragazze in gambissima come Olga Roaldi e Ludovica Alber-toni) ma ormai le vicende del cross a San Rossore volgevano al termine. L’ul-tima corsa fu disputata il 10 dicembre del 1977. Già, nel 1977: soltanto ora scopria-mo che l’ultimo cross coun-try a San Rossore si corse esattamente trent’anni fa.

Per essere cronisti preci-si, dobbiamo dire che la fine del cross fu una scelta pre-cisa dell’Alfea, contrariata poiché quelle corse rende-vano poco ed i cavalli in pi-sta erano sempre gli stessi. In più stava albeggiando il progetto di trasformare le Incavezzature in pista d’al-lenamento, inserendovi an-che un tracciato in sabbia. Cosa che avverrà nel giro di due anni.■ RC

CARO VECCHIO CROSS COUNTRYTRENT’ANNI FA L’ULTIMA CORSA A SAN ROSSORE

Cavalli al salto del tronco sulla pista delle Incavezzature .....

...e qui al salto del muro

Siamo in grado di pubblicare, per la curiosità dei nostri lettori (soprattutto di quelli più nostalgici) una foto veramente d’eccezione: l’olimpionico

Piero D’Inzeo è appena caduto alla riviera, che era collocata davanti alle tribune, e si è fratturato una clavicola.

Eccolo mentre un infermiere lo accompagna verso la segreteria da dove sarà trasportato all’ospedale di Pisa. Quella di D’Inzeo, nel dicembre del 1975 fu, anche per la grande notorietà del personaggio, la ca-duta forse più clamorosa di quei tanti cross country pisani.

Un’altra caduta che fece un certo scalpore fu quella di Ludovica Albertoni, oggi presidente dell’Agri. La pur brava amazzone dovette subire per tre volte il rifiuto del suo cavallo al doppio travone e per tre volte rotolò a terra. Ma sono storie d’altri tempi…

❱ VECCHIE GLORIEMi capita di leggere il vostro giornale che tro-vo interessante per molti aspetti. Suggerirei di dedicare anche a uno spazio a vecchi personag-gi dell’ippica, come Benetti, Camici, Carlini, e tanti altri. A quanti hanno la mia età questi ar-ticoli possono interessare molto. Marzio Poggi - Viareggio

❱ ANCORA SULLE ROTONDEHo letto quanto ha scritto Anaconda sulle roton-de nell’ultimo numero de ‘Il Paese dei Cavalli’. In linea di massima concordo ma voglio fare un’osservazione un po’ polemica. Io ho proprio settant’anni e vi garantisco che su quelle roton-de, spesso molto trafficate, sono assai più im-branate certe signore quarantenni, magari con cellulare all’orecchio, che i settantenni di sesso maschile ancora ben svegli. Angelo Passigli - Pisa

ANgOLO DELLA POSTA

Per ricevere questo giornale e per inviare la vostra posta:fax 050 526133 | [email protected]

ANNO 1 - NUMERO 8/9 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - AGOSTO/SETTEMBRE 2007

Le corse italiane hanno sempre meno appeal verso i proprietari e

gli allenatori inglesi. Molti sono i motivi, a partire dalla diminuzione del montepre-mi, passando per la riduzio-ne di status di alcune delle nostre più importanti corse di selezione (ultimo esem-pio, le Oaks Italiane declas-sate a prova di Gruppo 2), per finire ai ritardi cronici nel pagamento dei premi e alla lentezza esasperante della giustizia sportiva.

Meno avversari, più sol-di per gli italiani: questo sem-brerebbe l’uovo di Colombo per consentire ai nostri pro-prietari, allenatori e fantini di

vincere le corse che contano, guadagnando più facilmen-te. L’evidenza, però, è molto distante dalla realtà. Infatti, qualora mancasse il confron-to internazionale sulle nostre piste, i vincitori avrebbero un valore di mercato (interna-zionale) inferiore, salvo che non si cerchi di valorizzarli andando a correre all’estero. Resta, quindi, sempre molto importante che alle nostre prove di selezione (le corse più importanti), partecipino cavalli di valore provenienti dall’estero. E se i tedeschi non mancano mai all’appello e i francesi continuano ad es-sere raramente presenti nelle nostre corse, gli inglesi hanno diminuito drasticamente le

loro partecipazioni alle corse elitarie italiane. Già, perché ai costi di trasporto (che sono anche notevolmente aumentati), si vanno a sommare i disagi descritti in precedenza.

Da alcuni anni l’ippodro-mo romano delle Capannelle, aveva deciso di farsi promo-zione in Inghilterra presen-tandosi in luglio all’ippodro-mo estivo di Newmarket, il July Course. Prodotti della cucina italiana per “prender per la gola” gli operatori ip-pici britannici, cercando al tempo stesso di riportarli a Roma. Quest’anno il proget-to si è allargato, ed ha assunto anche un marchio specifico.

“Turf Italia” è una nuova realtà che ha visto l’adesione degli ippodro-mi di Roma, Milano e San Rossore unirsi all’ANAC, alla Società Gestione Aste e al Fondo Italiano Alleva-mento.

L’iniziativa ha ricalcato quanto fatto fino ad oggi solo

da Capannelle, ma su scala più ampia, con brochure appositamente realizzate in inglese. Come al so-lito, non sono mancati i prodotti alimentari che

rendono più piacevoli le visi-te in Italia, e il catering è stato curato in maniera eccellente ancora da Luigi Salvi, ristora-tore che festeggia quest’anno i 50 anni di attività nel settore. Un grande tendone nella zona del tondino di presentazione ha ospitato in ‘Casa Italia’ il meglio del turf nazionale.

La risposta a questa ini-ziativa è stata eccellente, e la tenda italiana è stata metà di una visita da parte di molti al-lenatori e proprietari presenti all’ippodromo. Unico as-sente, purtroppo, Lanfranco Dettori che ha dato forfait a causa di una caduta rimediata il giorno precedente.■ EQ

TURF ITALIA A NEWMARKETANCHE SAN ROSSORE HA PARTECIPATO ALL’INIZIATIVA

La premiazione del Turf Italia E.B.F. Maiden Stakes, la corsa sponsorizzata dagli italiani (Grasso)

UN CAVALLO INDIMENTICABILE

Da qualche settimana ha lasciato la mia scuderia un cavallo.

Il suo proprietario, valuta-te le possibilità d’impiego, l’età e l’offerta, ha ritenuto giusto venderlo. Niente di strano, succedono giornal-mente nel nostro ambiente situazioni come questa, ma in questo caso si tratta di un cavallo speciale, il cui nome è Fast Gate.

Da anni alleno i caval-li della Scuderia Essegi di Giuseppe Sereni, per appun-

to (ex) proprietario di Fast Gate, e siamo legati, oltre che dal rapporto d’interessi, da un’amicizia sincera. Sono ben consapevole della neces-sità crudele di far quadrare il bilancio e apprezzo la volon-tà, da parte di Giuseppe, di investire i suoi danari per il futuro della scuderia. E’ per questo che scrivo queste ri-ghe con il cuore, per esaltare il nostro rapporto che grazie a questo eccezionale cavallo si è rafforzato e per enfatiz-zare la passione per il mio lavoro, il rispetto per chi mi

affida i propri portacolori e, naturalmente, l’amore per i cavalli.

Fast Gate è stato per noi magico, nel vero senso del termine: acquistato quasi per caso ed inteso come routi-nier, lo abbiamo scoperto specialista della sabbia. For-se non riuscirò a menzionare tutti gli episodi legati a lui che meriterebbero menzio-ne; come posso scordare le prime galoppate, quasi rab-biose, sulla sabbia di Capan-nelle, anche quando sgabbiò con il cappuccio, galoppan-do per circa 50 metri “al buio” prima che Agus riu-scisse a toglierlo. Chiunque avrebbe perso, non lui che vinse con un margine di cinque lunghezze. Oppure le indimenticabili nottate di Corridonia, accompagnate dallo spirito goliardico dei numerosi amici che ci segui-vano, e dove Fast Gate ha disputato 15 corse, vincen-done 14 (dia 1.000 ai 1.750 metri) e giungendo secondo quando sconfitto!

E poi le esperienze al-l’estero, caratterizzate dalle 5 vittorie in Francia: esal-tante la prima, commoven-te l’ultima. E, last but not

least, l’avventura inglese a Linglfield Park in un gros-so handicap, con Lanfanco Dettori in sella. La giubba di Giuseppe sul programma e il mio nome accanto a quel-lo di O’Brien, Jarvis e Cole. Ancora, a Varese con Dario Vargiu, sotto un temporale impossibile, e la vittoria a paletti che ci lasciò attoniti.

Questo è per tutti Fast Gate. Per me da ri-cordare ci sono tante altre cose, penso che allenatori o uomini di cavalli (quelli con il cuore) capiranno cosa sto scrivendo. È un cavallo per il quale ho creduto di essere indispensabile, le nottate ac-canto a lui, i galoppi di tutti i giorni, gli strilli inconfondi-bili, i suoi morsi, gli intermi-nabili viaggi, le telefonate, rituali dopo ogni corsa di mio padre innamorato del “Bianco” come lo chiama lui, le lacrime di Simona, la mia compagna, e le mie.

Proseguiremo con la stessa volontà di far bene. Altri cavalli compreremo con Giuseppe e, forse, ne avremo di migliori, ma Fast Gate resterà per noi indi-menticabile.■

Leonardo Pantuosco

IL RACCONTO DEL SUO ALLENATORE

Fast Gate con Leonardo Pantuosco (Querci)

UN IPPODROMO FIORITO

T urf Italia ha sponsorizzato una delle corse dell’importante July Meeting, che si svolge all’ippodromo estivo di Newmarket, il July

Course. Questo, al contrario del celebrato e rinno-vato Rowley Mile, mantiene una dimensione più a portata dello spettatore comune. L’atmosfera che vi si respira è gradevole e ciascuno si sente a proprio agio. L’ampio tondino di presentazione è un esplo-sione di fiori multicolori, e i prati che circondano l’area hanno l’aspetto di una moquette verde. Que-st’anno Lanfranco Dettori e il mitico Lester Piggot, hanno tagliaato il nastro per l’innaugurazione dei nuovi edifici sorti per migliorare l’accoglienza e of-frire più servizi al pubblico. Nel corso del July Mee-ting si disputa la July Cup, una prova per i velocisti sui 1.200 metri, mentre le corse più importanti che si disputano sul Rowley sono le Ghinee (in primavera) e le Champion Stakes (in autunno). Il 22 settembre il Rowley Mile ospiterà la quinta edizione della corsa per allievi fantini organizzata dall’European Asso-ciation of Racing Schools.■

Fast Gate ha lasciato San Rossore il 16 giugno. Il 2 luglio si è presentato alle gabbie di partenza di una reclamare per allievi fantini sull’all-weather a Wolwerhampton, in Inghilterra, dove era il terzo fa-vorito. Purtroppo, il grigio non ha voluto saperne di entrare nelle gabbie (cosa che aveva fatto solo una volta all’età di 2 anni), e lo starter lo ha escluso dalla corsa. Si è conclusa in maniera sfortunata la prima apparizione di Fast Gate per i nuovi colori e il nuovo allenatore.

FAST gATE AL PALO IN INgHILTERRA

RETTIFICANel numero di Giugno - Luglio, a pagina 4, abbiamo pub-blicato un articolo riguardante la medicina veterinaria chirpratica. Purtroppo, in fase di correzione delle bozze, un margine è saltato e il nome dell’autrice dell’articolo, la dottoressa Valentina Taccini, è andato a sovrapporsi a parte del testo.Ci scusiamo con Valentina Taccini e con i nostri lettori per quanto accaduto.

Anche se il tempo d’estate volge al termine, la voglia

di mare non viene meno. Quale migliore occasio-ne, allora che una sosta al ristorante ‘Barbaros-sa’ (anche pizzeria) che ha la miglior terrazza a mare dell’intero litora-le pisano? Lo gestisce un ippico del galop-po, Stefano Signorini, e consigliamo perciò,

al momento del conto, di ricordargli che siete ippici anche voi. Piatti consigliati: paella, risot-to alla Barbarossa, cro-stacei e fritto di barca.

Ristorante BarbarossaVia Litoranea, 7Marina di PisaTel. 050 36320

Chiuso il giovedì