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17 gennaio 2012 anno X - n. 2 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci L’Italia sono anch’io: serve uno scatto finale Legge elettorale e riforma della politica La Corte Costituzionale ha dichiarato inammis- sibili i due referendum sulla legge elettorale, tanto quello sull'abrogazione totale del ‘Porcellum’ quanto quello che ne chiedeva la cancellazione parziale. Non è una buona noti- zia, perché il referendum poteva essere lo stru- mento per scardinare quella legge voluta dal centrodestra nel 2005, oscena al punto tale da essere definita ‘porcata’ dal suo stesso esten- sore. Una norma di cui sono evidenti a tutti gli aspetti problematici e su cui la stessa Consulta aveva avanzato fin dal 2008 sospetti di incosti- tuzionalità. Ora è chiaro che, indipendentemente dalle ragioni giuridiche che hanno motivato la sen- tenza di inammissibilità, la decisione della Corte riapre il tema di una riforma elettorale per via parlamentare. È un nodo su cui il Parlamento si gioca quel che gli resta di credi- bilità nei confronti di un'opinione pubblica sem- pre più lontana e insofferente verso la politica. Non c'è dubbio che il Paese chieda la riforma elettorale e che questa sia un passaggio necessario a ricostruire fiducia e consenso intorno alle istituzioni. Ma c'è il rischio che tutto venga rimandato aggravando una pericolosa deriva antidemocratica. A parole nessuno è disposto a difendere il por- cellum, ma nei fatti molti possono essere ten- tati a non rinunciarvi. Quale altra legge potreb- be mai consentire ai partiti altrettanto potere discrezionale nella formazione dei gruppi par- lamentari, garantendo un'assemblea di nomi- nati ricattabili e ubbidienti? Il confronto fra le forze politiche è aperto: tutti dicono che la riforma è necessaria, ma su come farla ciascuno immagina soluzioni diver- se a seconda delle convenienze di bottega. Non a caso il Pdl mette già le mani avanti sul premio di maggioranza e sull'indicazione del premier, forzatura populistica incompatibile col modello di democrazia parlamentare descritto in Costituzione. Non si farà una buona legge elettorale se al tempo stesso non si rinnova davvero la politi- ca; se i partiti non hanno la forza di andare oltre il leaderismo e aprirsi alla partecipazione, se i cittadini non tornano protagonisti della discus- sione pubblica anche esercitando il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Ma serve una spinta dal basso, perché i partiti non si autori- formano da soli. Anche le associazioni che ogni giorno operano per promuovere parteci- pazione e responsabilità civica possono svol- gere un'azione di stimolo importante su temi così decisivi per la qualità della democrazia. RAPPORTO CEDAW I PAGINA 5 Articoli sulla presentazione in Parlamento del Rapporto Ombra del Cedaw sulle discriminazioni di genere ACQUA I PAGINA 3 Un articolo di Corrado Oddi sulla mancata applicazione dell’esito referendario e l’appello del Forum dei movimenti per l’acqua S ono passati due anni dal terremoto che ha colpito Haiti (era il 12 gen- naio del 2010) e purtroppo si assi- ste alla tentazione di fare bilanci a volte superficiali. È di pochi giorni fa l’inchiesta di un grande quotidiano che puntava il dito sul fallimento della Cooperazione Internaziona- le, generalizzando una situazione che va valutata con più attenzione. Le Ong Italiane, con il Consorzio Agire ma non solo, hanno portato avanti interventi con fondi propri e senza il supporto dei finanziamenti istituzio- nali, che sono stati prevalentemente gestiti dagli organismi internazionali. La rete Arci e dei Sindacati (CGIL, CISL, UIL) ha scelto interventi non diretti alla ricostruzione mate- riale, ma a quella sociale: con il coinvolgi- mento dei propri soci con campagne di rac- colta fondi e con le risorse messe a dispo- sizione dalla rete Solidar si sono occupate del miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. Se è vero che il terremoto ha pro- vocato notevoli distruzioni, è altrettanto vero che le condizioni dell’isola erano drammati- che già da prima. Alcuni alti esponenti di organizzazioni internazionali (OCHA) hanno ammesso che molti degli sfollati presenti nelle baraccopoli della capitale non sono persone che hanno perso la casa a causa del terremoto, ma si tratta di uomini e donne che hanno visto negli aiuti umanitari l’oppor- tunità di un miglioramento delle loro condi- zioni. Le cause alla base dei problemi della povertà ad Haiti sono molto più profonde e radicate nel tempo e vanno affrontate non solo nell’ottica dell’emergenza, ma soprat- tutto come priorità di intervento di coopera- zione internazionale. Haiti 2 anni dopo: tra mezze verità e prese di posizione

Arcireport numero 2

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17 gennaio 2012anno X - n. 2

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

L’Italia sono anch’io: serveuno scatto finale

Legge elettorale e riforma della politica

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammis-sibili i due referendum sulla legge elettorale,tanto quello sull'abrogazione totale del‘Porcellum’ quanto quello che ne chiedeva lacancellazione parziale. Non è una buona noti-zia, perché il referendum poteva essere lo stru-mento per scardinare quella legge voluta dalcentrodestra nel 2005, oscena al punto tale daessere definita ‘porcata’ dal suo stesso esten-sore. Una norma di cui sono evidenti a tutti gliaspetti problematici e su cui la stessa Consultaaveva avanzato fin dal 2008 sospetti di incosti-tuzionalità. Ora è chiaro che, indipendentemente dalleragioni giuridiche che hanno motivato la sen-tenza di inammissibilità, la decisione dellaCorte riapre il tema di una riforma elettorale pervia parlamentare. È un nodo su cui ilParlamento si gioca quel che gli resta di credi-bilità nei confronti di un'opinione pubblica sem-pre più lontana e insofferente verso la politica.Non c'è dubbio che il Paese chieda la riformaelettorale e che questa sia un passaggionecessario a ricostruire fiducia e consensointorno alle istituzioni. Ma c'è il rischio che tuttovenga rimandato aggravando una pericolosaderiva antidemocratica. A parole nessuno è disposto a difendere il por-cellum, ma nei fatti molti possono essere ten-tati a non rinunciarvi. Quale altra legge potreb-be mai consentire ai partiti altrettanto poterediscrezionale nella formazione dei gruppi par-lamentari, garantendo un'assemblea di nomi-nati ricattabili e ubbidienti? Il confronto fra le forze politiche è aperto: tuttidicono che la riforma è necessaria, ma sucome farla ciascuno immagina soluzioni diver-se a seconda delle convenienze di bottega.Non a caso il Pdl mette già le mani avanti sulpremio di maggioranza e sull'indicazione delpremier, forzatura populistica incompatibile colmodello di democrazia parlamentare descrittoin Costituzione.Non si farà una buona legge elettorale se altempo stesso non si rinnova davvero la politi-ca; se i partiti non hanno la forza di andare oltreil leaderismo e aprirsi alla partecipazione, se icittadini non tornano protagonisti della discus-sione pubblica anche esercitando il diritto discegliere i propri rappresentanti. Ma serve unaspinta dal basso, perché i partiti non si autori-formano da soli. Anche le associazioni cheogni giorno operano per promuovere parteci-pazione e responsabilità civica possono svol-gere un'azione di stimolo importante su temicosì decisivi per la qualità della democrazia.

RAPPORTO CEDAW I PAGINA 5Articoli sulla presentazione in Parlamentodel Rapporto Ombra del Cedaw sulle discriminazioni di genere

ACQUA I PAGINA 3Un articolo di Corrado Oddi sulla mancataapplicazione dell’esito referendario e l’appello del Forum dei movimenti per l’acqua

S ono passati due anni dal terremotoche ha colpito Haiti (era il 12 gen-naio del 2010) e purtroppo si assi-

ste alla tentazione di fare bilanci a voltesuperficiali. È di pochi giorni fa l’inchiesta diun grande quotidiano che puntava il dito sulfallimento della Cooperazione Internaziona-le, generalizzando una situazione che vavalutata con più attenzione. Le Ong Italiane,con il Consorzio Agire ma non solo, hannoportato avanti interventi con fondi propri esenza il supporto dei finanziamenti istituzio-nali, che sono stati prevalentemente gestitidagli organismi internazionali. La rete Arci edei Sindacati (CGIL, CISL, UIL) ha sceltointerventi non diretti alla ricostruzione mate-riale, ma a quella sociale: con il coinvolgi-mento dei propri soci con campagne di rac-colta fondi e con le risorse messe a dispo-

sizione dalla rete Solidar si sono occupatedel miglioramento delle condizioni di vita deilavoratori. Se è vero che il terremoto ha pro-vocato notevoli distruzioni, è altrettanto veroche le condizioni dell’isola erano drammati-che già da prima. Alcuni alti esponenti diorganizzazioni internazionali (OCHA) hannoammesso che molti degli sfollati presentinelle baraccopoli della capitale non sonopersone che hanno perso la casa a causadel terremoto, ma si tratta di uomini e donneche hanno visto negli aiuti umanitari l’oppor-tunità di un miglioramento delle loro condi-zioni. Le cause alla base dei problemi dellapovertà ad Haiti sono molto più profonde eradicate nel tempo e vanno affrontate nonsolo nell’ottica dell’emergenza, ma soprat-tutto come priorità di intervento di coopera-zione internazionale.

Haiti 2 anni dopo: tra mezze verità eprese di posizione

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Dall'agosto del 2011 a oggi il comitato regio-nale dell'Arci Basilicata è stato impegnato nel-l'accoglienza di 18 richiedenti asilo nigeriani,arrivati a Lampedusa dalla Libia, e di 8 citta-dini palestinesi provenienti dalla Svezia, inse-riti nella rete Sprar - Posti Straordinari. Gli ospiti vivono attualmente in appartamentisiti in tre comuni della Provincia di Potenza epartecipano a un progetto sperimentale cherealizza un sistema di accoglienza alternativaal concentramento di persone in grandi strut-ture o in Cai e Cara. Per l'emergenza Nord-Africa, l'Arci di Basilicata ha aderito a unaconvenzione sottoscritta dalla Provincia diPotenza e dai soggetti attuatori regionali, ilDipartimento della Protezione Civile e laPrefettura di Potenza. Il raccordo fra i varisoggetti ha permesso di ospitare i beneficiarinei centri abitati dei comuni di Bella, Aviglianoe Rionero in Vulture, con l'obiettivo di propor-re una via sperimentale all'accoglienza diffu-sa come primo passo verso la realizzazionedi un sistema territoriale integrato di interven-to a favore degli immigrati, che punti al rispet-to dei diritti degli stessi, oltre che al migliora-mento dei servizi e degli interventi sull'immi-grazione in un territorio accogliente.

L'Arci Basilicata collabora alla realizzazionedelle attività dei progetti, che prevedono l'or-ganizzazione di corsi di italiano, la partecipa-zione dei beneficiari alle iniziative dei circoli ea specifici progetti di inserimento lavorativo,attraverso tre mediatori culturali e un avvoca-to. Gli ospiti ricevono assistenza generale especifica dagli operatori Arci, soprattutto perciò che riguarda il complesso procedimentoper il riconoscimento della protezione interna-zionale. L'idea di una valorizzazione dell'ac-coglienza nasce dall'opportunità che la pre-senza di immigrati rappresenta per il territoriodella Basilicata, dal punto di vista economicoma soprattutto dal punto di vista culturale.Una regione fortemente interessata dallospopolamento, costituita da piccoli comuni ein cui l'emigrazione verso altri luoghi è un pro-cesso in costante crescita, l'arrivo di nuovi'abitanti' può rappresentare la risorsa piùimportante per lo sviluppo del territorio e dellasocietà. L'Arci continuerà ad impegnarsi nellacostruzione di un sistema di intervento, checonsenta di rispondere in maniera solidalealle emergenze, ma anche di cogliere un'op-portunità storica di sviluppo per la Basilicata. Info: [email protected]

migranti

arcireport

L’Arci Basilicata e l’accoglienza diffusa I giovani stranieri e il servizio civileI giovani stranieri possono svolgere il servi-zio civile in Italia. È quanto ha stabilito neigiorni scorsi il giudice Carla Bianchini delTribunale di Milano, secondo cui «Chiunqueha il dovere fondamentale di solidarietàsociale al quale secondo l’articolo 2 dellaCostituzione sono chiamati coloro che vivo-no sul territorio nazionale avendo scelto libe-ramente di porvi la loro stabile resistenza».La sentenza ha così dato ragione a SyedShahzad Tanwir, 26enne nato in Pakistanma residente a Milano da 1993, che hadenunciato per discriminazione il Governoitaliano perchè nel bando del 20 settembre2011 per il servizio civile chiedeva comerequisito quello della cittadinanza italiana. Il giudice ha stabilito che l’Ufficio nazionaleper il servizio civile della Presidenza delConsiglio sospenda le procedure di selezio-ne, modifichi il bando «consentendo l’acces-so anche agli stranieri regolarmente soggior-nanti in Italia» e fissi un nuovo termine per lapresentazione delle domande. Anche se,come afferma Syed, «non penso che ripre-senterò la domanda. Certo sono soddisfatto,ma più che altro perchè abbiamo abbattutoun’altra barriera discriminante».

n. 2 17 gennaio 2012

arci

Per la campagna sulla cittadinanza èiniziata la fase decisiva. I tanti comi-tati locali nati in questi mesi e le

migliaia di iniziative fatte per raccogliere lefirme e sensibilizzare il territorio ci diconoche avevamo visto giusto sia sull'argomen-to, che sulle alleanze messe in campo, chesui tempi e le modalità scelte. Il fatto di averpuntato sulla cittadinanza e sul tema deidiritti più in generale, mettendoli all'ordinedel giorno anche in un periodo di crisi, pote-va sembrare un azzardo. Si è rivelata inve-ce una scelta giusta e opportuna. Provare a modificare il terreno di battagliapolitica e culturale, superando l'approccioemergenziale e difensivo, basato sulla rin-corsa a interventi dal chiaro intento discri-minatorio, ha consentito ai territori dicostruire alleanze ampie, con cui affrontare

anche altre questioni, comprese le emer-genze. Questo metodo può rappresentareun punto di riferimento importante per ilfuturo del movimento antirazzista e per ilnostro tessuto associativo. Partire dall'affer-mazione del principio dell'uguaglianza, ful-cro della nostra democrazia, e da unaggiornamento dei contenuti della Costi-tuzione, si è dimostrata modalità utile edefficace per contrastare le campagne dicomunicazione razziste e sopperire all'as-senza di proposte alternative che ha carat-terizzato gli ultimi anni di dibattito pubblicosull'immigrazione. Anche gli enti locali e ilmondo della politica sembra averlo com-preso e adesso c'è da compiere un ultimosforzo, anche attraverso una campagna dicomunicazione che dia la massima visibili-tà alla nostra iniziativa. Nei prossimi giornipartirà un progetto che prevede la realizza-zione di un grande album fotograficodell'Italia dei nostri giorni, con le facce, iracconti e le parole delle persone di originestraniera. In tutte le città verranno affissimanifesti con le immagini e le storie di per-sone che sostengono la nostra campagna eaffermano la propria appartenenza a que-sto Paese: L'Italia sono anch'io, appunto,sarà la frase che accompagnerà le immagi-

ni dei tanti nuovi italiani. Proveremo a coin-volgere anche il mondo della scuola, i gio-vani e le organizzazioni di migranti in que-sta operazione di visibilità di una Italia invi-sibile. C'è però adesso la necessità di por-tare a buon fine l'impegno assunto con laCampagna, raggiungendo e superandol'obbiettivo minimo delle 50mila firme depo-sitate. Siamo sicuri che le firme raccoltesono già più di questa cifra, e tuttavia serveora uno sforzo particolare per riunire i tantimoduli sparsi sui territori e inviarli al centronazionale di raccolta, in modo che possanoessere controllati in ogni loro parte e verifi-cata la validità delle firme. Si tratta di unpassaggio 'tecnico', che però è necessarioquanto la raccolta e richiede tempi lunghi.Per questo l'invio dei moduli deve avvenirecon la massima urgenza. È cominciata l'ultima parte della campagna,che si concluderà ufficialmente con la con-segna delle firme al Presidente dellaCamera. Per raccoglierle c'è ancora deltempo, ma contestualmente vanno iniziateuna serie di operazioni (non solo la verifica,ma anche, per esempio, la programmazio-ne della consegna) per il cui buon esitoserve un ulteriore impegno di tutti. Info: [email protected]

L'Italia sono anch'io: è iniziata la fase decisiva

Il Comitato provinciale de L’Italiasono anch’io promuove il 25 gennaioalle 17, presso il polo didatticoGiorgio Zanotto, la proiezione del film 18 ius soli. Sarà presente il regista Fred Kuwornu

VERONA

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3acquabenecomune

arcireport

I l Forum Italiano dei Movimenti perl'Acqua ha promosso una raccolta firme- sono già più di 20mila in pochi giorni -

per la difesa del voto referendario. Di seguito, il testo dell'appello.«Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donnee uomini hanno votato per l'affermazionedell'acqua come bene comune e dirittoumano universale e per la sua gestione par-tecipativa e senza logiche di profitto.Le stesse persone hanno votato anche ladifesa dei servizi pubblici locali dalle strate-gie di privatizzazione: una grande e diffusapartecipazione popolare, che si è espressain ogni territorio, dimostrando la grande vita-lità democratica di una società in movimen-to e la capacità di attivare un nuovo rappor-to tra cittadini e Stato attraverso la politica.Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei benicomuni e della partecipazione democraticacome base fondamentale di un possibilenuovo modello sociale capace di risponde-re alle drammatiche contraddizioni di unacrisi economico-finanziaria sociale ed eco-logica senza precedenti. A questa straordi-

naria esperienza di democrazia il preceden-te Governo Berlusconi ha risposto con unattacco diretto al voto referendario, ripropo-nendo le stesse norme abrogate con l'e-sclusione solo formale del servizio idricointegrato. Adesso, utilizzando come espe-diente la precipitazione della crisi economi-co-finanziaria e del debito, il Governo gui-dato da Mario Monti si appresta a replicareed approfondire tale attacco attraverso undecreto quadro sulle strategie di liberalizza-zione che vuole intervenire direttamenteanche sull'acqua, forse addirittura in paral-lelo ad un analogo provvedimento a livellodi Unione Europea che segua la falsariga diquanto venne proposto anni addietro con ladirettiva Bolkestein. In questo modo si vuolemettere all'angolo l'espressione democrati-ca della maggioranza assoluta del popoloitaliano, schiacciare ogni voce critica rispet-to alla egemonia delle leggi di mercato edevitare che il "contagio" si estenda fuoriItalia. Noi non ci stiamo. L'acqua non è unamerce, ma un bene comune che appartienea tutti gli esseri viventi e a nessuno in

maniera esclusiva, e tanto meno può esse-re affidata in gestione al mercato.I beni comuni sono l'humus del legamesociale fra le persone e non merci per laspeculazione finanziaria. Ma sorge, a que-sto punto, una enorme e fondamentale que-stione che riguarda la democrazia: nessuna‘esigenza’ di qualsivoglia mercato puòimpunemente violare l'esito di una consulta-zione democratica, garantita dalla Costit-uzione, nella quale si è espressa senzaequivoci la maggioranza assoluta del popo-lo italiano.Chiediamo con determinazione al GovernoMonti di interrompere da subito la stradaintrapresa. Chiediamo a tutti i partiti, a tuttele forze sociali e sindacali di prendereimmediata posizione per il rispetto del votodemocratico del popolo italiano.Chiediamo alle donne e agli uomini di que-sto paese di sottoscrivere questo appello edi prepararsi alla mobilitazione per la difesadel voto referendario. Oggi più che mai, siscrive acqua e si legge democrazia».Per firmare: www.acquabenecomune.org

I l 12 e 13 giugno 2011 la maggioranzaassoluta dei cittadini italiani ha detto chela gestione del servizio idrico deve esse-

re pubblica e che su di esso non si possonofare profitti. Il pronunciamento, dal punto divista politico, è stato molto chiaro e altrettan-to chiaro era già stato il pronunciamentodella Corte Costituzionale, con le sentenzedi ammissibilità dei 2 referendum, sulle con-seguenze giuridiche della vittoria dei 2 refe-rendum. La Corte Costituzionale ha affermato che,con l'abrogazione del decreto Ronchi, perl'affidamento dei servizi pubblici di rilevanzaeconomica, compreso quello idrico, vale lanormativa comunitaria, che prevede una plu-ralità di forme di gestione, riaprendo la stra-da anche all'intervento di soggetti di dirittopubblico, come le Aziende speciali. Inoltre,sempre la Corte ha affermato che, con la vit-toria referendaria del quesito che abolisce laremunerazione del capitale investito, taledispositivo diventava immediatamente appli-cabile. Subito dopo la vittoria referendaria iguastatori si sono messi all'opera. Ha inizia-to il governo Berlusconi con la manovra del-l'estate scorsa, in cui si stabiliva che per iltrasporto pubblico locale e la gestione deirifiuti, servizi anch'essi interessati dall'esito

referendario, torna ad applicarsi, nellasostanza, il decreto Ronchi abrogato. Hannoproseguito le Autorità d'Ambito del servizioidrico e i soggetti gestori, che si son benguardati dal dare applicazione al secondoquesito referendario. Adesso il completa-mento dell'opera viene affidato al governoMonti. Con l'annunciato decreto legge delprossimo 20 gennaio si intende intervenireesattamente in questa direzione, sotto l'om-brello ideologico delle grandi virtù delle libe-ralizzazioni. Nonostante le dichiarazioni ras-sicuranti di esponenti del governo, l'intenzio-ne è proprio quella di mettere in discussionel'esito referendario, la discussione vertesemmai sul come. C'è una prima ricetta sug-gerita dall'Antitrust che, nella sostanza, pro-pone di estendere le norme del decretoRonchi abrogato, applicate l'estate scorsa altrasporto pubblico locale e al ciclo dei rifiuti,anche al servizio idrico. Gira poi un'altraidea, apparentemente più soft, che è quelladi precisare le possibili forme di gestione delservizio idrico, non limitando l'interventodelle Spa a totale capitale pubblico, maescludendo i soggetti di diritto pubblico,come le Aziende speciali. È un'ipotesi chepotremmo definire ‘anti Comune di Napoli’,che recentemente ha trasformato la propria

Spa in Azienda speciale, ma che ha anche loscopo di scoraggiare altri enti locali chevolessero fare la stessa scelta. In questimesi però non siamo stati con le mani inmano. Con la manifestazione del 26 novem-bre abbiamo ribadito che la volontà popola-re va rispettata. Ci siamo preparati per lan-ciare la campagna di 'obbedienza civile' peril ricalcolo delle tariffe, che sta partendo oranei territori, e ripubblicizzare realmente il ser-vizio idrico in tutto il Paese. Ora dobbiamo impedire che il governo Montichiuda il cerchio. Abbiamo promosso unappello che invitiamo tutti a firmare, perchésiamo di fronte a una grande questionedemocratica, che non riguarda solo i promo-tori dei referendum. È necessario reagire,protestare contro l'ennesimo schiaffo a unsistema democratico che la crisi restringesempre più.

I tentativi di aggirare il voto referendario sonouno schiaffo alla democrazia

Firmiamo l'appello ‘Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia!’

Mercoledì 18 gennaio, alle 16.30, presidio davanti a Montecitorio perché

venga rispettata la volontà di 26 milioni di italiani/e che hanno votatoper la ripubblicizzazione dell’acqua

ROMA

notizieflash

arci

n. 2 17 gennaio 2012

di Corrado Oddi, Fp Cgil e Forum italiano dei movimenti per l'acqua

4ambiente

arcireport

I n queste ore continuiamo ad assistereincreduli al lento naufragio della nave dacrociera Concordia in prossimità del

porto dell’Isola del Giglio sita nel ParcoNazionale dell’Arcipelago Toscano, dovealle vittime già identificate si sommano unaventiquattro di dispersi. Una vicenda terribi-le che ci porta a fare molteplici riflessioni suitrasporti marittimi attraverso le zone marineprotette, e ci richiama all’altro caso avvenu-to il 17 dicembre nel tratto di mare fraLivorno e l’Isola di Gorgona dove una navecargo perdeva circa 200 fusti di monossidodi cobalto e molibdeno. Due episodi adistanza di pochi giorni che ci narrano diimperizie, superficialità e fors’anche dolo epone interrogativi urgenti su come si puòcondurre una nave come la Concordia comefosse un giocattolo, o sull’allegra navigazio-ne con mare forza 9/10 del cargo Veneziaseminando fusti di sostanze altamente peri-colose all’interno del Santuario dei Cetacei,area marina protetta, dall’ecosistema tantofascinoso quanto delicato e fragile. IlSantuario dei Cetacei, che si dipana fra

Francia, Italia, Corsica e Sardegna, si confi-gura come uno dei luoghi più suggestivi delMediterraneo dove gli avvistamenti di bale-nottere e delfini sono molto frequenti neicirca 25.000 chilometri quadrati e che rap-presentano un patrimonio di biodiversità for-midabile. L’Italia a questo punto deve acce-lerare sulle politiche di protezione ecologicadel mare, facendo accordi più stringenti coni paesi vicini e assumendo un ruolo guidanel Mediterraneo in materia di conservazio-ne dell’ambiente marino. Dovrà anche dota-re di norme attuative tutte quelle aree pro-tette che ancora aspettano una regolamen-tazione definitiva. È nota la scarsa capacità del Mediterraneo arigenerarsi causa la poca apertura delle vied’acqua, e il delicato equilibrio fra le econo-mie delle comunità locali e le acque circo-stanti; equilibrio messo a dura prova nonsolo dagli incidenti navali ma anche esoprattutto dagli sversamenti quotidianidegli scarichi fognari, industriali e agricoliche immettono sostanze non biodegradabilie tensio-attive. La quantità di sostanze da

rifiuti industriali come cadmio, piombo earsenico, gli idrocarburi sversati durante ilavaggi delle cisterne delle petroliere, i ferti-lizzanti chimici e i liquami di origine animaleche arrivano al mare attraverso le vie d’ac-qua hanno raggiunto ormai livelli insostenibi-li. Tutto questo ridisegna in peggio il pae-saggio marino, uno degli ultimi beni comunirimasti dopo lo scippo del paesaggio costie-ro ad opera di cementificatori e speculatoridi ogni risma e patria. In questa situazionediviene urgente una messa in rete più fortedelle associazioni che hanno nelle loro fina-lità la difesa dell’ambiente, del paesaggio edegli ambienti marini e costieri. L’Arci e lesue basi associative dispiegate lungo tutta lacosta italiana possono assumere un ruoloimportante nella promozione della tutelaambientale e marina, nell’elaborazione diesempi di micro-economie locali legate almare, nel raccogliere e dare voce alle innu-merevoli vertenze che quotidianamente sipresentano, e nella costruzione di nuoviorizzonti di senso.Info: [email protected]

S iamo un paese conficcato nel Me-diterraneo. Abbiamo 7500 chilometridi costa: una grande parte del nostro

territorio non è fatto di terra. Dal mare èvenuta gran parte della nostra storia, epotrebbe essere scritto un pezzo importantedel nostro futuro. E invece andiamo avanti aconsentire, senza troppe preoccupazioni,che il nostro mare diventi sempre più ungigantesco cimitero di biodiversità. Ci muoio-no a migliaia i migranti, perchè abbiamotrasfromato in muro ciò che dovrebbe esse-re comunicazione, scambio, cooperazione,società, economia e cultura ricca e condivi-sa. Ci muoiono a miliardi di miliardi i viventinon umani, animali e vegetali - avvelenati,razziati, devastati dalla ricerca del profitto adogni costo, dall'incultura e dall'ignoranza, daitraffici dei poteri criminali, dalla speculazio-ne. Inquinamento, rifiuti, discariche, pesca,edilizia e turismo dissennati: merce anche ilmare, da sfruttare e consumare fino a con-sunzione. E se muoiono le coste, se l'acquaè inquinata, cosa importa? C'è sempre unaltro modo per guadagnare. Il mare diventauna autostrada, un parco giochi, una vetrinaper sfoggio di ricchezza. Chi ama il mare losa: una nazione che potrebbe campare solodi turismo e di natura, ammirata invidiata

sognata in tutto il mondo, da anni scientifica-mente uccide il piccolo diporto, la nauticapopolare, il turismo dolce e leggero -quelloche crea lavoro diffuso, economia locale,cultura del paesaggio e della bellezza, men-tre difende e costruisce identità e cultura.Rimane da un lato il turismo massificato eintruppato dei villaggi turistici e delle meganavi da crociera, con le piscine e gli anima-tori a farci tutti allegri e tutti uguali, e dall'al-tro il lusso delle marine per mega-yacht e iposti barca che costano più di un apparta-mento. L'immagine della Costa Concordiasdraiata davanti al faro rosso dell'Isola delGiglio, dentro al più grande parco marinod'Europa, nel Santuario Pelagos dove anco-ra si trova la foca monaca, è un simbolo diquello che siamo diventati. E anche una indi-cazione forte per tutti, anche per noi. La crisi ci impone di cambiare, ma se pen-siamo di trovare una via di uscita senza rico-minciare a pensare all'ecosistema, al territo-rio, al paesaggio - e dunque anche al mare -come a una priorità politica, economica eculturale rimarremo arenati. Non è un temaper gli addetti ai lavori, non è un tema per gliappassionati. Non è questione da delegareagli ambientalisti, o agli operatori. Fa partedel disegno necessario di un altra società, di

un modo diverso di produrre e di consuma-re, di vivere. Per coincidenza, proprio il gior-no del disastro della Concordia, il ConsiglioNazionale dell'Arci ha approvato la realizza-zione, nel suo programma per il 2012, di uncorso di formazione per formatori Arci dibuone pratiche ecologiche che si terrà all'ini-zio di giugno. Il gruppo di lavoro ‘ambiente,beni comuni e stili di vita’ aveva già deciso ditenere il corso su un’isola italiana, in mododa iniziare anche dentro l'Arci un discorsosul mare e sulle pratiche associative che alladifesa del mare potremmo, in tanti nostri ter-ritori, pensare e promuovere. A fine febbraio, a seconda dei soggetti pub-blici e privati che ci aiuteranno a sostenerlo,identificheremo la sede del seminario e ini-zieremo a prepararne il programma e la par-tecipazione. Tre saranno gli ambiti di lavorosu cui lavoreremo, per saper meglio trasfor-mare i contenuti di una società sostenibile inpratiche concrete per i circoli dell'Arci, per isoci, per i cittadini: acqua cibo ed energia,viaggio turismo e cultura, e naturalmente ilmare. Confidando che ciò ci aiuti a saper meglioriconquistare spazio pubblico, difendere benicomuni e affermare democrazia.Info: [email protected]

Nessun cambiamento è possibile senza ricominciarea pensare all’ecosistema, al territorio, al paesaggio

Servono politiche efficaci di protezione ecologica del mare

arci

n. 2 17 gennaio 2012

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Tra le raccomandazioni espresse dalComitato CEDAW quella di intraprendereazioni concrete al fine di accrescere laconoscenza della Convenzione e delProtocollo opzionale a livello nazionale,regionale, provinciale e municipale, e inparticolare tra i magistrati, gli operatorilegali, i partiti politici, il Parlamento, i fun-zionari governativi e l'opinione pubblicaaffinché la Convenzione diventi davverouno strumento utile e utilizzabile per pro-muovere l'uguaglianza tra uomo e donna. Adempiere a quanto è previsto nellaConvenzione solo a livello legislativo, nonprevedendo una reale applicazione e dif-fusione della Convenzione stessa signifi-ca negare alle persone la possibilità di farvalere i propri diritti e impedire uno svi-luppo del Paese più equilibrato. Come sottolineato da Violeta Neubauer -Membro Comitato ONU CEDAW, presen-te oggi alla presentazione del rapportoombra - le donne non sono un problema,semmai una risorsa: per questo la scorsaestate il Comitato ha espresso preoccu-pazione per il fatto che la Convenzione ele raccomandazioni del Comitato non

erano state tradotte in italiano e sufficien-temente diffuse tra le amministrazionilocali, la società civile e le donne stesse. Il fatto che la Convenzione non abbiaricevuto lo stesso grado di visibilità e diimportanza riservato agli strumenti giuri-dici regionali, in particolare alle DirettiveUE, non essendo quindi usata come stru-mento giuridico per le misure volte all'eli-minazione della discriminazione nei con-fronti delle donne, è stata giudicato nega-tivamente. Se le istituzioni non attuano lemisure adeguate, e le persone non cono-scono la CEDAW e non ne mettono inpratica le raccomandazioni, le conse-guenze sfavorevoli non ricadono solosulle donne ma su tutta la popolazione.Il Comitato ha richiesto inoltre che l'Italiaassicuri un'ampia partecipazione di tutti iministeri ed enti pubblici nella preparazio-ne del prossimo Rapporto, così come laconsultazione con organizzazioni di don-ne e organizzazioni per i diritti umani. Il prossimo esame dell'implementazionedella CEDAW da parte del governo italia-no avverrà a luglio 2015.Info: [email protected]

internazionali

arcireport

L a sala Mappamondo di PalazzoMontecitorio questa mattina era gremi-ta di donne, soprattutto, ma c'era

anche qualche uomo. Bassa l'affluenza digiornalisti, ma si sa, il tema dei diritti delledonne attira maggiormente l'attenzione deimedia quando può essere trattato dall'angola-zione della cronaca nera, quando per l'enne-sima volta la donna diventa tra le righe vittimadebole del fidanzato in preda alla follia. Che difolle il gesto non abbia nulla, perché conse-guenza di una cultura machista, violenta epatriarcale, non importa. L'importante è checon l'inchiostro si perpetui lo stereotipo deiruoli. Peccato la bassa affluenza dei giornali-sti dunque, perché alla sala Mappamondooggi avrebbero potuto sapere, con dati allamano, di chi è in parte la responsabilità delle

tante discriminazioni a cui vanno incontro ledonne italiane nella loro vita, a cominciaredagli stereotipi di genere. La PiattaformaLavori in corsa: 30 anni CEDAW, di cui faparte ARCS, ha infatti presentato pubblica-mente la sintesi del Rapporto Ombra CEDAW(Convenzione Onu per l'eliminazione di ogniforma di discriminazione nei confronti delledonne), sottoposto lo scorso luglio alComitato CEDAW, e le raccomandazioni chelo stesso Comitato CEDAW ha rivolto all'Italia,accogliendo molti dei rilievi e preoccupazionidella Piattaforma. Così, il Comitato ha eviden-ziato preoccupazione per la rappresentazionedella donna come oggetto sessuale e per glistereotipi sul ruolo della donna e dell'uomonella famiglia e nella società. Resposabili diciò sono certamente tanti, dai mass mediaalla classe politica, che perpetuano, invece didebellare, la cultura della disuguaglianza digenere. Per questo appare necessario,secondo il Comitato, mettere in atto una poli-tica completa contro gli stereotipi, che includamisure legali, amministrative e di sensibilizza-zione e che coinvolga i pubblici funzionari el'intera popolazione. Come non affrontare poiil problema della violenza sulle donne, tra le

prime cause di morte in Italia come nel restodel mondo? Un tema davvero complesso,che tocca tanti aspetti, tra cui la necessità diavere un'appropriata raccolta dati sulle varieforme di violenza, di assicurare particolareprotezione alle donne Rom e Sinte, le migran-ti, le anziane e le donne con disabilità, cosìcome di garantire rifugi sicuri e ben finanziatisu tutto il territorio nazionale: a tal proposito laPiattaforma Lavori in Corsa ha evidenziatocome nelle case rifugio dovrebbero esserci5700 posti letto. Quanti sono invece in tutto?500. Impossibile non parlare della scandalosamancanza di rappresentanza femminile neiruoli di leadership negli organismi pubblici eprivati, per cui si suggerisce, tra le altre misu-re, la possibilità di adottare le quote di genere.Per quel che riguarda la situazione delladonna nel mercato del lavoro si chiede alGoverno di agire abolendo le dimissioni inbianco, di assicurare forme di conciliazionevita-lavoro. Davvero così tanti e puntuali i rilie-vi e i suggerimenti del Comitato CEDAW edella Piattaforma che vale la pena di appro-fondire per non rischiare banalizzazioni. Quiun link per ulteriori informazioni.Info: lavorincorsa30annicedaw.blogspot.com

Uguaglianza di genere in Italia? I lavori sonoancora in ‘corsa’

Ampia diffusione alla Convenzione! I meccanismi dimonitoraggio CedawLa Convenzione per l'eliminazione di ogniforma di discriminazione contro le donne(CEDAW) è stata adottata dall'AssembleaGenerale dell'ONU nel 1979 e ratificatadall'Italia nel 1985. Gli Stati che ratificano laConvenzione si impegnano a adottare misureadeguate per garantire uguaglianza e pariopportunità a donne e uomini. Ogni 4 anni gliStati devono presentare un rapporto governa-tivo sull'implementazione della Convenzione.La società civile può contemporaneamenteredigere un proprio Rapporto Ombra per pre-sentare la propria analisi sulla condizione delledonne nel proprio Paese. Il Comitato CEDAWmonitora lo stato di attuazione della Conven-zione e esamina i rapporti governativo eombra formulando infine proprie raccomanda-zioni che lo Stato deve mettere in atto, dando-ne conto negli anni successivi attraverso unnuovo rapporto. Lo scorso 11 luglio presso leNazioni Unite è stato esaminatoli 6° rapportoperiodico del governo italiano e diversi rappor-ti ombra presentati dalla società civile. Il 31agosto il Comitato CEDAW ha pubblicato lesue valutazioni sull'impegno del governo italia-no accogliendo alcune delle preoccupazioniespresse dalla Piattaforma CEDAW.

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n. 2 17 gennaio 2012

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La denuncia di Asc: ‘Con un F35 in meno, 35milagiovani potrebbero partecipare al servizio civile’

arci

n. 2 17 gennaio 2012

Ci sono volute tre manovre nel 2011per un totale di 81,2 miliardi di europer rompere il tabù sui media delle

spese militari. La questione sollevata peranni da poche associazioni e singoli parla-mentari meritori adesso è diventata di rile-vanza nazionale e le prime risposte dallaDifesa non sono incoraggianti. Si pensi checon un solo F35 in meno, che costa sempredi più, 35mila giovani potrebbero ogni annopartecipare al Servizio civile nazionale. UnSCN che lega le capacità pratiche alla for-mazione alla pace e alla solidarietà.Un'esperienza però agli sgoccioli dopo gliultimi tagli del Governo Berlusconi.Confidiamo che il nuovo Governo invertiràquesta tendenza.Come organizzazioni sociali operanti per lapace e la cittadinanza attiva, il nostro contri-buto alla mobilitazione per un nuovo modo didifendere il nostro Paese parte dal cuoredella nostra esperienza trentennale. Le persone, civili o militari, sono la principalericchezza di ogni organizzazione e quindirispetto alle scelte fatte fino ad oggi di firma-re contratti per armi costosissime (e alcune,a giudizio di molti, anche incostituzionali) eseminare illusioni e frustrazioni fra i giovani

militari volontari e loro famiglie il disaccordoè netto. Anche nelle Forze Armate serve unapolitica attiva di organizzazione aziendaledel personale tagliando ruoli e funzionisopravvissute alla riforma del 2000. Ma sonole finalità della riforma che ci stanno a cuoree ne segnaliamo due. La prima riguarda lacostruzione della pace, che per la nostraCostituzione è l'obiettivo anche per l'impiegodelle Forze Armate. Impiego che ha limitiintrinseci e fallisce se non combinato e inte-grato con la costruzione della società civile,dell'infrastruttura statuale, della rete econo-mica, se si vuole davvero che gli interventiarmati siano una parte della costruzionedelle condizioni di pace. Chiediamo che ildibattito sulla riforma della componente mili-tare della difesa trovi la sede istituzionaledove il mondo del non profit - a cominciaredalla ONG - delle amministrazioni pubblichee delle imprese private si confrontino conquelle militari e diano risposte adeguate,motivate in modo trasparente e integrate allecaratteristiche presenti e future della sicurez-za. La seconda riguarda l'Europa. Dopo ilsalvataggio dell'euro, la difesa sarà il nodosuccessivo e se è chiaro a tutti che piùEuropa significa anche difesa europea chie-

diamo che, dando seguito a documenti uffi-ciali già approvati, essa si fondi su una com-ponente civile e su una militare. Questo sem-bra essere a giudizio di molti esperti il solomodo di coniugare risparmi ed efficienzaduratura. Anche per questo il programmadegli F35 (concorrenziale alla difesa euro-pea) va abbandonato, non congelato. Inquesto quadro avrebbe rinnovato orizzonteanche la riforma culturale e legislativa delServizio Civile Nazionale nel quarantesimoanno dalla approvazione della legge sull'o-biezione di coscienza al servizio militare,avvenuta nel dicembre del 1972, e mentrearriva al dunque la relazione fra ottenimentodella cittadinanza italiana e partecipazioneal SCN con la recente sentenza delTribunale di Milano dopo il ricorso di un gio-vane pakistano a cui era stata rifiutata ladomanda di servizio civile.

Al via il nuovo bando di C'entroanch'io, rivolto alle cooperative

sociali e alle associazioni di volontariato per progetti a favoredella coesione sociale, promosso da Banca Etica e Coop. Adriatica

Info: www.adriatica.e-coop.it

IL BANDO

notizieflash

Un articolo di Licio Palazzini, presidente nazionale di Arci Servizio Civile

La pubblicazione della XIII Relazioneannuale (riferita al 2010) sul controllodelle esportazioni di tecnologia e

attrezzature militari, solleva diversi interro-gativi sull'attendibilità dei dati forniti daigoverni e sull'impegno dell'Unione euro-pea ad operare un controllo efficace delleesportazioni di armamenti. Questo il pare-re di reti e associazioni di molti paesi euro-pei. La Relazione è stata infatti pubblicata insordina, come se si trattasse di una forma-lità burocratica e non invece di un impor-tante documento degno di ampio dibattitopubblico da parte dei governi degli Statimembri e delle istituzioni dell'Unione.Inoltre, otto paesi (tra cui Germania eRegno Unito, due dei principali esportatoridi armamenti al mondo) non hanno fornitodati completi sulle consegne di sistemimilitari, rendendo poco significativo il rap-porto. «Va poi evidenziata - secondo GiorgioBeretta della Rete Disarmo - l'ampia ano-malia dei dati forniti dall'Italia. Mentre la

Relazione ufficiale della Presidenza delConsiglio sulle esportazioni di armamentiitaliani per l'anno 2010 riporta come 'ope-razioni di esportazione effettuate' un valo-re di circa 2.754 milioni di euro, il governoitaliano ha segnalato all'UE esportazionieffettuate per soli 615 milioni di euro. Sitratta di una differenza inspiegabile, vistoche si tratta di consegne già effettuate nel2010 e quindi con armamenti già passati eregistrati dall'Agenzia delle Dogane».Per Francesco Vignarca, coordinatoredella Rete Disarmo, considerate le modifi-che che il Governo si appresta a fare sullalegge 185 del 1990 che regolamenta leesportazioni militari italiane, «è venuto ilmomento di aprire un confronto parlamen-tare e pubblico su tutta la materia cheriguarda direttamente la politica estera e didifesa del nostro paese». L'Europa è ormaidiventata il primo esportatore mondiale diarmi, contribuendo direttamente alla cre-scita dell'instabilità internazionale. Riguardo ai dati forniti, va segnalato che ilvalore totale delle autorizzazioni di espor-

tazione di armi nel 2010 ammontano a31,7 miliardi di euro, una cifra vicina aquella del 2008 che rappresenta uno deivalori più alti dall'attuazione nel 1998 diuna politica comune europea in materia. In particolare, le esportazioni di armi versoi paesi delle economie emergenti e in via disviluppo sono salite a 15,5 miliardi di euro,cioè a poco meno della metà del totale. Se il valore delle esportazioni di armi versoi regimi repressivi del Medio Oriente eNord Africa è sceso rispetto ai livelli recorddel 2009, resta tuttavia molto alto (8,3miliardi di euro).Nel 2012 è prevista una revisione dellanormativa Ue sulle esportazioni di arma-menti. Tale revisione, secondo le associa-zioni e le reti europee che si battono con-tro il commercio delle armi, può essereefficace solo se si basa su informazioniattendibili e complete. Per questo fannoappello ai parlamentari europei perchéchiedano un dibattito sulla Relazioneannuale e un'analisi approfondita dei datiriportati e delle sue carenze.

Un Rapporto incompleto e fatto passare sotto silenzio

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L a Finanza Etica conferma la suacapacità di tenuta e il suo ruolo anti-ciclico in questa gravissima crisi

economica. Banca Popolare Etica, il primoistituto di credito italiano interamente dedi-cato alla Finanza Etica, ha chiuso il 2011registrando - per il terzo anno consecutivo- una crescita a due cifre nei volumi. La raccolta di risparmio ha raggiunto quota717 milioni di euro, pari all'11,7% in piùrispetto al 2010, mentre i crediti erogatisono pari a 540,8 milioni (+ 23,9% sul2010). Cresce anche il capitale socialedella Banca che registra un aumento del14%. «Sono risultati che ci rendono orgo-gliosi - dice il direttore generale di BancaEtica, Mario Crosta - perché in questa fasedi credit crunch e di sofferenza per l'eco-nomia reale, stiamo riuscendo a far cre-scere il nostro sostegno alle impresesociali, grazie anche al numero sempre piùconsistente di risparmiatori che scelgonoBanca Etica. Nel 2011 Banca Etica ha

finanziato iniziative straordinarie checoniugano efficienza e solidarietà e inclu-sione sociale, come ad esempio i primiesperimenti in Italia di Workers Buyout: idipendenti di aziende fallite salvano i loroposti di lavoro costituendosi in cooperativae rilevando la ditta grazie all'investimentodegli ammortizzatori sociali e al nostrofinanziamento». «C'è un'economia sana,che tutela l'ambiente, produce energia dafonti rinnovabili, rispetta i diritti umani,aggrega le persone per la difesa dei benicomuni e la promozione di sviluppo umanoche ha bisogno di credito - aggiunge il pre-sidente di Banca Etica, Ugo Biggeri -Banca Etica permette ai cittadini e impresedi finalizzare il proprio risparmio a soste-gno di queste iniziative. È ora che anche illegislatore incoraggi la validità di questescelte. Chi affida i suoi risparmi a BancaEtica non abbocca agli specchietti per leallodole degli istituti che, a caccia di liqui-dità, promettono alti rendimenti derivanti

da attività speculative a scapito del soste-gno all'economia reale, ma per esempiosceglie certificati di deposito o carte di cre-dito dedicate a specifiche realtà del proprioterritorio o di livello nazionale impegnateper il bene comune. Oggi chi non vuole ali-mentare il circo della speculazione puòdire 'non con i miei soldi'». Per far cresce-re sempre di più la collaborazione in retetra le esperienze di economia civile giàconsolidate nel nostro Paese, Banca Eticalancia in questi giorni un ciclo di laboratori.Il primo appuntamento è per il 27 e 28 gen-naio ad Avola (Siracusa), presso lo straor-dinario Eremo Madonna delle Grazie. Economisti del calibro di Stefano Zamagni,Luigino Bruni e Leonardo Becchetti si con-fronteranno con gli ideatori e i titolari diimprese sociali innovative per individuaretutti i punti di forza e gli ingredienti neces-sari per la crescita di questo nuovo model-lo economico.Info: www.bancaetica.it

economia

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N on regge la tesi che per funzionarela tassa sulle transazioni finanziariedeve essere globale, altrimenti c'è

una fuga di capitali verso i paesi che non laapplicano.Che il governo inglese fosse con-trario alla sua introduzione non è una novità.Ma la materia rischia di diventare terrenopolitico di scontro nell'ambito della più ampiabattaglia su come salvare l'Euro. La tantorichiesta tassa sulla finanza speculativa, ori-ginariamente nota come Tobin Tax, è ormaidiventata il cavallo di battaglia del Presidentefrancese Sarkozy nella sua fronda antiCameron. A parole sembra fare sul serio,addirittura anticipando che nel 2012 laFrancia adotterà la tassa, pur a rischio difarlo da sola. Allo stesso tempo Sarkozypunta sull'alleanza con la cancelliera Merkel,che da tempo sta lavorando per introdurre latassa in Europa, sulla spinta della lobby pro-duttiva tedesca. Ma la Germania sa beneche la questione è il vero red rationem con ilpotere finanziario inglese, che ha ancora lapossibilità di muovere l'affondo finale scom-mettendo sul collasso dell'area Euro. L'ideatedesca è quella di una tassa che regoli irapporti di forza con l'Inghilterra e vieneancora proposta a livello dell'Unione euro-pea. Certamente si potrebbe applicare la

tassa senza problemi e da subito nell'areaEuro. Una volta che anche Monti si è dettod'accordo, le resistenze del governo spa-gnolo potrebbero essere vinte facilmente.Ma così la City di Londra e Cameron laspunterebbero politicamente, ed è quelloche Parigi e Berlino non vogliono. Se poi siguardano i dettagli tecnici della questione,ossia quale tassa attuare e come, regge benpoco l'argomento che per funzionare latassa debba essere globale, pena una fugadi capitali verso i paesi che non la applicano.I mercati finanziari funzionano principalmen-te tramite due gigantesche piattaforme tele-matiche. Anche agendo solamente sullepiazze e gli scambi nell'area Euro e in entra-ta ed uscita da questa si potrebbero intercet-tare molte operazioni dirette sulla City e WallStreet. Analogamente anche un tasso moltobasso funzionerebbe per frenare la specula-zione a brevissimo termine: la società civilevaluta che basterebbe uno 0,05, per altrianche meno. Infatti oggi una gran parte delletransazioni finanziarie sono operate damega-computer che in automatico specula-no in millesimi di secondo con guadagniminimi, ma per una miriade di operazioni emuovendo grandi cifre ogni giorno.Il problema è invece cosa si vuole tassare.

Oltre le transazioni valutarie, ci sarebberotutti i titoli finanziari - azioni e obbligazioni. Erimane da vedere se e come si vorranno tas-sare anche i fatidici prodotti derivati. Oggimolte operazioni speculative avvengono tra-mite questi e definirne il valore non è imme-diato - infatti 'derivano' da un altro prodottofinanziario. Inoltre il 90 per cento di questicontratti è scambiato fuori dei mercati borsi-stici e senza trasparenza.La City di Londra già applica una stamp dutyreserve tax dello 0,5%, all'emissione e alpassaggio nominativo dei soli titoli azionari.E la proposta francese, in realtà, potrebbefermarsi in un primo momento a qualcosa disimile, escludendo obbligazioni e derivati,così ottenendo ben poco contro la specula-zione. In questo modo, anche Cameronpotrebbe dire di sì. In ogni caso, i modelli sviluppati dal governofrancese prevedono che su una stima di 150milioni di milioni di euro totale di tutte letransazioni finanziarie internazionali francesi- azioni, titoli e derivati - anche con un tassomedio dello 0,001 per cento si avrebbero 15miliardi di Euro di gettito. Assumendo a spanne che il mercato italianosia un terzo di quello francese, ogni anno inFinanziaria potremmo avere 5 miliardi diEuro. Forse per questo anche il liberistafinanziario Monti ha detto che appoggerebbela tassa.

Sulla Tobin Tax scoppia in Europa l'ambiguaguerra delle tasse

Banca Etica chiude il 2011 con un aumento significativo deicrediti erogati e del risparmio raccolto

n. 2 17 gennaio 2012

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di Antonio Tricarico, coordinatore Campagna per la riforma della BancaMondiale

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Sono due milioni, in Italia, i giocatori a rischioe 800mila quelli che hanno una vera e pro-pria dipendenza; è di 76 miliardi di euro il fat-turato del mercato legale del gioco nel 2011,10 miliardi quello illegale, 1260 euro pro-capite la spesa per i giochi. 400mila le slot machine in Italia, una ogni150 abitanti, con un primato per la capitale:294 sale e più di 50mila slot machine distri-buite tra Roma e provincia. Questi alcuni deidati che emergono dal dossier di LiberaAzzardopoli, il paese del gioco d'azzardocurato da Daniele Poto e presentato da donLuigi Ciotti, relativo alla diffusione del giocod'azzardo, legale e illegale, in Italia. «Sonoben 41 i clan della mafia che gestiscono igiochi in tutto il paese - afferma Poto - pra-ticamente l'undicesimo concessionario,quello 'occulto' che si affianca ai dieci ufficia-li». Sono tante, svariate e di vera fantasia crimi-nale i modi e le tipologie per ‘fare bingo’.Infiltrazioni delle società di gestione di puntiscommesse, di sale bingo, che si prestanoin modo ‘legale’ ad essere le ‘lavanderie’ perriciclaggio di soldi sporchi; imposizione dinoleggio di apparecchi di videogiochi,

gestione di bische clandestine, toto nero eclandestino; il grande mondo del calcioscommesse, un mercato che da solo valeoltre 2,5 miliardi di euro; la grande giostraintorno alle scommesse delle corse clande-stine dei cavalli e del mondo dell'ippica; salegiochi utilizzate per adescare le persone indifficoltà, bisognose di soldi, che diventanovittime dell'usura; il racket delle slotmachinee, non ultimo, quello dell'acquisto da partedei clan dei biglietti vincenti di Lotto,Superenalotto, Gratta e vinci. Non solonumeri: dietro ci sono storie, fatiche, speran-ze che si trasformano per tanti in una trap-pola psicologica ed economica. A subire leconseguenze della crescente passione delloStato per il gioco sono i cittadini, con costiumani e sociali che di certo superano i gua-dagni in termini monetari per le casse pub-bliche. «Vogliamo sollecitare una risposta datutti a cominciare dalle istituzioni e chiedia-mo un'assunzione di responsabilità da partedelle imprese che gestiscono legalmentequesto business - dice don Ciotti - chiedia-mo leggi giuste e prevenzione. La lotta aquesto fenomeno va fatta in Parlamento». Info: www.libera.it

società

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L a scelta di Libera di individuareGenova come sede per l'edizione2012 della Giornata della Memoria

e dell'Impegno in ricordo delle vittime dellemafie - l'appuntamento è per il 17 marzo -offre a tutti noi una grande opportunità perdare una ferma risposta al dilagare delgioco d'azzardo nella nostra regione, contutte le conseguenze che questo compor-ta in termini sociali oltre che di ordine pub-blico.Il fenomeno Azzardopoli - per usare l'effi-cace titolo del dossier presentato da Liberanei giorni scorsi - riguarda tutta la Liguria incui opera il clan Zaza. Genova e la suaprovincia, però, sembrano essere partico-larmente appetibili, a giudicare - oltre che

dalla diffusione ormai capillare di 'macchi-nette mangiasoldi' - dalla quantità di mini-casinò e punti di raccolta delle scommessegià aperti o per i quali è stata presentatarichiesta.I sintomi di una recrudescenza della micro-ciminalità legata al gioco d'azzardo sonosempre più visibili, tra gli ultimi episodi inordine di tempo c'è quello del locale di slotmachines appena inaugurato e dato allefiamme in Valpolcevera. Episodio che hafatto eco al grido d'allarme che proprio ilpresidente di quel Municipio, GianniCrivello, aveva lanciato attraverso la stam-pa. A preoccupare, però, è anche, se nonsoprattutto, l’enorme diffusione di patologielegate al gioco d’azzardo che interessanoun sempre maggiore numero di cittadine edi cittadini, giovani e meno giovani. In una lettera indirizzata alla Sindaco e alQuestore di Genova, sempre il presidentedel Municipio Valpolcevera si è fatto porta-voce della grande preoccupazione dellacomunità polceverina di fronte al prolifera-re di questi insediamenti, anche se munitidi regolare autorizzazione: «Nel recentepassato ho ricevuto cittadini, genitori, diri-

genti scolastici e tutti mi hanno esternatoun forte disagio e la richiesta di porre unlimite alla diffusione di tali attività».Proprio in questi giorni anche il cardinaleBagnasco ha aggiunto la sua autorevolevoce al coro di chi denuncia il grave peri-colo in atto. Al problema della diffusionedelle macchinette mangiasoldi non sonopurtroppo estranei numerosi circoli dellanostra associazione, e proprio su questofenomeno stiamo riflettendo regionalmen-te, oltre che nazionalmente. La settimanascorsa la presidenza di Arci Liguria hadibattuto sugli strumenti da mettere incampo per disincentivare l'utilizzo deivideopoker nelle basi associative, senzaatteggiamenti moralistici e senza dimenti-care che il problema non è solo ‘nostro’ mapiù in generale del Paese. Infatti il primo‘biscazziere’ d'Italia è proprio lo Stato,attraverso le sue società, tra le altre cosedebitrici verso noi cittadini di oltre 92 miliar-di di euro; uno Stato che in un modo o nel-l'altro, attraverso manovre finanziarie o ilgioco d'azzardo, continua a colpire i suoicittadini più in difficoltà. Info: [email protected]

Fermare la diffusione del gioco d’azzardo

Presentato il dossier di Libera‘Azzardopoli, il paese del gioco d’azzardo’

La speranza non è in vendita«In un mondo d'ingiustizie sempre piùintollerabili, la speranza rischia di diventa-re quasi un lusso, un bene alla portata dipochi. Ma una speranza ‘d'elite’, una spe-ranza che esclude, in realtà è una speran-za falsa. E per fermare questa compraven-dita di speranze di seconda mano bisognatrasformare la denuncia dell'ingiustizia inimpegno per costruire giustizia». Questa la premessa da cui nasce La spe-ranza non è in vendita, l'ultimo libro di donLuigi Ciotti, un lavoro costruito attraverso45 anni di faccia a faccia con le persone, diincontri, di strada fatta a fianco degli ultimi,delle esperienze del Gruppo Abele e diLibera accanto agli ‘ultimi della Terra’, tos-sicodipendenti, migranti, a cui si affiancauna nuova categoria, di nuovi poveri enuovi espropriati dai diritti. Una sorta di decalogo dell’impegno, unapproccio attivo e non lamentoso allo statodi cose esistente, un libro costruito dentrola devastante crisi economica che rischiadi spezzare legami e percorsi collettivi,valori e socialità, un libro che si rivolge «achi ha fede (fiducia) nelle persone, creden-te o laico che sia».

Il 30 gennaio alle 21 pressoVilla Buri si terrà un incontro con lo scrittore Massimo Carlotto sul tema Criminalità organizzata nel nord est: romanzi e realtà

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n. 2 17 gennaio 2012

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Il Cartello ‘Sovraffollamento: che fare’ a confrontocon il ministro Severino sulle carceri italiane

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n. 2 17 gennaio 2012

U na delegazione, composta daStefano Anastasia, Franco Corleo-ne, Ornella Favero, Patrizio Gon-

nella, Franco Uda, in rappresentanza delCartello ‘Sovraffollamento: che fare’ (com-posto dalle organizzazioni A buon diritto,Acli, Antigone, Arci, Beati i costruttori dipace, Conferenza Nazionale del Volon-tariato della Giustizia, Cgil, Coordina-mento dei garanti dei diritti delle personeprivate della libertà personale, Funzionepubblica-Cgil, Forum per il diritto alla salu-te delle persone detenute, Forum droghe,Giuristi democratici, Jesuit Social Network,Ristretti Orizzonti, Unione Camere penaliitaliane, Magistratura democratica, VICvolontari in carcere-Caritas), ha incontratolo scorso 12 gennaio il Ministro dellaGiustizia Paola Severino. Nel corso dell'incontro, lungo e cordiale,sono stati posti all'attenzione del Ministro itemi relativi alle cause che producono ladrammatica condizione di sovraffollamen-to e le proposte del Cartello in materia. È stata in particolare sottolineata la neces-sità di modificare la legge Fini-Giovanardisulle droghe, la ex Cirielli sulla recidiva e laBossi-Fini sull'immigrazione, che più han-no contribuito al flusso in ingresso nelle

carceri, nonché di ridurre l'uso della custo-dia cautelare e di potenziare le misurealternative, vera sfida di civiltà di uno statodi diritto e potente leva nella direzione dellaresponsabilizzazione delle persone. Quanto alle condizioni di vita negli istituti dipena, oggi poco rispettose della dignitàdelle persone detenute e del personaleche vi lavora, il Cartello ha proposto tral'altro di intervenire aumentando le ore deicolloqui, il numero delle telefonate e ingenerale rendere effettive tutte le misure,come ad esempio quella della territorialitàdella pena, che consentano ai detenuti ildiritto all'affettività e una maggior vicinan-za ai propri cari, perché il rafforzamentodei legami famigliari costituisce ancheuna delle poche forme di prevenzione deisuicidi. Attenzione è anche stata posta alla persi-stenza degli Opg, gli ospedali psichiatricigiudiziari, vero vulnus dei diritti umani chevedono ancora oggi 1.421 persone inter-nate e per i quali è stato più volte richiestolo smantellamento. In generale la traspa-renza e la garanzia dei diritti come purel'applicazione del Regolamento penitenzia-rio del 2000 sembrano ancora oggi richie-ste ragionevoli ma non praticate.

Il Ministro, che nel corso dell'incontro eraaccompagnata da Simonetta Matone, ma-gistrato e Vice Capo del Dipartimento del-l'amministrazione penitenziaria, ha apprez-zato le proposte formulate, segnalando lapossibilità che alcune di queste siano rece-pite nel decreto legge sulle carceri in di-scussione al Senato, e ha condiviso la ne-cessità di un confronto permanente con leassociazioni e tutte le altre realtà che sioccupano da anni del carcere e dei dirittidelle persone detenute mettendo a dispo-sizione le loro competenze.

Il 22 gennaio l’iniziativa La corsadi Miguel 2012: una domenica specialeper tutti gli appassionati di podismo,

che potranno cimentarsi sui tradizionali 10 chilometri lungo le sponde del Tevere,

ma anche per mantenere vivo il ricordo di Miguel Sanchez

e per non dimenticare il dramma dei desaparecidos. Sul sito

www.lacorsadimiguel.it è possibileiscriversi per partecipare alla gara

ROMA

notizieflash

Vanda, Valeria, Marco e Mariella:sono i testimonial di Storie - raccon-ti di ordinaria diversità, campagna

nata dall'incontro di Arcigay e Draft Fcb persensibilizzare sul tema della diversità edella serenità di vivere visibilmente l'esseregay o lesbica oggi in Italia. Due mamme,una ragazza lesbica e un professionistagay sono i volti e le voci scelte tra decine diracconti e contributi video sul tema arrivatiad Arcigay nel corso degli ultimi mesi. Dailoro racconti emerge il fil rouge, comune amolte delle storie ricevute, ovvero il mes-saggio che essere omosessuali non signifi-ca essere diversi. Significa, al contrario,avere una vita uguale a molte altre, unavita fatta di famiglia, affetti, lavoro e amici.Significa forse raccogliere una sfida in più:quella di dover in qualche caso dire a granvoce che si è uguali, diversamente uguali.«Il silenzio uccide l'identità sia come madreche come figlio» dice infatti Vanda, unadelle due mamme protagoniste dei video-racconti. O ancora, «la condizione di omo-

sessuale se vissuta in modo tranquillo, cor-retto, non comporta - contrariamente aquello che molti possono sostenere - unlimite o un problema in quella che puòessere la vita professionale»: è Marco aparlare, gay e affermato professionista. C'è poi Valeria, una ragazza lesbica chevive e lavora a Parma e che racconta: «Hofatto finta di niente, mia mamma mi ha ripe-tuto la domanda, Valeria me lo diresti? Sì.Ma lo sei? Ed io: sì». Infine Mariella, unamamma di Roma, racconta cosa significaessere madre di una ragazza che ama leragazze: «Per me mia figlia non è cambia-ta, la amo davvero tanto, soprattutto ades-so, perché so chi è. Essere lesbica, essereomosessuale è un fatto naturale…l'esserenon cambia». «È finalmente una campagna che va diret-tamente al cuore degli eterosessuali e chenarra, fuori dallo stereotipo, la serenità chemolti di noi vivono oggi - spiega PaoloPatanè, presidente nazionale di Arcigay -Sono sicuro che la campagna, che crea

immediata identificazione, risolverà moltidei dubbi di coloro che faticano a confron-tarsi con noi. Di più, aiuterà molti gay elesbiche che hanno ancora il terrore di rac-contarsi a farlo. Sognavamo da tempo dipoter parlare al ventre del paese e di apri-re un canale di dialogo sul web». Gliannunci dei quattro testimonial prendonoforma infatti in una campagna che raffigurai loro volti in primo piano con una fraselasciata incompleta: sulle loro bocche il QRcode per visualizzare - collegandosi al sito- la video testimonianza di ciascuno di loro.Sul sito della Campagna vi è inoltre unospazio per commentare ed inviare le pro-prie video-storie, un modo per alimentarela discussione intorno ai temi più comuniche riguardano il mondo omosessuale, dalcoming out in famiglia agli affetti al lavoro.Uno spazio dove visibilità e partecipazionedanno voce a gay e lesbiche per ascoltaree ascoltarsi e riconoscersi in storie ordina-rie e straordinarie di vita di tutti i giorni.Info: www.diversamenteuguali.org

Arcigay: al via la Campagna nazionale ‘Diversamente uguali’per raccontare una serena quotidianità invisibile

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arcireport

Nasce a Massa il circolo Arci La CasaMatta, spazioin cui ospitare iniziative culturali diverse

arci

n. 2 17 gennaio 2012

Uno stato di coseMARUGGIO (TA) - Al circolo ArciPaisà il 22 gennaio si tiene l’iniziativaUno stato di cose, con la mostra

fotografica a cura di Rumore collettivo,la proiezione alle 19 del documentarioUno stato di cose: ovvero uno stato didiritto di meno di Domenico de Ceglia,alla presenza dell'autore e a seguire lapresentazione del libro La normaleeccezione. Lotte di migranti in Italia, acui partecipa Gianni De Giglio, unodegli autori. Durante l'iniziativa saràpromossa una raccolta fondi per l'assi-stenza legale agli arrestati in seguitoalla rivolta del 1 agosto al Cara di Bari-Palese.Info: www.arcimaruggio.net

Workshop di fotografia socialeBOLOGNA - Parte a gennaio il work-shop di fotografia sociale condotto daGiulio Di Meo, realizzato in collabora-zione con Arci Bologna e il circoloSpazioIndue. L’obiettivo dei fotografi siposerà sull’arcipelago dei circoli Arci,spazi di socialità e di condivisione chehanno radici profonde nel tessuto dellacittà, proponendo quotidianamente atti-vità culturali, di animazione e intratteni-

mento per ogni età e interesse. Il corso,riservato ai soci Arci, avrà come baselogistica la sede del circoloSpazioIndue in vicolo Broglio 1/F.Info: [email protected]

Stato d’ItaliaMATERA - Il tour di presentazione dellibro Stato d’Italia fa tappa a Matera, alcinema comunale di via Vittorio Venetoa partire dalle 17,30 di venerdì 20 gen-naio. L’evento, organizzato dall’ArciBasilicata con il patrocinio del comune,sarà moderato dal direttore de Il quoti-diano della Basilicata Paride Leporace,e, oltre agli autori del libro EmilianoMancuso (fotografo) ed Angela Mauro(giornalista), vedrà la partecipazione diNichi Vendola, presidente di Sel egovernatore della Puglia, Paolo Beni,presidente nazionale dell’Arci e del sin-daco di Matera Salvatore Adduce.Info: [email protected]

La furia dei cervelliVITERBO - Al Biancovolta Spazio Arciil 21 gennaio alle 17 sarà presentatoLa furia dei cervelli. Nato come net-work politico e sociale, nella sua mani-festazione cartacea è un libro che

affronta direttamente e senza media-zioni la questione del momento: è pos-sibile una politica contro la crisi? Nellasua forma virtuale, la furia è unacomunità in divenire che cerca allean-ze e oggi si esprime nelle coalizionidentro strati, classi e ceti sociali, spe-rimentando i linguaggi e la vita del‘Quinto Stato’. Partecipano all’incontroRoberto Ciccarelli e Giuseppe Allegri,autori del libro, Carlo Testini, respon-sabile diritti culturali dell’Arci, EnricoParisio di Aiap Lazio, Angelo Salvi diActa Roma, modera il ricercatoreManuel Anselmi.Info: [email protected]

Teatro allo Spazio 72GROSSETO - Il 22 gennaio alle 18presso Spazio 72 prosegue la rasse-gna teatrale di Libero Circuito organiz-zata da Teatro Studio Arci di Grossetoe circolo Arci Khorakhané, con lo spet-tacolo La curiosa storia di GregorSamsa tratto da La metamorfosi diKafka, a cura della CompagniaProfessionista del Teatro Studio diGrosseto. Lo spettacolo è diretto daMario Fraschetti e interpretato daDaniela Marretti, Luca Pierini, Enrica

Pistolesi e Mirio Tozzini.Info: [email protected]

La festa di Sant’AntonioGIOVINAZZO - Grande attesa anchequest’anno per la secolare celebrazio-ne della festa popolare in onore diSant’Antonio Abate, celebrata domeni-ca 22 gennaio e organizzata dalComune di Giovinazzo, in collaborazio-ne con il circolo Arci Tressett e con l’as-sociazione Panino della nonna. La cittàsarà animata da esibizioni, e celebra-zioni, le Chiese del centro storico reste-ranno aperte e saranno visitabili, il 21gennaio sarà inaugurata la mostra foto-grafica Quattro artisti per quattro ele-menti: fuoco, terra, aria, acqua organiz-zata dall’associazione MagentArt.Info: [email protected]

Musica con i BrigantiCARUGATE (MI) - Il 21 gennaio alle 22presso l’Arci Area una serata con iBriganti per tutti gli amanti delle danzepopolari, delle pizziche, delle tammur-riate e delle tarantelle, per tutti i vecchie nuovi amanti del divertimento, ricor-dando le nostre radiciInfo: www.simmbriganti.it

Notizie Brevi

Il circolo Arci CasaMatta di Massa fondale sue ragioni in radici diverse rispetto aisoci facenti parte del direttivo. Tali

ragioni però, convergono in un obiettivocomune: quello di regalare uno spaziodove sia possibile fondere la cultura neisuoi diversi aspetti.L'esigenza di un modo alternativo di farecultura è all'origine una motivazione perso-nale, (crescere, imparare e divertirsi insie-me ad altri). In un secondo momentodiventa fondamentale aprire questo modo

di pensare e vivere anche ad altri, cheabbiano voglia di approfittare di uno spaziodove sia loro concesso di esprimersi edimparare, obiettivo condiviso da tutti i socifondatori. Rispetto a qualsiasi attività com-merciale, un circolo Arci offre l'occasione aigestori di non doversi sottomettere a quel-le logiche di mercato che compromettonoo, nel peggiore dei casi, eliminano i con-cetti di qualità, rispetto, scambio e condivi-sione tra gli individui. Giancarlo Mottini,Michele Babbini, Manuele Casu e DanielaDe Mattia provengono da esperienze divita diverse, ma che messe insieme pos-sono dare maggiore respiro all'idea dibase. Le proposte culturali e ricreative sideclinano in diverse aree: innanzituttoquella artistica, in cui saranno espostemostre fotografiche, arti pittoriche e plasti-che, laboratori e mini corsi artistici vari,mini stage e performance teatrali per bam-bini e adulti, esibizione di cantanti in ver-sione acustica; ci sarà poi spazio per ini-ziative culturali come presentazioni di libri,cineforum (cui seguiranno dei piccoli dibat-titi sui temi proposti), letture a tema, incon-tri a sfondo storico e politico; l’area educa-

tiva sarà sviluppata con attività di dopo-scuola e aiuto nell’esecuzione dei compiti. Il tutto tenendo presente l’area gastronomi-ca, con degustazioni e cene, con prodottiprevalentemente locali o provenienti dacommercio equo e solidale e da terreniconfiscati alla mafia. Importante per il cir-colo è infatti anche il progetto di educazio-ne al gusto e al mangiar sano.I tempi e le modalità di tali progetti saran-no decisi in base alle risorse e allo spaziodisponibile. Tra i primissimi appuntamentiin programma, il 19 gennaio si esibiràGiuseppe Boy, attore ‘acrobata tra le poe-sie’ (recitandole, cantandole ed altro..). Iltutto è basato sull'improvvisazione, infattimolti testi vengono suggeriti direttamentedal pubblico.Le date delle prossime iniziative sarannocomunicate all'interno della pagina face-book ‘la casamatta’, appositamente creatae tramite mail.Chi fosse interessato ad entrare in contat-to con La CasaMatta per proporre idee, ini-ziative o progetti può scrivere all'indirizzomail indicato di seguito.Info: [email protected]

Prossimi appuntamenti al circoloArci Ribalta: il 18 gennaio per la rassegna Altrevisioni si discute di surrealismo, arte e cinema con laproiezione del film Un chien Andaloudi Louis Bunuel. Il 24 gennaio incontro con Emergency e proiezione di Life in Italy is ok, protagonisti i pazienti dei poliambulatori di Palermo, Marghera e degli ambulatori mobili

VIGNOLA (MO)

notiz

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Il prossimo 25 gennaio si aprirà la settimaedizione della manifestazione internazio-nale di cultura cinematografica Le giorna-

te del cinema del Mediterraneo, organizzatadal C.I.C. Arci Iglesias. Lo scopo principaledella rassegna è quello di essere un puntod'incontro tra i popoli del bacino delMediterraneo, attraverso la proiezione di lun-gometraggi e corti provenienti dalle cinete-che nazionali di paesi come Albania, Bosnia-Herzegovina, Francia, Slovenia, Serbia,Spagna, Tunisia, Turchia e, naturalmente,Italia. Le storie raccontate dai film presenti inrassegna costituiscono un viaggio idealeverso paesi vicinissimi a noi delle cui realtà,molto spesso, non si parla a sufficienza. La visione di molti film ci aiuterà a compren-dere meglio gli importanti avvenimenti acca-duti nel corso del 2011 in paesi come Egitto,Tunisia, Libia e Siria ed anche i cambiamen-ti sociali e politici verificatisi in stati a noi piùvicini culturalmente, come, ad esempio, laSpagna. Verrà proposta una riflessione suuna nuova idea di confine - cambiata dallaglobalizzazione - visto come un ingressoideale al quale bussano finalmente tutti gli

esclusi, coloro che la storia e la geografiatengono ai margini da secoli. Ad aprire la manifestazione - che terminerà il15 febbraio - sarà il documentario di FiorellaInfascelli Pugni chiusi, già presentato alla68° Mostra del Cinema di Venezia. Il film rac-conta la difficile esperienza degli operai dellaVinyls di Porto Torres, operai che produce-vano PVC, che ogni giorno si recavanoregolarmente in fabbrica a lavorare e che, ungiorno all'improvviso, si sono ritrovati incassa integrazione senza una motivazionevalida. E per protestare contro tutto ciò, alcu-ni di loro, si sono ‘incarcerati’ nell'ex peniten-ziario dell'Asinara. Il lavoro della regista ciracconta proprio questa esperienza; espe-rienza che fa riflettere sulla drammaticasituazione lavorativa ed economica in cui sitrova attualmente la Sardegna. Tra i tanti filmche saranno proiettati in questi venti giorni dirassegna, va segnalato Venti sigarette diAureliano Amadei, tratto dal romanzo Ventisigarette a Nassirya, scritto dallo stessoAmadei con Francesco Trento. Il film narra lavicenda autobiografica dello scrittore-regi-sta, coinvolto nell'attentato del 12 novembre

2003 contro la base militare italiana diNassirya. Amadei parteciperà in prima per-sona alla rassegna e racconterà al pubblicola drammatica esperienza da lui vissuta. Un altro evento che merita una particolaremenzione sarà la performance dei Sikitikis,gruppo musicale emergente, che, con le lorocomposizioni musicali, accompagneranno leimmagini del film L'uomo con la macchina dapresa di Dziga Vertov, film del 1929 cheriprende per lo più scene di vita quotidianaper le strade di Odessa. Al termine dell'esibi-zione, il gruppo dialogherà con il pubblicosulle tematiche proposte dall'evento. La par-tecipazione ai vari eventi della rassegna ècompletamente gratuita. Info: www.arciiglesias.it

11incircolo

arcireport

A Iglesias dal 25 gennaio al 15 febbraio il Festival‘Le giornate del cinema del Mediterraneo’

Il 18 gennaio a partire dalle 20.30 aperitivo letterario al circolo

Arci Rubik con la presentazione del romanzo Fino alla fine del giorno

di Osvaldo Piliego e a seguire Above the three in concerto

GUAGNANO (LE)

notizieflash

Da gennaio ‘L’Italiache non si vede’Giunta alla terza edizione L’Italia che non sivede, rassegna itinerante di film promossae organizzata dai circoli cinematograficidell’Arci che sarà realizzata, tra gennaio emaggio 2012, in più di venti città, tra le qualiTorino, Firenze, Napoli, Catania, Pisa,Roma, Aosta, Modena, Bari, Iglesias, Rieti,Carpi, Orvieto, Ferrara, Legnago. Si trattadi una rosa di dodici film che raccontano ilPaese reale, con i suoi problemi e i suoi di-sagi, ma anche con la sua voglia di cam-biare e affrontare i probemi dell’immigrazio-ne, della mancanza di lavoro, dell’econo-mia, della mafia. Ogni circolo potrà sceglie-re almeno cinque titoli da proporre nellapropria rassegna, in modo da dare la mas-sima visibilità possibile all’iniziativa e cerca-re di costruire così un circuito di distribuzio-ne diverso da quello commerciale. Gli auto-ri dei film sono disponibili ad essere pre-senti alle proiezioni, a portare la propriatestimonianza e approfondire il tema affron-tato. L’Ucca mette a disposizione gratuita-mente, oltre agli accordi per la circuitazio-ne, i manifesti, le locandine, il catalogo conle schede illustrative per ogni film.Info: [email protected]

Un ricordo del partigiano Guido Carbi, socio onorario di Arci Valle SusaCi sono notizie difficili da ricevere. Ci halasciati sabato notte Guido Carbi. Guido,partigiano combattente della 17^ BrigataGaribaldi, era al Colle del Lys quel terribile2 luglio 1944, quando i nazisti trucidarono26 suoi compagni. Con questa immagineimpressa nella mente Guido ha passato lasua vita in mezzo alla gente, ai giovanisoprattutto, per raccontare, essere testi-mone, per non dimenticare mai e continua-re a resistere. Solo pochi mesi fa davamoconto proprio su queste pagine di un suo'dialogo musicato' con Luca Morino (MauMau), ma dal dividere il palco con Assalti

Frontali e Cisco al confronto con NicolaiLilin, dalla partecipazione al movimento NoTav all'intensa attività nelle scuole, Guidoci ha insegnato, oggi come ieri, il significa-to più profondo di (R)esistenza. Guido, dal 2006 socio onorario di Arci ValleSusa, è stato un amico, oltre che un gran-de esempio, uno di quei compagni di stra-da che il più delle volte, come fanno inmontagna i camminatori più esperti, cihanno guidato a trovare il sentiero giusto.Ciao Guido, forse un giorno potremoincontrarci di nuovo lungo la strada. Info: [email protected]

arci

n. 2 17 gennaio 2012

C’è una nota positiva nell’immane tragediache ha colpito la Liguria: la solidarietà dif-fusa che, come per magia, scatta neimomenti peggiori di una comunità. La magia delle tante braccia, giovani emeno giovani, tante dell’Arci e della ProcivArci, che si sono ritrovate nel fango diMonterosso, di Borghetto Vara, di Genovae di tanti altri posti per aiutare concittadinispesso sconosciuti. Una solidarietà che ha

consentito la raccolta di oltre 20mila euro (idati si riferiscono al 31 dicembre) in favoredei circoli danneggiati dall’alluvione: il cir-colo Arci Pontecarrega, tradizionale ritrovodella Val Bisagno e l’Arci Follo, attivo dal1932 nella realtà spezzina. È possibileancora inviare fondi sul conto correntededicato all’emergenza aperto pressoBanca Etica e intestato ad Arci Liguria:IT16B0501801400000000140234

Raccolti 20mila euro per l’alluvione in Liguria

Azioni solidali / Le notizie di Arcs

C i troviamo costretti ad appellarci aLei per segnalare la necessità dirisposte urgenti per l'emergenza di

un settore dell'editoria rappresentativa delpluralismo dell'informazione. Circa centoaziende non sono infatti in grado di pro-grammare la propria attività, rischiano didover sospendere le pubblicazioni entrogennaio e alcune già l'hanno fatto. Si trattadei giornali gestiti in cooperative di idee, difiloni culturali politici, di minoranze linguisti-che, di comunità italiane all'estero, no profit,per i quali esiste il sostegno previsto dallalegge per le testate non commerciali, ma acui ancora oggi non sono state fornitegaranzie sulle risorse effettivamente dispo-nibili per il 2012. C'è inoltre un'urgenza nel-l'urgenza: la definizione delle pratiche anco-ra aperte per la liquidazione dei contributirelativi al 2010 che riguarda una trentina ditestate. In assenza di atti certi su questi duepunti, è diventato impossibile andare avanti,mancando persino gli elementi per l'acces-so al credito bancario. Già avevamo avan-zato a esponenti del suo Governo richiestedi garanzie per il pluralismo dell'informazio-ne, anche nella fase di transizione verso il

nuovo quadro di interventi previsto dal 2014.Siamo decisamente impegnati a sostenereuna riforma. Con il Sottosegretario Malinco-nico era stato avviato un percorso di valuta-zione delle possibili iniziative. È indispensa-bile riprendere questo dossier al più presto. Il nostro è un vero Sos che riguarda sia leprocedure amministrative in corso, da sbloc-care, sia la dotazione definitiva per l'editoriadurante il 2012. Il Governo ha già preso attodell'insufficienza dello stanziamento previ-sto da precedenti manovre e ha perciò con-diviso una norma, approvata dal Parla-mento, che include l'editoria tra i soggettibeneficiari del cosiddetto 'Fondo Letta' dellaPresidenza del Consiglio per l'integrazionedi questa somma. Riteniamo che il decreto'Proroghe' debba contenere le misure perstabilire l'impegno finanziario dello Statodurante il 2012. Siamo convinti che lasomma da prelevare da tale Fondo debbaessere di almeno 100 milioni di euro, perassicurare alle testate in crisi le condizioniminime di sopravvivenza. Si tratterebbe dioperare in una linea di equità, analogamen-te a quanto già fatto dal Governo per RadioRadicale, verso l'indispensabile costruzione

di un nuovo e più chiaro modello di inter-vento. Condividiamo l'idea che i contributidebbano essere commisurati all'impiego deigiornalisti e all'effettiva diffusione delle testa-te e che sia davvero «impensabile eliminarecompletamente i contributi che sono il lievitodi quella informazione pluralistica che è vita-le per il Paese», come Ella ha recentemen-te dichiarato in sintonia con una risposta cheil Capo dello Stato diede tre mesi fa a unappello dei direttori dei giornali.Grati per l'attenzione, vogliamo aver fiduciache una tempestiva risposta eviti la chiusu-ra di molte testate e la perdita di migliaia diposti di lavoro. Se i nostri cento giornalidovessero chiudere nessuna riforma dell'e-ditoria avrebbe, ovviamente, più senso.Fnsi, Comitato per la Libertà d'informazione,Sindacati dei lavoratori, Associazioni diCooperative del settore, giornali di idee, noprofit, degli italiani all'estero, delle minoran-ze linguistiche, Articolo21.

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arcireport

Appello a Monti per salvare il pluralismo nell’informazione

Hanno collaborato a questo numeroChiara Bannella, Raffaella Bolini, Stefano Carmassi, Silvia De Silvestri, Donato Di Sanzo, Walter Massa, Federico Mei,Corrado Oddi, Licio Palazzini, Paola Scarnati,Lorenzo Siviero, Roberta Tocco, Antonio Tricarico

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 2 17 gennaio 2012

Focus sulla violenza contro le donneDal 15 al 26 gennaio sarà in visita in ItaliaRashida Manjoo, Special Rapporteur ONUsulla violenza contro le donne.Una visita molto importante in quanto forni-rà al Consiglio ONU per i Diritti Umani datirelativi alle politiche e ai programmi adottatidall'Italia per contrastare la violenza digenere. Il mandato della Special Rapporteursulla violenza contro le donne include la vio-lenza domestica, all'interno della società, laviolenza perpetrata o tollerata dallo Stato equella contro le rifugiate, le richiedenti asiloe le donne migranti.La Special Rapporteur incontrerà a Roma,Milano, Bologna e Napoli non solo esponen-ti del governo ma anche rappresentanti dellasocietà civile che si occupano dei diritti delledonne e del contrasto alla violenza.La Rapporteur visiterà, tra gli altri, centri didetenzione e vittime di violenza ed esami-nerà la situazione delle donne migranti rome sinti.Infine il 26 gennaio alle 13, presso la SocietàItaliana per l'Organizzazione Internazionale(SIOI) a Roma, si terrà una conferenzastampa sui primi risultati della visita. Le con-clusioni e le raccomandazioni finali saranno

invece presentate alla ventesima sessionedel Consiglio per i diritti umani del prossimogiugno.Info: www.ohchr.org

Oltre la crescitaLibertà e Giustizia (circolo di Roma) e LaRete Internazionale delle Donne per laPace, di cui Arcs fa parte, promuovono laScuola di formazione Oltre la Crescita.Una scuola su questo tema serve perchéuna società democratica non può durarebasandosi sulla crescita economica illimitatacome obiettivo.Bisogna capire e valutare che le nostre esi-stenze quotidiane premono sull'ambienteglobale e che non è possibile ignorare quan-to le nostre scelte incidono sulla vita di altrepersone e su altre economie, società e risor-se. Con l'aiuto di docenti, associazioni,esperti, persone del mondo dell'informazio-ne e con una prospettiva di genere, alla finedel percorso formativo verrà redatto dai edalle partecipanti un appello rivolto alle isti-tuzioni locali e ai media per creare un nuovomodello di benessere. La Scuola inizierà il27 gennaio.Info: [email protected]

www.arciculturaesviluppo.it - [email protected]

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arcireport

DICHIARAZIONE DI MISSIONE

SIAMO una grande asso-ciazione popolare: cin-quemila circoli, più di unmilione di soci. Donne euomini che hanno libera-mente scelto di impegnar-si per promuovere eman-cipazione attraverso l'au-torganizzazione e la parte-cipazione.Siamo eredi di un'anticatradizione mutualistica edi una lunga storia asso-ciativa, quella dei movi-menti popolari che hannocontribuito a costruire econsolidare la democraziaitaliana fondata sullaCostituzione.

CREDIAMO nella libertàe nella dignità di ogniessere umano, nell'ugua-glianza dei diritti e nellagiustizia sociale, nelrispetto delle differenze,nei diritti della Terra, nellaconvivenza e nell'uguaglianza fra i popoli.Crediamo nel valore della conoscenza e delleculture, nella libertà di pensiero e di espressio-ne.Crediamo in una società nonviolenta, acco-gliente e solidale, laica e pluralista, capace direalizzare convivenza e coesione sociale.Crediamo che sia possibile assicurare a tutti etutte benessere, distribuire in modo equo le

risorse, vincolare l'econo-mia al rispetto dei benicomuni, dell'ambiente, deidiritti sociali e del lavoro.

I NOSTRI CIRCOLI ope-rano per l'animazionesociale e culturale dellecomunità locali, immersinei mutamenti che leattraversano; sono unlaboratorio di idee e dipratiche per il cambia-mento. Promuovono ricreazionee cultura, buona socialità,qualità delle relazioniumane e degli stili di vita,cultura e pratica dei diritti,responsabilità e cittadi-nanza attiva.

FACCIAMO ASSOCIA-ZIONISMO per promuo-vere e favorire l'azione col-lettiva dei cittadini nell'in-teresse generale.

Operiamo per promuovere il diritto al liberoassociazionismo, il volontariato, lo sviluppo delterzo settore e dell'economia civile, la sussidia-rietà e la piena realizzazione della democraziapartecipativa.Abbiamo fiducia nelle persone, nella lorocapacità di contribuire a un futuro migliore,dove non ci sia più spazio per l'ingiustizia di cuioggi è pieno il mondo.

arci

n. 2 17 gennaio 2012

Entro il 2012

l’associazione si doterà di una

Carta dei principi

e delle buone pratiche

dei Circoli Arci.

Nei prossimi mesi

la bozza elaborata

dalla Presidenza

sarà sottoposta

ad un’ampia consultazione

delle strutture territoriali.

Pubblichiamo intanto la

Dichiarazione di missione

che della Carta

costituisce la premessa

e che il Consiglio Nazionale

ha definitivamente

approvato

nell’ottobre scorso