8
Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me) Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XII - numero 1 - 11 gennaio 2010 “Nozze con i fichi secchi”

Polizia Penitenziaria Domani

Embed Size (px)

DESCRIPTION

n. 1 del 11 genaio 2010

Citation preview

Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)

Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XII - numero 1 - 11 gennaio 2010

“Nozze con i fichi secchi”

2 Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

in primain prima

[email protected]

di

LeoBeneduci

“Nozze con i fichi secchi”Era diventata una barzelletta la

presentazione al Consiglio dei

Ministri del Piano Carceri. Slitta-

menti, annunci, novità, passi indie-

tro, rivelazioni a sorpresa e tanto,

tanto silenzio. Il 2010 appena arri-

vato porta in dote il “passaggio” al

Consiglio dei Ministri dei “4 pilastri”

del Ministro Angelino Alfano che è

riuscito ad adottare delle misure

evitando il ricorso a nuovi indulti o

amnistie.

Primo pilastro - Stato di emergenza

fino al dicembre del 2010, tempo

durante il quale al capo del Dap

Franco Ionta saranno dati poteri di

commissario delegato (alla stregua

di Guido Bertolaso nel dopo terre-

moto dell'Aquila) affinché possa

realizzare da subito 47 nuovi padi-

glioni nelle vecchie carceri. Per

questi padiglioni, verranno utilizza-

te le ricorse provenienti dalla

Finanziaria (500 milioni di euro) e

dal bilancio del dicastero di via Are-

nula (100 milioni).

Secondo pilastro - Realizzazione

(tra il 2011 ed il 2012) di altre car-

ceri tradizionali e 'flessibilì, sempre

sul modello dell'Aquila, facendo

ricorso al bilancio statale o a finan-

ziamenti provenienti dai privati. In

questo modo si arriverà, entro il

2012, a 21.749 posti in più, portan-

do la capienza delle carceri a 80

mila posti.

Terzo pilastro - 'norme di accompa-

gnamento'' per alleggerire il peso

del sovraffollamento: un ddl 'ad

hoc' di due articoli prevede che i

detenuti con pene residue inferiori

ad un anno potranno andare ai

domiciliari, e introduce la cosiddet-

ta 'messa alla prova', vale a dire la

norma che un anno fa il Guadasigil-

li aveva portato in Cdm ma che

aveva avuto un altolà da parte di

Lega ed ex An. In base a questa

nuova norma che ora passerà

all'esame del Parlamento, alle per-

sone imputabili per reati fino a tre

anni sarà sospeso il processo e

verrà concessa la possibilità di

svolgere lavori di pubblica utilità

per riabilitarsi.

Quarto pilastro - il governo ha

deciso di aumentare gli organici

della polizia penitenziaria di 2 mila

nuove unità.

A prima vista ed ai non addetti ai

lavori questa misura potrebbe far

sembrare il Ministro Angelino Alfa-

no come il Guardasigilli che negli

ultimi 15 anni ha dato di più alla

Polizia Penitenziaria ed al carcere,

ma dopo un'analisi attenta si può

essere certi che queste misure

siano nulle in risposta ad un'emer-

genza che che monta di mese in

mese, di settimana in settimana, di

giorno in giorno. Quarantasette

padiglioni entro il 2010 per 9.650

detenuti in piu' che potrebbero tran-

quillamente diventare, alle attuali

condizioni, 15mila, stanno a signifi-

care l'esigenza di almeno 7 mila

unita' di polizia penitenziaria in piu'

e non le 2 mila approvate in Consi-

glio dei ministri. E' la carenza di

personale di polizia penitenziaria

che determina la violenza, i suicidi,

le condizioni di disagio manifestate

e certificate negli ultimi mesi, non

certamente e solamente la man-

canza di spazio. Se poi i posti-dete-

nuti entro il 2012 devono diventare

21.749 i poliziotti penitenziari

dovrebbero essere almeno 10 mila

in piu'. Anche questa volta il Gover-

no tenta di fare le “nozze con i fichi

secchi”. E la Polizia Penitenziaria

aspetta ancora una riforma seria

che attende da anni.

Dopo un'analisi attenta si puòessere certi che le misure delPiano Carceri siano nulle in

risposta ad un'emergenza cheche monta di mese in mese

3Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

BLOCK NOTESAppunti dal ‘pianeta Giustizia’

Chiudere i tribunali di provincia,per una piu' efficace amministrazionedella giustizia. Lo chiede l'on. Lucia-no Violante al Pdl e al Pd. ''In Italiaabbiamo 146 tribunali, molti piu' dellaFrancia, e spendiamo piu' della Fran-cia - ha riferito Violante a Cortinain-contra -. Di questi 146, piu' dellameta' non hanno un numero di giudi-ci adeguato per funzionare, hanno unnumero di giudici inferiore o pari a 15.Ora se Pdl e Pd votassero una leggeper cui i tribunali sono collocati sol-tanto nelle citta' capoluogo di provin-cia - ha sottolineato Violante -, lagente si renderebbe conto che e'meglio avere un servizio migliore,ancorche' piu' lontano da casa piutto-sto che un servizio pessimo sottocasa. In questo modo noi arriveremoa 120 tribunali, recupereremmo can-cellieri e magistrati, potremmo dareun servizio migliore''. Il rapporto 2008stilato dalla Banca d’Italia indica ildistretto della Corte d’Appello diSalerno come maglia nera della len-tezza processuale, facendo emerge-re le contraddizioni che, da anni eanni, riempiono le relazioni che clas-se forense e magistrati leggono inoccasione della tradizionale cerimo-nia di inaugurazione dell’anno giudi-ziario. Carichi di lavoro eccessivi per unnumero esiguo di magistrati e di per-sonale amministrativo e di cancelle-ria, dimostrati con i numeri dallaBanca d’Italia. Perché, se la medianazionale conta 2693 procedimenticivili per ogni magistrato, a Salerno siarriva a 3907, superando di granlunga il distretto napoletano che, al

ANNO XII - n. 1 Lunedì 11 gennaio 2010

Direttore Responsabile Leo Beneduci

Direttore Editoriale Domenico Nicotra

Vice Direttore Domenico Mastrulli

Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano Gennaro Ricci

Direttore Organizzativo Luca Cruciani

Coordinamento Redazionale Alfio Grasso

Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo

Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia

Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P.

Questo periodico è associato

all’Unione Stampa Periodica Italiana

Registrazione Tribunale di Roma n. 103/99. Spedizione in a.p. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)

DISTRIBUZIONE GRATUITA

www.poliziadomani.it - [email protected] - [email protected] - [email protected]

PROPOSTE - Luciano Violante lancia una proposta bipartisan per razionalizzare il sistema Giustizia

[email protected]

di

DomenicoNicotra

No ai Tribunali di provincia

contrario, si mantiene, con i suoi2486 procedimenti, addirittura al disotto della media nazionale. La con-traddizione emerge maggiormentese si paragonano le piante organichedella magistratura in forza a Salernocon quelle relative ai colleghi parte-nopei. A Salerno ci sono 4,5 magi-strati per ogni 100mila abitanti, aNapoli ce ne sono 6,8. La pianta organica più carente èquella del Tribunale di Vallo dellaLucania, con un tasso di coperturache raggiunge a mala pena il 58%.La situazione non migliora negli uffici

amministrativi: Napoli, con il suo32,5% di personale giudiziario, supe-ra di un punto in percentuale Saler-no, che si ferma al 31,5. Tutto ciòaffatica inevitabilmente la macchinagiudiziaria, che diventa lenta e farra-ginosa e si trascina dietro cause civi-li che possono durare anche diecianni. Un procedimento di cognizioneordinaria, nel distretto della Corted’Appello di Salerno, dura in media1259 giorni. In quella di Napoli basta-no, invece, 1075 giorni per arrivarealla sentenza di primo grado. Lamedia nazionale, invece, si ferma a

985 giorni. Anche le cause in materiadi lavoro, previdenza e assistenza,che godono per legge di tempi piùbrevi, impiegano 1072 giorni, e 211giorni in più rispetto alla media nazio-nale, per dare alla luce un provvedi-mento di primo grado. NeancheNapoli ha mai toccato cifre del gene-re: nel capoluogo campano i procedi-menti speciali durano anche 806giorni. Inoltre, in ogni singolo tribuna-le di Corte d’Appello, i procedimentiesecutivi immobiliari durano almeno1858 giorni, quelli mobiliari 485 giornie, infine, quelli speciali 138.

4 Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

CIFRE - L’Amministrazione presenta i nuovi dati del 2010 che non coincidono con i ‘vecchi’ del 2009

Continua la guerra dei numeriIl numero di 63.945 detenuti pre-

senti nelle carceri italiane, secondo

l’Amministrazione penitenziaria

(rilevazione del 3 gennaio) e pari a

circa 1.500 detenuti in meno che a

fine 2009, non convince assoluta-

mente anche tenendo conto della

ferialità di alcune aule di giustizia e

dei permessi in fruizione da parte di

alcuni detenuti per le festività nata-

lizie. Non convincono neanche i

dati della capienza massima soste-

nibile pari a 66.540 detenuti ed

aumentata di circa 3.000 nuovi

posti ricavati chissà dove. Altrettan-

to dubbi, inoltre, i dati di alcune

regioni quali, ad esempio, la Tosca-

na che avrebbe 710 posti-detenu-

to in più rispetto ai presenti (4.976

conto 4.266) oppure il Lazio che ne

avrebbe addirittura 1.211 in più

(7.051 conto 5.840). Basta recarsi

in qualsiasi carceri di queste regio-

ni per rendersi conto delle realtà di

disagio e di sofferenza. Archivian-

do un biennio (2008-2009) in cui

l'Amministrazione ha fallito tutti i

piani nel 2010 il Ministro Alfano è

chiamato a fare chiarezza sul futu-

ro di una pubblica amministrazione

a cui sono destinate ingentissime

risorse economiche, a parte quelle

dell’ultima legge finanziaria, pres-

soché a fondo perduto e senza pro-

getti che migliorino le condizioni di

vita nelle carceri ed i risultati in ter-

mini di maggiore sicurezza per la

collettività.

I problemi nelle carceri italiane non

sono legate soltanto al sovraffolla-

mento e del conseguente aumento

dei suicidi e delle aggressioni, ma

anche della completa assenza di

prospettive che ha caratterizzato la

gestione dell'amministrazione da

parte del capo del Dap Franco

Ionta. In quasi due anni è stato pre-

parato un piano carceri irrealizzabi-

le e di fatto già bocciato dal Gover-

no. Nel 2010 bisognerà riorganiz-

zare un sistema penitenziario che,

funzionando su parametri vecchi di

almeno 20 anni, non garantisce più

gli standard di sicurezza e di fun-

zionalità compatibili con l'attuale

popolazione detenuta anche in ter-

mini di pericolosità sociale. Soprat-

tutto occorrera' che le riforme del-

l'amministrazione penitenziaria e

della Polizia penitenziaria siano

inserite nell'agenda delle iniziative

che il governo si propone di assu-

mere.Il Corpo è stanco di essere

oggetto di sospetti ed illazioni per

ogni morte che il carcere genera in

forma oramai endemica, visto che

con organici fermi al 1992, quando

i detenuti erano metà degli attuali,

non si è più in grado di prevenire

alcunché.

5Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

STORIE INCREDIBILI - Dichiarazioni sorprendenti del Direttore Generale dei detenuti e del trattamento

Il nuovo consiglio di Ardita:sorridete sempre ai bambini

Le cifre del 2009 sulle morti in car-

cere, di cui il 40% per suicidio, spa-

ventano non solo per l’alto numero

mai raggiunto nella storia repubbli-

cana ma anche per le cause, quali

e non ultima le difficoltà di assisten-

za e cura nel sistema penitenziario.

I rischi derivanti dall’ammalarsi in

un carcere italiano oggi, grazie al

sovraffollamento, alla promiscuità

ed alla carenza di organico nel Per-

sonale addetto, equivalgono a

quelli di epoche precedenti antibio-

tici e sulfamidici e il 2010 si prepa-

ra ad essere anche peggiore.

Non ci sono progetti dell’attuale

Amministrazione penitenziaria inte-

si a potenziare l’assistenza ed il

controllo delle condizioni di salute

sia fisica che psichica dei ristretti

durante la detenzione. Oggi in car-

cere, a parte il volontariato, tutto è

lasciato alla Polizia Penitenziaria

che, a meno di un progetto riforma

che non conferisca al Corpo la

debita dignità tecnica, non ha certo

competenze mediche e psicologi-

che, né il Personale per farlo e che

già lavora in condizioni di assoluto

disagio.

Si rinnova il sito dell’O.S.A.P.P.

Nuova grafica e più interazioneNuova grafica,nuovi contenuti espazio dedicatoagli interventidegli iscritti. Il sitodell’O.S.A.P.P. si èrinnovato e dall’1gennaio offre aivisitatori uno spa-zio per interveniredirettamente ed intempo reale sullequestioni più spi-nose del Corpo diPolizia Penitenzia-ria.

Lo scorso 5 gennaio a Catania, il 6

gennaio a Rebibbia, a Regina

Coeli, Milano S.Vittore, Milano

Opera e Lecce, c'è stata la conse-

gna di doni ai figli dei detenuti nelle

sale adibite ai colloqui.

Sebastiano Ardita, Direttore gene-

rale dei detenuti e del trattamento,

che ha organizzato l’iniziativa, nelle

dichiarazioni stampa ha affermato:

“è una occasione di distensione

che vuole mostrare il vero volto

della polizia penitenziaria....”.

Il Personale in questa circostanza è

stato sensibilizzato per “operare

con la massima cortesia nei con-

fronti del pubblico” e invitato a rivol-

gersi sempre ai bambini con un

sorriso.

Dopo gli agenti origlioni, il permes-

so di soggiorno che non va richie-

sto ai colloqui e i poliziotti peniten-

ziari che devono compilare le sche-

de dei detenuti, ecco l'ultima uscita

pubblica del Direttore generale dei

detenuti e del trattamento che ci

tiene a mostrare il vero volto dei

Poliziotti Penitenziari, invitandoli a

venir meno alla propria natura “vio-

lenta e cattiva” e ad essere gentili

almeno con i bambini.

In carcere ci si ammala come nel medioevo

6 Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

Straordinari, che confusione!CIRCOLARE - Effetto devastante per le nuove disposizioni del Capo del DAP. E parte subito la polemica

La nuova circolare per gli straordinari ha

creato tanto caos e molte polemiche. Nelle

intenzioni del Capo del Dap probabilmente

c'era l'intenzione di affermare che se si viene

richiamati in servizio il giorno di risposo spet-

tano solo gli 8 euro dell’Indennità (di “com-

pensazione o cambio turno”) e non anche il

pagamento dello straordinario se il turno è di

durata ordinaria.

Pressochè devastante, invece, l’effetto otte-

nuto in poche righe, in quanto il Capo del

Dap abolisce una circolare del 2007 e man-

tiene l’omologa del 2008; tra i paragrafi abo-

liti vi anche quello che stabilisce che il tempo

lavorato nel cambio turno non appartiene al

monte-ore di servizio settimanale cosicché

non essendo neanche straordinario…non

esiste..ovvero se non è né lavoro ordinario

né lavoro straordinario il Collega in servizio

che ci va a fare? Cita l’articolo 10 – 3°

comma dell’Accordo Quadro confondendolo

con il Contratto di cui al D.P.R. 11 settembre

2007 n.170.

Un sindacato della Polizia Penitenziaria il

dicembre ha chiesto via stampa che il Presi-

dente della Repubblica nel discorso di fine

anno citasse la Polizia Penitenziaria. Il 31

dicembre anche il Capo del Dap Franco

Ionta “chiede” via stampa che il Presidente

della Repubblica nel discorso di fine anno

citi la Polizia Penitenziaria.

Il Presidente Napolitano come per magia,

nel suo discorso all'Italia inserisce un pas-

saggio sulle carceri. I dubbi su tutto questo

sono più che legittimi. Il sindacato di Polizia

Penitenziaria “sapeva” che il Capo del Dap

Ionta avrebbe chiesto che il Presidente della

Repubblica parlasse di carcere e del Corpo

e l’ha anticipato?

Il Presidente della Repubblica fa/non fa

quello che quel sindacato di Polizia Peniten-

ziaria e il Capo del Dap gli chiedono?

Ionta sapeva che il Presidente della Repub-

blica avrebbe citato il carcere e la Polizia

Penitenziaria (come lo sapeva quel sindaca-

to) e per non far vedere che l’input era del

sindacato ha fatto partire la sua richiesta il

giorno dopo?

Forse e più probabilmente quel sindacato di

Polizia Penitenziaria e il Capo del Dap,

anche in ordine inverso prima il Capo e poi

il sindacato, “sapevano” e se la sono ven-

duta come meglio potevano, tanto i “gonzi”

sono quelli della Polizia Penitenziaria.

TRUCCHI MEDIATICI

Napolitano inserisce il

carcere nel discorso di

fine anno. Il DAP ed un

sindacato si prendono i

meriti. Ma siamo davvero

così fessi?

7Numero 1 - Anno XII - Lunedì 11 gennaio 2010

zappingzappingNews dal Mondo e dall’Italia

Clandestino compra il biglietto pertornare in patria. Viene arrestato.Il conto lo paga l’Italia tra sette mesi

Un cittadino senegalese di 41 anni dopo aver trascorso 8

anni da clandestino in Italia, aveva deciso di tornare a casa

sua, in Senegal, acquistando di tasca propria un biglietto

aereo. Ma, secondo le leggi dello Stato, potrà tornare in

Patria solo da espulso, fra sette mesi, e per di più a spese

della collettività. Giunto in Italia otto anni fa dal Senegal,

Khadim ha vissuto e lavorato a Napoli senza essere messo

in regola, perché il permesso di soggiorno non lo ha mai

avuto. Non ha mai commesso reati e ha tentato di costruir-

si una vita sociale. Ma nonostante questo, Khadim viene

raggiunto da diversi decreti di espulsione che portano alla

condanna di sette mesi di reclusione, senza che lui ne

abbia mai conoscenza. Quando decide di tornare in Sene-

gal e viene aiutato dagli amici italiani a comprare il biglietto

dell'aereo, è arrestato all'aeroporto di Fiumicino e trasferito

al carcere di Civitavecchia. Qui deve scontare la condanna

a sette mesi per non aver ottemperato ad una espulsione

che, per altro, stava volontariamente eseguendo. In carce-

re Khadim chiede l'espulsione come misura alternativa

(misura prevista per diversi reati con condanna sotto i due

anni) sperando di porre fine a questa sfortunata avventura.

Ma la sua istanza viene respinta dai magistrati sul presup-

posto che, per la "Bossi-Fini", questo tipo di misura alterna-

tiva non può essere concessa a chi non ha ottemperato

all'espulsione..

Niente carcere per Luigi Sarno. il Riesame, non avendo ricevu-

to la documentazione dalla Corte d'assise, ha dichiarato non

valido l'ordine di carcerazione emesso in seguito alla condanna

a 20 anni per l'omicidio di Umberto Improta, imbianchino ucciso

per errore nel novembre 2007 davanti al bar il 'Caffe' del presi-

dente' di San Giorgio a Cremano.

Sarno, 21enne figlio di Carmine e nipote del ras di Ponticelli

Ciro, e' attualmente ai domiciliari per un tentativo di estorsione

con la tecnica del cavallo di ritorno, poi derubricato in furto. Il

23 dicembre scorso era stato arrestato nella sua abitazione di

Via De Meis dai poliziotti del commissariato Ponticelli in esecu-

zione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa

dalla V sezione della Corte d'Assise annullata dal Riesame.

Continuano glierrori giudiziari.Scarcerato LuigiSarno