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Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me) Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XI - numero 13 - 10 agosto 2009 Il nuovo che avanza

Polizia Penitenziaria Domani

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n.13 del 10 agosto 2009

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Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)

Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XI - numero 13 - 10 agosto 2009

Il nuovo che avanza

2 Numero 12 - Anno XI - Lunedì 10 agosto 2009

Rammento il titolo di una nostra

rivista di qualche anno fa: “Il Ritor-

no dei Dapposauri” riferito agli

avvicendamenti possibili al Diparti-

mento dell’Amministrazione peni-

tenziaria a significare, allora, che

non solo non sarebbe avvenuto

nulla di nuovo ma che, addirittura,

personaggi che si pensava aves-

sero fatto il loro tempo sarebbero

tornati ai Vertici degli Uffici del-

l’Amministrazione Centrale.

Di anni ne sono passati diversi ed

ogni volta, soprattutto ad ogni

nuova Legislatura, che ci si è volu-

ti esercitare con possibili previsioni

sul futuro dell’Amministrazione,

immaginando figure che avrebbero

portato innovazione e prospettive,

ci si è sbagliati in maniera clamoro-

sa.

Ovviamente, questo è un discorso

che non riguarda il Capo del

Dipartimento la cui nomina deriva

da vicende più “Alte”, che cambia

ogni volta, in realtà fin troppo spes-

so perchè i poteri che andrà ad

esercitare ne sconsiglierebbero

l’assoluta estraneità al contesto

come pressoché sempre accade,

che, quindi, non riesce a “capire”

veramente il Dipartimento se non

poco prima di andarsene e che,

comunque, proprio a dimostrazio-

ne della atipicità del Palazzo di

Largo Daga, corta o lunga che ne

sia la permanenza, non ne caratte-

rizza mai a sufficienza l’andamen-

to e le scelte.

Peraltro, a scanso di possibili equi-

voci, il senso di questa riflessione

non è l’avventurarci sull’esistente e

sulla critica dei singoli, non voglia-

mo eccepire alcunchè su chi c’è e

su come c’è arrivato, ci interessa

invece ricercare le cause di una

sostanziale assenza di speranza

che sembra caratterizzare il conte-

sto penitenziario e, quindi, andia-

mo a ricordare che:

1)nell’Amministrazione penitenzia-

ria, volendo, non sembra impossi-

bile arrivare a posizioni di Vertice o

comunque ambite, al centro come

in periferia, ciò che appare del tutto

irrealizzabile è che raggiunta una

in primain prima

[email protected]

di

LeoBeneduci

Il nuovo che avanza

Vecchie figure si

aggirano ormai da anni

nei Palazzi del potere

poltrona la si possa successiva-

mente lasciare ad altri. C’è troppa

gente che quello che fa lo fa anche

da 10, 15, 20 e più anni;

2)nell’Amministrazione penitenzia-

ria, quando si parla di cambiamen-

to e di miglioramento nella maggior

parte dei casi si immaginano un

Capo o un Vice Capo del Dap che

al Dap ci sono già stati o, al limite,

il ritorno al potere di figure di altri

tempi, quali e ad es. gli ufficiali del

r.e. degli Agenti di Custodia e che

al potere, direttamente o indiretta-

mente, hanno rinunciato in passa-

to.

Certamente bravi gli uni e gli altri

ma come possono essere alterna-

tivi alla confusione ed al dissesto di

oggi quando non lo sono stati ieri

che potevano?

3)nell’Amministrazione penitenzia-

ria, anche adesso che esisterebbe-

ro strumenti normativi (come quelli

voluti dal Ministro Brunetta) che

consentirebbero di designare ad

incarichi rilevanti quali ad esempio

i Dirigenti Generali nuove Figure,

si preferisce quasi sempre proro-

gare fino al possibile limite l’incari-

co di chi già c’è. Questo, peraltro,

non sembra destare alcun clamore

nei possibili “aspiranti”.

Risulterebbe, quindi, che di nuovo

nell’Amministrazione penitenziaria

ce ne sia ben poco, né ci aiuta a

pensarla diversamente quello che

quotidianamente conosciamo dei

nuovi Dirigenti, in alcuni casi trop-

po simili ai propri, anche naturali,

genitori ed in altri casi interessati

esclusivamente ai nuovi e continui

aumenti stipendiali loro dovuti

anche senza responsabilità.

Né rinveniamo voglia di cambia-

mento, per quanto riguarda la Poli-

zia Penitenziaria, nei nuovi Com-

missari, per la maggior parte così

“succubi” dei vecchi Direttori da

non immaginare che ci possa

essere un futuro, per cui lottare già

da oggi, in cui il Corpo sarà tanto

Grande ed Importante da non

avere più bisogno, se mai bisogno

c’è stato, degli attuali Dirigenti.

Ed è veramente un peccato che

non ci si renda conto che senza

futuro e prospettive, per uno sforzo

che è costantemente rivolto alla

conservazione dell’esistente, il

risultato sarà l’inevitabile morte per

inedia/inerzia dell’Amministrazio-

ne.

La copertina di Polizia Penitenziaria Domani dell’Aprile 2000

3Numero 13 - Anno XI - Lunedì 10 agosto 2009

BLOCK NOTESAppunti dal ‘pianeta Giustizia’

E’ successo! E’ successo dinuovo. I numeri ufficiali dei detenutiitaliani superano di molto i limiti deipenitenziari italiani ed invece di cer-cere soluzioni valide si riparla nuova-mente di indulto. Guarda caso a met-tere in ‘giro’ voci di un nuovo indultoè un’associazione vicina ai detenuti.Questa volta si chiede un nuovoindulto e l’istituzione dell'anagrafedigitale degli istituti di pena. IreneTesta, segretario dell'associazione “ildetenuto ignoto” dice che "i nodi delsovraffollamento delle carceri e delsistema giudiziario intasato sono arri-vati al pettine del ministro Alfano, orache la boccata d'ossigeno del tantobiasimato indulto di due anni fa si e'esaurita e le carceri sono tornate ascoppiare, e fascicolo su fascicoli sicontinuano a impilare sui tavoli deimagistrati".Parlare di misure per ridurre la popo-lazione detenuta e dell'ingorgo giudi-ziario, "nel clima riscaldato ad artedall'aver soffiato sul fuoco dell'emer-genza sicurezza - sottolinea Testa -sembra ora una bestemmia. Inveceun nuovo indulto e' l'unica soluzionead una politica che ha fallito perche'non e' stata capace, dopo l'indulto ditre anni fa, di disporre le riformenecessarie a far si' che le carceri nonsi tornassero ad affollare e rientras-sero nella legalita' costituzionale".Ora, aggiunge il segretario de 'Il dete-nuto ignoto', "e' necessario interveni-re con misure tali da rendere il siste-ma carcerario trasparente": per que-ste ragioni, l'associazione ha elabo-rato un disegno di legge che prevedel'anagrafe digitale degli istituti di

ANNO XI - n. 13 Lunedì 10 agosto 2009

Direttore Responsabile Leo Beneduci

Direttore Editoriale Domenico Nicotra

Vice Direttore Domenico Mastrulli

Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano Gennaro Ricci

Direttore Organizzativo Luca Cruciani

Coordinamento Redazionale Alfio Grasso

Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo

Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia

Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P.

Questo periodico è associato

all’Unione Stampa Periodica Italiana

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www.poliziadomani.it - [email protected] - [email protected] - [email protected]

ASSOCIAZIONI - Un’associazione vicina ai detenuti tenta di riportare l’attenzione su misure sperimentate

[email protected]

di

DomenicoNicotra

E c’è chi riparla di indulto

pena: "ogni detenuto comporta unesborso medio da parte delle finanzepubbliche di circa 300 euro al giorno,piu' di 6 miliardi all'anno per i 59miladetenuti attuali, tutti soldi di cui il citta-dino non potra' mai conoscere neldettaglio l'utilizzo. Avere informazionisui vari istituti di pena non risultaimpresa piu' facile, per la societa' civi-

le, per la stampa e per gli stessigaranti dei detenuti, che entrano invisita in carcere solo come volontaridietro presentazione di relativadomanda. I cittadini italiani si ritrova-no a pagare 'al buio' per avere neifatti un sistema penale che difficil-mente recupera o rieduca i condan-nati, risultando fallimentare proprio in

quegli obiettivi che la Costituzione gliaffida in quanto reale interesse per ilbene pubblico". A noi non tocca com-mentare queste parole. Abbiamosolo riportato una voce non di certo inlinea con il nostro pensiero. Un esercizio di democrazia che èsempre più merce rara in questa Ita-lia.

Direttore e Comandante, l’uno o l’altro

4 Numero 13 - Anno XI - Lunedì 10 agosto 2009

CONGEDI ORDINARI - Interviene l’Amministrazione Penitenziaria per evitare di sovrapporre le due assenze

Dibattiti, contatti, incontri, eventi, notizie anche riservate su quello che

accade nell'Amministrazione penitenziaria e non solo. In più lo scambio

diretto di informazioni con i responsabili nazionali e periferici del sindaca-

to nelle sezioni dedicate (disciplina, trasferimenti, cause di servizio, equo

indennizzo) tutto questo e molto di più è lo strumento che il Consiglio

Nazionale dell'O.S.A.P.P. del 14 luglio ha reso disponibile a tutti gli iscritti.

Il nuovo servizio è raggiungibile attraverso il sito www.osapp.it e diretta-

mente all'indirizzo www.osappbook.it. Ancora su Ob relazioni ed interven-

ti del sindacato in ambito centrale e periferico, la possibilità di interloquire,

commentre ed indirizzare l'azione dell'O.S.A.P.P.

Osappbook, il primo social network per la Polizia Penitenziaria

Sul problema dei congedi ordinari

del direttore e del comandante che

si sovrappongono in tutto o in parte

è intervenuta l'Amministrazione

Penitenziaria. Il Capo del Diparti-

mento indica che “soprattutto negli

istituti in cui non sia presente la

figura del dirigente aggiunto, è

opportuno che le assenze per con-

gedo ordinario di entrambe quelle

figure istituzionali non si sovrap-

pongano fra loro. Questa procedu-

ra seppur convenzionalmente

superata dal nuovo assetto orga-

nizzativo dell'Amministrazione,

appare necessaria perchè, proprio

in questo particolare momento di

gestione degli istituti, rafforza quel

senso di responsabilità richiesto a

tutto il personale dell'Amministra-

zione ed in particolare della Polizia

penitenziaria. Analoghe procedure

dovranno riguardare la concessio-

ne del congedo ordinario anche ai

direttori di area degli stessi Istituti e

degli Uffici dei Provveditorati e del

Dipartimento. Anche in questo

caso è opportuno che durante l'as-

senza del dirigente – che si auspi-

ca contenuta a un periodo che

possa conciliare l'indispensabile

riposo del personale con le attuali

straordinarie esigenze istituzionali –

sia assicurata la presenza di altro

dirigente aggiunto (se previsto e pre-

sente) ovvero di altro personale

qualificato che assicuri continuità

all'efficienza del servizio”.

C’è un progetto pressol’Amministrazione peniten-ziaria per allestire unanuova Cappella per le fun-zioni religiose da realizzarsinel seminterrato del Diparti-mento di Largo Daga. Lefunzioni religiose sono statefino ad oggi celebrate in unlocale vicino all’ex Bar delpiano terra. La spesa per larealizzazione della nuovaCappella a molti è sembrataeccessiva.

Una Cappella al

DAP. Per qualcuno

i soldi dovevano

essere impiegati in

altre urgenze

5Numero 13 - Anno XI - Lunedì 10 agosto 2009

Situazione esplosiva in CampaniaCAOS - Sessanta unità in meno di Personale rispetto alle tabelle ministeriali e carichi di lavoro massacranti

In molti istituti della Campania ci

sono condizioni in cui il Personale

di Polizia Penitenziaria è impiegato

in continuo e quotidiano rischio per

la propria incolumità fisica. Uno di

questi istituti, sicuramente il peg-

giore in ambito campano ed uno

dei peggiori in ambito nazionale è

la Casa Circondariale di S.Maria

Capua Vetere che può essere defi-

nita come un cratere di un vulcano

che può esplodere da un momen-

to all’altro. Collocato nella zona in

cui 'imperversa' uno dei principali

clan camorristici (I “Casalesi”) è

l’istituto dove vengono portati i sog-

getti protagonisti delle iniziative e

dei blitz dell’Autorità Giudiziaria e

delle Forze di Polizia nella provin-

cia di Caserta. Nonostante una

capienza tollerabile di 750 detenuti

(la regolamentare è di 549) ne

sono attualmente presenti 900 di

tipologia assolutamente eteroge-

nea quali 380 A.S. di cui 51 di

sesso femminile ed i restanti alme-

no di Media Sicurezza quali alcuni

nella prima fase di c.d. “collabora-

zione” e 58 classificati “sexoffen-

ders”.

La carenza di Personale, che oggi

è arrivata a non meno di 60 unità

rispetto alle tabelle ministeriali, è

ancora più aggravata dai continui

ingressi in istituto dei soggetti arre-

stati in flagranza di reato e sottopo-

sti a rito per direttissima, dall’ormai

eccessivo numero dei colloqui,

dalle continue traduzioni e trasporti

verso le aule di giustizia e per rico-

veri ospedalieri e dalla presenza

nella struttura di un’aula bunker,

Un no convinto alla convocazione da parte del DAP dalle sigle sindacali

che rappresentano il 70% del Personale del Corpo di Polizia Penitenzia-

ria. In particolare le sigle chiedono di discutere sui provvedimenti di mobi-

lità e di missione riguardanti il Personale di Polizia Penitenziaria, stanti le

recenti ed assai discutibili iniziative assunte dal Dipartimento, e sul Nuovo

Accordo Quadro Nazionale (di recente sottoscritto anche dalla Polizia di

Stato) e FESI 2009.

Convocazione? No,grazie

con continui accessi di personale,

avvocati, addetti e familiari che

devono essere controllati e regi-

strati. Nelle ore serali non esiste

neanche la possibilità per il Perso-

nale di ricevere il cambio per la

consumazione della cena. L’istituto

che pure trova collocazione in un

ambito di così rilevante attualità cri-

minale non dispone di intercinta

muraria né di “sentinelle” ed è

sovrastato a pochissima distanza

da una strada ad alta percorrenza

di autoveicoli. Sono attualmente

8.000 per il 2008 e 17.000 per il

2009 le giornate di congedo di cui

il Personale di Polizia Penitenziaria

deve ancora fruire.

63587 detenuti. I nuovinumeri del D.A.P.fanno pauraSono 63.587 i detenuti nelle carceri italiane. Il dato, aggiornato al 30

luglio scorso, e' fornito dal Dipartimento dell'Amministrazione peni-

tenziaria. I detenuti condannati in via definitiva sono 31.192, mentre

30.436 sono quelli in attesa di giudizio. Gli internati sono invece

1.820.

6 Numero 13 - Anno XI - Luned’ 10 agosto 2009

Per i Provveditori è tutto okINCONTRI - Nonostante il periodo negativo che sta attraversando il Corpo, c’è chi dice che tutto va bene!

L’incontro al Dap tra Provveditori

e Capo dell’Amministrazione Franco

Ionta, il Vice Capo Vicario Emilio di

Somma e i Direttori Generali De Pasca-

lis, Ardita, Ragosa, Culla, Giuliani,

inteso, nella sostanza a conoscere lo

stato e le condizioni degli istituti peni-

tenziari in relazione ai concomitanti

effetti del sovraffollamento e della cre-

scente calura estiva, ha comportato un

risultato: la complessiva e generale ras-

sicurazione di tutti e per tutti che, salvo

alcuni episodi (tali sarebbero anche da

definire quelli ultimissimi di Cuneo,

Poggioreale, Ariano Irpino, Ivrea,

Lucca?) la situazione è essenzialmente

sotto controllo.

Altro che Strasburgo e i risarcimenti ai

detenuti a venire, la Legge Meduri

colpisce ancora. Venti, venticinque, trenta

milioni di Euro o forse di più, tra arretrati ed

interessi legali. Questo quanto i Dirigenti

Penitenziari – Direttori di Istituto penitenzia-

rio (anche se non dirigono) si aspetterebbe-

ro di percepire secondo un meccanismo

nuovamente innescato dalla famigerata

Legge Meduri (Legge 27 luglio 2005, n.

154). Nulla di illegale o di illegittimo, ma chi

si dovesse preoccupare dell’effetto a catena

della condanna al risarcimento dei danni ad

un detenuto bosniaco nei confronti dell’Italia

da parte della Corte di Strasburgo sappia

che non saranno quelle, né tantomeno

saranno somme destinate al miglioramento

delle infrastrutture e dei servizi penitenziari,

ovvero ad incrementare gli organici soprat-

tutto di Polizia Penitenziaria, le prossime

ingentissime spese che l’Erario dovrà sbor-

sare per il funzionamento del Carrozzone

Penitenziario.

FUTURO

Quanti soldi per i Direttori

Novità dalla Legge Meduri

7Numero 13 - Anno XI - Lunedì 10 agosto 2009

zappingzappingNews dal Mondo e dall’Italia

Consiglio Europa: Italiascandalosa su tunisinoespulso

L'Italia torna nel mirino del Consiglio d'Europa. Dopo le critiche sul

'pacchetto sicurezza', questa volta è sotto accusa per aver rimpatria-

to un tunisino condannato per terrorismo malgrado la Corte europea

dei diritti dell'uomo lo avesse esplicitamente vietato, per il rischio che

venisse sottoposto a torture in patria. "E' assolutamente inaccettabi-

le ignorare le ordinanze ad interim della Corte europea dei diritti del-

l'uomo, che sono vincolanti", denunciano in un comunicato la social-

democratica tedesca Herta Daeubler-Gmelin e il popolare cipriota

Christos Pourgourides, rispettivamente presidente della commissio-

ne giuridica dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

(Apce) e relatore sul rispetto delle decisioni della Corte di Strasbur-

go. Il ministero dell'Interno ha dichiarato di aver espulso domenica Ali

Ben Sassi Toumi per motivi di sicurezza nazionale. L'uomo, condan-

nato per l'appartenenza ad una cellula terroristica italiana legata ad

Ansar al-Islam, un gruppo radicale islamista vicino ad al-Qaida, ha

scontato sei anni di reclusione nel carcere di Benevento. Dopo esse-

re stato scarcerato a maggio, aveva chiesto un permesso di soggiorno per

motivi umanitari, e in attesa del completamento della procedura la Corte

europea aveva vietato la sua espulsione. "E' scandaloso che domenica

scorsa una democrazia matura come l'Italia abbia rispedito in Tunisia Ali

Toumi, nel cui caso esiste un rischio imminente di lesioni irreparabili",

accusano Daeubler-Gmelin e Pourgourides. "Tali azioni sono in flagrante

violazione della giurisprudenza della Corte di Strasburgo", aggiungono,

sottolineando che "è la quarta volta dal 2005" che le autorità italiane

hanno ignorato in maniera sfacciata le ordinanze dei giudici europei.

"Questo comportamento intollerabile va condannato immediatamente dal

Consiglio d'Europa. La nostra commissione Giuridica - promettono i due -

dovrà occuparsi del caso". Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione

paneuropea di 47 Paesi che si occupa principalmente della tutela dello

Stato di diritto, e comprende diverse istituzioni tra cui la Corte europea dei

diritti dell'Uomo e l'Apce, in cui siedono parlamentari nazionali. E' basata

a Strasburgo e non ha nulla che vedere con l'Unione europea.

Fanno causa all'Istituto di Verbania, per il mancato pagamento dei servizi sanitari prestati alla casa circondariale, cinque medici del Verbano

Cusio Ossola. I medici sono ricorsi all'avvocato per chiedere i pagamenti che lo Stato deve loro per l'attività svolta. Le visite sono quelle effet-

tuate nel periodo compreso tra agosto e settembre 2008. Il credito maturato va dai due ai quattromila euro. “Un inconveniente in via di risolu-

zione” ha affermato Elena Lombardi Vallauri, direttrice del carcere verbanese. La donna parla di un passaggio di competenze, dal ministero di

Giustizia al servizio sanitario nazionale, che si è trovato a corto di fondi; questi sono stati finalmente stanziati.

Quattro medici fanno causa all’Istituto di Verbania