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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE I l problema dell’opportu- nità di vietare il taglio del- le orecchie e della coda negli animali da compagnia a scopo estetico è conosciuto da tempo, tuttavia, è bastato che la Regione Lombardia proponesse un progetto di legge in proposi- to per far riemergere la discus- sione in tutta la sua contraddit- torietà. Molti colleghi si sono irritati per- ché la categoria non è stata coinvolta dalle autorità politiche regionali in merito a questa de- cisione; tuttavia, come ribadito da una collega da noi intervista- ta in proposito, è un peccato, in- vece, che non siano stati gli stessi veterinari i fautori di un’i- niziativa tanto intelligente e co- raggiosa. Certamente il problema non è solo nostro e dipende anche dallo scarso “peso” politico deri- vato dalla nostra incapacità di essere una categoria unita e consapevole del proprio ruolo nella società e verso gli organi di informazione. Ma il problema del taglio a sco- po estetico delle orecchie, oltre ad essere politico è, a mio avvi- so, anche e soprattutto etico. In effetti, così come ha suggerito un’altra collega, sia pure con le dovute proporzioni, la conchec- tomia si potrebbe paragonare alla questione dell’aborto in me- dicina umana. Per tale ragione sarebbe quindi anacronistico che gli Ordini provinciali vietassero il taglio a scopo estetico se si trattasse di un fatto esclusivamente etico ma, dal momento che questo problema non riguarda solo la coscienza del veterinario, sa- rebbe auspicabile che la FNOVI si impegnasse a stabilire delle regole precise in merito, anche se a forte rischio d’impopola- rità. Veterinaria, dopo una lunga e sofferta gestazione, da rivista trimestrale, si è trasformata in mensile di informazione professionale non solo più legata alle problematiche professionali del mondo degli animali da compagnia, ma è diventata una finestra aperta sulla professione in tutte le sue espressioni. Lo sforzo che la redazione compie per rispettare l’appuntamento mensile è decisamente notevole, visto che la nostra rivista non dispone di impiegati dedicati solo a questo scopo. I risultati comunque sono stati lusinghieri, confermati dalle molte attestazioni di gradimento arrivate da molti Colleghi. Siamo riusciti a produrre una rivista dinamica, graficamente apprezzata, di facile lettura, che ad ogni numero affronta un argomento di attualità, evitando di dare giudizi preconfezionati, bensì coinvolgendo attraverso le interviste dell’ottimo Fabrizio Pancini, voci ed opinioni di settori diversi, con idee Con questo numero della rivista, si chiude il primo anno in cui Professione diametralmente opposte, consentendo al lettore di trarre le proprie deduzioni dopo aver avuto una panoramica completa sull’argomento. La stessa filosofia viene applicata alla rubrica le lettere al Direttore all’interno della quale sono pubblicati tutti gli scritti che giungono in redazione circa le problematiche e le lamentele che il lettore ritiene di rendere pubbliche, senza censura alcuna se non per la forma ed i toni. Si è voluto fare quindi della rivista una tribuna aperta che coinvolga il maggior numero di persone possibili incoraggiando il lettore a diventare parte attiva nella costruzione del giornale. Il bilancio alla fine del primo anno della nuova linea editoriale ci ha dato ragione, i risultati sono stati veramente apprezzabili e ci incoraggiano ad andare avanti sulla strada intrapresa. Ritengo doveroso quindi condividere la personale soddisfazione con tutti i lettori che ci aiutano e ci stimolano a proseguire in questa affascinante avventura che comporta notevoli sacrifici da parte di tutte le persone coinvolte nella realizzazione di ogni numero della rivista. Un grazie particolare va, oltre che al già citato Fabrizio Pancini, a Sabina Pizzamiglio e Antonio Manfredi per l’infaticabile lavoro che svolgono nella costruzione di ogni numero di Professione Veterinaria e a Fulvio Chiodini al quale vengono chieste incredibili acrobazie al fine di fare uscire puntualmente tutti i numeri del giornale. Un grazie infine a tutti coloro ai quali abbiamo chiesto di dedicare tempo ed energie per produrre scritti da pubblicare ed agli amici che quotidianamente ci consigliano al fine di migliorare sempre la rivista. 000 EDIZIONI SCIVAC - Anno 10, numero 12, mensile, dicembre 2000 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona All’esame del Consiglio regionale della Lombardia la legge che vieta il taglio estetico di orecchie e code negli animali Un grande segno di civiltà I veterinari divisi tra liceità e divieto. Perplessità sull’applicabilità del provvedimento e sulla penalizzazione dei trasgressori. Bilanci di fine anno l’editoriale Carlo Scotti (in questo numero:) 1 23 27 Prima Pagina: Vietato il taglio di code e orecchie. Un grande segno di civiltà di Fabrizio Pancini Rubrica Legale: Quando il cliente non paga di M.T. Semeraro L’Opinione: Veterinari e stupefacenti di Oscar Grazioli 10 24 28 L’approfondimento: Osservazioni sul divieto di caudectomia e conchectomia di Claudio Pierantoni Rubrica Fiscale: Collaboratori coordinati e continuativi dal 2001 di Giovanni Stassi Lettere al Direttore: Caro Direttore... di Carlo Scotti 15 25 29 Attualità: L’inseminazione artificiale nel cane di Matteo Spallarossa Attualità: Salute e benessere del cane di razza di Aldo Vezzoni Dalle Associazioni 42° Congresso nazionale SCIVAC a cura della redazione 17 26 30 ANMVI Informa: Primo Convegno Nazionale ANMVI di Daniela Feltrinelli In Rete: Newsgroup: gerarchie e argomenti vari in libertà di Fabrizio Pancini Calendario a cura della redazione Odissea 2001 È facile comprendere come per la generazione che scriveva sulla Oli- vetti 22 con due sole dita - quella che guidava auto che obbligavano alla “doppietta” ma che si potevano aggiustare con del filo di ferro o con un pezzo di nastro adesivo - l’approccio al computer e ad internet sia sta- to difficoltoso e magari prevenuto, sia per motivi anagrafici che culturali. Nonostante alcune preclusioni mentali, questa generazione si sta ade- guando all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione ammettendone le enormi potenzialità ed il grande fascino. Nel 2001 gli italiani collegati in in- ternet saranno 15 milioni - un dato molto importante che deve far riflettere sulla necessità di questo mezzo. Ma sono ancor più significativi questi nu- meri: gli iscritti al Forum SCIVAC sono più di 1000 e il sito SCIVAC, nel 2000, ha superato i 50.000 contatti. Questo significa che anche il mondo veteri- nario si sta avvicinando sempre di più a strumenti che potranno rivoluzio- narlo. Provate a pensare ai vantaggi economici ed organizzativi derivanti dall’utilizzo esclusivo di internet: le comunicazioni congressuali arrivereb- bero a tutti con notevole risparmio sui costi di stampa e di spedizione e so- prattutto senza i ritardi e i disguidi del nostro sistema postale; le informa- zioni sui corsi verrebbero inoltrate a tutti, in tempo reale, senza penalizza- zioni per nessuno, indipendentemente dal luogo di residenza; tutte le pub- blicazioni potrebbero essere realizzate e accessibili in rete, così come gran parte dell’aggiornamento professionale potrebbe essere organizzato per via telematica, evitando il dispendio di tempo e di denaro per i trasferimenti. I colleghi che già usano internet, e sono tanti, hanno già molti vantaggi, po- tendo accedere ai siti informativi delle associazioni di settore e conoscere in anteprima, prima del recapito postale, programmi e proposte; la stessa rivista Professione Veterinaria è pubblicata integralmente al sito dell’ANM- VI. La rete offre inoltre la possibilità di aderire ai diversi Forum di discussio- ne che, al di là di qualche intervento a volte inutile o soltanto polemico, so- no un importante e forse insostituibile momento di aggiornamento scientifi- co e professionale. Certo l’adesione ad un forum - dati i numerosi inter- venti, un po’ di paura a mettersi in gioco e l’occasionale aggressività di al- cuni colleghi- può spaventare ma certamente è una grande opportunità che non si può rifiutare. Non ci si può fermare e non si può permettere che il mondo, il nostro mondo professionale e i nostri colleghi vadano avanti senza qualcuno di noi. Navigare in Internet può essere una vera Odissea. …2001 Odissea nello Spazio, un bellissimo film… 122 di Fabrizio Pancini Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091 email: [email protected] Edizioni Veterinarie E.V. srl Angelo Franceschini MEDICAL SUPPLIES VIA CA’ RICCHI N. 15 40068 SAN LAZZARO DI SAVENA - BO ARREDAMENTO - ANESTESIA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI LABORATORIO - ORTOPEDIA STRUMENTARIO - STERILIZZAZIONE CONSUMO ESCLUSIVE NAZIONALI (sett. VETERINARIO): AESCULAP - BEAR - CADISCOPE - CITIEFFE - EVSCO (Fecalyzer) WELCH ALLYN RIVENDITORI AUTORIZZATI: ACEM rx - KODAK - TYCO PREVENTIVI GRATUITI - LEASING e FINANZIAMENTI DIRETTI PER ORDINI o INFORMAZIONI Tel. 0516270333 - Fax 0516270290 - E-mail: [email protected] ARREDAMENTO - ANESTESIA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI LABORATORIO - ORTOPEDIA STRUMENTARIO - STERILIZZAZIONE CONSUMO

Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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Page 1: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

I l problema dell’opportu-nità di vietare il taglio del-le orecchie e della coda

negli animali da compagnia ascopo estetico è conosciuto datempo, tuttavia, è bastato che laRegione Lombardia proponesseun progetto di legge in proposi-to per far riemergere la discus-sione in tutta la sua contraddit-torietà.Molti colleghi si sono irritati per-ché la categoria non è statacoinvolta dalle autorità politicheregionali in merito a questa de-cisione; tuttavia, come ribaditoda una collega da noi intervista-ta in proposito, è un peccato, in-vece, che non siano stati glistessi veterinari i fautori di un’i-niziativa tanto intelligente e co-raggiosa. Certamente il problema non èsolo nostro e dipende anchedallo scarso “peso” politico deri-vato dalla nostra incapacità diessere una categoria unita econsapevole del proprio ruolonella società e verso gli organidi informazione.Ma il problema del taglio a sco-po estetico delle orecchie, oltread essere politico è, a mio avvi-so, anche e soprattutto etico. Ineffetti, così come ha suggeritoun’altra collega, sia pure con ledovute proporzioni, la conchec-tomia si potrebbe paragonarealla questione dell’aborto in me-dicina umana. Per tale ragione sarebbe quindianacronistico che gli Ordiniprovinciali vietassero il taglio ascopo estetico se si trattasse diun fatto esclusivamente eticoma, dal momento che questoproblema non riguarda solo lacoscienza del veterinario, sa-rebbe auspicabile che la FNOVIsi impegnasse a stabilire delleregole precise in merito, anchese a forte rischio d’impopola-rità.

Veterinaria, dopo una lunga e soffertagestazione, da rivista trimestrale, si ètrasformata in mensile diinformazione professionale non solopiù legata alle problematicheprofessionali del mondo degli animalida compagnia, ma è diventata unafinestra aperta sulla professione intutte le sue espressioni.Lo sforzo che la redazione compieper rispettare l’appuntamentomensile è decisamente notevole,visto che la nostra rivista nondispone di impiegati dedicati solo aquesto scopo.I risultati comunque sono statilusinghieri, confermati dalle molteattestazioni di gradimento arrivate damolti Colleghi.Siamo riusciti a produrre una rivistadinamica, graficamente apprezzata,di facile lettura, che ad ogni numeroaffronta un argomento di attualità,evitando di dare giudizipreconfezionati, bensì coinvolgendoattraverso le interviste dell’ottimoFabrizio Pancini, voci ed opinioni disettori diversi, con idee

Con questo numerodella rivista, si chiude ilprimo anno in cuiProfessione

diametralmente opposte,consentendo al lettore di trarre leproprie deduzioni dopo aver avutouna panoramica completasull’argomento.La stessa filosofia viene applicata allarubrica le lettere al Direttoreall’interno della quale sono pubblicatitutti gli scritti che giungono inredazione circa le problematiche e lelamentele che il lettore ritiene direndere pubbliche, senza censuraalcuna se non per la forma ed i toni. Si è voluto fare quindi della rivistauna tribuna aperta che coinvolga ilmaggior numero di persone possibiliincoraggiando il lettore a diventareparte attiva nella costruzione delgiornale.Il bilancio alla fine del primo annodella nuova linea editoriale ci hadato ragione, i risultati sono stativeramente apprezzabili e ciincoraggiano ad andare avanti sullastrada intrapresa.Ritengo doveroso quindi condividerela personale soddisfazione con tutti ilettori che ci aiutano e ci stimolano aproseguire in questa affascinanteavventura che comporta notevolisacrifici da parte di tutte le personecoinvolte nella realizzazione di ogninumero della rivista.Un grazie particolare va, oltre che algià citato Fabrizio Pancini, a SabinaPizzamiglio e Antonio Manfredi perl’infaticabile lavoro che svolgono nellacostruzione di ogni numero diProfessione Veterinaria e a Fulvio Chiodini al quale vengonochieste incredibili acrobazie al fine difare uscire puntualmente tutti inumeri del giornale.Un grazie infine a tutti coloro ai qualiabbiamo chiesto di dedicare tempoed energie per produrre scritti dapubblicare ed agli amici chequotidianamente ci consigliano alfine di migliorare sempre la rivista.

000 EDIZIONI SCIVAC - Anno 10, numero 12, mensile, dicembre 2000

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona

All’esame del Consiglio regionale della Lombardia la legge che vieta il taglio estetico di orecchie e code negli animali

Un grande segnodi civiltàI veterinari divisi tra liceità e divieto. Perplessità sull’applicabilità del provvedimento e sulla penalizzazione dei trasgressori.

Bilanci difine anno‘‘ l’editoriale

Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 23 27Prima Pagina:Vietato il taglio di code eorecchie. Un grandesegno di civiltàdi Fabrizio Pancini

Rubrica Legale:Quando il cliente non pagadi M.T. Semeraro

L’Opinione:Veterinari estupefacentidi Oscar Grazioli

10 24 28L’approfondimento:Osservazioni sul divietodi caudectomia econchectomiadi Claudio Pierantoni

Rubrica Fiscale:Collaboratoricoordinati econtinuativi dal 2001di Giovanni Stassi

Lettere al Direttore:Caro Direttore...di Carlo Scotti

15 25 29Attualità:L’inseminazioneartificiale nel canedi Matteo Spallarossa

Attualità:Salute e benessere del cane di razzadi Aldo Vezzoni

Dalle Associazioni42° Congressonazionale SCIVACa cura della redazione

17 26 30ANMVI Informa:Primo ConvegnoNazionale ANMVIdi Daniela Feltrinelli

In Rete:Newsgroup: gerarchiee argomenti vari inlibertàdi Fabrizio Pancini

Calendarioa cura della redazione

Odissea 2001È facile comprendere come per la generazione che scriveva sulla Oli-

vetti 22 con due sole dita - quella che guidava auto che obbligavanoalla “doppietta” ma che si potevano aggiustare con del filo di ferro o conun pezzo di nastro adesivo - l’approccio al computer e ad internet sia sta-to difficoltoso e magari prevenuto, sia per motivi anagrafici che culturali. Nonostante alcune preclusioni mentali, questa generazione si sta ade-guando all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione ammettendone leenormi potenzialità ed il grande fascino. Nel 2001 gli italiani collegati in in-ternet saranno 15 milioni - un dato molto importante che deve far rifletteresulla necessità di questo mezzo. Ma sono ancor più significativi questi nu-meri: gli iscritti al Forum SCIVAC sono più di 1000 e il sito SCIVAC, nel 2000,ha superato i 50.000 contatti. Questo significa che anche il mondo veteri-nario si sta avvicinando sempre di più a strumenti che potranno rivoluzio-narlo. Provate a pensare ai vantaggi economici ed organizzativi derivantidall’utilizzo esclusivo di internet: le comunicazioni congressuali arrivereb-bero a tutti con notevole risparmio sui costi di stampa e di spedizione e so-prattutto senza i ritardi e i disguidi del nostro sistema postale; le informa-zioni sui corsi verrebbero inoltrate a tutti, in tempo reale, senza penalizza-zioni per nessuno, indipendentemente dal luogo di residenza; tutte le pub-blicazioni potrebbero essere realizzate e accessibili in rete, così come granparte dell’aggiornamento professionale potrebbe essere organizzato pervia telematica, evitando il dispendio di tempo e di denaro per i trasferimenti. I colleghi che già usano internet, e sono tanti, hanno già molti vantaggi, po-tendo accedere ai siti informativi delle associazioni di settore e conoscerein anteprima, prima del recapito postale, programmi e proposte; la stessarivista Professione Veterinaria è pubblicata integralmente al sito dell’ANM-VI. La rete offre inoltre la possibilità di aderire ai diversi Forum di discussio-ne che, al di là di qualche intervento a volte inutile o soltanto polemico, so-no un importante e forse insostituibile momento di aggiornamento scientifi-co e professionale. Certo l’adesione ad un forum - dati i numerosi inter-venti, un po’ di paura a mettersi in gioco e l’occasionale aggressività di al-cuni colleghi- può spaventare ma certamente è una grande opportunitàche non si può rifiutare. Non ci si può fermare e non si può permettere cheil mondo, il nostro mondo professionale e i nostri colleghi vadano avantisenza qualcuno di noi. Navigare in Internet può essere una vera Odissea.…2001 Odissea nello Spazio, un bellissimo film…

122

di Fabrizio Pancini

Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091email: [email protected]

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Page 2: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

Sergio Spirito Medico Veterinario,libero professionista, Foggia

Come giudichi la possibilità dientrata in vigore della legge re-gionale, peraltro non ancora ap-provata dal Consiglio Regionaledella Lombardia, che stabiliscele “Nuove norme contro la reci-sione estetica di coda e orec-chie agli animali di compagnia”,anche se ciò comporterà inevi-tabilmente una diminuzione de-gli introiti dei medici veterinari?Complessivamente consideroquanto sta avvenendo in Lombar-dia un fatto preoccupante: è statoproposto, senza che la categoriasia stata assolutamente coinvolta,un rimedio del tutto inadeguatoper un problema che i veterinariavrebbero dovuto avere il corag-gio di affrontare già da tempo.Quanto agli effetti dell’entrata invigore di una legge come quellaproposta in Lombardia è facileprevedere un continuo ricorso a“scappatoie” fuori regione che nevanificherà, almeno in parte, glieffetti e contribuirà ad aumentareil reddito (di quanto poi?) di qual-che bravo “tagliatore di confine”.Ai colleghi della Lombardia cheancora eseguono quest’intervento,consiglierei di fermarsi a riflettere esmettere fin d’ora senza attenderegli eventi. Educare la clientela allaconoscenza e al giusto rispetto delproprio cane significa porre le basiper un rapporto fiduciario che ri-serva un futuro di soddisfazioniprofessionali, e dunque ancheeconomiche, che può facilmenteconsentire di fare a meno di qual-che taglio d’orecchie.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delleorecchie e della coda nei cani ascopo estetico, non ritieni chequesta scelta possa rappresen-tare, oltre che una prova di in-sensibilità verso gli animali, an-che un esempio dell’arretratez-za culturale di molti colleghi infatto di conoscenza etologicadel linguaggio canino?Insensibilità sì, arretratezza forseno. Lo dimostrano, a mio avviso,gli interventi sulla lista vetlink: nes-suno ha pensato o tentato di difen-dere la pratica del taglio delleorecchie. Possibile che tra gliiscritti a questa mailing list non cisia chi esegue tagli d’orecchie?Non credo. Semplicemente la stra-grande maggioranza dei colleghi,tra quelli che eseguono quest’in-tervento, sa bene di fare una scel-ta non difendibile, in ambito pro-fessionale, se non con motivazionidi ordine meramente economico…dunque il silenzio è d’oro.

Questa proposta di legge, che èstata finora proposta solo dallaRegione Lombardia, non creerà,oltre che delle disparità di com-portamento e trattamento tracolleghi di regioni vicine, anchemolta confusione e possibiliscappatoie per aggirarla? Non

sarebbe, quindi, il caso che laFNOVI vieti fin d’ora in tutta Ita-lia, attraverso gli Ordini provin-ciali, la pratica del taglio a sco-po estetico?In parte ho già risposto. Per il re-sto non so se la FNOVI abbia ilpotere reale di vietare tale pratica.Se così fosse, sarebbe bello ve-dere la FNOVI impegnata in unruolo finalmente propositivo e d’a-vanguardia, anche se a forte ri-schio d’impopolarità.

Laura Torriani Medico Veterinario,libero professionista, Milano

Sei complessivamente soddi-sfatta della possibilità di entratain vigore della legge regionale,peraltro non ancora approvatadal Consiglio Regionale dellaLombardia, che stabilisce le“Nuove norme contro la recisio-ne estetica di coda e orecchieagli animali di compagnia”, an-che se ciò comporterà inevita-bilmente una diminuzione degliintroiti dei medici veterinari?La pratica del taglio della coda edelle orecchie ai cani è sicura-mente retaggio di tempi diversi eindifferenti alle sofferenze inflitteagli animali. Lo scopo “di utilità” che nel pas-sato potevano avere queste muti-lazioni è senz’altro decaduto enon rimane che il motivo esteticoo criminale nel caso dei cani tut-tora impiegati nei combattimenti. Il motivo economico, senz’altropresente, per il quale i veterinarihanno continuato ad effettuare iltaglio delle orecchie è però nellamia opinione secondario al timoreche lo stesso intervento sia ese-guito da chi veterinario non è,cioè allevatori o “praticoni” senzascrupoli, e che quindi il rifiuto delveterinario comporti in realtà unasofferenza ben peggiore all’ani-male. Diciamo che, con le dovutedifferenze e proporzioni per ovvimotivi, si potrebbe paragonaretutto ciò alla questione dell’abortoin medicina umana.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delle orec-chie e della coda nei cani a sco-po estetico, non ritieni che que-sta scelta possa rappresentare,oltre che una prova di insensibi-lità verso gli animali, anche unesempio dell’arretratezza cultu-rale di molti colleghi in fatto diconoscenza etologica del lin-guaggio canino?Non credo che i “tagliatori di orec-chie” siano veramente migliaia,sarebbe anzi interessante saperequale sia la reale percentuale diveterinari che esegue questo tipodi intervento. Tra le mie cono-scenze, e non sono pochi i colle-ghi che conosco, quasi nessunotaglia orecchie. Per la coda se-condo me il problema è un po’ di-verso, credo lo facciano quasi tut-ti, ma sicuramente l’impatto “dolo-rifico” per l’animale è minore. Per quanto riguarda la presunta

insensibilità mi ricollego a quantodetto in precedenza, cioè che l’in-tervento potrebbe essere altri-menti eseguito senza anestesiané asepsi se fatto da persone in-competenti.Chi vuole a tutti i costi far tagliarele orecchie al cane lo farà, veteri-nari consenzienti o meno. Vorreifare presente che è anche proibi-to abbandonare gli animali dome-stici, secondo la legge 281 del1991, ma anche secondo l’art.727 del codice penale, e che ciònonostante ogni anno centinaia dimigliaia tra cani, gatti, serpenti,uccelli (e chi più ne ha più ne met-ta) vengono regolarmente abban-donati con una percentuale diperseguiti direi ridicola. Ma chi èpoi che dovrebbe fermare il pas-sante possessore di mastino am-putato e chiedergli di mostrareadeguato certificato? Per quanto riguarda la conoscen-za etologica del linguaggio cani-no il sovraffollamento delle cittàanche da parte dei cani rendepraticamente impossibile rispetta-re nella maggior parte dei casi l’e-tologia della specie, quindi que-sto aspetto mi sembra, anche sereale, marginale.

Visto che questa proposta dilegge è stata finora presentatasolo dalla Regione Lombardia eche ciò creerà, oltre che delledisparità di comportamento etrattamento tra colleghi di re-gioni vicine, anche molta confu-sione e possibili scappatoie peraggirarla, non sarebbe il casoche la FNOVI vieti fin d’ora intutta Italia, attraverso gli Ordini

provinciali, la pratica del taglioa scopo estetico?È ovvio che una simile norma seriferita ad un’unica Regione ha unvalore nullo. La gente si spostaper comprare una sedia, perchénon dovrebbe farlo per tagliare leorecchie? Però la Lombardia potrebbe por-tare a livello Nazionale la questio-ne che non vedo perché dovreb-be essere rigettata. Ben altro im-patto si avrebbe se la legge fossenazionale. Assolutamente inutile, e credo almomento anche non di competen-za della FNOVI, proibire ai veteri-nari il taglio orecchie in assenzadelle necessarie variazioni deglistandard di razza portate avanti dachi di dovere, vedi ENCI e affini. Se i veterinari non possono ope-rare, ma alle esposizioni canine èrichiesto il taglio orecchie-coda ri-cadiamo nuovamente nell’ipotesidi intervento chirurgico eseguitoquesta volta costantemente dachi veterinario non è. Vi ricordoche in alcune razze il taglio è ese-guito regolarmente dall’allevatore“a forbice” sul cucciolo di duesettimane, quindi va proibita lapratica in sé, non l’esecuzionedella pratica da parte dei mediciveterinari. È ovvio che, una voltadiventata illegale, se un veterina-rio infrange la norma debba subi-re una punizione. Secondo me sarebbe però statopiù utile, invece che fare “cadere”la legge dall’alto, attivarsi in unacampagna di propaganda nazio-nale attraverso i media per farerealmente conoscere ai proprieta-ri cosa significhi questo tipo di in-

tervento, perché spesso si ha l’im-pressione che chi lo richiede nonsi renda veramente conto dellesofferenze inutili che infligge alproprio beniamino.

Gianluca Zanaboni Medico Veterinario,libero professionista, Varese

Come giudichi la possibilità dientrata in vigore della legge re-gionale, peraltro non ancora ap-provata dal Consiglio Regionaledella Lombardia, che stabiliscele “Nuove norme contro la reci-sione estetica di coda e orec-chie agli animali di compagnia”,anche se ciò comporterà inevi-tabilmente una diminuzione de-gli introiti dei medici veterinari?Ritengo che sia un’ottima cosaanche se nutro qualche perples-sità nel considerare alla stessastregua la conchectomia estetica,intervento doloroso, inutile e sicu-ramente obsoleto e la caudotomiache, se praticata in età precocis-sima, ha sicuramente un impattoinfinitamente meno traumaticosull’animale. Inoltre ritengo che incerte razze da lavoro l’amputazio-ne della coda abbia uno scopopreventivo per alcune patologietraumatiche connesse con l’atti-vità di questi cani. Per quel che ri-guarda il minore introito economi-co, almeno nel mio caso, haun’importanza assolutamente irri-levante visto il tipo di rapportoche ho da sempre con il mondodegli allevatori e l’opera di convin-cimento che da anni pratico, nelnon attuare tali interventi.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delle orec-chie e della coda nei cani a sco-po estetico, non ritieni che que-sta scelta possa rappresentare,oltre che una prova di insensibi-lità verso gli animali, anche unesempio dell’arretratezza cultu-rale di molti colleghi in fatto diconoscenza etologica del lin-guaggio canino?È vero che praticare il taglio diorecchie e code può essere inter-pretato come espressione di in-sensibilità, ma non dimentichiamoche fino a pochi anni fa la parteci-pazione a mostre, esposizioni egare di lavoro richiedeva il rispet-to in tal senso degli standard dirazza e pertanto in passato eraconsiderato normale conchecto-mizzare i cuccioli di certe razze.Per quel che riguarda l’”arretra-tezza culturale” mi viene in menteche quando ero studente, pur-troppo più di 20 anni fa, le pochenozioni disponibili di etologia ca-nina me le dovevo cercare da so-lo sui libri di Lorenz, Mainardi o al-tri autori e temo che salvo qual-che raro caso, anche oggi l’uni-versità latiti in tal senso. Spezzataquesta piccola lancia per la cate-goria, sicuramente il veterinario dioggi che spazia anche in nuovebranche come la psicologia com-portamentale, non può che ralle-grarsi della messa al bando di

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 3D A L L A P R I M A P A G I N A ➥

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pratiche finalizzate unicamentead appagare il piacere esteticoumano a scapito di dolorose muti-lazioni permanenti nell’animale.

Questa proposta di legge, che èstata finora proposta solo dallaRegione Lombardia, non creerà,oltre che delle disparità di com-portamento e trattamento tracolleghi di regioni vicine, anchemolta confusione e possibiliscappatoie per aggirarla? Nonsarebbe, quindi, il caso che laFNOVI vieti fin d’ora in tutta Ita-lia, attraverso gli Ordini provin-ciali, la pratica del taglio a sco-po estetico?Sicuramente una legge che nonabbia validità su tutto il territorionazionale (mi viene in mente la si-tuazione del microchip), si prestaad assurde situazioni dove il tito-lare di un ambulatorio al confinetra la regione Lombardia ed un’al-tra, rischia di vedere emigrare inambulatori compiacenti ed extra-regionali quella parte di proprieta-ri di cani da esposizione, allevato-ri & C. e chi più ne ha ne metta,che ritengono che un cane peressere bello debba rispettare ri-gorosamente i dettami dei vecchistandard di razza. Si verrebbe acreare una pericolosa ed ingiustasituazione di sperequazione e dimancato rispetto delle pari oppor-tunità tra colleghi, aprendo lastrada a situazioni di concorrenzasleale o peggio ad un incrementodell’abusivismo da parte di chi,pur non avendone mai avuto il di-ritto e le prerogative, da sempretaglia orecchie e code. In questasede non voglio commentare il ti-po di sanzioni previste (ritiro dellalicenza?!!) e alla diversità di trat-tamento tra pubblico e privato perchi non dovesse ottemperare alla

nuova legge regionale, ma questoè un ulteriore motivo per il qualeritengo che la FNOVI debba inter-venire a livello nazionale e con co-gnizione di causa affinché nascauna legge uguale per tutti e non ilsolito pasticcio all’italiana dove,aperta una strada nuova in con-temporanea, si scoprono centoscorciatoie diverse.

Pier Carlo Taverna Medico Veterinario, libero professionista, Aosta

Sei complessivamente soddi-sfatto della possibilità di entratain vigore della legge regionale,peraltro non ancora approvatadal Consiglio Regionale della

Lombardia, che stabilisce le“Nuove norme contro la recisio-ne estetica di coda e orecchieagli animali di compagnia”, an-che se ciò comporterà inevita-bilmente una diminuzione degliintroiti dei medici veterinari?Assolutamente soddisfatto; e co-munque i maghi delle plastiche,se sono davvero tali, potrebberomettere le loro capacità al serviziodi cause migliori.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delleorecchie e della coda nei cani ascopo estetico, non ritieni chequesta scelta possa rappresen-tare, oltre che una prova di in-sensibilità verso gli animali, an-che un esempio dell’arretratez-za culturale di molti colleghi infatto di conoscenza etologicadel linguaggio canino?Non mi sono mai posto il proble-ma, ma probabilmente - ora checi penso - sì.

Visto che questa proposta di leg-ge è stata finora presentata solodalla Regione Lombardia e checiò creerà, oltre che delle dispa-rità di comportamento e tratta-mento tra colleghi di regioni vici-ne, anche molta confusione epossibili scappatoie per aggirarla,non sarebbe il caso che la FNOVIvieti fin d’ora in tutta Italia, attra-verso gli Ordini provinciali, la pra-tica del taglio a scopo estetico?Sarebbe un’occasione più unicache rara, per la FNOVI, di dimo-strare che è in grado di fare qual-cosa di utile.

Laura Bertazzoli Medico Veterinario, libero professionista, Feltre

Come giudichi la possibilità dientrata in vigore della legge re-gionale, peraltro non ancora ap-provata dal Consiglio Regionaledella Lombardia, che stabiliscele “Nuove norme contro la reci-sione estetica di coda e orec-chie agli animali di compagnia”,anche se ciò comporterà inevi-tabilmente una diminuzione de-gli introiti dei medici veterinari?Giudico la proposta di legge de-gna di un paese civile. Riguardoagli introiti dei veterinari suppongoche potrebbero essere ampiamen-te recuperati se indirizzassero i lo-ro sforzi professionali per esempioal controllo e alla diagnosi dellemalattie ereditarie, attività ben piùutile per la salute degli animali.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delle orec-chie e della coda nei cani a sco-po estetico, non ritieni che que-sta scelta possa rappresentare,oltre che una prova di insensibi-lità verso gli animali, anche unesempio dell’arretratezza cultu-rale di molti colleghi in fatto diconoscenza etologica del lin-guaggio canino?Non sono un’esperta di etologia,

ma ho notato un crescente inte-resse delle persone in generaleper il linguaggio della natura, e intutto questo rientrano certamenteanche il linguaggio e l’espressi-vità canina. Forse c’è un desideriodi porre rimedio a tutto ciò su cuil’uomo è pesantemente intervenu-to. Ed è un peccato che non sia-no stati i veterinari i fautori di un’i-niziativa tanto intelligente e corag-giosa.

Questa proposta di legge, che èstata finora presentata solo dal-la Regione Lombardia, noncreerà, oltre che delle disparitàdi comportamento e trattamen-to tra colleghi di regioni vicine,anche molta confusione e pos-sibili scappatoie per aggirarla?Non sarebbe, quindi, il caso chela FNOVI vieti fin d’ora in tuttaItalia, attraverso gli Ordini pro-vinciali, la pratica del taglio ascopo estetico?Anzi, ritengo che saranno proprioi colleghi delle regioni limitrofe iprimi a chiedere una comparazio-ne legislativa. Però, vista la natu-rale propensione delle Leggi Re-gionali a creare disparità e squili-bri, auspico che la FNOVI possaintervenire a tale proposito. Ciònon potrà che sveltire la creazio-ne di una legge nazionale, non-ché colmare una lacuna dovutaalla nostra scarsa attenzione allaesigenze del pubblico, compresoquello canino.

Franco Fassola Medico Veterinario, Libero professionista, Asti

Sei complessivamente soddi-sfatto della possibilità di entratain vigore della legge regionale,peraltro non ancora approvatadal Consiglio Regionale dellaLombardia, che stabilisce le“Nuove norme contro la recisio-ne estetica di coda e orecchieagli animali di compagnia”, an-che se ciò comporterà inevita-bilmente una diminuzione degliintroiti dei medici veterinari?In linea di principio la trovo unalegge giusta, non posso entrarenel merito, perché non la conosconel dettaglio.

Visto che molte migliaia di me-dici veterinari continuano anco-ra a praticare il taglio delleorecchie e della coda nei cani ascopo estetico, non ritieni chequesta scelta possa rappresen-tare, oltre che una prova di in-sensibilità verso gli animali, an-che un esempio dell’arretratez-za culturale di molti colleghi infatto di conoscenza etologicadel linguaggio canino?Non mi sento di esprimere un giu-dizio così drastico sulle cono-scenze dei colleghi. Penso, chese ci si soffermasse un po’ a ra-gionare con il proprietario che ri-chiede un intervento di taglio del-le orecchie o della coda, spiegan-do l’importanza che hanno nellacomunicazione con i consimili, econ l’uomo, forse si riuscirebbe a

PROFESSIONE VETERINARIA 12/20004D A L L A P R I M A P A G I N A

La pubblicazione di questo testo avviene in un momento a dir poco cru-ciale per la medicina veterinaria e la sanità pubblica italiana nel suo com-plesso: in una situazione di considerevole incertezza e diffidenza da par-te dei consumatori, ma anche di sconcerto degli allevatori e dei produt-tori corretti, la presenza capillare di un sistema di vigilanza efficiente chegarantisca competenza nella prevenzione, ma anche certezza nell’inter-vento repressivo è condizione sine qua non per il ripristino di una credi-bilità che il comparto agro-zootecnico europeo in queste ultime vicendeha visto incrinarsi in modo preoccupante.Il “Prontuario” rappresenta quindi lo strumento ideale per consentire aglioperatori di superare nell’intervento sanzionatorio il disagio legato alla va-stità e complessità delle normative veterinarie, disagio reso oggi ancorpiù vivo della recente emanazione del provvedimento di depenalizzazio-ne. La materia è organizzata in due grandi aree tematiche: igiene della

produzione e commercializzazione degli alimenti di origine animale da una parte e sanità animale - igienedegli allevamenti e delle produzioni zootecniche dall’altra.L’organizzazione del testo risulta veramente efficace e di immediata applicabilità: vengono infatti identifi-cate centinaia di fattispecie con il relativo meccanismo sanzionatorio, i cui elementi fondamentali (legge edarticolo violati, tipo di illecito commesso, sanzione prevista e limiti edittali) sono facilmente trasferibili al mo-dello di verbale di accertamento riprodotto in prefazione.Ciò consentirà anche al personale meno esperto di formulare un provvedimento corretto che sia il menosuscettibile possibile di contestazione o addirittura di annullamento, evento che è sempre fonte di frustra-zione per l’operatore, di dispendio di risorse per la pubblica amministrazione nonché origine di sfiducianell’opinione pubblica.Completa l’opera un CD-ROM contenente per esteso la normativa citata nel volume e che rappresentaun’ulteriore strumento di facilitazione per l’operatore nel rintracciare le fonti normative dei propri atti.

Dott.ssa Claudia Capua

R E C E N S I O N E

Page 4: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

convincere qualcuno a desistere.Purtroppo, anche da parte deiproprietari, non è infrequente os-servare che i motivi etologici e disensibilità verso il loro fedele ami-co, passano in secondo ordine, ri-spetto a quelli estetici. Per que-sto, a mio avviso, è importante lasensibilizzazione da parte del ve-terinario e, se una legge ci puòessere di aiuto, ben venga.

Visto che questa proposta dilegge è stata finora presentatasolo dalla Regione Lombardia eche ciò creerà, oltre che delledisparità di comportamento etrattamento tra colleghi di re-gioni vicine, anche molta confu-sione e possibili scappatoie peraggirarla, non sarebbe il casoche la FNOVI vieti fin d’ora intutta Italia, attraverso gli Ordiniprovinciali, la pratica del taglioa scopo estetico?Su questo punto mi trovo perfetta-mente d’accordo, auspichereiche diventasse al più presto unalegge nazionale.

Ferdinando AsnaghiMedico Veterinario,libero professionista, Milano

I l taglio delle orecchie e il tagliodella coda sono pratiche chirurgi-che veterinarie che per molte raz-ze sono state per anni normal-mente eseguite sulla quasi totalitàdei cuccioli.Con l’avvento di una maggior sen-sibilità a livello internazionale pergli animali d’affezione e l’interven-to di movimenti animalisti, Verdi ealtri affini, le sopraccitate pratichesono state messe duramente indiscussione e in alcuni paesi ad-dirittura abolite completamente.Cio’ premesso vediamo la situazio-ne in Italia. Nel nostro paese è an-cora ammesso il taglio delle orec-chie per tutte le razze. Solo a livel-lo dell’ENCI è stata emessa unacircolare riguardante i mastini na-poletani che ammetteva al giudizionei ring soggetti solo con orecchieintegre se nati dopo il 1/7/1990(protocollo n. 4913 del 18/6/1990).In seguito il 16/10/91 il ConsiglioDirettivo dell’ENCI ha emesso unaderoga a quanto sovraespostoammettendo al giudizio anche icani con orecchie tagliate (proto-collo 13469). Per quanto riguardale altre razze a tutt’oggi in Italia nonesiste nessun divieto esplicito allaconchectomia. Riguardo al taglio della coda nonsussiste nessuna limitazione.Ma veniamo ad analizzare ogget-tivamente la questione.Le razze sottoposte al taglio dellacoda sono moltissime e i motivisvariati: dai cani da caccia, terriercompresi, a cui il taglio della codaera utile per le situazioni venato-rie, ai cani da utilità nei quali rap-presentava un’utile diminuzionedella possibiltà di essere immobi-lizzati in caso di scontro.Per alcune razze poi, come peresempio i dobermann, la selezio-ne genetica non preoccupandosida anni della morfologia della co-

da ha fatto sì che la stessa assu-messe forme e proporzioni moltoesposte ai rischi di traumi e pato-logie. Va anche detto, a rigor di veritàche relativamente alla caudecto-mia anche in paesi ove la con-chectomia è vietata da più di qua-rant’anni, tipo il Regno Unito, lastessa è permessa poiché ese-guita prima dei quattro giorni dietà e forse non così traumaticacome la conchectomia.

Riguardo invece alla conchecto-mia la situazione è certamente piùcomplessa.È innegabile che il taglio delleorecchie sia un vero e proprio in-tervento chirurgico e che lo stes-so comporti molte implicazioni.Premettiamo che le razze sogget-te a conchectomia sono per lo piùquelle da guardia, difesa e utilità.Questo forse anticamente per of-frire meno presa all’avversario delcontendere fosse uomo o cane.

Col passare del tempo anche semolte razze non avevano più unavera utilità nella conchectomiahanno conservato questa abitudi-ne più per motivi legati al tipo distandard che per reali necessità.Anche qui però bisogna scindereed analizzare profondamente ilproblema: è anche vero che mol-te razze non selezionando più sul-la forma delle orecchie possonoavere padiglioni auricolari alta-mente esposti a patologie secon-

darie di tipo traumatico o infettivo.D’altronde è come un serpenteche si morde la coda: chi mai par-la delle otiti praticamente croni-che di cui sono affetti molti coker(cane risaputamente ad orecchieintegre) per via della forma esa-geratamente lunga delle orec-chie? Nessuno, perché non fa no-tizia a livello di sensibilizzazionedi massa!Forse quindi più di disquisire del-la possibilità o meno di eseguire

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caudectomie o conchectomie sa-rebbe ora di eseguire una stret-ta collaborazione scientifica fraveterinari e cinofili curatori deglistandard di razza per venire aduna soluzione relativa a razze se-lezionate dagli uomini che possadefinire i limiti di tollerabilità dellafunzionalità di una certa razza inrelazione ai parametri vitali: fac-cio un esempio abbastanza allaportata di tutti e cioè quello delbulldog inglese. Non è forse veroche questa razza ha tali proble-matiche legate ad una vita nor-male da rappresentare un para-daosso? Perché di questo si par-la poco?Analizzato molto brevemente ilproblema da un punto di vista ci-notecnico, veniamo ora a disqui-sire della posizione dei veterina-ri. Penso fondamentalmente chelegalmente il cane in italia, cipiaccia o meno, è ancora un res:cioè una cosa. Quindi ad esclu-sione della legge 727 sul maltrat-tamento animale ogni propietariopuò fare sul proprio cane ciò checrede. Poiché nutro molti dubbiche una conchectomia eseguitasecondo i canoni medici veteri-nari possa essere definità un’i-nutile crudeltà penso che a livel-lo legale sia una battaglia persa!Diverso è l’aspetto che si pre-senta da un punto di vista deon-tologico. Sgombrando il campoda inutili ed assurde ingerenzedegli ordini dei veterinari e so-prattutto della FNOVI che reputodebba assolvere agli obblighi distatuto e non ostacolare involon-tariamente il lavoro quotidiano dinoi veterinari, il vero problemadella proposta di legge del con-siglio regionale sta nella suaestensione a livello nazionale.Pochi infatti si rammentano che ilConsiglio d’Europa circa dieci

anni or sono emanò una normati-va a cui anche l’italia aderì circail divieto di caudectomia e con-chectomia. A livello squisitamen-te legale anche se una direttivaviene percepita per essere attua-ta abbisogna di un regolamentoapplicativo; questo non è maistato approvato in Italia. Pertantoa tutt’oggi esiste un’adesionedell’Italia al divieto ma non è pos-sibile applicarla. Basterebbequindi emanare un regolamentoapplicativo e la legge diverrebbeattiva.Relativamente poi alla crudeltà omeno di questi interventi non misento di entrare nel merito poi-ché sono solo ed esclusivamentedi pertinenza di ogni veterinariocon la propria coscienza ed ilproprio pensiero scientifico. Sipotrebbe avvicinare il problemaagli obbiettori di coscienza incampo medico per alcune prati-che medico chirurgiche da nontutti accettate; certo è che nondovranno essere gli Ordini pro-fessionali o la Federazione degliordini a dare indirizzi coercitivisulla propria professionlità finchéessa sia in regola con le attualinormative statali pena la limita-zione della libertà personale pro-fessionale in contrasto con la Co-stituzione Italiana.Ciò detto il problema è annoso edi difficile risoluzione se non sitroverà una univoca interpreta-zione a livello nazionale dei divie-ti in oggetto, che funga da veralegge valida per tutti e soprattut-to dappertutto.Ci tengo comunque ancora unavolta a ricordare il punto cardinedi tutta la questione rappresenta-to dall’assoluta necessità futuradi una stretta collaborazione fraveterinari ed allevatori al fine dimodificare al limite alcuni stan-

dard di alcune razze senza pe-raltro perdere importanti patrimo-ni zootecnici e genetici in relazio-ne a mode e tendenze non sem-pre dettate da razionalità mamolte volte anche con una gran-de componente di reazione emo-zionale.

Antonio DonzelliMedico Veterinario,libero professionista, Parma

Pratico la conchectomia a finiestetici da tempo e non mi sentoin colpa di questo.Si tratta di uno dei tanti interventidi chirurgia estetica che tempo faerano giustificati con motivazionisanitarie da parte di alcuni colle-ghi che adducevano un significatoterapeutico ad esempio all’ampu-tazione della coda (evitare che loscodinzolio provocasse lesioni ofratture) o alla conchectomia stes-sa (per arieggiare il condotto uditi-vo e prevenire l’otite)…Ritengo che non ci sia la neces-sità di approvare una legge spe-cifica che regolamenti il tagliodelle orecchie e della coda: esi-stono già leggi sul maltrattamen-to degli animali da applicare nelcaso in cui queste pratiche arre-chino sofferenze agli stessi.Tuttavia non mi sento eticamentescorretto nell’esecuzione dellaconchectomia (intervento chenon limita il comportamento natu-rale e la vita dell’animale) più chenell’esecuzione di una orchiecto-mia di un gatto (intervento che li-mita un aspetto importante dellavita dell’animale, precludendol’attività sessuale) a fini utilitaristi-ci in quanto la sterilizzazione ren-de l’animale docile, evita la mar-catura del territorio e permette ditenere relegato in pochi mq un

animale che ha perso gran partedelle sue attitudini naturali.L’espressività animale non ha bi-sogno delle nostre modificazioniestetiche per manifestarsi, ma siestrinseca nelle interazioni dell’a-nimale con l’uomo e con l’am-biente circostante.A proposito dell’arretratezza cultu-rale vorrei qualche chiarimento…Le problematiche che potrebbecomportare l’entrata in vigoredella legge regionale estesa in

ambito nazionale si sviluppanosu tre ordini di considerazioni:A) Considerazioni riguardanti inostri rapporti con gli allevatorirelative alla riduzione di consi-stenza numerica di cani iscritti arazze sottoposte a conchecto-mia.Molti allevatori non produrrebberopiù questi soggetti o cambiereb-bero razza e molti clienti non com-prerebbero più cani appartenentia queste razze. Chi sceglie un ca-

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Il punto di vista bioetico

N egli ultimi tempi si è discusso, spesso in modo assai ani-mato, sull’annoso problema del taglio della coda e delleorecchie nei cani, anche perché la Commissione Sanità

della Regione Lombardia ha approvato all’unanimità, proprio in questesettimane, la proibizione di tale pratica per motivi estetici. È un prov-vedimento che tende ad allineare il nostro Paese con le direttive giàpreviste dai partner comunitari e che tuttavia in Italia, proprio per lacomplessa articolazione delle situazioni, è destinato a sollevare nonpoche contraddizioni. Non dimentichiamo che la cinofilia del Bel Pae-se esce da un lungo periodo di fermento, durato perlomeno due anni,quando la spada di Damocle delle liste di proscrizione delle cosiddet-te “razze pericolose” non ha rischiato di tramutarsi in dura realtà. Ab-biamo lavorato con grande passione per combattere l’infondatezzascientifica ed etica di quel disegno di legge e oggi possiamo dire chel’abrogazione degli articoli che prevedevano la designazione di razzepotenzialmente pericolose può essere salutata come una grande vit-toria di tutta la cinofilia. Tuttavia abbiamo potuto constatare di personacome non sia facile far prevalere la correttezza scientifica davanti aldilagare di interessi politici e di rappresentanza; purtroppo anche nelmondo scientifico non furono pochi quelli che presentarono un atteg-giamento dimesso, rendendosi disponibili a mediazioni di basso pro-filo. Ma questo è niente se pensiamo alle situazioni legate alla legge281/91 - dove l’esclusione dei medici veterinari è più che evidente -,alla gestione a dir poco vergognosa di certi canili, alla totale assenzadelle istituzioni in alcune aree del nostro Paese. Abbiamo dei “rifugi”dove gli enti protezionistici si rifiutano di dare i cani in adozione, e nonsolo per eccesso di tutela. Leggo che nel leccese l’Enpa ha depostouna denuncia in procura contro il canile di Nola per aver “disposto lacauterizzazione” - a opera di personale laico - delle corde vocali aduecento cani. L’agghiacciante realtà dei canili si consuma, soprattut-to al Sud, nella latitanza degli organi amministrativi che non consento-no ai servizi veterinari di avere gli strumenti per intervenire con effica-cia sul fenomeno del randagismo e sulla gestione dei rifugi. In altri ca-si si deve fare i conti con una strisciante complicità con la malavita,che lucra su ogni cane denunciato con un giro d’affari di alcuni miliar-di, o subire l’ingerenza pietistica, portata avanti con assoluta incom-petenza, di molte realtà protezionistiche che, anche con le migliori in-tenzioni, malinterpretano le effettive necessità dei cani. I medici vete-rinari sovente sono l’anello debole di una filiera perversa di omissioniradicata nel tessuto sociale e nelle amministrazioni pubbliche. In que-sta bolgia di situazioni di ben altro spessore si può ben capire comela discussione sull’integrità o sul diritto all’integrità possa assumere ilprofilo di un mero bizantinismo. Ma tant’è. Non è forse vero che la rei-ficazione dell’animale contribuisce a incrementare le peggiori manife-stazioni di “zooantropologia ancestrale” come il combattimento tra ca-ni? Allora è forse utile iniziare un confronto su questi temi e chiedere aibioeticisti di riflettere sulla rilevanza etica dell’integrità. Un avvertimen-to è d’obbligo: non sarà un compito facile. Perché se è immediatocomprendere il significato etico della “non sofferenza”- e pertanto del-l’attenzione verso ogni forma di dolore “provocato senza una motiva-zione terapeutica” ossia non nell’interesse di chi viene esposto allo sti-molo algico - molto più difficile è assegnare un ruolo di rilevanza eticaall’integrità, quando nella vita quotidiana e nell’esercizio dell’attivitàsperimentiamo l’aleatorietà del concetto stesso. Ecco allora che si vie-ne a creare una notevole differenza in termini bioetici fra il taglio delleorecchie, prassi accompagnata da sofferenza e da postumi di conva-lescenza, e il taglio della coda, che ovviamente non ha la medesimaconfigurazione in dolore. Un altro aspetto, degno di rilevanza morale,ci viene dato dal welfare animale, in termini di frustrazione nel soddi-sfacimento di appetenze comportamentali e comunicative e/o depri-vazione nell’ontogenesi del corretto profilo etologico. A questo riguar-do la discussione scientifica è aperta, anche perché, se è indubbia laricaduta negativa di pratiche come la laringectomia o l’onicectomia,più controverso è il significato di deprivazione zoosemiotica in esito al-la caudotomia.

Roberto Marchesini

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ne di razza, spesso è attratto pri-ma dall’aspetto esteriore, poi co-nosce il carattere specifico.B) Considerazioni relative alleentrate per il mancato apportoeconomico derivante dalla con-chectomia. Non sarà determi-nante: già stiamo correggendoportamenti non ottimali di code eorecchie integre per migliorarel’“espressività” in soggetti daesposizione…C) Considerazioni riguardanti laselezione di queste razze.Probabilmente nella ricerca disoggetti che trasmettono caratte-ristiche estetiche fin ora trascura-te (“orecchie piccole e ben orien-tate” e, coda con portamento otti-male) si perderà gran parte di pa-trimonio genetico favorevole a ca-rattere o salute, perché presentein soggetti non dotati delle carat-teristiche estetiche ricercate…Comunque sui ring vincerà pur-troppo sempre il più bello (quelloche maggiormente esprime lostandard specifico della razza)mai il più intelligente, vivace, sim-patico o socievole.

Giuseppe FiorePresidente ENCI

Il problema del taglio delle orec-chie e della coda non mi sembrache possa rientrare nei principiinformatori del “Benessere anima-le” se questo si deve intenderecome una garanzia di “buona sa-lute”, perché l’intervento, sia pureapparentemente traumatico, èpraticato solo nei primi giorni divita del cane, quando i livelli delsensorio sono ancora poco evolu-ti, mentre tale intervento nel pro-sieguo della sua vita risulta asso-lutamente ininfluente sulla inte-grità della sua salute.Il problema ritengo invece chedebba essere esaminato con pru-denza e buona volontà ma, inogni caso, sotto il profilo princi-palmente zootecnico.Difatti per le razze interessate altaglio non si dovrebbe fare a me-no di riflettere su alcune ovvieconsiderazioni:– la inattuabilità di una norma

traumatizzante per non incorre-re nella perdita di un preziosopatrimonio zootecnico;

– la necessità di una uniformitànormativa su tutto il territorionazionale al fine di evitare chedifformità regionali vanifichinole eventuali disposizioni dibuon senso;

– la definizione di adeguate mo-difiche agli standard internazio-nali di razza prima di procede-re ad eventuali imposizioni dinorme restrittive.

Il problema del taglio della codaper alcune razze può essere vistotuttavia sotto il profilo del “Benes-sere animale” ma in termini ribaltatiperché non si sta certamente dallaparte del cane se per il lavoro a cuiesso è chiamato, la sua coda deveincorrere in facili ulcerazioni, frattu-re e lacerazioni a causa della sualunghezza e quindi a costanti soffe-renze per tutta la sua vita.

Le razze canine su cui si pratica lacaudectomia e la conchectomiasono state allevate nel rispetto diuno standard morfologico interna-zionale riconosciuto ufficialmenteda moltissimi anni, che ha creatonell’uomo un modello estetico, or-mai consolidato attraverso il pro-prio sistema ricettivo, nel sistemapersonale di acquisizione dati.La variazione traumatica del mo-dello acquisito porta inevitabil-mente al rifiuto del modello altera-

to che equivale ad una recessio-ne di interesse sulla razza, con laconseguente involuzione nellasua produzione, al limite, fino allasua estinzione.Così si sta verificando in Germa-nia dove per la razza Dobermannla produzione di cuccioli è scesafino ad ora del 45% dopo l’appli-cazione del divieto di taglio.Non si può infine ignorare che inalcune razze tra cui l’EpagneulBreton, il Cocker, il Beagle, il Bob-

tail, il Bulldog ed altre nascono an-che soggetti con la coda natural-mente corta, come se la natura sifosse sensibilizzata alle necessitàoperative del cane segnalando allegislatore che nell’interesse stes-so del cane farebbe meglio ad isti-tuire un programma di ricerca dicontenuto genetico per studiare lapossibilità di ottenere naturalmen-te, attraverso opportuni criteri diselezione, le code corte per queicani che ne hanno bisogno.

A parte quindi ogni possibile in-dirizzo proveniente dai freddiPaesi Nordici, l’intelligenza e lasensibilità italiana dovrebberoportare il Ministero della Sanitàin sinergia con quello delle Po-litiche Agricole e Forestali adoperare con la consulenza del-la Federazione Cinologica In-ternazionale e dell’ENCI peraddivenire ad una soluzionetecnicamente producente delproblema.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 7D A L L A P R I M A P A G I N A

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Mario PerriconeCommissione Standard della FCI -Federazione CinologicaInternazionale

Nel Regno Unito di Inghilterra e diGran Bretagna, si sa, il taglio delleorecchie è vietato sin dalla fine delsecolo scorso. Nel 1898, l’alloraPrincipe di Galles, che nel 1901sarebbe salito sul trono con il no-me di Edoardo VII, vietò l’amputa-zione dei padiglioni auricolari pre-visto allora dagli standard di varierazze, come il boxer, l’alano, il do-bermann, etc. Si disse non senzaun pizzico di malizia che si era trat-tato del capriccio di un principe,del cui amore per i cani nessunodubitò tanto che i sudditi ubbidiro-no al suo “editto”, in verità, sul pia-no costituzionale non corretto.Le conseguenze sull’allevamentonon tardarono a farsi sentire. L’En-glish White Terrier, per il quale lostandard prevedeva il taglio delleorecchie, non fu più allevato tantoche nei primi anni del nostro se-colo gli ultimi esemplari di questarazza scomparvero dalla circola-zione a tutto vantaggio del BullTerrier il quale aveva, e ha tuttora,le orecchie erette naturalmente.Il divieto del taglio delle orecchie siestese subito dopo a tutti i Paesidel Commonwealth britannico esuccessivamente ai Paesi finno-scandinavi e all’Olanda. Oggi inquasi tutta l’Europa la legge vietal’amputazione tanto delle orecchieche della coda con il rischio di tra-sformare alcune razze. Ad esem-pio, in Germania hanno descrittonello standard del boxer e dell’ala-no la conformazione dell’orecchiointegro commettendo l’errore dicopiare gli standard inglesi cheprevedono un padiglione auricola-re molto più leggero e sottile di

quello naturale. E poiché in ognicane, come ben sanno gli allevato-ri, la forma e la consistenza delleorecchie in armonia con il disegnodel cranio, oggi si vedono in Ger-mania esemplari di boxer e di ala-ni con crani molto stretti e, per dipiù, convessi invece che quasipiatti come prescrivono i relativistandard. Sempre in Germania, ilclub del Dobermann, con più intel-ligenza, non ha inserito nello stan-dard della loro razza alcuna de-scrizione della conformazione del-le orecchie integre.Per la coda il problema è ancorapiù complesso tanto che nellastessa Inghilterra 800 veterinarihanno protestato per il relativo di-vieto. Il perché è chiaro. I terrier, icani da ferma poco veloci, i canida cerca rischiano di martirizzarequando lavorano in tana, o fra icespugli e nel sottobosco.Inoltre, per tutte le razze si pone ilproblema che la coda, mai sele-zionata per essere integra, rischiad’avere una conformazione deltutto fantasiosa. La prova, la offrel’ultimo standard del Rottweilerche, dopo avere descritto la for-ma della coda integra, procedealla squalifica degli esemplari chel’hanno naturalmente “spezzata”o rivoltata verso il dorso.

Paolo ManziPresidente Nazionale E.N.P.A. - Ente Nazionale Protezione Animali

Il Consiglio regionale della Lom-bardia si accinge ad approvareun progetto di legge - già passatoin commissione sanità - che vietail taglio delle orecchie e della co-da dei cani per motivi estetici.La proposta non mi piace.Può non essere inutile che ribadi-sca la mia ferma contrarietà nei

confronti di qualsivoglia interventosugli animali più o meno chirurgico,per ragioni estetiche o per ragionidi utilità economica per gli uomini.Ciononostante non mi piaceugualmente.Non soltanto per ragioni tecnicheche tengono conto dell’interferen-za della normativa proposta nellapotestà dello Stato, con il richia-mo alla sanzione penale a normadell’art. 727, o per il diverso tratta-mento sanzionatorio nei confrontidei veterinari pubblici e privatiinadempienti.Non mi piace soprattutto perchéconsidero un brutto segnale il ri-corso a vincoli di legge, sanzionipenali ed amministrative, chedettano comportamenti che do-vrebbero essere semplicementeispirati dalla morale collettiva edall’etica professionale di ogniveterinario.Il veterinario che dopo un lungocorso universitario affronta la pro-fessione, utilizza un bagaglio dinozioni scientifiche e tecnicheper offrire agli animali ogni possi-bilità per raggiungere o mantene-re una soglia minima di benesse-re e le condizioni fisiche ottimaliche possono assicurargli la di-gnità dovuta ad ogni essere vi-vente. Altri invocheranno ancheragioni utilitaristiche nella previ-sione di ottimi arrosti, stufati o in-saccati per il piacere e la salutedei consumatori.Non mi pare, però, che ai giovanistudenti di veterinaria sia offertoun corso di etica, a meno che nonsi voglia esaurire la conoscenzadi questa disciplina nelle nozionirelative al codice deontologico al-l’interno dello studio della medici-na legale.Io intendo riferirmi all’etica toutcourt e non solo all’etica profes-sionale che di quella è parente

prossima. Penso, cioè, ad un mo-dello di comportamento generaleche non riguarda certo la vita pri-vata di cui m’importa poco o nul-la. Considero, invece, I’esercizioprofessionale un’attività di pubbli-ca utilità che dovrebbe, quindi,essere rispettosa della sensibilitàcollettiva e ad essa ispirare i com-portamenti.Mi chiedo, però, se tali ,compor-tamenti possano essere impostiper legge.A parte i dubbi sull’efficacia diuna norma circoscritta in un ambi-to regionale, resta fermo il rifiutoper questi interventi ispirati dauna sorta di moralità provvisoria.Il legislatore, cioè, ritiene moral-mente ripugnanti atti e comporta-menti che possono colpire la pub-blica opinione perché riguardanocategorie di animali cosiddettid’affezione, cui sono in misuraprevalente indirizzate le attenzionidei cittadini, ma preferisce igno-rare atti, altrettanto gravi e ben piùbrutali, a danno di altre categoriedi animali.Il principio sembra ispirarsi anco-ra una volta, alla tutela di un benepiuttosto che al rispetto dell’esse-re vivente e dunque maggiore tu-tela agli animali-beni a cui l’opi-nione pubblica assegna un altovalore affettivo, minore o nessunrispetto per le categorie di anima-li di consumo.Se il principio generale è il benes-sere degli animali come si giustifi-cano e si tollerano tutti gli inter-venti sugli animali che quotidiana-mente sono praticati negli alleva-menti?In grande quantità nella stessaLombardia dove notoriamente èmolto alta la concentrazione di“lavorazione” degli animali. Dallarecisione delle corde vocali all’a-sportazione delle unghie e deidenti alla limatura del becco.Insomma una moralità su due li-velli l’uno elettoralistico, l’altrocommerciale, rigorosa su una fac-cia, tollerante sull'altra.Quando le logiche degli interventilegislativi sull’etica sono condizio-nati da interessi così contrastanti,altro non resta che rifugiarsi nellamorale individuale la quale soltan-to, se diventa coscienza colletti-va, può risparmiarci certe prati-che riprovevoli.

Elisa D’AlessioPresidente LAV - Lega Anti Vivisezione

Alcuni Indios dell’Amazzonia usa-no inserire una sorta di piattinonel labbro inferiore, le femmineumane occidentali usano colorarei capelli o siliconarsi, i maschiumani occidentali gonfiano artifi-cialmente i bicipiti, quelli orientaliconsiderano positivamente il ven-tre gonfio; in ogni caso sono ca-noni intra species ad uso e con-sumo della specie stessa.Anche tra gli altri animali troviamolivree nuziali e colori (naturali) adesaltare determinate parti, certonoi non impazziamo per un sedererosso fuoco come i babbuini, e

certamente un babbuino non im-pazzirà per un’abbronzatura dalampada. Allora perché arrogarsi ildiritto di modificare l’aspetto fisico,con vere e proprie mutilazioni, deicani, nostri compagni di strada?Certo noi umani non siamo nuovinell’infliggere mutilazioni ai piùdeboli, ai più indifesi anche traumani stessi, basta pensare allemutilazioni sessuali imposte a mi-gliaia di bambine nel mondo, maquesto non può essere una giusti-ficazione, tutt’al più è una aggra-vante!La pratica del taglio della coda edelle orecchie è una pratica utili-taristica: sottrarre parti deboli co-me l’orecchio agli attacchi dei lu-pi, per i cani pastore o di altri ca-ni per i “combattenti”; facilitare ilcacciatore nelle siepi o nelle palu-di; infine il taglio contemporaneodi coda ed orecchie per certe raz-ze soprattutto per far sembrarepiù aggressivo il cane. Dimenti-chiamo come è bello un boxercon coda e orecchie lunghe.Senza approfondire le tecnicheadoperate, ben sapendo peròche un taglio di coda mal fatto, adesempio nel mezzo di una verte-bra anziché tra le vertebre, puòdare problemi per tutta la vita, varicordato che tale pratica immora-

PROFESSIONE VETERINARIA 12/20008

ARCOSAN S.r.l.TELERIE T.N.T MONOUSOMEDICAZIONE CHIRURGICAVia Bainsizza, 41 - 21042 Caronno Pertusella - Varese Tel. 02/96459129 - Fax 02/96459711

D A L L A P R I M A P A G I N A

LEGGE REGIONALEAPPROVATA

IL 16 NOV. 2000DALLA

COMMISSIONESANITÀ

DELLA REGIONELOMBARDIA

ART. 1È vietato il taglio delle orecchiee della coda ai cani randagi, li-beri e di proprietà, fatti salvistraordinari interventi medico-veterinari, non di natura esteti-ca, resi necessari da gravi con-dizioni di salute delgi animali.

ART. 2I trasgressori dell’art. 1 dellapresente legge sono perseguitia norma dell’articolo 727 del co-dice penale. I veterinari che vio-lano l’art. 1 sono sospesi dalleproprie funzioni per almeno 30giorni se dipendenti da pubbli-ca amministrazione e viene re-vocata la licenza se liberi pro-fessionisti. In caso di recidivada parte dei veterinari dipen-denti da pubblica amministra-zione vengono applicate le san-zioni disciplinari più gravi fino allicenziamento.

ART. 3Ai fini dei controlli sul rispettodella presente legge i proprietaridi animali da compagnia ed i ve-terinari dovranno poter dimostra-re, esibendo la documentazionee i referti veterinari, che le ampu-tazioni di orecchie o coda sianoavvenute in data precedente al-l’entrata in vigore della presentelegge.

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le è spessissimo effettuata senzauna specifica preparazione e so-pratutto senza anestesia, è infattiancora diffusa la credenza chenella prima settimana di vita i cuc-cioli non sentano dolore.Per quanto riguarda il dolore è co-me per i diritti, non saperli espri-mere non significa non averli.Alcuni veterinari però già si rifiuta-no di praticare queste mutilazionied il loro esempio andrebbe se-guito da tutti i professionisti in at-tesa di una normativa in materiache sancisca il divieto assoluto odi un divieto espresso nel Codicedeontologico della categoria.Quantomeno questo esempio an-drebbe già valorizzato all’internodello stesso studio veterinario conun’apposita comunicazione allaclientela (non si possono dimenti-care dati oggettivi di fronte ad unarichiesta sempre più fuoriluogo delcliente) poiché ormai questa valu-tazione etica è diventata, e sem-pre più diventerà, un discrimineanche nella scelta del professioni-sta cui rivolgersi. Nel frattempo sipotrebbe arrivare ad un protocollod’intesa tra veterinari, Associazio-ni e/o singoli, e la LAV, guardandoalla legislazione degli altri Paesiche hanno già vietato il taglio del-la coda e delle orecchie.Un cane “gadget” acquistato oadottato per capriccio o per sno-bismo, “oggetto” sociale di lusso onuovo giocattolo per un bambino;un cane comprato per “utilità”, unmanovale per cacciare, protegge-re, custodire o per svolgere qual-sialsi altro servizio; un cane snatu-rato per il piacere personale di unumano è sempre il “perdente”, av-viato ad una difficile avventura,quindi sacrificato. Chi siamo perarrogarci questo diritto?

Marco PoliCentro Comunicazione &Sviluppo - Care - Lega Nazionaleper la Difesa del Cane

Tagliare la coda ad un cane signi-fica togliergli un importante mezzodi comunicazione con i propri si-mili. La coda mantenuta rigida everticale oppure tra le zampe per-mette non solo un potente segna-le visivo, ma anche un rilevantemessaggio olfattivo, in quanto in-crementa od ostacola la diffusionedel proprio odore da parte delleghiandole della regione anale:senza di essa diviene più difficilemanifestare gli atteggiamenti didominanza o sottomissione cosìfondamentali nei rapporti intraspe-cifici. E impedire all’animale lapossibilità di scodinzolare sareb-be un po’ come bloccare in un uo-mo la capacità di sorridere. Analo-ghe considerazioni, seppure inmaniera meno marcata, valgonoper le orecchie.La natura ha impiegato migliaia dianni per selezionare code e orec-chie “giuste” per ogni tipo di cane:la loro mutilazione equivale neces-sariamente a una menomazioneetologica e fisiologica dell’indivi-duo. Per quanto concerne le orec-chie lunghe, credo poi che non sia

da trascurare la loro funzione pro-tettiva dai rumori assordanti dellanostra società, tanto più per unapparato uditivo così sensibile co-me quello del cane.Inoltre, qualunque tipo di amputa-zione non può non implicare varigradi di sofferenza: dall’agitazionedurante la fase preparatoria altrauma dell’intervento, dal dolorepostoperatorio alle sofferenze e aidisagi durante la cicatrizzazione.Una serie di lesioni psicofisiche

effettuata per ragioni meramenteestetiche, tra l’altro derivanti piùda tradizioni culturali che da con-siderazioni oggettive: ho cono-sciuto numerosi proprietari diboxer, dobermann, schnauzer,ecc. che trovavano splendidi i lorocani e inorridivano al solo pensie-ro di immaginarli con code e orec-chie mozzate.La Lega nazionale per la difesadel cane e Care (Cooperation foranimal rights in Europe) fondano

la loro azione su quei principi eticiche hanno segnato il progresso ci-vile dell’umanità e cercano di par-lare a nome degli altri inquilini diquesto pianeta che non hanno vo-ce per difendersi: è dunque lorocompito opporsi con fermezza al-la prosecuzione di qualunque ge-nere di comportamenti umani cau-santi ingiustificata sofferenza aglianimali, comprese le usanze retri-ve del taglio di coda e orecchie.Care, emanazione della Lega per la

difesa del cane mirante a diffonderein tutta Europa i diritti degli animali,si propone di perseguire il divieto ditali pratiche a livello di Unione Euro-pea. Nel frattempo si appella ai me-dici veterinari affinché, coerente-mente con i principi deontologiciche nobilitano la categoria e conl’autorevole esempio che costitui-scono per i proprietari, svolganoun’opera di sensibilizzazione al ri-guardo, giungendo al rifiuto di ac-consentire a simili richieste. ■

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I n riferimento all’approvazio-ne in Commissione Sanitàdella Regione Lombardia, in

data 16.11.00, del provvedimentoriguardante “divieto di taglio diorecchie e coda per motivi esteti-ci nel cane”, immediatamentebloccato e non approvato dalConsiglio regionale, si ritengonoopportune e doverose alcuneconsiderazioni che contribuisca-no a chiarire alcuni concetti difondamentale importanza per unadisamina del divieto in oggettocondotta con il necessario rigorescientifico ed onestà intellettuale:

1. l’inserimento del divieto di cau-dectomia e di conchectomia (art.10) nell’articolato della Conven-zione europea (1987) per la prote-zione degli animali da compagniae tutela del benessere (animal -welfare) degli stessi è da conside-rarsi scientificamente errato, inquanto gli interventi di caudecto-mia (amputazione della coda) e diconchectomia (amputazione delpadiglione auricolare) in sé stessinon possono essere consideratiin alcun modo invasivi, non pre-sentano dolorabilità apprezzabilenell’animale se eseguiti da mediciveterinari professionisti.

L’intervento di caudectomia nelcucciolo, al contrario, garantiscela qualità della vita (benessere)nel cane adulto per numeroserazze canine con funzioni venato-rie, pastorali, di utilità (difesa ecompagnia). È infatti noto come inqueste razze, se non caudecto-mizzate in età neonatale, la ne-cessità di interventi chirurgici emedicazioni frequentemente ripe-tute e dolorose sono probabili nelcane adulto che presenti traumicaudali; tali interventi medica-mentosi, spesso, finiscono perprovocare irritazioni e disagi per ilcane. Qualora si renda necessa-rio un intervento chirurgico perl’amputazione della coda gli esiti,spesso dubbi, risultano comun-que fortemente invalidanti, congravi riflessi a livello comporta-mentale e deambualtorio, per ilcane stesso.L’amputazione della coda in uncucciolo, se eseguita con il sussi-dio delle conoscenze tecniche damedici veterinari professionisti,nei primi giorni di vita (mielinizza-zione sistema nervoso cerebraleincompleta), si presenta come as-solutamente indolore, non preve-de decorso postoperatorio, noncomporta conseguenze di sorta enessun particolare disagio per l’a-nimale, mentre lo stesso interven-to nell’adulto risulta improponibilee sempre estremamente invasivo

a livello psico - fisico per il cane.Ancora in riferimento alla caudec-tomia è necessario evidenziareuna riduzione, nei soggetti appar-tenenti alle razze tradizionalmentecaudectomizzate rispetto a quelliche mantengono coda integra,della esposizione dell’appendicecaudale a traumi, fratture, ulcera-zioni con possibili conseguenti fe-nomeni di necrosi e/o automutila-zione nelle razze da caccia comenelle razze da difesa, utilità, com-pagnia e meticci.Per le razze da caccia l’alto ri-schio di traumi caudali è a talpunto accertato che in Germania,dove il Bundesrat (Consiglio delgoverno tedesco) ha recepito laConvenzione europea per quantoriguarda il divieto di caudectomiae conchectomia, è prevista ecce-zione per dette razze e/o soggetticon funzioni venatorie. Per i caniappartenenti alle razze da com-pagnia, difesa, utilità che convivo-no con l’uomo si inizia ora a par-lare di eventuali rischi per l’ap-pendice caudale.La brevità della coda (caudecto-mia neonatale) inoltre non com-porta alcuna deprivazione comu-nicazionale per il cane (falso eto-logico) e per i Canidi in generale(v. Hyaena hyaena) quando la co-da raggiunga (4ª - 5ª vertebracaudale) la regione ano - genitale.Personalmente ritengo che per icani che vivono nelle abitazionied in città esistano vere e proprie“barriere architettoniche”, ostacoliderivanti dall’architettura degli

abitati e dall’arredamento delleabitazioni che spesso sono di im-pedimento per naturali esigenzefisiologiche e comportamentalidello stesso animale cane. Re-centissime ricerche canadesi in-dicano le razze a pelo raso concoda allungata ed assottigliata(assottigliamento vertebre cauda-li del rachide), viventi all’internodelle abitazioni umane comemaggiormente esposti al rischiodi traumi caudali, stante la cre-scente tendenza umana ad unprogressivo inserimento del cane,come animale da affezione, nellanicchia abitativa dell’uomo stes-so.Anche per le razze non adibite adattività venatorie e non ufficial-mente classificate tra le razze dacaccia esistono controindicazionial mantenimento della coda inte-gra.Appare chiaro, allora, come l’in-tervento in oggetto - assoluta-mente indolore - non comportinessun tipo di violenza nei con-fronti del cane e non sia in alcunmodo in contrasto con i principi ditutela del benessere degli animalida affezione e dei diritti degli stes-si contenuti nella Convenzione(ETS 125) del Consiglio d’Europadel 1995 a Strasburgo, dalla qua-le il provvedimento lombardo16.11.00 e leggi di alcuni paesieuropei traggono origine.Le indicazioni zootecniche, con-tenute nella Convenzione euro-pea in oggetto, riguardanti il divie-to di caudectomia/conchectomia

e la pianificazione di screeningper la lotta alle diverse patologiecongenite e/o ereditarie, sonopresentate come volte ai principidi benessere animale e tutela del-l’animale stesso. I due punti oraesposti non sono compatibili, nonsono accomunabili in tal direzio-ne: mentre le indagini sanitarienella selezione canina tendono almiglioramento igienico - sanitario(qualità della vita) dell’animale ca-ne, rappresentando quantomenoun tentativo di indicazione statisti-ca dell’andamento della patologianella popolazione razziale conconseguenti applicazioni seletti-ve, quindi in direzione dei principidi tutela di individuo, di razza, dispecie, altrettanto - di certo - nonè possibile affermare per quantoriguarda il divieto di caudectomiache si configura come presa diposizione politica, quindi non os-servante norme zootecniche e ri-gorosi criteri scientifici. Il divietodi caudectomia provocherebbesconquassamenti selettivi e zoo-tecnici estremamente dannosi an-che per la tutela e la salvaguardiadelle razze canine arrecando no-tevolissimi danni al pool geneticodelle diverse popolazioni razzialicanine in questione, selezionateed allevate da secoli con appen-dice caudale amputata.Il divieto di caudectomia non ap-porta miglioramento igienico - sa-nitario - zootecnico alcuno, tanto-meno è da intendersi come indi-cazione per un migliore benesse-re animale.

Osservazioni sul divieto di caudectomia e conchectomia nel cane

di Claudio Pierantoni

Ricercatore comportamentoCanidi - scrittore

Per quanto concerne la conchec-tomia è doveroso ribadire il con-cetto, come per la caudectomia,di assente dolorabilità nella meraesecuzione dello stesso interven-to se ad opera di medico veteri-nario professionista, ma risultanecessario un distinguo tra i dueinterventi per quanto riguarda lafase postoperatoria (decorso po-stoperatorio): nella caudectomia ildecorso postoperatorio risultapraticamente inesistente, banale,ininfluente sul benessere del cuc-ciolo, nella conchectomia il de-corso postoperatorio è più com-plesso rispetto a quello della cau-dectomia, inoltre la durata, e laeventuale invasività psicologicadello stesso decorso risultano es-sere direttamente proporzionali altipo di esecuzione dell’intervento(“taglio alla base” - “taglio alto”).Probabilmente per il secondo tipodi intervento (“taglio alto” da in-tendersi come amputazione e ri-modellamento del padiglione au-ricolare mediante bendaggi e tec-niche di sostegno del padiglioneauricolare) si renderà necessariauna revisione con riduzione delmargine per semplificare il decor-so postoperatorio dell’intervento;

2. il provvedimento di “divieto ditaglio di coda e orecchie per mo-tivi estetici nel cane” presenta al-cune inesattezze concettuali cheinevitabilmente inducono in erroriinterpretativi forieri di delibere econseguenze errate. I reali motividell’intervento di caudectomia econchectomia sono oggi difficil-mente individuabili con precisio-ne. È corretto ritenere, in verità,che detti interventi prevedano in-sieme causale la cui definizionesarà tradizionale - culturale - fun-zionale - igienico - sanitaria - este-tica - pratico - adattativa. Il com-plesso delle concause sopracita-te probabilmente definisce laodierna reale motivazione degliinterventi in questione nel cane.La caudectomia e la conchecto-mia sono arrivate nel sec. XXI co-me antico bagaglio storico - adat-tativo - evolutivo - culturale di nu-merose razze canine, in quantotali dunque non definibili come in-terventi meramente estetici o dichirurgia cosmetico - plastica.Questi interventi nel Canis familia-ris sono stati tramandati nel corsodei secoli come funzionali, in se-guito la componente causaleestetica ha senza dubbio incre-mentato il proprio peso specificonell’insieme motivazionale di cuisopra senza mai assumere tutta-via valore in modo univoco e pre-dominanza in senso assoluto. Ladefinizione “ per motivi estetici” ri-

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sulta pertanto errata e rende im-praticabile il provvedimento stes-so che la contiene in quanto inat-tuabile una reale ed esatta distin-zione tra le citate concause didetti interventi. In riferimento se-gnatamente alla caudectomia leprove dell’erroneità della indivi-duazione motivazionale esteticasono ormai acquisite.Una trattazione realmente esausti-va dell’argomento richiederebbetempi e spazi diversi e dovrebbesvolgersi in termini antropologici,etologici, psicologici, estetici edinerenti alla filosofia estetica (con-cetto del bello - recettori esteticinell’uomo culturale), etici e biotici,zooantropologici, sociologici, se-miologici, non tralasciando l’im-prescindibile esigenza di identifi-cazione di razza (immedesima-zione) e rappresentazione dell’uo-mo in quanto animale simbolicoper eccellenza, culturali.Il divieto della caudectomia com-porterebbe una progressiva edinarrestabile disaffezione da partedell’uomo per le razze sottopostea tale divieto e per motivi funzio-nal - sanitari (forte limitazione del-la funzione - continue spese ve-terinarie a causa dei traumi cau-dali per le razze da caccia chesono chiamate a prestare il loroausilio nel fitto della vegetazionealla ricerca del selvatico e, inegual misura, per le razze da di-fesa, utilità, compagnia che oggivivono inserite nella nicchia socia-le umana, nelle abitazioni a strettocontatto con l’uomo, condizionequesta che ha come conseguen-za frequenti ulcerazioni, ferite,fratture di origine traumatica) eper motivi estetici (assuefazione edifficoltà di conversione dei recet-tori estetici nell’essere umano).Disaffezione che causerebbe unnetto rallentamento dell’alleva-mento ed un marcato depaupera-mento quantitativo e qualitativodelle razze in questione con inevi-tabile ed incalcolabile dannozootecnico che non può non de-stare serie preoccupazioni. Dan-no zootecnico che decreterebbela estinzione di razze oggi alleva-te con successo. In alcuni Paesile razze che hanno cominciato adosservare questo divieto (da leg-ge nazionale) presentano un calodi iscrizioni che rasenta il suicidio

zootecnico.Per chiarezza è utile sottolinearecome in Inghilterra la legge sul di-vieto di conchectomia sia in vigo-re da circa un secolo, mentre al-cuni anni or sono l’Associazionedegli Allevatori inglesi con il Ken-nel Club e l’RCUS (Royal Collegeof Veterinary Surgery) si sono for-temente opposti al tentativo diampliare tale divieto alla caudec-tomia adducendo chiare ed in-confutabili motivazioni funzionali esanitarie: dunque tale divieto -per una informazione corretta -non è stato mai approvato in In-ghilterra. Per quanto riguarda lasituazione di nazioni come la Ger-mania la legge, in verità con arti-colato massimamente restrittivoche vieta intervento di caudecto-mia e conchectomia, ha prodottoe produce disastrosi riflessi in am-bito zootecnico, economico, pro-fessional - occupazionale, a di-mostrazione dell’erroneità delladefinizione di interventi esclusiva-mente determinati dalla moda.

Desta perplessità il costatare co-me una legge che - innegabil-mente e documentatamente - ri-duce un consistente numero dirazze canine al depauperamentogenetico e all’estinzione possaesser definita “per la tutela del be-nessere animale”.Si ritiene ora quindi assolutamen-te doveroso e necessario assu-mere, per evitare un suicidio zoo-tecnico ed il conseguente scem-pio culturale, la responsabilitàbiologica e zootecnica della tute-la di razza e di specie domestica(biodiversità) ancor prima di quel-la, quando immotivata ed emozio-nale, della tutela dell’individuo!Considerare altresì, come ultima-mente talvolta accade, gli inter-venti di caudectomia/conchecto-mia come propedeutici all’illegalepratica di combattimento tra canie dunque condannabili risulta es-sere considerazione demagogi-ca, strumentale, menzognera.

Evidenziate le inesattezze concet-tuali - scientifiche - storiche delledefinizioni “per la tutela del be-nessere animale” e “per motiviestetici” contenute nelle Conven-zioni europee (1987 - 1995) enelle conseguenti proposte di leg-

ge è doveroso considerare l’asso-luta impraticabilità di una legge intal senso impositiva e proibizioni-sta che preveda detto divieto.Una legge irrazionalmente proibi-zionista (è storicamente dimostra-to) riesce esclusivamente ad am-pliare i margini di illegalità e clan-destinità della pratica che si in-tende reprimere. Risulta infatti as-solutamente improponibile e risi-bile il controllo da parte della Poli-zia Municipale incaricata di vigila-re sull’osservanza delle normeprescritte per l’integrità oto - cau-dale dei cani. Dunque il concetto sopra espostodi assoluta mancanza di tutela delbenessere animale compreso nel-la legge vietante gli interventi inoggetto si paleserebbe nella pra-tica improvvisata, privata, abusivadi detti interventi.Ancora in merito alla caudectomiaè utile ricordare come la Conven-zione europea (ETS 125) di Stra-sburgo evidenzi, inoltre, alcuneproblematiche segnalate come“regolamenti per una revisionenegli allevamenti”:

• misure minime e massime del-l’altezza al garrese nel cane de-vono essere assolutamente ri-spettate

• problematiche scheletriche (gi-nocchio, gomito, displasia,spondilosi etc.) e altre patolo-gie congenite e/o ereditarie nelcane

• estremismi morfo - costituziona-li anticipatamente classificati“contronatura” etc..

• omissis... (specificazioni dettiestremismi etc.)

Alcuni punti probabilmente meri-terebbero una preparazione tec-nico - scientifica e zootecnica dicui evidentemente il Consigliod’Europa scarseggia, altre indica-zioni (patologie ereditarie) con-versamente sono condivisibili, marisultano essere inconciliabili, in-compatibili, nettamente contra-stanti con le indicazioni inerenti ildivieto di amputazione anch’essecontenute nella medesima Con-venzione europea. Infatti il divietodi caudectomia, come esposto,comporta dei problemi non solo diordine sanitario ma anche, in par-ticolar modo, zootecnico: alcuni

paesi europei dopo aver recepitola Convenzione per ottenere l’os-servanza del divieto di amputa-zione, altrimenti disatteso, hannovietato il rilascio di Certificato diIscrizione ai cani amputati, l’im-portazione degli stessi e l’esposi-zione nelle manifestazioni cino-tecniche unitamente al divieto diammissione alla riproduzione. In-condivisibili scelte che comporta-no la rinuncia all’impiego di ripro-duttori altrimenti particolarmenteutili in allevamento sia per caratte-ristiche morfo - comportamentalisia per la lotta alle patologie ere-ditarie sia nel quadro della lottaalla consanguineità.Inoltre il calo quantitativo delle po-polazioni razziali conseguente aldivieto di conchectomia e cau-dectomia costituirebbe graveostacolo per una ricerca sanitariaampia dunque affidabile. A talproposito è di fondamentale im-portanza considerare come la ri-cerca scientifica veterinaria (pato-logie congenite e/o ereditarieetc.) sia assolutamente, indissolu-bilmente legata alla zootecnia,affondi le proprie radici nel serba-toio della casistica fornita dal pro-dotto zootecnico (cane di razzastandardizzata) e necessiti per ildoveroso progresso scientifico, discreening possibilmente ad am-pio raggio. Detta ricerca, del tuttocondotta su prodotti di cinotecniaufficiale (percentuale della popo-lazione di razze standardizzate ri-conosciute) risulta essere di fon-damentale importanza affinché lafunzione della professione medi-co - veterinaria non sia esclusiva-mente limitata all’ambito clinico -diagnostico dell’individuo, macomprenda anche l’indagine sul-l’andamento delle patologie nellepopolazioni canine (inevitabil-mente di razza standardizzata)con riferimenti ai concetti di eredi-tabilità genetica, familiarità e con-seguenti applicazioni.Gli amici della S.C.I.V.A.C. sonotestimoni di quanto con i mieiscritti abbia contribuito alla sensi-bilizzazione della cinofilia ufficialeriguardo l’importanza della inda-gine sulle patologie ereditarie:certamente tale ricerca non potràmai essere attendibile e progredi-re, avendo reali cognizioni sull’an-damento delle patologie studiate,

se eseguita su popolazioni quan-titativamente esigue, qualitativa-mente sfinite dalla consangui-neità, geneticamente impoverite ein procinto di estinzione.A tal proposito è importante sotto-lineare come all’entrata in vigoredi leggi che prevedano detti divie-ti in breve tempo conseguirebbe-ro sensibilissime restrizioni dellavariabilità genetica, già peraltrodecisamente e drammaticamentescarsa nelle popolazioni canine dirazza standardizzata, definibilicon il termine effetto del collo dibottiglia genetico (bottle neck)stante la riduzione numerica dellepopolazioni razziali interessatecon possibili gravi cambiamenticasuali nella frequenza degli alle-li di determinato locus (deriva ge-netica), fluttuazioni che possonocondurre alla perdita (più correttoil termine oscuramento) di un da-to allele nelle popolazioni di pic-cole dimensioni.Sia le razze oggi numericamenteben rappresentate sia quelle connumeri decisamente contenuti, inseguito alla selezione per nuovicaratteri genetici immessi in unassetto (quadro) genetico stabilee fissato da secoli, verrebberoesposte inevitabilmente ai rischisopra evidenziati;

3. è di fondamentale importanzanotare che nel 1987 una Conven-zione del Consiglio d’Europa da-va indicazioni riguardo interventidi caudectomia e conchectomiacome fastidiosi, dolorosi, inutiliper l’animale cane, in seguito aStrasburgo ancora il Consigliod’Europa rinforzava dette posizio-ni e prevedeva ulteriori indicazio-ni zootecniche di cui al punto 2con la Convenzione europea del1995. Il Consiglio d’Europa è or-gano istituzionale con competen-ze e funzioni limitate in confrontoalla Commissione Europea (Parla-mento Europeo), della quale svol-ge attività a latere, infatti la Con-venzione riguardante gli argo-menti citati non contiene diktat oimposizione, bensì indicazioneper i Paesi Europei, ai quali è ri-servata libera scelta, con i rispet-tivi Parlamenti Nazionali, di rece-pire o non recepire tale Conven-zione. Questo è l’iter previsto dalDiritto Internazionale.

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A dimostrazione della veridicitàdi quanto esposto è la pratica dicaudectomia e conchectomiaancora in uso in numerosissimiPaesi Europei. Il recepimentodella Convenzione sostanzial-mente dipende dall’orientamentopolitico del Governo e del Parla-mento di ogni singola Nazione equindi alcuni Paesi hanno recepi-to detta Convenzione, altri, forsein futuro, la recepiranno, altri an-cora non accoglieranno mai laConvenzione.Detti interventi, infatti, rientranonella competenza del proprieta-rio del cane, la scelta riguardoagli interventi in oggetto rientranel libero arbitrio dello stessosoggetto umano e la potestà diazione spetta per legge al cittadi-no umano, il quale per i più varimotivi provvederà o meno a sot-toporre all’intervento il cane.Punto focale e risoluzione delproblema è nel garantire e certifi-care (medico veterinario) che l’a-nimale non abbia alcun nocu-mento e/o sofferenza durante l’in-tervento, certamente non nelproibire l’intervento stesso.Gli Stati della U.e., in virtù dellaSovranità Nazionale dello Statodi ogni Paese nelle sue attribu-zioni (ambito delle potestà eser-citabili), possiedono assoluta au-tonomia decisionale. Un compor-tamento, del Parlamento Europeoe di ogni singolo Stato, politica-mente corretto in tal senso ovvie-rebbe alle incomprensioni, aicontrasti, alle contraddizioni zoo-tecniche e legislative che scaturi-scono dalla estrema, comprensi-bile, inevitabile disomogeneitàinterpretativa degli Stati d’Europain merito alla Convenzione. Una

Convenzione intelligente chepreveda, dunque, libertà di scel-ta per il cittadino e non propongadivieti assolverà il duplice compi-to di tutela zootecnica e di osser-vanza delle Norme del Diritto In-ternazionale. A tal proposito è difondamentale importanza sottoli-neare come i Paesi che hanno re-cepito la Convenzione europea sivedano obbligati, per imporre ilrispetto dei divieti di caudecto-mia e conchectomia nel cane, avietare tutte le importazioni di ca-ni amputati e, a livello di cinofiliaufficiale, la partecipazione allemanifestazioni zootecniche deglistessi nonché vietare la riprodu-zione ed il rilascio dei Certificatidi Iscrizione per i soggetti cau-dectomizzati e/o conchectomiz-zati. Questo comportamentoinaccettabile non soltanto generaun isolamento genetico (segre-gazione genica) che conduce al-l’estinzione il pool genetico dellerazze interessate, ma, dal puntodi vista commerciale, costituiscegrave violazione del Diritto Co-munitario che vieta le distorsionidi concorrenza, come da Norma-tiva del Diritto Internazionale.Sia in ambito regionale che inambito nazionale ed internazio-nale detti divieti e conseguentidelibere costituiscono violazionidel Diritto Comunitario che vietale distorsioni di concorrenza edelle Norme Comunitarie sulla li-bera circolazione delle merci(prodotto zootecnico = animalecane) in Europa e gravi deroghealle Norme del Diritto Internazio-nale sulla libera circolazione deicittadini ed esseri viventi (anima-le cane) in Europa e nel mondo. Iriflessi in campo zootecnico - ve-

terinario - etico - politico - de-mocratico - semiologico - so-ciologico - psicologico - cultura-le sono evidenti.

Ancora riguardo all’impossibilità(documentata - documentabile)di controllo dell’osservanza deidivieti in senso generale si temeche detti divieti nel tempo si tra-mutino in Norme parziali dellequali sarà rispettosa solo la mini-ma percentuale delle popolazionidi razza, obbligata da variazionidi standard e dai Regolamenti uf-ficiali delle manifestazioni cani-ne.Da statistiche internazionali ri-guardanti tutte le razze canine ri-conosciute si evince chiaramentecome, rispetto alle iscrizioni ai Li-bri Origine nei diversi Paesi, sol-tanto il 10% (stima arrotondataper eccesso) delle popolazionirazziali viene zootecnicamentecontrollato (manifestazioni zoo-tecniche - esposizioni - selezioni- indagini sanitarie). Questa giàesigua percentuale, invece di es-sere agevolata e quindi ampliata,viene di fatto penalizzata dal di-vieto, in qualche modo ghettizza-ta e svalorizzata. Infatti unica-mente in questa percentualeverrà osservato il divieto, erro-neamente imposto dallo stan-dard, per poter partecipare alle“attività cinofile - cinotecniche”,nel restante 90%, non zootecni-camente controllato, dove risultafondamentale l’indice di gradi-mento dell’acquirente (uomo) delprodotto zootecnico (cane) lacaudectomia/conchectomia con-tinuerà comunque ad essere pra-ticata dal mercato sotterraneodel cane. Di conseguenza tuttol’allevamento, sia a livello nazio-nale che internazionale, saràestremamente ostacolato, perquanto concerne gli interventi dicaudectomia/conchectomia adesempio, dal contrasto zootecni-co - commerciale tra soggetticon coda/orecchie integre zoo-tecnicamente selezionati e sog-getti caudectomizzati/conchec-tomizzati non selezionati, ma dimaggior valore commerciale per-ché più ricercati dagli acquirenti.Si assisterà quindi ad una cresci-ta esponenziale dell’allevamentonon selettivo, non controllato sulpiano zootecnico e sanitario delcane con conseguenti comporta-menti mercantili eticamente edetologicamente inaccettabili uni-tamente alla pratica di caudecto-mia e conchectomia improvvisa-ta e gestita non da medici veteri-nari;

4. come antecitato per recepireuna Convenzione europea è ne-cessario l’iter parlamentare (Ca-mera - Senato) previsto per l’ap-provazione di una legge, proce-dimento dunque ampiamente in-fluenzato politicamente che, co-me per la proposta di legge 59 -A, rischia di subire influenze fuor-vianti.L’assetto europeo e mondiale ri-guardo alla Convenzione si pre-senta come estremamente diso-

mogeneo e contraddittorio evi-denziando e fin d’ora manifestan-do rischi e pericoli zootecnici -veterinari - legislativi poc’anziesposti:

ItaliaA livello nazionale Convenzioneeuropea (ETS 125 Strasburgo1995) tuttora non recepita, ecce-zion fatta per l’episodio regionalelombardo (16.11.00) sopra men-zionato e senza alcun esito

InghilterraDal 1895 vietato l’intervento diconchectomia nel cane, mentreassolutamente lecito quello dicaudectomia. In riferimento allaConvenzione europea dal luglio1993 in Inghilterra l’amputazionedella coda nel cane è da ritener-si illegale se non eseguita da me-dico veterinario professionista.L’Associazione degli Allevatoriinglesi unitamente al RCVS - UK(Royal College of Veterinary Sur-gery del Regno Unito) ed al Ken-nel Club inglese hanno ottenutodal Parlamento una legge checontempli l’intervento di caudec-tomia, se eseguito da veterinario,come assolutamente lecito e le-gittimo (07 - 1993). Ancora unavolta l’Inghilterra si confermaPaese di cultura cinofila, zootec-nica nonché animalista e, tra lenazioni che hanno deliberato inmateria, quello inglese credo siamodello da imitare. Il K.C. ingle-se ha ricevuto conferma dal Par-lamento della stabilità ed invaria-bilità della legge con l’entrata(ancora incerta) dell’Inghilterranella U.e.

GermaniaDivieto del taglio delle orecchiedal 1986 con entrata in vigore1.01.1987 e divieto del taglio dicoda dal 1.06.1998 con eccezio-ne per cani da caccia e/o casi

particolari nei quali il veterinarioaccerti “l’indispensabilità” del-l’amputazione per attività di cac-cia e/o motivi gravi di salute(traumi - ferimenti - malforma-zioni). Da comunicato stampa daparte del Bundesrat (Consigliodel governo tedesco) 1.12.00 lostesso si dichiara favorevole aldivieto di esposizione nelle mani-festazioni cinofile per cani concoda o orecchie amputate, in di-scussione nelle Aule Parlamenta-ri tedesche in questi giorni unita-mente al divieto di importazionein terra germanica di cani ampu-tati.Lo stesso Consiglio nella spiega-zione/chiarimento in riferimentoalla legge in difesa degli animalidel BML (Ministero agricoltura te-desco) si dichiara favorevole aldivieto di allevamento (accoppia-mento) di diverse razze canine ri-tenute pericolose e consiglia diallargare numericamente tale di-vieto, promette inoltre di prende-re in considerazione eventualedivieto di riproduzione per razzecanine con difetti genetici - eredi-tari includendo nell’elenco dei di-fetti ereditari le malformazionicaudali.

Ancora una volta la Germania sidimostra Paese tendente a scelteinaccettabili, indifendibili, zoo-tecnicamente - scientificamente -eticamente errate e, assumendo-mi tutte le responsabilità di quan-to esposto, ritengo desti ulterioregrande perplessità il constatarecome la Germania da semprepromotrice ed impositrice agli al-tri Paesi cinofili (Italia compresa)l’addestramento/ammaestramen-to delle razze di origine germani-ca sottoposte a prove di lavoro,stendendo regolamenti di detteprove di lavoro senza alcun fon-damento etologico - comporta-mentale, dove addestrabilità e

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cieca obbedienza del cane risul-tano essere di assoluta priorità eimportanza e la preparazione de-gli esercizi si basa su principi dicostrizione e vessazione fisica epsichica dell’animale, ora, con-versamente, risibilmente deliberiin merito alla caudectomia/con-chectomia con l’alibi del benes-sere animale.I riflessi del divieto di cui soprasono evidenti nei due esempisimbolici seguenti: il BK (BoxerKlub tedesco) ha dichiarato, nel-l’aprile 2000, che sin dal 1996 siè rilevata una netta diminuzionedelle iscrizioni di cuccioli di raz-za boxer, nel 1999, dopo l’entratain vigore del divieto di caudecto-mia, è stato raggiunto il “minimostorico” che si quantifica nella di-minuzione del 30% delle iscrizio-ni annuali.Per quanto riguarda la razza do-bermann in Germania la diminu-zione del numero di cuccioliiscritti ai Libri Genealogici, dopol’entrata in vigore dei divieti diconchectomia/caudectomia inoggetto, risulta essere del 45%circa in confronto agli anni pre-cedenti

SvizzeraDivieto di taglio di orecchie e co-da dal 1.07.1997. L’Associazionesvizzera animalista (STS) parla dimigliaia di cani amputati importa-ti. La STS propone in questi gior-ni il divieto di importazione e/oesposizione di cani amputati

DanimarcaDivieto di caudectomia e con-chectomia in vigore dal1.06.1996

Svezia - NorvegiaDivieto di caudectomia e con-chectomia in vigore dagli anni1987/1988

FranciaNessuna proposta in Parlamento.Nessuna intenzione di recepire laConvenzione europea (ETS 125)

Spagna - PortogalloNessuna proposta in parlamento. Nessuna intenzione di recepire laConvenzione europea in oggetto

AustriaLegge del Governo austriaco ri-guardante divieto di taglio di co-da/orecchie e interventi simili(nessuna razza esclusa) - convariazioni di standard per le raz-ze, di origine austriaca, colpiteda tali divieti - giace, virtualmen-te in vigore, in Parlamento dal1.01.1999. Essendo l’applicazio-ne di assoluta competenza dellevarie regioni austriache (Vienna -Bassa Austria - Alta Austria -Steiermark - Burgenland etc.)mostratesi a riguardo dissenzien-ti, non si prevede accordo a livel-lo nazionale nel recepire la Con-venzione europea

BelgioNessun divieto previsto dal Par-lamento nazionale.Nessuna intenzione di recepire la

Convenzione

OlandaDivieto di conchectomia in vigoredal 1998 e divieto di caudecto-mia in vigore a partire da ottobre2001

Polonia - Ungheria - Romania -Bulgaria Nessun divieto esistente.Nessuna intenzione di vietare gliinterventi di caudectomia/con-

chectomia nel cane. È interes-sante notare che entro l’anno2005 queste nazioni con ogniprobabilità entreranno a far partedella U.e.

Russia - LituaniaNetta propensione per continua-re nella pratica della caudecto-mia/ conchectomia

U.S.A. - CanadaNessuna proposta inerente divie-

ti di interventi nel cane

Argentina - BrasileDichiarata avversione al divietodegli interventi in oggetto nel ca-ne

ConclusioniSi tratta di un problema che a li-vello legislativo si presenta comeestremamente complesso, sulpiano interpretativo e concettuale

apre un contraddittorio infinito edi non facile risoluzione. Perso-nalmente ritengo che, stante l’as-soluta garanzia di assenza delladolorabilità negli interventi inquestione se (conditio sine quanon...) eseguiti da medico veteri-nario professionista, considerati ilimitati studi sulla sensibilità aldolore e sulla soglia del dolorenell’animale (concetto di soglia -concetto di dolore nell’uomo),problematica approfondita dal-

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l’autore nell’osservazione di nu-merosi casi di mutilazione nellespecie Canis lupus e Vulpes vul-pes a seguito di illegale catturaper mezzo di trappola, ma co-munque nel nostro caso non sus-sistente vista l’abolizione dellasensibilità dolorifica obbligato-riamente indotta mediante ane-stetico, tenendo presente i vari ri-schi di cui una legge sul divietosarebbe foriera, l’attuazione delConsenso informato sia assolu-

tamente da condividere e perse-guire come proposta intelligente,equa, praticabile, evoluta, risolu-tiva e, in particolar modo, prepa-ratoria con lo scorrere degli anniad una meno drammatica quindimeno gravosa accettazione dieventuale, graduale cambio,omogeneo a livello internaziona-le, di indirizzo contemplante abo-lizione e disuso - non obbligatoma liberamente scelto - degli in-terventi di caudectomia e con-

chectomia nel cane. Il Consenso informato (peraltroesistente ma di uso limitatissi-mo), come accordo cosciente,volontario e consenziente allaesecuzione degli interventi, condettagliata modulistica del Con-senso informato stesso riserve-rebbe all’Ordine giusta rilevanzain quanto settore professionaledegli operatori direttamente chia-mati in causa unitamente all’alle-vatore e/o proprietario nella pia-

nificazione e scelta riguardo op-portunità e/o necessità dell’inter-vento.Il medico veterinario, dunque,come riferimento nell’ambito delpotere decisionale del proprieta-rio del cane riguardo l’interventoe garante del benessere animaledurante l’intervento stesso.Non credo che una legge impo-sitiva che preveda divieti in talsenso riesca a garantire il be-nessere dell’individuo animale

né quello della popolazione raz-ziale che, come descritto, a cau-sa delle conseguenze restrittivo- proibizioniste applicative di ta-le legge e degli innumerevoliescamotage sottrattivi probabil-mente genererebbe financo unadiminuzione della tutela del be-nessere animale.È opportuno ora chiarire definiti-vamente come un interventoumano (di qualsivoglia genere)nei confronti di animali, quandan-che per taluni incomprensibile,non potrà mai essere criminaliz-zato, proibito, vietato quando,previa verifica e accertamento, sistabilisca e definisca come nonarrecante danno e/o nocumentopsico - fisico - comportamentaleall’animale né comportante dolo-razione evidente per lo stessoanimale. In caso contrario si assi-sterà ad una strumentalizzazionedell’inviolabile principio di tuteladel benessere animale, la cuimancanza negli interventi in og-getto verrà dunque affermata estigmatizzata esclusivamente inlinea di principio, concettualmen-te, seguendo presupposti senzareali riscontri pratici.La criminalizzazione di tali inter-venti e dell’Ordine professionaledei Veterinari risulta dunqueinaccettabile!Per quel che concerne riflessi easpetti del problema in ambitoculturale appare necessario evi-denziare il dovere culturale, bioe-tico, ma soprattutto morale, dellatutela del benessere animale in-dividualmente inteso laddove siravvisassero estremi di reale sof-ferenza inflitta ad animali (inesi-stente nella questione in oggetto)mai disgiunto dall’identico, diegual peso, dovere della tutela esalvaguardia di razza e speciedomestica. Dovere - necessaria-mente, inalienabilmente, impre-scindibilmente - dell’essereumano sia esso operante in am-bito bioetico, animalista, medico- veterinario, zootecnico, etologi-co, zoologico, biologico.La tutela del benessere animaledeve essere strettamente legataalla garanzia della qualità dellavita dell’animale stesso, alla sal-vaguardia della popolazione dirazza e alla garanzia di sopravvi-venza della stessa in quanto fa-cente parte di specie domesticageneticamente definita medianteselezione artificiale umana che,dunque, proibisce ogni sorta dideresponsabilizzante esenzioneumana.Personalmente sono convintoche i comitati bioetici nazionalied internazionali, dei quali hoprofonda stima, sapranno corret-tamente interpretare la poliedri-cità di questa problematica, con-siderando come una rigorosa ecorretta interpretazione dovrà ne-cessariamente mantenere massi-ma equidistanza e da assurda,miope, ascientifica, immotivata,stupidamente meccanicisticaconcezione cartesiana dell’ani-male e da infondata presa di po-sizione tout court emozional -isterico - pseudoanimalista. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200014L ’ A P P R O F O N D I M E N T O

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P ur essendo l’Italia la patriadell’Abate Lazzaro Spal-lanzani che, all’Università

di Pavia, nel 1780 riuscì ad insemi-nare con successo una femmina dicane, solo negli ultimi anni si è ca-pita l’importanza dell’inseminazio-ne artificiale in questa specie. Cominciamo subito con il precisa-re che la definizione “fecondazio-ne artificiale” non è corretta; infat-ti quando si depone del seme dicane in un qualsiasi distretto del-l’apparato riproduttore della fem-mina conspecifica non si operauna fecondazione (magari fossecosì semplice!), ma si tenta un’in-seminazione. Per questo motivod’ora in poi parleremo solo di IN-SEMINAZIONE ARTIFICIALE (I.A.)Perché si ricorre all’I.A.?Le necessità possono essere mol-teplici: eccessiva distanza tra idue soggetti, problemi caratterialidel maschio o della femmina, ine-sperienza comportamentale di en-trambi, patologie acquisite, difettianatomici che pur non essendotrasmissibili possono impedireuna monta naturale, limitazionedelle patologie veneree o comun-que trasmissibili con il coito finoad arrivare, nel caso dell’uso delseme congelato a fecondare fem-mine con seme di stalloni decedu-ti da molti anni. Qualsiasi sia il motivo che ci spin-ge a mettere in pratica questa tec-nica, mai e poi mai dovremo di-menticare che il maschio donatoredeve essere o deve essere statocomunque in grado di generarecucciolate frutto di monte naturali,dovremo sempre tenere presenteche allevando dobbiamo selezio-nare, conservare e migliorare.Qualsiasi sia la tecnica di insemi-nazione della quale abbiamo de-ciso di avvalerci ricordiamocisempre che per quanto preparati,abili o fortunati sappiamo essereNON riusciremo mai a sostituirci aMadre Natura. Vediamo quindi diessere così accorti di inseminarela femmina desiderata nel mo-mento fisiologico più propizio enon quando rimane comodo a noi. Di fondamentale importanza saràquindi un buon “management del-l’accoppiamento”. Con questa definizione intendia-mo stabilire con la maggior preci-sione possibile il giorno esatto diovulazione della femmina. La pubertà oscilla a seconda del-la taglia e della razza, tra il sestoed il ventesimo mese di età circa,(spesso le femmine appartenentia razze giganti sono più tardive)con maggiore frequenza entro ilprimo anno. Normalmente dalpunto di vista strettamente ripro-duttivo si evita di far coprire lafemmina al primo od al secondocalore e non esiste menopausa.La femmina di cane è monoestra-

le stagionale, ha cioè un solo cicloestrale per stagione e normalmen-te ha due stagioni riproduttive al-l’anno. Sappiamo che il ciclo estrale dellacagna è diviso in PROESTRO,ESTRO, DIESTRO ed ANAESTRO. L’estro è il periodo dell’ovulazioneed è sulla ricerca esatta e sulladurata dello stesso che dovremoconcentrare la nostra attenzione. Questa si sviluppa con l’uso del-la citologia vaginale e con l’evi-denziazione dell’ormone Proge-sterone. La citologia vaginale prevede l’al-lestimento del cosiddetto “strisciovaginale”; questo si esegue stri-sciando su uno o più vetrini por-taoggetto il secreto vaginale dellafemmina in estro. Le caratterisri-che delle cellule prelevate ci indi-cheranno il giorno preciso dell’o-vulazione. La metodica più corret-ta prevede che allo striscio sia ab-binata la ricerca quantitativa delProgesterone ematico, ormoneappunto che si innalza prima del-l’ovulazione. Solo la buona conoscenza di que-ste metodiche ci permette l’usodell’I.A. Una volta stabiliti i giorni propiziall’inseminazione la nostra atten-

zione sarà rivolta alla scelta del ti-po di inseminazone che più ciconviene.

I.A. con seme fresco, semerefrigerato e seme congelatoLa valutazione del seme è condi-zione indispensabile per il rag-giungimento del nostro scopo, au-mentare cioè al massimo la possi-bilità di ottenere una gravidanzacon un numero accettabile di feti. Per valutare correttamente la qua-lità del seme occorre stimolareun’eiaculazione al soggetto desi-derato. L’eiaculato del maschio di cane èdivisibile in tre frazioni: pre-sper-matica, spermatica e prostatica. La nostra attenzione deve essererivolta alla frazione spermatica; diquesta prenderemo in considera-zione volume, aspetto generale ecolore per passare poi alla valuta-zione numerica, morfologica efunzionale degli spermatozoi pre-senti. Tenendo presente che il seme fre-sco è il più semplice da manipola-re e che l’I.A. con seme fresco èforse la meno complicata da at-tuare, in questo caso possiamoanche “accontentarci” di un semedi non eccezionale qualità.

Per quanto riguarda invece l’usodel seme refrigerato ed ancor piùcongelato, la qualità del seme DE-VE essere ottima.

L’inseminazione artificiale nel caneFacciamo il punto

di Matteo Spallarossa

Coordinatore del Gruppo diStudio SCIVAC di Riproduzione eSegretario EVSSAR

Attualmente possiamo dire checorrette metodiche di I.A. con l’u-so di seme fresco danno una pos-sibilità di successo intorno all’80%e più, percentuali che scendonodecisamente con l’uso di seme re-frigerato ed ancor più congelato. Erroneamente nel parlar comune ilparagone con la “fecondazioneartificiale” nella specie bovina ri-corre con molta frequenza; pur-troppo così non è, il seme di caneè delicato, facilmente deteriorabi-le e soffre molto durante la proce-dure di refrigerazione o congela-mento e durante i processi inversi. A causa di questa sensibilità qua-lora si decidesse di conservaredel seme di un riproduttore che sigiudica essere di grande impor-tanza, bisognerebbe essere previ-denti e congelare il seme dellostesso quando è ancora relativa-mente giovane e non ricordarsenequando il cane è anziano ed il suoseme è ormai di buona qualità permonte naturali, ma di pessimaqualità per subire processi di con-gelamento e scongelamento. Per l’uso di seme refrigerato ocongelato bisogna avvalersi deimestrui diluitori, i cosiddetti “ex-tenders”. Questi sono combinazioni di pro-teine, conservanti ed antibiotici inpresentazione liquida, o comun-que fluida, che miscelati in pro-porzioni corrette consentono lasopravvivenza degli spermatozoio comunque della parte di eiacu-lato che si pensa di adoperare. Un seme di buona qualità, refrige-rato, manipolato con capacità edesperienza e miscelato con unbuon mestruo diluitore può essereinseminato anche dopo alcunigiorni. Questo margine di tempo

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 15

Cane maschio (Levriero Azawak) con pene estroflesso in seguito a rac-colta del materiale seminale per valutazione dello stesso.

Cagna con neonati.

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consente, affiancato ad un buonmamagement dell’accoppiamento(stabilire cioè il giorno giusto diovulazione della femmina) e aduna buona conoscenza da partedell’operatore delle tecniche di in-seminazione, di ottenere risultatipositivi in percentuale leggermen-te inferiore all’uso del seme fre-sco. I vantaggi dell’uso del semerefrigerato sono quindi quelli diavere del materiale relativamentefacile da maneggiare ed un buonmargine di tempo per agire concosti di trasporto non elevatissimie possibilità di discreto successo. Questa metodica attualmente per-mette collegamenti anche da uncontinente all’altro, perché unavolta avvisato il proprietario delmaschio donatore di quali sarannoi giorni più fecondi della femminada inseminare il tempo utile è an-cora sufficiente per raggiungere ilnostro scopo. Le difficoltà aumentano con il se-me congelato. Innanzitutto le tec-niche di congelamento sonoestrememente difficili, attualmen-te i centri più attrezzati hanno lapossibilità di effettuare congela-menti programmati e computeriz-zati, ma logicamente estrema-mente costosi. Chi si occupa datempo di congelamento del semecanino ha comunque messo apunto metodiche manuali che ga-rantiscono ottimi risultati di con-gelamento e scongelamento. Inquesto caso la buona conoscen-za degli extenders, della qualitàdel seme e delle metodiche di in-seminazione sono fondamentaliper il raggiungimento dello sco-po. I vantaggi del seme congela-to sono fondamentalmente rivoltialla possibilità di stoccare le dosidi seme preparato in “paillettes” o“pellets” suddividerle in più dosiin modo da poter eventualmenteeseguire più inseminazioni e po-terle poi conservare in azoto liqui-do a -200° circa per un periodo ditempo illimitato. È da sapere però che una volta al-lestiti, i preparati possono circola-re per tutto il mondo, ma con re-golamentazioni estremamente ri-gide, costi elevati e rischi.

Le tecniche di inseminazionePer tecnica di inseminazione si in-tende come deporre il prodottodell’eiaculazione, debitamente al-lestito, nell’apparato riproduttoredella femmina desiderata.

Come già detto in precedenza latecnica di inseminazione dipendedal tipo di seme che si vuole ado-perare. Il seme fresco dovrebbe esseredeposto in vagina il più profon-damente possibile avvalendosidi cateteri urinari, cateteri speci-fici, cannule (anche quelle in usonell’I.A. della specie bovina) odendoscopi rigidi. Generalmentelavorando con il “fresco” si han-no a disposizione volumi abbon-danti e quindi il margine di errorenella deposizione è più ampio ri-spetto al “refrigerato” od addirit-tura al “congelato” dove i volumisono decisamente inferiori senon minimi. Attualmente gli strumenti più inuso sono i “cateteri norvegesi” egli endoscopi rigidi. I primi si chiamano così perchésono stati ideati nei paesi scandi-navi, dove per altro gli studi di ri-produzione nella specie canina ele pratiche di I.A. sono molto se-guiti e praticati. Questi cateteri prodotti in tre diffe-renti misure (per poter eseguirel’inseminazione su qualsiasi raz-za) sono costituiti da un corpo dimateriale plastico ed un mandrinocavo d’acciaio. Il principio d’uso èrelativamente semplice, ma l’usopratico richiede molta esperienzain quanto le manualità che si de-vono eseguire non sono scevre darischi. L’endoscopio rigido (a fibre otti-che) è attualmente quanto di me-glio la tecnica possa mettere a di-sposizione, ma i costi di acquistoe di gestione non sono certo bas-si. Con questi strumenti l’occhiodell’operatore “entra” direttamentein vagina facilitandone di molto ilcompito; anche in questo casoesperienza e conoscenze anato-miche sono basilari. Le tecniche di inseminazione conil seme refrigerato anche se leg-germente più complicate, ricalca-no quelle in uso con il seme fre-sco, ma sono subordinate alllaqualità dell’extender adoperato.Gli extender considerati migliorisono quelli che garantiscono unabuona motilità degli spermatozoidopo aver riportato l’eiaculato aduna temperatura fisiologica, con-sentendo una deposizione intra-vaginale più o meno profonda. Fino a pochissimo tempo fa, mamolti preferiscono ancora adesso,l’inseminazione con seme conge-

lato avveniva per via chirurgica; lamessa a punto di extenders speci-fici consente attualmente ad alcu-ni operatori particolarmente abilidi ottenere gravidanze in femmineinseminate con cateteri norvegesio con l’uso degli endoscopi. L’inseminazione chirurgica si effet-tua per via laparotomica, si ese-gue cioè un’apertura dell’addome,con una breccia che consenta diesteriorizzare il corpo dell’utero esi immette il seme debitamentescongelato. Se la tecnica è ese-guita correttamente le possibilitàdi successo sono notevoli. Biso-gna tenere presente che il profes-sionista che manipola il seme con-gelato è automaticamente investi-to di una grande responsabilità;molte volte infatti capita di scon-gelare pailettes che contengonodosi fecondanti di stalloni decedu-ti da tempo, di inestimabile valorezootecnico od affettivo e che nonlasciano certo spazio all’approssi-mazione. In buona parte dei Paesi del mon-do a cinofilia evoluta l’I.A. è ormaimetodica acquisita, accettata eregolamentata. Nei paesi scandinavi, che attual-mente in Europa costituiscono unpo’ un modello da seguire, le me-todiche e le regolamentazioni so-no periodicamente adeguate alletecniche moderne. Questo haconsentito a quei Paesi di otteneredei prodotti di altissimo livello. Non si può ancora dire lo stessoper l’Italia. Le Università (a parteun piccolissimo numero di Facoltàrispetto a tutte quelle presenti sulterritorio), gli Enti ufficiali della ci-nofilia e gli stessi Medici Veterina-ri L. P., non hannno finora prestatomolta attenzione all’insegnamentodella riproduzione dei piccoli ani-mali ed alla regolamentazione del-l’I.A. Nelle ultime settimane però,dal punto di vista della regolamen-tazione qualche cosa parrebbeessersi mosso con andamento fa-vorevole. Va peraltro auspicato che la rego-lamentazione sia molto severa eche su di essa gli organi prepostivigilino con molta attenzione. È facile intuire che le metodichedescritte in questo scritto troppofacilmente prestano il fianco aduna gestione opportunistica efraudolenta; il segnalamento deimaschi donatori di seme dovrà es-sere rigoroso e veritiero, le iscri-zioni ai libri genealogici dovrannoessere controllate con rigore, co-me rigoroso e sicuro dovrà esserelo stoccaggio. L’atto stesso dell’in-seminazione dovrà essere certifi-cato con estrema serietà; la stes-sa serietà andrà applicata al mo-mento del controllo e della regi-strazione delle cucciolate nate inseguito all’I.A. Per ottenere buoni risultati dovràesserci sinergia tra Club Speciali-stici di razza, Enti della Cinofiliaufficiale, Università ed Associazio-ni Culturali di Veterinari L.P., solocosì il nostro Paese potrà stare alpasso con gli altri Paesi del Mon-do per ottenere quegli scambi in-dispensabili al miglioramento del-l’allevamento canino. ■

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200016

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Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

I l 1° Convegno dell’ANMVI,patrocinato da RegioneLombardia, Provincia di

Cremona, Comune di Cremona,ha visto impegnati autorevoli re-latori e si è sviluppato in duesessioni: nella sessione del mat-tino si è affrontato il tema dellaRiforma degli Ordini e Riordinodelle Professioni Intellettuali; nel-la sessione pomeridiana si sonoillustrati gli aspetti e le proble-matiche connesse all’accessoalla Professione Veterinaria.Chairman della mattinata il Dr.Gaetano Penocchio Presidentedella Federazione Regionale de-gli Ordini della Lombardia, cheha introdotto i lavori evidenzian-do come questo Convegno siavenuto a cadere a poca distanzadalla data del 10/11 u.s. in cui,su proposta del Ministro Fassino,il Consiglio dei Ministri ha appro-vato il disegno di legge di “Dele-ga al Governo in materia di Pro-fessioni Intellettuali”.Entro 18 mesi dalla data di en-trata in vigore di questo provve-dimento il Governo è delegato aemanare uno o più Decreti Legi-slativi aventi come oggetto ”Ladisciplina delle professioni intel-lettuali” nel rispetto dei criteri in-dicati.Il Dr. Penocchio ha sottolineatouna prima considerazione relati-va al metodo adottato: secondo iprofessionisti sarebbe stato ne-cessario arrivare alla riforma del-le professioni intellettuali me-diante una legge quadro varatadal Parlamento, evitando di uti-lizzare lo strumento della delegaa questo o a futuri Governi.L’excursus storico dei fatti inter-venuti su questo argomento nelcorso della Legislatura ha regi-strato degli attacchi oggettivi almondo delle professioni ed èstato intercalato da lunghi perio-di dove è risultata evidente lamancanza della volontà politicadi procedere alla riforma.E ciò fino a settembre quando ilMinistro Fassino, a pochi mesidallo scioglimento delle Camere,ha annunciato di voler procede-re alla riforma dicendosi dispo-sto ad accogliere le richieste deiprofessionisti.Con una modifica sul program-ma, a causa dell’assenza per im-pegni inderogabili dell’On. Ma-rianna Li Calzi, Sottosegretariodi Stato, Ministero della Giusti-zia, e del Dr. Gianni Boeri, Presi-dente CUP - Comitato UnitarioPermanente Ordini e Collegi Pro-fessionali, la Dr.ssa Elisa Pica-roni, Magistrato, della DirezioneGenerale Affari Civili e LibereProfessioni, Ministero della Giu-stizia, ha illustrato la sua relazio-ne dal tema: “Presupposti, con-

tenuti e significato del DdL sulRiordino delle Professioni Intel-lettuali, con particolare riferimen-to alle principali novità introdottedalla riforma”.La Dr.ssa Picaroni ha seguito lafase finale dei lavori relativi allaRiforma degli Ordini Professio-nali fino alla stesura del DdL ap-provato dal Governo il 10/11 u.s.Il Magistrato ha illustrato gliaspetti più innovativi del Dise-gno di Legge, partendo da unraffronto tra la legislazione na-zionale relativa alla professioneintellettuale (di tipo codicistico)e quella comunitaria (Direttiva92/50/CEE).Fondamentale nella Legge Fas-sino del 10/11/00 è il concetto diProfessione regolamentata, talein quanto è previsto un iter defi-nito (accesso, verifica di aggior-namento permanente) volto agarantire una qualità minima alcliente.Aspetti innovativi della Leggesono in sostanza la possibilità diesercitare la professione, fino adora consentita in forma singola oassociata, in forma societaria ela regolamentazione nell’utilizzodella pubblicità.Per quanto riguarda le tariffe, nelDdL si fa menzione solo a tariffeminime da stabilirsi, quali limitigaranti di un livello minimo diqualità.Il Dr. Gaetano Stella, PresidenteCONSILP - Confederazione Sin-dacale Italiana Tutela Professio-ni, ha preso successivamente laparola sottolineando la necessitàdi modernizzare il sistema di re-golamentazione delle professioniper renderlo più compatibile conla realtà europea, in considera-zione che tutte le professioni so-no esposte alla concorrenza in-

ternazionale.Non sono mancate da parte delDr. Stella note negative nei con-fronti del DdL Fassino: peresempio la nuova regolamenta-zione della pubblicità è stataconsiderata penalizzante neiconfronti dei giovani all’iniziodell’attività professionale; a que-sto proposito CONSILP avrebbeauspicato un iter in parallelo trala riforma dell’accesso alle pro-fessioni e la riforma dell’univer-sità, ma purtroppo così non èstato.Altro aspetto non risolto secondoil relatore è quello spinoso degli“abusivi”, piaga di tutte le cate-gorie; secondo il Dr. Stella al Go-verno è mancato il coraggio diaffondare gli Ordini Professiona-li, ma si sta adoperando per unosvuotamento delle professioniattraverso l’allargamento indi-scriminato delle competenze alleassociazioni delle professioni adoggi non regolamentate e l’intro-duzione delle società di capitali,aperte totalmente a soggetti ter-zi, finanziatori.È seguito l’intervento del Dr.D’Addario, Presidente F.N.O.V.I.,che ha ricordato ai presenti co-me già nel 1982 il Ministro diGrazia e Giustizia costituì unaCommissione per lo studio dellariforma degli Ordini Professiona-li.Ha proseguito il suo excursus fi-no ai giorni nostri, quando il Mi-nistro D’Alema ha ipotizzato l’eli-minazione degli ordini professio-nali, ritenuti un ostacolo all’ac-cesso alla professione per i gio-vani.Secondo il Dr. D’Addario lamancanza di un unico tariffarioprofessionale per la categoriadei Veterinari è da ritenersi forte-

mente limitante la professionalitàdella categoria in quanto le pre-stazioni sottopagate non dannole necessarie garanzie di profes-sionalità; attualmente ogni Ordi-ne provinciale, in base alle pro-prie esigenze e realtà territoriali,stabilisce un proprio tariffariomentre l’emanazione di un tarif-fario nazionale garantirebbe laqualità della prestazione.Il Presidente A.N.M.V.I., Dr. Mar-co Eleuteri ha rivolto parolepiuttosto dure nei confronti delruolo svolto attualmente dagliOrdini Professionali, pur provo-cando qualche reazione tra ipartecipanti al dibattito conclusi-vo della prima sessione; ha po-sto l’accento sull’importanza del-l’accesso all’Università quale ac-cesso alla professione, sull’ag-giornamento permanente verifi-cato, sui tariffari minimi quali ga-ranzia di qualità minima nei con-fronti del cliente, sugli aspetti as-sicurativi relativi alle prestazioniprofessionali.La sessione pomeridiana, coor-dinata dal Dr. Alessandro Lom-bardi Presidente della Federa-zione Regionale Ordini del Pie-monte, ha affrontato il tema ine-rente l’accesso alla ProfessioneVeterinaria.Il Prof. Vincenzo Caporale, Di-rettore dell’Istituto Zooprofilatticodi Teramo, con il suo consuetostile sagace, si è soffermato sul-lo specifico accesso alla Profes-sione del Veterinario destinatoad operare negli Istituti Zooprofi-lattici ai quali il mondo odiernorichiede prestazioni altamentespecialistiche.Secondo il Relatore, basilare èabbandonare lo schema tradi-zionale del Veterinario e sposta-re l’obiettivo sul concetto di

Cremona, 24 novembre 2000

1° Convegno Nazionale A.N.M.V.I. Accesso alla professione e futuro degli Ordini professionali

di Daniela Feltrinelli

Medico Veterinario, ASL, Brescia

COMPETENZA (come potestà ecapacità) ad operare in determi-nati campi. Dichiarando chiara-mente che gli attuali Ordini Pro-fessionali sono organi obsoleti, ilProf. Caporale ha auspicato lanecessità di Ordini moderni, ca-richi di contenuti, organi di ac-creditamento della professioneche eroghino prestazioni di qua-lità.Criticando i corsi di laurea attua-li, ritenuti troppo lunghi e inade-guati rispetto alla domanda sulpiano dei contenuti, il Prof. Ca-porale ha concluso il suo inter-vento dichiarando che la partitasugli Ordini Professionali va gio-cata con professionalità e conregole che garantiscano la clien-tela (valutazione delle prestazio-ni da parte terza).Il Dr. Romano Marabelli, Diretto-re del Dipartimento Alimenti, Nu-trizione e Sanità Pubblica Veteri-naria, ha esordito dichiarandoche gli sbocchi professionali peri Medici Veterinari ci sono a con-dizione che si riesca a fornireuna professionalità adeguata esi occupino determinati spaziqualificanti.Per la Sanità Pubblica in partico-lare non c’è mai stato un mo-mento come quello attuale ri-guardo alle competenze: la bol-latura sanitaria delle carni, adesempio, non è solo l’atto con-clusivo di un atto ispettivo codifi-cato costituito da tagli, palpazio-ni ecc., ma il momento conclusi-vo di un processo più completo,il controllo di filiera.Una diversa professionalità, unamaggior attenzione, sono gli ele-menti per sostenere la sfida del-la salute pubblica, unitamenteanche ad un altro ingredientebasilare: il senso di appartenen-za alla professione.Il Prof. Carlo Girardi, Coordina-tore della Conferenza dei Presididelle Facoltà di Medicina Veteri-naria, ha lucidamente esaminatole problematiche che hanno af-flitto la facoltà di medicina Vete-rinaria negli ultimi 30 anni (aper-tura dell’Università allo studio dimassa, contestazione studente-sca, apertura di nuove sedi) indi-viduando elementi positivi per ilfuturo, tra i quali: la riforma del-l’Università, la disponibilità distrutture adeguate, il numeroprogrammato.Fortemente consapevole dell’im-portanza che la formazione uni-versitaria si confronti con il mon-do esterno, ha illustrato l’iniziati-va della facoltà di Medicina Ve-terinaria di Torino, che vede, nel-l’anno accademico 2000-2001 lacollaborazione di 20 docenti acontratto provenienti dal mondodel lavoro, Servizio Sanitario Na-

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 17A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

Sessione del mattino: Riforma degli Ordini.

Page 17: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

zionale e Libero Professionisti.Il Dr. Carlo Pellegrino, membrodella Commissione A.N.M.V.I.Giovani Veterinari ha sottolineatole difficoltà, anche economiche,che un giovane laureato deve af-frontare nell’inserimento nelmondo del lavoro. Ha espresso considerazioniamare, ma non di rassegnazio-ne; secondo il giovane collega irimedi si individuano in interven-ti di riordino del numero dellepersone che possono accedereal corso di laurea e nell’acquisi-zione di un bagaglio culturalesolido e pratico, all’altezza dellerichieste dei tempi con una nettaimpostazione già nel percorsouniversitario.

Direttamente collegato al prece-dente, l’intervento del Dr. PaoloBossi, Presidente dell’Ordinedei Medici Veterinari di Milano,che ha illustrato i dati relativi adun questionario sull’inserimentoalla professione degli iscritti al-l’Ordine di Milano nell’anno1999.Pur considerando il numero esi-guo dei giovani neoiscritti inter-pellati (80 di cui 70 hanno rispo-sto) in particolare due dei quesi-ti formulati si ricollegano a quan-to già il Prof. Girardi ha dichia-rato circa la necessità del rap-porto Università - Mondo del La-voro.

Alle domande:

1) “Ritieni di aver ricevuto suf-ficienti informazioni sullarealtà del mondo del lavoro?”62 intervistati (89%) hanno risposto NO

8 intervistati (11%) hanno risposto SI

2) “Ritieni utile il tirocinio svol-to per la preparazione alla pro-fessione?”16 intervistati (29%) hanno risposto SI

39 intervistati (71%) hanno risposto NO

Risposte forse di un campionecircoscritto, ma sufficientementesignificative.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200018A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

C onsiderando la mia posizio-ne di Presidente dell’ANMVI,

una Associazione che raccogliesotto la sua bandiera quasi10.000 medici veterinari, di cuiuna grande maggioranza LiberiProfessionisti, sarebbe logicoaspettarsi un discorso dagli altitoni corporativi, una filosofica ri-flessione sull’importanza della li-bera professione come massimaespressione delle attività di tipointellettuale, un’accorata difesa diquella libertà che è sinonimo di in-dipendenza da vincoli ed influen-ze esterne e quindi di obbiettività e serenità nel giudizioe nello svolgimento della propriaattività.Gli illustri relatori che mi hannopreceduto hanno già toccato inmodo approfondito i punti salientidi una riforma che tanto ha fattodiscutere e continuerà a farlo, vi-sto che il suo iter non è ancora ar-rivato al capolinea.A questo proposito permettetemidi esprimere la mia preoccupazio-ne per l’urgenza manifestata dalgoverno nel voler concludere intempi brevi questa vicenda, la-sciando intravedere una neanchetroppo velata impostazione politi-ca più che tecnica nella elabora-zione di questa riforma vista lasua rilevanza per le prossime sca-denze elettorali.

L’interventoRiportiamo di seguito il testo integrale della relazione

del Presidente ANMVI al Convegno

1) Vorrei invece approfittare, perconcludere questa proficua mat-tinata di lavoro, per fare alcuneriflessioni relative alla situazionein cui versa la Veterinaria italiana da alcuni decenni e sulla posizio-ne che l’ANMVI ha preso nei con-fronti della Riforma.Durante un incontro svoltosi tem-po fa a Torino, in cui erano pre-senti tutte le componenti liberoprofessionali e in cui si dibatteva-no le conclusioni dell’Antitrust euna delle prime bozze di riforma,rimasi colpito dalla difesa del pre-sidente dell’ordine degli Avvocatiche, al di là di una capacità dia-lettica da vero mestierante, evi-denziò una dura ma indiscutibilerealtà.Le altre categorie professionalistanno difendendo privilegi, pote-re e indipendenza che nei secolisi sono conquistati e che oggiamministrano con avvedutezza ecapacità.

Ma noi cosa abbiamo da difen-dere?Quello che gli altri difendonostrenuamente noi lo dobbiamoancora conquistare.

Perciò se questa riforma non saràcorrettamente strutturata, rischiadi essere per la nostra categoria ildanno e la beffa insieme.

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Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

2) Nel fare una carrellata ad am-pio respiro, che abbracci tutti icontesti principali del panoramasocio-politico italiano che stannoindiscutibilmente alla base dell’e-voluzione della libera professione,(per la Veterinaria in realtà si ètrattato di una vera e propria invo-luzione) va preso atto come dauna impostazione prettamentestatalista si sia passati ad un gra-duale decentramento.Tutto ciò è avvenuto però senzafornire delle regole, delle lineeguida adeguate che permettes-sero al processo di cambiamentodi evolvere in modo equilibrato,senza portare ad un vero e pro-prio Far West come è invece suc-cesso.Il decentramento e la regionaliz-zazione, non corredati da preciseregole, che il Governo avrebbedovuto emanare, stabilendo i limi-ti entro i quali ogni organo perife-rico si sarebbe potuto muovereautonomamente, ha portato aduna babele sia normativa che ap-plicativa che trova un triste riscon-tro nella realtà professionale quo-tidiana.

E questo, come tutti sapete, nonè accaduto solo in tema di libe-ra professione!

Gli Ordini Veterinari e la FNOVIhanno avuto notevoli difficoltà ditipo istituzionale e organizzativo asvolgere il loro compito di tuteladella professione e sono statimessi nella condizione di concen-trare e disperdere per anni granparte delle loro energie nella ge-stione ordinaria delle piccole be-

ghe e di problematiche di secon-do piano, trascurando l’impegnopiù importante, oserei dire vitale,per la categoria: dare maggiorevisibilità e presenza alla categoriaveterinaria, sia nei confronti delleistituzioni che dei mass-media, emigliorare la qualità della vita pro-fessionale degli iscritti attraversoun rigoroso controllo della qualitàdelle prestazioni e delle continueingerenze delle altre categorieprofessionali.

Proprio la Regione Lombardia po-chi giorni fa ha per l’ennesima vol-ta dato prova di in quanta pocaconsiderazione venga tenuta lanostra categoria, e quel che èpeggio di quanto sia insostenibileun certo tipo di autonomia legisla-tiva.Una legge nazionale che vieta gliinterventi di chirurgia estetica su-gli animali da compagnia, concor-data nelle modalità di applicazio-ne, sarebbe benvenuta.

Ma scoprire che una Regione, si-curamente in buona fede, emaniuna legge, scritta palesementesenza aver consultato almeno laFederazione Regionale degli Or-dini, tra l’altro con evidenti spere-quazioni tra liberi professionisti edipendenti pubblici ed il tutto conuna valenza solamente regionale,rasenta il ridicolo.Vorrà dire che faremo come negliStati Uniti per il gioco d’azzardo oper i matrimoni.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 19A . N . M . V . I . I N F O R M A

Dedicato a...vespe eserpenti

N el corso del ConvegnoNazionale A.N.M.V.I.

“Accesso alla Professione e fu-turo degli Ordini Professionali”abbiamo assistito ad unoscontro di cui non sentivamo lanecessità. Dagli Ordini ai Sin-dacati ci è sembrato di tornareindietro di qualche lustro.A tutti coloro che hanno avutouna parte nell’“incidente”, an-che ad evitare di riproporre su“Professione veterinaria” situa-zioni rissose e contraddittoriestenuanti, non più di una fa-vola di Esopo, con dedica:“Una vespa s’inchiodò nella te-sta di un serpente e lo tortura-va senza tregua. E quello nonpoteva fare niente, niente!, perliberarsi dal tormento e dallarabbia.Passava un carro per strada.Ammazzarsi per ammazzare,non c’era via di scampo.Mise la testa sotto le ruote e fufinita per entrambi”.

Gaetano Penocchio

Gaetano Penocchio

Page 19: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

Venite in Liguria a far tagliare leorecchie al vostro cane!L’Abruzzo vi aspetta per fuocare ilvostro cavallo e per tagliare la co-de ai vostri Jack Russell!

Vedete quindi che eliminare gliordini o snaturarli sarebbe co-me legittimare la più completaanarchia.

Ben venga quindi una deregula-tion, se però prima verranno crea-te delle strutture di coordinamen-to nazionale, di controllo dellaqualità della prestazione profes-sionale sia tra gli stessi colleghi,sia nei confronti dei fruitori dei no-stri servizi e soprattutto se gli Entiche sovraintendono alla nostraprofessione avranno i mezzi ed ipoteri per gestire un tale impegnoorganizzativo.

Oggi però non siamo ancorapronti per un tale passo.

La conseguenza sarebbe un livel-lamento in basso di dimensioniapocalittiche.Una simile decisione sarebbeinoltre un insulto per tutti coloroche si sono impegnati nell’ultimodecennio per far maturare e cre-scere la veterinaria italiana, siadal punto scientifico che profes-sionale.

Perciò sarà fondamentale lagradualità con cui questi cam-biamenti verranno messi in at-to.

3) Permettetemi ora di fare unabreve analisi dei punti salientidella riforma.a) Un primo punto da trattare ri-guarda l’Università.È proprio iscrivendosi al primo an-

no di laurea che si entra in un ci-clo produttivo che durerà una vita,e nel quale si viene formati per di-ventare un giorno a nostra voltadei produttori e fornitori di servizi.La veterinaria italiana soffre daanni per un sovraffollamento dituttologi laureati, causato da unaproliferazione dissennata delleFacoltà.Una corsa al riempimento delleaule, senza badare a strutture efondi disponibili per gestire un ta-le sovrannumero di studenti.Qui lo Stato per primo deve as-sumersi le sue gravi responsa-bilità per aver collegato l’eroga-zione delle risorse economicheper le facoltà non alla qualità del-l’insegnamento, ma al numero distudenti iscritti.Una scelta lontana dalle reali esi-genze della categoria che erano esono tuttora il bisogno di scuole dispecializzazione e aggiornamen-to, e non di neolaureati con la pro-spettiva quasi certa della disoc-cupazione.Mai come in questa vicenda gliOrdini professionali sarebbero do-vuti intervenire, ma non è succes-so e i risultati sono evidenti.È mia convinzione però che final-mente nel mondo Universitario sistia facendo strada una compo-nente moderata che vede nell’a-pertura di un dialogo e di un tavo-lo di concertazione tra il mondoprofessionale e l’Università, l’uni-ca via per far fare alla Veterinariaitaliana il salto di qualità che tuttiauspichiamo.È su questi colleghi che l’ANMVIconta per creare per la prima vol-ta nella storia un fronte comunecontro l’altrimenti inevitabile di-sgregazione della categoria.

In questo contesto importantissi-

mo rientrano anche due temi fon-damentali della riforma:il problema dell’accesso alla pro-fessione e dell’aggiornamento po-st-laurea.L’espressione di un 50% dei Com-missari da parte degli Ordini da-rebbe all’Esame di Stato quellacapacità di esprimere in temporeale il livello qualitativo richiestodalla professione, e permettereb-be inoltre all’Università di avereun costante osservatorio sul mer-cato nel quale dovrà inserire ineo-laureati e un riscontro conti-nuo sull’efficacia della prepara-zione degli studenti.Il controllo di qualità tramite i corsidi aggiornamento post-laurea ge-stiti dagli Ordini permetterebbe inun’unica soluzione di assicurare laqualità delle prestazioni professio-nali attraverso una adeguata verifi-ca dei requisiti a vantaggio e tutelasia della clientela (punto salientedella riforma) e sia del livello pro-fessionale di tutta la categoria.In questo contesto, il riconosci-mento della valenza delle societàscientifiche nazionali e della loropossibilità di rilasciare degli atte-stati di competenza sarebbe una indispensabile integrazione al si-stema di aggiornamento post-lau-rea. Alla serietà della prestazionesi collega anche l’obbligatorietàdell’assicurazione per la respon-sabilità civile professionale che ri-tengo indispensabile garanziaper la tutela della qualità dell’ope-rato del professionista.

b) Un altro punto che riveste par-ticolare interesse è la confermadell’esigenza dei tariffari minimiche sono i soli a poter garantireuna qualità della prestazione pro-fessionale sia nei confronti del for-nitore che del fruitore della pre-

stazione. Il costo effettivo insinuaun sicuro oggetto di contenzioso,vista la difficile quantificazionedello stesso. Anche qui dovrà es-sere compito degli Ordini ade-guare a livello locale la congruitàdel tariffario nazionale, condizio-nandolo alle varie realtà economi-co-sociali.

Ma il vero punto è che fino aquando gli Ordini non avrannomaggiore potere disciplinaresugli iscritti e non lo appliche-ranno con severità, tutto ciònon provocherà alcun cambia-mento di fatto.

Lo stesso discorso vale per lapubblicità, dove la possibilità diuna pubblicità informativa corret-ta è senz’altro auspicabile, senzaperò sottovalutare il rischio del fa-

cile abuso e della difficoltà ogget-tiva nell’individuare i limiti di talepubblicità.“Maurizio Costanzo Show” si,“Mezzanotte e dintorni” no”? Pa-norama si, Novella 2000 no?Si ripropone di nuovo l’esigenzadi non delegare troppo facilmentealla periferia l’emanazione dinorme che palesemente devonoavere valenza nazionale.

c) Non posso continuare senzasoffermarmi sulla situazione dellaveterinaria pubblica in Italia.Il servizio sanitario nazionale nonè ancora riuscito ad uscire dalmodello statalista del dopo guer-ra. Ha solo duplicato sul territoriolo stesso modello.Invece di intraprendere la stradadel rinnovamento, potenziando iservizi di prevenzione e di vigilan-za in tutti i settori di sua compe-tenza, si è ritrovato a perseguireuna politica di legittimazione dellaconcorrenza alla libera professio-ne. Salendo sapientemente sulcarrozzone dei medici nell’occa-sione del rinnovo del contratto na-zionale, ancora una volta ha per-so l’occasione per sancire neiconfronti del Governo l’indipen-denza, l’identità ed la dignità chespettano alla nostra categoria eche da sempre vengono ignorate. A tutt’oggi il nostro Paese è anco-ra relegato a spettatore o al mas-simo di interlocutore di secondopiano nei mutamenti della politicaComunitaria.L’attualissima vicenda della Muc-ca Pazza e il tema del BenessereAnimale ripropongono il problemadella assenza di concertazionetra il potere politico e la compo-nente professionale.

Chiudere le frontiere alle importa-zioni di carne? Bene! Così risol-viamo il problema del trasportoche tanto affligge alcune compo-nenti politiche. Senza una politicadi potenziamento dell’allevamen-to nostrano finirà che saremo co-stretti ad importare solo carnemacellata nei paesi di origine conconseguenze inimmaginabili sullanostra economia.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200020A . N . M . V . I . I N F O R M A

DAL MINISTERO DELLA SANITÀ

Esecuzione saggio di titolazione degli anticorpi nei confronti del virus

rabbia nei sieri di cani e gatti

S i reputa opportuno segnalare che il Laboratorio di Medicina Ve-terinaria dell’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato allo

scrivente Dipartimento che dal 1° gennaio 2001 e per un periodo de-terminato, a causa di urgenti e improrogabili lavori di ristrutturazione,non potrà eseguire gli accertamenti di cui all’oggetto.Ciò premesso, in attesa di verificare la disponibilità di altri Istituti Zoo-profilattici Sperimentali all’esecuzione delle prove in argomento, i sieridi cani e gatti destinati nei Paesi che richiedono tali prove, potrannoessere inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie(30020 Legnaro – Padova).

DIPARTIMENTO DEGLI ALIMENTI DELLA NUTRIZIONE E DELLA SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA

IL DIRIGENTE DELL’UFFICIO IIIDr. Pier Giuseppe Facelli

Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

Negli ultimi incontri svoltisi aBruxelles in sede europea hoavuto la conferma della miopiacon cui vengono gestite questionidi primaria importanza per la zoo-tecnia italiana, badando solo asalvare la facciata di un sistemachiuso in se stesso e che non of-fre alcuna apertura alla coopera-zione tra le varie componenti pro-fessionali.Migliorare e potenziare il controlloalle frontiere, la vigilanza e la pre-venzione sul territorio, magari conpiù omogeneità, eliminando lecosiddette isole felici?Forse, ma intanto il denaro pubbli-co viene impiegato per costruirestrutture cliniche, ambulatori equant’altro per permettere ai vete-rinari delle ASL di fare della sana libera professione.L’introduzione anche nel nostropaese del veterinario responsabi-le d’azienda darebbe al SSN unriferimento ufficiale ad ulterioregaranzia dei consumatori.Infine anche qui va sottolineatocome a fianco di realtà regionaliche possono essere considerateil fiore all’occhiello della veterina-ria europea, convivono situazionidi completo abbandono e senzaalcun effettivo controllo, tutto ciògrazie alla lacunosità della legi-slazione centrale su temi di im-portanza nazionale.

d) Un capitolo a me oscuro rima-ne quello delle società di capitaletra professionisti e soci di capita-le. Anche qui mi sembra di intrave-dere una sorta di ipocrisia nel vo-ler solamente salvare le apparen-ze in nome e per conto di una in-dipendenza professionale che misuona come la castità prima delmatrimonio.La riforma è stata voluta per la tu-tela del consumatore, il pronun-cio dell’antitrust è stato estrema-mente preciso in merito.La risorsa umana è fondamenta-le, ma l’ausilio del capitale puòessere determinante per la qua-lità del servizio.Se non si vuole precludere la rea-lizzazione di strutture in grado dicompetere con gli standard inter-nazionali a tutto beneficio dell’u-tente finale non ci si può nascon-dere dietro falsi pudori.È stato fatto molto per avvicinarsialle esigenze del mercato ma èmancato il coraggio di conclude-re un’opera sicuramente valida.Le regole di un mercato oramaiglobale prendono sempre il so-pravvento con conseguenze chegià oggi possiamo prevedere diprofessionisti italiani ingessati nel loro lodevole status di artigiani,facile preda di realtà internazio-nali efficientemente strutturatecome già abbiamo sentore cheaccada nella sanità privata.

CONCLUSIONISono sicuro che a questo puntomolti di voi avranno l’imbarazzan-te impressione che io qui vogliasolo fare dell’autocritica e lancia-re dei j’accuse a destra e a man-ca e vi starete chiedendo quale

sia il motivo di un tale convegno.In realtà il messaggio che vorreiriuscire a trasmettervi è un altro.In questi anni pur in mezzo a tan-te difficoltà, vi sono molti colleghi,appartenenti a tutti i settori dellaveterinaria, che si sono adoperatiper portare avanti delle importan-ti battaglie per il rinnovamentodella nostra professione, ed altriche pur volendo fare qualcosanon hanno potuto, imbrigliati co-me erano dalle loro associazioni

di categoria o dalle Istituzioni.La nascita dell’ANMVI ha cercatodi dare voce a tutti coloro che,pur continuando a sentirsi partedella loro categoria professionalema non riconoscendosi più nelleassociazioni o istituzioni che pri-ma li rappresentavano, hannosentito l’esigenza di guardareavanti al futuro della veterinarianel suo complesso, rifiutandosi dicontinuare a coltivare solamenteil proprio orticello o a trincerarsi

dietro difese di principio ormaianacronistiche.Se siamo qui oggi, se l’ANMVIesiste è perché esiste una com-ponente cospicua di colleghi chevuole fare qualcosa di concretoper rinnovare la nostra professio-ne, senza vincoli “di parte”.Il ruolo che l’ANMVI si prefigge diavere, infatti, non è quello di so-stituirsi a chicchessia, come alcu-ni hanno cercato di insinuare, madi coagulare le energie e le capa-

cità di tutti per permettere lacreazione di programmi validi efattibili, mediando tra gli interessidelle varie categorie, combatten-do le posizioni rigide e di princi-pio che per tanti anni hanno pa-ralizzato non solo la veterinariama gli stessi governi del nostropaese.Tutto questo in sinergia con leIstituzioni a capo della nostra pro-fessione”.

Marco Eleuteri

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 21A . N . M . V . I . I N F O R M A

Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

Fondo Sanitario ANMVI: eletto il consiglio diamministrazione

S i è svolta in data 22 dicem-bre 2000 a Cremona la

prima Assemblea del Fondo Sani-tario ANMVI per la designazionedelle cariche sociali. I componenti del Consiglio di Am-ministrazione, del Collegio dei Re-visori dei Conti ed i Supplenti sonostati eletti all’unanimità e sono:

Consiglio di Amministrazione

Dr Carlo Scotti, TorinoPresidente

Dr Gaetano Penocchio, BresciaVice Presidente

Dr Pier Mario Piga, TorinoSegretario Tesoriere

Dr Alberto Casartelli, MilanoConsigliere

Dr Marco Eleuteri, Torino Consigliere

Collegio dei Revisori dei Conti

Dr Giorgio Neri, Novara

Dr Gualtiero Tanturli, Genova

Dr Amato Violini, Perugia

Supplenti

Dr Andrea Dorcaratto, Milano

Dr Susanna Marchetti, Bologna

Il Consiglio di Amministrazione delFondo Sanitario ANMVI ringrazia i1020 soci che hanno aderito alFondo entro il 30 novembre u.s.,data di chiusura della prima sotto-scrizione, e conferma la decorren-za delle coperture a partire dal 1gennaio 2001.

Solidarietà ai colleghialluvionati

I l Consiglio Direttivo dell’ANM-VI informa i Colleghi delle zo-

ne alluvionate che volessero se-gnalare eventuali situazioni di dan-no professionale di farlo entro il28/02/2001 mediante comunica-zione scritta al fax 0372/45.70.91 o40.35.26, oppure per email [email protected] Sarà sufficiente indi-care, oltre al proprio nome cogno-me e recapito, una breve descri-zione del danno subito in conse-guenza dell’alluvione.Dopo la data indicata il ConsiglioDirettivo ANMVI valuterà i singoli

casi segnalati e disporrà la devolu-zione della somma stanziata per irisarcimenti (lire 10.000.000) e deicontributi di solidarietà elargiti daiColleghi nei mesi scorsi (lire9.200.000 al 31/12/2000). Chi vo-lesse inviare il proprio contributopuò ancora farlo tramite assegno oBonifico Bancario appoggiato sul-la Cassa di Risparmio di Parma ePiacenza – Agenzia 3 di Cremona,c/c n. 30180174 intestato ad ANM-VI – ABI 06230 CAB 11402.Causale: Solidarietà ai Colleghi Al-luvionati.

Stop ai farmaci perla Valle d’Aosta

“In relazione alla richiesta di far-maci veterinari dalla Valle d’Aostaper fronteggiare le conseguenzedell’alluvione si desidera renderenoto che l’emergenza è da consi-derarsi terminata, per cui non èpiù necessario inviare alcun ma-teriale.Si ringraziano le ditte: · Bio 98 ·Fort Dodge · Pfizer · Guna · Corrie-re Mussino e tutti coloro che, purnell’anonimato, hanno risposto conconcretezza e sollecitudine alla ri-chiesta di aiuto.”

Terapia del dolore: il Ministero dàragione aiVeterinari...

A seguito della ormai nota“vicenda Conti” (ripresa e

commentata in questo stesso nu-mero dal Collega Grazioli, ndr) indata 12 dicembre 2000, l’ANMVIaveva inviato una nota scritta atutti i Componenti della Commis-sione Affari Sociali della Camera -dove è stata dibattuta la questio-ne della somministrazione deglistupefacenti da parte del MedicoVeterinario - al Ministero della Sa-nità e al Presidente della FNOVI.In questa, il Presidente ANMVI,Marco Eleuteri, sottolineava il tonooltraggioso e lesivo della profes-sionalità veterinaria contenutonelle affermazioni dell’OnorevoleConti, il quale aveva dichiarato insede istituzionale di ritenere inaffi-dabile il veterinario nel prescrive-re medicinali stupefacenti per iltrattamento del dolore negli ani-mali. Nella sua lettera il Presiden-te dell’ANMVI chiedeva inoltre aiDeputati della Commissione Par-lamentare di respingere gli emen-damenti proposti dall’On Contitendenti a togliere al veterinario lafacoltà di prescrizione di farmaciantidolore.Il 21 dicembre successivo il Sotto-segretario alla Sanità, SenatriceOmbretta Fumagalli Carulli, rispon-deva ufficialmente come segue:

Egregio Presidente,in riferimento alla sua lettera data-ta 12 dicembre 2000, mi sento dicondividere pienamente il pensie-ro dell’Associazione da Lei pre-sieduta. Il veterinario è infatti unprofessionista che ha compiutostudi di medicina applicata agli

animali e quindi ha tutte le cono-scenze necessarie per poter de-cidere quali farmaci prescrivere esomministrare agli animali.Non a caso il testo unico delle leg-gi in materia di disciplina degli stu-pefacenti e sostanze psicotrope,approvato con decreto del Presi-dente della Repubblica 9 ottobre1990, n. 309, prevede per i veteri-nari le stesse disposizioni riguar-danti i medici.A questo bisogna aggiungere cheesisitono farmaci veterinari, auto-rizzati all’immissione in commer-cio, che rientrano nell’ambito diapplicazione del DPR 309/90 eche devono essere prescritti dalveterinario.Non da ultimo bisogna considera-re le norme sul benessere deglianimali tra cui, in particolare, ilDecreto Legislativo 116/92 sullaprotezione degli animali utilizzatia fini sperimentali, che obbliganoil veterinario a ridurre al massimo

le sofferenze degli animali ancheutilizzando sostanze atte ad alle-viare il dolore. Ciò è valido ancheper i veterinari che operano incampo i quali in caso di sofferen-ze degli animali devono poterprescrivere e somministrare unasostanza stupefacente per il trat-tamento del dolore.Cordiali saluti,

Ombretta Fumagalli Carulli

...e la Cameraapprova la legge

A fine dicembre l’Assembleadi Montecitorio ha detto sì

all’atteso provvedimento sui far-maci anti-dolore: la terapia potràessere prescritta anche dal medi-co veterinario per gli animali in cu-ra. La legge, ora al Senato, sem-plifica la disciplina degli stupefa-centi e riduce i vincoli, anche dicarattere sanzionatorio, che osta-

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200022A . N . M . V . I . I N B R E V E

FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI VETERINARI ITALIANI

BSELa FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani), in merito alle recenti iniziative legislativeadottate dall’Italia e dall’Unione Europea sulla profilassi della BSE e la tutela della salute pubblica, ritiene op-portuno sottolineare quanto segue, sulla base delle competenze e delle esperienze proprie della professioneveterinaria, posta a garanzia della sicurezza dei prodotti di origine animale e della tutela della salute pubbli-ca:1. Un’adeguata sicurezza per il consumatore può essere garantita solo mediante un attento controllo ope-

rato su tutti i punti critici della filiera. Tale sicurezza si può ottenere solo da un sistema di sorveglianza in-tegrata che unisca all’esecuzione di test rapidi sugli animali a rischio (sorveglianza attiva) l’organizzazio-ne di un’efficiente rete di epidemio-sorveglianza (sorveglianza passiva), basata sull’effettiva collabora-zione di tutte le componenti deputate al controllo di tale malattia: veterinari-AsI, veterinari liberi profes-sionisti (fiduciari dell’azienda zootecnica), Istituti Zooprofilattici e allevatori. A tale scopo bisogna ricor-dare che i test rapidi sono stati introdotti quali strumenti migliorativi della sorveglianza e non come unicagaranzia del consumatore;

2. La riconquista della fiducia dei consumatori deve quindi necessariamente passare attraverso un’integra-zione dei due sistemi di sorveglianza (attiva e passiva), a costo di grossi sforzi organizzativi e di comu-nicazione da parte dei veterinari ASL e dei veterinari liberi professionisti. Riteniamo indispensabile, quin-di, la presenza di veterinari fiduciari dell’azienda, all’interno degli allevamenti, che, operando professio-nalmente, vengano direttamente coinvolti nella prima verifica dello stato sanitario degli animali anche at-traverso la compilazione di una scheda clinica per ogni singolo animale destinato alla produzione di ali-menti per l’uomo. II tutto ulteriormente coordinato e controllato dal servizio veterinario pubblico median-te controlli periodici in azienda e raccolta dei dati clinici dell’animale al macello. Tale attività garantireb-be appieno sia la salute degli animali allevati che la sicurezza dei loro prodotti. L’impiego dei test rapidiin un simile contesto di sorveglianza rappresenterebbe un’utile misura aggiuntiva di tutela della salutepubblica e si inserirebbe in un sistema adeguatamente organizzato per offrire a monte le dovute garan-zie di sicurezza;

3. La decisione 200/374/CE prevede, a partire dal 1 gennaio 2001, la realizzazione in ciascun Paese mem-bro di nuovi piani di sorveglianza attiva su un campione rappresentativo di bovini mediante l’impiego ditest rapidi. Le finalità dell’impiego dei test rapidi sono di tipo eminentemente epidemiologico. L’obiettivodi riconquistare la fiducia del consumatore ha invece fatto prevalere, sia in Italia che nel resto dell’Euro-pa, la tendenza a vedere nei test rapidi non più uno strumento di sorveglianza, ma uno strumento di ga-ranzia sanitaria;

4. Se l’impiego dei test rapidi su tutti i bovini superiori ad una certa età vuole rappresentare una misura dimassima garanzia per il consumatore, occorre, nell’ambito di una strategia coerente, prevedere la di-struzione di qualsiasi materiale che possa rappresentare un rischio anche in caso di esito negativo deltest;

5. La distruzione di materiali specifici a rischio e le attuali limitazioni sull’impiego delle farine animali per usozootecnico pongono seri problemi di smaltimento. L’immediata identificazione di tutte le possibili formedi smaltimento risulta perciò un obiettivo prioritario nell’ambito delle attuali strategie di controllo e pre-venzione della BSE. Questo al fine di evitare, come già accaduto in Gran Bretagna, che l’accumulo deisuddetti materiali, qualora non sottoposto alla sorveglianza dell’autorità sanitaria e in mancanza di un’i-donea destinazione, determini situazioni di rischio sanitario di difficile gestione per l’uomo, gli animali el’ambiente;

6. La recente proposta di poter escludere dai test, previo indennizzo, le vacche al termine della produzio-ne, va inquadrata, comunque, in un’adeguata strategia di controllo veterinario.

21-12-2000IL PRESIDENTE

Dr. Domenico D’Addario

colavano il ricorso a questi far-maci. Le ricette potranno esserescritte a ricalco, non più a mano,in duplice copia per i farmaci nonforniti dal Ssn e in triplice perquelli a carico del Servizio Sanita-rio nazionale. La prescrizione po-trà comprendere fino a due pre-parazioni o dosaggi per cura didurata non superiore a trenta (og-gi 10) giorni.La ricetta dovrà contenere l’indi-cazione del domicilio professiona-le e del telefono del medico vete-rinario. Non c’è più il rischio direato di spaccio: le sostanze pos-sono essere somministrate a do-micilio dai veterinari che si ap-provvigionano dei farmaci con au-toricettazione, i quali potranno es-sere trasportati e detenuti nellequantità necessarie. Un errore diprescrizione non sarebbe piùcondannabile ma soggetto a san-zione amministrativa fino ad 1 mi-lione.

COMUNICATO STAMPA

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 23

“Nel caso in cui il proprie-tario e/o detentore dell’a-nimale si rifiuti di pagarel’onorario al veterinariocurante, quali sono leazioni esperibili a tuteladel diritto del professioni-sta di percepire il paga-mento della prestazionerichiesta ed eseguita?”.

In assenza di patti tra clienti eveterinario quest’ultimo ha dirit-to di ricevere, in denaro contan-te, il pagamento dell’onorario almomento dell’avvenuta presta-zione.Il veterinario avrebbe, altresì,diritto a richiedere e a riceverel’anticipazione delle spese.Tale richiesta, però, mentre èusuale per l’opera professionaleprestata, per esempio, dall’av-vocato, non viene, nella prassi,quasi mai formulata dal veteri-nario.In caso di inadempimento delcliente l’ordinamento vigente ri-conosce al professionista il di-ritto di adire il giudice per otte-nere la condanna al pagamentodell’onorario da parte del clien-te che gli ha conferito l’incaricodi curare l’animale.Obbligato a pagare il veterina-rio non è necessariamente ilproprietario e/o detentore del-l’animale ma colui che ha ri-chiesto la prestazione. È, per-tanto, a tale soggetto che andràrichiesto il pagamento dell’ono-rario in presenza di inadempi-mento.Nel caso in cui il cliente del pro-fessionista e il proprietario del-l’animale non siano la medesi-ma persona consiglio di richie-dere il pagamento ad entrambitali soggetti.Il sollecito di pagamento delcompenso dovrà essere formu-lato preferibilmente, ma non ne-cessariamente, a mezzo letteraraccomandata con ricevuta diritorno onde avere certezza cir-ca la data di spedizione e di ri-cevimento.La decorrenza di quindici giornidall’invio del sollecito senzache sia avvenuto il pagamentofa insorgere in capo al veterina-rio creditore il diritto di esigeredal debitore l’onorario maggio-rato, oltre che dagli interessi le-gali, anche dalla rivalutazionemonetaria.Il diritto di ottenere il pagamen-to della parcella si prescrive intre anni dall’insorgenza del dirit-to che è individuata nel momen-to della conclusione dell’operaprestata.La prescrizione del diritto hacome conseguenza il fatto che,se il veterinario chiede al giudi-

ce il pagamento di una presta-zione effettuata tre anni primadell’instaurazione della causa,può sentirsi opporre dal clientela prescrizione del credito.Segnalo che per interrompere laprescrizione è sufficiente pro-muovere la causa civile per il re-cupero del credito professiona-le prima che siano decorsi i treanni dall’eseguita prestazionemedico-veterinaria o, comun-que, inviare prima del termine ditre anni, una lettera di solleci-to preferibilmente in forma rac-comandata con ricevuta di ritor-no sempre per avere la provadella data certa.Dalla data in cui si radica il giu-dizio o dalla data di invio delsollecito decorre nuovamente ilsuddetto termine di tre anni ecosì di seguito.

Per meglio chiarire se un clientenon ha pagato una prestazioneprofessionale per un incaricoespletato, per esempio, il 20 di-cembre 1997 è sufficiente perinterrompere la prescrizione deldiritto al compenso che il veteri-nario ne faccia richiesta invian-do la lettera di sollecito entro il19 dicembre 2000.Da tale data decorreranno i suc-cessivi tre anni per poter recu-perare giudizialmente il creditoprofessionale.Le azioni per recuperare il cre-dito possono essere di due tipi:a) azione ordinaria di cognizio-ne, b) ricorso per l’emissione diun decreto ingiuntivo.Competente a decidere per ter-ritorio è il giudice del luogo diresidenza del debitore o delluogo in cui è sorta l’obbligazio-ne, (e cioè del luogo in cui laprestazione medica è stata ese-guita), o del luogo in cui deveessere effettuato il pagamento(art. 18 e 20 codice di procedu-ra civile, c.p.c.). Competente a decidere per va-lore è il Giudice di pace percrediti che non superano £.5.000.000 (cinque milioni) il Tri-bunale per crediti superiori.Il ricorso per decreto ingiuntivoè sempre preferibile perché laprocedura è più veloce e, inpresenza di una parcella opi-nata dall’Ordine Professionaledi appartenenza, è possibile, inun arco di tempo breve (uno odue mesi) ottenere dal Giudicecompetente l’emissione di undecreto ingiuntivo di pagamen-to in danno del debitore che do-vrà pagare entro quaranta gior-ni dalla notifica del decreto in-giuntivo. Se entro tale terminenon è avvenuto il pagamento e ildebitore non ha fatto opposizio-ne, il veterinario può procederead esecuzione forzata, pigno-

rando i beni dell’obbligato.L’opposizione del debitore inpresenza di crediti professionaliè fondata sulle contestazionidella correttezza dell’esecuzio-ne o sull’entità del compenso ri-chiesto.Nella prima ipotesi occorrerà,dunque, che il professionistaprovi l’esecuzione ad operad’arte del suo operato.Con riferimento alla contesta-zione del quantum debeatur(l’entità del compenso) va dettoche il Giudice può, anche inpresenza dell’opinamento dellanota da parte dell’Ordine Pro-vinciale dei Medici Veterinari,operarne modifiche e/o riduzio-ni quando il compenso richie-sto è superiore alle tariffe.L’opportunità di promuovere su-bito una causa civile di cogni-zione o di procedere per otte-nere dal Giudice l’emissione diun decreto ingiuntivo di paga-mento va valutata, sempre e co-munque, caso per caso, dall’av-vocato a cui il veterinario deverivolgersi per avere tutela giuri-sdizionale del suo diritto al pa-gamento del compenso profes-sionale.In alcuni casi, infatti, l’inadem-pimento del cliente è causatoda circostanze che richiedanoattenta valutazione da partedell’avvocato al fine di consi-gliare al meglio il veterinariocreditore.In ambito di prestazione veteri-naria, fuori dai casi in cui si

tratti di prestazioni continuative(per esempio attività presso ungrosso allevamento di bestia-me) o di rapporti convenzionaticon enti e associazioni, mi pareproprio difficile individuare azio-ni preventive per evitare l’ina-dempimento del cliente.

La predisposizione, infatti, diuna modulistica da far sottoscri-vere al cliente al momento delconferimento dell’incarico ovesiano indicate prestazioni e ta-riffe potrebbe rivelarsi uno stru-mento che disorienta la cliente-la e che potrebbe inficiare, pro-prio sul nascere, il rapporto pro-fessionale veterinario/cliente re-golato dall’intuitus personae edalla fiducia reciproca.È possibile iniziare a discuteredi tale evenienza avendo, però,presente che nessun incaricoscritto evita la contestazioneda parte del cliente della man-cata esecuzione “a regola d’ar-te” della prestazione medico ve-terinaria.Onde evitare danni maggiori ilveterinario deve, comunque,sempre richiedere l’onorario se-condo tariffa così da non subirecontestazioni sul quantum e po-ter agevolmente ottenere l’opi-namento della nota da partedell’Ordine di appartenenza.Va, comunque, ricordato che ilprofessionista ha sempre dirittoa maggiorare gli onorari stabilitinelle tariffe approvate ogniqual-volta la prestazione richiestagli

Quando il cliente non pagapresenti particolari difficoltà disoluzione.In tali casi, ovviamente, il clien-te potrà contestare tale maggio-razione e la risoluzione della vi-cenda giudiziale si risolve, ge-neralmente con la nomina daparte del Giudice adito di unconsulente d’ufficio a cui il vete-rinario e il cliente potranno af-fiancare propri consulenti. ■

R U B R I C A L E G A L E �a cura di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

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La Coprofagia è un disturbo che affligge molti animali e l’eziologia è di difficiledeterminazione.Tra le possibili cause vengono citate le carenze (vitaminiche, minerali, enzimatiche)e comportamentali a cui spesso sono soggetti i cuccioli. Altre cause possono esserel’aumento dell’appetito, l’insufficienza pancreatica, il diabete mellito. L’attualeopinione clinica concorda nel ritenere che la coprofagia sia riconducibile essenzialmen-

te ad un alterato comporta-mento dell’animale e non acarenze alimentari specifiche co-me si riteneva in passato.L’approccio terapeutico deve,quindi, tendere a modificare l’at-teggiamento comportamentale ea rendere le feci il meno pos-sibile appetibili per l’animale.

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Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200024

L ’articolo 34 della Legge 21novembre 2000, n. 3421,denominata “collegato

fiscale alla finanziaria 2000”, hamodificato il trattamento fiscaleapplicabile ai redditi derivanti darapporti di collaborazione coordi-nata e continuativa.Le nuove disposizioni si appliche-ranno a partire dal 1° gennaio2001.In particolare, la modifica si è con-cretizzata “trasferendo” i redditiderivanti da collaborazione coor-dinata e continuativa, dalla cate-goria dei “Redditi di lavoro auto-nomo” alla categoria dei “Redditiassimilati a quelli di lavoro di-pendente”.Quindi, a partire dal 2001 sarannoinquadrati tra i redditi assimilati aquelli di lavoro dipendente i se-guenti redditi derivanti da collabo-razione coordinata e continuativa:■ compensi per incarichi di ammi-

nistratore o sindaco o revisoredi società, associazioni o altrienti;

■ compensi per collaborazioni agiornali, riviste, enciclopedie esimili;

■ compensi per la partecipazionea collegi e commissioni;

■ compensi per altri rapporti dicollaborazione.

La nuova disposizione definiscequali elementi identificativi degli“altri rapporti di collaborazione”:a) l’assenza del vincolo di subor-dinazione (la cui presenza fareb-be rientrare il reddito nell’ambitodei redditi di lavoro dipendente);b) la mancanza di un’organizza-zione di mezzi (requisito necessa-rio, invece, ai fini della qualifica-zione del reddito d’impresa);

c) la retribuzione periodica presta-bilita.La nuova norma, comunque, pre-vede espressamente che, qualorale collaborazioni rientrino nei com-piti istituzionali compresi nell’atti-vità di lavoro dipendente ovveronell’oggetto dell’attività di lavoroautonomo, i compensi percepitisiano soggetti alle regole previsteper tali redditi (ad esempio l’inca-rico di amministratore o sindaco ri-coperto da un ragioniere o dottorecommercialista, rientrando nel-l’oggetto della professione da essiesercitata rimarrà configurato co-me reddito di lavoro autonomo).Possono, quindi, configurarsi dellesituazioni in virtù delle quali il pro-fessionista effettua collaborazioninon rientranti nell’oggetto dellaprofessione esercitata. Tali attivitànon costituiranno reddito di lavoroautonomo ma rientreranno tra iredditi assimilati a quelli di lavorodipendente ai sensi dell’articolo47 del TUIR (ad esempio l’incaricodi amministratore ricoperto da unmedico veterinario).Si precisa, al riguardo, che ai finidell’IVA tali prestazioni non risul-teranno assoggettabili all’impo-sta in quanto, sulla base dei prin-cipi generali in materia di impostasul valore aggiunto un’attività di la-voro dipendente o assimilata nonè idonea a configurare il presup-posto soggettivo di applicazionedel tributo.Pertanto, alla luce delle nuove di-sposizioni, resteranno assoggetta-te ad IVA le sole prestazioni diservizi inerenti ai rapporti di colla-borazione coordinata e continuati-va che rientrano nell’oggetto del-l’attività svolta per professione abi-

tuale (ad esempio incarico di am-ministratore o sindaco ricopertoda un ragioniere o dottore com-mercialista o revisore contabile). Un ulteriore elemento di novità in-trodotto dalle nuove disposizioniriguarda l’eliminazione, tra i carat-teri essenziali della collaborazionecoordinata e continuativa, della“natura intrinsecamente artistica oprofessionale” della prestazionestessa, con la conseguenza chepotranno rientrare nell’ambitodelle collaborazioni anche atti-vità manuali ed operative.Potranno quindi essere stipulaticontratti di collaborazione coordi-nata e continuativa per mansioniquali commessi nei negozi, addet-ti alle pulizie, ecc.

Conseguenze ai fini delleimposte sui redditiL’inserimento delle collaborazionitra i redditi assimilati a quelli di la-voro dipendente determina l’appli-cazione a tali redditi di tutte le re-gole dettate dall’articolo 48 delTUIR per il lavoro dipendente.Ciò comporta, da un lato, il ricono-scimento delle detrazioni previsteper il lavoro dipendente, che an-dranno calcolate in proporzionealla durata del contratto e, dall’al-tro, l’abrogazione della disposizio-ne che consentiva la deduzioneforfetaria delle spese per la deter-minazione del reddito.Per effetto delle nuove norme sa-ranno assoggettate a tassazione,in base all’articolo 48 del TUIR,tutte le somme e i valori a qualun-que titolo percepiti dai collabora-tori, anche sotto forma di eroga-zioni liberali.Troverà inoltre applicazione ilcomma 2 dell’articolo 48 del TUIRche prevede l’esclusione di alcunicompensi dall’imponibile quali, atitolo esemplificativo:■ I contributi di assistenza sanita-

ria versati dal datore di lavoroad enti o casse aventi esclusi-vamente fine assistenziale perun importo non superiore a lire7.000.000 annui fino all’anno2002 e a lire 6.000.000 per l’an-no 2003 (successivamente gliimporti saranno diminuiti di lire500.000 all’anno fino a raggiun-gere un importo di contributi pa-ri a lire 3.500.000);

■ erogazioni liberali concesse inparticolari occasioni alla gene-ralità od a categorie di dipen-denti (e collaboratori coordinati)non superiori nel periodo d’im-posta a lire 500.000;

■ la somministrazione di vitto daparte del datore di lavoro, non-ché quelle in mense organizza-te, fino all’importo complessivogiornalieri di lire 10.240.

Spese di trasfertaSi segnala, inoltre, che con l’intro-

duzione della disposizione in esa-me anche il trattamento fiscale deirimborsi per spese di viaggio al-loggio e vitto, sostenute dai colla-boratori coordinati e continuativi,subirà sostanziali modifiche.L’articolo 50, comma 8, del TUIR,infatti, prevedeva l’esclusione dal-la base imponibile dei rimborsi perle spese in parola, se documenta-te, corrisposte al collaboratore perprestazioni rese fuori dal comunedi residenza.Dal 2001, invece, sarà applicabileanche ai rapporti di collaborazio-ne coordinata e continuativa la di-sciplina delle trasferte contenutanell’articolo 48, comma 5 del TUIR(redditi di lavoro dipendente), inordine ai limiti oltre i quali le inden-nità di trasferta concorrono a for-mare il reddito imponibile. Si precisa inoltre che le indennitàdi cui trattasi sono quelle corrispo-ste allorquando il dipendente siachiamato a svolgere una attivitàfuori dalla sede naturale in cui ètenuto contrattualmente a svol-gere il proprio lavoro e, pertanto,non potranno più essere esclusedal reddito imponibile del collabo-ratore i rimborsi delle spese soste-nute per il raggiungimento dellasede di lavoro.In altre parole se con la preceden-te normativa il collaboratore avevadiritto a chiedere il rimborso dellespese di viaggio, vitto e alloggioper incarichi svolti fuori dal comu-ne di propria residenza e tali spe-se non concorrevano a determina-re il suo reddito, con la nuova nor-mativa il collaboratore potrà anco-ra chiedere il rimborso delle pre-dette spese al datore di lavoro,ma l’importo erogato concorrerà aformare il suo reddito imponibile.

Sostituti d’impostaL’introduzione della nuova norma-tiva determina, inoltre, l’applica-zione delle disposizioni previstedall’articolo 24 del DPR n. 600 del29 settembre 1973, in materia diritenute sui redditi assimilati aquelli di lavoro dipendente.

Collaboratori coordinati e continuativi dal 2001

Ciò comporta che ai redditi perce-piti dai collaboratori coordinati econtinuativi non verrà più applica-ta la ritenuta del 20%, ma saràoperata, all’atto del pagamentodel compenso, una ritenuta calco-lata sulla base dell’aliquota pro-pria degli scaglioni di reddito cor-rispondenti al reddito complessivodel collaboratore stesso.In base all’articolo 24 del DPR n.600 del 1973, pertanto, il commit-tente che effettua le ritenute dovràentro il 28 febbraio dell’anno suc-cessivo, ovvero alla data di cessa-zione del rapporto, effettuare ilconguaglio tra le ritenute operatee l’imposta dovuta sull’ammontarecomplessivo dei compensi, tenen-do conto delle detrazioni spettan-ti. Egli dovrà quindi rilasciare unacertificazione (CUD), recante, tral’altro, l’indicazione delle detrazio-ni applicate sulla base della dura-ta del rapporto di collaborazione.Si fa presente, infine, che per iredditi in commento corrisposti asoggetti non residenti continua adessere operata una ritenuta a tito-lo di imposta nella misura del30%, ai sensi del comma 1-ter, in-serito nel citato articolo 24, DPR600/73.

ContributiAnche se le prestazioni di collabo-razione coordinata e continuativasaranno inquadrate, a partire dal2001, tra i redditi assimilati a quel-li di lavoro dipendente, rimane ilfatto che si tratta pur sempre diprestazioni di attività svolte senzavincolo di subordinazione.Resterà pertanto invariato il si-stema contributivo.Il contributo INPS sarà, come ades-so avviene per tutte le collaborazio-ni svolte da soggetti privi di partitaIVA, del 10% o del 13% e sarà ri-partito tra il collaboratore ed il da-tore di lavoro rispettivamente nellemisure di un terzo e due terzi.

1Pubblicata sulla Gazzetta Ufficia-le n. 276 del 25 novembre 2000.

di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

R U B R I C A F I S C A L E

Spese veterinari detraibili

L a Legge 21 novembre 2000, meglio nota come Collegato fiscalealla legge finanziaria 2000, ha introdotto una modifica all’articolo

13 bis del Testo Unico delle imposte sui redditi (D.P.R. 22 dicembre 1986,n. 917) disponendo che, a decorrere dal periodo d’imposta 2000, rien-trano tra gli oneri sostenuti che danno diritto ad una detrazione d’impo-sta pari al 19% : “le spese veterinarie fino all’importo di lire 750.000, li-mitatamente alla parte che eccede lire 250.000. Con decreto del Mini-stero delle finanze sono individuate le tipologie di animali per le qualispetta la detraibilità delle predette spese.”La Circolare ministeriale n. 207/E del 16 novembre 2000 precisa che invirtù della nuova previsione agevolativa, ad esempio, il contribuente chedocumenti spese per prestazioni veterinarie per un importo totale annuodi lire 900.000 potrà detrarle nella misura del 19 per cento di lire 500.000.I documenti giustificativi della detrazione in esame sono rappresentatidalle fatture fiscali rilasciate dal professionista ai sensi dell’articolo 21 delDPR n. 633 del 1972. Secondo me la circolare ministeriale restringe l’am-bito di applicazione definito dalla Legge. Infatti l’articolo 13 bis citato siriferisce a “spese veterinarie” mentre la circolare restringe la portatadella norma alle “prestazioni veterinarie” precisando che “i documen-ti giustificativi ....... sono rappresentati dalle fatture fiscali rilasciatedal professionista”.Tenuto conto dell’orientamento restrittivo assunto dall’Amministrazione fi-nanziaria riterrei prudente limitare la detrazione ai soli costi sostenuti perprestazioni veterinarie documentate dalle fatture emesse dal professionista.

Giovanni Stassi, Commercialista, Torino

IVA: Interrogazione parlamentare al Ministro

A seguito dell’iniziativa dell’ANMVI per emendare il testo del-la Finanziaria 2000 e valutare una riduzione dell’aliquota IVA

che grava sulle nostre prestazioni, il Ministro delle Finanze, durante ilavori dell’aula di Montecitorio, ha ascoltato la seguente interrogazio-ne a risposta scritta: “(…) per sapere se siano previste iniziative le-gislative da parte del Ministro interrogato volte a prevedere unasensibile riduzione dell’aliquota IVA oggi applicata, nella misuradel 20 per cento, alle prestazioni veterinarie. L’applicazione diun’aliquota IVA del 10 per cento alle prestazioni di cui sopra rap-presenterebbe un concreto segnale d’attenzione da parte del Go-verno rispetto alle mutate esigenze della società, con riferimentoalle molteplici relazioni zooantropologiche e alle conseguenti im-plicazioni sociali”.La Finanziaria è passata. Aspettiamo comunque la risposta del Ministro...

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A T T U A L I T À

I l Convegno, organizzato dal-l’E.N.C.I. in collaborazionecon la F.S.A., si è svolto a

Milano nella sede E.N.C.I. giovedì30 novembre scorso, con una nu-trita partecipazione di addetti ai la-vori, medici veterinari, genetisti, al-levatori e cinofili. Come ribaditodal Presidente E.N.C.I., Ing. Giu-seppe Fiore, lo scopo del Conve-gno era quello di mettere a fuocogli aspetti sanitari che devono es-sere considerati nella selezionedel cane, sia perché la prevenzio-ne delle malattie ereditarie è ne-cessaria per la salvaguardia delbenessere animale, sia perché èrichiesta dalle norme tecniche delLibro Genealogico del cane di raz-za emanate dal Ministero delle Po-litiche Agricole e Forestali conD.M. 20894 del 18-4-2000. I lavori del mattino hanno riguarda-to gli aspetti clinici delle malattieereditarie del cane e sono staticoordinati dal Prof. Guidobono Ca-valchini, Ordinario della Facoltà diMedicina Veterinaria, Istituto di Zoo-tecnia, dell’Università degli Studi diMilano, Consigliere E.N.C.I. e Con-sigliere F.S.A. che ha messo in evi-denza la moltitudine delle malattie acarattere ereditario descritte nellevarie razze canine e la necessità diindividuare quelle più significativeper ciascuna razza.Il Dr. Roberto Marchesini, medicoveterinario, zooantropologo e scrit-tore ha aperto i lavori analizzandol’impatto delle malattie ereditariedel cane sul benessere animale esul proprietario, mettendo in risaltogli aspetti psicologici del rapportouomo-animale e le implicazioniemotive ed etiche per il proprieta-rio di un cane con tare ereditarie.In qualità di relatore, ho quindi pre-sentato le possibilità di controllo eprevenzione oggi disponibili dellemalattie ereditarie del cane, sullabase dell’incidenza nel nostro pae-se, delle implicazioni sulla salutedel cane e della fattibilità ed affida-bilità dei controlli, auspicando unaproficua sinergia tra allevatori emedici veterinari. Ha poi offerto lapiù ampia disponibilità della F.S.A.a mettere a disposizione di veteri-nari ed allevatori italiani il suo sup-porto scientifico ed organizzativoper un piano organico di controllodelle malattie ereditarie del cane,costantemente confrontato a livellointernazionale. Il Prof. Claudio Pe-ruccio, medico veterinario, Diplo-mato ECVO, docente presso il Di-partimento di Patologia Animaledell’Università di Torino, Chairmandella Commissione Malattie Ocula-ri della F.S.A., ha illustrato le malat-tie oculari ereditarie che rivestonouna maggior importanza per laqualità della vita del cane, eviden-ziandone i protocolli di controllo ele procedure diagnostiche. Il Dr.Claudio Bussadori, Diplomato EC-

VIM, medico veterinario, Chairmandella Commissione Malattie Car-diovascolari della F.S.A., ha passa-to in rassegna le principali cardio-patie ereditarie del cane che ne-cessitano un controllo ed una pre-venzione nelle razze in cui è statariscontrata una maggiore inciden-za, come la stenosi subaortica e lastenosi della valvola polmonare equelle invece che richiedono un’at-tenta indagine per capirne la diffu-sione nel nostro paese e le carat-teristiche di predisposizione eredi-taria, come la cardiopatia dilatati-va. A mia volta ho poi illustrato lemalattie scheletriche di tipo eredi-tario che richiedono un efficacecontrollo e prevenzione, sulla basedi esperienze già acquisite nel no-stro ed in altri paesi, evidenziando-ne gli aspetti clinici, patogenetici ediagnostici. In particolare sonostate prese in considerazione la di-splasia dell’anca, la displasia delgomito, la lussazione della rotula ela spondilosi deformante, fornendoper ciascuna di queste malattie iprotocolli di classificazione adotta-ti a livello internazionale. Il Dr. Mas-simo Baroni, medico veterinario,Diplomato ECVN, Chairman dellaCommissione Malattie Neurologi-che della F.S.A., ha preso in consi-derazione la malattia neurologicaereditaria più diffusa e che mag-giormente richiede un’opera dicontrollo e di prevenzione, la sor-dità congenita, illustrandone gliaspetti patogenetici e la diffusionenell’ambito delle varie razze, asso-ciata alla prevalenza di mantellobianco. Ha poi evidenziato la ne-cessità di un monitoraggio dell’epi-lessia idiopatica, diffusa nell’ambi-to di diverse razze canine e checomporta un pesante effetto sulbenessere del cane. Il Prof. Geor-

ge Lubas, medico veterinario, Dipl.ECVIM, docente presso il Diparti-mento di Clinica Veterinaria dell’U-niversità di Pisa, Chairman dellaCommissione Malattie del Sanguedella F.S.A., ha affrontato il temadelle coagulopatie erediarie delcane ponendo in evidenza la diffu-sione accertata anche nel nostropaese dell’emofilia A e della man-canza del fattore di von Wille-brand, che riguardano diverse raz-ze canine; in merito ai protocollidiagnostici ha illustrato sia quellitradizionali mediante esami delsangue che quelli più recenti me-diante l’individuazione a livello ge-netico con l’esame del DNA.I lavori del pomeriggio hanno ri-guardato gli aspetti zootecnici del-le malattie ereditarie del cane perevidenziarne i criteri di selezione, esono stati coordinati dal Prof. Gio-vanni Bittante, Preside della Fa-coltà di Agraria dell’Università de-gli Studi di Padova, che ha sottoli-neato l’importanza della definizio-ne di obiettivi chiari nella selezionea fini specifici, come quelli per lasalute, e della seguente applica-zione dei metodi zootecnici più op-portuni per il loro conseguimento;la selezione per le malattie eredita-rie assume, per l’allevatore, un im-pegno che va oltre il benessere delsingolo animale, coinvolgendo ilbenessere di una intera popolazio-ne animale..Ha iniziato l’esposizione pomeri-diana il Dr. Cesare Pareschi, medi-co veterinario, Direttore della Cen-trale di Lettura Patologie scheletri-che di origine genetica e/o eredita-rie del cane di Ferrara, il quale haillustrato l’attività svolta dal propriocentro negli ultimi venti anni per ilcontrollo della displasia dell’ancae, più recentemente, anche per la

spondilosi deformante nel boxer. IlProf. Luigi Gallo, genetista, Docen-te presso il Dipartimento di Scien-ze Zootecniche della Facoltà diAgraria dell’Università degli Studidi Padova, ha affrontato il tema delmiglioramento genetico nei con-fronti delle patologie ereditarie,con particolare riferimento agliaspetti genetici delle malattie ere-ditarie di tipo recessivo e di quelledi tipo poligenico. Il Prof. Carlo Re-nieri, medico veterinario, Docentepresso il Dipartimento di ScienzeVeterinarie dell’Università degliStudi di Camerino, ha presentatole applicazioni dell’analisi di segre-gazione semplice e complessa alcontrollo delle malattie genetiche,evidenziando l’importanza dellavalutazione genotipica di ciascunindividuo, più di quella fenotipica,e della necessità di effettuare unaselezione rigorosamente genotipi-ca. Il Dr. Pietrogino Pezzano, medi-co chirurgo, Presidente A.I.A.D.,ha descritto l’impatto delle malattieereditarie sull’allevatore, illustran-do come il puzzle della selezionedebba necessariamente combina-re gli aspetti morfologici, attitudina-li e sanitari per poter ottenere unprodotto completo sotto tutti i pun-ti di vista; portando la sua espe-rienza di allevatore di dobermannha messo in risalto i vantaggi chederivano all’allevatore da una at-tenta prevenzione delle malattieereditarie, sia in termini di immagi-ne nei confronti del pubblico, chein termini economici per un prodot-to di più elevata qualità. Il Dr. Ric-cardo Aleandri, Direttore TecnicoA.I.A. e Direttore Generale dell’Isti-tuto Spallanzani di Milano ha par-lato del libro genealogico comestrumento di miglioramento geneti-co, portando anche l’esperienzamaturata nella selezione geneticadi altre specie animali e sofferman-dosi sugli obiettivi della selezione,

Salute e benessere del cane di razza:quale selezione oggi in Italia?

di Aldo Vezzoni

Medico Veterinario, Diplomato ECVS, Presidente FSA

sui suoi criteri e sui suoi requisitiminimi. Ha anche evidenziato l’im-portanza, per una efficace selezio-ne, dell’attendibilità dei dati e deimetodi per garantirla, come il con-trollo del DNA sulla parentela. Il Dr.Michele Polli, medico veterinario,ricercatore presso l’Istituto di Zoo-tecnia della Facoltà di MedicinaVeterinaria dell’Università degliStudi di Milano, ha illustrato le pos-sibilità applicative della geneticamolecolare alla selezione del ca-ne, in grado di evidenziare, conesami selettivi del DNA, i soggettiaffetti da determinate malattie ere-ditarie prima ancora che queste sisiano manifestate. Il Dr. Guido Pe-rosino, zootecnico e allevatore,Consigliere E.N.C.I., ha chiuso lerelazioni portando la sua persona-le esperienza nell’analisi delle ge-nealogie del cane Leonberger edimostrando le utili indicazioni chene possono derivare per la sele-zione di una razza.La discussione ha riguardato diver-si aspetti, come l’identificazionecerta dei cani, conseguibile me-diante microchip e controllo delDNA, il coinvolgimento degli alleva-tori e delle società di razza nelladefinizione degli obiettivi di selezio-ne, una maggior collaborazione tramedici veterinari ed allevatori e lanecessità di affrontare il problemadelle malattie ereditarie del cane inmodo costruttivo e pragmatico.Il Presidente E.N.C.I., Ing. Giusep-pe Fiore, ha concluso il Convegnoringraziando tutti i convenuti edauspicando l’attiva partecipazionedelle Società Cinofile Specializzatenella definizione degli obiettivi diselezione per ciascuna razza, af-finché la Commissione TecnicaCentrale, in ottemperanza al man-dato ministeriale, possa definire iprotocolli ed i metodi più opportu-ni per il conseguimento di quegliobiettivi. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 25

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I l nostro viaggio attraverso In-ternet non poteva continuaresenza dedicare un’intera parte

di questa rubrica ai newsgroup(ng). Questi mettono in comunica-zione una vera e propria marea dicibernauti che disquisiscono di unparticolare argomento. Tutti, quindi,possono parlare e/o ascoltare edhanno diritto di dire e leggere la pro-pria opinione.Per dare ordine alla confusione(duecento milioni di utenti in tutto ilmondo) che si verrebbe a creare senon ci fossero delle regole ben pre-cise, i newsgroup sono stati suddivi-si per gerarchie e per argomenti.Un newsgroup si basa sullo scam-bio di messaggi simili a e-mail, conla differenza che i messaggi deinewsgroup sono pubblici, cioè leg-gibili da tutti, mentre l’e-mail è desti-nata a un solo destinatario o a ungruppo ristretto di persone cono-sciute.La similitudine per descrivere unnewsgroup è quella della bachecaelettronica dove chiunque può fer-marsi ad affiggere un messaggio diqualsiasi tipo o argomento e puòleggere le affissioni degli altri parte-cipanti.Per accedere ai newsgroup occorreun news server, cioè un sito che liospita e un newsreader, cioè unprogramma che serve per collegar-si con il news server e scambiaremessaggi.Uno dei più diffusi programmi di ge-stione dei newsgroup è Free Agent;è facile da installare e da usare, benprotetto contro virus e soprattutto ègratuito. Lo potete prelevare via Web dal sitohttp://www.forteinc.com.

Anche browser come Netscape eInternet Explorer, permettono di ac-cedere ai newsgroup, quindi, se giàusate uno di questi browser peresplorare il Web e non volete instal-lare un ennesimo programma, pote-te adottarlo anche come newsrea-der.Dopo di ciò, il secondo passo dacompiere è trovare un news server.Il vostro fornitore d’accesso dovreb-be avervi dato il nome del suo, ma,se non è così o se volete navigareutilizzando altri mari o oceani, pote-te utilizzare un news server pubbli-co. La differenza fra un news server nor-male e un news server pubblicoconsiste nel fatto che i primi posso-no essere utilizzati solo dagli utentiautorizzati (cioè gli abbonati di quelfornitore), mentre quelli pubblici so-no accessibili a tutti. In genere, conviene scegliere ilnews server del fornitore d’accessoautorizzato, perché è più veloce diqualsiasi altro news server. Tuttavia,ci sono casi particolari in cui il newsserver locale non è la scelta miglio-re, pur essendo il più vicino e velo-ce, spesso perché non offre un as-sortimento di ng. adeguato alle vo-stre esigenze o ai vostri gusti perso-nali.In questo caso, l’unica alternativa èappunto quella di rivolgersi ad unnews server pubblico. A questo pro-posito, il modo più completo e sicu-ro per scoprire i news server pubbli-ci italiani è quello di frequentare ilnewsgroup italiano it.faq, dove ven-gono periodicamente pubblicatetutte le informazioni più aggiornatesull’universo dei newsgroup.Ma vediamo ora, a grandi linee, co-

me è strutturata l’organizzazione deinewsgroup.Al mondo, ce ne sono oltre 35.000suddivisi per argomenti nelle linguepiù disparate. I newsgroup, infatti,sono stati classificati in grandi grup-pi e ordinati secondo gerarchie or-ganizzate per argomento.È per questo che i nomi dei new-sgroup sono composti da varie se-zioni unite da un punto, così comeavviene per i nomi dei siti.Lo scopo di questa organizzazioneè quello di sapere di cosa tratta unnewsgroup attraverso il nome e dimantenere ordinati in un elenco, tut-ti i newsgroup riguardanti argomen-ti simili tra loro.Le sigle più diffuse che incontrate, lepotete trovare in qualsiasi sezione diun nome di newsgroup, in generecon il criterio della specificazionecrescente da sinistra verso destra.Tra queste si trovano: it, fr, es, ch o un’altra sigla di nazio-ne sono in lingua locale;comp: riguardano tutto quello checoncerne i computer; binaries o binari indica che nelnewsgroup sono presenti file binari,ossia file contenenti programmi,suoni, immagini, video, ecc., allega-ti a messaggi, così come avvieneper gli attachment dell’e-mail.d: messo in coda al nome di unnewsgroup, specifica che sono ac-cettati soltanto messaggi di testo eche gli allegati sono vietati. La “d”indica discussione. warez: in questo ng. vengonoscambiati programmi pirata o ille-gali. news: qui si trovano informazioni suinewsgroup, compresi gli annuncidella presenza di nuovi ng.alt: in questa gerarchia si trova ditutto, specie argomenti non ufficiali,offensivi o comunque “alternativi”. misc: argomenti vari non classifica-bili in altre gerarchie. rec: attività ricreative come hobby egiochi. sci: argomenti scientifici (sarebbequesta la gerarchia più consona al-le categorie come la nostra).soc: argomenti di natura sociale (et-nica, nazionale o internazionale). talk: politica e affini. sex: tutto, ma proprio tutto quelloche riguarda sesso e dintorni. moderated o moderato: alcuninewsgroup hanno un moderatore,cioè un utente e/o un programmache si prende la briga di leggere tut-ti i messaggi inviati e pubblica sulnews server soltanto quelli corri-spondenti all’argomento in oggetto.Una volta scelto uno o più news ser-ver, prima di accedere al ng. occor-re prelevarne l’elenco. Preparatevi aun’attesa che può essere più o me-no lunga a seconda della velocitàdel collegamento e del numero ding offerti dal server. Se quest’ultimoè un fornitore di qualità vi deve offri-re almeno nove-diecimila new-sgroup, ciascuno dedicato ad un

Ce ne sono a decine di migliaia in tutto il mondo, in tutte le lingue e per tutti i gusti.

Newsgroup: gerarchie e argomenti vari in libertàEsistono anche quelli che trattano di veterinaria e di animali in genere

di Fabrizio Pancini

http://beatles.cselt.it/news-it/

I n questo sito del tutto particolare, che si collega all’argomentodel mese di questa rubrica, troverete tutte le informazioni (FAQ)

più importanti sui newsgroup italiani, sulla loro gestione e sulle moda-lità di creazione di nuovi ng. Oltre a ciò potrete consultare anche lestatistiche di frequentazione, utili sia per sapere quali sono i new-sgroup più attivi, sia per conoscere i gusti dei navigatori sulla Rete.

I N R E T E

argomento specifico. Terminatoquesto primo collegamento, potetespecificare nel newsreader qualinewsgroup volete seguire.Per fare ciò, non occorre collegarsia Internet: basta attivare il newsrea-der e dirgli quali newsgroup voleteseguire e, da quel momento, ognivolta che vi collegherete a Internet vibasterà attivare il newsreader e dir-gli di acquisire tutti i nuovi messagginei newsgroup ai quali vi siete iscrit-ti. Terminato il collegamento, potreteleggere con calma off line tutti i mes-saggi prelevati e preparare le vostrerisposte per il collegamento succes-sivo.Quando vi iscrivete a un newsgroupper la prima volta, tenete presenteche è considerata buona Netiquette(codice di comportamento) starse-ne zitti ed “assistere” al dialogo fragli utenti del newsgroup senza inter-venire in alcun modo.Se proprio ci tenete a far sentire dasubito la vostra presenza, potetemandare un messaggio di presen-tazione e saluti.Tutto questo per ricordarvi che neinewsgroup si viene giudicati in baseal contenuto dei messaggi che in-viamo: per tale ragione le doti es-senziali sono la concisione e la per-sonalità e lo stile nello scrivere. Ba-sta un messaggio sbagliato o soprale righe per farvi classificare come“rompiscatole”; infatti, tenete pre-sente che in genere ogni new-sgroup è composto da un gruppo dipartecipanti assidui e ben affiatatiche spesso non sono sempre di-sposti ad accettare di buon grado leintromissioni di coloro che già al pri-mo collegamento dimostrano quan-to meno poca prudenza se non ma-leducazione.Come in tutte le cose di questomondo, il principale punto di forzadel concetto di libertà d’espressionee la partecipazione aperta a chiun-que, diventa anche un limite: il fattoche tutti possano parlare, spesso si-gnifica che tutti lo fanno anchequando non è necessario, per tuttauna serie di ragioni che in questasede è meglio non approfondire.Resta il fatto però che basta chequalcuno dica qualcosa anche sololeggermente polemica perché s’in-neschi una interminabile catena dimessaggi di risposta ancora più po-lemica che difficilmente viene con-trollata. Il risultato di questi compor-tamenti è che molti newsgroup sonoafflitti da quello che in gergo si chia-ma rumore di fondo: un brusio con-tinuo di voci elettroniche irrazionali,sopra il quale si fa fatica a decifrarela conversazione che contiene infor-mazioni utili.

A questo proposito i newsgroup, seda un lato costituiscono l’insieme dinotizie d’ogni tipo e per tutti i gusti,dall’altro lato tali informazioni posso-no essere talvolta le più inattendibilie fuorvianti. Chiunque può scrivere quello chevuole in un newsgroup ed è quindiinevitabile che vengano pubblicatenotizie prive di ogni attendibilità. At-tenzione però a non generalizzare:non è vero che tutto quello che silegge nei newsgroup sia una inven-zione, come sempre, dipende moltodal newsgroup e dalle persone chene fanno parte. I newsgroup tecnici(la vetlink dell’ANVI ne è un esem-

pio) sono in genere quelli dove si ra-dunano le persone più competenti ele informazioni sono affidabili. Per al-tri ng., invece, occorre una cautelache impone la verifica delle notiziedivulgate dai partecipanti (specie diquelli che non si conoscono).La comunità italiana di Internet èaperta ad ogni tipo di discussione e,nelle aree che iniziano con il prefis-so it, le questioni morali e sociali so-no ben rappresentate. Per quanto ri-guarda invece i ng italiani che tratta-no di argomenti legati agli animalied ai loro problemi, ce ne sono dav-vero pochi, anche se parecchio fre-quentati.I due ng più importanti per numerodi partecipanti compresi nel newsserver della Tin è it.discussioni.ani-mali.cani e it.discussioni.animali.gatti. Dentro a questi newsgroup sitrova un po’ di tutto: dal veterinarioall’allevatore, dalla pensionata allagattara, dallo zoofilo allo zoofobo.Da qualche giorno, si è costituito ilgruppo it.discussioni.animali il cuimanifesto di fondazione si proponel’ambizioso compito di colmare unagrave lacuna nella gerarchia it.di-scussioni.animali. Si tratta infatti diuna cosiddetta “gerarchia orfana”.Se esistono infatti sia it.discussio-ni.animali.cani cheit.discussioni.animali.gatti, che pe-raltro hanno un elevato traffico in ter-mini di messaggi, non esiste atutt’oggi, a distanza di molti anni ungruppo generico it.discussioni.ani-mali. Il gruppo tratterà: di animaliselvatici e dei loro habitat naturali; dianimali in via di estinzione e suquanto si possa fare per protegger-li; di come si debbano rispettare glianimali e su proposte legislative intema di protezione dei medesimi; dianimali domestici (non trattati nellegerarchie figlie it.discussioni.anima-li.cani ed it.discussioni.animali.gattio in it.hobby.acquari) e sulla loro cu-ra (cavalli, uccelli; piccoli animalidomestici quali criceti, conigli nani,rettili e aracnidi) ammessi dalle vi-genti normative e di terrariofilia ingenere.C’è poi una serie di newsgroup cheè un vero e proprio mercatino tele-matico dell’usato. Se non sapete achi vendere o dove acquistare stru-menti per l’ambulatorio o altro, sen-za spendere una lira, provate suit.annunci.commerciali oppure suit.annunci.usato. Come potrete ve-dere, la merce offerta e cercata èmolto stravagante e disparata, mavale la pena di provare. Infine, ci sono oltre sessanta new-sgroup italiani dedicati all’informati-ca (cercate nella gerarchia it.comp)ed ai problemi ad essa connessi. Seavete dei dubbi da sciogliere in pro-posito, siete giunti nei newsgroupgiusti.

In tutti casi, le informazioni più im-portanti sui newsgroup italiani,sulla loro gestione e su comecrearli, sono accessibili all’indiriz-zo http://www.news.nic.it/news-it,lì, troverete anche le statistiche difrequentazione, utili sia per sape-re quali sono i newsgroup più atti-vi, sia per conoscere i gusti deinavigatori sulla Rete.

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PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 27

L a vicenda dell’On. Conti ènota soprattutto a chi se-gue le liste telematiche

SCIVAC ed ANMVI. Affronto vo-lentieri questo argomento per-ché ha dato modo a numerosiveterinari di coagulare le pro-prie forze e di fare pervenireun’opinione compatta ed omo-genea nelle sedi opportune.Brevemente i fatti. Il collega Aldo Vezzoni ci hainformati che era in discussionealla Camera, presso l’appositacommissione, la normativa sulleagevolazioni alla prescrizionedegli stupefacenti per uso tera-peutico. Come è noto il ministro Verone-si, spinto anche dai segnali chevenivano dall’opinione pubbli-ca, ha fortemente voluto e pra-ticamente imposto che ci siadeguasse finalmente ai paesicivili, in questo campo. Prescri-vere, o peggio, trasportare stu-pefacenti per uso terapeuticorappresenta infatti un baluardoquasi insormontabile, viste lepastoie burocratiche che il sa-nitario è obbligato a rispettare.Si stava dunque svolgendo, incommissione, il dibattito sullenuove normative che, per la ve-rità, incontravano il favore ditutti i parlamentari interessaticon uno schieramento questavolta realmente trasversale aipartiti. Una volta tanto l’acco-munamento con i colleghi medi-ci ci era favorevole, nel sensoche la proposta in discussioneprevedeva che le facilitazioninella prescrizione e sommini-strazione degli stupefacenti in-teressassero sia i medici che iveterinari. Non di questo avviso era l’or-mai famoso On. Guido Conti,eletto da A.N. nel collegio diMacerata. Il Nostro proponevaun emendamento che cancel-lasse dalle nuove norme i vete-rinari adducendo, fra le altremotivazioni, un possibile incre-mento dell’uso di droghe daparte dei tossicodipendenti(sic). Si tenga conto che l’On.Conti è un medico, figlio di unveterinario. Vi è da dire che, a parte po-chissimi altri deputati, la stra-grande maggioranza di chipartecipava alla commissione,compreso un collega dell’On.Conti appartenente al suostesso collegio e al suo stessopartito, si mostrava fortementecontraria allo stolto emenda-mento proposto, per cui la po-sizione del Conti rimaneva, perfortuna, isolata e anzi lo stessodeputato veniva redarguito daaltri colleghi per questa sua in-credibile valutazione. La cosache più mi ha fatto piacere èstata l’immediata reazione dinumerosi veterinari, a tutti i li-

velli, che hanno inviato all’On.Conti e al Presidente dellaCommissione una protestamassiccia, equilibrata e so-prattutto omogenea nei conte-

nuti. Io stesso ho chiesto ra-gione all’On. Conti di tale at-teggiamento, con un articolopubblicato su Libero, invitandoil deputato a chiarire la sua po-

sizione pubblicamente.Al di là del fatto che la posizio-ne di quello che faccio unagran fatica a definire onorevolesia isolata (e quindi speriamo di

Veterinari e stupefacentidi Oscar Grazioli

Medico veterinario, Reggio Emilia

scarso rilievo), quello che mi hafatto piacere è stato il compor-tamento di una categoria solita-mente frammentata su tutto.Qualcosa sta forse maturando?

L ’ O P I N I O N E

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PROFESSIONE VETERINARIA 12/200028

Pet corner: una conquista

o una sconfitta?Si leggono ormai da diversi mesisu tutte le riviste veterinarie, arti-coli che pur mettendo in risalto l’o-pinione contraria, continuano abombardarci con l’idea che fare icommercianti è bello e redditizio.Tutto ciò è passato anche con lasolita frase, che oserei dire stori-ca, lo fanno gli altri paesi europei,quindi non può che essere giusto!Inoltre aumenta la nostra disponibi-lità come servizio ai clienti e, uditeudite, i proventi di alcuni veterinariinglesi e francesi sono arrivati addi-rittura al 40% del fatturato. A que-sto punto sorge spontanea una do-manda “sono così ridotti male i col-leghi, da essere costretti a venderenel commercio? oppure sono alladisperata ricerca della ricchezza atutti i costi?”. Forse hanno solo sba-gliato mestiere.Non dimentichiamoci che gli stes-si paesi hanno distribuito la BSEin tutta Europa, ma la battuta è fintroppo facile e scontata.Di certo è che se la passano ma-le, anzi malissimo, se costoro so-no costretti a vendere collarini,sabbietta, profumini e croccantini.Perché un conto è vendere pro-dotti farmaceutici e parafarmaci,incluso lo shampoo medicato, acui posso ben essere d’accordoessendo già effettivamente partedel nostro “armamentario”, ed unconto è aprire una seconda parti-ta IVA , acquistare un registratoredi cassa, pagare il commercialistaancora di più per far concorrenzaal negozio per animali, che fa an-che lavaggio cani. Ci sono già adir il vero, colleghi con struttureaventi il “negozio degli animali”,ma la gestione è affidata ad unaterza persona a cui è intestata lapartita IVA, inoltre la struttura nonsi può paragonare ad un pet cor-ner essendo un negozio vero eproprio, questo è perciò una si-tuazione commerciale a cui il ve-terinario è solo indirettamentecoinvolto, nel senso che è il pro-prietario ma non il gestore, comedel resto le nostre stesse strutturepossono essere di chiunque pur-ché il dir. sanit. sia un veterinario.Il pet corner mi ricorda molto dipiù quei gommoni di 3-4 metri, almare d’estate, super accessoriatiquasi come panfili d’alto mare,che ti fanno subito pensare al det-to “vorrei ma non posso”.Ai miei tempi, vi era un esame al-l’università “Economia rurale edagronomia”, ora non c’è più, evi-dentemente l’università non è alpasso con i tempi, che delusione.Sono del parere che essendo l’u-nico paese europeo in cui la clas-se veterinaria è ancora (se vaavanti così ancora per poco) nelMinistero della Sanità, dobbiamocopiare (e non solo quando ci facomodo) i colleghi medici umani,a cui per ora la pediatra dei mieifigli non mi ha ancora propostol’acquisto di ciucci e biberon, né ilginecologo di mia moglie ha an-cora cercato di venderci preser-

vativi ed oggetti erotici vari, maforse non sono, come noi, svegliabbastanza! Avrei un’idea per chiha il pronto soccorso, visto cheavremmo la seconda partita IVAperché non allargare al massimogli orizzonti offerti dalla medesi-ma, e quindi aprire un bar tavolacalda con prodotti veterinari certi-ficati e provenienti da colture bio-logiche, così i clienti potrebberonell’attesa ristorarsi diminuendo lostress dell’attesa. Per chi ha unaclinica per cavalli proporrei diaprire un maneggio con ristorantesempre con prodotti biologici chevanno alla grande in questo pe-riodo. Mi fermo qui non vorreicreare troppa concorrenza.Tra “amanti degli animali” e “com-mercianti” la classe veterinariaavrà pure qualche “medico” o so-no in via di estinzione?!So benissimo che questa mia,non otterrà niente perché i “se-condi” hanno già “fiutato l’osso”,però almeno lo si dica aperta-mente, è solo una mera questionedi SOLDI!

Paolo Penso

Dimissionisofferte

Tempo fa, di sicuro, mai nella men-te mi fosse balenata l’idea di fareun gesto come quello che in que-sto momento mi accingo a fare,cioè quello di dimettermi dal Comi-tato Centrale della Segreteria Na-zionale del SIVELP. Dopo quindicianni di attività sindacale è davveromolto dura dire basta, è doloroso emolto traumatico vedere andare viapersone con cui hai diviso ideali,lotte, frustrazioni per risultati chegiustamente ritenevi di ottenere eche invece per un motivo o per unaltro non arrivavano. Personalmen-te già da tempo ero latitante, per-ché le scelte politiche e non solopolitiche fatte dal SIVELP eranosempre più lontane dai miei idealidi libero professionista.Il rammarico più forte è quello divedere una squadra forgiata dalGrande Vecchio, andare via, la-sciare il campo libero, forse è giu-sto così.Comunque con me porto tutti i ri-cordi sia quelli belli che quellibrutti, sia le vittorie (INAIL) che lesconfitte (la libera professione deiveterinari dipendenti del S.S.N.).A chi resta un augurio, ma ancheuna forte e saggia riflessione, ipericoli per il veterinario liberoprofessionista, al momento, sonotanti e pertanto nessuno deveperderli di vista.Cordialmente

Giovanni Petroccia o come diceva il Grande Vecchio

Capoccia di Roma

Forum eaggiornamento

Ringrazio moltissimo la SCIVAC,che dà la possibilità a tutti gli stu-denti di medicina veterinaria

(prossimi e lontani dalla laurea),di seguire le esperienze altrui incampo clinico, sulla list. Personalmente ho tratto un enor-me beneficio in questi ultimi mesidalla lettura delle email del forum,lo considero un prezioso mezzocoadiuvante la formazione profes-sionale (dopo i canonici studi uni-versitari e la frequentazione diambulatori o cliniche) e spero chesia così anche nel futuro. Penso che questo permetta a tuttinoi (studenti e laureandi) di com-prendere in anticipo le difficoltàlegate alla professione in tutti isuoi aspetti, anche i più delicati,accrescendo ancora di più il ri-spetto e l’ammirazione verso imembri di questa (stupenda!!!)categoria (altro che E.R....). Ancora un ossequioso saluto atutti i membri della list.

Elisabetta Venturini(da SCIVAC Forum

del 04/12/2000)

Ringrazio a mia volta anche perconto della SCIVAC di questo lu-singhiero intervento che ho rite-nuto utile pubblicare per sottoli-neare la pertinenza delle osser-vazioni fatte: fra i vari strumentidi aggiornamento professionalenon può essere trascurato il con-fronto aperto e critico con altriColleghi, non solo per impararema anche per relativizzare le no-stre difficoltà quotidiane e ren-derci conto che sono quelle dimolti. Ricorrere ad un consulto inrete con altri Colleghi e magariesporre le proprie difficoltà signi-fica essere sinceramente inten-zionati a superare i propri limiti equindi a crescere. È questo l’at-teggiamento di fondo di chi cre-de nell’importanza dell’aggior-namento. A questo proposito, ilprimo numero del 2001 di Pro-fessione Veterinaria sarà propriodedicato all’aggiornamento ob-bligatorio e ai suoi risvolti sullanostra Categoria.

Carlo Scotti

Troppi interventisu internet

Caro Carlo, sono stato tra i primi a credere inInternet e quindi ho aderito subitoalla Vetlink ed al Forum SCIVAC.Poco attivamente, ad essere sin-cero, ma comunque, sia pure inun ruolo di semplice spettatore,con grande attenzione ed interes-se. Ho visto quindi crescere , congrande piacere, le due iniziativealle quali, via via, hanno aderitocentinaia di colleghi. Molto interessanti gli argomentitrattati e molto bella l’iniziativa pergli alluvionati ma sinceramentequesti strumenti incominciano unpo’ a preoccuparmi. Oggi siamopoche centinaia di iscritti e menoancora sono quelli che vi scrivonocon una certa regolarità, ma giàsono molti gli interventi che mi tro-vo a dover leggere ogni giorno.Cosa succederà quando alla ve-tlink saranno iscritti i 10000 veteri-

nari ANMVI o al Forum SCIVAC i6700 iscritti a questa associazio-ne? A quel punto gli interventi po-tranno essere centinaia ogni gior-no e diventa veramente pazzescogestirli. Credo che sia necessario trovareuna soluzione. Un caro saluto.

Lettera Firmata

Per favorefatemi scendere

Caro Scotti, rientrato da alcuni giorni di feriemi sono trovato il computer inta-sato da decine di e-mail essendoio iscritto al Forum SCIVAC. Nonho neanche il tempo di selezio-narle. Credo che sia uno strumen-to molto interessante ma che ri-chieda troppo tempo. Ho quindideciso di rinunciarvi a meno chesi riesca ad avere Forum più con-tenuti e di maggiore specializza-zione. Scusatemi ma per ora pre-ferirei scendere. Saluti e auguri per il 2001.

Mino Nannipieri

Sinceramente non credo che cisiano problemi. Quando è nata laSCIVAC vi era solo questa asso-ciazione e comprendeva anche iColleghi ippiatri. Nel tempo, ac-cogliendo le richieste dei colleghisono nate numerose altre asso-ciazioni, specificamente indirizza-te ai diversi settori professionali.Lo stesso accadrà anche per i fo-rum: nasceranno spazi specificisu argomenti specialistici secon-do le esigenze che saranno divolta in volta espresse dai colle-ghi navigatori. A seconda dei propri interessiognuno sceglierà il Forum più con-geniale. Internet è un grande stru-mento aperto e di massima libertà,a volte può spaventare, ma bastaimparare ad usarlo per rendersiconto delle infinite possibilità checi offre. Un esempio? Nel ForumSCIVAC si continua a parlare dianimali esotici: se questi argomen-ti si svilupperanno la SIVAE potràpartire con un proprio Forum spe-cialistico. Dipende dall’interesse espressodai colleghi. Noi siamo pronti!

Carlo Scotti

Un convegnoper riflettere

Innanzi tutto vorrei ringraziarel’ANMVI per l’opportunità offerta.Non mi era mai capitato di parte-cipare ad un convegno in cui leesposizioni fossero così sinteti-che, comprensive e piene dibuoni propositi; tutto filava liscio,eravamo proprio partiti col piedegiusto!Ma, eccoci arrivati alla relazionedel dott. Eleuteri, immediatamen-te si appiccava fuoco alla micciadi una mina che vagava nell’aria.Subito qualcuno non si facevapregare nel farla esplodere anzi,

però, guarda a caso, non si fermaa vedere il risultato di tale defla-grazione.Peccato!!! Perché poteva esserel’occasione giusta in cui ci si po-teva “ scornare “ definitivamente.Come ha suggerito un collega nelsuo intervento immediatamentedopo affermando che tale uscitaci aveva portato improvvisamenteall’anno 0; ma magari fosse statovero mi sono detto!MAGARI perché, se veramenteavevamo toccato il fondo, non po-tevamo che ricominciare a rico-struire la nuova figura del medicoveterinario, insieme, senza distin-zioni pubblico e privato, libero odipendente.Due piccole considerazioni in me-rito a quanto è stato detto: anch’ionon vedo bene le società di capi-tale nella nostra professione,mentre sono d’accordo sul fattoche gli Ordini professionali sianodotati di nuovi poteri e nuovemansioni.Si è parlato di studiare dei minimie massimi per le prestazioni di-cendo che solo con dei minimi èpossibile garantire una certa qua-lità della prestazione stessa.Purtroppo questa affermazionenon mi trova in sintonia, perchésecondo il mio modesto avvisonon è sempre vero che ad uncerto prezzo benché minimo cor-risponda una certa qualità. Alloraquesti minimi a cosa possonoservire?Ecco a cosa possono e devonoservire: a dare una dignità profes-sionale e personale alla figura delmedico veterinario. Oggi non cisono tanti Colleghi disoccupati,perché tale evenienza potrebbeindurre i giovani a cercare altrisbocchi senza accanirsi sulla cli-nica dei piccoli animali, dove or-mai sempre più vediamo dei Col-leghi sottoccupati, che per pro-curarsi un cliente fanno la corsa alribasso delle tariffe invece che of-frire maggiore professionalità epreparazione.Ma è mai possibile che per senti-re parlare di veterinari si è dovutoaspettare la sventura BSE? Nonera forse possibile promuovere lanostra professione sia dei liberiche dei dipendenti?Io sento l’esigenza di fare cono-scere il Veterinario come TUTOREdella salute pubblica e Medicodei nostri animali d’affezione, per-tanto sono pronto ad appoggiaretutte quelle iniziative che andran-no in questo senso.Allora mi voglio assolutamenteconvincere che veramente ve-nerdì 24 novembre sia stato ilgiorno ZERO per la nostra profes-sione.Cordiali saluti a tutti e buon la-voro.

Dott. A. Distefano(Presidente Ordine

di Alessandria)

L E T T E R E A L D I R E T T O R E@

Il giusto giova al più forteTrasimaco

Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

Gruppo di Studio

di Medicina non

Convenzionale

PROGRAMMA 2001

Palazzo Trecchi - CremonaDomenica 18 febbraio - ore 9

Mattino: “La Prognosi in Omeopatiaed in Agopuntura”. Pomeriggio: “Analisi di casi clinicinon risolti con la MnC”.Come al solito invito TUTTI a parte-cipare con la propria esperienza ecasistica (e con la propria buonavolontà!). Comunicatemi i vostri in-terventi per poter organizzare unascaletta.

Sabato 17 - Domenica 18novembre

È in fase di organizzazione un se-minario con la partecipazione didue colleghi stranieri, un Agopunto-re e un Omeopata. Appena saran-no definiti tutti i dettagli forniremo ul-teriori informazioni. Si ringrazia la Hill’s Pet Nutrition e laKem-O-Tek per il supporto dato al-l’iniziativa.

Roberto Orsi, Coordinatore del GdS SCIVAC

di Medicina Non Convenzionale

***

ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI BRESCIA

In collaborazione conFONDAZIONE INIZIATIVE

ZOOPROFILATTICHE E ZOOTECNICHE

I controlli diSanità pubblica

tra normegiuridiche e

mercato: libertàdi coesistere

e qualeconvivenzaVENERDÌ 23/02/2001

Brescia - Teatro Sancarlino,C.so Matteotti 6a

ATTUALITÀ E ORIENTAMENTICOMUNITARI IN TEMA DI

ENCEFALOPATIASPONGIFORME BOVINA

_________________

MERCOLEDÌ 21/03/2001 Brescia - Teatro Sancarlino, C.so

Matteotti 6aI “MATERIALI A RISCHIO

SPECIFICO”: SOTTOPRODOTTIDI ORIGINE ANIMALE

O RIFIUTI ECOLOGICI?___________________

VENERDÌ 20/04/2001 Lodi - Ditta INALCA

V.le Europa 10 Ospedaletto Lodigiano

QUALITÀ E PIANIFICAZIONESANITARIA NELLA GRANDE

MACELLAZIONE BOVINA: VISITAGUIDATA AL MACELLO INALCA

_________________

VENERDÌ 18/05/2001 Brescia - Teatro Sancarlino,

C.so Matteotti 6aI CONTROLLI DI SANITÀPUBBLICA TRA NORME

GIURIDICHE E MERCATO:LIBERTÀ DI COESISTERE E QUALE CONVIVENZA?

________________

Segreteria organizzativa ORDINE DEI MEDICI VETERINARIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA Via Bianchi n° 9 - 25124 Brescia

Tel. e fax 030/2423170e-mail [email protected]

***

FONDAZIONE INIZIATIVEZOOPROFILATTICHE E ZOOTECNICHE

ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI BRESCIA

Avviamento alla Buiatria

Con il patrocinio della SIVAR

I l Corso è riservato a neo-lau-reati; ha carattere pratico, ed i

Docenti sono esperti delle varie di-scipline. A seconda dei moduli, sisvolgeranno lezioni teoriche in aulao pratiche in stalla; tutti gli allievi se-guiranno poi i docenti in campo se-guendo i moduli riportati:

1° modulo: patologia della mam-mella

2° modulo: clinica e chirurgia dibase

3° modulo: fecondazione artifi-ciale, ginecologia e clinicaostetrica

4° modulo: modulo generale5° modulo: patologia del piede

Docenti: Medici Veterinari I.Z.S. diBrescia, Medici Veterinari LiberiProfessionisti (i nominativi verrannocomunicati successivamente).Le lezioni teoriche si svolgerannopresso l’Istituto Zooprofilattico diBrescia dal 19/03/01 al 30/03/01,dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30alle ore 12.30, dalle ore 14.00 alleore 16.00.Nel mese di aprile 2001, dal lunedìal venerdì, i corsisti seguiranno set-timanalmente un collega occupatonei veri settori. Per informazioni dettagliate sul pro-gramma:

Segreteria organizzativaORDINE DEI MEDICI VETERINARIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA -

Via Bianchi n° 9 25124 Brescia

Tel. e fax 030/2423170e-mail [email protected]

Il corso è gratuito e riservato a 15Medici Veterinari, scelti in relazio-ne alla cronologia della presenta-zione della domanda, con privile-gio per gli iscritti all’Ordine orga-nizzatore.Le iscrizioni sono da effettuarsi me-diante lettera, telefono, fax o e-mailalla Segreteria dell’Ordine entro il12 marzo 2001. A fine Corso, a co-loro che avranno partecipato ad unminimo di 4 moduli potrà essere ri-lasciato attestato di partecipazionee di frequenza.

PROFESSIONE VETERINARIA 12/2000 29

42°congressonazionalescivacF I E R A M I L A N O 1 -4 MARZO 2001

Workshop specialistici: Errata corrige

Per un errore tipografico nel modulo di iscrizione allegato al program-ma del 42° Congresso Nazionale SCIVAC (Milano, 1-4 marzo 2001) so-no stati omessi gli workshop specialistici previsti nella giornata di Ve-nerdì 2 Marzo: li riportiamo qui di seguito.Preghiamo gli interessati di aggiungere a penna, nella sezione B delmodulo di iscrizione, il titolo del workshop prescelto e il relativo costodi iscrizione. Ci scusiamo per il disguido.

La Segreteria Congressuale

VENERDÌ 2 MARZO 2001

Prima del Dopo il 25 Gennaio 25 Gennaio

9.30-10.30 UROLOGIA Workshop specialistico (3 ore) 11.30-13.00 FLUTD o FUS o FUO: differenti opinioni

nel trattamento dell’ostruzione uretrale nel gattoStephen Di Bartola (USA) ❏ LIT 80.000 ❏ LIT 100.000

14.30-16.00 RADIOLOGIA Workshop Specialistico (1 1/2 ora) Diagnosi e riconoscimento precoce del rene policistico nel gattoDavid Biller (USA) ❏ LIT 40.000 ❏ LIT 60.000

17.00-19.00 ONCOLOGIA Workshop Specialistico (2 ore)Differenti strategie terapeutiche per il linfomaGreg Ogilvie (USA) ❏ LIT 50.000 ❏ LIT 70.000

AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀFatturazioni, rimborsiLara Camisa 0372-403505 [email protected] Migliavacca 0372-403536 [email protected]

ASSISTENZA TECNICAAudiovisivi e assistenza tecnica per iniziative a CremonaAthos Ansoldi 0372-403517

MAGAZZINOEvasione ordini e spedizioniEnrico Soldi 0372-403518 [email protected]

MARKETING E PUBBLICITÀFrancesca Manfredi 0372-403538 [email protected]

ORDINI Ordini libri, videocassette, materiale di supporto, disponibilità testi -Biblioteca e videoteca, ricerche bibliograficheFrancesca Chiari 0372-403507 [email protected] Soldi 0372-403518 [email protected]

RECEPTIONSara Cazzaniga 0372-460440

RIVISTE EUROPEE EJCAP/FECAVA European Journal of Companion Animal Practice,Journal of Veterinary CardiologyPaola Orioli 0372-403539 [email protected]

CONGRESSIInformazioni ai soci su attività congressuali in genereLudovica Bellingeri 0372-403502 [email protected] e iscrizioni per i corsi organizzati in sede e fuori sedeCatia Arisi 0372-403506 [email protected] REGIONALIOrganizzazione e informazioni sulle iniziative SCIVAC regionaliFrancesca Manfredi 0372-403538 [email protected] DI STUDIOIscrizioni, calendario delle iniziative e programmazione delle giornateCatia Arisi 0372-403506 [email protected] ANNUALI SCIVACNuove iscrizioni e rinnovi, aggiornamento indirizzario sociSabina Pizzamiglio 0372-403537 [email protected] Professione VeterinariaSabina Pizzamiglio 0372-403537 [email protected] IppologiaLudovica Bellingeri 0372-403502 [email protected] Large Animals Review, Veterinaria, Quaderni di Dermatologia,Sisca Observer, Medicina FelinaPaola Orioli 0372-403539 [email protected] COMMISSIONE SCIENTIFICAProgrammazione scientifica corsi, seminari, congressi e contatti con i relatoriLudovica Bellingeri 0372-403502 [email protected] PRESIDENZA e CONSIGLIO DIRETTIVOCatia Arisi 0372-403506 [email protected] logistica, rapporti con la sede congressuale, iscrizioni alseminarioCatia Arisi 0372-403506 [email protected]À SPECIALISTICHESegreteria organizzativa SIANA, SIDEV, SINVET, SISCA, SIMEF, SIMESC,SOVICatia Arisi 0372-403506 [email protected] ESPOSITIVIGestione spazi espositivi per Seminari, Gruppi di Studio, Societàspecialistiche, Corsi organizzati in sede a Cremona e fuori sedeFrancesca Manfredi 0372-403538 [email protected]

Sabina Pizzamiglio 0372-403537 [email protected]

Catia Arisi 0372-403506 [email protected]

Paola Orioli 0372-403539 [email protected]

Ludovica Bellingeri 0372-403502 [email protected]

F.S.A. Sara Cazzaniga 0372-403511 [email protected]

A.N.M.V.I.

Numeri telefonici diretti: un servizio per i nostri soci Gli uffici della sede di Palazzo Trecchi a Cremona, sede di EV srl, FSA, ANMVI, SCIVAC (e Società Speciali-stiche di Riferimento), SIVAE, SIVAR e SIVE hanno attivato dall’inizio di quest’anno linee telefoniche prefe-renziali, per dare l’opportunità ai soci di mettersi direttamente in contatto con il responsabile di ciascun uffi-cio. Ci auguriamo in questo modo di rendere un servizio più efficiente a tutti i nostri soci e alle aziende ed or-ganizzazioni con cui gli uffici sono in contatto. Vi preghiamo pertanto di voler prendere nota dei numeri te-lefonici diretti qui riportati e dei rispettivi incaricati.

A T T U A L I T ÀD A L L E A S S O C I A Z I O N I

COWELLCitologia diagnostica ed ematologia

del cane e del gatto, UTETLire 105.000 (Soci SCIVAC)

Lire 130.000 (Non Soci SCIVAC)

Tutte le iniziative dei Gruppi di StudioSCIVAC

sono sostenutedalla Hill’s

Pet Nutrition

Hill’s*

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 12

PROFESSIONE VETERINARIA 12/200030C A L E N D A R I O A T T I V I T À

GIAC - SISCA CORSO REFEREE - Cremona - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC MEDICINA INTERNAFiera di Roma “Agricoltura e natura” padiglione Convegni, Quartiere Fieristico, via C. Colombo, 291 - RomaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SIVE - 7° CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA Salsomaggiore Terme - PRPer informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - tel. 0372/403502 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI CHIRURGIA CHIRURGIA GENERALE - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SISCA CORSO ZOOANTROPOLOGIA DIDATTICA CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SIVAE CAMALEONTI, NUOVI E PICCOLI MAMMIFERI DA COMPAGNIA(CANE DELLA PRATERIA, MOFFETTA, CITELLO, CIVETTA DELLE PALME, DEGU, ECC) - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE SICILIA Per informazioni: Massimo Di Martino - Segretario - Tel. 091/6111059

SISCA CASI CLINICI - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE LIGURIA ANIMALI ESOTICI - Relatore: Dr. Massimo MillefantiPer informazioni: Maurizio Bortolamiol - Segretario - Tel. 0187/624288

DELEGAZIONE LAZIO RIPRODUZIONEPer informazioni: Giovanni Petroccia - Segretario - Tel. 06/52200752

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI MEDICINA NON CONVENZIONALE PerugiaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO AVANZATO DI EMATOLOGIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SIDEV LEISHMANIOSI - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

42° CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SCIVAC ARGOMENTI IN SIMULTANEA SU SEI SALE - MilanoPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SOVI CORSO OTTICA E VISIONE - MilanoPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

6° CONGRESSO EUROPEO AVV PATOLOGIE AVIARIE - Monaco di Baviera - Per informazioni: Prof. Ruediger Korbel, Università del Minnesota(USA) Tel. (1) 612-6244745 - Fax (1) 612-6258220 - e-mail [email protected] oppure [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ANESTESIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE VENETO Monastier - TrevisoPer informazioni: Sandro Nespolo - Segretario - Tel. 049/851438

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI CARDIOLOGIA CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CHIRURGIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC AGGIORNAMENTI IN CARDIOLOGIA - PugliaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE EMILIA E ROMAGNA ARGOMENTI SCIOLTI DI ORTOPEDIA E CHIRURGIA - Ravenna - Relatore: Prof. MortellaroPer informazioni: Nicola Ronchetti - Segretario - Tel. 059/536753 - email [email protected]

DELEGAZIONE MOLISE OFTALMOLOGIAPer informazioni: Antonello Fazio - Segretario - Tel. 0874/461116

DELEGAZIONE FRIULI VENEZIA GIULIA NEUROLOGIA - Relatore: Dr. LubasPer informazioni: Mario Coan - Segretario - Tel. 0432/570234

DELEGAZIONE CALABRIA OSTETRICIAPer informazioni: Antonella Santoro - Segretario - Tel. 0985/81369

CORSO SCIVAC - SOVI CORSO DI OFTALMOLOGIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

BSAVA CONGRESS ANNUAL - Birmingham - Per informazioni: Woodrow House - 1.Telford Way, Waterwells BusinessPark - Quedgeley, Gloucester GB-GL2 4AB - Tel. (44) 1452 726700 - Fax (44) 1452 726701 - www.bsava.com

SEMINARIO SCIVAC MEDICINA INTERNA - VenetoPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA prima parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

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Carlo Scotti

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- Filiale di Piacenzaa cura di Nacor di G. Manfredi,Bobbio - PC - tel 0523/936546

La rivista è gratuita per gli iscritti alleAssociazioni Federate ANMVI.

Per i non soci è disponibile al costo di lire 60.000 come contributo spese

di spedizione.Viene inoltre inviata gratuitamente ad Enti Pubblici, Università, Ordini,

ASL, Istituti Zooprofilattici e alleaziende di settore.

Arretrati: Tel. 0372/403537

Chiuso in stampa il 12 gennaio 2001

PROFESSIONE VETERINARIA

DEFINIZIONE DEI RISCHI DI ESPOSIZIONE E MISUREDI SICUREZZA DI TUTELA

DELLA SALUTE NEI SETTORIALLEVAMENTO,MACELLAZIONE,

TRATTAMENTO, DISTRIBUZIONEDELLE CARNI

ISPESLDipartimento Igiene del Lavoro -

Roma

Istituto Zooprofilattico del Triveneto- Legnaro (PD)

Il volume è stato inviatodalla SIVAR

a tutti i suoi iscritti.

20-21gen

27-28gen

27-29gen

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