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Haenel Jaeger 10 calibro .308W
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Il ritorno DI UN MARCHIO STORICO
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Haenel si ripropone e lo fa con una profonda analisi dell’arma per semplificare con intelligenza, riducendo i costi senza intaccare la qualità
Testo e foto di Roberto Allara
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Il ritorno di un marchio storico
Dallo Sturmgewehr 1944 alla linea jaeger
Sarebbe una semplificazione da fare negli aziendali
ritagli di tempo? Neanche un po’. Per semplificare
occorre avere le idee chiare ma non basta, perché
non tutto è semplificabile e realizzare un sistema più
semplice senza perdere le prestazioni è un compito
non da tutti. Qui Haenel c’è riuscita, con un fucile che ha un
costo contenuto senza rinunciare né a funzionalità né a pre-
stazioni. Ma facciamo un passo indietro e vediamo di capire
perché il marchio sia importante. I lettori meno giovani ricor-
dano senza dubbio il progetto di Hugo Schmeisser, realizzato
da Haenel, per il primo fucile d’assalto della storia; un fucile
che cambiò la dottrina della fanteria; era lo Sturmgewehr 44.
Nel dopoguerra l’azienda aveva prodotto armi da caccia e ad
aria compressa, ma sembrava sparita con la caduta del Muro
di Berlino e la fine della DDR, finché nel 2006 la nuova Suhl
Arms Alliance decise di utilizzare il know-how e le capacità
produttive della zona di Suhl.
Al momento, il marchio Haenel è stato ripreso da Merkel, che
ci realizza la propria linea economica, tutta contraddistinta
dal nome Jaeger seguito da un numero, che nel caso di
questo fucile è il numero 10.
La linea comunque comprende anche kipplauf, com-
binati, express, un sovrapposto a canna liscia ed una
carabina semiautomatica.
Lo Jaeger 10 è un fucile ad otturatore girevole-
scorrevole economico nel prezzo ma tutt’altro che
di costruzione sbrigativa. Qui di trasandato non
c’è proprio nulla; lo Jaeger 10 è, piuttosto, un fucile
spartano. Moderno, sobrio, funzionale e pratico: c’è
quello che serve e tutto funziona.
Qui abbiamo un’arma da portare davvero a caccia, an-
che nello sporco o sotto la pioggia. Per queste situazioni,
non c’è nulla di meglio che un calcio in polimero, come
questo. Rispetto al legno il polimero presenta una resistenza
maggiore, è insensibile agli agenti atmosferici, resiste all’abra-
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Lo zigrino sembra una tela smeriglio a grana grossa ed è ben grippante
Il mirino in fibra ottica rossa si staglia bene anche su un bosco autunnale
La tacca di mira, fissa sull’arma
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Nel dopoguerra l’azienda aveva prodotto armi da caccia e ad aria compressa, ma sembrava sparita con la caduta del Muro di Berlino e la fine della DDR, finché…
sione ed è facile da pulire. Per la manutenzione, basta uno
straccio umido. Certo una radica di pregio finita pazientemente
a olio ha un aspetto molto più caldo, in certi casi affascinante,
ma non la si porterebbe volentieri nelle spine o anche solo
nella vegetazione fitta.
Il fucile è destinato al tiro veloce in battu-
ta, come è dimostrato dalle mire di serie
costituite da una tacca polimerica fissa, a
V aperta, segnata da una linea bianca per
una rapida collimazione, e da un mirino
regolabile in altezza e derivazione per
mezzo di appositi grani.
La regolazione in deriva è piuttosto bru-
tale, perché richiede di allentare il grano
e spostare la base del mirino con le dita,
ma con un calcolo abbastanza semplice
si determina facilmente di quanto quella
base debba essere eventualmente spo-
stata. Il mirino è in luminosa fibra ottica
di colore rosso, che si staglia bene anche
contro il bosco autunnale.
Qui comunque è stato installato un
cannocchiale Meopta 3-12x56, adeguato
a quest’arma non solo per classe di
prezzo ma anche e soprattutto in quanto
il costruttore della Repubblica Ceca si è
sempre distinto per un favorevolissimo
rapporto qualità/prezzo.
Il cannocchiale ha un punto rosso centra-
le attivabile con sette livelli di luminosità
e all’ingrandimento minimo si presta
bene al tiro molto veloce, anche nella
braccata al cinghiale.
La canna è lunga
565 millimetri, è ottenuta da
forgiatura a freddo con rotomartellatura ed è abbastanza
sottile, adatta più all’uso venatorio che al poligono anche se in
poligono si comporta più che bene. La co-
struzione sottile, con un diametro esterno in
volata di 16 millimetri, comporta un rapido
riscaldamento, ma tanto a caccia quello che
conta è il primo colpo, a canna fredda. La
canna leggera ha consentito di contenere
il peso in 3,2 chili, ottima soluzione per chi
debba portare il fucile a lungo e pienamente
compatibile con il modesto rinculo del .308
Winchester.
Per un fucile da usare anche in situazioni scomode, il calcio in polimero va bene
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La canna si innesta in un’azione
realizzata a partire da un forgiato
di acciaio nella quale scorre un
otturatore a sei alette di chiusura
dall’azionamento veloce in quan-
to per aprirlo occorre ruotarlo di soli 60 gradi.
La semplificazione nel costruire l’otturatore
merita un esame almeno superficiale.
Il corpo dell’otturatore è un semplice tubo,
in cui si innestano la testa ad un’estremità e
la noce dall’altra. La manetta ha un tratto cilindrico, fresato a due
rebbi per consentire il passaggio del percussore, che si inserisce
in un foro passante realizzato nel tubo mentre la manetta vera
e propria termina con un pomo a goccia privo di zigrinature ma
azionabile senza incertezze. L’alimentazione è a spinta semplice;
l’estrattore ha una forma peculiare che, pur consentendogli di
essere facilmente scavalcato dalla cartuccia in fase di alimentazio-
ne, gli fa comunque abbracciare un’ampia porzione del fondello
Il ritorno di un marchio storico
Esperienza Merkel e tradizione Haenel
In conclusione, l’arma è ben fatta, tira diritto, ha una precisione decisamente maggiore di quanto serva a caccia e costa poco per quello che dà
della cartuccia. Le finiture dell’azione sono
di ottima qualità, migliore di quanto ci si po-
trebbe aspettare visto il prezzo; l’otturatore è
scorrevole senza sbandamenti e il suo aziona-
mento è fluido e veloce. Per rimuoverlo, c’è un
apposito comando sul lato sinistro dell’azione
mentre nel reinserirlo occorre fare un po’ di
attenzione perché le tolleranze sono strette.
La sicura manuale è una leva a due posizioni
sul lato destro dell’azione; le due posizioni
sono identificate da un punto bianco e uno rosso, alternativamente
coperti e scoperti.
La leva, quando è nella posizione di sicura indicata dal punto bian-
co, scopre un pulsante che consente il maneggio in tutta sicurezza
dell’otturatore per rimuovere l’eventuale colpo in canna.
Senza premere quel pulsante, l’otturatore non si apre. Il caricatore
della capacità di tre colpi, ai quali può essere sommato quello in
canna, è amovibile, bifilare e sganciato da un comando ambidestro
Sul fondo del caricatore è ripetuta l’indicazione del marchio
L’otturatore separato dall’arma
La peculiare forma dell’estrattore, che
abbraccia una buona parte del fondello
Le due posizioni del grilletto, con scatto diretto e con stecher
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di cui non è facile vedere la ne-
cessità, visto che l’otturatore ha
comunque la manetta sul lato
destro dell’arma. Comunque
l’elemento “a coda di pesce”
che sgancia il magazzino è
facilmente azionabile anche da
un mancino. Sotto il comando
è visibile, ma scarsamente rag-
giungibile, la seconda vite Allen
per l’unione della meccanica
al calcio. Io non sono riuscito
a raggiungerla con la chiave
Allen a mia disposizione sul
momento.
Il grilletto, protetto da un
guardamano in polimero, è con-
venientemente arcuato; la resi-
stenza dello scatto è appena al di
sotto dei 1400 grammi. L’uscita
è pulitissima, senza il minimo
impuntamento o grattamento.
Sull’esemplare provato lo scatto
aveva uno stecher alla francese,
da attivarsi spingendo in avanti
per sei millimetri il grilletto. Con
lo stecher, il mio dinamometro
segnava una resistenza allo
scatto di 230 grammi.
Per la prova a fuoco, avevo
cartucce Geco con palla da 170
grani e mi restavano alcune
cartucce sciolte Silver Selection
RWS da 184 grani. Uno scambio
con un amico in poligono mi ha
dato cinque cartucce Barnaul da
168 grani, quante ne bastavano
per farci una rosata. Ho sparato
nel primo pomeriggio, in un
giorno sereno e senza vento,
con temperatura di 4 gradi;
appoggio anteriore Caldwell Rock BR e cuscino posteriore. Inizial-
mente ho provato a tenere acceso a bassa luminosità il punto rosso
e ad usare lo stecher, poi ho rinunciato. Disponendo di uno scatto
pulito e di buona qualità, sarebbe stato un peccato non usarlo.
Ho sparato una decina di cartucce per prendere confidenza con
l’arma, poi ho fatto raffreddare la canna e mi sono dedicato al
tiro vero e proprio, facendo raffreddare la canna tra una rosata e
l’altra. Le rosate, a 100 metri, le vedete; naturalmente cambiando
munizione cambia il punto d’impatto.
L’arma sembra preferire le palle pesanti; le Silver Selection hanno
fornito ottimi risultati. In ogni caso, le rosate sono andate da 0.96
a 1.3 MOA, un risultato di tutto rispetto per un’arma da caccia. Tra
una rosata e l’altra sono bastati due minuti con l’arma infilata nel
dispositivo soffiante di raffreddamento; la bassa temperatura ester-
na ha aiutato molto. In conclusione, l’arma è ben fatta, tira diritto,
ha una precisione decisamente maggiore di quanto serva a caccia
e costa poco per quello che dà. L’esperienza Merkel che è confluita
nel marchio Haenel ha dato vita ad un prodotto sicuramente in
grado di dare soddisfazioni al suo proprietario.
Costruttore Merkel, col marchio Haenel
Distributore Bignami, via Lahn, 1 Ora (BZ) www.bignami.it
Modello Jaeger 10Tipo Carabina bolt action
Calibro .308 Winchester, disponibile in altri 8 calibri
Lunghezza canna 565 mmRigatura per bottonatura Passo di rigatura 1 giro in 12”Scatto diretto o con stecher alla franceseCapacità caricatore 3+1Catalogo 18883Prezzo di listino 1150,00
Z-Geco 1.25 MOA con munizioni Geco
Z-barnaul con cartucce Barnaul, 1,3 MOA
Z-RWS 0,96 MOA con una cartuccia da caccia: una notevole prestazione
Un momento della prova dell’arma
Il caricatore
Scheda tecnica
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