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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 29 Ottobre 2011 Rionero. Il Ruolo Della Targeted Terapy Nelle Neoplasie Quale Rapolla nel 2012… Giornata Mondiale della Psoriasi”, Barile. Problemi Con Gli Abbonamenti Con Le Autolinee Una immensa carriera Monica Vitti compie 80 anni Ginestra. Seconda Edizione Borgo Dei Sapori Arbereshe Venosa. Scuola Contro Il Pregiudizio Sulle Malattie Mentali Le Meraviglie Della Cascate Di San Fele Fenice - Le intercettazioni

Vulture Magazine, 29 ottobre 2011

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 29 Ottobre 2011 Rionero. Il Ruolo Della Targeted Terapy Nelle Neoplasie Quale Rapolla nel 2012… Giornata Mondiale della Psoriasi”, Barile. Problemi Con Gli Abbonamenti Con Le Autolinee Una immensa carriera Monica Vitti compie 80 anni Ginestra. Seconda Edizione Borgo Dei Sapori Arbereshe Venosa. Scuola Contro Il Pregiudizio Sulle Malattie Mentali Le Meraviglie Della Cascate Di San Fele Fenice - Le intercettazioni

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IL RUOLO DELLA TARGETED TERAPY NELLE NEOPLASIE Se n’è discusso all’Irccs Crob di

Rionero un interessante convegno scientifico

I recenti spettacolari avanzamenti nella biologiamolecolare, culminati con il sequenziamento completo dei tre miliardi di basi del genoma umano, hanno aperto una nuova era per l’oncologia molecolare fornendo un metodo del tutto nuovo per la terapia del cancro. Sulla base dell’evidenza che molti dei prodotti proteici degli oncogeni o dei geni soppressori sono vettori di “informazione”, l’analisi sistematica della differente espressione di tali geni in tessuti normali rispetto a quelli sviluppati nei tessuti tumorali (cioè l’approccio genomico-funzionale) è diventata una delle strategie più universalmente utilizzate per la scoperta dei circuiti molecolari implicati nei fenomeni proliferativi incontrollati. Un elevato numero di metodiche sono state messe a punto per studiare la differente espressione dei geni a livello di mRNA (genomica) e di proteina (proteomica). L’applicazione di tali tecniche – che sta per realizzare un passaggio epocale dalla medicina dell’empirismo alla medicina molecolare – consentirà, in un futuro ormai prossimo, un “tailored treatment” su un dettagliato profilo molecolare della neoplasia, individuando realmente, e in ogni momento della storia naturale della malattia, la selezione di istotipi aggressivi

e quindi una personalizzazione della terapia. Ma già oggi, conoscendo molti degli eventi molecolari che risultano alterati in determinati tipi di neoplasie, la ricerca farmacologica e gli studi di farmacogenomica consentono di individuare e mettere a punto farmaci selettivi (targeted-drugs) che, da soli o in combinazione con chemio, radio, ormonoterapia, colpiscono le molecole alterate e non solo quelle proliferative, permettendo in alcuni casi – per ora limitati – di combattere direttamente il tumore. Per conoscere, a tal riguardo, lo stato dell’arte, si è svolto nei giorni scorsi, nella sala convegni dell’Irccs Crob, un importante incontro di studio proprio sul “ruolo della targeted terapy nelle neoplasie che iperesprimono EGFR”. Il convegno organizzato dal direttore dell’U.O. di oncologia medica, Michele Aieta e dal direttore dell’U.O. di anatomia patologica, Giulia Vita, dell’Irccs Crob, era diviso in tre sezioni e puntava l’attenzione sulla targeted terapy in quanto questa, come spiegano i medici, rappresenta la nuova frontiera nella terapia antitumorale con l’impiego di piccole molecole e di anticorsi monoclinali diretti contro specifici bersagli molecolari, ne costituisce il principale presidio terapeutico. Infatti, in questo contesto il ricettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) “ è un target di grande rilevanza per il ruolo che svolge nel controllo della sopravvivenza, replicazione e proliferazione cellulare di numerose neoplasie”. Durante la prima sezione si è parlato dell’interazione tra oncologi, patologi e biologi molecolari come condizione ottimale e più idonea nella gestione della terapia per ogni paziente e dell’importanza di aderire a periodici controlli di qualità a livello nazionale ed internazionale al fine di garantire la qualità e l’accuratezza del dato, nonché la performance del laboratorio. Nella seconda e terza sezione, invece, sono stati riportati i risultati clinici relativi

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all’impiego della targeted terapy, prevalentemente con uso di anticorpi monoclinali, in due grandi categorie di tumori, quelli del colon retto e i tumori testa –collo. Durante l’incontro scientifico è stato, inoltre, sottolineato il ruolo dell’infermiere professionale nella gestione della tossicità da farmaco nel paziente.

Hanno portato il loro contributo con interessanti relazioni, con l’ausilio di efficaci diapositive per una maggiore comprensione dell’argomento oggetto di studio, illustri cattedratici delle università di Napoli, dell’Istituto Tumori “Pascale” di Napoli, autorevoli clinici degli ospedali “Niguarda” di Milano, San Carlo di Potenza, “S. Giovanni di Dio e Ruggi” di Salerno, “Casa Sollievo della Sofferenza” di S, Giovanni Rotondo, “Ospedali Riuniti” di Foggia, “Madonna delle Grazie” di Matera e dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture. Nella prima sessione sul tema Aspetti biomolecolari e diagnosi nel carcinoma del colon-retto” (moderatori Michele Aieta e Giulia Anna Carmen Vita), hanno realzionato Giancarlo Troncone (“ Interazione tra oncologi, patologi e biologi molecolari”), Umberto Malapelle ( “ Tecniche di rilevazioni delle mutazioni dell’oncogene K-ras”), Antonio Avallone ( “ Test genetici e la Targeted terapy”), Angela Zupa e Giuseppina Improta (“ L’importanza dei controlli di qualità: il monitoraggio delle criticità”). Nella seconda sessione sul tema “Aspetti clinici nel carcinoma del colon- retto avanzato e testa-collo” ( moderatori Michele Aieta e Vincenzo Fusco), hanno relazionato Andrea

Sartore Bianchi ( “ Il ruolo della Targeted terapy nel carcinoma del colon-retto avanzato”), Gerardo Rosati (“ Paziente con malattia limitata al fegato”), Maurizio Di Bisceglia (“ Paziente caratterizzato da intensa sintomatologia”), Anna Maria Bochicchio (“ Paziente asintomatico”), Giancarlo Troiano ( “ Gli anticorpi anti-EGFR e radioterapia nei tumori testa-collo localmente avanzato:stato attuale e prospettive future”), Stefano Pepe (“ Il ruolo dei farmaci biologici nei tumori testa-collo ricorrente e/o metastatico”). Nella terza sessione Gestione della tossicità,(moderatori Domenico Bilancia, Maria Rosa Caccavo e Maddalena Varlotta), hanno svolto le loro relazioni Camilla Miele (“ La gestione della tossicità con farmaci anti-EGFR:ruolo dell’infermiere”), Giuseppeina Gallucci (“ Gestione della cardiotossicità”),Marina Susi (“ Caso clinico n. 1”), Laura Troiani (“Caso clinico n. 2”), Giovanni Bozza “Caso clinico n. 3”) In conclusione il convegno è stato un importante momento di confronto e di aggiornamento rivolto alle diverse figure professionali quotidianamente impegnate nella difficile ed impegnativa opera in favore dei malati oncologici di determinate patologie. Michele Traficante

Quale Rapolla nel 2012… Rapolla. Anche se mancano ancora tanti mesi per le elezioni comunali del 2012 nella cittadina del Vulture la città di Rapolla sta rivolgendo lo sguardo ad un nuovo percorso amministrativo proiettato verso un’alternativa democratica. Non più prove tecniche, giacché ha preso corpo un reale e concreto progetto politico che ottiene concordie ed apprezzamento quotidiano. Infatti, le forze del nuovo laboratorio politico “ API- IDV- Area democratica -Società Civile”, nella condivisione di un impegno comune,

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hanno individuato nell’Arch. Rocco Caruso quale candidato Sindaco nelle prossime elezioni comunali che si terranno nella primavera 2012.

“Questo è un passaggio importantissimo-riferiscono Nicola Acucella IDV, Rocco Caruso API, Pasquale Tamarazzo di Società Civile e Pasquale Ambrosio Area democratica- poiché per la prima volta forze attive nella comunità, hanno deciso, di coniugare impegno sociale e progetto politico orientato nella condivisione di proposte progettuali.L’intento è uno e categorico: migliorare la vita dei cittadini, verso i quali ci si accorge, con disarmante franchezza, che poco e niente è stato fatto. Niente più politica della demagogia e dei sovra toni, o quella delle promesse poco trasparenti, poiché da parte di questo nuovo schieramento politico è realmente condiviso un dovere sociale dal quale non si può scappare ulteriormente poiché le circostanze e la coscienza di ognuno lo impongono. E’ forte la consapevolezza, e la drammaticità del momento che stiamo vivendo, fatto di regole mancate e di democrazia oscurata. Per questo è giunto il tempo di ritrovare la democrazia e la legalità, per regalare alla nostra comunità nuove prospettive proiettate vero un futuro più roseo e trasparente”. Lorenzo Zolfo La foto ritrae uno scorcio di Rapolla

Come di consueto il 29 0ttobre di ogni anno si celebra la WPD (World Psoriasis Day) ovvero la “Giornata Mondiale della Psoriasi”, un appuntamento cui ADIPSO non vuole mancare perché è la giusta occasione per riproporre all’opinione pubblica le problematiche legate alla Psoriasi, patologia che colpisce circa 130 milioni di popolazione nel mondo, un vero e proprio esercito.

Dal 2004, anno in cui la psoriasi è stata inserita nel calendario dell’ OMS, la “Giornata”, in Italia, è promossa da ADIPSO attraverso l’allestimento di gazebo informativi in varie Piazze italiane.

Sabato 29 ottobre, in Basilicata i rappresentanti regionali, supportati da medici e volontari, distribuiranno opuscoli informativi con l’intento di comunicare tutto quello che bisogna sapere sulla malattia, sulle nuove terapie e sui centri specializzati nella cura della Psoriasi e dell'Artrite Psoriasica.

La Giornata mondiale servirà per aiutare a uscire allo scoperto la moltitudine di persone affette da questo problema, a difendere i propri diritti, ad accrescere la consapevolezza e anche a sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni su una patologia cronica e invalidante come la Psoriasi e l'Artrite Psoriasica. In Basilicata la Giornata Mondiale della Psoriasi sarà effettuata a Potenza – Piazza M. Pagano. “La nostra regione ha un numero rilevante di malati affetti da questa patologia, sono circa 20.000 - confermano il responsabile regionale Domenico Lamorte ed il responsabile provinciale Gaetano Ciorciaro –

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e pertanto presso U.O. di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza diretta dal Dott. Federico RICCIUTI è in funzione il Centro PSOCARE, specifico per la cura della PSORIASI,come pure l’ARTRITE PSORIASICA presso U.O. di REUMATOLOGIA diretta dal Dott .Ignazio OLIVIERI. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito internet - www.adipso.org”

L' ADIPSO (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) è nata nel novembre del 1989 con lo scopo di aiutare concretamente le persone affette da psoriasi. L' ADIPSO è membro ufficiale dell' EPF (European Patients' Forum) . Fa parte del G.R.A.P.P.A. gruppo di ricerca e valutazione della Psoriasi e Artrite Psoriasica formato da un Consorzio di Reumatologi, Dermatologi, Genetisti, Epidemiologici, Associazione di pazienti e inoltre di una Task Force dell'EULAR - Lega Europea contro le malattie reumatiche.Da sempre l'ADIPSO vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema specifico della psoriasi, promuovere iniziative volte alla tutela del malato di psoriasi e artrite psoriasica, ed informare sull'esistenza delle varie cure efficaci scoperte in Italia e dall'estero.Tra le molte finalità l'Associazione ha lavorato tenacemente per il riconoscimento della psoriasi e della artrite psoriasica come malattia sociale ed invalidante, obiettivo raggiunto grazie alla nostra continua presenza al Ministero della Sanità, e non ultima il supporto alla Ricerca Genetica della psoriasi.L' ADIPSO si propone inoltre di favorire gli incontri tra le persone affette da psoriasi, per fare in modo che dallo scambio delle esperienze personali scaturisca una condizione e una qualità di vita migliore.

Il Responsabile Regionale

Domenico LAMORTE

BARILE. 24 OTTOBRE 2011. PROBLEMI CON GLI ABBONAMENTI

CON LE AUTOLINEE PRIVATE

Barile. Problemi con alcune autolinee private che raggiungono San Nicola di Melfi. A denunciare questa situazione è Saverio Sonnessa, consigliere comunale di Barile. Ecco il suo racconto: “"Io sottoscritto Sonnessa Saverio in qualità di consigliere comunale di minoranza del gruppo Sui-Generis contro l’Indifferenza, e in qualità di operaio del gruppo Barilla denuncio il grave disagio avuto Lunedì 24 Ottobre 2011 causato dalle autolinee Moretti. Ecco il perché: la settimana scorsa recandomi al lavoro usufruendo come al solito delle sopraccitate autolinee, leggo un volantino informativo che per l'appunto avvisava che per effettuare gli abbonamenti non ci si doveva rivolgere all'ufficio abbonamenti bensì all'autista di turno. Quel giorno il sottoscritto per cui chiede di effettuare l'abbonamento all'autista, che risponde che non era tenuto a fare l'abbonamento; l'autista poi procede a fare l'abbonamento solo per fare un piacere personale al sottoscritto. A questo punto lascio immaginare il disagio che si potrebbe venire a creare...E' così che funziona un servizio pubblico nella nostra Provincia? A questo segnalo un altro disagio che si è venuto a creare ultimamente: solitamente l'autolinea Moretti che porta i vari lavoratori nelle corrispettive fabbriche si ferma durante il tragitto per fare gasolio (circa 400 litri) con un ritardo di circa 15 min, ritardo che quindi si ripercuote sull'orario di arrivo sul posto di lavoro...E’' divertente secondo voi rincorrere nel 2011 una biglietteria o farsi fare un piacere dall'autista che ti fa l'abbonamento: tutto questo pagando!”. Lorenzo Zolfo

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Una immensa carriera Monica Vitti compie 80 anni

Compie ottant’anni il 3 novembre una fra le attrici più acclamate ed eclettiche della storia del cinema: Monica Vitti, nome d'arte di Maria Luisa Ceciarelli. Una carriera fra le più sfolgoranti (il suo esordio a soli quindici anni) che però non l’ha mai vista primeggiare come una vera diva, secondo tradizione. Forse a causa o in virtù del suo carattere versatile, o forse per la sua innata capacità di rendere uniche le sue interpretazioni, dal teatro alla televisione al grande cinema. E persino come scrittrice e regista. Originale il suo libro “Il letto è una rosa” (Mondadori), del 1995. Lo stesso anno nel quale Gillo Pontecorvo, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, le ha conferito il Leone d’oro alla carriera. Meritatissimo, se si considera quanto valore aggiunto ha offerto al cinema da diverse angolature, da quella drammatica, alla commedia, alla introspezione: autori italiani e stranieri si sono contesi la sua presenza sulla scena, per rendere le opere drammaturgicamente autentiche ed intense. Teatro e film un po’ minori all’inizio della sua carriera, tenuto conto che durante gli anni ‘50, quando la Vitti entra in scena, si vive una fase interlocutoria dopo il neorealismo: il grande cinema che proprio in Italia celebra la sua imponenza. Eppure viene notata da un già affermato Michelangelo Antonioni con il quale intreccia una relazione artistica e

sentimentale. Diventa la sua musa e la protagonista nella sua celebratissima tetralogia dell' "incomunicabilità". E’ la inquieta Claudia nel primo capolavoro “L’avventura “ (del 1960); sarà l’anno dopo la tentatrice Valentina de “La notte” ; la impenetrabile Vittoria de “L’eclisse” (1962) e la nevrotica Giuliana del “Deserto rosso” (due anni dopo), film che si aggiudica il Leone d’oro a Venezia. E’ un sodalizio sentimentale fra il maestro e l’attrice (ben più giovane) alquanto discreto e riservato, lontano dai riflettori, ma che tuttavia non sfugge, specie per la critica sui film di un autore maestoso seppur di non facile fruizione. Monica Vitti è anche doppiatrice per “Il grido” del maestro ferrarese: è la voce di Dorian Gray. E sarà anche la voce di Ascenza nel capolavoro di Pasolini “Accatone” e la voce di Rossana Rory ne “I soliti ignoti” di Mario Monicelli. Sarà proprio quest’ultimo maestro a mettere in luce la caratteristica brillante e forse più popolare della Vitti. Con “La ragazza con la pistola” (1968) si inaugura una stagione di nuove energie per il cinema visto al femminile. Con il capolavoro di Ettore Scola “Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca” (del 1970) accanto a Mastroianni e Giannini, Monica Vitti entra di diritto nell’olimpo dei grandi mattatori del cinema italiano. Nel maggio1968 viene persino nominata presidente della giuria al XXI Festival del cinema di Cannes, proprio nell’anno delle contestazioni, per cui nessun premio cinematografico verrà attribuito. Con gli anni ‘70 sarà protagonista indiscussa di indimenticabili commedie, da Nanni Loy, a Zampa, a Magni, a Risi, da Festa Campanile a Maselli, e nel contempo saranno anche molti i registi fuori dei confini nazionali a volerla sul set. Prima Miklos Jancsò ne “La pacifista” del ‘74 e quindi il controverso Luis Bunuel con “Il fantasma della libertà” tre anni dopo. Alcuni anni dopo il francese André Cayatte la vuole in “Ragione di stato” mentre nello stesso anno recita per la televisione nella commedia “Il cilindro” di Eduardo. Del 1973 forse il successo di

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maggior risonanza popolare, al fianco di Alberto Sordi che la dirige in “Polvere di stelle”. Gli anni Ottanta la vedranno anche regista con l'esordiente Roberto Russo per il film “Flirt” (la colonna sonora è di De Gregori con la sua bellissima “Donna cannone”) per il quale viene premiata a Berlino; quindi dirige “Francesca è mia” (1986). Intensa e riservata anche la vita sentimentale, sempre con autori di cinema. Dopo Antonioni sarà con il direttore della fotografia Carlo Di Palma (che l'ha anche diretta in tre film a metà anni Settanta, stupendo “Teresa la ladra”) ed infine con Roberto Russo, che ha sposato nel Duemila. Da allora, per ragioni di salute è pressoché sparita dalla scena. Ma non la sua figura, la sua immediata ironia e l’empatia con il pubblico che continua ad amarla. Armando Lostaglio

GINESTRA.30 OTTOBRE 2011. AL

VIA LA SECONDA EDIZIONE BORGO DEI SAPORI

ARBERESHE: DEGUSTAZIONE, DIMOSTRAZIONE, MUSICA, ARTE E CULTURA DELLA TRADIZIONE ARBERESHE

Ginestra. Nel piccolo centro arbereshe, domenica prossima, 30 ottobre, in piazza Ciriello a partire dalle ore 19,30, l’amministrazione comunale, nell’ambito Vultur Eventi, progetti Piot area nord Basilicata, organizza una serata all’insegna della cultura arbereshe.Evento di gastronomia tradizionale, musica e dimostrazioni intorno alla cultura arbereshe. Dal vino alla pasta con la mollica tostata, dal lardo con i peperoni cruschi al grano cotto. E poi musica arbereshe e folk, arte bizantina, tisane con le erbe della tradizione popolare, dimostrazioni e antichi mestieri nelle botteghe dei pastori, del grano, dell'olio. Saranno aperte ai visitatori, in piazza Raffaele Ciriello, la bottega delle conserve dove si potranno degustare “piz fugliat” (focaccia locale), Pap’Denje Mbar’Ndat (peperoni impanati e fritti), “zingaridd” (lardo e peperoni cruschi); la bottega della pasta con degustazione di Cingul Me Tulez( pasta con la mollica tostata); la bottega del grano con degustazione del grano cotto; la bottega dei pastori con degustazione di pecorino, cacioricotta e ricotta; la bottega dell’olio con degustazione di crostini con l’olio/olive; la bottega delle erbe, tisane con erbe della tradizione; la bottega del vino con degustazione di “Fr’ngiul”( pasta fatta in casa condita con vino cotto), aglianico del Vulture, moscato; la bottega dei dolci “Ov ndorat (dolce con uova e marmellata), pettole. Si potranno, inoltre, degustare nell’angolo del focolare salsiccia e fagioli cotti nelle “pignat”, il “pr’shesh (pane con uova, cipolla, verdure). Non mancheranno alcune dimostrazioni come la pigiatura nella bottega del vino; la pasta fatta a mano nella bottega del grano e la preparazione della ricotta nella bottega dei pastori. La serata sarà riempita di spettacoli, in via Skipetari, I Rigillo’s Band, un gruppo di giovani musicisti del posto, eseguiranno alcuni brani di canti arbereshe, raccolti in un CD che l’Amministrazione Comunale li ha raccolti

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nell’album: “Nder Zhure” (di Ginestra). Nel caratteristico Arco Forno, musiche arberesh con i VioClaBass”. In largo San Nicola, balli folk con “Iatrida”. Artisti di strada animeranno la serata in un percorso itinerante. Uno spazio sarà dedicato all’arte: nella chiesa madre di San Nicola Vescovo si potrà ammirare il maestoso mosaico del Cristo Pantocratore, con a fianco la Madonna di Costantinopoli, protettrice di Ginestra e San Nicola Vescovo, patrono di Ginestra, realizzato dal mosaicista Josif Dobriniku, un artista arbereshe, da tempo residente a Lungro (Cs) in Calabria, altro centro di origine arbereshe. In via Morea, ci sarà una mostra dell’artigianato locale ed in piazza dell’Autonomia si esibiranno Cantastorie e Menestrelli”. Entusiasti di questa iniziativa, il Sindaco di Ginestra, Giuseppe Pepice, che sicuramente ringrazierà il suo predecessore Caputo, ideatore di questo evento, ed i suoi stretti collaboratori, il vice sindaco, Fiorella Pompa, assessore alla cultura e la prof.ssa Antonietta Perrotta, responsabile dello sportello linguistico comunale che riferiscono: “è un evento straordinario che mette in risalto l’identità del popolo arbereshe e ci auguriamo che tanta gente venga il prossimo 30 ottobre a Ginestra per riscoprire alcune ricette tipiche della cucina povera arbereshe e conoscere alcuni canti e balli del folk arbereshe”. Lorenzo Zolfo

VENOSA. 29 OTTOBRE 2011. ORE 9,30. AULA MAGNA LICEO

CLASSICO. LA SCUOLA CONTRO IL PREGIUDIZIO SULLE

MALATTIE MENTALI. 1° PREMIO “ALDA MERINI”, TRA I VINCITORI ANCHE UNA CLASSE DEL LICEO

CLASSICO

Venosa. Presso l’aula magna “Q.Orazio Flacco”del Liceo Classico e Scientifico alle ore 10,30 del 29 ottobre si parlerà di malattie mentali: “la scuola contro il pregiudizio sulle malattie mentali”. E’ stato istituito anche un premio per le scuole alla memoria di Alda Merini e saranno premiate le scuole vincitrici. A Venosa è stata costituita l’associazione familiari anti-stigma “Alda Merini” ed in più di un’occasione ha incontrato i giovani delle scuole superiori per sensibilizzarli a superare le identità negate. Scopo dell’iniziativa del 29 ottobre, e quindi dell’associazione, è quello di promuovere la lotta al pregiudizio e allo stigma che accompagnano la malattia mentale e favorire iniziative di socializzazione per

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prevenire e arrestare processi di emarginazione sociale. Nel dicembre del 2010 presso il “Battaglini” di Venosa si è svolto un incontro su questa tematica ed il dirigente scolastico dell'I.I.S.S. “Q.Orazio Flacco” prof. M.Lasala aveva sostenuto: “nel passato era compito della famiglia istruire ed educare i figli, oggi questo compito spetta principalmente alla scuola. Ho letto un libro della poetessa Merini, nel quale ho capito come questa persona soffriva in un reparto psichiatrico, ed ha superato la sua malattia, fino a diventare una delle poetesse contemporanee più conosciute. Merini sosteneva: la vita è bella e deve essere vissuta”. Il prof. Michele Masciale, allora dirigente scolastico del Battaglini aveva aggiunto: “il termine stigma indicherebbe la discriminazione operata ogni qualvolta un malato è costantemente colpito dal pregiudizio altrui fino a subire gli effetti deleteri di rifiuto, esclusione, solitudine. La stgmatizzazione è un processo discriminatorio che è innescato dalla paura e dall’incomprensione e che genera negli stigmatizzati un ulteriore senso di paura e di inferiorità. Tutti miriamo all’integrazione sociale, tutti evitiamo l’esclusione. A tutti appare bello e giusto percepirsi parte di un tutto; a tutti appare brutto ed ingiusto sentirsi relegati in esilio, lontano dal mondo. Stigmatizzare è, di fatto, esiliare. La scuola è l’istituzione sociale in cui i giovani si aprono alla società sperimentando ogni giorno il mondo extra-familiare. Don Vincenzo Vigilante allora rettore della Cattedrale di Venosa e vicario del Vescovo, aveva precisato: “già duemila anni fa un certo Gesù diceva:chi dice pazzo ad un suo fratello è degno della stessa pena di chi uccide. La diversità per un credente è considerata una ricchezza, una unicità”. Il servizio sanitario della Regione Basilicata-Dipartimento Salute Mentale Ambito Territoriale di Venosa ha redatto un questionario sulle malattie mentali per gli studenti del Vulture-Alto Baradano del 3° e 4° anno di studi perché ritiene che il

primo passo per combattere il pregiudizio sulla malattia mentale sia quello di informare quante più persone e istituzioni e verranno presentati i risultati di questo report. Tra le scuole da premiare ci sarà anche il Liceo Classico che ha partecipato con varie classi e con contributi tutti molto apprezzati. Un contributo particolare l’ha portato l’attuale III C realizzando un video segnalato per la ricchezza e la varietà del contributo. Esso ha impegnato i ragazzi nella drammatizzazione, nella realizzazione dei disegni, nella composizione di testi e musiche e nell’approfondimento teorico che spazia da Franco Basaglia, fondatore della concezione moderna della salute mentale ad Alda Merini, evidenziando la capacità di mettersi “nella pelle” degli altri, con sensibilità”. Su questo premio Vincenzo Lacolla di II C del Liceo Classico sostiene: “Il premio Alda Merini è l’ennesima dimostrazione che la scuola non si fa solo tra i banchi. Ogni studente ha potuto esprimere se stesso e la propria dimensione emotiva con il linguaggio che più riteneva opportuno e consono. Una competizione che ha unito sensibilità ed espressività e che, alla fine, non ha visto solo un vincitore. Sono stati premiati tutti coloro che hanno partecipato al concorso a dimostrazione che gerarchizzare le diverse sensibilità è impossibile ed ingiusto. Un’esperienza per molti versi indimenticabile ed altamente formativa che, con l’attivazione di tutti i componenti, ha permesso di capire che la diversità è un valore aggiunto ed è insita in ognuno di noi. Ecco perché qualsiasi forma di stigma e di pregiudizio è sinonimo di ignoranza e va contrastata e superata soprattutto a partire da noi”. A. Einstein ripeteva: “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.

Lorenzo Zolfo

La foto ritrae il manifesto della giornata del 29 ottobre.

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LE MERAVIGLIE DELLA CASCATE DI SAN FELE

Entusiasti gli alunni in gita della Scuola Primaria di Rionero in

Vulture

Il bambino non deve apprendere e conoscere solo tra i banchi di scuola ma anche nella realtà stessa nella quale vive ed impara tante cose se "tocca con mano" tutto ciò che lo circonda. Parola degli insegnanti! In sostanza, studiare in classe e poi verificare sul territorio. In tal modo ecco che il paesaggio, i colori, gli odori, le tradizioni, i racconti, la storia, i rumori, le forme diventano tanti "maestri" che raccontano al bambino quella stessa storia che lui stesso vive e condivide ogni giorno con gli altri. Oggi l'uomo è distratto da altro. Quanti fanno conoscere ai propri figli le bellezze della nostra terra e si "immergono" con loro nella natura? I piccoli non sempre conoscono tutto ciò che c'è attorno a loro ed è sempre più forte la consapevolezza che le future generazioni devono necessariamente guardarsi intorno per essere parte integrante di una società che opera in quel contesto specifico. Sono convinti di ciò i Dirigenti Scolastici dell'Istituto comprensivo di San Fele, Ruvo e Rapone, Vittoria Lucia Cefola, e della Scuola Primaria di Rionero in Vulture, Gerardo Antonio Pinto i quali hanno realizzato dei veri scambi culturali tra le due realtà scolastiche per riscoprire la natura, la storia ed il territorio

utilizzando le risorse naturali delle quali l'intera zona ne è ricca. Nel caso specifico il luogo divenuto meta dei viaggi di istruzione è quello in cui scorgano le fresche acque delle cascate di San Fele, diventate ormai il fiore all'occhiello di quella comunità che intende promuovere ed avviare un rilancio turistico nella zona. " Le visite sul territorio rientrano nel progetto di cittadinanza e costituzione" ha spiegato Vittoria Lucia Cefola "che comprende l'educazione alla salute, all'ambiente e all'alimentazione. Le classi terze, quarte e quinte della scuola primaria hanno messo in atto il progetto accoglienza, continuità ed orientamento insieme agli insegnanti ed i risultati sono ottimi". Nei giorni scorsi diverse classi della Scuola Primaria di Rionero “ Michele Preziuso” hanno raggiunto San Fele per visitare il luogo ed abbiamo seguito le classi 3^ D e C le quali stanno appunto studiando le acque. I bambini con le insegnanti, Maria Curto, Mariella Vaccaro e Carla Ruocco, si sono immersi nella natura per ammirarne le meraviglie ed apprendere le sue evoluzioni. Al loro arrivo i bambini sono stati accolti con garbata gentilezza dagli insegnanti di San Fele i quali, con professionalità e disponibilità, hanno illustrato ai piccoli le immagini e le caratteristiche del luogo, che di lì a poco avrebbero visitato, con l'aiuto della Lim, la lavagna interattiva multimediale, che consente l'utilizzo di un linguaggio visivo attraverso il quale vengono messi in azione tutti i sensi al fine di sviluppare l'interesse, la partecipazione e l'apprendimento attraverso le immagini, i suoni, i colori. Dopo un rinfresco, offerto dai genitori sanfelesi, i bambini, accompagnati da Fernanda Ruggiero che ha fatto da guida, hanno raggiunto a piedi il centro del piccolo borgo montano dove hanno visitato la Chiesa "Santa Maria della Quercia", costruita tra il 1500 ed il 1700 e nella quale si possono ammirare bei

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decori degli allievi del Vanvitelli e la sala consiliare dalla quale poi sono ripartiti per immergersi nella natura circostante. Abbiamo visto bambini volenterosi ed instancabili che hanno percorso qualche chilometro a piedi tra montagne e colline in sentieri non sempre comodi e mai si sono lamentati della stanchezza. Hanno proseguito, hanno camminato, hanno ammirato accontentandosi di riposare seduti a terra quando era consentito a dimostrazione del fatto che i bambini nella natura ci stanno volentieri, anche con qualche fatica.

Molto utile è stata l'assistenza di alcuni componenti dell'Associazione Volontaria, Tutela e Valorizzazione delle cascate di San Fele "U uattenniere", che in dialetto sanfelese vuol dire "batti il nero", "pulisci lo sporco", un nome attribuito alle stesse cascate per la presenza, lungo il percorso, di una antica gualchiera. Si tratta di un impianto preindustriale per la lavorazione, follatura e pulitura della lana che si alimentava con la forza dell'acqua e che raggiungeva un impianto che azionava due magli, una sorta di martelli, che praticamente battevano la lana che così veniva lavata. Durante il suo funzionamento i rumori della battitura giungevano fin sopra il paese scandendo la vita di un popolo che utilizzava l'acqua come fondamentale risorsa. Sono due le cascate ed il paesaggio è davvero suggestivo per la limpidezza delle acque, per la natura intorno incontaminata e per le pareti rocciose che

custodiscono il torrente lungo il quale si trovano i ruderi di antichi mulini ad acqua, un tempo vera risorsa di un popolo che per vivere utilizzava le vere forze della natura. Nella scorsa estate presso le cascate sono state realizzate le riprese televisive per la fiction di Rai 1 "I Briganti", con la regia di Paolo Poeti e che racconta la vita e la storia travagliata del brigante Carmine Crocco. Molti volontari della giovane associazione sanfelese prestano la loro opera per la pulizia, la tutela e la salvaguardia dell'intera zona, ma tutto questo non basta in quanto il territorio interessato è abbastanza vasto ed occorre garantire la sicurezza prima ancora dell'accessibilità. Il luogo necessita di interventi che i volontari da soli non possono garantire e bisogna creare le condizioni adatte se si vogliono accogliere i visitatori e se si intende, come è fattibile, creare un sito turistico per rilanciare, perché no, l'economia della zona. "E' l'inizio di una esperienza di interscambio utile - ha detto il Dirigente scolastico, Vittoria Lucia Cedola- e rivolgiamo a tutti, in particolare alle scuole, l'invito di aderire alla nostra iniziativa per imparare ad ascoltare la natura e viverla davvero".

Angela Traficante

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Le intercettazioni Santarsiero - De Filippo 1

Le altre discariche e il giallo del percolato che non si trova.

«Se queste cose cominciano a venire fuori la situazione esplode»

IL 9 settembre del 2009 Vito Santarsiero riceve alcune comunicazioni dalla Regione. Nonostante le premesse del tavolo tecnico che si era tenuto qualche giorno prima sul progetto di ampliamento della discarica di Pallareta gli uffici del dipartimento Ambiente censurano l'amministrazione del capoluogo. Scrivono di inquinamento e di comportamenti molto gravi. L’assessore Vincenzo Santochirico minaccia di commissariare il Comune se non seguirà alcune prescrizioni entro 20 giorni, e la notizia arriva subito ai giornali. Dopo un giro di consultazioni con l’ex direttore dell’Arpab Vincenzo Sigillito, Erminio Restaino più tecnici e funzionari di Comune e Provincia, il sindaco di Potenza decide di investire della questione il governatore Vito De Filippo (in foto). Parla di comportamenti immorali, del rischio di un commissariamento di tutta la Regione, del trattamento preferenziale che sarebbe stato riservato in casi simili ad altri soggetti pubblici e privati, e del sospetto che si vogliano favorire soluzioni diverse per lo smaltimento dei rifiuti del capoluogo.

S: (.) sono uscito ancor più sconcertato vedendo gli atti e le cose. Cioè Vincenzo è stato proprio di una inadeguatezza e una immoralità totali. Io mò preparo una nota di risposta, ve la farò vedere prima, però Vito, se vuoi la mia sensazione chi deve stare attento – anche alla luce delle chiacchierate che ho avuto con tecnici e con esperti come Salvatore Masi – sei tu. Perchè il rischio non è il commissariamento del Comune di Potenza, il rischio è il commissariamento della Regione. Qui si continua a scherzare: io ricevo dal sindaco di Salandra cioè, continuamente azioni tendenti a non far scaricare, a far esplodere la situazione. Oggi mi manda una lettera che «sì, puoi venire però siccome io mi sono comprato un trituratore che inizia a lavorare il primo gennaio, tu da oggi mi devi pagare di più perchè mi sono comprato il trituratore». Piero Lacorazza mi manda una nota che mi impone di fatto di fare, di mettere il trituratore a Potenza perchè mi manda a Lauria, dove devo triturare. devo mandare. rifiuti già triturati. Io sono convinto che martedì a Salandra non ci andremo noi del Comune. D: Senti però ti posso dire una cosa? Non dobbiamo fare sempre. mò al di là della nota, Vito (...) S: Sì, va bene. Io intanto gli faccio la cosa dopodichè, Vito, ti (.) D: Nooo, ma a parte la nota, lo puoi chiamare. Non... non vi potete sentire? S: No, (.) prima la lettera. Gli devo. prima gli devo rispondere poi dopo lo chiamo. D: Che gli devi rispondere, fammi capire? S: No, te la faccio leggere prima, non ti preoccupare, Vito (.). D: Ma gli rispondi sulla stampa? S: No, che sulla stampa, nella lettera. Che non rispondo sulla stampa, non ti preoccupare. Gli devo fare una lettera, la vedrai prima.

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D: Non lo so se questi vogliono giungere proprio a questo risultato. Può darsi pure. S: Vito, devi stare attento. Anche perchè loro mi contestano situazioni che sono quelle di Potenza, dove il sito è governato, è sotto controllo. Io il sessanta percento, cioè quello che dice la letteratura tecnica, della pioggia, la. la... la... È trasformata in percolato che pago profumatamente per smaltire. Io ti do alcuni dati: ci sono discariche, compresa quella di Salandra, dove di percolato se ne produce poco e niente. A Maratea zero percolato, piove il doppio di Potenza. A Matera zero percolato. La Regione ha fatto due studi di caratterizzazione ambientale di cui uno a Calvello, certificando il danno ambientale dovuto all’inquinamento di falda. Non hanno mai fatto niente. Cioè, se queste cose cominciano ad esplodere, Vito. Perchè come sto reagendo io che a questo punto - anche con un po’ di competenza e di saper dove chiedere - vedo tutto... cominciano a venir fuori queste cose... La situazione esplode. Non la governi più. D: Senti, ma che cosa, che cosa scrive in questa lettera sostanzialmente? S: Lui, a parte il fatto che mi chiede un commissariamento che non può fare, perchè tu fai un’ordinanza, non metti un euro (...) le inadempienze del comune di Potenza, io vi dimostrerò, non ci sono. Io terminerò dicendo «ancora non ho capito voi della Regione che cosa volete fare». Gli dimostrerò dove sono state le perdite di tempo: un anno di tempo dietro quel pazzo di Salvatore Lambiase (responsabile dell'Ufficio compatibilità ambientale della Regione, ndr) per sapere dopo un anno che dobbiamo fare la procedura di Via e non lo screening. Dopo un anno me l’hanno detto. Dopodichè mi faccio uno studio tutto a carico mio sulla caratterizzazione del sito, lo contestano nonostante me lo

faccio fare dall’università, dovresti parlare con Salvatore Masi per farti dire. E ancora oggi mantengono delle incertezze. Per cui io gli farò una nota ricordandogli tutte queste cose. chiedendogli che ancora oggi la Regione non scioglie i nodi, dicendogli esplicitamente che ho la sensazione che questa discarica non la volete far fare, per cui diciamo che non si fa e per noi non è un problema purchè ci dite dove portiamo i rifiuti. Ho la sensazione che, insomma Vito, quello dei rifiuti è un mondo di grande interesse, dove meno discariche ce ne sono più le poche hanno. D: Sì, ma, ma non possiamo provare a fare un incontro? Pure con me? S: Dopo che ho scritto. La mia sensazione è che in maniera strumentale. D: Ma a che serve fare questa lettera ora, se serve ad accendere il mondo un’altra volta. S: Ma no, la lettera è una lettera istituzionale. Io gli rispondo solo. Io gli rispondo, non faccio nè comunicati stampa nè niente. Anzi, nella lettera gli dirò: «caro assessore, sono anche sorpreso del fatto che io prima di ricevere la lettera, i contenuti li ho trovati sulla stampa». Ma lui non può pensare di aver fatto un’operazione di questo tipo e uscirne indenne. È un fatto istituzionale. Io devo difendere, devo difendere il mio ruolo istituzionale, il fatto che sono il sindaco, devo difendere il Comune, le cose che facciamo quotidianamente. Non faccio nessun comunicato e nessun atto (...) D: Ma la lettera, diciamo, le cose che lui ti chiede sul progetto gliele dici? S: Certo, tutto. Gli dico tutto, sì, sì. Ma te la faccio leggere prima, Vito, non ti preoccupare. Non mi muovo per creare danni, non ti preoccupare. Però per chiarire e fare emergere delle contraddizioni forti

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che lui ha, sì. Cioè, Vincenzo. Devono capire che su questa vicenda io rileggo in maniera diversa un anno di incontri con lui, un anno di ostacoli, un anno di tentennamenti, un anno nel quale ho... ho toccato con mano l’ostruzionismo evidente di questi. Cioè, lì si cercava il pelo nell’uovo, si cercava la frase sbagliata, si cercava la cosa che non andava. È stata un’esperienza traumatica. Mò, da due – tre mesi che mi sono ripiegato a leggere le carte e seguirle in prima persona, è evidente che ne ho una visione completamente. e un’idea completamente diversa di quello che è successo. E quindi, su questa cosa è bene che mò te la segui tu in prima persona. D: Va bene. S: E non, non può restare lui inerme così, lasciando andare le cose, scaricando sugli altri. e, se debbo essere un po’ maligno, immaginando di favorire altri percorsi, altre situazioni. D: Va bene, scrivi sta lettera e ci sentiamo (.) S: Non ti preoccupare, lunedì mattina la vediamo insieme.

Le intercettazioni Santarsiero - De

Filippo 2 La monnezza e il congresso del Pd:

«C’è un sistema che tende a frenarci»

26/10/2011 DOPO tre giorni dalla prima

telefonata, il 12 settembre del 2009 è De Filippo che chiama Santarsiero (in foto) per cercare una mediazione con l'assessore Santochirico. Il governatore cerca di fugare i sospetti del primo cittadino del capoluogo che di rimando gli riferisce che il suo è il pensiero anche di Erminio Restaino. Ci sarebbe un "sistema" che rema contro il progetto di amplicamento della discarica comunale di Pallareta, e un tentativo di condizionare il congresso del Pd per l'elezione del segretario regionale dove Restaino si sarebbe contrapposto a un candidato sostenuto dall'assessore Santochirico e dal presidente della Provincia Piero Lacorazza, Roberto Speranza, e a un altro sostenuto dal governatore, Salvatore Adduce. D: Ti ho cercato perchè ho parlato un’ora per telefono con Santochirico. S: Io mò sono uscito a fare una chiacchierata con Erminio (...) D: Ma poi, al di là di quello che devi scrivere. S: Eh. D: . ti pre... ma, puoi alzare sto’ ca. quello. viene stasera a Potenza, m’ha detto, se tu vuoi. S: No, Vito fammi scrivere la lettera. Poi la vedi tu, poi dopo ci parlo (.) D: Ma... ma lascia perdere. La lettera la puoi scrivere lo stesso, ma puoi parlarci tu? S: Lo incontro lunedì. No, non me lo fare incontrare. D: Ma lo puoi telefonare, almeno vi concordate che vi incontrate lunedì? S: Dico, Vito: lo incontro. Te lo dico a te. Lo incontro lunedì ma mò devo scrivere prima la lettera. D: Che t’ha detto Erminio? (...)? S: No, l’ho visto che. che quello mi accusa che sto sbagliando, bonariamente. E. la cosa (.) D: Questo ti. ti deve, ti deve incoraggiare a fare di più mò sul congresso questo, hai capito?

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S: E infatti. Mò secondo me, mi sto, mi sto (.) Non è che ho bisogno di sollecitazioni, il fatto è che tra fatti di casa, fatti di comuni e fatti vari, alla fine il tempo che resta è poco. Però mò abbiamo concordato una serie di cose da fare. D: È la lett. È quella. S: .finalmente ha voluto, ha voluto sapere sta vicenda. Ma lui gli da la mia stessa lettura, eh. Che alla fine c’è un sistema che tende volutamente a frenare sulla discarica di Potenza, Vito, eh. (voce in ambiente: “È arrivato pure Piero”) S: Alla luce anche, alla luce anche dell’esperienza che ha, fatta in quello stesso dipartimento, e quindi così è. Poi gli dà una lettura anche congressuale lui, eh. Perchè la vicenda. connessa anche all’esasperazione sul tema che fa Piero (probabilmente Lacorazza, ndr), la stampa che puntualmente è arrivata in maniera violenta attaccando il Comune di Potenza, è evidente che c’è anche uno scenario un po’ più tutto interno nostro. D: E sì, questo deve incoraggiare a metterti un po’ più in moto per sto congresso, eh. S: Ma io non è che sono fermo, non. non, non è che sono in una posizione defilata, Vito, sia chiaro. Tu l’hai fatta la scelta, dici “sto a guardare dal livello regionale”. D: Eh, sto a guardare sì, sto a guardare sì. S: “Non sono affatto defilato ma d’alt.” Lo so, insomma. (...) D: Però, ti devo dire la verità. Dopo aver ragionato, io sono sospettoso come te anzi, mediamente sono anche un po’ più di te, ma avendo parlato per più di me. un’ora con. col vice presidente, ti devo dire la verità: secondo me non c’è forse totalmente, almeno nel suo interesse, questa, questa escalation negativa. Comunque, tu non lo

vuoi chiamare. S: (.) Vito, ma perchè la stampa l’ha saputo? Chi gliel’ha detto e per quale motivo? Io quando faccio una lettera a un sindaco o una cosa, mica mi chiama la stampa prima? D: Vabbuò S: E Vito, guarda, sta cosa non è una cosa da poco. (...) E poi ricevo la lettera che era esattamente quello. Questa cosa è così: Piero che esaspera i toni sulle vicende così. E tu mettile tutte quante insieme. Le intercettazioni Santarsiero - De

Filippo 3 «La Provincia ha il piano da 1 anno e mezzo e la Regione ancora non

ha dato l’ok»

VITO De Filippo (in foto) è preoccupato. Non del possibile inquinamento provocato dalla discarica di Pallareta, ma di una possibile frattura all'interno del partito, e di quello che il sindaco del capoluogo potrebbe denunciare nella sua risposta annunciata alla minacce di commissariamento del Comune da parte dell'assessore Vincenzo Santochirico. Il governatore cerca di smorzare gli animi e il 13 settembre del 2009 chiama di nuovo Santarsiero, che gli replica parlando del rischio che in mano a un prefetto la situazione "esploda", delle inadempienze del presidente della Provincia Piero Lacorazza sull'iter del Piano rifiuti, e del contrasto degli uffici della Regione che

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sarebbe viziato da una "grave premeditazione". S: Vito. (...) D:. ma io non ce l’ho il numero di telefono. L’hai scritta sta lettera? S: Ma se tu... se tu vuoi io. tu domani mattina sei in Pro. sei in Regione? Io ti vengo a trovare e ti faccio notare come anche, Vito, ti hanno. hanno fatto una. ha fatto una cosa che non è nemmeno nelle legge. Cioè, l’assessore preso dalla sua furia o quella dei suoi (.) D: Senti però Vito, noi la cosa la dobbiamo gestire perchè... S: No, Vito, l’ho. D: .quando tu mi hai segnalato quella ipotesi. S: Sì. D: .considera che noi abbiamo un Ministro dell’Ambiente che è di centro destra e che non ama molto la Basilicata. S: E lo so. Ma appunto per questo, dico, è assurdo che investi il Prefetto di una questione che dobbiamo risolvere. Perchè, se pure fosse che il Comune di Potenza era del tutto inadempiente, ammettiamo, no? Mettiamo che avevo tutte le responsabilità e tu andavi al mio commissariamento. Tu non avevi risolto il problema perchè, con tutto il rispetto della Provincia o dei tuoi uffici, la Pallareta non avresti mai risolto il problema. La, la vicenda messa in mano al Prefetto arriva al Ministro: questione esplosa e invece di affrontarla per risolverla, perchè saresti dovuto ripartire da zero mentre invece noi siamo in una fase avanzatissima, come avrò modo di dimostrare, dove siamo stati frenati dalle follie della burocrazia che, quando sono Comune incappo nella Regione, quando sono cittadino incappo nel Comune. D: Però tu ti dovevi sentire... S: Ma incappo pure nel comune e qui (.)

D: ...Ti dovevi sentire con lui. S: E sì, ma era lui che mi doveva chiamare prima di fare la lettera. (...) Ma a parte questo, è proprio il merito che gli contesto. Oltre tutto, mò che mi sono rivisto un po’ tutta la norma, mi rendo conto anche di un’altra cosa, che il piano provinciale, Vito, che è bloccato da tempo - mi sono chiamato un po’ la Provincia - è bloccato alla Regione con una, ehm., con una inadempienza sulla tempistica che è tremenda. (...) Succede che la Provincia, dopo averlo adottato da un anno e mezzo, tu pensa, è un anno e mezzo... è più di un anno e mezzo che la Provincia ha adottato il suo piano, ha fatto le pubblicazioni, ha ricevuto le osservazioni. Per l’approvazione definitiva aspetterebbe - uso il condizionale -, aspetterebbe l’okay, il parere della Regione. Che tiene bloccato il nuovo piano provinciale dei rifiuti. E lo stesso Piero Lacorazza si preoccupasse di questo invece di fare altre cose. E così via altre cose che nella legge sono. D: Ma mò. S:. sono chiare. D:. mò ti pare che dobbiamo passare il tempo a fare queste cose? (...) non posso convocare te e lui, tutti e tre? S: No, ma prima ti devi rendere conto, devi far parlare me per mezz’ora. Dopo ci vediamo pure tutti e tre. (...) D: Va bene. S: Ti debbo far, ti debbo far ritornare su alcune cose che sono state firmate dagli uffici, per far capire come lì c’è una posizione premeditata grave, rispetto alla quale ci, ci vuole un atto forte di soluzione (...). D: Speriamo di.. S: Domani mattina, Vito, vediamo un po’. Chiamami quando vuoi, ci vediamo e l’affrontiamo la questione.

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