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I o amo il Natale. Non perché sia particolarmente romantica e mi illuda che per qualche motivo da dicembre a gennaio tutti siano più buoni e generosi e disponibili a ve- nirsi incontro. Però ci sono le va- canze, le luminarie per le strade e l’odore di caldarroste in corso Vitto- rio Emanuele. E tanto mi basta per passare sopra al freddo, alla neve che diventa subito fango, al traffico, al perbenismo dilagante, allo stress per i regali e alla gente stressata per i re- gali. Comunque, qualsiasi cosa questo pe- riodo dell’anno significhi per voi, go- detevelo: sarà il nostro ultimo Natale prima che la famigerata profezia Maya si avveri e un meteorite renda vani tutti questi anni passati sui libri schiantandosi sulle nostre teste il 21 dicembre 2012. Giusto in tempo per evitarci l’annuale strazio dei film a tema stile “mamma ho perso l’aereo”, tanto per dire. Al di là dell’allarmismo inutile e delle ancora più inutili smentite che popo- lano ogni trasmissione pseudo-scien- tifica che si rispetti, io trovo che una bella apocalisse forse servirebbe. Se non altro capiremmo (troppo tardi, as usual) come la popolarissima filo- sofia del “siamo tutti sulla stessa barca” risulti un tantino contropro- ducente quando la suddetta si trova ad affondare con tutti i suoi passeg- geri. E’ triste, ma è proprio così che fun- ziona: i problemi ci sono, li vediamo, li sentiamo, ne parliamo e (perdona- temi il qualunquismo) nessuno fa nulla per cambiare le cose. O meglio, quei pochi che si attivano vengono visti dal resto della società come biz- zarre eccezioni, aspiranti eroi mo- derni che credono ancora in un mondo migliore. Perché? Perché il fatto che il nostro problema (qualun- que esso sia) venga condiviso da un nutrito gruppo di persone ci dà la possibilità di delegare a qualcun altro l’oneroso compito di preoccupar- sene. E di guardare agli stessi con compassione dal momento che, forti della nostra sedicente saggezza, sap- piamo bene che è molto più da furbi lasciare che gli eventi ci scivolino ad- dosso e scansare abilmente le delu- sioni scegliendo di non sperare più in nulla. Anche se preferirebbe farne a meno, però, l’essere umano un po’ se ne ac- corge di ciò che gli capita attorno: così, consape- voli delle riper- cussioni che una simile tendenza non può che comportare, de- cidiamo di ag- grapparci alla convinzione che la nostra epoca si concluda con un evento di carattere cataclismico totalmente inevitabile, piuttosto che con una naturale e meno coreogra- fica conseguenza del nostro far finta di nulla. Riusciremo mai ad abbandonare de- finitivamente un meccanismo tanto deleterio e radicato nel nostro modo di vedere il mondo? Non lo so. Però penso che quando ci viene detto che insieme possiamo cambiare le cose converrebbe forse rifletterci un secondo su prima di ca- talogare la frase come banale retorica e chi la pronuncia come l’ultimo degli oratori (cosa che oltretutto, per via di un’innata tendenza allo scetticismo, mi trovo a fare molto spesso). Detto ciò, il miglior augurio che mi sento di farvi è che ciascuno di voi trovi al più presto il modo per rendere questo mondo un po’ più simile a come vor- rebbe che fosse, possibilmente prima di doversi lamentare perché altri hanno deciso al suo posto. IL MENSILE DEGLI STUDENTI DEL PARINI Un libero spazio di espressione L’unico autentico bar pariniano al 100% ENJOY NANDO’S BAR! Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI Le alluvioni 2 Noi siamo qua per cercare la felicità 3 Tre volte il fe’ girar... 4 Caro Monti... 5 Guerre: la piaga dell’umanità 7 Verbale CdI 23 novembre 8 Adolescenti e futuro 9 Castelli di carte 11 Pensare troppo non porta sempre a concetti sensati 12 Il capolavoro di Fiorello! 13 A sound relief 14 Maschere 16 Aggiornamento dizionario 18 Premio Gadda Giovani 2011 18 Zabaenigmistica 19 Parinianography 20 Zabaoroscopo 22 Indice WE WANT YOU! Ti piace scrivere o vorresti disegnare vignette? Sei interessato a partecipare al giornalino della scuola in qualsiasi altro modo? Hai qualche proposta? Ti aspettiamo ogni mercoledì alle 14 nell’ aula studenti (ma se non sapete dove sia vi recupe- riamo davanti a scuola, tranquilli) o sul nostro forum zabaione.forumcommunity.net! Tutti sulla stessa barca di Francesca Angeleri 1

Zabaione numero 3, anno VI

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Io amo il Natale. Non perché siaparticolarmente romantica e miilluda che per qualche motivo da

dicembre a gennaio tutti siano piùbuoni e generosi e disponibili a ve-nirsi incontro. Però ci sono le va-canze, le luminarie per le strade el’odore di caldarroste in corso Vitto-rio Emanuele. E tanto mi basta perpassare sopra al freddo, alla neve chediventa subito fango, al traffico, alperbenismo dilagante, allo stress peri regali e alla gente stressata per i re-gali.Comunque, qualsiasi cosa questo pe-riodo dell’anno significhi per voi, go-detevelo: sarà il nostro ultimo Nataleprima che la famigerata profeziaMaya si avveri e un meteorite rendavani tutti questi anni passati sui librischiantandosi sulle nostre teste il 21dicembre 2012. Giusto in tempo perevitarci l’annuale strazio dei film atema stile “mamma ho perso l’aereo”,tanto per dire.Al di là dell’allarmismo inutile e delleancora più inutili smentite che popo-lano ogni trasmissione pseudo-scien-tifica che si rispetti, io trovo che unabella apocalisse forse servirebbe. Senon altro capiremmo (troppo tardi,as usual) come la popolarissima filo-sofia del “siamo tutti sulla stessabarca” risulti un tantino contropro-ducente quando la suddetta si trovaad affondare con tutti i suoi passeg-geri.

E’ triste, ma è proprio così che fun-ziona: i problemi ci sono, li vediamo,li sentiamo, ne parliamo e (perdona-temi il qualunquismo) nessuno fanulla per cambiare le cose. O meglio,quei pochi che si attivano vengonovisti dal resto della società come biz-zarre eccezioni, aspiranti eroi mo-derni che credono ancora in unmondo migliore. Perché? Perché ilfatto che il nostro problema (qualun-que esso sia) venga condiviso da unnutrito gruppo di persone ci dà lapossibilità di delegare a qualcun altrol’oneroso compito di preoccupar-sene. E di guardare agli stessi concompassione dal momento che, fortidella nostra sedicente saggezza, sap-piamo bene che è molto più da furbilasciare che gli eventi ci scivolino ad-dosso e scansare abilmente le delu-sioni scegliendo di non sperare più innulla.Anche se preferirebbe farne a meno,però, l’essere umano un po’ se ne ac-corge di ciò che gli capita attorno:così, consape-voli delle riper-cussioni che unasimile tendenzanon può checomportare, de-cidiamo di ag-grapparci allaconvinzione chela nostra epocasi concluda con

un evento di carattere cataclismicototalmente inevitabile, piuttosto checon una naturale e meno coreogra-fica conseguenza del nostro far fintadi nulla.Riusciremo mai ad abbandonare de-finitivamente un meccanismo tantodeleterio e radicato nel nostro mododi vedere il mondo?Non lo so. Però penso che quando civiene detto che insieme possiamocambiare le cose converrebbe forserifletterci un secondo su prima di ca-talogare la frase come banale retoricae chi la pronuncia come l’ultimo deglioratori (cosa che oltretutto, per via diun’innata tendenza allo scetticismo,mi trovo a fare molto spesso). Dettociò, il miglior augurio che mi sento difarvi è che ciascuno di voi trovi al piùpresto il modo per rendere questomondo un po’ più simile a come vor-rebbe che fosse, possibilmente primadi doversi lamentare perché altrihanno deciso al suo posto.

I L MENS I L E DEGL I

STUDENT I DEL PAR IN I

Un l i be r o spaz i o d i

e sp re s s i one

L’unico autenticobar pariniano al 100%

ENJOYNANDO’S BAR!

Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

Le alluvioni 2Noi siamo qua per cercare la felicità 3Tre volte il fe’ girar... 4Caro Monti... 5Guerre: la piaga dell’umanità 7Verbale CdI 23 novembre 8Adolescenti e futuro 9Castelli di carte 11Pensare troppo non porta sempre a concetti sensati 12Il capolavoro di Fiorello! 13A sound relief 14 Maschere 16Aggiornamento dizionario 18Premio Gadda Giovani 2011 18Zabaenigmistica 19Parinianography 20Zabaoroscopo 22

Indice

WE WANT YOU!Ti piace scrivere o vorresti disegnare vignette? Seiinteressato a partecipare al giornalino della scuolain qualsiasi altro modo? Hai qualche proposta? Ti

aspettiamo ogni mercoledì alle 14 nell’aulastudenti (ma se non sapete dove sia vi recupe-riamo davanti a scuola, tranquilli) o sul nostroforum zabaione.forumcommunity.net!

Tutti sulla stessa barcadi Francesca Angeleri

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

Quest'anno alcune zone del-l'Italia sono state colpite inmodo catastrofico da vio-

lente alluvioni. Queste zone sono laLiguria, la Toscana e, recente-mente, la Sicilia.Non è la prima volta che accadonofatti simili: già nel lontano 1970una forte alluvione (900 mm d'ac-qua in 24 ore) colpì Genova, Voltrie le Cinque Terre. Le vittime furono44 e gli sfollati oltre 2000. Anchenel giugno del1996 si verificòun fatto simile,che colpì: la Ver-silia (157 mm in60 minuti), ilpaese di Cardoso(spazzato via daun'onda di pienadi 4-5 metri),ponte Strazze-mese, Serravezza,Pietrasanta e For-novolasco di Gar-fagnana. L'ultimaalluvione risale al23 settembre del2003, quando unviolento nubifra-gio colpì la pro-vincia di MassaCarrara.Per quanto riguarda la Sicilia, sonostate colpite le zone di: BarcellonaPozzo di Gotto, Merì e Saponara. Ilbilancio totale dei morti è di 3 e idanni sono ingenti.Ma cosa si poteva fare per evitare irecenti disastri? E cosa si è effetti-vamente fatto? Quali sono i fattoriche hanno determinato questieventi?

Tanto per comin-ciare, si potevano pu-lire le fogne a dovere.Così facendo, si sa-rebbe potuto evitareche l'acqua fuoriu-scisse e contribuissead allagare le strade. Nella foto po-tete vedere l'effetto che questa ne-gligenza ha provocato nel comunedi Genova.In secondo luogo, per prevenire

tale situazione, si potevano realiz-zare dei canali di scolo per far de-fluire l'acqua, impedendole diallagare le strade.Il vero problema è che i vari co-muni non si sono preoccupati dicercare un modo per prepararsi acontrastare tali avvenimenti. In so-stanza, non si è fatto assolutamenteniente. In effetti, se si nota bene, èpassato molto tempo prima che ar-

rivassero i mezzidi soccorso. Talimezzi non sonogiunti in tempoin parte per lestrade bloccate,in parte per il

semplice fatto che non erano prontiad intervenire.Il fattore determinante di un'allu-vione è sicuramente la quantità dipioggia. Ma in questo caso non si è

potuta preve-dere la quantitàdelle precipita-zioni. Sarà statoun malfunzio-namento degliimpianti meteo-rologici? Oforse qualchedanza dellapioggia da partedella cancellieratedesca AngelaMerkel?Se si considerail secondopunto, potrebbeessere proba-bile. Difatti,l'allegra e spen-sierata “Heidi”

si vanta tanto del suo adoratospread che potrebbe benissimoaverci sabotato per evitare che que-st'ultimo diminuisse.Qualunque sia il motivo, non ciresta che infilare un paio di stivalidi gomma, imbracciare una vanga esperare che smetta di piovere.Un saluto e un Buon Natale dai vo-stri neo-Sofisti.

Le alluvionidi Lorenzo Ghilardi e Stefano Trentani

Ma cosa si poteva fareper evitare i recenti di-

sastri? E cosa si è effettiva-mente fatto? Quali sono ifattori che hanno determi-nato questi eventi?

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

Noi siamo qua per cercare la felicitàdi Martina Magro Malosso

Lui pensava che la vita fosse sua. Lui aveva il di-ritto di morire. Magari l’ha visto fare. Lo fa-ceva lui stesso nella sua mente, come quando

si trovava lì. Lì con sua moglie morta. Un passo e po-teva finire sotto una metro, un salto e si sarebbe tro-vato cadere dalla nave in un oceano o dal balcone dicasa sua sulla strada o ancora dalla farmacia allabara.Si sentiva morire dentro.Non morì per egoismo. Forse semmai per altruismo.Un gesto per l’Italia, non per i suoi amici, per la suafamiglia. La depressione è una malattia irrimediabilea volte. Lo capiamo adesso?Andò a morire in Svizzera. La sofferenza, la depres-sione ne furono le cause. Insopportabili. Fragilità.Non debolezza.Nessun peso può essere uguale al peso della vita,nemmeno quando tutta la vita è un peso.Non ha senso.Nessuno può entrare nella coscienza di qualsiasi per-sona.Se uno ha la forza di suicidarsi dovrebbe avere anchela forza di rimanere in vita, utilizzare quella forza per

resistere, sopportare, farcela. Forza.Non si può capire.Se non sei depresso, malato, non puoi capire. Se seivivo, e non morto dentro, non puoi capire. La vitanon comprende la morte.Lui non era di Dio. Forse poteva essere figlio di Dio.Avrebbe potuto mettere la sua vita nelle mani di Dio.Ma il diritto di vivere, il diritto era suo.Se uno è sulla terra per trovare la felicità e sa di nonpoterla trovare e che non la troverà.Se è convinto o meno di quello che fa ma pensa a sée non agli altri,o forse no.E pensa agli altri, sì pensa anche agli altri,ma il lorovalore non vale così tanto,anche perché il suo stessovalore per lui non conta. O forse si. Potrebbe contareanche quello degli altri.Non riusciva a diventare più forte. Ma solo più fra-gile. Oppure è proprio diventato forte, forte perun’ultima volta, forte che non ci sarebbe stata più al-cuna debolezza, perché non ci poteva essere, non cisarebbe stata.Consapevolezza.Con la sua morte salva il valore di vita.

“Ho deciso di morire”

Lucio Magri (Ferrara 1932-Zurigo,

Clinica Dignitas 30 Novembre

2011), giornalista e co-fondatore

del Manifesto. In politica milita nel

Partito Comunista Italiano e in se-

guito in Rifondazione Comunista e

tra i Democratici di Sinistra. Deluso

dalla vita politica e provato dalla

depressione per la scomparsa

della moglie, dopo aver salutato gli

amici si reca in Svizzera e pone

fine alla sua vita in una clinica di

Zurigo con il suicidio assistito.

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Tre volte il fe’ girar...Quando (forse) nasce un'altra Repubblica

Un passo indietro,torniamo a quelmartedì 8 novem-

bre, quando il volto scurodi Silvio Berlusconi os-serva con sgomento il ta-bellone con il risultato deivoti alla Camera per l'ap-provazione del rendi-conto generale: il governonon ha più la maggio-ranza, è caduto. Il Cava-liere è incredulo, eppurein un certo senso sel'aspettava. I numeri l'-hanno beffato, quei 308voti, che non sono bastatia raggiungere la maggioranza asso-luta, hanno colpito per l'ennesimavolta e affondato il rimasuglio del go-verno che doveva a tutti i costi arri-vare al 2013. Il bilancio è semplice: 8"congiurati". Sentendosi traditocome un qualsiasi Giulio Cesare oNerone, il premier sale al Quirinaleper la resa dei conti con Giorgio Na-politano, al termine della quale vienediramata una nota della Presidenzadella Repubblica che ne annuncia ledimissioni dopo l'approvazione dellalegge di stabilità. La lenta agonia delgoverno termina il 12 novembre .Sono le 21:42 al Quirinale, quandoBerlusconi riconsegna il mandatonelle mani di Napolitano. “Sic transitgloria mundi”. “That's all, folks” inti-tola la copertina dell'Economist,commentando il panorama politicoitaliano quasi fosse un cartone ani-mato della Warner Bros., e alla suastregua decine di quotidiani interna-zionali celebrano la notizia. È finita!Berlusconi se ne va e con lui terminaun ciclo politico travolto da un'on-data scandalistica, che ha pregiudi-cato ancora di più l'immagine diun'Italia considerata "una mina va-gante" dai Mercati. Nessuno, nel2008, quando il Centrodestra van-tava in Parlamento la più grandemaggioranza della storia della Re-pubblica, avrebbe mai pensato chequesta sarebbe stata incapace di rea-lizzare le riforme utili per il Paese. Lestesse riforme che Berlusconi aveva

promesso sin dal 1994. Il Cavaliere,ormai sconfitto, ha tentato invano dimettere dei paletti, delle clausole alleproprie dimissioni: le elezioni antici-pate. L'ex-premier gode ancora di unampio consenso tra gli elettori, anchese i rapporti con l'alleato padanosembrano ormai al capolinea. Egliracchiudeva in sè non soltantol'espressione dell'uomo politico, maanche, e soprattutto, quella di im-prenditore. Si chiude l'epoca delle di-visioni ideologiche, bipolariste epartitiche e si fa strada una prospet-tiva di carattere apartitico formata dauna larga maggioranza che vede go-mito a gomito esponenti del PDL, delPD, dell'UDC e di tutti gli altri partiti,fatta eccezione per la Lega, speran-zosa di recuperare la "verginità per-duta" con il riscoperto impetosecessionista.In critici momenti come quelli dapoco trascorsi si è rivelato in tutta lasua importanza il ruolo impartito alPresidente della Repubblica dallacarta Costituzionale. Giorgio Napoli-tano ha dimostrato non scontata ce-lerità nel guidare in soli otto giorni lacostituzione di un governo tecnico ri-tenuto unanimemente capace di con-cludere la legislatura in corso. MarioMonti, economista di chiara fama piùvolte chiamato a ricoprire ruoli dispicco nella burocrazia europea,viene nominato senatore a vita e suc-cessivamente incaricato di formareun nuovo esecutivo. Già nel corso del

burrascoso 8 Novembre ilnome di Monti si è fatto indichiarazioni ufficiali di lea-der europei quale il Cancel-liere Merkel nonchè di altirappresentanti di Stra-sburgo e Bruxelles. Montidalla sua può vantare unapiena appartenenza allatecno-burocrazia europea el'immagine di propugnatoredella libertà dei Mercati chenegli Stati Uniti va a coinci-dere con il cosiddettoTurbo-capitalismo, ancorain voga nonostante la Crisifinanziaria. Con l'investi-

tura di alfiere della riforma liberale,di cui Berlusconi era stato pigro pa-ladino, e di un sobrio rigorismo nor-dico Mario Monti presenta alla Saladelle Feste del Quirinale un governoche sarà appoggiato dal Parlamentononostante il totale organico tecnico.Nel delinearsi della squadra di go-verno, malgrado le ingerenze dei par-titi, prevale nettamente l'influenzadel neo-presidente che unisce ademeriti professori universitari, per lopiù gravitanti attorno all'UniversitàBocconi di cui egli stesso è Presi-dente, personalità associate all’arealiberal-progressista, legati all'asso-ciazionismo cattolico e alle grandibanche italiane. Non mancano inspecifici ambiti veri professionisti delsettore, soprattutto nei ministeri noneconomici, come esteri e difesa, gui-dati rispettivamente dal Console Ita-liano a Washington e dal Presidentedel Comitato Militare NATO. A ri-prova del carattere esplicito di rilan-cio economico dell'esecutivo ilPresidente decide di mantenere ladelega all'Economia e alle Finanze edi concentrare in Corrado Passera,amministratore del più importanteistituto bancario Italiano, i ministeridello Sviluppo Economico e delle In-frastrutture e Trasporti. L'Italia nel-l'assetto mondiale è una pedinatroppo importante e per l'Europa è"Too big to fail": un suo collasso por-terebbe alla dissoluzione dell’interazona-Euro. Il governo si incarica di

di Paolo Sottocasa e Davide GrittiHomo Novus® è di Stefano Togni

Quando la redazione del giornalino Cassandra delliceo classico Paolo Sarpi di Bergamo ci ha pro-posto di pubblicare su Zabaione e su Cassandrarispettivamente un nostro e un loro articolo chetrattasse di un argomento comune di attualità,non ci siamo voluti tirare indietro, pensando dicogliere un'opportunità di crescita in questoscambio. Sperando che anche voi pariniani lo ap-preziate, buona lettura!I redattori che cureranno tale scambio sono, inordine alfabetico, Francesca Chiesa, Noemi Den-tice, Daniele Lunghi e Elisabetta Stringhi.

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attuare le manovre più volte caldeg-giate dalla BCE, ritenute indispensa-bili per la sua salvezza. A quasi tresettimane dall'avvio del primo vero"governo del fare", la situazione restadi dubbia interpretazione; verrebbeda dire "nulla di nuovo sul fronte oc-cidentale", nonostante i segnali dal-l'Italia stiano arrivando con"ambizione e coraggio". Agli italiani,da secoli abituati a dirigentinon meritati e spesso peg-giori di loro stessi, non parevero di avere un Presidentedel Consiglio che paga il bi-glietto d'ingresso aimusei pubblici,utilizza conparsimonia lef a m i g e r a t eauto blu, ri-siede a Pa-lazzo Chigi e,fatto assurdo,rinuncia alcompenso che glidovrebbe esserecorrisposto per es-sersi prestato niente-meno che a salvare ilsettimo Paese più ricco delmondo. L’elogio della "sobrietà" diMonti, oltre a costituire un utile pas-satempo per i giornali che in questigiorni faticano a riempire le pagineuna volta sature di retroscena dellaPiccola Roma del Potere, rientra nel-

l'uso italiota di esagerare in esalta-zioni o persecuzioni, a seconda deltempo che fa. Lasciando quindi daparte l'opinione pubblica, che forse èancora ferma ai governi politici doveconvincere l'elettore conta più di farquadrare i conti, il governo tecnicosta attuando quanto l'Europa e la no-stra salvezza richiedono. Alle 20.00del 4 Dicembre, dopo 17 giorni dalla

formazione, l'esecutivo pre-senta a Palazzo Chigi la suaprima manovra finanzia-ria, la quinta per l'Italia

nel 2011, in assolutola più strut-turata. Daun lato sa-crifici pe-santissimi:signif ica-

tive modifi-che al

sistema previ-denziale che co-stringono il

Ministro Forneroalle lacrime, au-

mento dell'IVA, reintrodu-zione della tassa sugli

immobili( leggi ICI) non ancoraestesa a quelli ecclesiastici(ovvia-mente non di culto) e interventi percirca 30 mld lordi. La manovra si fre-gia dell’equità dovuta all'aumentodelle aliquote per le fasce più alte direddito, una serie di tasse sui beni di

lusso,sugli investimentifinanziari,sui capitali “scudati” conprecedenti condoni. Non si muove dimolto la lotta all’evasione e causaveto di Berlusconi non si introdurràuna tassazione patrimoniale. Sulfronte dello sviluppo il governo pro-pone liberalizzazioni significative perla concorrenza, sgravi fiscali per leimprese e limitate dismissioni di entie patrimonio pubblico. La manovra,varata entro Natale, ha la sola qualitàdi soddisfare le richieste internazio-nali; non possiamo capire se sarà suf-ficiente a stabilizzare definitivamentei Mercati e quantomeno a far ripar-tire l'economia di un Paese a crescità0. Possiamo rifugiarci nel mal co-mune: Francia a rischio insolvenza,Germania deprezzata in Borsa e so-prattutto la Grecia che, secondo lestime, sarà dichiarata sostanzial-mente fallita dopo le Feste, non po-tendo pagare gli stipendi pubblici. Lapolitica dorme sotto la campana divetro del commissariamento tecnico;i tecnici a malapena trovano il con-fronto con le parti sociali; fuori tuttoè fermo e immobile, anche quando siscende in piazza la protesta non vaoltre la maschera: forse che si facciafatica a esporsi, o lo si sia fattotroppo, resta che prima o poi Cincin-nato dovrà pur tornare al suo campoe i senatori riprendere gli scranni,ammesso che la plebe insorta non seli sia portati via.

Caro Monti...Retroscena di una manovra all'insegna di un improba-

bile rigore e un'esistente equità.

Lo ammetto, non me lo sareimai aspettato. Abituata a poli-tici che fanno a gara per chi

dice la battuta più pacchiana, o aministre che vantano un passato daveline, un discorso così serio non loavrei potuto neanche concepire.Non rida, non è facile passare da“Forza gnocca” a “percorso rivoltoad ottenere la fiducia del Parla-mento”, e non sentire più un presi-dente del Consiglio parlare di comela politica gli sia stata “imposta dallastoria”, ma di “saluto deferente alcapo dello stato” è stata davvero unapiacevole sorpresa. Bel colpo, pro-

fessore, un po’ di serietà ci voleva.Dopo diciassette anni di berlusconi-smo è un segnale di rottura non dapoco, la stessa che c’è tra un dema-gogo e un rettore universitario, benpiù importante di quella tra i partitiattuali che, non inganniamoci, sonofin troppo simili tra loro. La do-manda sorge quindi spontanea: per-ché lei, un professore che, nel benee nel male è tutto fuorché un poli-tico, ha il sostegno di quella stessacasta politica da cui differisce tanto?Forse per lo spread?Già, lo spread. Ma che cosa significaesattamente questa parola? Forse

una temibile associazione segretache da mesi sta colpendo le borseoccidentali, oppure una sorta divirus che lento ma implacabile di-vora l’economia degli stati meno vir-tuosi, come una sorta di castigatoremascherato? E non rida, le assicu-riamo che tra le assurdità che ab-biamo sentito dire, queste sonosicuramente le più sensate. Eppurenon è così difficile… Certo, la defini-zione ufficiale, cioè quella di “diffe-renziale tra il rendimento del tassodi titoli di stato di paesi con il ri-schio di default, e quello di paesi cheinvece hanno un rischio molto basso

di Daniele Lunghi ed Elisabetta Stringhi

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e che perciò vengono presi come ri-ferimento” potrebbe effettivamentespaventare e incutere repulsione neiconfronti di qualunque giornale oprogramma a carattere economicoal quale si tenti un approccio. Tutta-via la realtà è molto più semplice: lospread è la spia di quanto i creditorireputino uno stato affidabile, e diconseguenza di quanto alti siano itassi d'interesse dei prestiti ad essoconcessi. Per comprendere al meglioquesto concettobasti pensareche più unpaese è stabile,sia politica-mente sia eco-nomicamente, epiù trasmette fi-ducia agli inve-stitori, i qualisono maggior-mente incenti-vati adinvestire. Tutta-via se lo spread,l’indicatore difiducia dei mercati esteri, si alza, si-gnifica che nessuno è disposto a ri-schiare impiegando i propri capitaliin quel paese che resta dunque privodi investitori e di fiducia. A questopunto i mercati e gli speculatori ten-dono a scommettere proprio sul fal-limento dell’economia di quel paese;così speculando, guadagnano certa-mente di più. Dunque, come cercaredi fermare quest’indomabile spreadche come un ottovolante impazzitosale (soprattutto) e scende (astento), condizionando i mercati e leeconomie europee? L’unico modoper tenerlo a freno è quello di garan-tire credibilità ai mercati o dimo-strando la stabilità del governo condelle manovre economiche oppure,se il governo stesso non è più ingrado di mantenere l’esecutivo e ot-tenere la fiducia del parlamento,questo ha il dovere o di lasciare spa-zio a uno tecnico o di mandare il po-polo alle urne, garantendo così lademocrazia.Lei, professor Monti, naturalmenteè consapevole di come tutto ciò hareso possibile il suo ingresso in po-litica: quando giravano voci sulle di-missioni di Berlusconi lo spreadscendeva, per schizzare alle stellenel giro di tre quarti d’ora se veni-vano smentite. Insomma, il prece-dente governo non rassicuravaaffatto i mercati ed era carente di

una credibilità che invece lei attual-mente sta dando loro. Tuttavia è dif-ficile ammetterlo, ma Berlusconisicuramente non si è dimesso per-ché voleva il bene del suo Paese, enon l'ha fatto in seguito a un refe-rendum perché gli italiani non lo vo-levano più al governo. E a disdettadi chi afferma a gran voce che ormaiBerlusconi, il “cattivone” di turno, èstato definitivamente sconfitto, bi-sogna far presente che non è così,

essendo luiancora ungran prota-g o n i s t adella poli-tica italianae un uomoche ha con-d i z i o n a t ofortementeil nostroPaese perun venten-nio. Ovvia-mente tuttii sondaggi

lo danno perdente qualora si ripre-sentasse alle elezioni con un partitonuovo di zecca dal nome più altiso-nante, quale “W l’Italia”.Ricorderà benissimo la sera diquelle agognate ed attese dimis-sioni, le feste in piazza, i bivacchi deigiovani, il giubilo di Bersani, Ven-dola, Di Pietro & Co., e il premieruscente tempestato di monetine cheforse ci ragguaglia un suo notoamico, Bettino Craxi.. Da quel mo-mento per lei è cambiato tutto (pernoi nulla), e nel giro di pochi giornisi è costituito un “governo tecnico ditecnocrati” come figurava su tutte letestate giornalistiche nazionali edestere, che avrebbe finalmente ri-dato stabilità al nostro Paese e fidu-cia ai mercati e grazie al quale lospread si è calmato. Professore,sembra che il suo mandato sarà ca-ratterizzato da una politica di auste-rity e una manovra da circa 20miliardi di euro, già approvata dalConsiglio dei Ministri, che mira adabbassare il debito pubblico, altrogrande protagonista di questa crisi eregressione economica. Quest’ul-timo un po’ come lo spread è un in-dicatore di solidità dell’economia diun paese, soggetto a classificazionida parte di organizzazioni specializ-zate, le agenzie di rating, che tantofanno tremare Francia e Germania,avvinghiate alle loro triple A. Il de-

bito pubblico condiziona fortementei mercati, poiché sue svariate fettesono in mano ad investitori sia ita-liani sia esteri, soprattutto orientali.Caro professore, la sua manovravolge ad abbassare un debito pub-blico, proposito che nessun governoprecedente, né di destra né di sini-stra, ha mai mantenuto. Riuscirà leinell’intento, con una politica di au-sterity e una manovra varata nelnome del rigore, della crescita edell’equità? Ma che fine abbianofatto le ultime due, se lo domandanoin tanti..Effettivamente qualcosa che non vac’è, ma non è certo il ritorno dell’ICI,o l’aumento dell’età pensionabile asessantasei anni, ma nei mancatitagli alle spese militari e alle pro-vince e nella mancata introduzionedella patrimoniale, nei miliardariconti di Montecitorio e nelle mega-pensioni dei parlamentari rimasteintoccate.Certo, toccare i privilegi di una castachiusa e attenta ai propri privilegicome quella dei politici è tutt’altroche facile, e qualche esitazione ècomprensibile: ma che mi dice dellaChiesa? Non le pare strano cheun’organizzazione che possiedequasi il 30% del patrimonio immo-biliare italiano e che guadagna quasiun miliardo di dollari l’anno conl’otto per mille non paghi l’ICI?Non ha importanza, preferisco nonindagare ulteriormente, consape-vole del fatto che fosse impossibileaccontentare tutti senza scontentareda un lato la casta e dall’altro pen-sionati e lavoratori, come al solitocostretti a pagare lo scotto più alto.Certi mali qui in Italia sono tropporadicati per poterli toccare, eppure,mai come in questo momento, la po-litica mi è sembrata così vicino allaletteratura e la nostra situazione at-tuale può essere riassunta in pocheparole d’autore: “cambiare tutto pernon cambiare niente”. Parole uscitedalla penna di Tomasi di Lampe-dusa e pronunciate dal principe diSalina, parole che descrivono allaperfezione l’atteggiamento della no-stra casta politica e il futuro del no-stro Paese.Caro professore, cosa ne pensa? Senon ha mai letto il Gattopardo, leconsigliamo di farlo. Forse un libropuò più di una laurea in economiaalla Bocconi.

Insomma, il precedente go-verno non rassicurava affatto i

mercati ed era carente di una credi-bilità che invece lei attualmente stadando loro. Tuttavia è difficile am-metterlo, ma Berlusconi sicura-mente non si è dimesso perchévoleva il bene del suo Paese, e nonl'ha fatto in seguito a un referen-dum perché gli italiani non lo vole-vano più al governo. ”

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

3200/3500 a. C. Le tribù prei-storiche combattono tra di loroper poter ottenere il miglior

luogo per la caccia.XII/ IX a. C. Nella Grecia di età clas-sica le guerre persiane costringono varipopoli di origini comuni a scontrarsi.IV secolo a. C. l'impero Romano siespande con l'esercito più organizzatodell'epoca.28 Luglio 1914 L’assassinio dell'arci-duca Francesco Ferdinando d'Austriaad opera dell'anarchico Gavrilo Princip,nazionalista serbo-bosniaco, funge dacasus belli per lo scoppio della Primaguerra mondiale.1 settembre 1939 Invadendo la Po-lonia la Germania fa scoppiare il se-condo conflitto mondiale.17 febbraio 2011 In Libia scoppiauna rivolta civile che vede opposte leforze lealiste dell'ex dittatore libicoMu'hammar Gheddafi e i ribelli.Tutti e sei gli avvenimenti appena de-scritti hanno in comune due cose:hanno cambiato le vicende del mondoe sono tutte delle guerre in cui venne (eviene) sparso molto sangue.Partendo dalla preistoria i compiti del-l'uomo nei confronti della guerra sonostati ben definiti: c'erano, ci sono e cisaranno tre tipi di persone: combat-tenti, vincitori e vinti.Tra le nazioni e i popoli che si scon-trano però il vinto non è mai la fazionesconfitta sul campo di battaglia ma cisono diversi vinti: le persone, a partiredai soldati finendo con i civili. Quandonei libri di storia leggiamo delle guerrepersiane o dei conflitti mondiali, ab-biamo sempre studiato le date o le bat-taglie, gli schieramenti e la tattiche deidue eserciti rivali; ci è sempre statoproposto il punto di vista dei generalima mai quello delle vedove, degli orfanio di coloro che vivono la guerra inprima persona ovvero i soldati. Anchei telegiornali ci riducono la visione ditutto ciò e ci fanno vedere solo i dannicreati all'ambiente o fanno di questionireali e pericolose degli argomenti digossip. Perciò in questo articolo oravorrei farvi conoscere la guerra vissutadai grandi protagonisti dei conflitti, tresoldati di diverse nazioni ed età: Gio-vanni, nato a Lucca il 17 novembre

1976, Mark, nato il 27 gennaio 1969 aCorpus Christi nel Texas e Babatunde,nato ad Abeokuta il 14 marzo 1996.

“Quando partii mi raccontarono cheavrei combattuto per fare grande ilmio paese, che tutte le azioni da me

compiute in questa dannatissimaguerra sarebbero state solo un mezzoper raggiungere la gloria; io al mo-mento ci credetti e fui felice di partire,ma ora, è un anno quasi che sono quisul campo, stremato e ferito non dormoe non mangio da settimane ed ogninotte il ricordo dei visi delle personeche ho ucciso mi perseguitano e ren-dono tutto più difficile. Non vedo la miafamiglia da ormai troppo tempo.Chissà se mio figlio sta crescendo se-guendo le mie orme di fabbro oppureha deciso di fare altro. E mia moglie,aah che bella era quando l’ho cono-sciuta ed ogni giorno che passavo difianco a lei era il giorno più bello dellamia vita e mi sentivo fortunatissimo.Chissà se dopo tutto ciò che ho fatto quisul fronte mi ameranno come prima.La mia paura più grande è di non riu-scire a tornare a casa da loro ma di fi-nire in un campo santo con tutti i mieicompagni deceduti, le mie paure cre-scono ogni giorno di più e continuo amaledirmi per aver detto di sì alla pro-posta di quei porci che mi hanno con-vinto ad arruolarmi. Ora i morti sono aterra tanti come fili d'erba in un prato.Oramai la paura di morire è cosìgrande da reggermi in piedi, peròadesso devo provare almeno a dormireperché domani sarà un altro giorno disangue e morte.”

“SEMPER FIDELIS sono state que-ste le parole che mi hanno fattopensare per la prima volta ad ar-

ruolarmi nei Marines degli Stati Unitid'America. L'ambiente in cui vissi per10 anni era bellissimo, mi sentivo po-tente e sapevo di essere un perfetto in-granaggio del mio paese, non comequei maledetti hippy che ancora sonola nostra piaga. Da quando sono en-trato a far parte dell'esercito americanoho capito che la guerra che stiamo com-battendo è una guerra che serve per ilpaese e quegli stupidi che si mettono

contro di noi sono dei pazzi a credere dipoterci battere. Il mio non è un lavoroma uno stile di vita in cui sono inse-gnate le virtù e i valori per poter tra-scorrere una vita serena, e nessunpresidente democratico e negro ce lipotrà togliere.”

“Mamma, papà perché? Perché nonli avete fermati quando l'annoscorso sono venuti a prendermi? Io

qui ho tanta paura. L' unica compagniache ho è quella delle sigarette e del miofucile. Perché ho dovuto seguire quel-l'uomo cattivo che è venuto a rapirmi?La prima volta mi ha costretto ad ucci-dere una donna incinta solo perché loaveva contraddetto. Qui non mangio dada due giorni e quando mangio midanno della sbobba immangiabile il cuiodore mi fa venire dei conati di vomito.L'unico modo che ho per placare imorsi della fame è la colla che Kevinriesce a procurarci. Se non rispondo ailoro ordini sono botte e se sgarri ti am-mazzano. L'ultima vittima è stataAdeto, il mio migliore amico. Gli hannosparato davanti a tutti perché si è rifiu-tato di uccidere un ragazzino più pic-colo di noi. Io non dormo per paura diessere preso e portato via, comeKumbo, che è stato portato via e non sihanno più sue notizie, quando chie-diamo di lui ci rispondono che nonsono fatti nostri e dobbiamo solo obbe-dire a James, quello che loro chiamano“la bestia” perché uccide senza pietà esolo per il gusto di vedere scorrere ilsangue di gente innocente. Lui è il piùspaventoso e quando ho provato ascappare mi hanno beccato e mi hannoportato da lui che mi ha messo un ferrorovente sul palmo della mano dicen-domi che se ci riprovavo mi avrebbe co-perto completante di ferro rovente. Ildolore è stato straziante e l'odore dicarne bruciata era asfissiante. Ora vadoperché se mi beccano scrivere questalettera mi sparano nelle mani perchénon è consentito qui.Un bacio, vostro figlio Babatunde.P.s. Spero di rivedervi un giorno.”

Ora anche voi conoscete i pensieri deisoldati, quindi cari lettori lascio a voi icommenti.

Guerre: la piaga dell’umanitàdi Federico Pardo

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

Consiglio d’Istituto 23.11.2011verbale a cura di Marco Montella

Il 23 Novembre 2011 il Consigliod’Istituto è stato convocato a seguitodella mancanza, al precedente CdI

del 17 novembre, di una documentazioneadeguata per votare i progetti degli inse-gnanti.All’ordine del giorno figuravano quindicome parte principale della seduta l’ap-provazione dei suddetti.

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Salute: anoressia/bulimia”” ilcui responsabile è professor Landi;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Salute: educazione sessualità””il cui responsabile è professor Landi;

“Il Consiglio approva a maggioranzacon 1 contrario (Stangherlin) e 1 astenuto(Aziani) il progetto “Salute: disturbi spe-cifici di apprendimento” il cui responsa-bile è professor Landi; (questo progetto,che è nuovo, si pone come scopo la sen-sibilizzazione dei docenti circa i disturbispecifici di apprendimento attraverso laconferenza di un esperto);

L’approvazione del Lettore Sean Ha-milton viene sospesa per i seguenti mo-tivi: la discussione, che precede il voto,verte sulla richiesta di un consigliere(Aziani) che chiede di far risultare sulcurriculum del lettore anche i suoi titolidi studio. Viene chiamato Sean che certi-fica di aver frequentato e di aver conse-guito il diploma in Law school ma per ilmomento ha interrotto gli studi al col-lege. Il consigliere Bottini chiede poi conche documentazione il lettore sia in Italiaed emerge che è qui solo con un visto tu-ristico e non con un regolare permesso dilavoro. Il Presidente Raffaella Castellanisospende la delibera del progetto inquanto il candidato è in possesso di solovisto turisrico, invita inoltre i consiglieriPuerari e Cafiero ad informare la prof.ssaRosmini, coordinatore del gruppo di ma-teria, della necessità di cercare un nuovolettore con urgenza;

“Il Consiglio approva a maggioranza,con due astenuti, il progetto “Corso dilingua e cultura cinese” con le seguentidichiarazioni di voto: Coccia: “voto a fa-vore nonostante ci sia una contraddi-zione tra il trattamento riservato al corsodi francese e tedesco (il cui responsabileè il professor Cafiero; n.d.r.) a caricodella scuola e cinese a carico degli alunni,contraddizione non risolta dal Consigliodi Istituto”; Landi: “voto a favore inquanto il criterio non deve essere neces-sariamente omogeneo nei vari progetti”;Zeni: “voto a favore perché ritengo chedebbano essere recepite le indicazioni delCollegio dei docenti”

“Il Consiglio approva all’unanimità iprogetti “Analisi matematica I e II” la cuiresponsabile è l’ex-professoressa Binda

“Il Consiglio approva all’unanimità il

progetto “Tolgame” la cui responsabile èla professoressa Ghezzi

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Pretest” la cui responsabile è laprofessoressa Ghezzi; Questi due progettidella professoressa Ghezzi riguardano lapreparazione al test di ammissione al Po-litecnico;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Corso d’introduzione alla rela-tività di Einstein” Il cui responsabile è ilprofessor Zeni;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Torretta astronomica”” il cuiresponsabile è il professor Zeni;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Uscite didattiche all’osservato-rio astronomico della Valle d’Aosta”” ”” ilcui responsabile è il professor Zeni;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Corsi di preparazione alla cer-tificazione ECDL”” ”” il cui responsabileè il professor Zeni;

“Il Consiglio approva all’unanimità lacostituzione di commissione formata daiconsiglieri Aziani, Ferrari e Zeni con ilcompito di formulare una proposta alConsiglio di istituto in ordine ad un pro-getto di Sito web Parini sia sotto il profilodel contenuto che dell’architettura”

“Il Consiglio approva all’unanimitànell’ambito del progetto “Musica: Apolloe Giacinto” ”, l’ingresso nell’istituto del-l’esperto ivi indicato”” le cui responsabilidel progetto sono le professoresse Bragae Colombo (questo progetto ha comescopo l’analisi del libretto –in latino- diquest’opera di Mozart anche con un’inse-gnante di coro)

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Educazione alla musica clas-sica invito alla Scala”” le cui responsabilidel progetto sono le professoresse ForniE Parola;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Teatro”” proposto dalla profes-soressa Nero ( lo scopo del progetto è diavvicinare gli studenti alla tecnica tea-trale con realizzazione di uno spettacolofinale;

“Il Consiglio approva all’unanimità,nell’ambito del progetto “La culturaebraica e l’occidente”, l’ingresso nell’isti-tuto dell’esperto ivi indicato”” progettoproposto già l’anno scorso dalla profes-soressa Rovelli che consisteva in lezionitenute dal rabbino Baharier;

“Il Consiglio approva all’unanimità,nell’ambito del progetto “L’attuale crisifinanziaria ed economica”, questo pro-getto presentato dalla professoressa Ro-velli consiste in una lezione tenuta daAndrea Di Stefano (giornalista econo-mico) sulla situazione economica attuale;

“Il Consiglio approva all’unanimità,nell’ambito del progetto “Libro della me-

moria del Liceo Parini”” ,progetto giàproposto l’anno scorso dal professorPiazza

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Gadda”” progetto proposto giàl’anno passato dalla professoressa Ma-rini;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Scambio individuale tra stu-denti L2 tedesco e studenti L2 italianocon Kantonalshule di Zurigo”” propostodalla professoressa Marini

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Iniziative culturali AccademiaAmbrosiana: ciclo di conferenze, presen-tazioni, Summer School”” proposto dallaprofessoressa Marini;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Dati e previsioni”” propostodalla professoressa Bassi (il progetto con-siste nella preparazione a test universi-tari);

“Il Consiglio approva all’unanimità,nell’ambito del progetto “Intercultura”,l’ingresso nell’istituto dell’esperto ivi in-dicato” proposto dalla professoressaBraga, (questo progetto ha come scopol’educazione alla mondialità e alla inter-cultura);

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Certamina e concorsi”” propo-sto dalla professoressa Parola;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Biblioteca braidense - filologiad’autore”” proposto dalla professoressaParola (progetto che consiste in un ciclodi conferenze sulla filologia);

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Leggere un film”, con l’auspicioche il progetto possa essere esteso a tuttigli allievi del biennio” proposto dalla pro-fessoressa Canetta (il progetto ha comescopo l’analisi di un film e l’imparare a“leggerlo”;

“Il Consiglio approva all’unanimità ilprogetto “Zabaione””

“Attività sportiva al Parini” questoprogetto non può partire poiché disponedi un fondo che stanzia la provincia, pre-via richiesta delle scuole interessate; dalmomento che la nostra scuola non hafatto nessuna richiesta i soldi non sonoarrivati ed il progetto di conseguenza nonpuò partire;

il calendario scolatico non viene vo-tato poiché il Preside dichiara che, inbase all’art. 10 del d. lv. 16/4/1994 n. 297,l’approvazione del calendario scolasticoè di competenza esclusiva del DirigenteScolastico.

Si procede alla discussione al puntodell’ordine del giorno relativo a Varie edeventuali, dando la parola per l’inter-vento al consigliere Montella che comu-nica che il giorno 20 dicembre si terrà il“Concerto di Natale”.

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Adolescenti e futurodi Elisa Aliverti Piuri e Layla Colamartino

“Perché dovremmo studiare se tanto non abbiamo unfuturo?”: a questa e ad altre domande inerenti al dif-ficile rapporto tra gli adolescenti e le loro aspettative

sull’avvenire ha cercato di rispondere il professor GustavoPietropolli Charmet (presidente dell’istituto Minotauro,che dal 2008 collabora con la nostra scuola), in una con-ferenza ricca di spunti tenutasi nell’Aula Magna del Parinila sera del 9 novembre, preludio ad una serie di incontrinelle classi che coinvolgeranno tutte le terze all’inizio delprossimo anno. L’incontro si avvia con interessanti considerazioni delPreside che spaziano dalle guerre puniche alla segreteriadell’Università Statale. Ma al di là di questo.Lo psichiatra prende l’avvio nella sua analisi dalla crisieconomica, tramutatasi in una crisi di valori e di speranze,che in questi tempi di incertezza e senso di panico inevi-tabilmente pregiudica la relazione dei giovani con il fu-turo. Così cerchiamo di proiettare sulla paura del domanitutte le cause di sofferenza, auto-convincendoci che nonvengano – più realisticamente - da un passato che ci è ri-masto dentro. Ma al contempo l’ansia di non saper farfronte ad un comunissimo, ancestrale male di vivere in-veste anche i sogni di angoscia: la “morte del futuro” e ilrifiuto del passato ci portano quindi ad eternizzare il pre-sente, che diventa l’unica nostra chance di sentirci vivi. Questo frenetico carpe diem fa tutt’uno con l’ansia dellarealizzazione di sé, tanto pressante (frustrante, persino)negli anni del liceo, che si concretizza in vari modi.Innanzitutto nellarelazione con la pro-pria esteriorità edemotività: chi non siè mai guardato allospecchio almenouna volta senza lan-ciare un urlo (possi-bilmente interiore)di paura alla vista di quello sconosciuto? Di fatto, spessoci riesce difficile riconoscere al nostro corpo la possibilitàdi esprimere veramente quello che abbiamo dentro: e al-lora ricorriamo alle solite vie che gli adulti adorano anno-verare in massa tra le “soluzioni vendicative sul propriocorpo” – piercing, tatuaggi e chi più ne ha più ne metta.Eternamente presi dal senso di inadeguatezza e di falli-mento, tentiamo di modificare il nostro aspetto fisico af-finché corrisponda di più all’immagine che abbiamo di noistessi, rimandando ancora una volta al futuro la possibi-lità di affascinare e piacere. Possibilità che nel momentopresente è ostacolata da un sentimento di vergogna, “lapassione più difficile da elaborare”, che intaccando l’au-tostima inibisce i rapporti con se stessi e con gli altri.Il gruppo infatti è fondamentale per gli adolescenti, che“rinascono” una seconda volta come soggetti sociali e ses-suali. Ma anche il rapporto con i coetanei può diventareambivalente: da un lato lo spirito di appartenenza al“branco” è molto forte perché permette l’illusione di

quella leggerezza che sentiamo come propria di quest’età,e tuttavia così difficile da afferrare, e che dalla solitudinesarebbe negata; dall’altro però ciascuno tende inevitabil-mente all’originalità. Salvo che poi la maschera che ilgruppo ti obbliga a portare ti si incolla addosso anchequando cerchi di strapparla, rendendo difficile non omo-logarsi pur mantenendo all’apparenza la propria indivi-dualità.La famiglia, al contrario, spinge a un’esasperata ricerca disé fino a generare confusione su che cosa questa rappre-senti in realtà, perché inevitabilmente ci mettono inmezzo anche i loro ideali. Nello specifico, sostiene il pro-fessore che la madre spinga per lo più alla realizzazionedella vocazione infantile, che viene già riconosciuta pre-cocemente dal bambino; il padre invece, “silenzioso eguardingo nel prescrivere il futuro”, è visto come il “por-tatore del demone dinastico”, che traspone sul figlio ilprogetto ideale della famiglia. E così, oltre all’ansia soffo-cante di cogliere il nostro attimo e tentare almeno di ca-pire quale sia la strada giusta, ci si mettono pure quelliche vorrebbero tanto guidarti, e non fanno che confon-derti ancora di più le idee con le loro (mute, per carità!)aspettative.A questo punto fa capolino il discorso dell’orientamentouniversitario (che peraltro era il motivo per cui è stata or-ganizzata la conferenza): la scelta della facoltà, sommataal fattore crisi, crea nei giovani una forte angoscia. E comese non bastasse, la gerontocrazia salta su affermando che

non avremo un futuro decente eccetera eccetera: forseche sono invidiosi della vita che abbiamo ancora dariempire e che per questo cercano di appropriarsi inde-bitamente del nostro domani?Il professore a questo punto suggerisce un metodo edu-cativo che possa distillare un antidoto alla vergogna einsieme rendere le nuove generazioni in grado di con-trapporsi a chi le ha precedute: “arruolare” tutti gli idealipositivi dei ragazzi, trasmettere loro visioni non ciniche

o nichiliste, ma realiste. “Noi adulti consegniamo ai gio-vani il pianeta che abbiamo reso uno schifo: le cose sonoandate così… Tocca a loro immaginare come salvarlo, maa noi trasmettere la passione necessaria per gestire il lorofuturo, e l’orgoglio di essere la prima generazione con unmandato così importante”.

Commenti delle autrici (spetta a voi assegnare a ciascuna il

suo):

“We can build a new tomorrow, today.”(Speak In Tongues, Placebo)

Un ringraziamento particolare alla professoressa Barbuzza, or-ganizzatrice della conferenza – che peraltro non rientra assolu-tamente nella categoria in cui il Preside ha infilato, en passant,“tutti quegli insegnanti che quando leggono un sonetto delloStilnovo lo rendono uno schifo”. Anzi.

La crisi economica pre-giudica la nostra rela-

zione con il futuro, e poichérifiutiamo anche il passatoecco che soltanto il carpediem ci fa sentire vivi.

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Concerto di Natale

degli allievi

Martedì 20 dicembre ore 20.30Aula Magna

Siete tutti invitati al

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Castelli di cartedi Giulia Sagrada

Avete presente quando costruite un bel castellodi carte, impiegate ore stando ricurvi suquelle minuscole lame cartacee dagli arabe-

schi colorati tanto da rovinarvi la vista e poi basta soloun leggero soffio di vento per far crollare l’intera fra-gile struttura? Ecco, questo è ciò che accade sempre einevitabilmente secondo le regole di un fato crudele:ogniqualvolta le nostre aspettative vengano deluse equesto, inutile aggiun-gere, succede moltospesso. Non parlo dapersona insoddisfatta etriste che vorrebbe tro-vare una consolazionealla sua miserabile esi-stenza ma come qual-cuno che si domandaperché novantanovevolte su cento le cosevanno diversamente dacome vorremmo. (E’vero, probabilmente unpo’insoddisfatta losono!). Forse abbiamosolo bisogno di un po’ difortuna (dopotuttoqualche grammo in piùnon guasta mai) mapurtroppo non è sola-mente questo. Michiedo se ci sia un si-stema per decidere noi,da protagonisti assoluti,ciò che vorremmo suc-cedesse o comunquevorrei ci fosse un modo(un po’ come nei sogni)per renderci conto conmaggiore chiarezza diche cosa potremmo onon potremmo ottenerein modo da poter guar-dare altrove, in circo-stanze poco favorevoli,verso un futuro diversomagari persino mi-gliore. Mi rendo conto

di volere la vita un po’ troppo facile, tuttavia nonposso biasimarmi. Vorrei più certezze, cose concrete,sicure e non tanti castelli di carte costruiti solo perpuro divertimento della nostra mente contorta e ma-ligna. Mi piacerebbe esistesse una sorta di colla spe-ciale per tenere insieme tutte le carte ed impedir lorodi cadere, di mescolarsi in un unico ammasso coloratoed indistinto. Perché le carte devono cadere? Non ac-

cetto teorie scientificheo qualsiasi altra spiega-zione newtoniana ogravitazionale che sia.Sono certa di non poteravere la sicurezza checerco ma chissà cosasuccederebbe se invecedi costruirli ci limitas-simo a immaginarli.Non dico che non sidebbano creare deltutto e l’immaginazionepotrebbe essere una so-luzione, perché no? ‒ infondo l’immaginarenon li rende meno verise tanto prima o poidovranno sgretolarsi, echissà che dalle loro ce-neri non ne nascano dipiù solidi in futuro.Ahimè, l’illusione non èperò contemplata se sidesidera una vera riso-luzione del problema;dunque non ci sono al-ternative: i castelli de-vono cadere e non c’ècolla che tenga! Forsenon è detto che questa“demolizione” sia unmale, dopotutto limi-tandoci soltanto a pro-teggerli impediremmoloro di cadere e quindinon potremmo mai ca-pire se questi siano ef-fettivamente solidi.

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Pensare troppo non portasempre a concetti sensati

di Rebecca Zamperini

Gli studenti di oggi sono indo-lenti. Sono pigri e non riesconoa impegnarsi nello studio come

i ragazzi di una volta.Ultimamente ho sentito queste parolesulla bocca di tutti o quasi più del tor-mentone di Jovanotti quest' estate,ossia all' esasperazione. Questa fraseesprime un concetto controverso cheper voi, siori e siore, mi accingerò adanalizzare brevemente, non si dispe-rino. Partiamo dunque in quarta:- Gli studenti di oggi: questa è la gio-ventù malata, bruciata, perversa, distampo delinquente e villano che de-scrive mia nonna e ogni altra personasopra i quarant' anni che io conosca.Sono convinta che ogni adulto, perquanto possa stare dalla parte dei ra-gazzi, in cuor suo abbia un pizzico dirancore nei confronti dei giovani.- Sono pigri e indolenti: questi sono aiprimi posti nella classifica dei miei perdescrivermi, non trovando altre parolementre guardo la tv o ho il computer

acceso dopo la scuola o la palestra.Sono gli stessi aggettivi che utilizzeràsicuramente anche uno dei vostri pro-fessori, guardandovi con disgusto e di-sprezzo (certe espressioni sarebbero daposter) mentre vi interrogano.- Non riescono a impegnarsi nello stu-dio: zelo e forza di volontà sono virtùche variano di studente in studente.Conosco persone capaci di studiarecome se mangiassero il greco a cola-zione, ma io sfortunatamente non sonouna di quelle. Preferisco le brioche.Concentrarsi significa mettere da partequalsiasi altra occupazione per averecome principale interesse lo studio.Purtroppo è cosa impossibile per me eper chiunque altro possieda uno smar-tphone e sia leggermente nerd.- I ragazzi di una volta: costoro, come isapori di una volta, i piaceri di unavolta, si stava meglio quando si stavapeggio, fanno parte del repertorio dellagià citata cara vecchia Nonna Nostal-gica. La simpatica ava e quel barbogio

del suo consorte, Nonno Retrivo, ci ri-cordano come nelle scuole di un tempogli studenti di un tempo studiavano lematerie di un tempo (che a questopunto sospetto che possano pure esserel' antico persiano e la matematica deiSumeri), e le studiavano molto meglio!In conclusione, sebbene il Rocci sia im-moto, i programmi da cinquanta annia questa parte siano circa gli stessi e illatino sia lingua morta dunque noncambi, i coniugi Retrogradi, amici peraltro di lunga data dei miei genitori edella maggior parte dei miei professori,si ostinano a ribadire che gli studentifigli di questi tempi oscuri e corrottinon valgono un sigma intervocalico ri-spetto ai fanciulli genuini di una volta.Ehi! Siamo già ventiquattro lettori! Sedopo la mia analisi i suddetti preferi-scono mangiare cereali piuttosto checontinuare a leggere l' articolo, al pros-simo avranno deciso di diventare anal-fabeti per non dover più sopportare lemie baggianate. Non mi offenderò.

Quando nasci, ti ritrovi con uno o due genitori, più omeno in armonia, dei quali ti devi fidare ciecamente.Da che mondo è mondo, devi credere sempre in loro

in base al fatto fondato che ti vogliono bene e che si sonopresi cura di te da quando sei uscito da quello splendido uni-verso caldo e morbido. Tu arrivi nel freddo e istintivamentegli vuoi bene.Tutto procede serenamente o quasi fino a quando, un bellaserata, scoprono che invece di uscire con le tue compagnuccedi scuola ti sei fatta un giro con un ripetente di Quarto Og-giaro. Per carità, non criticano le tue compagnie, ma perchégli hai mentito? Perchè hai tradito la loro fiducia, loro che tihanno custodito sin da quando gattonavi in mutande per lacasa?Il fatto è che tu devi costruirti la fiducia essendo l' ultimo ar-rivato a questo mondo, mentre loro ce l' hanno già impac-chettata affinché tu la scarti. Come possiamo conoscereveramente i nostri genitori, sapere chi erano prima della no-stra nascita? Spesso un punto di vista egocentrico-filiale nonci porta a considerare che precedentemente fossero personediverse, che magari non siamo cresciuti solo noi, ma a volteanche loro siano cresciuti con noi e per noi. Faccio un esem-pio: nel mio caso ad oggi ho occupato appena un terzo dellavita di mio padre. Chi mi garantisce che nei restanti due terzi

non fosse un serial killer? Eppure bisogna credere cieca-mente ai genitori, benché non si abbia l' assoluta certezzache non ti mentirebbero mai.La seguente è una frase che usava ripetermi mia madrequando da bambina mentivo sul numero di biscotti man-giati: la fiducia va costruita, è come una brocca che deviriempire una goccia per volta. Ma anche quando la brocca èpiena, basta una spintarella per rovesciare tutta l' acqua.Tuttavia, invece di filosofeggiare sulle brocche, prendo a mo-dello qualcosa di molto più concreto: l' Esselunga. Avete ca-pito bene, venticinque lettori, proprio il supermercato. Lìhanno una bella fiducia in pillole, che non è altro che la fide-lity card. A seconda del numero raggiunto di punti fiducia,ci si può acquistare un tale prodotto. Ecco, il sistema genito-riale di credito è analogo, ossia: accumulando tot punti fidu-cia, ne godi fino a quando non ne accumuli altri e così via.Sì, e poi succede che ti si smagnetizza la carta, e allora devilitigare con la cassiera acida perché necessiti subito dei tuoipreziosi punti perpetuamente raccolti con tanta spesa, malei risponde che no, non è possibile, l' unica soluzione è un'altra carta con la quale parti da zero. E così ti ritrovi con l'amaro in bocca solo per aver fatto lo stupido errore di averemesso per l' ennesima volta la Fidelity Card nella stessa tascadelle chiavi.

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Il capolavoro di Fiorello

Rosario Fiorello era un qua-lunque animatore di villaggituristici, e ha iniziato la sua

carriera televisiva con uno spetta-colo di piazza, il Karaoke, che per-metteva alla gente comune di saliresu un palcoscenico e di cantare da-vanti ad un pubblico vero.In realtà, il Fiore che tutti noi co-nosciamo è un genio assoluto del-l’intrattenimento e dellatelevisione, unico nel suo genere,ed attualmente uno degli showmanpiù famosi al mondo.La sua grande intuizione è stataquella di ri-proporre inchiave mo-derna un ge-nere dispettacolo te-levisivo, il“varietà”, cheandava dimoda qualchedecennio fa, eche sicura-mente potevaessere moltopiù apprez-zato dai no-stri genitori odai nostrinonni.In realtà, pur con una formula pra-ticamente sconosciuta alla nostragenerazione, Fiorello è riuscito asbaragliare tutti i record di ascolto,mettendo in scena uno spettacoloche è già storia della televisione.In questo autunno 2011, in mezzoa tutte le nostre disgrazie, le allu-vioni, i disastri ambientali, la crisieconomica e politica, e la povertàintellettuale e culturale che ci cir-conda da ogni parte, ecco il gioiellodi Fiorello, lo show record italiano,il campione di Rai 1, “Il più grandespettacolo dopo il week-end”, che,nonostante tutto, riesce a dare unbagliore di luce e di speranza e unacarica di allegria alle persone che

ne hanno più bisogno.ALLEGRIA!!! il motto con cui Fio-rello apre tutte le sue trasmissioni,è un ricordo e un omaggio ad unaltro grandissimo della televisione,Mike Bongiorno, che ci ha lasciatodue anni fa e che proprio in questigiorni è stato finalmente restituitoall’affetto della sua famiglia: unanotizia che ci ha reso tutti un po’più felici.Mike era un grande amico ed esti-matore di Fiorello, ed in qualchemodo ha voluto lasciargli in ereditàla sua esclamazione preferita: è

come se un po’ di lui, attraversoFiore, continuasse a vivere in tuttinoi.Ed ecco lo spettacolo, un baglioredi luce, un lampo fuori daglischemi, che riesce veramente a vol-tare pagina nella storia della tele-visione e ad imporsi in mezzo atutta la TV spazzatura che ognigiorno ci assilla, tra gossip e realityshow che riescono soltanto a darela peggiore immagine del mondodello spettacolo in Italia.Fiorello sa far tutto, e tutto ciò chefa lo fa nel migliore dei modi:canta, balla, suona, recita, imita, etutto con estrema leggerezza e na-turalezza, con tempi scenici e tele-

visivi pressoché perfetti: nulla duradi più o di meno di ciò che do-vrebbe, e le tre ore abbondanti dispettacolo, quasi esclusivamenteincentrate su di lui, scivolano ve-loci.Anche gli ospiti sono azzeccati, econ ognuno di loro Fiorello ci re-gala duetti e scenette, che spessosembrano addirittura improvvi-sate: Michael Bublè, Coldplay,Tony Bennet, Elisa, Giorgia, Jova-notti, Roberto Bolle, Pippo Baudo,Giuseppe Fiorello e tanti altri.Molto apprezzate ed originali l’imi-

tazione diE d w a r dCullen, ilv a m p i r odi Twi-light, e lap a r o d i adei com-p o r t a -menti dinoi adole-scenti, conil nostroc u r i o s olinguaggiogergale ele nostreb i z z a r r eabitudini:

il tutto sempre accompagnato dauno stile garbato ed elegante, lon-tano anni luce dall’umorismo grevee becero che troppo spesso ci vieneimposto dal piccolo schermo.Il risultato di tutto ciò è uno“share” che forse non ha prece-denti nella storia recente della te-levisione, dove ogni sera decine edecine di trasmissioni dalle reti piùdisparate si contendono ogni sin-gola fetta di pubblico: oltre il 50%per la quarta ed ultima serata, perquasi 14 MILIONI DI SPETTA-TORI!!!SEMPLICEMENTE UN TRIONFO!!!

di Camilla e Tommaso Nannicini

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di Elisa Aliverti Piuri

A sound reliefCeremonials (Florence + the Machine)

Caleidoscopico pop in bilico tra gotico e baroccoUn album che inizia con arpeggi dipiano immersi in un’atmosfera sur-reale ed una frase come “And I had adream”, è tutto un programma –senza contare che è uscito ad Hallo-ween. Una volta ascoltato tutto, poi, euna volta riascoltato e riascoltatomolte volte finché le canzoni si sonofissate nella mia memoria, sarebbestato difficile non confermare l’ideache si era insinuata nella mia mentegià a partire dall’incipit, e cioè che mitrovavo davanti a qualcosa di estrema-mente affascinante e ben riuscito.I Florence + the Machine sono una diquelle band a cui chiunque associa au-tomaticamente il termine indie. Ora,posto che non ho ancora ben capitocosa si intenda con indie, che comun-que non intendo classificare nessunodegli artisti che ascolto in questomodo neanche se lo fossero, e che trai nomi emergenti della buona musica(=no Lady Gaga, Katy Perry, diggeivari etc. etc. etc.) quello dei Florence +the Machine è sicuramente uno deipiù noti, non esiterei a ripudiare que-sta misteriosa etichetta anche nel lorocaso. Personalmente li definisco piut-tosto pop-rock, con sfumature altèr-nativ, certo; anzi, per quanto riguardaquesto album direi barocche: il loroutilizzo di archi, cori, organo da chiesae strumenti più vintage del normale(forse è questo che vuol dire indie...boh) è epico, le loro armonie nontroppo semplici e le melodie variegateottime, i testi niente male.La band britannica, capitanata dal-l’idolo delle masse (appunto: indie?)Florence Welch, ha sfondato nel 2009con Lungs, bellissimo album ritmatoe molto più essenziale del secondo ap-pena uscito: forse per questo Ceremo-nials ad un primo impatto mi hacolpita di più. Ceremonials è uno stuc-cato inno alla vita, per quanto le vena-ture dark spesso prevalenti possanofarlo suonare un po’ cupo, troppo pro-fondo per spingere a godere davvero

di ogni attimo senza pensare alle con-seguenze.Ritmato anch’esso, poliedrico nellasua varietà di temi, toni e ritmi ma do-tato di un imprinting unico e partico-lare, sono assai propensa adaggiungerlo alla lista delle (mie) perle,ossia quegli album artisticamente no-tevoli, contenenti una percentuale mi-nima di canzoni che mi si fissano intesta e che musicalmente parlandohanno un loro perché, che nel lorospettro di atmosfere riescono, ap-punto, ad essere comunque unitari.La voce di Florence è potente e meritadi essere paragonata a quella di KateBush (che naturalmente è il punto diriferimento in materia di voci femmi-nili non-liriche a partire dagli anni ‘80in poi), e unita all’estro suo e degli altrimembri della band è in grado di rega-lare autentiche emozioni a chiunquesia dotato di orecchie e cuore. I testitoccano anche argomenti inusuali:Only If For A Night, meravigliosa eonirica traccia d’apertura, parla di unsogno in cui alla cantante sarebbe ap-parso il fantasma della bisnonna, conun ritmo solenne ma quanto mai “fre-sco” e accattivante; What The WaterGave Me (e il titolo è quello di un qua-dro di Frida Kahlo), struggente e fortemalgrado l’utilizzo di uno strumentodelicato come l’arpa, ricorda il suicidiodi Virginia Woolf, affogata in un fiumedopo essersi riempita le tasche di sassi(“Let the only sound be the ooooovee-eeeeeeeeeerflooooooooooow”). E poinaturalmente ci sono le solite canzonid’amore più o meno felice, la celebra-zione della vita e della giovinezza e cosìvia – il tutto affrontato nel modo ot-timale che ci si aspetterebbe da unaventicinquenne a metà tra il popolaredi facile ascolto ed il “diverso”.Ogni canzone meriterebbe una brevedescrizione per l’originalità propria diciascuna rispetto alle altre, ma cer-cherò di limitarmi: Shake It Out, il sin-golo che ha preceduto l’album, è

costruita sull’organo e canta di scuo-tere via i demoni del passato ma connote gioiose piuttosto che autocommi-serative, e in questo è assai ammire-vole; Never Let Me Go si svolgesott’acqua, e l’oceano è una gotica ca-thedral where you cannot breathe chestringe la cantante in un saldo abbrac-cio calmante e rende la sua canzonesubacquea e sognante; No Light, NoLight, secondo singolo, è ritmataquanto orchestrata e tuttavia in tona-lità minore: l’effetto è quello di unasingolare canzone d’amore dai milleriflessi, passionale e poetica (“In yourbright blue eyes I never knew day-light could be so violent”); Seven De-vils, cupa e misteriosa, e la subitosuccessiva Heartlines, veloce e allegra,costituiscono una bella accoppiata;Spectrum, il capolavoro assoluto del-l’album, ha modo di farci capire di chepasta è fatta la voce di Florence fin dal-l’inizio, quando essa è accompagnatasolo dagli archi e arriva ben in alto, sisviluppa poi in un crescendo di ritor-nelli batterizzati che fanno venir vogliadi ballare sotto un arcobaleno di raggidi luce. Consigliatissimo a tutti, tanto più se vipiacciono le belle voci e la musica nonfatta al computer: che cerchiate qual-cosa di drammatico o qualcosa dibrioso, di lento o di ritmato, Ceremo-nials is the answer, e pure di ottimaqualità.

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50 Words For Snow (Kate Bush)Eterei fiocchi di neve pianistici

Torna l’inverno, torna la neve,torna Kate Bush. Con un album cheè un delicato e aereo traforo dipiano e voce, in cui ogni nota dipiano è un fiocco di neve, e la vellu-tata voce della regina delle can-tanti-cantautrici amanti dellosperimentare una morbida coltrecandida dove è bello sdraiarsi adocchi chiusi.La stagione fredda ormai è davverosolo luminarie, regali, riscalda-mento a venticinque gradi, saldi,esagerati cenoni di capodanno? Asentire questo piccolo gioiello nonsi direbbe. E si percepisce già a par-tire dal titolo: 50 Words For Snowallude infatti, com’è poi più chiaronella vivace title track (“Don’t youknow it’s not just the Eskimo”) al-l’inesatta leggenda metropolitanasecondo cui gli eschimesi usereb-bero diverse parole per chiamarequella che per noi è sempre soltantoneve. E come il primordiale popoloKate Bush si riavvicina alla naturae in particolare al fenomeno atmo-sferico tipico della stagione inver-nale, lo scruta con attenzione, lodeclina nel suo album in settetracce – che pur seguendo lo stessofilo conduttore e pur essendo carat-terizzate in generale da un timbrocomune si differenziano bene traloro – e in cinquanta parole nellacanzone suddetta (molte delle qualisono peraltro inventate). Vienespontaneo pensare a foreste inne-vate e a poetici caminetti ardenti,nell’ascoltare questo album, e im-maginarsi persi a seguire ogni sin-golo fiocco di neve alla prossimanevicata. Del resto, il ritorno della mia can-tante preferita rende magico quan-tomeno il mio dicembre: a sei annidal precedente, Aerial, e a trentatrédal primo, The Kick Inside, il suodecimo album si rivela un punto diincontro proprio tra questi due, perle atmosfere tipicamente calme eintrospettive del doppio del 2005 eper l’utilizzo massivo del piano-forte, che combinato con la sua ri-nomatissima voce l’aveva già resanota nel 1978 con quella pietra mi-liare del “pop progressivo” che èKick Inside. Quando ha debuttatoaveva diciassette anni come me, e

ora ne ha cinquantatré; ma lei hasempre la sua bellezza giovanile e lasua voglia di sperimentare, anche seè indubbio che in questi ultimi duealbum abbia raggiunto una certamaturità compositiva – che nonqualifica assolutamente comeacerbi i lavori precedenti (figuria-moci!!), ma che traspare piuttostoin una estrema tranquillità e “stabi-lità” dei pezzi e anche della voce,che generalmente non sfrutta piùappieno la sua estensione di quattroottave per quegli effettoni tipici dilei; in altre parole, ascoltando unalbum come Aerial in particolaremi sembra facile pensare che il nir-vana esista e che io sia lì lì per arri-varci.50 Words For Snow si differenziada quest’ultimo innanzitutto perun’abissale dislivello nella quantitàdi tracce (16 tra i due cd di Aerialcontro le 7 di 50 Words For Snow,benché ognuna duri in media 8/9minuti), ma anche per la strumen-tazione (meno varia qui rispetto adAerial) e per la presenza di canzonipiù energiche e movimentate (pra-ticamente assenti nel precedente);inoltre questo album deliziosa-mente invernale può considerarsiun complemento al secondo cd diAerial, che descriveva invece unagiornata d’estate.Un’altra particolarità di 50 WordsFor Snow è la presenza di numerosicantanti “ospiti”: le tracce in cuiKate canta da sola, di fatto, sonosolo due. Tra i nomi spiccano quellodi Elton John per Snowed In AtWheeler Street, che parla di unasuggestiva quanto visionaria storiad’amore tra i due protagonisti in-contratisi sempre durante tragicieventi (quali la seconda guerramondiale e la caduta delle Torri Ge-melle), ed il figlio tredicenne dellacantante per la prima traccia,Snowflake, dolce canzone costruitasu una base pianistica semplice maefficace, in cui la vocina ancorabianca di Albert è quella di unfiocco di neve che racconta il suoviaggio.Il singolo estratto dall’album è,devo dire, il brano che mi piace dimeno, cioè Wild Man: il piano la-scia il campo a tastiere, batteria e

campane e, con un ritornello abba-stanza difficile da deglutire le primevolte a causa della voce (rimaneg-giata) di tale Andy FairweatherLow, si canta dell’umanità dello yetiinseguito sull’Himalaya (con unapuntualità di toponimi che è note-vole). A questo punto, visto chetanto ne mancano solo tre, cito tuttele canzoni restanti: Lake Tahoe, incui fanno la loro parte due cantantilirici, racconta di una leggenda in-ventata da Kate Bush secondo laquale il fantasma di una donnaemergerebbe dal lago americanoper chiamare a sé il suo cagnolinoSnowflake, e ha anche i suoi sop-portabilissimi attimi di dissonanza;Among Angels, che chiude l’album,è uno dei due pezzi in cui Kate cantada sola (che sollievo, che delizia!)ed è l’unico in cui piano e voce si in-trecciano lentamente e sommessa-mente senza altri strumenti; Misty,infine, parla della storia tra la vocenarrante (che anche qui è solo diKate) e un pupazzo di neve, da leiamorevolmente creato ma destinatoa sciogliersi al termine della notte edella canzone, in un tenue cre-scendo di voce soave, piano, archi eaccenni di batteria, e finora è la miatraccia preferita (nel caso interes-sasse a qualcuno).Gli intenditori e gli apprezzatoridella buona musica sicuramente de-vono ascoltare questo album, ma loconsiglio di cuore anche agli amantidel lato lirico dell’inverno (ci sono,ci sono!) e a tutti quelli che si sonolasciati sedurre dalla prima parte diquesta recensione. Beninteso chenon dovete essere tra coloro che siscoraggiano subito nel vedere cheuna canzone dura dieci minuti...

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Mascheredi Layla Colamartino

Servo di scenaCommedia tra le più apprezzate inInghilterra del drammaturgo con-temporaneo Ronald Harwood (inItalia più conosciuto probabilmenteper l’Oscar alla sceneggiatura de Ilpianista di Polanski), datata 1980per il debutto in patria e 1983 perl’adattamento cinematografico diPeter Yates: l’ultima messa in scenadel Teatro de gli Incamminati, alladuplice guida del nuovo direttoreartistico Luca Doninelli e del ta-lento di Franco Branciaroli, ha fattoregistrare –senza sorpresa– il tuttoesaurito per due settimane nellasala del Grassi.La vicenda, ricalcata dall’autore su-dafricano su uno spunto autobio-grafico, si insinua tra le crepe diuna mediocre compagnia shake-speariana della Londra del 1942, enelle piaghe dell’indole fragile eistrionica del suo primo attore,nella sera della sua duecentoventi-settesima interpretazione del ReLear. “Duecentoventisette volte, Nor-man! Duecentoventisette volte enon mi ricordo la prima battuta!”Sir Ronald pare aver smarrito ilsenso di sé e della propria voca-zione lungo la strada della deca-denza fisica e mentale, ed interioresoprattutto, del vuoto di significatonelle ripetizioni meccaniche dellaquotidianità. Chi è Lear per lui, orache alle ovazioni e ai giudizi osan-nanti della critica si è sostituito ilmero peso del compito autoimpo-sto? “Non fa che piangere”: sono leprime parole del dramma. Loscacco tra la grandezza del mondoche porta sul palco e lo squalloredella realtà ha soffocato nella me-schinità i sogni che gli donavano leali, quelle ali che invoca disperato,che ha perduto insieme al crollodelle sue ragioni: Lear non è piùnessuno per Sir Ronald, perché nonriesce più ad accogliere dentro di sé

la sua voce al fianco di una Cordeliatroppo vecchia, di un Matto ansiosoe mediocre, di una tempesta chesembra “un rubinetto che perde”.Dopo tante rappresentazioni nonsolo la bassezza del reale, ma nem-meno la sublimità di Shakespeareper lui sono più abbastanza. Primaancora della compagnia che lo in-cita ipocritamente a dare l’annun-cio del ritiro, è lui stesso che difronte allo spalancarsi dell’abissoquasi cede, per la prima volta nellasua interminabile carriera, alla ten-tazione di non presentarsi in scena.Dall’altra parte c’è Norman, il fe-dele servodi scena,che pazien-temente lococcola e losostiene, eche, da verogentlemani n g l e s e ,trova in-concepibileche si diaforfait adun pubblico che ha pagato il bi-glietto. Lo straordinario virtuosi-smo di Branciaroli, direttore edinterprete, che sembra lasciar tra-sparire di aver molto ritrovato di sénella natura inastabile e maestosadel suo personaggio, portato inscena con maestria e toccante sen-sibilità, relega un po’ in secondopiano questa figura, su cui do-vrebbe reggersi al contrario l’es-senza stessa del dramma. Si hal’impressione di una certa costru-zione nella parte di Tommaso Car-darelli, che fa purtroppo smarrire ilsenso della gratuità dell’assistente,in cui humor inglesissimo ed im-pertinenza non dovrebbero oltre-passare il limite di reverenza eumiltà nei confronti del vecchio at-tore: alla morte di Sir Ronald Nor-

man si vede perduto, come perdutosi è scoperto l’interprete alla mortedel senso del proprio lavoro. Nel servo di scena si apre e si ri-solve la commedia che attraversol’istrione Branciaroli si fa celebra-zione del valore profondo del teatrocome “lotta e sopravvivenza”: nonnella tempesta simulata, ma sottole bombe naziste Sir Ronald regalala sua ultima interpretazione, in-trisa di passione e di malinconia,prima di andarsene con il sorrisosulle labbra. Il suo lascito è unestremo omaggio a quel mondo chelo ha tenuto in vita finché, al cul-

mine della fa-tica, non èmorto peresso. A questopunto non è le-cito tanto chie-dere chi siaLear per SirRonald, che èstato in gradodi riconoscervifino all’ultimo

la forza di quegli ideali supremi chegiustificano da sé la loro eternità,quanto piuttosto chi siano Lear eSir Ronald, oggi, per noi. La gra-tuità di quest’arte, l’onore di averneparte (nel ruolo di interprete nonmeno che in quello di spettatore)proprio in quanto non ha altra ra-gione che se stessa, il suo farsi du-plice specchio degli errori delmondo e della speranza in uno mi-gliore, l’esperienza del teatro inuna parola, nella sua assolutezza eunicità, non sono dissimili daquelle che vi poteva scorgere l’at-tore shakespeariano. (Forse è solo perché abbiamo tuttiben altri pensieri, di questi tempi,che sono rimasti un po’ meno adaccorgersene.)

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Il Racconto d’InvernoImmancabile, attesissimo e sempreugualmente apprezzato all’inizio diogni nuova stagione torna in scenaanche quest’anno Il Racconto d’In-verno. Tragicommedia tra le mag-giori del’ultimo Shakespeare, chene vide la prima rappresentazionea cinque anni dalla scomparsanell’appena acquistata sala copertadel teatro Blackfairs, nella City: ilche permise una decisa evoluzionenella cura delle scenografie e dun-que nella stessa drammaturgia, ri-scontrabili anche in un altroprotagonista prossimo dei cartel-loni milanesi, LaTempesta. Questa volta sonoFerdinando Bruni(nella parte di Le-onte e da gennaiodel Tempo) edElio De Capitani adare voce al geniod’oltremanica sulpalco dell’ElfoPuccini, in una ri-lettura decisa-mente gustosa egradevole, in fe-lice equilibrio trail rispetto deltesto e un pizzicod’innovativa iro-nia, che giustificapienamente ilsuccesso di pubblico e critica chegià l’aveva accolta al debutto unanno fa. I due registi e scenografi privile-giano una linea di sviluppo che sot-tolinea la trama di conflitti etensioni (tra sessi, tra generazioni,tra padroni e sottoposti) e di ambi-valenze sottesa ai versi di Shake-speare soprattutto, come detto,nella produzione più matura, chetende ad approfondire l’indagine diuna realtà ambigua, caotica, di cuinon si riconosce più il confine conil sogno. Il carattere di favola elegiaca ri-mane quello predominante: incan-tevole la leggerezza della festa dellatosatura che fa da sfondo alle dolcidichiarazioni di Perdìta e Florizel,ingenuamente perduto nella suafollia amorosa. Il male subentra in-sieme alle ragioni del potere, met-

tendo a nudo la duplice natura cheè di ogni personaggio, e che guidala vicenda stessa: all’arrivo sullecoste di Sicilia i gli amanti spensie-rati, vestiti di bianco e di fiori, ap-paiono due ragazzini con le vestisgualcite, sballottati dal destino eincapaci di farci i conti.Ma questa è già la seconda partedel dramma. La semplicità idillicadello scenario dell’incontro dei duegiovani fa da contrappunto allosfarzo della corte su cui si è solle-vato il sipario, teatro dell’altra de-vastante follia che reggeva invece

la prima metà, quella del re Leonte,e della sua unione spezzata con Er-mione, a sua volta intrecciata conl’immaginata relazione con Polis-sene. Bruni riesce a ritrarre la pro-fondità della descrizione dellapropria patologia, la deliranteoscillazione tra odio e passione,mantenendo tuttavia nel personag-gio una maestà che gli permette didominare la scena fino al momentostesso in cui è costretto a ricono-scere i propri errori: al termine delprocesso la sua è una figura tragicae paradossalmente eroica, lontanadalla totale irresponsabilità con cuiè invece tratteggiato Florizel. D’al-tra parte non è un caso che il testosia stato avvicinato (e il richiamo èparticolarmente evidente in questamessa in scena) ad una tragediaper eccellenza, l’Alcesti euripidea,cui pare quasi di assistere nella

riapparizione che chiuderà il sipa-rio, dal tono solenne e con Ermionemuta e velata di nero.È particolarmente nella primaparte che si tende a far emergere larilevanza nello svolgersi dellatrama delle due figure presentatecome portanti, Ermione appunto, ePaulina.Terza dovrebbe essere Per-dìta, il cui abbandono fa da pontetra le due sezioni in una scena ditoccante delicatezza; ma, seppurlievemente, si sente il peso del con-fronto con le altre due. CristinaCrippa porta abilmente la dama di

compagnia dellaregina ad una spre-giudicatezza daitoni diretti e popo-lari, senza tuttaviaabbassarla a figuracomica, alternan-dosi egregiamentecon Elena RussoArman nel mono-polio dell’azione.La forza di que-st’ultima ben si op-pone, nel delineareuna sofferenza lu-cida e padrona disé, a quella di Le-onte, fino al cul-mine dello scontrotra i due nell’agonedel processo, soste-

nuto con vibrante passione.Perfettamente congegnato l’alter-narsi di luci e scenografie a sugge-rire i molteplici piani di lettura chetroppo lungo e poco utile sarebbespiegare. Unica pecca si trova forsenel personaggio del Tempo (unsolo attore, a sostituire il coro chegli avrebbe destinato l’autore): lefrecciatine dirette all’attualità el’adozione per la sua parte di unatraduzione costellata di terminimoderni, la sua raffigurazionecome manager senza scrupoli, fini-sce per stonare con una messa inscena che felicemente preferisceambientare l’intera azione neltempo in cui era stata immaginata,senza sovrapporvi riletture inchiave moderna –che peraltro maigiovano al successo di un’operateatrale; anche se questo è parerepersonalissimo dell’autrice.

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Aggiornamento dizionario

ABBECEDARIO- Espressione di sollievo di chi s'è ac-corto che c'è anche DarioADDENDO- Urlo della folla quando a Nairobi stai per pe-stare... una caccaASSILLO- Scuola materna sardaAUTOCLAVE- Arma automatica dell'età della pietraBACCANALE-Frutto selvatico usato, una volta, comesuppostaBASILICA- Chiesa aromaticaBUCANEVE- Precisa "urinata" maschile in-vernaleCACHI- Domanda che rivolgi ad unochinato dietro ad un cespuglioCALABRONE- Grosso abitante diCosenza, Catanzaro o Reggio Cala-briaCALAMARI- Molluschi respon-sabili della bassa mareaCAPPUCCETTO ROSSO-CERVINO-Domanda deiclienti romani all'osteCONCLAVE- Riunione di car-dinali violenti e trogloditiCOREOGRAFO- Studioso dellemappe della CoreaCULMINARE- fare uso di suppo-ste espoliveDOPING- pratica anglosassone delrimandare a piu tardiFAHRENHEIT- tirar tardi la notteFANTASMA- malattia dell'apparato re-spiratorio che colpisce i forti consumatori di aranciataFOCACCIA- foca estremamente malvagiaFONETICA- disciplina che regola il comportamento degliasicugacapelliINCUBATRICE- macchina fabbricatrice di sogni

LATITANTI- poligoni con moltissime facceMAIALETTO- animale che non dorme maiMASCHILISTA- elenco di persone di sesso maschileNEOLAUREATO-punto nero della pelle che ha fattol'universitàPARTITI- movimenti politici che nonostante il nomesono ancora qui

PRETERINTENZIONALE-un preteche lo fa appostaRADIARE-colpire violentementeusando una radio

RAZZISTA- fabbricante di missiliREDUCE- sovrano con tendenze

di estrema destraRUBINETTO-gemma preziosa di

piccole dimensioniSCIMUNITO- attrezzato per gli sport

invernaliSCORFANO- pesce che ha perduto i geni-

toriSMARRIMENTO-perdita delmentoSOMMARIO-indicativo pre-

sente del verbo "essereMario"

SUCCESSO- posizione da toi-lette

TACCHINO- parte della scarpinaTELEPATIA-malattia che colpisce chi

guarda troppo la TVTEMPOREGGIARE- scorreggiare andando a

tempoTONNELLATA-marmellata di tonnoVERDETTO- cosmetico verde (a differenza del rossettoche è rosso)ZONA DISCO- parcheggio per gli UFO

di Sofia Cassisa

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Gadda Giovani 2011Nel 2011 l’Edinburgh Gadda Prize ha bandito la sua seconda iniziativa giovanile, il Gadda Gio-vani, aperto a scuole secondarie sui quattro maggiori territori dell’immaginario gaddiano –Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Centro Italia (Abruzzo, Lazio e Molise) e Sardegna. Il Con-corso consisteva nella stesura di un racconto giallo ambientato o collegato in qualche modo aqueste regioni, e molti studenti del Parini (dove lo scrittore ha studiato) hanno partecipato ot-tenendo buoni risultati: una ragazza si è anche piazzata tra i primi sei da tutta Italia!Zabaione intende pubblicare sul nuovo blog, previo consenso degli autori, i racconti dei pari-niani, che saranno prossimamente disponibili all’indirizzo http://zabaionepertutti.wor-dpress.com/category/gadda-giovani-2011/. Seguite il nostro account facebook(http://www.facebook.com/zabaione.parini) per tutti gli aggiornamenti!

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

ZabaenigmisticaCruciverbadi Lorenzo Ghilardi

Orizzontali 2. Ascoli Piceno. 4. Il tasto che fa “saltare” da una pa-rola all’altra.6. La sposa di un grosso, grasso ma-trimonio greco. 7. E’ famosa quella di Achille.8. … Sodio!9. Senza di quelli… non puoi giocarea burraco!11. Tema verbale del verbo greco “la-vare”15. … Rame!16. Quando Aristotele diceva IN-FATTI… 17. “Hip Hip…”18. L’indirizzo… di un sito web19. Sipronuncia “e”21. E’ veloce e sfrutta gli inserimenti23. Umberto, l’ex-ministro.

Verticali1. Ce ne sono tanti fra gli Aristogatti.3. In presenza di un pericolo…5. Quando uno parla tanto…10. Il gangster che di cognome fa“Capone”.12. C’è a Roma, a Berlino e persino aRadio 105! 13. I primi due Zulu.14. Li fanno gli artisti di strada.15. Ce n’è uno Grande ed uno Pic-colo.16. Un uccello e… una “macchina”.20. Basic Life Support.21. Tipica espressione romana22. L’Anno Scolastico.

Le soluzionisul prossimo

numero!

Sudokua cura di Stefano Trentani

4 2 6

3 9 7

7 3 8

7 4 1

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8 1 6

1 6 2

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Soluzioni dello scorso numero:

Radici invisibili ha,più in alto degli alberi sta,

lassù fra le nuvole vae mai tuttavia crescerà.

(La montagna)

Questa cosa ogni cosa divora,cio' che ha vita, la fauna, la flora;

i re abbatte e così le città,rode il ferro, la calce già dura

e dei monti pianure farà.

(Il tempo)

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Numero 3 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Dicembre MMXI

Parinianographya cura di Elisa Aliverti Piuri

foto di Maurizio Tazzi

VI PIACEFArE FOTO?Questa nuova rubrica èdedicata agli scatti piùbelli dei pariniani! Sesentite di avere un ca-polavoro tra le mani(vostro, mi racco-mando) inviatecelo allanostra mail, [email protected]. Qualsiasi foto vabene: ritratti, luoghipiù o meno belli, mera-viglie della natura, ...L’importante è, insiemealla foto, avere il nomedel fotografo!

IL PArINI hA bIsOgNOdI TE!

Ti piacerebbe avere la maglietta della nostra scuola? Beh, bisogna ancorafarla: soprattutto, serve un nuovo logo che la decori, e potrebbe essere iltuo! Che tu sia un grande artista o no, puoi provare a cimentarti, o sempli-cemente suggerirci un’idea da rielaborare: l’importante è che i disegni ab-biano al massimo due colori e, naturalmente, che i progetti siano inqualche modo rappresentativi del liceo Parini.Mandateci tutto a [email protected] o su facebook (account“Zabaione Parini”)!

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Numero 2 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Novembre MMXI

Z a b a o r o s c o p oa cura di Diana Uvidia

Ariete(21 marzo-20 aprile)

AMORE: Dopo esserti lasciato\a con iltuo baby-amore, ti riscoprirai innamo-rato della persona tanto presa in girodalla tua compagnia.Non sapendo decidere fra l’amore el’amicizia, deciderai di immergertinello sport senza particolari risultati.AMICIZIA: Sappi che il tuo carattereacido e arrogante non ti fa sembrarepiù alla moda, (non siamo mica in unfilm) quindi se non vuoi rischiare distar antipatico\a a tutto il genereumano cerca di migliorare i tuoi modi.SCUOLA: E’ inutile che te la tiri tantocon gli amici se alla fine alla vista di uncinque vai in panico perché non saicome dirlo ai tuoi genitori.Dopottutto hai una media del sette intutte le materie, un cinque può capi-tare a tutti, quindi aspetta a metterti apiangere e prova a vederla in manierapiù positiva.

Toro(21 aprile-20 maggio)

AMORE: Smettila di correr dietro al-l’amico\a della tua infanzia, e prova adaprire gli occhi su quelle due person-cine della tua compagnia che igno-rando il loro antico legame di amicizia,si stanno facendo la guerra per avere iltuo cuore.AMICIZIA: Sei talmente introverso\ache hai alzato una barriera intorno a tee oltre ai tuoi carissimi best friends nonparli a nessun’altro, o perlomeno ciparli ma con fare arrogante nascon-dendo nel profondo il tuo grande cuoretenero tenero.SCUOLA: Grazie al valido aiuto dellatua personale formazione 5-3-3-1 (chenon è una formazione di calcio bensìquella dei banchi dei compagni pagatiperché ti coprano mentre tu copi bea-tamente dal tuo fighissimo i-phone) latua media è ben stabilizzata sulsette,good!

Gemelli(21 maggio-21 giugno)

AMORE: Persino gli astri sono attrattidalla tua avvenenza, ma proprio perquesto una domanda nasce spontanea.Com’è possibile che nonostante la tuabellezza, tu non abbia mai trovato

l’anima gemella? E se avessi ancora deidubbi sulla tua identità sessuale? Ciòrisponderebbe indubbiamente al per-ché non hai mai scambiato il tuo primobacio.AMICIZIA: Benchè a prima vista tu siauna fortezza del silenzio, e le personeintorno a te abbiano ormai rinunciatoad attaccare qualsiasi tipo di discorso,tu con i tuoi fidati amici (che selezioniaccuratamente) sei tutta un’altra per-sona e lasci andare la belva che è in te!SCUOLA: I tuoi voti raggiungono amalapena la sufficienza ma nonostantequesto non ti dai troppo la briga permigliorare.Sarà, che a differenza dei tuoi compa-gni, il tuo “papino” ti ha già assicuratoun posto di rilievo nella sua azienda equindi, se non per superare l’anno, ache ti serve studiare?

Cancro(22 giugno-23 luglio)

AMORE: Ti piace un ragazzo\a che asentir i tuoi coetanei ricambia il tuosentimento.Nonostante questo sei turbato\a dallapresenza di un infido amico innamo-rato anche lui di questa persona e,pieno di rimorsi, cominci a farti delledomande sulla profondità dei tuoi sen-timenti.E’ vero amore o una passabile cotta?AMICIZIA: Sei un’ottimo\a amico\asu questo non c’è dubbio, ma non devivedere come OBBLIGO il fatto di aiu-tare un amico, deve essere un tuo pia-cere! Smettila quindi di prendere sulletue spalle i problemi degli altri e limi-tati ad essere presente, che è ciò che unamico deve fare.SCUOLA: Sei una persona super effi-ciente che per rendere al meglio si pro-gramma il lavoro che deve fare ora perora, perfino le pause bagno sono se-gnalate e hanno una loro durata.Gli astri consigliano di rilassarsi un at-timino e di non vivere di soli pro-grammi,infatti se si verifica un’imprevisto tutto il tuo lavoro svanisce!

Leone(24 luglio-23 agosto)

AMORE: In mezzo a tutto questofreddo polare, il vostro cuore è un tiz-zone ardente.Talmente ardente che riscalda tutto il

corpo.. forse è per questo che la vostranuova tattica di seduzione consiste nelvenire a scuola svestiti, mettendo in ri-salto le parti del corpo più ambigue.Mai pensato di intraprendere la car-riera del politico?AMICIZIA: Tutti vi odiano, vi disprez-zano, vi vorrebbero mangiare vivi.Ma non c’è problema! Voi continuateimperterriti per la vostra strada, con ilvostro bellissimo carattere è il vostrofantastico senso dell’umorismo (haha).Solo una cosa: evitate di appiccicarvi aquella determinata compagnia.. se sa-pete di stargli antipatici è inutile chetentate di fargli cambiare idea.. nonservirà a niente :)SCUOLA: Siete un portento! Nelle ve-rifiche scritte la vostra media è pari a4, ma negli orali, grazie a un’accurataadulazione del prof. (con tanto di com-plimenti, consigli di moda, e scambiodi esperienze personali), la vostramedia raggiunge i vertici del 8,5!! Usci-rete con un soddisfacente sei senza farnulla, wow!

Vergine(24 agosto-22 settembre)

AMORE:Le persone di questo segnosanno di essere belli, carismatici,sim-patici e intelligenti.Sapendo tutto ciò non avete alcun pro-blema a trovare ragazzi\e disposte afare tutto pur di stare con voi.E’ indubbiamente una bella cosa,chissà però se siete veramente soddi-sfatti di storie così passeggere..AMICIZIA: Avete il vostro gruppettinosuper trendy, e squadrate dall’alto inbasso tutto il resto della folla pari-niana.. siete i capi del mondo in-somma! Gli astri allora sono lieti diaugurarvi buone feste, tanto le passe-rete sempre insieme: a capodanno,be-fana,carnevale,san valentino,pasquaecc.. sempre,sempre insieme tra di voi,mai nessuno di nuovo, solo e soltantovoi,proprio una bella cosa direi!SCUOLA: Siete i classici studenti checombattono per la patria, andate atutte le manifestazioni, partecipate alcollettivo, durante le lezioni parteci-pate alla distribuzione di volantini ealla sera state su siti top secret a orga-nizzare il prossimo movimento stu-dentesco.Tutte cose nobili, ma se anche quando

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Numero 2 - Anno VI Giornalismo indipendente al Parini dal 2006 Novembre MMXI

state attenti arrivate a malapena al cin-que, siamo sicuri che riuscirete a pas-sare l’anno?

Bilancia(23 settembre-23 ottobre)

AMORE: Non è che gli astri voglianomettere in dubbio il suo amore per voi,ma non vi sembra strano che codestaammirevole persona vi mostri a destrae manca come foste il suo pupazzettopersonale?Non vogliamo rifilarvi la solita pappar-della della bellezza interiore (non ci in-teressano pancreas attraenti), però perlo meno che sappia come vi chiamate!AMICIZIA: Eravate una coppia difriends inseparabili, da quando vi era-vate conosciuti\e in quarta ginnasionon c’era cosa che uno facesse che giàl’altro non sapesse o che avrebbe sa-puto, vi sembra quindi da persone in-telligenti rovinare tutta questa“lovvosaggine” solo per un piccolo liti-gio? Su, forza, anche saturno vi trovavateneri\e!SCUOLA: Siete i tipici studenti che sela passano egregiamente in tutto, nonavete particolari problemi con nienteo.. forse si? Ahia, prevediamo un vo-taccio nell’ultima versione di greco..tranquilli la vostra mammina perfet-tina non la prenderà malissimo.. vi co-stringerà a passare le vacanze di natalea casa ma a capodanno vi farà uscireper un’oretta :)

Scorpione(24 ottobre-20 novembre)

AMORE: Vi prendere una cotta pazze-sca per il vostro compagno\a di classe,ma essendo troppo timidi per dichia-rarvi, passerete un’intero mese a gi-rarci intorno.. Non vorremo farlo, maè giusto che ve lo diciamo.. al ritorno diqueste vacanze di natale scoprirete cheil vostro lui\lei si è fidanzato con il vo-stro compagno\a di banco.. vi toccheràvedere i piccioncini fino alla fine dellascuola, BUON NATALE!AMICIZIA: Non state mai soli durantela ricreazioni o le ore buche, siete sem-pre circondati da un via e vai di genteche viene solo per voi, non sarà micaper quelle monetine che date via ai vo-stri carissimi “amici” per comprarsiqualcosa da Nando.. chissà chi rimarràquando le vostre finanze saranno alverde!SCUOLA: Andate bene, su questo nonci piove, ma i risultati (nemmenotroppo alti) sono dovuti a ore e ore distudio ininterrotto.Noi altri quassù crediamo che anche se

ti lasci andare ad un po’ di svago nes-suno vi mangia.. non è colpa vostra senon siete venuti al mondo dei genicome vostro fratello!

Sagittario(21 novembre-21 dicem-

bre)AMORE: Ovviamente quella personanon vi interessa, figuratevi, è arro-gante, altezzosa e non è nemmeno cosìbella.. se è veramente così, smetteteladi cambiare carattere ogni qualvoltaquesta passa nelle vostre vicinanze, fi-nirete per farvi odiare inutilmente! (seinvece vi piace come noi crediamo,confessatevi! Sareste veramente per-fetti ;) )AMICIZIA: Avete dei buoni amici e losapete, ma finirete con lo stufarvi dellesolite persone e cercherete di cono-scere a tutti costi gente nuova.Nessun problema finchè non comince-rete a snobbare quelli vecchi, a quelpunto vi ritroverete soli, soli,soli..oooh quanta solitudine!SCUOLA: Sapete di essere un totale di-sastro, ma i vostri genitori continuanoa dire che è solo questione di studio..andrete avanti a furia di ripetizioni,(anche durante queste vacanze di na-tale) finchè un giorno (abbastanza lon-tano) i vostri genitori accetteranno ivostri doni sportivi.Peccato che ormai sarà troppo tardiper partecipare alle olimpiadi!

Capricorno(22 dicembre-20 gennaio)

AMORE: In questo momento siete ge-losi,ma gelosi, ma così gelosi, che po-treste avvelenare i cibi che il vostroamato prepara per lui\lei con tantoamore..Se invece di rodervi ad architettare de-litti piuomeno improbabili, perché nonprovate a guardarvi un po’ intorno? Lafauna pariniana vanta specie di ottimaqualità!AMICIZIA: Per ora state simpatici atutti perché è piacevole avervi intorno,tra complimenti e confidenze.. diciamoper ora perché ci sembra un po’ impro-babili che la vostra sceneggiata, chia-miamola pure “doppia faccia” reggaancora per molto.. agli astri non simente, e se non volete che mandiamoqualche calamità cominciate fin da su-bito a cambiare!SCUOLA: L’inglese vi sta rovinando. E’mai possibile che ve la caviate in tuttele maledette materie, da quelle piùcomplesse come matematica,greco elatino a quelle più leggere come ita-liano,storia o ginnastica, e non riu-

sciate a raggiungere il cinque (dico cin-que perché il sei ve lo sognate proprio)?Approfitterete di queste bellissime va-canze per mettervi a pari.. non è vero?

Acquario(21 gennaio-19 febbraio)

AMORE: siete amici d’infanzia, cono-scete l’altro più di voi stessi, paure, se-greti, hobby ecc.. adesso peròriteniamo opportuno che la smettiatedi fare la parte del buon amico\a che loaiuta a trovare il ragazzo\a giusta perlui\lei.. se il vostro cuore batte più delsolito ci sarà un motivo, no?AMICIZIA: Andrete con la vostra“cumpa” ad una festa natalizia al tro-picana, conoscerete un sacco di gentenuova e sarete al centro dell’atten-zione.Peccato però che vi sbilancerete untantino con l’alcool e vi ritroverete avomitare tutto sul sedile posterioredella macchina del vostro miglioreamico.SCUOLA: “Tanto cambierò scuola” èquesta la frase che vi si sente dire altermine di ogni compito in classe.Si ma per ora cercate di arrivare perlo-meno alla sufficienza perché, in caso ivostri genitori non acconsentissero alcambio, voi vi ritrovereste a passare unaltro splendido anno in questo edificio.

Pesci(20 febbraio-20 marzo)

AMORE: Io vivo per Leeeeeeeeeei!Bellissima canzone senza dubbio, masmettetela di dedicarla alla vostra ca-gnolina, okay che il cane è il miglioreamico dell’uomo, ma così ci sembra unpo’ esagerato.. Proveremmo con qual-cuno che puzzi di meno, sappia cam-minare su due zampe e sia menopeloso!AMICIZIA: Avete tantissimi amici,persone che ha un vostro minimo cam-bio di stato su Fb (non ditemi che nonsapete che significa perché vi inscatolotutti) corrono subito a mettere “mipiace”.Cosa vi manca? Quelle persone che cisono SOLO per voi, quelle persone concui vi potete confidare tranquilla-mente.. quanta depressione!SCUOLA: Tutto va male, versioni,compitini, inspiegabilmente sembrache non vi siate ancora ripresi dalle va-canze estive.. no problem c’è ancora ilsecondo quadrimestre!Ah,dimenticavo, dopo dovrai ripren-derti dalle vacanze di natale.. beh, nonc’è problema, avrai tutto l’anno pros-simo per riprenderti :D

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Alla scuola, che ci fornisce i fondi per andare avanti a stampare, e in particolare alla segreteria d’Isti-

tuto.

A redattori e collaboratori: Elisa Aliverti Piuri, Francesca Angeleri, Sofia Cassisa, Layla Colamartino,Beatrice Conti, Francesca Chiesa, Noemi Dentice, Josephine Ebner, Lorenzo Ghilardi, Simone Lorizzo, Mar-tina Magro Malosso, Marco Montella, Camilla Nannicini, Tommaso Nannicini, Sara Ottolenghi, GiacomoPaci, Federico Pardo, Alesia Preite, Giulia Sagrada, Elisabetta Stringhi, Stefano Trentani, Diana Uvidia, DarioVaccaro, Rebecca Zamperini.

A tutti i nostri lettori ed i nostri fan, senza i quali questo giornalino non avrebbe ragion d’essere!

Grazie_a...

Contattateci:E-mail [email protected] http://zabaione.forumcommunity.netblog http://zabaionepertutti.wordpress.comFacebook http://www.facebook.com/zabaione.parini

Un buon noncompleanno a

tutti quelli il cuidì natale non è a

Natale!sara Ottolen-

ghi Prima di lasciarvi andareai vostri regali di Natale

che di certo vorrete scartareun quesito affatto banale

nelle vostre menti voglio instillare:che cos'è secondo voi Natale,

un candido giorno da festeggiareo mera occasione commerciale?

Andate allora per ogni vostro triste pensier e dubbio fugarevi auguro di tutto cuore di trascorrere un giorno speciale!

Elisabetta stringhi

Vi auguro di strafogarvi diglassa, di uvetta, di brodo

(senza glutammato, che vi rin-coglionisce), di cachi, di cioc-

colato alle mandorle, di pan dizenzero, di vol-au-vent, di ma-

ialini, di pescioloni, di vinifrizzanti e di vini liquorosi, dicioccolato fuso, di ogni tipo difondue, di marron glacés e so-prattutto... di chi avete più vo-

glia di sbaciucchiare!Alesia Preite

<pubblicità occulta>Nonsai cosa chiedere a BabboNatale? È arrivato il mo-

mento di mettersi adascoltare della bella mu-sica! Vai a pgg. 14-15 permaggiori dettagli.</pub-

blicità occulta> Buonefeste, pariniani carissimi!Andate sul blog di Zaba

entro il 4 di gennaio e fis-sate l’immagine in alto,

avrete una bella sorpresa.Elisa Aliverti Piuri

Cari Pariniani,fuori splende il sole e sembra

che sia ottobre. Non ho vo-glia di farvi gli auguri, accon-

tentatevi delle vacanze.Non va bene? No. Allora

scrivi: Pepi si rifiuta di faregli auguri perchè momentan-

teamente scazzata.Pepi Ebner

Cari pariniani, godetevi queste vacanze(che ci meritiamo proprio) senza fare

troppo i moralisti, sennò per voi nienteregali! Del resto il vero giorno in cui

siamo più buoni non può essere segnatosu un calendario, lo decidiamo noi.

dario Vaccaro

Buon Natale a chi an-cora crede in questafesta, auguri per una

quindicina di giorni dimeritato (?) riposo a

tutti gli altri!Francesca Chiesa

Tanti tanti augurissimi a coloro che peruna quindicina di giorni non avranno

stress per lingue ormai morte, a coloroche si rimpinzano di focaccine da Nandoper fronteggiare lezioni di matematica, e

a coloro che in questo momento comeogni mese spendono del tempo a leggere

queste pagine...Buon Natale!Noemi dentice

Benché non sia un'abile poetessa, né una grande ora-trice, gli auguri anch'io ci tengo a farveli.

Auguri di prosperità o felicità.Auguri di serenità, di salute, di fortuna.

Di auguri ce ne sono molti e di tutti i tipi, perciò pren-detevi quelli che volete, perchè gli auguri li do a tutti

con piacere e senza distinzione.diana Uvidia

Auguri per ilprimo Natale

senza Berlusconi!daniele Lunghi

Auguri a tutti glistudenti di terra,

di mare e di aria!!!P.S.: l’avete fattol’albero o anchequest’anno ve lo

siete fumato?simone Lorizzo

Auguri di buon Natale daivostri enigmatici neo-sofisti!Lorenzo ghilardi e ste-

fano TrentaniBuon Carnevale!giacomo Paci

Dromedario aveva Natale in estate, linci e cinghialiha invitato; esamina dubbioso i doni impacchettati:una scarpa con i ravioli e anche eterne lucciole in-namorate.

Chi deve intendere legga e rilegga.