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LE TRAVI INFLESSE E LA LINEA ELASTICA A4 1 Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A. A4.4 LA LINEA ELASTICA Progettando un elemento di una costruzione o di un organo meccanico, oltre a determinare le sollecitazioni e le tensioni, può essere utile co- noscere anche le deformazioni prodotte dai carichi esterni; ciò diventa indispensabile nella determinazione delle reazioni vincolari delle travi iperstatiche, ossia delle travi con vincoli sovrabbondanti. Inoltre, l’in- fluenza sulla deformazione dell’asse geometrico, detta linea elastica o deformata elastica delle travi inflesse, da parte delle forze di taglio, è trascurabile, per cui si considerano solo le azioni di deformazione dovute al momento flettente. Si consideri una trave inflessa, soggetta a un generico sistema di for- ze esterne, e si assuma un sistema di assi cartesiani ortogonali tali che, l’asse delle ascisse coincida con l’asse della trave e l’asse delle ordinate rappresenti l’abbassamento y subito da una sezione generica in seguito alla deformazione (4Fig. 4.23 ). Fig. 4.23 Rappresentazione della linea elastica di una trave, sottoposta a un sistema generico di forze esterne. " L’abbassamento y si assume positivo verso il basso, affinché le ordinate y risultino positive nella maggior parte dei casi. In riferimento alla figura 4.23, la generica sezione S posta alla di- stanza dx dall’origine degli assi, per effetto della deformazione, subisce una rotazione dϕ rispetto alla posizione originaria, che può essere es- pressa come: dy ds tg = ϕ [4.83] Essendo piccolissimo l’angolo di rotazione, non è un errore sensibile so- stituire tg ϕ con ϕ e ds (lunghezza del tronco dx in seguito alla deforma- zione) con dx; per cui la [4.83] diventa: dy dx = ϕ [4.84] da cui, derivando rispetto a x, si ottiene: dy dx d dx 2 2 = ϕ ovvero: d y dx dx d 2 2 = ϕ [4.85] POLIGLOTTA Linea elastica GB: Elastic curve F: Ligne élastique D: Elastische Linie

a4.4 La Linea eLastica - ...Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

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a4.4 La Linea eLastica

Progettando un elemento di una costruzione o di un organo meccanico, oltre a determinare le sollecitazioni e le tensioni, può essere utile co­noscere anche le deformazioni prodotte dai carichi esterni; ciò diventa indispensabile nella determinazione delle reazioni vincolari delle travi iperstatiche, ossia delle travi con vincoli sovrabbondanti. Inoltre, l’in­fluenza sulla deformazione dell’asse geometrico, det ta linea elastica o deformata elastica delle travi inflesse, da parte delle forze di taglio, è trascurabile, per cui si considerano solo le azioni di deformazione dovute al momento flettente.

Si consideri una trave inflessa, soggetta a un generico sistema di for­ze esterne, e si assuma un sistema di assi cartesiani ortogonali tali che, l’asse delle ascisse coincida con l’asse della trave e l’asse delle ordinate rappresenti l’abbassamento y subito da una sezione generica in se guito alla deformazione (4Fig. 4.23).

Fig. 4.23Rappresentazione della linea elastica di una trave, sottoposta a un sistema generico di forze esterne.

"

L’abbassamento y si assume positivo verso il basso, affinché le ordinate y risultino positive nella maggior parte dei casi.

In riferimento alla figura 4.23, la generica sezione S posta alla di­stanza dx dall’origine degli assi, per effetto della deformazione, subisce una ro tazione dϕ rispetto alla posizione originaria, che può essere es­pres sa come:

dyds

tg= ϕ

[4.83]

Essendo piccolissimo l’angolo di rotazione, non è un errore sensibile so­stituire tg ϕ con ϕ e ds (lunghezza del tronco dx in seguito alla deforma­zione) con dx; per cui la [4.83] diventa:

dydx

= ϕ

[4.84]

da cui, derivando rispetto a x, si ottiene:

d ydx

ddx

2

2 = ϕ

ovvero:

d ydx

dx d2

2 = ϕ

[4.85]

poliglottaLinea elasticaGB: Elastic curve F: Ligne élastique D: Elastische Linie

Page 2: a4.4 La Linea eLastica - ...Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

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Com’è stato detto riguardo alla flessione semplice, una trave di lunghez­za l, soggetta a un momento flettente costante su tutta la lunghezza, si deforma secondo un arco di cerchio, il cui raggio di curvatura R è:

RE IMf

=

e la rotazione ϕ di una delle sezioni estreme della trave rispetto all’altra (angolo di flessione) risulta:

ϕ = =lR

M l

E If

Pertanto l’angolo dϕ, espresso nella [4.85], rappresenta la rotazione fra le due se zioni comprendenti il tronco dx e vale:

d

M dx

E Ifϕ =

[4.86]

Sostituendo nella [4.85] risulta:

d ydx

M

E If

2

2 =

[4.87]

che rappresenta l’equazione differenziale della linea elastica.

Osservazioni: il termine (dy/dx), espresso nella [4.84], rappresenta la de rivata prima di y(x) e si indica comunemente con y'; invece il ter-mine (d2y/dx2), espresso nella [4.87], indica la derivata seconda di y(x) e si rappresenta con y''; quindi le relazioni [4.84] e [4.87] si possono scrivere nel modo seguente:

y' = ϕe:

yM

E If" =

Ipotizzando l’asse x positivo verso destra e l’asse y positivo verso il basso, l’equazione differenziale della linea elastica diventa:

y

M

E If" = −

[4.88]

in cui la curvatura y'' e il momento flettente Mf hanno segno opposto. Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a); mentre se il momento è negativo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso positivo dell’asse y, perciò la curvatura è positiva (4Fig.4.24b ).

L’integrazione della linea elastica può essere eseguita, caso per caso, se sono note le espressioni del momento flettente Mf, in funzione dell’ascissa x, e del momento quadratico I; integrando due volte si ottie­ne l’ordinata y, che tuttavia non è completamente determinata.

poliglottaEquazione differenzialeGB: Differential equation F: Equation differérentielle D: Differentialgleichung

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Infatti, poiché in ogni operazione di integrazione compare una co stante, per determinare completamente l’ordinata y occorre calcolare il valore di due costanti C1 e C2, che si ottiene tenendo conto delle condizioni di vincolo della trave.

Eseguendo una prima integrazione della [4.87] si ricava l’espressione dell’angolo di rotazione ϕ = y' di ciascuna sezione, ossia dell’inclinazione della tangente in ogni punto della linea elastica; una seconda integrazio­ne consente di determinare l’espressione dell’ordinata y, ossia l’abbas­samento della sezione, detto freccia di inflessione o, semplicemente, freccia. Ricavato il valore delle co stanti, si calcola la freccia y, funzione della variabile x, assegnando alla x i valori corrispondenti alle sezioni di cui si vuole determinare l’abbassamento.

Esempio 1Determinare la freccia e la rotazione dell’estremo libero di una tra­ve a mensola, di sezione costante, soggetta a un carico F concentrato nell’estremo libero (4Fig. 4.25).

Fig. 4.24 Andamento della linea elastica in funzione del momento flettente: a) curvatura negativa con momento flettente positivo; b) curvatura positiva con momento flettente negativo.

Fig. 4.25Rappresentazione della linea elastica di una trave a mensola, di lunghezza l, sottoposta a un carico concentrato nell’estremo libero.

SoluzioneL’espressione del momento flettente è:

M F xx = − [4.89]

Per la [4.88] l’espressione della linea elastica diventa:

E I y F x" = [4.90]

integrando tale equazione una prima volta si ha:

E I y

F xC' = +

2

12 [4.91]

poliglottaFreccia di inflessioneGB: Deflection F: Flèche par pliage D: Durchbiegung

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integrando la seconda volta si ottiene:

E I y

F xC x C= + +

3

1 26 [4.92]

Considerando l’origine degli assi x e y all’estremo libero della mensola e tenendo conto delle condizioni di vincolo della trave, nella sezione d’inca­stro (x = l) devono essere nulle sia la freccia sia la rotazione, ossia:

y = 0e:

y' = 0 Quindi risulta:

CF l

1

2

2= −

e:

CF l

2

3

3= +

Sostituendo i valori delle due costanti nelle relazioni [4.91] e [4.92] si ottiene:

E I yF x F l

' = −2 2

2 2

e:

E I y

F x F lx

F l= − +3 2 3

6 2 3

Pertanto i valori massimi della rotazione ϕ e della freccia f che si hanno nella sezione all’estremo libero (x = 0), sono:

ϕ = = −yF lE I

'2

2

e:

f y

F lE I

= =3

3 [4.94]

L’angolo ϕ risulta negativo perché la rotazione è sinistrogira.Nel caso delle travi appoggiate, si può eseguire il calcolo della freccia e

della rotazione considerando la trave costituita da due mensole e adottan­do, quindi, le espressioni delle frecce e delle rotazioni concernenti queste ultime.

Esempio 2Determinare la freccia massima e la rotazione degli appoggi di una trave appoggiata, soggetta a un carico F concentrato in mezzeria (4Fig. 4.26 ).

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SoluzioneLa tangente alla deformata nel suo punto di mezzo è orizzontale, per cui ogni metà della trave si comporta come una mensola di lunghezza l/2, soggetta a un carico, concentrato nel suo estremo libero, di intensità F/2 (4Fig. 4.26b).

A tale mensola è possibile applicare la [4.94], per cui si ha:

f

F l

E IF l

E I=

=2 23 48

3

3

Per quanto riguarda l’angolo di rotazione dell’estremità, applicando la [4.93] risulta:

ϕ =

=

F l

E IF l

E I2 22 16

2

2

Nella tabella 4.1 sono indicati i valori delle rotazioni ϕ e delle frecce f re la­tivi ad alcune travi a mensola e appoggiate, con diverse condizioni di ca ri co.

Fig. 4.26 a) Rappresentazione della linea elastica di una trave appoggiata, di lunghezza l, sottoposta a un carico concentrato in mezzeria. b) Trave a mensola di lunghezza l/2, soggetta a un carico concentrato F/2 all’estremità libera, che costituisce la metà della trave appoggiata.

Tabella 4.1 Valori delle frecce e delle rotazioni per alcune travi soggette a vari sistemi di carico (continua)

Schema della trave Freccia f Rotazione ϕ

fF l

E I=

3

3ϕ =

F l

E I

2

2

fMf l

E I=

2

2ϕ =

Mf l

E I

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Tabella 4.1 Valori delle frecce e delle rotazioni per alcune travi soggette a vari sistemi di carico (segue)

Schema della trave Freccia f Rotazione ϕ

fq l

E I=

4

8ϕ =

q l

E I

3

6

fF l

E I=

3

48ϕ =

F l

E I

2

16

fMf l

E I=

2

8ϕ =

Mf l

E I2

fq l

E I=

5

384

4

ϕ =q l

E I

3

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a4.5 cenni suLLe travi iperstatiche

I problemi riguardanti le travi con vincoli sovrabbondanti, o travi iper-statiche, si dicono staticamente indeterminati e non possono essere ri solti con le sole equazioni cardinali della Statica (equazioni di equili­brio relative alla traslazione e alla rotazione). Ogni vincolo presenta da una a tre reazioni e il numero di equazioni di equilibrio corrisponde al numero del le reazioni vincolari. Pertanto, per risolvere i problemi iper­statici, oc cor re aggiungere al sistema formato dalle equazioni cardinali della Statica – sufficienti per i sistemi staticamente determinati (siste­mi isostatici) – le equazioni supplementari con cui completare il numero di equazioni costituenti il sistema.

Le equazioni supplementari si basano sul principio che i vincoli sovrabbondanti, non necessari per l’equilibrio, limitano la deformazione del corpo.

Il procedimento da seguire per risolvere questo tipo di problemi è il se guente:— si eliminano i vincoli sovrabbondanti, sostituendoli con le reazioni in­

co gnite; in questo modo si rende la trave isostatica e si determinano

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le deformazioni generate dai carichi esterni, nei punti dove sono posti tali vincoli;

— si determinano le deformazioni nei punti dei vincoli eliminati, consi­derando la trave soggetta alla sola azione delle reazioni eliminate;

— si impone che le deformazioni, generate separatamente dai carichi esterni e dai vincoli eliminati, siano uguali.

Si ottengono così tante equazioni quante sono le incognite sovrabbon­danti che, associate alle equazioni cardinali della Statica, consentono di risolvere il problema.

EsempioDeterminare le reazioni vincolari e tracciare i diagrammi delle sollecita­zioni di taglio e flessione della trave iperstatica (4Fig. 4.27), soggetta a un carico distribuito uniformemente.

Fig. 4.27 a) Trave incastrata a un estremo e appoggiata all’altro, sottoposta a un carico uniformemente distribuito su tutta la sua lunghezza.b) Trave a mensola, soggetta al carico distribuito. c) Trave a mensola, soggetta solo all’azione della reazione RVB del vincolo. d) Diagramma del taglio. e) Diagramma del momento flettente.

""

SoluzioneIl carico complessivo agente sulla trave è:

Q = q l

Le equazioni di equilibrio sono:

R

R R Q

M Q l R l

OA

VA VB

A VB

=

+ − =

− + − =

0

0

20

[4.95]

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Eliminando per esempio l’appoggio B, la trave diventa isostatica, ossia una trave a mensola con carico distribuito (4Fig. 4.27b) e il valore della freccia all’estremo B è dato da:

f

QlE I

' = 18

3

[4.96]

Tale relazione indica la freccia all’estremo libero di una trave a mensola, sottoposta a un carico uniformemente distribuito (4Tab. 4.1).

Considerando la trave a mensola soggetta solo all’azione della rea­zione RVB del vincolo eliminato (4Fig. 4.27c), la freccia generata ha il valore (4Tab. 4.1):

f

R lE IVB" = 1

3

3

[4.97]

Poiché l’estremità della trave originaria non presenta alcuno sposta­mento, le due frecce si devono compensare, ossia devono avere lo stesso valore assoluto, f' = f'':

18

13

3 3QlE I

R lE IVB=

[4.98]

l’equazione supplementare appena descritta è associata alle equazioni di equilibrio del sistema, espresse dalla [4.95], per ricavare tutte le rea­zioni vincolari.

Dalla [4.98] si ottiene il valore:

R QB = 38

[4.99]

sostituendo nel sistema [4.95], dalla seconda equazione si ricava:

R Q Q QVA = − =3

858

[4.100]

dalla terza equazione si ricava:

M

QlQl QlA = − =

238

18

[4.101]

Determinate le reazioni vincolari, è possibile disegnare i diagrammi di sollecitazione del taglio e del momento flettente.

Il taglio in una sezione generica pertanto vale:

T ql q x= − −38

[4.102]

e varia linearmente come rappresentato nella figura 4.27d.

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Il momento flettente generico vale:

M ql x

q x= −38 2

2

[4.103]

ed è rappresentato da un diagramma parabolico (4Fig. 4.27e).Il momento flettente massimo si ha dove il taglio è nullo, ossia per

x = (3/8) l e vale:

M Qlmax = 9

128 [4.104]

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L’unità didattica in breve a4

Generalità

Quando i vincoli di una struttura sono strettamente sufficienti al suo equilibrio, essa è detta isostatica; al contrario, quando i vincoli sono sovrabbondanti, la struttura è detta iperstatica.

L’effetto che le azioni esterne esercitano localmente in una sezione generica di una trave, ad asse rettilineo orizzontale e a sezione costan­te, è analizzato considerando la trave caricata da un sistema di forze, situato nel piano di sollecitazione, contenente il suo asse; la trave, in questo caso, è detta piana. Una trave, sottoposta a un sistema di forze perpendicolari al proprio asse geometrico, che generano sollecitazioni di taglio e flessione, è detta trave inflessa.

Per calcolare le sollecitazioni di taglio e di flessione nelle travi in­flesse, occorre inizialmente determinare le reazioni vincolari, i cui valori sono calcolati mediante le equazioni cardinali della Statica.

Poiché si considerano le travi piane ad asse orizzontale, sottoposte a carichi perpendicolari al proprio asse, i vincoli sviluppano solo reazio­ni verticali, per cui la condizione di isostaticità della tra ve può essere realizzata mediante due appoggi semplici, non essendovi differenza, in questo caso, fra la cerniera e il carrello; così facendo le reazioni vinco­lari da determinare si riducono a due. Pertanto, per la determinazio­ne delle reazioni vincolari, sono sufficienti due sole equazioni cardinali della Statica: quella di equilibrio relativa alla traslazione verticale e quella di equilibrio re la tiva alla rotazione intorno a qualunque punto del piano della trave.

Determinate le reazioni vincolari, si procede al calcolo delle solle­citazioni di taglio e di flessione in una generica sezione S della trave, prendendo in esame le forze a sinistra o a destra della suddetta sezione. Sup ponendo, per esempio, di esaminare le forze a sinistra della sezione S, si osserva che la forza di taglio T è data dalla somma algebrica di tutte le forze (compresa la reazione vincolare) poste a sinistra della sezione considerata. Se nella sezione in esame è applicata una forza, essa non de v’essere compresa nella sommatoria. Il momento flettente si ricava dalla somma algebrica dei momenti di tutte le forze poste a sinistra del­la sezione S, compresa la reazione vincolare.

Al fine di ottenere valore e segno coincidenti, dev’essere stabilita una convenzione per quanto riguarda il segno da attribuire al taglio e al mo­mento flettente.

Per le forze di sinistra si considerano positivi il taglio, se rivolto verso l’alto, e il momento flettente, se ha verso orario. Per le forze di destra si considerano positivi il taglio, se rivolto verso il basso, e il momento flet­tente, se ha verso antiorario. Il taglio T e il momento flettente M variano generalmente da sezione a sezione; inoltre il taglio, il momento flettente e il carico sono legati fra lo ro: nei tratti in cui la trave è scarica, il taglio è costante, mentre il mo mento flettente è massimo nelle sezioni dove il taglio è nullo. Le variazioni delle sollecitazioni di taglio e di flessione in tutte le se zioni di una trave pos sono essere rappresentate mediante dia­grammi. L’e sa me di tali diagrammi consente di individuare direttamente

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le sezioni più pericolose, os sia le sezioni dove si hanno i valori massimi delle sollecitazioni esterne, po tendo così procedere ai calcoli di progetto o di verifica della resistenza della trave.

Si disegna al di sotto della trave una linea orizzontale, detta linea fon damentale, avente la stessa lunghezza della trave, e si individua­no alcune sezioni caratteristiche, che di solito sono quelle in corrispon­denza dei carichi e degli appoggi. Si calcolano i valori della forza di ta glio, immediatamente prima o dopo le sezioni stesse, e si riportano sul la li nea fondamentale, secondo una scala opportuna (per esempio la stes sa di quella adottata per le forze), i segmenti verticali, proporzionali ai valori trovati del taglio; collegando gli estremi di tali segmenti con tratti rettilinei orizzontali si ottiene il diagramma del ta glio. Il dise­gno del diagramma è eseguito, convenzionalmente, riportando sopra o sotto la linea fondamentale le forze di taglio di valore, rispettivamente, positivo o ne gativo.

Il procedimento per determinare il diagramma del momento flettente è analogo a quello del taglio. Assumendo le stesse sezioni caratteristiche, si ricavano i valori dei momenti e si rappresentano sulla linea fon da­men tale, in corrispondenza delle sezioni considerate, mediante segmenti verticali a essi proporzionali secondo la scala prescelta. Unendo con tratti rettilinei i loro estremi si ottiene il diagramma del momento fletten-te, in cui sopra o sotto la linea fondamentale si riportano, rispettivamen­te, i valori positivi o quelli negativi.

La linea elastica

Progettando un elemento di una costruzione o di un organo meccanico, ol­tre a determinare le sollecitazioni e le tensioni, può essere utile conoscere anche le deformazioni prodotte dai carichi esterni; ciò diventa indispensa­bile nella determinazione delle reazioni vincolari delle travi iperstatiche.

L’influenza sulla deformazione dell’asse geometrico, detta linea ela-stica o deformata elastica delle travi inflesse, da parte delle forze di ta glio, è trascurabile, per cui si considerano solo le azioni di deformazio­ne dovute al momento flettente.

L’integrazione dell’equazione differenziale della linea elastica consente di determinare i parametri della deformazione, ossia, la frec-cia di inflessione e gli angoli di rotazione di ciascuna sezione.

I problemi riguardanti travi iperstatiche sono detti staticamente indeterminati e non possono essere risolti con le sole equazioni cardi­nali della Statica. Ogni vincolo presenta da una a tre reazioni e il nu­mero di equazioni di equilibrio corrisponde al numero delle reazioni vin­colari. Pertanto, per risolvere i problemi iperstatici, occorre aggiungere al sistema formato dalle equazioni cardinali della Statica (sufficienti per i sistemi isostatici), le equazioni supplementari, con cui completare il nu mero di equazioni costituenti il sistema.

Le equazioni supplementari si basano sul principio che i vincoli sovrabbondanti, non necessari per l’equilibrio, limitano la deformazione del corpo.

Il procedimento da seguire per risolvere questo tipo di problemi è il seguente:

Page 12: a4.4 La Linea eLastica - ...Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

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— si eliminano i vincoli sovrabbondanti, sostituendoli con le reazioni in cognite, e si rende la trave isostatica, determinando le deforma­zioni generate dai carichi esterni nei punti dove sono posti tali vincoli;

— si determinano le deformazioni nei punti dei vincoli eliminati, con­siderando la trave soggetta alla sola azione delle reazioni eliminate;

— si impone che le deformazioni generate separatamente dai carichi esterni e dai vincoli eliminati siano uguali.

Si ottengono così tante equazioni quante sono le incognite sovrabbon­danti che, associate alle equazioni cardinali della Statica, consentono di risolvere il problema.

Page 13: a4.4 La Linea eLastica - ...Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

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prObLeMi di riepiLOGO a4

1. Eseguire il dimensionamento della trave a mensola (4Fig. 4.28), realiz­zata con un profilato IPE in acciaio S 235, sapendo che la forza applicata all’estremo libero ha intensità F = 2000 N e la lunghezza della trave è l = 3 m.

Fig. 4.28 Trave a mensola soggetta a un carico F concentrato all’estremo libero.

2. Dimensionare la trave a mensola di lunghezza l = 4,5 m, soggetta a più carichi concentrati (4Fig. 4.29), impiegando un profilato HE in acciaio S 235 e considerando i seguenti dati: F1 = 500 N, F2 = 900 N, F3 = 600 N, x1 = 1,5 m e x2 = 3 m. Eseguire, inoltre, una verifica a taglio.

3. Eseguire il dimensionamento della trave su due appoggi di estremità, a sezione circolare piena e di lunghezza l = 6 m, sottoposta a un sistema di forze concentrate (4Fig. 4.30), sapendo che il materiale utilizzato è l’acciaio S 235 e che F1 = 8000 N, F2 = 4000 N, F3 = 6000 N, x1 = 2,5 m, x2 = 3 m e x3 = 4,5 m. Eseguire, inoltre, una verifica a taglio.

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4. Una trave con due appoggi di estremità, realizzata con un profilato HE in acciaio S 275, è sottoposta a un carico uniformemente distribuito (4Fig. 4.31). Eseguire il dimensionamento della trave, sapendo che ha

Fig. 4.29 Trave a mensola soggetta a più carichi concentrati.

Fig. 4.30 Trave appoggiata alle estremità, soggetta a più carichi concentrati.

Page 14: a4.4 La Linea eLastica - ...Infatti, se il momento è positivo, la linea elastica rivolge la concavità nel verso negativo dell’asse y, quindi la curvatura è negativa (4Fig. 4.24a);

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una lunghezza l = 7 m e che l’intensità per unità di lunghezza del carico è q = 550 daN/m.

Fig. 4.31 Trave appoggiata alle estremità, soggetta a un carico uniformemente distribuito.

5. Una trave con due appoggi di estremità (4Fig. 4.32) è soggetta a un ca­rico uniformemente distribuito su una parte della sua lunghezza.

Dimensionare la trave considerando i seguenti dati: carico distribuito q = 6000 N/m; lunghezza della trave l = 6 m; lunghezza del tratto di trave interessato dal carico distribuito a = 2,5 m; sezione quadrata; σams = 160 N/mm2.

Fig. 4.32 Trave appoggiata alle estremità, soggetta a un carico uniformemente distribuito su una parte della sua lunghezza.

6. Si consideri una trave con due appoggi intermedi, sottoposta a un siste­ma di forze concentrate (4Fig. 4.33). Si vuole eseguire il dimensiona­mento della trave realizzata con un profilato IPE in acciaio S 275, ipo­tizzando i seguenti dati: lunghezza totale della trave lt = 9 m; distanza fra gli appoggi l = 5 m; lunghezza degli sbalzi x1 = x4 = 2 m; x2 = 2,5 m; x3 = 3,5 m; F1 = 800 N; F2 = 1600 N; F3 = 1800 N; F4 = 1000 N.

Fig. 4.33 Trave con appoggi intermedi, soggetta a carichi concentrati.