2
Martedì 15 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 7 MEMORIA CORTA Quando i dem difendevano i giornalisti da Beppe Grillo » TOMMASO RODANO B reve storia della li- bertà di stampa se- condo Matteo Ren- zi. Due anni fa, il 6 dicem- bre 2013, Bep- pe Grillo la nc ia va sul blog la famigera- ta rubrica Il giorna- lista del gior- no . Immediata e giusta indignazione del Pd. Renzi in testa: Non posso accettare che l imbarbarimento della politica porti a insultare i giornalisti. Grillo, non hai sempre ragione tu. Rispet- ta gli altri. Due anni più tardi, il Renzi della Leo- polda presidente del Consiglio mette allindi- ce 11 prime pagine del Fat- to, di Libero e del Giornale che hanno avuto il cattivo gusto di criticare il gover- no e lancia il sondaggio per votare la peggiore. Quando difendeva la stampa (e aveva ragione) il rottamatore era in otti- ma compagnia nel Pd. Nel post Leopolda, invece, i difensori della libertà de- spressione sono spariti. Emanuele Fiano definì quelle di Grillo liste di proscrizione, di chi è al- lergico alla democrazia. Alessia Rotta se la prese coi nemici del plurali- smo, che preferiscono il pensiero unico: il pro- prio. Il senatore Mar- cucci disse: Il M5S non tollera critiche o punti di vista diversi. La senatri- ce Fedeli ricordò che la stampa non si censura: un principio che vale sempre e per tutti. Sempre e per tutti. Troppa fretta Al Senato la mozione avrebbe avuto bisogno dei voti di Verdini LA POLEMICA Sfiducia alla Camera : gli M5S salvano Boschi dall abbraccio di Denis » FABRIZIO DESPOSITO Q uanta fretta ma dove corri, dove vai? Giu- sto per citare il grande Bennato pinocchie- sco, tornato di moda con la fa- tina Boschi, azzoppata dal pa- terno conflittone dinteressi su Banca Etruria. Quanta fretta, appunto, per la mozio- ne di sfiducia contro la mini- stra delle Riforme presentata ieri dal Movimento 5 Stelle al- la Camera dei deputati. Per- ché Montecitorio, a dirla tut- ta, non è il posto ideale per mandare a casa Maria Elena Boschi. La quale, non a caso, appena saputa la location isti- tuzionale ha gonfiato il petto e preso un podi coraggio: Ve- dremo se hanno i numeri per sfiduciarmi. AL SENATO , invece, la storia sarebbe molto diversa. Nota Maurizio Gasparri di Forza I- talia: Riterrei un atto di sag- gezza agire al Senato. Per i nu- meri che renderebbero onero- sa e poco onorevole la salvezza della Boschi. A Palazzo Ma- dama, infatti, i numeri non so- no blindati come alla Camera, grazie al premio di maggioran- za del Porcellum. Al Senato, la maggioranza del centrodestra renziano è risicatissima (il centro del Pd più la destra al- faniana) ed è per questo che da tempo si avvale dellapporto dei neoresponsabili di Denis Verdini, ex berlusconiano e già sherpa riservato del fu pat- to del Nazareno tra il premier e lex Cavaliere. E così si arriva alla salvezza poco onorevoletratteggiata da Gasparri: a Pa- lazzo Madama per non fare af- fondare la ministra del giglio magico sarebbero necessari i voti della pattuglia di Verdini. Cioè i voti controllati da un im- putato per associazione a de- linquere per bancarotta frau- dolenta, appropriazione inde- bita e truffa allo Stato nel fal- limento della sua banca. Ver- dini è un neorenzianissimo che ha un bel podi guai giu- diziari. Il più pesante riguarda la bancarotta del Credito coo- perativo di Firenze, perché, al- tro dettaglio, il potente sena- tore è toscano come la famiglia Renzi, toscano come la fami- glia Boschi. Oltre al processo principale, il renziano De- nis, legatissimo a Luca Lotti, che con il premier e la ministra forma il triangolo di comando del governo, è stato rinviato a giudizio per il fallimento di u- na ditta indebitata con il Cre- dito cooperativo fiorentino. Dai guai di una banca allaltra: per il potere del giglio magico una salvezza verdiniana al Se- nato per la Boschi sarebbe una nemesi creditizia equivalente alla classica vittoria di Pirro. Ecco perché liniziativa del Movimento 5 Stelle, una volta trasferita a Palazzo Madama, potrebbe fare danni consi- stenti al governo, dopo il sof- ferente fine settimana della Leopolda nel segno della Bo- schi. LA MOZIONE ha un punto di partenza chiaro, che in tempi di berlusconismo avrebbe provocato girotondi e comizi in piazza: Il ministro Boschi, così come indicato nella di- chiarazione patrimoniale pubblicata sul sito del consi- glio dei ministri, possedeva circa 1.500 azioni della Banca Etruria interessata dal cosid- detto decreto Salva Banche e che il padre del ministro, Pier Luigi Boschi, e il fratello Ema- nuele Boschi, hanno avuto rapporti professionali e di di- pendenza con la suddetta Ban- ca. Ha spiegato poi Alessan- dro Di Battista in una confe- renza stampa: Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli ma si deve capire se i prov- vedimenti presi dal governo, mentre il ministro Boschi per discrezione si assentava dal c- dm, hanno favorito la sua fa- miglia. Speriamo che non solo la Lega, ma anche chi nel Pd è daccordo con noi e non parla e lopposizione votino la nostra mozione. Di Battista chiede chiarimenti anche sulle plu- svalenze milionarie e politi- chedi Banca Etruria. La mozione potrebbe con- tare sui voti di M5S, Sinistra I- taliana, Lega e Forza Italia, ma alla Camera si rischia di per- dere unoccasione doro per ri- dimensionare la madrina della peggiore riforma costituzio- nale mai approvata, portatrice sana di conflitto dinteressi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vecchi tempi Maria Elena Boschi festeg- gia nellaula del Senato il sì alla riforma costituzionale che porta il suo nome. A festeggiare con lei anche Denis Verdini Dlm Discuteremo in aula, voteremo e poi vedremo chi ha la maggioranza e se ci sono i numeri per sfiduciarmi MARIA ELENA BOSCHI FOCUS I conflittifirmati Pd QUATTRO DISEGNI DI LEGGE , rimasti nei cassetti del Parlamento, come spesso capita. È che ora, alla luce dei guai del post-decreto Salva banche, assumono tutto un altro significato. Già perché quei quattro ddl - tutti firmati da esponenti del Pd - prevedevano norme molto severe in materia di prevenzione del conflitto di interessi. Tanto stringenti che oggi costerebbero care al ministro Boschi, il cui padre è stato membro del Cda e poi vicepresidente di Banca Etruria e il cui fratello ha avuto un ruolo nella gestione dello stesso istituto di credito. Secondo i ddl depositati, infatti, si avrebbe conflitto di interessi nei casi in cui - dice il testo firmato da Gianclaudio Bressa - parenti o affini entro il secondo grado [... ] siano titolari di interessi economici privati che possano condizionarlo nell'esercizio delle funzioni pubbliche.

Il fatto pp 7 8

Embed Size (px)

DESCRIPTION

 

Citation preview

Martedì 15 Dicembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 7

MEMORIA CORTA

Quando i demd i fe n d eva n oi giornalistida Beppe Grillo» TOMMASO RODANO

B reve storia della li-bertà di stampa se-condo Matteo Ren-

zi. Due anni fa, il 6 dicem-bre 2013, Bep-p e G r i l l ol a n c i a v asul blog lafa mige ra-ta rubrica“Il giorna-lista del gior-no ”. Immediata– e giusta – i nd i g n a z i o n edel Pd. Renzi in testa:“Non posso accettare chel’imbarbarimento dellapolitica porti a insultare igiornalisti. Grillo, non haisempre ragione tu. Rispet-ta gli altri”. Due anni piùtardi, il Renzi della Leo-polda – presidente delConsiglio – mette all’i n d i-ce 11 prime pagine del F a t-to, di Libero e del Giornaleche hanno avuto il cattivogusto di criticare il gover-no e lancia il sondaggio pervotare la peggiore.

Quando difendeva lastampa (e aveva ragione)il rottamatore era in otti-ma compagnia nel Pd. Nelpost Leopolda, invece, idifensori della libertà d’e-spressione sono spariti.Emanuele Fiano definìquelle di Grillo “liste diproscrizione, di chi è al-lergico alla democrazia”.Alessia Rotta se la presecoi “nemici del plurali-smo, che preferiscono ilpensiero unico: il pro-pr io”. Il senatore Mar-cucci disse: “Il M5S nontollera critiche o punti divista diversi”. La senatri-ce Fedeli ricordò che “lastampa non si censura: unprincipio che vale sempree per tutti”. Sempre e pertutti.

Troppa fretta Al Senato la mozione avrebbe avuto bisogno dei voti di VerdiniLA POLEMICA

“Sfiducia alla Camera”:gli M5S salvano Boschid a l l’abbraccio di Denis

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

Quanta fretta ma dovecorri, dove vai”? Giu-sto per citare il grandeBennato pinocchie-

sco, tornato di moda con la fa-tina Boschi, azzoppata dal pa-terno conflittone d’i nt er es sisu Banca Etruria. “Q u an t afretta”, appunto, per la mozio-ne di sfiducia contro la mini-stra delle Riforme presentataieri dal Movimento 5 Stelle al-la Camera dei deputati. Per-ché Montecitorio, a dirla tut-ta, non è il posto ideale permandare a casa Maria ElenaBoschi. La quale, non a caso,appena saputa la location isti -tuzionale ha gonfiato il petto epreso un po’ di coraggio: “Ve -dremo se hanno i numeri persfiduciarmi”.

AL SENATO , invece, la storiasarebbe molto diversa. NotaMaurizio Gasparri di Forza I-talia: “Riterrei un atto di sag-gezza agire al Senato. Per i nu-meri che renderebbero onero-sa e poco onorevole la salvezzadella Boschi”. A Palazzo Ma-dama, infatti, i numeri non so-no blindati come alla Camera,grazie al premio di maggioran-za del Porcellum. Al Senato, lamaggioranza del centrodestrarenziano è risicatissima (ilcentro del Pd più la destra al-faniana) ed è per questo che datempo si avvale dell’ap po rt odei neoresponsabili di DenisVerdini, ex berlusconiano egià sherpa riservato del fu pat-to del Nazareno tra il premiere l’ex Cavaliere. E così si arrivaalla “salvezza poco onorevole”tratteggiata da Gasparri: a Pa-lazzo Madama per non fare af-fondare la ministra del gigliomagico sarebbero necessari ivoti della pattuglia di Verdini.Cioè i voti controllati da un im-putato per associazione a de-linquere per bancarotta frau-dolenta, appropriazione inde-bita e truffa allo Stato nel fal-limento della sua banca. Ver-

dini è un neorenzianissimoche ha un bel po’ di guai giu-diziari. Il più pesante riguardala bancarotta del Credito coo-perativo di Firenze, perché, al-tro dettaglio, il potente sena-tore è toscano come la famigliaRenzi, toscano come la fami-glia Boschi. Oltre al processoprincipale, il renziano “D e-nis”, legatissimo a Luca Lotti,che con il premier e la ministraforma il triangolo di comandodel governo, è stato rinviato agiudizio per il fallimento di u-na ditta indebitata con il Cre-dito cooperativo fiorentino.Dai guai di una banca all’altra:per il potere del giglio magicouna salvezza verdiniana al Se-nato per la Boschi sarebbe unanemesi creditizia equivalentealla classica vittoria di Pirro.Ecco perché l’iniziativa delMovimento 5 Stelle, una voltatrasferita a Palazzo Madama,potrebbe fare danni consi-

stenti al governo, dopo il sof-ferente fine settimana dellaLeopolda nel segno della Bo-schi.

LA MOZIONE ha un punto dipartenza chiaro, che in tempidi berlusconismo avrebbeprovocato girotondi e comiziin piazza: “Il ministro Boschi,così come indicato nella di-chiarazione patrimonialepubblicata sul sito del consi-glio dei ministri, possedevacirca 1.500 azioni della BancaEtruria interessata dal cosid-detto decreto Salva Banche eche il padre del ministro, PierLuigi Boschi, e il fratello Ema-nuele Boschi, hanno avutorapporti professionali e di di-pendenza con la suddetta Ban-ca”. Ha spiegato poi Alessan-dro Di Battista in una confe-renza stampa: “Le colpe deipadri non devono ricadere suifigli ma si deve capire se i prov-

vedimenti presi dal governo,mentre il ministro Boschi perdiscrezione si assentava dal c-dm, hanno favorito la sua fa-miglia. Speriamo che non solola Lega, ma anche chi nel Pd èd’accordo con noi e non parla el’opposizione votino la nostram o z i o n e”. Di Battista chiedechiarimenti anche sulle plu-svalenze milionarie e “politi -che” di Banca Etruria.

La mozione potrebbe con-tare sui voti di M5S, Sinistra I-taliana, Lega e Forza Italia, maalla Camera si rischia di per-dere un’occasione d’oro per ri-dimensionare la madrina dellapeggiore riforma costituzio-nale mai approvata, portatricesana di conflitto d’interessi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vecchi tempiMaria ElenaBoschi festeg-gia nell’au l adel Senato ilsì alla riformacost it u z ion a leche portail suo nome.A festeggiarecon lei ancheDenis VerdiniDlm

D iscuteremoin aula,vo te re m oe poived re m ochi ha lam ag g i o ra n zae se ci sonoi numeripersfiduciarmi

MARIA ELENAB OSC H I

FOCUSI “conf litti” firmati PdQUATTRO DISEGNI DI LEGGE , rimasti neicassetti del Parlamento, come spesso capita. Èche ora, alla luce dei guai del post-decreto Salva

banche, assumono tutto un altrosignificato. Già perché queiquattro ddl - tutti firmati daesponenti del Pd - prevedevanonorme molto severe in materia diprevenzione del conflitto diinteressi. Tanto stringenti che oggicosterebbero care al ministroBoschi, il cui padre è stato

membro del Cda e poi vicepresidente di BancaEtruria e il cui fratello ha avuto un ruolo nellagestione dello stesso istituto di credito. Secondo iddl depositati, infatti, si avrebbe conflitto diinteressi “nei casi in cui - dice il testo firmato daGianclaudio Bressa - parenti o affini entro ilsecondo grado [... ] siano titolari di interessieconomici privati che possano condizionarlonell'esercizio delle funzioni pubbliche”.

8 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 15 Dicembre 2015

Consulta, il Pd si spaccas u l l’accordo con i Cinque StelleIeri 30ª fumata nera. Dem divisi: renziani per terna con FI, gli altri per un patto solo con M5S

» LUCA DE CAROLIS

Questa volta non ci han-no neppure provato.Solo un mare di sche-de bianche, perché

nella partita della Consultabisognava azzerare tutto. Eprovare a ripartire, con il Pdche pare pronto ad aprire aiCinque Stelle. Ma che è spac-cato a metà. Perché da unaparte ci sono quasi tutti i ren-ziani, che vogliono comunqueun accordo a tre, tenendo den-tro Forza Italia; dall’altra laminoranza dem e qualcherenziano più pragmatico (opiù stufo), che vorrebberochiudere con il M5S su duecandidati: Augusto Barberaper i dem (ma i bersaniani docpreferirebbero Massimo Lu-c i an i ) e Franco Modugnoper il Movimento. E tanti sa-luti ai forzisti.

NEL LUNEDÌ post Leopolda, ilParlamento sforna la 30° fu-mata nera sulla Corte Costitu-zionale, a cui da mesi mancanotre membri su 15. Alle 19 di og-gi si ripartirà con la votazionead oltranza. Ieri, dopo 11 gior-ni di pausa e moniti vari dalQuirinale e dai presidenti del-le Camere, Grasso e Boldrini, ipartiti hanno marcato visita.Solo 632 votanti su 951 aventidiritto, e 444 schede bianche.Consci di essere a ranghi ri-dotti e comunque lontani daun accordo, la maggioranza eForza Italia avevano dato in-dicazione di non scrivere no-mi. Un modo anche per segna-re una cesura rispetto ai flopdegli scorsi giorni. “Qu es teschede bianche sono un se-

gnale di disponibilità verso ilParlamento” giurava ieri serain Transatlantico il vicesegre-tario del Pd, Lorenzo Guerini.Tradotto, i dem sono dispostiad allargare il tavolo ai 5Stelle.Lo avrebbe confermato il ca-pogruppo Ettore Rosato du-rante una riunione dell’ufficiodi presidenza. In cui ha riba-dito che il candidato dem ri-mane il costituzionalista ren-ziano Barbera. Nodo non in-superabile per il M5S, comespiegava ieri sera all’A ns a losherpa dei 5Stelle, Danilo To-ninelli: “Non poniamo un vetosu Barbera: certo Modugnonon è di area, mentre lui lo è. Seil Pd presenta un nome alto edautorevole sarebbe più sem-plice”. Votare il costituziona-lista non sarebbe semplicissi-mo per il Movimento, che loaveva già respinto come trop-

po entusiasta per le riforme. Epoi a suo tempo il M5S avevapresentato un’i nt e r pe l l an z asu Barbera, per una vicendagiudiziaria in cui era compar-so (senza mai essere indaga-to). Ma se il Pd formalizzerà laproposta, il M5S valuterà ilsuo nome in assemblea. Conbuone probabilità di dare il vialibera.

Da qui in poi però tornanogli ostacoli. Toninelli ricorda:“Non accetteremo un accordoin cui compaia il nome di Si-sto”. Quindi se si torna alla ter-na Fi dovrà per forza cambiarenome. Mica semplice. Rosatoha già chiesto ai forzisti un’al -ternativa. Ma la prima rispo-sta è stata negativa: “Se toglia-mo Sisto allora dovete cam-biare nome anche voi”. Im-possibile. Ma Rosato insisterà.Vuole mantenere nell’accor -

do i forzisti, temendo che infuturo possano seminare in-toppi nei lavori parlamentari.E negare aiuto nelle votazionipiù delicate D’altronde Fi, pe-rennemente spaccata, sa cheserve un nome alternativo. Incampo c’è il presidente dellaCorte dei Conti RaffaeleSqu itieri , sponsorizzato daGianni Letta e da Pier Ferdi-nando Casini. Ma eleggere unmagistrato nella terna del Par-lamento sarebbe inusuale. Ilcostituzionalista G i ov a nn iGuzzetta sarebbe un nome dipeso, peraltro gradito ai 5Stel-le. Però è stato capo di gabinet-to di Renato Brunetta, oracontestatissimo. Ulterioreproblema: con una nuova ter-na rimarrebbero fuori i centri-sti. Già agitati, in vista del pro-

babile rimpasto. Non a caso,ieri rilanciavano il nome di A-lessandro Pajno, giurista pa-lermitano, vicino a Mattarel-la. Insomma, il quadro rimanecomplicato. “Siamo ancoraappesi ai tormenti del Pd” iro -nizza il senatore Mario Mauro(Gal). Mentre il senatore Pao-lo Corsini (minoranza dem)chiede: “Bisogna allargare ilcampo del dialogo e trovarenomi terzi”. Stamattina as-semblee varie. Poi il voto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Candidati I costituzionalisti Augusto Barbera e Franco Modugno Ansa

I punti

1Oggi alle 19il Parlamentoin sedutaco m u n etornerà al votoper eleggerei tre giudicimancantialla Consulta

2Per l’elezionela Cartap reve d eil quorumdei 571 voti

Dentro e fuoriToninelli (M5S):nessun veto suBarbera. Ma rimaneil no al forzista Sisto

» MARCO PALOMBI

D omenica il governo haconsegnato alla Came-ra il cosiddetto “p a c-

chetto sicurezza”. È un emen-damento alla legge di Stabili-tà, che per questa via si arric-chisce di spese una tantum per2,6 miliardi dopo aver già fattoposto a un paio di decreti (sal-va-regioni e salva-banche) ecentinaia di emendamenti, lapiù parte spesucce per tenerbuoni gli eletti del popolo omarchette vere e proprie. Tipoquesta, firmata dai relatori dimaggioranza, che andrà al vo-to oggi: gli “aeroporti di inte-resse nazionale” non devonosottoporsi a Valutazione diimpatto ambientale (Via), ba-sta che Governo e Regione di-

chiarino la “pubblica utilità” etutto va a posto. L’a m p l i a-mento di quale aeroporto di in-teresse nazionale ha problemicon la Via? A memoria, ci vienein mente quello di Firenze.

Questa legge di Stabilità or-

mai è una barzelletta, mentrei numeri del Documento di e-conomia e finanza (previsionisu deficit, debito, etc) e del Bi-lancio dello Stato 2016-2018sono cambiati a tal punto cheforse era meglio non presen-tarli proprio aspettando che aPalazzo Chigi esaurissero lescorte di fantasia.

Il “pacchetto sicurezza”è laperfetta fotografia del bilan-cio secondo Renzi: vale 2,6 mi-liardi, quasi tutti coperti au-mentando il deficit (quello2016, previsto inizialmente al2,2%, arriverà al 2,4) e dentroc’è di tutto. Alla sicurezza ve-ra e propria, infatti, vanno450 milioni: 150 alla cyberse-cur ity; 50 per la strumenta-zione delle forze dell’o r d in e ;250 in investimenti in difesa e

sicurezza.Il resto è uno scherzo: 630

milioni vanno al fondo “e si-genze indifferibili” del Teso-ro; 50 milioni alle borse di stu-dio; 19 milioni a sostenere ilsettore aerospaziale; 500 mi-lioni agli interventi urbanisti-ci nelle periferie; 290 milioniper dare un bonus da 500 euroa chiunque compia 18 anni nel2016 e voglia comprare libri,musica, film, etc; 15 milioniper sgravi fiscali a chi installaun sistema d’allarme in casasua; 17 milioni per le “ricercheastronomiche nell’e mis fe roaustrale”; 15 milioni per daremille euro agli allievi dei con-servatori che devono com-prarsi uno strumento e 110 mi-lioni per il 2 per mille Irpef alleassociazioni culturali. E poi

c’è la chicca: 500 milioni perun bonus da 960 euro nel 2016a forze dell’ordine, militari,vigili del Fuoco e capitaneriedi porto. Insomma tutti.

Tutte queste, per Renzi, so-no spese straordinarie controil terrorismo; la CommissioneUe invece, che non ha sensodell’umorismo, a marzo ci im-porrà una manovra corretti-va. La cosa curiosa è che que-sta roba ha avuto la “bollina-t u r a” della Ragioneria gene-rale dello Stato: quell’organoche l’anno scorso, per man-canza di coperture, impedì diandare in pensione a qualchemigliaio di professori bloccatial lavoro da un errore nellalegge Fornero. Non è una bar-zelletta?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Come tutti figli chiedevo aiuto a papà, manon sapevo che pagasse la Lega”. Riccar-

do Bossi, primogenito di Umberto, si è difesocosì ieri durante il processo con rito abbre-viato e quindi a porte chiuse, dove è imputatodi appropriazione indebita. Secondo la Pro-cura di Milano, infatti, avrebbe fatto spesepersonali con i soldi del partito. Denaro en-trato nelle casse della Lega attraverso i rim-borsi elettorali. Riccardo Bossi “non si è mairivolto alla Lega per avere quei soldi, ma li hachiesti al padre, tramite la segretaria Lore-dana, solo per il 2011 e pensava fossero soldi difam iglia”, ha sostenuto invece l’avvo catoFrancesco Maiello. Quantoall’emolumento mensile di3.200 euro ricevuto dal par-tito, il primogenito del Sena -tur, che all’epoca dei fatti a-veva più di 30 anni, ha dettodi aver “perso” il contratto edi essere stato pagato in con-tanti e ha riconosciuto di a-ver ricevuto soldi nel 2011ma anche nel 2010 e 2009.

PER DIMOSTRARE la propria tesi, RiccardoBossi, con il suo legale, ha depositato ancheuna serie di documenti “che avrebbe dovutoprodurre il pm”, ha sottolineato l’avvocato, eche “riguardano le sue fonti di reddito”. L’in -terrogatorio di Bossi è durato circa un’ora emezza. Al giudice e ai pm Paolo Filippini e Ro-berto Pellicano, titolari dell’indagine sui contidel Carroccio, ha ribadito di non aver mai ri-cevuto soldi dall’ex tesoriere Francesco Bel-sito. Ora Riccardo Bossi lavora per un’aziendaestera che tratta petrolio. Al primogenitodell’ex leader della Lega sono stati contestatespese personali attorno ai 158.000 euro, de-naro usato per pagare anche “il mantenimen-to dell’ex moglie”, “l’abbonamento dellapay-tv”,“luce e gas”e anche il “veterinario peril cane”. Si ritorna in aula il 10 febbraio. Oggi,intanto, riprende il processo con rito ordina-rio in cui sono imputati Umberto Bossi, il fi-glio Renzo e l’ex tesoriere Belsito.

D. M .© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Bossi

Bossi jr: “C h i e d evoa papà, non sapevoche pagava la Lega”Riccardo, figlio del Senatur, spiega inaula come ottenne oltre 150 mila euro.È accusato di appropriazione indebita

A TORINO PER BENEFICENZA

Il sindaco Fassinofa il Babbo Natale:e il web sorride

q PIERO FASSINO nei panni di BabboNatale per beneficenza. E il web sorri-

de. Domenica il sindaco di Torino ha parte-cipato a un evento per i bambini ricoveratiall’ospedale infantile Regina Margherita diTorino. Circa 16.500 partecipanti, travestitida Santa Claus si sono riuniti per raccoglierefondi utili all’acquisto di un simulatore per larisonanza magnetica. Il primo cittadino ha

concesso soltanto il tradizionale cappellorosso, ma tanto è bastato per far partire l’i-ronia sui social. L’iniziativa, alla quale Fassinoha preso parte nello stesso giorno in cui haannunciato la sua ricandidatura per il Partitodemocratico nella corsa alle comunali, è sta-ta organizzata dalla Fondazione Forma, e haraccolto oltre 20mila euro nel corso dellamattinata; per sostenerla è ancora possibile

acquistare gli abiti nei negozi aderenti, indi-cati sul sito della fondazione. L’obiettivo èquello di rendere la risonanza magnetica unesame più “a misura di bambino”, per ridurrela paura e la percentuale di sedazione allaquale i piccoli vengono spesso sottoposti pri-ma della tac. A mezzogiorno, si sono aggiuntial raduno anche circa 4mila motociclisti par-titi dal Mirafiori Motor Village. (Tw i t te r )

AllegriaLa Ragioneria “bollina ” tutto, 2 decreti infilati in manovra, il Bilancio scritto sulla sabbia

LA BARZELLETTA CHIAMATA STABILITÀIL COMMENTO

FIORDA FIORE

C’è un emendamentoper aggirare le normeambientali a Firenze( l’aeroporto è a rischio)Renzi dà il bonussicurezza pure a vigilidel fuoco e militari

Ragioniere generale dello Stato:Daniele Franco, ex Bankitalia Ansa