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Numeri da capogiro, interessi e segreti. Bonaccorsi: «Adesso parlo io» Anno XXI - numero 6- DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS DISTRIBUZIONE FREE PRESS FOND FOND FOND FOND FONDATO D O D O D O D O DA CARMEL A CARMEL A CARMEL A CARMEL A CARMELO PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO O PITROLINO 1 LUGLIO 2015 1 LUGLIO 2015 1 LUGLIO 2015 1 LUGLIO 2015 1 LUGLIO 2015 servizio a pag. 8 a cura di Fernando Massiomo Adonia pagina 5-6 a pag. 2 NICOLOSI MERCATONE UNO «I negozi sono stati svuotati. Scettici sul rilancio» Roberta Fuschi a pag. 4 Enrico Sciuto a pagina 7 . GIARRE Maria Bella a pag. 9 TRA LE TOSSINE Sull’Etna in mountain bike, tra bellezze e schifezze! ® Maria Bella a pag. 9 RIPOSTO Lo scandalo sul servizio di pulizia del litorale, 4 indagati ANTIRACKET Certezza della pena, l’obiettivo di Confcommercio a pag. 2 Incuriositi dalle polemiche che hanno caratterizzato i giorni precedenti l’apertura, abbiamo deciso di concederci una lunga e accurata visita all’Expo di Milano. Il nostro inviato speciale Nunzio Condorelli Caff , dopo essersi introdotto tra i padiglioni, ci racconta la sua esperienza arricchita da alcune interviste a produttori siciliani Roberta Fuschi a pag. 3 PFIZER Focus sulla crisi del settore farmaceutico etneo Lo scandalo sulle aree industriali e le bonifiche fantasma Il nostro giornale ve le mostra in esclusiva

Luglio 2015 - Paesi Etnei Oggi

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Paesi Etnei Oggi N. 6 di Luglio 2015

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Numeri da capogiro,interessi e segreti.Bonaccorsi: «Adesso parlo io»

Anno XXI - numero 6- DISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESSDISTRIBUZIONE FREE PRESS FONDFONDFONDFONDFONDAAAAATTTTTO DO DO DO DO DA CARMELA CARMELA CARMELA CARMELA CARMELO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINOO PITROLINO 1 LUGLIO 20151 LUGLIO 20151 LUGLIO 20151 LUGLIO 20151 LUGLIO 2015

servizio a pag. 8

a cura di Fernando Massiomo Adonia pagina 5-6

a pag. 2

NICOLOSI

MERCATONE UNO

«I negozi sono statisvuotati.

Scettici sul rilancio»Roberta Fuschi a pag. 4

Enrico Sciuto a pagina 7

.

GIARRE

Maria Bella a pag. 9

TRA LE TOSSINE

Sull’Etna inmountain

bike, trabellezze

e schifezze!

®

Maria Bella a pag. 9

RIPOSTO

Lo scandalo sul servizio

di puliziadel litorale,

4 indagati

ANTIRACKET

Certezza della pena,l’obiettivo

di Confcommercioa pag. 2

Incuriositi dalle polemiche che hanno caratterizzato i giorni precedenti l’apertura, abbiamo deciso di concederci unalunga e accurata visita all’Expo di Milano. Il nostro inviato speciale Nunzio Condorelli Caff , dopo essersi introdotto tra i

padiglioni, ci racconta la sua esperienza arricchita da alcune interviste a produttori siciliani

Roberta Fuschi a pag. 3

PFIZER

Focus sullacrisi delsettore

farmaceuticoetneo

Lo scandalo sullearee industriali

e le bonifichefantasma

Il nostro giornale ve lemostra in esclusiva

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Sentieri come questi sono un mu-seo libero e aperto delle passate tra-dizioni di un intero popolo, di comegli antichi abitanti della Sicilia utiliz-zassero il territorio, quale fossero laloro alimentazione e lo stile di vita,sentieri affascinanti e potenzialicome il “Saltzkammergut” che inAustria richiamano milioni di visita-tori e bikers, e che invece in Siciliasono oggetto dell’inciviltà di molti.

Sotto un enorme frassino, l’albe-

r od e l l a

manna, sivedono sono spar-

si resti di picnic: piatti di plastica spar-si, bicchieri, pellicole, buste interedivelte da cani o volpi in cerca dicibo; non mancano nemmeno fri-goriferi, residui edili, tegole, secchidi colore per la pittura murale, smal-ti con acqua raggia, poi vestiti, teli,tessuti, amianto, sedili di auto, resi-dui di cavi elettrici, pannelli vari, co-pertoni, vetri e telai di motorini.

A un certo punto su via Monta-nello, una strada asfaltata a monte

HINTERLANDHINTERLANDHINTERLANDHINTERLANDHINTERLAND

Da qualsiasi parte la si guar-da, è sempre bella. Alta emaestosa, mitica e misti-

ca. L’Etna è il più alto vulcano attivod’Europa, raccoglie almeno mezzomilione di visitatori l’anno da tutto ilmondo e ha una biodiversità florea-le e faunistica unica per un territoriotermofilo. Per ogni siciliano che laammira è a Muntagna!

In una tiepida giornata tardo-pri-

maverile di giugno, Paesi Etnei Oggiè andato a scoprire uno dei suoi tantisentieri, detto “ruote di carretto”, si-tuato sul versante sud, accompagna-to da una guida d’eccellenza, il gior-nalista Antonio Condorelli, collabo-ratore di trasmissioni nazionali comeReport (si ricordi la puntata intitola-ta I viceré sulle tematiche più caldeche hanno interessato e interessanola città di Catania), l’Aria che tira(La7), nonché responsabile per Ca-tania del quotidiano on line LiveSi-cilia. Condorelli, peraltro, iniziò lasua carriera proprio su questo men-sile, sotto la guida del suo fondatore

Nicolosi, nostra passeggiata insieme ad Antonio Condorelli, coordinatore di LiveSiciliaCatania

Sull’Etna in mountain bike, tra bellezze e schifezze!

Carmelo Pitrolino. Per la passeggia-ta ci consiglia acqua, una buona

mountain bike ammortizzata, e l’im-mancabile macchina fotografica.

A circa 1.000 metri inizia il trattosterrato. Un percorso bellissimo, im-

merso fra ginestre, querce, pini, ba-golari, antichi frutteti abbandonati,vigneti curatissimi, castagni. Le traz-zere mantengono ancora oggi perlarghi tratti la antica pavimentazio-ne “antisdrucciolo” in pietra la-vica grezza; mentre le anti-che mura a secco, identi-ficative delle varie pro-prietà, sono oggi ca-denti e divenute rifu-gio di insetti, volpi,conigli e serpenti, ericoperte da unvelo di muschio.Numerose poi lecasupole che si in-contrano lungo ilsentiero formate dauna cucina esterna,la cisterna sotto l’uni-ca stanzetta intonacatadotata di una mensola aparete, una nicchia-altarinoe la finestra a ovest o a sud,

piccola rispetto i moderni canoniedilizi, fatta in pietra a secco, ancorain piedi nonostante abbiano persoda lustri il tetto.

“Da secoli si dibatte nelmondo su quella che dovreb-be essere la funzione dellapena sentenziata nei confrontidi chi abbia violato le regole dicivile convivenza, che sono labase stessa su cui si fonda l’esi-

stenza dello Stato. In Italia, dadecenni, vige il sacro principiodella funzione rieducativa del-la pena, affermazione più diprincipio che altro, vista la con-dizione delle carceri italiane”.A fare un attenta analisi sul

tema della giustizia e sulla cer-tezza della pena, è Pietro Agenpresidente di ConfcommercioSicilia.

“I ripetuti interventi di con-danna da parte della Comuni-tà Europea delle condizioni didetenzione - commenta Agen- hanno portato non già, come

sarebbe statoauspicabile, aforti investi-menti nell’edi-lizia carceraria

ed alla indi-v idua -

zioned ipenea l -

ternative al carcere, sul mo-dello americano, per reati so-cialmente meno pericolosi, mapiuttosto alla ripetizione cheormai rischia di divenire siste-mica di interventi legislativisvuota carceri, utilizzando am-nistie ed indulti non come attoeccezionale di benevolenzama semplicemente per giunge-re al rispetto di alcuni parame-tri fissati dalla Comunità Euro-pea per evitare che la carcera-zione si trasformi in vera e pro-pria barbarie.

Tutto questo è avvenutoperò – aggiunge Agen - e il fat-to è di rilevantissima importan-za, senza tener in alcun contole ripercussioni che si sareb-bero determinate sulla popo-lazione che giorno dopo gior-no vive momenti di crescente,giustificata, insofferenza. Cosa

Pietro Agen:”Mandato al coordinatore provinciale del sistema antiracket Claudio Risicato per avviare una raccolta firme”

Certezza della pena, l’obiettivo della Confcommercio etneapossiamo dire – si chiede il nu-mero uno di ConfcommercioSicilia - all’imprenditore che hafatto arrestare l’estortore ol’usuraio e che si trova lo stes-so soggetto, il giorno dopo, da-vanti l’azienda? Cosa dire a chisubisce quotidiani piccolo fur-ti, spesso impuniti nonostantel’impegno delle forze dell’or-dine? Che dire a chi vede inlibertà il rapinatore recidivo, achi comincia ad avere pauradavanti a delinquenti semprepiù aggressivi ed ormai consa-pevoli del fatto che fra atte-nuanti, sconti di pena per buo-na condotta, amnistie ed altroancora, per un reato che pre-vede anni e anni di carcerepotrebbero ritornare liberidopo pochi mesi sempre chenon ottengano, subito, gli ar-resti domiciliari?”.

Secondo il presidente diConfcommercio Sicilia, tuttociò ha inevitabilmente delleconseguenze anche sull’econo-mia: “Non è facile dare rispo-ste, la fiducia degli imprendi-tori - sottolinea Agen - sta ri-tornando ai minimi storici, e senon si interviene con urgenzala situazione potrebbe degene-rare, perché anche la pazien-za ha dei limiti”.

La confederazione deicommercianti, in tal senso, hafatto la sua parte: “Il mondodell’antiracket di Confcom-mercio ha seguito con preoc-cupazione l’evolversi della si-tuazione - continua Agen - enel corso dell’ultima riunio-ne ha dato mandato al coor-dinatore provinciale ClaudioRisicato di avviare, con il sup-porto del nostro pool di le-

gali, una raccolta firme, per-ché si giunga finalmente aconseguire l’obiettivo di quel-la che sinteticamente defini-remo la certezza di pena”.

Il desiderio è quello di unanormale gestione delle penein un sistema democratico:“Non chiediamo nulla se nonessere garantiti, capiamo cheè giusto aiutare chi commetteun errore, capiamo che biso-gna aiutare chi ha sbagliato areinserirsi e in tal senso chie-diamo – conclude PietroAgen - non leggi straordina-rie, ma semplicemente fer-mezza e giustizia nei confrontidi chi ha scelto di vivere al difuori delle regole che permet-tono ad una società di defi-nirsi civile. Non vendetta magiustizia, quella vera, ancheper le vittime”.

Serra Pizzuta, l’aria si fa pesante… èmezzogiorno, ma non è afa. È unodore acre e urticante, velenoso, ir-respirabile, che si diffonde in tuttal’ambiente senza capire da doveprovenga. Entriamo in un’altra traz-zera e improvvisamente ci troviamodavanti a due fusti di metallo gettatia terra dai quali si solleva un fumobiancastro, pestilenziale. Non riuscia-mo a capire di cosa potesse trattarsi,ci allontaniamo subito a gran velo-

cità, non volendo oltre indugiare vi-cino a queste esalazioni.

Come si può ridurre un territoriocosì splendido in una discarica?Come possono gli stessi abitanti av-velenare la propria vita e condan-

nare quella dei propri figli, nipoti epronipoti per un misero guadagnoimmediato o per non portarsi dietroun sacchetto dopo aver festeggiatoun giorno all’aria aperta?

L’anno dopo chi torna trova glistessi rifiuti solo impolverati; quelfrutto di una ricchezza immeritatapermarrà su quel suolo per millennisciogliendosi lentamente e filtrandonella falda sottostante, la stessa ac-qua che gli stessi autori del gestoincivile utilizzerà al mattino per la-varsi i denti o sciacquarsi il viso, percuocere la pastina alla figlioletta eper irrigare le lattughe e i pomodoridel proprio orto, garantendo l’assi-milazione di quelle sostanze tossi-che che si credeva di aver dimenti-cato lassù in montagna, in un gior-no di allegria.

Con Condorelli – che vive fra Pa-lermo, Roma e Catania – al terminedell’emozionante giro, felici per illungo e divertente percorso affron-tato, ma umiliati davanti all’inciviltàdi nostri conterranei (gli stessi chemagari non perdono occasione perosannare la bellezza e ribadire l’af-fetto per a Muntagna, dimentican-dosi di essere stati i primi a offen-derla) ci siamo guardati e mi ha det-to: “Scrivi quello che hai visto, rac-contalo! Fai sapere e vedere comestiamo riducendo il tesoro ricevutodai nostri padri in una discarica peri nostri figli. Il rischio è che stiamoper arrivare a un punto di non ritor-no!”.

Salendo dai pini si costeggia l’antico monastero deiBenedettini detto San Nicola l’Arena, oggi sede del

parco dell’Etna, dove si iniziano a intravederestrani cumuli ai bordi della strada, qua e là

qualche poltrona e resti di copertoni….

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www.paesietneioggi.it 3LLLLLAAAAAVVVVVOROROROROROOOOO

Il vento della crisi non risparmia il settore farmaceutico etneo. Lo dimostra-

no i diciotto lunghissimi giornitrascorsi dai lavoratori del labo-ratorio di tossicologia Myrmexsul tetto dello stabilimento.Un’immagine nitida di quella cheè diventata la zona industriale ca-tanese, fotografia sbiadita dei fa-sti del passato.

L’INCOGNITA

Oggi è crisi nera e del domaninon v’è certezza. C’è una grossaincognita che si chiama Pfizer,casa madre di Myrmex prima della cessionedi ramo d’azienda. Il colosso farmaceutico astelle e strisce, infatti, stando a quello chedicono i sindacati, si potrebbe a breve tro-vare al

centro di un “processo di smantellamen-to graduale”. All’origine della denuncia c’è

un campanello d’allarme ben preciso. E’ dasette mesi, infatti, che la produzione del Ta-zocin, farmaco di punta dello stabilimentoe t - neo, è stata interrotta e

non ci sono notizie certesulla data di ripresa.

I SINDACATI

Ad oggi, le richiesteavanzate dai sindacaticirca la situazione dellostabilimento rimango-no senza risposte chia-re. “Dal lontano 2009,da quando cioè è stataannunciata e poi attua-ta l’acquisizione, a li-vello mondiale, diWyeth da parte di Pfi-zer, noi abbiamo de-nunciato costante-mente la nostra pre-occupazione verso

quello che si delinea come un processo didisimpegno della multinazionale america-na dal territorio catanese”, argomentano i

sindacati con unanota. La paura èche si arrivi a un al-tro caso Myrmex. Equi si apre unagrossa incognitasoprattutto allaluce degli ultimisviluppi dellavertenza. Primadi ripercorrere letappe che han-no segnato lavita dei sessan-tanove dipen-denti e dellostabilimento, però, bisogna

premettere che la situazione è fluida e incontinua evoluzione. Tutto inizia nel 2011quando la Wyeth cede il laboratorio (“cheaffonda le sue radici in cinquanta anni diattività scientifico operativa prima comeCyanamid, poi come Wyeth e poi, ancora,come Pfizer”) alla Myrmex a un prezzo sim-bolico del compendio pari ad un euro, spo-stando fuori dalla casa madre Pfizer l’interastruttura e i suoi dipendenti. L’accordo è dinon dichiarare lo stato di crisi e non avviarenessun licenziamento collettivo o individua-le nei ventiquattro mesi successivi. Anche laRegione chiede un impegno rispetto al man-tenimento dei livelli occupazionali per unperiodo di tre anni. Nonostante i progetti incampo, inizia un lento declino. Un progettoda finanziare con accordo di programma chenon va in porto e “un rimpallo di responsa-bilità” tra azienda e Regione che, scrivono isindacati, “si scontra non solo con il perico-loso trascorrere del tempo, senza che i lavo-ratori potessero essere impegnati a pienoregime (i tre milioni di finanziamenti euro-pei percepiti non sono stati investiti su atti-vità di ricerca pro medicina rigenerativa), maanche, a partire dal 2014, con dubbi da

• Antinfettiva• Cardiovascolare• Dermatologia• Dolore e infiammazione• Emofilia• Endocrinologia• Ipertensione Polmonare• Oftalmologia• Oncologia• Respiratoria• Reumatologia

AREE TERAPEUTICHE

fonte: www.pfizer.it

parte della RegioneSicilia sulla stessa delibera regionale appro-vata sotto la precedente presidenza”.

LO SPRETTO DELLACASSA INTEGRAZIONE

Poi nel 2014 si dichiara la chiusura dellaboratorio: per i dipendenti si concretizzalo spettro della cassa integrazione. A febbra-io del 2016 se non si mette in campo nes-sun intervento, i dipendenti saranno ufficial-mente senza occupazione. In tal senso, i gior-ni della protesta si sono caratterizzati da unappello al governo regionale (che a un certopunto si è impegnato a intervenire) e all’ese-cutivo nazionale. A un certo punto, sospesala protesta, ai lavoratori, però, arriva unacomunicazione. Sono richiamati a lavoroper un mese per un progetto di ricerca (fi-nanziato con i PON) della durata di unmese. L’idea è di svolgere i lavori all’inter-no dell’Istituto oncologico del Mediterra-neo di Viagrande, partner del progetto,perché i locali del laboratorio sarebberoritenuti “non idonei”. Dura la presa di po-sizione del sindacato. “Spremuti sino all’ul-

timo per ottenere finanziamenti pub-blici: è la prova che sarebbe possibilecontinuare la ricerca di eccellenza a Ca-tania, ma è anche la dimostrazione chenon si vuole mantenere in vita il labora-torio Myrmex”, scrivono i sindacati cheindicono subito altri momenti di prote-sta. I primi di una lunga serie finché qual-cosa non cambierà. Il conto alla rovesciaper salvare il laboratorio è iniziato.

L’INCONTRO RINVIATO

Il rinvio (a data da destinarsi) del tavoloal Ministero dello Sviluppo Economico, pre-visto per il 24 giugno, lascia l’amaro in boc-ca a sindacati e lavoratori che avevano giàmal digerito l’assenza dei vertici aziendali

annunciata nei giorni precedenti.

Pfizer, focus sulla crisidel settore farmaceutico etneo

Al centro della vicenda l’interruzione della produzione del farmaco Tazonic

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Mercatone Uno, il punto venditaetneo abbassa le saracinesche. I ver-tici aziendali parlano di “chiusuratemporanea”, ma i nodi da districa-re non sono pochi. Dopo mesi diproteste, i novantanove lavoratori

HINTERLANDMercatone Uno: il punto vendita di Misterbianco abbassa le saracinesche. Testimonianza di un licenziato

«I negozi sono stati svuotati. Scettici al rilancio»del punto venditadi Misterbiancoassistono così allachiusura del ne-gozio. Una realtàdal 15 giugno, magià ipotizzabiledal dispiegarsi diuna situazione (larichiesta di acces-so al concordatopreventivo pertrentacinque ne-gozi dislocati lun-go il territorio na-zionale) che havisto l’azienda,

leader nel settore della distribuzio-ne di mobili e complementi d’arre-do, organizzare in quattro e quat-tr’otto una svendita al settanta percento in diversi punti vendita, com-preso quello di Misterbianco. Ridu-

zione del fatturato e crisi hanno de-terminato la decisione del gruppoMercatone Uno con conseguenzedirette su due dei tre punti venditasiciliani: Carini e Misterbianco. Unacrisi, va detto, che affonda le radici

in un tempo più lontano e inizia con“la solidarietà” per diversi dipenden-ti dei punti vendita interessati. Vanes-sa Marino, Rsu della Cgil etnea e di-pendente del negozio di Misterbian-co, ripercorre le tappe della verten-za.

Da oggi punto vendita di Mi-sterbianco è temporaneamentechiuso. Questo è l’epilogo diuna situazione che ha originilontane. No?

Sì. Tutto iniziò circa tre anni faquando arrivarono i contratti di so-lidarietà.

Ripercorriamo tutte le tappedella vicenda.

Circa tre anni fa l’azienda inizio adare segni di crisi a livello nazionale.Per non chiudere hanno iniziato adapplicare i contratti di solidarietà conpiccole percentuali. Gli anni passa-vano e le percentuali aumentavano.

Ci dicevano che i soldi risparmiati sa-rebbero serviti per il rilancio del-l’azienda. Era un modo per ammor-tizzare i costi e avviare la ripresa.

Il rilancio c’è stato?Sì, tanto che molti punti vendita

sono stati ristrutturati; solo che pocodopo si è arrivati a chiedere il con-cordato preventivo. Questi soldi cre-do siano rimasti in azienda.

Quando si è arrivati al con-cordato?

A gennaio del 2015 siamo entra-ti in concordato preventivo con ladicitura che trentacinque punti ven-dita sarebbero stati chiusi e i restanti(una quarantina) dovevano restareaperti. Il negozio di Misterbianco, sepure ristrutturato, non serviva più.Tempo dopo abbiamo appreso del-la svendita, appena tra giorni primadella stessa. Il primo aprile, invece,siamo andati a Roma per un incon- Roberta Fuschi

Proseguono i lavori stradaliin via Sgroppillo, l’importantearteria stradale al confine tra ilterritorio di San Gregorio e quel-lo di Catania. Iniziati quattromesi fa, l’obiettivo degli interven-ti è quello di realizzare un allar-gamento del tratto stradale e unafognatura delle acque bianche,così da garantire una maggiorsicurezza e viabilità.

Finora si è lavorato sul pri-mo tratto, dalla rotatoria di viaNizzeti fino all’altezza del rifor-nimento di al civico 25. Qui, l’im-presa “Girasole” del Consorzio“Ciro Menotti” ha già creato di-verse parti dell’imponente tuba-tura fognaria ed i muri di conte-nimento, passando per l’allarga-mento della rete stradale di al-cuni tratti.

Le tempistiche rispettate han-no finora soddisfatto il vicesin-daco di San Gregorio Ivan Albo,il quale in qualità di assessore ai

Lavori Pubblici ha finora segui-to ogni passo compiuto, infor-mando i residenti, i commercian-ti e tutti coloro che transitano perquella zona attraverso un capil-lare sistema informativo, in locoe sui social network, così da con-tenere i disagi per automobilistie residenti.

«Cantiere Via Sgroppillo rap-presenta per noi un’occasioneunica di sviluppo della zona suddel nostro territorio, pertanto ilprogetto mi ha visto impegnatosin dal mio insediamento, affin-ché finalmente iniziassero i la-vori di ampliamento di questastrada che attendevamo da 40anni».

Queste le parole dell’avvo-cato Albo, che segue il progettosin dal 2008, anno in cui ven-nero approvati in Consiglio co-munale i lavori di allargamen-to di via Sgroppillo. «All’epocarivestivo la mansione di consi-

gliere comunale – ha specificatoAlbo – ma poco nulla si è fattoper portare avanti il progetto,fino a quando col mio insedia-mento in qualità di vicesindacoe assessore al ramo si sono po-tute gettare le fondamenta per-ché venisse realizzato il sognodecennale di vedere riqualifica-to l’intero territorio sangregore-se della zona sud, con tanto distrada a dimensione pedonale,maggiore viabilità e una fogna-tura per le acque bianche».

Albo ha poi dichiarato che«l’allargamento finora ha interes-sato i circa 950 metri nel trattocompreso tra la rotatoria di viaNizzeti e l’innesto con la via Co-lombo, ove alla fine verrà realiz-zata una rotatoria e verrà con-sentita la viabilità anche in que-st’ultima via, da sempre chiusaal traffico veicolare, migliorandoil quartiere, rendendolo sicuroe percorribile a piedi, raddop-

piando la strada e sostituendo ilvetusto impianto d’illuminazio-ne». Per le prossime settimaneAlbo ha indetto una riunionecon gli enti interessati e l’impre-sa presso i locali della delega-zione comunale in largo Migne-mi, al fine di stabilire le prossi-me scadenze del cantiere, non-ché la viabilità alternativa nelsecondo tratto alla chiusura,dando tempi certi all’utenza e aicittadini sulla riapertura dellastrada, prima che il nuovo annoscolastico cominci.

«La mia politica mi porta adessere metronomo nella veloci-tà del cantiere – ha conclusoAlbo – affinché i cittadini e le at-tività commerciali possano co-noscere sempre i tempi che li

In merito a quanto dichiarato dal Presidente del Consigliocomunale di San Gregorio, Salvo Cambria, circa le nuovedirettive generali del Piano regolatore generale (Prg), l’archi-

tetto Giuseppe Sottile ha voluto fare chiarezza. All’interno dellaversione cartacea di Paesi Etnei Oggi (numero di maggio), Cambriaaveva sostenuto come «se oggi subiamo il commissariamento delPrg è anche causa del lavoro di Sottile, all’epoca dei fatti assessore».

Alla luce di quanto asserito, l’architetto Sottile ha voluto specifi-care che «si ravvisa la palese infondatezza della suddetta dichiara-zione a opera dell’attuale Presidente del Consiglio, certamente alsolo fine di screditare colui che ha invece adempiuto con correttez-za e puntualità». Il consigliere di opposizione ha poi aggiunto che«maggiore avvedutezza da parte di Cambria avrebbe consentito diappurare che la mia persona, nella veste di assessore all’Urbanisti-ca protempore, aveva depositato la puntuale proposta di DirettiveGenerali per la revisione del P.R.G. con propria nota Prot.n. 11614del 21 Giugno 2011, indirizzata al Presidente della CommissioneUrbanistica ed alle altre figure istituzionali dell’Ente, affinché si av-viassero celermente le procedure di rito ed in forma partecipata.Tuttavia di lì a pochi giorni il mio incarico giunse a termine – haconcluso Sottile - giusta determina sindacale di revoca della interaGiunta n.68 del 26 Luglio 2011, dunque rimane chiarita in manie-ra documentabile ed inconfutabile la mia assoluta estraneità, poli-tica e procedurale, a quanto impropriamente sollevato da Cambria,sin dalla data del 26 luglio 2011 ad oggi».

tro che l’azienda ha disertato. Poil’undici di maggio c’è stato un nuo-vo incontro per firmare la cassa inte-grazione.

Per i lavoratori di tutti i tren-tacinque punti vendita?

Alla fine hanno salvato in extre-mis sette negozi, ma non so con qua-le criterio. Gli altri ventotto momen-taneamente verranno chiusi, si pa-venta un rilancio nel mese di set-tembre per almeno quattordici ne-gozi.

Voi credete a questo impe-gno?

No, purtroppo no. Perché sappia-mo che l’azienda ha problemi di li-quidità e non capiamo come saràpossibile recuperare dopo gli effettidelle svendite. I negozi sono statisvuotati e un recupero comportereb-be un esborso notevole di denaro.

separano dalla fine dei loro di-sagi».

Non sono mancate in questimesi le critiche da parte dell’op-posizione, nate secondo Albo«per il solo scopo di ricercarevetrine mediatiche, dal momen-to che lo stato dei lavori dimo-stra che si sta operando per ilverso giusto». Per il vicesindacoalimentare disagi infondati èinopportuno: «Ho garantito ainostri concittadini di entrare acasa in ogni momento senzaostacoli e ai commercianti di ri-cevere i propri clienti con op-portuna segnaletica, non dimen-ticando di informare tutto il re-sto della comunità su come rag-giungere la zona e la scuola».

Francesco Patti

Il consiglio comunale ha no-minato di recente il collegiodei revisori dei conti ed ecco

che, dopo qualche giorno, è scop-piato il caso intorno alla stessa ele-zione. E’ accaduto che un compo-nente del collegio dell’importanteorgano di vigilanza contabile (com-posto dal presidente Salvatore Pari-si e dai componenti Marcello D’Ami-co e Salvatore Di Gregorio) si è di-messo per “motivi personali”, comelo stesso componente dimissiona-rio ha scritto nell’atto con il quale hacomunicato la rinuncia al mandato.Si tratta del dottor Salvatore Di Gre-gorio che si è dimesso già da unmese. Da allora l’esperto contabilenon è stato ancora sostituito e il pre-sidente del consiglio Salvo Mavilla,

intervistato dal nostro giornale, chie-de a gran voce nuove elezioni al finedi sostituire il terzo revisore mancan-te.

“Non comprendo il motivo – hadetto il presidente dell’Aula Mavilla– per il quale, trascorsi 30 giorni dalledimissioni del componente del col-legio dei revisori dei conti, l’ammi-nistrazione comunale non abbia an-cora provveduto a mandare in con-siglio l’indizione di nuove elezioniper sostituire il professionista dimis-sionario.

Il collegio dei revisori dei conti èun importante organo di vigilanzasui bilanci del comune la cui ultimae fondamentale parola spetta sem-pre ai consiglieri comunali che, inqualità di rappresentanti eletti dai cit-

tadini, devono assumersi importan-ti responsabilità sul piano ammini-strativo e contabile. Non vorrei chel’inerzia dell’amministrazione siadettata dai motivi di opportunità –attacca il presidente dell’Aula – perevitare un revisore scomodo”. Im-mediata la replica del primo cittadi-no, l’avvocato Carmelo Galati: ”L’am-ministrazione sta già preparando laproposta di indizione di nuove ele-zioni, sempre a scrutinio segreto, pereleggere il terzo componente delcollegio che andrà a sostituire il pro-fessionista che si è dimesso per mo-tivi personali.

Da parte dell’amministrazionenon c’è alcun interesse ad impedirele libere elezioni da parte del consi-glio comunale. Anzi, il sottoscritto

non ha assolutamente interferito conle decisioni del consiglio. L’organodei revisori dei conti, infatti, è un or-gano di garanzia per le decisioni deiconsiglieri che riguardano tutti gliaspetti contabili, dall’approvazionedei bilanci al piano triennale delleopere pubbliche. Il consiglio è so-vrano ed è stato lasciato libero didibattere sull’argomento.

C’è chi addirittura ha messo indiscussione la stessa validità deicomponenti del collegio dopo le di-missioni del terzo componente e chiha messo in discussione la stessalegge regionale che prevede la com-posizione a tre del collegio contro lanormativa nazionale (Nei comunicon popolazione inferiore a 15.000abitanti, nelle unioni dei comuni e

nelle comunitàmontane la revi-sione economi-co-finanziaria èaffidata ad unsolo revisoreeletto dal consi-glio comunale odal consiglio dell’unione di comunio dall’assemblea della comunitàmontana a maggioranza assoluta deimembri e scelto tra i soggetti di cui alcomma 2. D,lgs 267/2000, ndr) cheprevede invece un organo mono-cratico composto da una sola per-sona. Su questo dibattito l’ammini-strazione ha volutamente lasciato li-bero il consiglio. In ogni caso la so-luzione scelta è la più logica e prag-matica, ovvero lasciare che il consi-

Collegio dei revisore dei conti, si dimette il dott. Di Gregorio: “lascio per motivi personali”

Sant’Agata Li Battiati, i conti non tornano?

Patrizio Nicolosi

Diritto di replica, inerente al nostro articolodi maggio sul Prg di San Gregorio

Sottile a Cambria:«solo inesattezze»

Lavori di via Sgroppillo aSan Gregorio, 4 mesi dopo...

glio elegga non tutto il collegio exnovo ma soltanto il terzo revisoremancante.

Poi, nel corso del dibattito, cia-scun consigliere sarà libero di fare leproposte e le osservazioni che vuo-le, ma l’amministrazione sta comun-que mettendo il consiglio comunalenelle condizioni di votare il terzocomponente che si è dimesso”.

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L’analisi e gli scenari dopo le amministrative nei sette comuni della provincia etnea

La caduta di Firrarello, l’avanzata di Barbagallo e l’impasse del centrodestra

Rischia di essere un caso, se non addirittura una favolapolitica da decifrare con categorie nuove. L’unico consigliere eletto di Noi con Salvini a San Giovanni La

Punta è un iraniano. Per essere più precisi, Giovanni Bottino,classe ’66, è un cittadino italiano ma di origini orientali. I tratti cisono tutti. Ingredienti a dir poco insoliti per una forza politicache si presenta come il prolungamento leghista al Sud. Si ag-giunga poi che della lotta all’immigrazione, i padani, soprattuttonegli ultimi anni, ne hanno fatto un cavallo di battaglia impre-scindibile. Ed è appunto su questi temi che la sinistra antagoni-sta, il 27 maggio scorso, in occasione del comizio puntese delleader leghista, ha indetto una contromanifestazione che ha difatto militarizzato una piazza storicamente aliena a questo tipo ditensioni politiche. Che dire, il caso-Bottino rischia di spiazzare ilpubblico. Non gli elettori, però, che lo hanno voluto sin dentroal Municipio per rappresentare le loro istanze.

«Condivido quello che dice Matteo Salvini sull’immigrazio-ne» taglia corto Bottino. E spiega: «La maggior parte di questepersone non sono rifugiati politici. Anche applicando la legge invigore, si devono attendere trenta giorni affinché le prefetturericonoscano loro lo status di rifugiato. La verità è che rischiano,invece, di rimanere anni e anni qua sulle spalle di noi italiani».

Insomma, il senso d’appartenenza tricolore non manca disicuro. Ma qual è la storia personale del neo consigliere punte-se? «Quando c’era la guerra in Iran, mia madre ha preferito checrescessi in Italia. Arrivai in questo Paese, anche perché avevogià un fratello che faceva il medico a Reggio Emilia».

Oltre alle note amarcord, il caso Bottino si accompagna aun’altra querelle tutta interna alla sezione puntese del movi-mento postpadano. Al centro ci sono gli strascichi del ballottag-gio che ha visto sfidarsi Nino Bellia e Santo Trovato. Al momen-to di scegliere se andare con l’uno o con l’altro, le due liste chehanno sostenuto il candidato Ncs Lorenzo Seminerio hannooptato per due profili differenti. Se da un lato il cartello di Noicon Salvini ha seguito la linea dettata dal segretario nazionaleAngelo Attaguile, quella cioè di non apparentarsi con nessuncandidato al secondo turno; Sicilia Viva, invece, si è spesa perTrovato. E Bottino? E lui stesso a dichiararlo: «Ho sostenutoBellia». E sulla futura condotta in aula fa già sapere: «Valuteròatto per atto cosa votare, la mia linea guida è in favore del benedi San Giovanni la Punta e della cittadinanza».

«Divenisse organico alla maggioranza sarebbe fuori da Ncs»precisa Angelo Attaguile che tuttavia non si scompo-ne più di tanto. «Ma non credo – continua – checi sia questo rischio, dietro al suo impegnoesclusivamente personale durante il ballot-taggio non bisogna vederci alcun caso poli-tico. Dall’altra, non è neanche sensato cheun consigliere comunale entri in aulacon la pregiudiziale del no su tutto.Lui ha l’obbligo invece di sostene-re quelle iniziative che sono coe-renti con la nostra proposta».Insomma, per quanto la situa-zione sia sottocontrollo, un bi-sticcio tutto interno alla sezio-ne puntese è ormai palese. Idue protagonisti però, Botti-no e Seminerio, hanno le ideechiare ed entrambi voglionocontinuare a marciare al fian-co di Matteo Salvini. Primatappa? Il raduno di Pontida.L’unica certezza è che que-st’anno, tra le valli padane, al-meno Bottino c’era.

Giovanni Bottino nuovo consiglieredi S. G. La Punta è iraniano di nascita maitaliano per scelta e dice “stop-immigrazione”

CURIOSITA’

Il consiglierecomunale di MatteoSalvini è un iraniano

so (Forza Italia).San Giovanni la

Punta. L’erede diAndrea Messina èNino Bellia che laspunta su SantoTrovato. Il risulta-to finale è un piùche chiaro53,46% a46,36%. Ma ilcandidato cheha guidatol’amplissimacoalizione dicentro conuno sguardoai moderati el’altro all’areadem, ha sofferto nonpoco prima di gridare vit-toria. Al primo turno è

stato infat-

ti unammanco di soli 58

voti a ricacciargli un urlo in gola.Un fremito che è durato ben quindicigiorni. La mancata presenza dei candi-

dati al consiglio e il duplice apparenta-mento di Santi Trovato con una delleliste di Lorenzo Seminerio (Ncs) e con

È il clamoroso risultato diBronte a scuotere una tor-nata altrimenti priva di acu-

ti. Ci sono voluti, infatti, Graziano Ca-lanna, Anthony Barbagallo e il Partitodemocratico per mandare in soffittal’epoca targata Pino Firrarello. Cade ecambia colore, dunque, uno dei fortinidi Ncd in Sicilia. Un’evenienza che eragià nella logica delle dinamiche politi-che. Tutto ciò, anche se i risultati delprimo turno avevano fatto pensare chela cordata guidata dall’ex senatore edall’attuale sottosegretario all’Agricol-tura, Giuseppe Castiglione, potessecontinuare a governare il paese dei pi-stacchi per altri cinque anni. Il 30,7%di Salvatore Gullotta, contro il 26,8%di Calanna, aveva aperto le porte aun’impresa a portata di mano. E inveceno. Complici una flessione dell’affluen-za dell’11%, gli apparentamenti conNuccio Biuso e Aldo Catania –quest’ultimo vicino a Forza Ita-lia – , e Graziano Calanna(57,5%) è riuscito doveRaffaele Lombardo, cinqueanni fa, non arrivò. Un gran-dinata che fa esultare il centro-sinistra catanese per un risultatoritenuto storico.

Quadro diverso a Tremestieri. Ilcandidato del Pd area Acli-Barbagallo è co-

stretto adarrendersi,per pocopiù di cen-to voti, allacorazzata civi-co-poli t ico-bi-partisan guidatada Santi Rando.Sebastiano Di Ste-fano dovrà passarein rassegna sin dasubito tutte quellesbavature che hanno determinato unasconfitta inoppugnabile anche se dimisura: dall’esclusione della lista uf-ficiale del Pd alla querelle pa-sticciata su di un confrontotra i candidati al ballottag-gio che (e non senza re-sponsabilità di parte)non si è mai celebrato, néin piazza, né in radio, nénelle redazioni dei giorna-li. Certo è che Rando dopola sbornia della vittoria, do-vrà gestire una maggioranza(12 consiglieri su 20) che metteassieme fin troppi leader: Luca Sam-martino (Pd, ex Articolo 4), GiovanniLa Via (Ncd) e le attese del nazionaleSebastiano Caruso, da sempre al fian-co di Salvo Pogliese e Basilio Catano-

Nicola Bertolo (area FI) hannofatto temere per Bellia un sor-

passo che alla fine non c’èsta-

to. La battaglia per Pedara si era chiu-sa prima ancora dell’ingaggio. La scel-ta di Antonio Fallica (72,3%) e dell’exsindaco quasi onnipresente AnthonyBarbagallo di allestire un’alleanza chemettesse assieme Pd, FI e Ncd non halasciato spazio ai rivali. Raccolgonotuttavia un consigliere a testa i cinquestelle di Nuccio Tropi che da candidato

sindaco ha raccolto 11,31%, i po-stleghisti di Gaetano Petralia

(9,37%) e i civici di RobertoLaudani (6,68%). Insom-ma, al Consiglio la mag-gioranza è schiacciante (17a 3). Ma le difficoltà per

Fallica ora rischiano di ve-nire dal suo stesso partito, il

Pd, che ha eletto ben sette con-siglieri. Difficile, nei prossimi cin-que anni, soddisfare le velleità diognuno. Chiamiamoli pure gli ef-fetti collaterali delle grosse coalition.

Toccherà a Luigi Messina il compitodi trascinare Mascali fuori dal pantanodel commissariamento per mafia. In-

tanto la battaglia per l’elezione sì è rivela-ta assai agevole. I quasi 20 punti percen-tuali di distacco sul secondo arrivato, Er-nesto Pino, fermo al 18,97%, hanno resolo spoglio assai oleato. La ricetta del neo

sindaco? «Il rilancio del turismo». Salen-do verso l’Etna, a Milo è vittoria netta

di Alfio Cosentino (54,5%) su di unaltro Alfio, Cavallaro, che racco-

glieva l’eredità dell’uscenteGiuseppe Messina. Sul ver-

sante nord, invece, è pie-na continuità a Mania-ce. Il vice di SalvatorePinzone, Antonio Can-tali (52,5%), stacca dinetto Salvatore Galati(24,4%) e Salvatore Be-vacqua (23,09%). Machi pensava che l’ex sin-daco uscisse di scena sisbagliava di grosso. Perlui ha avuto inizio unanuova esperienza, quel-la cioè di presidente delConsiglio comunale. Ilsegnale di Pinzone allacittà è forte e chiaro, edè quello che il capo diManiace è e resta lui.

IL PUNTO

Il Pd esulta, ma nontrionfa. È la sconfitta diSebastiano Di Stefano,con le ombre ad essacollegata, a guastare la

festa. Ci sono poi i dati sulle liste che nonaiutano affatto a comprendere il trand de-mocratico. Al netto ovviamente dell’exploittutto barbagalliano del partito a Pedara, ela tenuta a Bronte, c’è che il risultato pun-tese appaia al quanto imbarazzante. Pro-prio lì dove vince il candidato sostenutodal Pd, la lista resta sotto lo sbarramento.Ma il punto sostanziale è tuttavia un altro.Mai come in questa tornata amministrati-va si affermano i ras, che indipendente-mente dal colore della tessera, riescono arompere e ricomporre equilibri. Il caricodel deputato Ars Luca Sammartino del Pd(ex Articolo 4 ed ex Udc) sulla vittoria diRando a Tremestieri e il peso crescentedell’ex sindaco di Pedara (oggi Pd, primaMpa, prima ancora Udc e all’origine Fgci)su tutta la provincia, sono indicativi. In-somma, questa volta si è registrato un ec-cesso di civismo che rischia d’essere solodi facciata.

Vince il territorio, questo sì. Chiamia-molo pure il successo del “chilometrozero”, che però non è sempre sinonimo diqualità. Insomma, il valore dei partiti è sem-pre più relativo alle Amministrative. Undato né buono, né cattivo, ma che ha comerisultante l’omogeneità, quasi indistingui-bile, delle proposte in campo. Davanti atutto questo, stavolta, il centrodestra hascelto un mimetismo che non ha giovato atanto e che segna una empasse strategicache non aiuta a comprendere il quadrogenerale. Cominciano a brillare, invece, lestelle del movimento di Grillo, ma non asplendere.

POLITICA ETNEA

di Fernando Massiomo Adonia

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«Contrariamente a quanto predet-to da qualche, scusando l’espressio-ne, sfigato uccello del malaugurio, ilcentrodestra ha dimostrato di esse-re assolutamente competitivo quan-do è compatto, basti pensare a quan-to è successo in Liguria, Umbria,Veneto e Campania, e Forza Italiacontinua, seppure con percentualicertamente inferiori rispetto al pas-sato, a rappresentare un riferimentoper il popolo di centrodestra». L’eu-roparlamentare Salvo Pogliese, daBruxelles, guarda in grande e nei ri-sulti dell’ultima tornata elettoralevede già i margini della risalita per lacoalizione guidata in questi anni daSilvio Berlusconi. Intanto, però, ildettaglio siciliano, e catanese in par-ticolare, ci dice dell’altro.

Pogliese, chi ha vinto davve-ro in provincia di Catania?

«Si può certamente affermare chesi è assistito ad un fenomeno mai

registrato nel passato in tali di-mensioni, cioè quello del pro-liferare di liste civiche, che ri-tengo siano le vere vincitrici diquesta tornata elettorale».

Perché quasi ovunque haoptato per “nascondere” ilsimbolo, per riproporlo poiin chiave civica?

«Non c’è statonessun gioco anascondino, ilcentrodestraha avallatoquesta istan-za prove-niente dalterritorio e dainostri respon-sabili locali, eha dato un con-tributo di uomini,idee, e consensi a soste-gno dei candidati civici che ha rite-

nuto più meritevoli».Guardando a Pedara,

con una strategia differen-te, il sindaco poteva essere

del centrodestra. Cosa è man-cato?

IL DOPO ELEZIONI, LE REAZIONI DEI BIG DELLA POLITICA ETNEAPogliese: «Stavolta hanno vinto le civiche. Mai state così tante»E sulla vittoria di Rando a Tremestieri Etneo l’eurodeputato afferma: «Decisivo il nostro contributo»

«In effetti, inizialmente si era cer-cata questa strada, ma non si è tro-vata la convergenza univoca su uncandidato, ed alla fine si è deciso dicontinuare un’esperienza trasversa-le che in realtà si era già concretiz-zata nelle due precedenti sindaca-ture, e che ha prodotto ottimi ri-sultati.

La nostra lista ha comunqueconquistato quattro consiglieri:Francesco Laudani, Tiziana Petra-lia, Davide Russo, Bruno Spitaleri.E in tutto ciò, Francesco Laudani èstato il consigliere più votato del-l’intero Comune con quasi 500preferenze. Possiamo dirci soddi-sfatti».

A Tremestieri, La GiuntaRando può essere definita dicentrodestra?

«Santi Rando è un vecchio ecaro amico, e voglio augurargli ditutto cuore buon lavoro in questa

sua nuova avventura. Anche inquesto caso si è trattato di un pro-getto civico, cui si contrapponevaperò Di Stefano che era il candida-to ufficiale del Pd. La decisionepresa, insieme a Sebastiano Caru-so, di puntare su Rando al ballot-taggio sapevamo fosse quella mi-gliore, e ci rende felici aver contri-buito, in maniera determinante, colnostro appoggio alla sua elezione».

Dov’era FI a San Giovannila Punta?

«A San Giovanni La Punta ab-biamo sostenuto Nicola Bertolo eSanto Trovato».

Appunto, perché eravate di-visi?

«Erano entrambi nell’alveo delcentrodestra e quindi alcuni, al pri-mo turno, hanno sostenuto Berto-lo mentre altri Trovato».

Che vuole dire la fine dellaparentesi firrarelliana a Bron-

te?«Beh, in politica, come nella vita

d’altronde, nessuna stagione è in-finita. I cittadini di Bronte hannoliberamente, e semplicemente, de-ciso di volere un cambiamentonella loro città».

Com’è da leggere il fenome-no Giovanni La Via?

Le dico soltanto che è un miocollega del gruppo Ppe a Bruxel-les con cui lavoro bene e proficua-mente.

L’intesa Catanoso-Gibiinoresiste ancora?

«Il rapporto politico tra i due ècertamente saldo, e si lavora in si-nergia per le prossime sfide delcentrodestra, a partire dalle futureelezioni regionali che dovrannosancire la conclusione del gover-no Crocetta che rappresenta la peg-giore esperienza governativa chela Sicilia abbia mai vissuto».

«Tutti dicono di aver vinto, iopiù semplicemente dico che sia-mo soddisfatti». Va cauto Jaco-po Torrisi, il vice segretario pro-vinciale del Partito democraticonell’analizzare il voto ammini-strativo. Nonostante la sconfittadi Sebastiano Di Stefano a Tre-mestieri e le polemiche connes-se alla bocciatura della lista tar-gata Pd, i dem etnei tirano unsospiro di sollievo. «Nei comu-ni più importanti abbiamo por-tato a casa due vittorie su tre.Siamo dunque contenti di comeabbia risposto la provincia diCatania alla nostra chiamata».

Torrisi, vince il partito ovincono i candidati?

«Parlare di vittoria del partitosignificherebbe perdersi in lin-guaggio fermo agli anni ’70. Ri-cordiamoci, poi, che si tratta pursempre di elezioni comunali,dove la leadership del singolo èun fattore essenziale. E anche quipossiamo dire che le propostedel centrosinistra sono risultareattrattive. L’esempio fondamen-tale è quello di Bronte, dove èchiaro che l’elettorato ha volutodare una risposta politica nettaliberandosi di una proposta cheormai era tanto antica quantoingombrante».

Ma a Bronte come a Pe-dara non sarebbe più oppor-tuno parlare della vittoria diAnthony Barbagallo?

«Dovessimo ogni volta rievo-care la storia di ogni singolo di-rigente resterebbe ben poco sulcampo. Anthony Barbagallo èun uomo leale al Pd, non possodire nulla di diverso su di lui.Non mi interessa cosa abbia fat-to fino a poco tempo fa. Anzi, leposso dire che da giovane mili-tava nella Fgci. Ma poco impor-ta. A me interessa invece la sua

storia da quando ha preso latessera del Pd e su questa pos-siamo metterci la mano sul fuo-co».

Intanto, fuori dal Pd, c’èche il Movimento cinquestelle stia crescendo in ter-mini di presenza territoria-le. Come la vede?

«Vedo un partito che esce ri-dimensionato rispetto al datosulle politiche e che su 130 co-muni in Italia, ha vinto solo indue centri che sono quelli sici-liani. Insomma, la loro è unapresenza che va vista a tutto ton-do».

C’è, tuttavia, ilPd deve fare iconti con lacrisi del cen-trodestra, ilvostro com-petitor na-turale.

«Mi sem-bra ovvio chenon possiamofarci carico deiproblemi del cen-trodestra locale. Noili guardiamo dall’esterno ene prendiamo atto. Il caso diTremestieri dovrebbe far pensa-re. Mentre lì, in un certo senso,avrebbero vinto, anziché festeg-giare, ha preso il via una guerrasu chi doveva metterci il cappel-lo. Insomma, quella di Rando, amio avviso, è stata una candida-tura autonoma rispetto aglischieramenti e questo sembraevidente».

Beh, il ruolo di Luca Sam-martino, deputato regiona-le iscritto al gruppo Pd, infavore di Rando sembra siastato palese.

«Gli interventi politici ci sonosempre in questo tipo di com-

Senatore Giarrusso, lei che è un grillinodella prima ora, dai risultati raccolti in pro-vincia di Catania, qual è lo stato di salutedel Movimento?

«Nelle Amministrative, come spesso accade, irisultati variano da città in città. E questo avvienesulla scorta del lavoro che viene fatto. Infatti, ci sonodei gruppi più giovani che hanno ottenuto dei ri-sultati commisurati all’impegno profuso».

Sembra una critica la sua.«Certo è che la vittoria non si può improvvisare

con soli pochi mesi di lavoro e neanche di unanno. Per noi, dunque, è già un grande risultatoaver eletto dei consiglieri».

Un exploit come quello di Augusta o Gelaqui però è mancato?

«I risultati brillanti, come dicevo, sono il frutto diun lavoro di anni. Questa è la lettura che possiamodare».

A differenza delle scorse tornate, dove ildato amministrativo vi ha spesso penaliz-zati, stavolta sembra che ci sia un consoli-damento del voto a cinque stelle?

«I cittadini ci stanno credendo»Ha detto proprio credendo?«Sì, lo si è visto con i ballottaggi. Dove

c’eravamo noi, il tasso di astensione èsceso. La gente si è sentita in doveredi correre ai seggi, appunto perchéla vittoria era credibile».

Dopo Gela, vi accarezzal’idea di poterla spuntarealla Regione, in fondo per

eleggere il presidente basterebbe un votoin più rispetto agli altri?

«Se continuiamo con l’ottimo lavoro dei nostrideputati all’Ars, ci sono delle buone possibilità. Vede,il nostro è un voto moderno, dove viene premiatoil lavoro e non l’appartenenza. La gente non votasolo il simbolo, ma un impegno in favore dellacittadinanza».

È anche vero che dopo le Regionali e lePolitiche che l’hanno vista eleggere a Pa-lazzo Madama, Catania non vi ha seguito.

«Allora ci fu un candidato non adeguato e perquesto i nostri elettori non sono andati ai seggi.Nella democrazia moderna dei cinque stelle, l’elet-torato se non si riconosce in un candidato non vaai seggi».

Che farete per il futuro?«L’iniziativa su Catania è ripartita. Il problema è

che le nostre forze catanesi sono impegnate su del-le battaglie nazionali che, a dire il vero, sono tantis-sime e tolgono energie. È un peccato aver trascura-to la nostra città».

Dai quattro consiglieri eletti a Bronte,Pedara, San Giovanni la Punta e Tremestie-ri, cosa dobbiamo aspettarci?

«Il fiato sul collo delle Amministrazionie la fine della festa. I cittadini si accor-

geranno la differenza che c’è tra ilnon avere opposizione e l’avere

anche un solo consigliere in aulache la faccia. Stiamo già semi-nando per le prossime ammi-nistrative e non tutte le ammi-nistrazioni arriveranno al ter-mine del mandato. In ogni caso,noi faremo il nostro dovere di

oppositori».In questa tornata, parados-

salmente, mentre quasi tutti ipartiti maggiori hanno optato per

soluzioni civiche, voi invece avete sceltoil logo nazionale. Chi è il vecchio?

«Per noi la riconoscibilità è fondamentale. Men-tre per gli altri camuffarsi è un’esigenza per nascon-dere tutto quello che hanno fatto a livello nazionalee locale. Possono cambiare nomi e sigle, ma gliuomini restano gli stessi»

«Saremo il fiato sul collodelle Amministrazioni»

Eleggono quattro consiglieri ma in provincia di Catania nonraggiungono alcun ballottaggio. La promessa di Giarrusso

petizioni. Sia chiaro peròche il Pd ha creduto econtinua a credere nellacandidatura Di Distefa-no, anch’essa civica».

Ecco, ma dove haperso il vostro candi-dato sindaco?

«La responsabilità èdi chi ha deciso unaqualche fuga in avanti.La presenza, poi, deitransfughi dell’ultima oranon ha aiutato affatto.Detto ciò, va riconosciu-to che Di Stefano sia sta-

to in grado di raccogliereconsensi sul territo-

rio e questonon può esse-re sottovalu-tato. Anzi, daqui biso-gnerebberipartire».

O r ache è fini-ta la parti-

ta, qual è laverità sulla

documentazionemancante nel mo-

mento della presentazionedelle liste?

«Un errore, nulla di più. Noneravamo né io, né FrancescoLaudani a consegnare il plico.Chi l’ha portata, ahimé, era sen-za il materiale necessario. E noncredo che ci sia stato alcun com-plotto, sarebbe fantapolitica».

E sulle voci di una suaeventuale delega in Giunta?

«Fare l’assessore avrebbe si-gnificato prendere un nuovo la-voro e a tempo pieno. Già sonoabbastanza oberato. Non neavrei avuto davvero il tempo».

Sotto la segreteria diEnzo Napoli, il Pd ha perso

per un soffio due comuni,dovendo gestire il conflittointerno tra due guardie in-terne al partito, i vecchi e inuovi. Che cosa accade inarea dem?

«Credo che siano due vicen-de che non hanno niente in co-mune. Sono convinto che aMotta la candidatura di Capua-na era quella capace di racco-gliere il maggior numero diconsenso e lo si è visto. Perevitare uno strappo, il partitoha deciso di non presentare ilsimbolo. Credo che sia statoquesto a determinare la nostrasconfitta. In quella scelta peròvalse il metodo del confronto».

Ma non è che quando inprovincia il Pd cerca di vin-cere a tutti i costi alla fineperde?

«La strategia di una partitodeve essere finalizzata alla vit-toria. Noi vogliamo vincere.Anche sulla scorta di media-zioni interne tra le tante ani-me, che ci sono, ma non a tuttii costi. Non siamo per imbar-care chiunque e non lo abbia-mo fatto. E in alcuni casi, perquesto, abbiamo raccolto del-le sconfitte».

Pd, il vice segretario provinciale, Jacopo Torrisi: «Siamo soddisfatti, soprattutto per lavittoria a Bronte». E sui retroscena circa la bocciatura della lista a Tremestieri, rivela:

«Io assessore? Non ne avrei avuto il tempo»

POLITICA ETNEA

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www.paesietneioggi.it 7INCHIESTA

Nei paesi etnei erano 13 i sitiinquinati. L’ultimo censi-mento della struttura Com-

missariale per l’emergenza bonifiche ela tutela delle acque in Sicilia risale al2003. Lo firmò il commissario in cari-ca, l’allora presidente della RegioneTotò Cuffaro. Comprendeva aree in-dustriali, discariche abusive ed ex di-scariche autorizzate, abbandoni suisuoli e aree demaniali marittime inqui-nate. Quattro erano ad Aci Catena, unaad Acireale e una a Trecastagni. C’era-no, poi, l’ex discarica abusiva del Val-lone di Licodia, rientrante nel Comu-ne di Biancavilla, la Grotta Abbadia diBronte e i rifiuti pericolosi in localitàQuarasana a Fiumefreddo. Le aree de-maniali marittime erano a Mascali (lo-calità S. Anna) e a Riposto. Ma i siti piùpericolosi erano, già allora, l’area deirifiuti industriali sotterrati nel suolo del-la zona industriale di Aci Sant’Antonioe i rifiuti pericolosi abbandonati in con-trada Mezzocampo, non lontano dallefrazioni a sud di Misterbianco. C’era,infine, il caso singolare dell’ex discari-ca di Paternò, in contrada Petulenti Scil-licone, in piana valle del Simeto. Unadiscarica di rifiuti solidi urbani che ècompresa fra i siti che sono valsi all’Ita-lia una nuova condanna della Corte diGiustizia europea lo scorso 2 dicem-bre. L’organismo ha così reiteratoun’analoga condanna del 2007, accer-tando il mancato adempimento delleprescrizioni comunitarie. In Italia ben218 discariche non erano conformi alladirettiva «rifiuti», mentre 14 non ottem-peravano neanche a quella «rifiuti pe-ricolosi». A dicembre, invece, la Corteha specificato che «la mera chiusura diuna discarica o la copertura dei rifiuticon terra e detriti non è sufficiente peradempiere agli obblighi derivanti dalladirettiva ‘rifiuti’». Il Governo Renzi, perbocca del Ministro dell’AmbienteGianluca Galetti, ha chiarito che i prov-vedimenti di messa in sicurezza e chiu-sura già adottati sanano la posizionedell’Italia. In realtà, come chiarito dalla

VIAGGIO TRA LE TOSSINE

13 i siti inquinatiai piedi dell’etna,la Regione Sicilia

le mette incantiere dal 2003.

Di finanziamentinon se ne

aggiudica,mentre la salutedei cittadini è a

rischio e la Cortedi Giustizia

europeacondanna L’Italia

a pagare unrisarcimento di 42

milioni di europer ogni sei mesi.

I FINANZIAMENTI

Lo scandalo sulle aree industrialie le bonifiche fantasmaPaesi Etnei Oggi ve le mostra in esclusiva

Commissione europea, «uno Statomembro è altresì obbligato a verificarese sia necessario bonificare le vecchiediscariche, e all’occorrenza, a bonificar-le». Non basta, insomma, gestire la fuo-riuscita del percolato ma è necessariocompletare la bonifica per rientrare neiparametri europei e sfuggire all’obbli-go di risarcimento. Per questa ragione,l’Italia dovrà pagare 42, 800 milioni dieuro ogni sei mesi, salvo le detrazioniper ognuna di queste discariche com-pletamente bonificate. Rischiava, nelfrattempo, una nuova condanna euro-pea qualora non avesse ottemperatoalle prescrizioni della sentenza di Di-cembre entro il 12 Giugno 2015. Il ter-mine è dunque scaduto da qualchegiorno. A che punto si è con le bonifi-che?

Dopo la condanna della Corte diGiustizia europea, il Governo Crocettasi è affrettato a chiudere degli accordi diprogramma. Il 18 febbraio ha firmatoquello relativo alla bonifica di 6 discari-che. Comprende l’ex discarica di Pater-nò in contrada Petulenti Scillicone, l’uni-co ex impianto illegale compreso neipaesi etnei, oltre che quelle di Camma-rata, Siculiana, Racalmuto, Leonforte eMonreale. Il successivo 12 aprile, poi,ha proceduto a recepire un accordoquadro per svincolare le somme conte-nute nelle delibere del CIPE per la mes-sa in sicurezza delle ultime 5 discariche.Le giustificazioni offerte dall’assessoreregionale all’Energia e ai Rifiuti, Vania

Contraffatto, erano identiche a quelle of-ferte dal Ministero dell’Ambiente. Per igoverni regionale e nazionale di centro-sinistra basterebbe un semplice atto am-ministrativo per sanare la posizione del-l’Italia in sede europea ed evitare il con-to salato dei risarcimenti per inadempi-mento delle direttive. Solo il M5S, inquesto caso, è intervenuto a contestaretale ricostruzione. Ad oggi l’ex discaricadi contrada Petulenti Scillicone, in unadelle più belle zone della Sicilia in pienavalle del Simeto, non risulta ancora bo-nificata. Il Comune di Paternò ha cam-biato il titolare della delega alla Nettezzaurbana lo scorso marzo. L’attuale asses-sore, Salvatore Milicia, spiega che il pro-getto verrà presentato a giorni. Pratica-mente, i lavori non sono partiti e i pre-supposti per la multa salata rimangono,visto che l’impianto dismesso è unodegli 11 incriminati su tutto il territorioregionale. L’esponente dell’amministra-zione guidata da Mauro Mangano (Pd)ha comunque precisato che «non si trattadi bonifica ma di messa in sicurezza,visto che non c’è sversamento di liqua-mi». All’esterno dell’ex discarica, in unazona di grandi risorse paesaggistiche edi reperti storici medievali, l’ex ammini-strazione di Paternò guidata da PippoFailla voleva costruire un termovaloriz-zatore. Il progetto, appoggiato da Igna-zio La Russa e messo in cantiere dalGoverno Cuffaro, fu poi accantonato.Oggi la contrada Scillicone è sede di uncoraggioso esperimento di rivalorizza-zione del territorio ad opera della coo-perativa agricola “Terre di Palike”.

Già nel 2003 i tecnici della Regio-ne Sicilia avevano messo nel mirinola zona industriale di Aci Sant’Anto-nio in località Monterosso. Una zonadensamente abitata, oltre che unodei tratti più suggestivi del pedemon-tano, a due passi da Zafferana Et-nea. L’area è in via Ercole Patti ed èdi proprietà della ex PROTER, lavecchia fabbrica dei Costanzo consede legale a Misterbianco che lavo-rava la vetroresina per manufatti in-dustriali. Più a valle ci sono i 90 ettaridel Parco suburbano “Bosco di Aci”,in località Santa Maria La Stella. Nonmanca nessuna delle componenti dirischio, ambientale e di salute pubbli-ca. In un terreno di 3 mila metri qua-drati venivano sotterrati, secondo letestimonianze di ex dipendenti, so-stanze tossiche come lo stirene. Si trat-ta di una sostanza cancerogena il cuiimpiego è frequente nella lavorazio-ne di manufatti in vetroresina. Il rischioper l’uomo è individuato, soprattutto,per via inalatoria. Proprio per evitareil rischio di incendi, l’Agenzia Regio-nale Per l’Ambiente (ARPA) ha proce-duto ad appaltare, nel 2004, la coper-tura dei materiali esposti con terra ve-getale. Nel 2011 e nel 2012 lo stessoorganismo ha proceduto a rilevamentiche hanno confermato l’inquinamen-to del suolo. I rifiuti sono a una pro-fondità di 15 metri. Al di là di ricostru-zioni allarmistiche, il rischio di un fe-nomeno analogo a quello della “ter-ra dei fuochi” campana dovrebbedunque essere limitato. Resta il pro-blema di prevenire a una bonificadefinitiva del terreno, pur sempreesposto con falde acquifere. La PRO-TER è in liquidazione da più di undecennio, lo stesso terreno versa instato di abbandono. Il sindaco di AciSant’Antonio, Santo Caruso (PD), hachiesto l’intervento della Regione Si-cilia. Il Governo presieduto dal suocollega di partito, Rosario Crocetta, hafinora taciuto.

Contrada Petulenti Scillicone ricadente nella valle del Simeto di Paternò

Terra inquinata in via Ercole Patti di Aci Sant'Antonio

Contrada Petulenti-Scillicone.Ad oggi l’ex discarica, in unadelle più belle zone della Siciliain piena Valle del Simeto, nonrisulta ancora bonificata, mal’attuale assessore, SalvatoreMilicia, spiega che il progettoverrà presentato a giorni

PATERNO’

ACI SANT’ANTONIO

L’area interessata è in via ErcolePatti ed è di proprietà della exPROTER, la vecchia fabbrica deiCostanzo con sede legale a Mi-sterbianco che lavorava la vetro-resina per manufatti industriali

Regione Sicilia - Programma Bonifiche 2003AREE INDUSTRIALI ESISTENTI

Via Ercole Patti, Area PROTER - Aci Sant’AntonioEX DISCARICHE AUTORIZZATE

Ex discarica Rsu, Contrada Petulenti Scillicone - Paternò

Mai finanziato

Nessun progetto presentato

Progetto in preparazione

Enrico Sciuto

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proprie coltivazioni agricole.A noi pare che la filosofia scelta

da Expo Milano 2015 sia il “tuttoma non troppo”, lo stesso motto in-globato nella “campagna sulla cor-retta alimentazione” lanciata con-temporaneamente dal Ministero del-la salute (SalutExpo), l’unico modoper far convivere con il cibo per tuttie la sostenibilità le contraddizioni del“junk food” iperproteico, o le “pom-mes frites” del padiglione Belgio,bevande iperzuccherate sponsordell’evento, oppure l’olio di palmacome grande vitaminizzante, padi-glione Malesia, reo di aver occupatol’80% della sua foresta tropicale ver-gine, senza nulla poter sapere sulladifferenza di guadagno fra i lavora-tori e le multinazionali che lo com-merciano, oltre i problemi nutrizio-nali legati al suo non conosciuto pro-cedimento estrattivo ed eccessivaraffinazione. Questo Expo è sicura-mente una grande vetrina per l’Italiache va ben oltre le corruzioni e “fac-cenderie” che ne hanno offuscato lasua ottimale realizzazione, impeden-do (forse) una attenta cernita suglisponsor e finanziatori e sui realiobiettivi “slow food” originatori del-l’idea e, anche se ha perso l’occa-sione per imporre un codice vinco-lante sul tema dell’alimentazione edella sostenibilità, limitandosi soload una “Carta” etica non vincolanteche gli Stati moderni affamati di sol-di immediatamente dimenticheran-no, ha pur sempre dimostrato di riu-scire a superare tutti questi ostacolie offrire un grande momento di spet-tacolo, molto scenografico, come leazzeccate realizzazioni nel decuma-no, attuali quanto una vecchia fotocolor seppia, vere quanto le enormibotti all’inizio del decumano presen-ti in tutte le trasmissioni televisivedall’Expo, melting pot di una gran-de Nazione -poco nazionale- spec-chio di se stessa, fatta di santi, ma-ghi, poeti, navigatori, chef, truffatori,meretrici, peripatetiche e papponi,ladri e poliziotti, miseria e nobiltà.Una grande Nazione che ha anchein questa occasione, dimostrando diriuscire ad essere in primo pianononostante il permanere delle suedifficoltà, mantenendo a testa altatutte quelle contraddizioni e aporie,grandi bellezze e bruttezze, notevoliabilità e assurde incapacità. Un even-to che si imprime a lungo nella mentedi chi lo ha visitato…

A un mese dall’apertura dell’Expo Milano 2015, Pae-si Etnei Oggi è andato a

Milano-Rho per toccare con manole opportunità, le contraddizioni ela grande offerta della esposizione eil ruolo di primo piano che si è rita-gliato la Sicilia.

Il tema dell’edizione 2015 è “nu-trire il pianeta; energia per la vita”.Sicuramente una scelta innovativarispetto le precedenti edizioni, quan-to mai indovinata in un momento incui il primo interrogativo del futuroè proprio il cibo e l’acqua, la suaconcreta accessibilità e i danni con-seguenti alla sua produzione: in unmondo in cui quasi un miliardo dipersone soffrono la fame e 36 mi-lioni muoiono per denutrizione, cisono 1,3 miliardi di persone in so-vrappeso e addirittura 32 milioni dimorti legate alla sovralimentazione.

L’ingresso principale è situatonella fermata della metro Milano-Rho, e subito si viene accolti dal “po-polo del cibo”, grandi statue che rap-

Vi raccontiamo la nostra visita al Cluster Bio-Mediterraneo Sicilian Way

Paesi Etnei Oggi all’Expo di Milano

presentano il mondo del mangiareimpersonate in grandi figure uma-noidi “arcimboldescamente” ag-ghindate, che immergono il visitato-re nel tema dell’Expo 2015, il tutto afirma dello scenografo premio oscarDante Ferretti.

Il sito dell’esposizione si svilup-pa su 110 ettari, è formato dal lungodecumano, direzione est-ovest, unchilometro e mezzo di strada deco-rativamente tendata, sul quale si af-facciano i padiglioni degli Stati par-tecipanti, al cui centro sono postipiccole isole che rappresentano laricostruzione di quei momenti tradi-zionali del “nutrire italiano”, raccol-ta, produzione, stagionatura, fer-mentazione, vendita e consumo, con

tanto di rico-struzione deltrabucco per lapesca nel-l’Adriatico, poic’è l’ulivo, il vi-gneto, il for-maggiere, lebotti giganti, lecassette con or-taggi, pesce equarti di maialeappesi comenella guttusiana“ V u c c i r i a ”(esposta al pa-diglione Italia inoriginale, 3x3m), in una no-tevole rappre-sentazione sce-

nografica, sempre ideata dal blaso-nato Ferretti: è “materiale di scena”,multistrato marino, compensato epolistirolo, decapato e antichizzato,identico all’originale.

SICILIA ALL’EXPONella sua loggia la Sicilia ha po-

sto in massima evidenza il suo patri-monio archeologico con i famosi“acròliti di Morgantina”, le due testedi dee del V-IV sec. a.C., presumibil-mente Demetra e Kore, attaccate adun ricostruito corpo metallico avvoltoin una palandrana marroncina, conmani e piedi in marmo, le quali sa-ranno per sei mesi osservate e ve-nerate da milioni di persone, per poitornare nel tranquillo Museo archeo-logico di Aidone. Percorrendo in di-rezione nord il cardo, ci si trova da-vanti il fotogenico “albero della vita”,

realizzato dal consorzio “OrgoglioBrescia” con un intreccio di legno eacciaio, scelto quale simbolo delpadiglione Italia. È una cover dellamedesima opera michelangiolescadel disigner Marco Balich (direttoredel padiglione Italia), il quale affon-da idealmente le sue radici nel la-ghetto Arena.

L’albero della vita guarda ad ovestil cluster bio-Mediterraneum, il cuicapo casa è proprio la Sicilia. Al suointerno si possono trovare tutte lespecialità culinarie isolane, dai can-noli di ricotta siciliana col candito diCiaculli, alle paste di mandorle epasta reale (Sweet Sicily); oppure sipuò mangiare una pizza con la fari-na di Tumminia, o assaggiare le spe-cialità realizzate dalle scuole alber-ghiere siciliane: al nostro arrivo stacucinando l’Istituto alberghiero Prin-

cipe Grimaldi di Chiaramonte Gulfi,e gli studenti in prima persona pre-sentano vini e salumi del territorio.“È un’importante vetrina di sponso-rizzazione del nostro territorio” cidice il prof. Giovanni Occhipinti del-l’istituto alberghiero chiaramontano.Gli studenti realizzeranno uno showcooking ”. Il personale del clusterda noi interpellato ci precisa che seall’apertura la struttura era ancora inrodaggio e la disorganizzazione eraall’ordine del giorno, perfino man-cava la pulizia interna, poi tutto èandato a regime. Il problema è chequando piove si creano delle bolled’acqua sul tetto e sono necessari ipompieri per svuotarle ...del restotutto è stato realizzato in poco tem-po per durare solo sei mesi!

“È un’importantissima vetrina perfar conoscere il nostro territorio e isuoi prodotti tipici”, ci dice FrancoVescera, storico panificatore di Car-lentini, il quale offre il suo pane im-pastato con “le farine antiche”, otte-nute dalla macinazione dei “graniarcheologici”, varietà dalle elevatequalità organolettiche e salutari,come dimostra lo studio coordinatodall’Università di Catania, staz. spe-rim. di Caltagirone,

PADIGLIONE ITALIAÈ Paola Di Marzo, un’entusiasta

siciliana di Adrano, ad accompa-gnarci dentro il padiglione Italia. Unposto magnifico, molto scenografi-co, che fa riflettere quando si vedo-no i danni provocati dall’urbanizza-zione selvaggia e incontrollata (allu-vioni e terremoti, chissà se i politicilo hanno visto…), che fa amare quan-do si sogna davanti le immagini car-tolina dell’Italia (a noi ci accoglie l’Et-

na con il suo romboe gli sbuffi di fumo)riprodotte in unastanza tutta specchi,capace di creare gio-chi di luce e di visio-ni.

Lungo il decuma-no massimo, i 145Stati partecipantisono tutti intenti arappresentare la pro-pria “way of food”,la propria idea di“nutrire” ed alimen-tare il mondo e/o isuoi abitanti, ossia ipropri piatti tipici e le

Esibione diMuay Thaiall'esterno delpadiglioneThailandese,dove èpossibileassagiareinsetti tipicicome vermicaramellati escorpioni alcioccolato

Il panificatoretradizionaleFranco Vesceradi Carlentini. Sidefiniscearcheologo delgrano

Patrimonio archeologico, i famosi “acròliti di Morgantina”, le due teste di dee del V-IV sec.a.C., presumibilmente Demetra e Kore

L'Etna nella sala degli specchi

Il “Popolo del cibo” nelle statue firmate dallo scenografo e Premio Oscar Dante Ferretti

il nostro inviatoNunzio Condorelli Caff

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Ancora un affidamento diret-to alla cooperativa ripostese“Porto dell’Etna” al centro diun’inchiesta giudiziaria. Ad es-sere indagati per abuso d’ufficioe truffa aggravata finalizzata alconseguimento di erogazionipubbliche il vice presidente delconsiglio comunale di Riposto,Michele D’Urso, e SalvatoreTropea ed Emanuela Triolo, ri-spettivamente legale rappresen-tante e gestore della cooperati-va. Un avviso di conclusioneindagine solo per abuso d’uffi-cio è stato invece notificato aSalvatore Raciti, funzionario delDipartimento Ambiente dellaProvincia Regionale di Catania.

L’ACCUSADall’inchiesta, condotta dal-

la Guardia di Finanza dellaCompagnia di Riposto e coor-dinata dal sostituto procuratoredi Catania Assunta Musella, sa-rebbero emerse irregolarità nel-l’affidamento da parte della Pro-vincia Regionale di Catania, nel-l’estate del 2011, del servizio dipulizia del litorale di Riposto allacooperativa “Porto dell’Etna”,già al centro dell’indagine sul-l’appalto del servizio di sosta apagamento nel comune mari-naro. Secondo l’accusa Salvato-re Raciti, responsabile delle garedi aggiudicazione, avrebbe affi-dato alla cooperativa “Porto del-

Tra questi il consiglierecomunale di RipostoMichele D’Urso (nella foto)

Dall’inchiesta sarebbero emerse irregolarità nell’affidamento da parte della Provincia Regionaledi Catania, nell’estate del 2011, alla cooperativa “Porto dell’Etna”. Maremoto a Riposto

Lo scandalo sul servizio di pulizia del litoralel’Etna”, con propria determinadirigenziale, il servizio di puliziadel lungomare senza alcunagara ad evidenza pubblica, vio-lando così le norme contenutenel Codice dei contratti pubblicie nella Disciplina delle coope-rative sociali. Non solo. Sempresecondo la Procura di Catania,Salvatore Tropea, Michele D’Ur-so ed Emanuela Triolo, in con-corso tra loro, avrebbero com-piuto artifici e raggiri per ottene-re il pagamento di servizi svoltifittiziamente, attestando anche,al momento dell’affidamento,che la cooperativa era in pos-sesso di tutti i requisiti previsti.Dai controlli compiuti dai finan-zieri sull’intera documentazionedella cooperativa sarebberoemerse invece irregolarità. I treindagati avrebbero anche indot-to in errore l’ente appaltante, laProvincia Regionale di Catania,sull’effettivo lavoro svolto e sulnumero di unità impiegate, at-testando falsamente l’impiego disoci e dipendenti fittizi.

L’INCHIESTAQuello di oggi è solo l’ultimo

filone di una ben più comples-sa indagine condotta dalla Guar-dia di Finanza della Compagniadi Riposto. Nel 2009 l’attività in-vestigativa delle Fiamme Giallesi era conclusa con l’arresto perusura e tentata estorsione di Ma-

rio Di Bella, pregiudicato e so-cio della cooperativa “Porto del-l’Etna”, e di Giuseppe Tropea,delegato dal sindaco Spitaleriper la frazione di Carrubba. En-

trambi erano stati bloccati dai mi-litari il 12 ottobre del 2009 pocoprima che il titolare di una sta-zione di servizio a Riposto, vitti-ma degli strozzini, consegnasseloro l’auto di proprietà. Il pro-cesso in primo grado si era con-cluso con la condanna a 7 anni

per Di Bella e a 4 anni e 6 mesiper Tropea. In appello poi era-no stati assolti per la tentataestorsione, e la pena era stataridotta per il primo a 3 anni e 6

mesi e per il secondo a 2 anni e6 mesi. Nel febbraio del 2010,poi, il secondo filone investiga-tivo aveva portato all’operazio-ne denominata “Esagono”, con-clusasi con l’arresto in flagranzadi reato ad Aci Castello del54enne Giuseppe Miduri, diret- Maria Bella

tore della filiale Banca Nuova diCatania. L’uomo era stato bloc-cato dai militari delle FiammeGialle ripostesi, subito dopo averintascato 5.000 euro da un im-

prenditore acese, operante nelsettore delle fonti di energia al-ternativa. La somma, secondola Procura, era la rata di un pre-stito, i cui tassi di interesse si ag-giravano intorno al 120% all’an-no. Lo scorso febbraio la terzasezione penale della Corte d’Ap-

4 GLI INDAGATI

pello di Catania, presieduta daGiuliana Fichera, ha conferma-to la condanna in primo gradoa tre anni. Nella vicenda furonocoinvolti anche lo stesso Mario

Di Bella e Luciano Messina, con-sulente finanziario acese, rag-giunti da un’ordinanza di custo-dia cautelare in carcere per usu-ra ed estorsione.

Nel gennaio del 2013 un ter-remoto giudiziario si abbatte sulcomune di Riposto. La Procura

di Catania iscrive nel registrodegli indagati, a vario titolo, perabuso d’ufficio e turbativa d’asta,l’allora sindaco di Riposto Car-melo Spitaleri, l’ex assessoreMichele D’Urso, l’allora Co-mandante della locale poliziamunicipale Giuseppe Ucciar-dello, Mario Di Bella, detenu-to nel carcere di Caltanissettaper usura, la moglie Emanue-la Triolo, e Salvatore Tropea,legale rappresentante della co-operativa sociale Porto dell’Et-na, posta sotto sequestro pre-ventivo, che gestisce il serviziodegli stalli a pagamento nelcomune marinaro. Dalle inda-gini, condotte dalla Guardia diFinanza della Compagnia diRiposto e coordinate dal so-stituto procuratore AssuntaMusella, emerge che la coope-rativa era priva sin dall’iniziodei requisiti, previsti dalla leg-ge, per ottenere l’affidamentodel servizio da parte del comu-ne ionico. Un affidamento con-cesso quindi, secondo l’accu-sa, in palese violazione dellalegge. La successiva gara sa-rebbe poi stata pilotata per fa-vorire la stessa cooperativa, difatto gestita dal pregiudicatoMario Di Bella, che tramite lamoglie Emanuela Triolo ri-scuoteva i proventi della sostaa pagamento.

Un clima da resa dei contiquello che si respira aGiarre ormai da settima-

ne tra il primo cittadino RobertoBonaccorsi, da una parte, e il diri-gente dell’area finanziaria LetterioLipari, e parte dell’opposizione, dal-l’altra. I rapporti tra sindaco e ragio-niere capo non sono mai stati idil-liaci e nessuno dei due, d’altronde,lo ha mai nascosto. Lo strappo, quel-lo irreversibile, si consuma in unodei momenti cruciali per il futurodell’ente: la verifica della complessi-va, e complessa, situazione econo-mico finanziaria e, sullo sfondo, lascure del dissesto. Quegli 11 milionidi debiti condurrebbero, secondo ildirigente dell’area Finanze, inevita-bilmente verso il dissesto. Questoquanto trapela da giorni, ma si at-tende la relazione di Lipari per certi-ficare, nero su bianco, l’impossibili-tà di ripristinare gli equilibri dellagestione finanziaria dell’ente.

IL CASOE’ proprio nel corso della seduta

consiliare dedicata alla delicata que-stione economico finanziaria chescoppia l’ennesima polemica. Il pri-mo cittadino ha appena concluso ilproprio intervento in aula, afferman-do di non essere ancora al correntedei numeri esatti della massa passi-va e di essere in attesa della relazio-ne del dirigente, quando dagli scran-ni dell’opposizione prende la paro-la il consigliere Orazio Scuderi. Il suoè un attacco a muso duro nei con-fronti di Bonaccorsi, accusato di na-scondere la verità alla città. L’attesa

relazione è in aula, tra le mani delconsigliere Giannunzio Musumeci.Per Scuderi è la prova che il sindacosta mentendo. Quel documento, cherisulta inviato tramite Pec dal ragio-niere capo Lipari, a consiglio comu-nale già aperto, a sindaco, consiglie-ri, Corte dei Conti e revisori, reca ladata di protocollo di tre giorni pri-ma. Qui arriva il colpo di scena. Ilprimo cittadino prende la parola perdifendersi e per ribadire di non avermai ricevuto alcuna relazione. Pocodopo svela di aver presentato il gior-no prima un esposto alla Guardia diFinanza della Compagnia di Ripo-sto per denunciare l’esistenza di unnumero di protocollo assegnato aduna comunicazione sulla situazionefinanziaria, privo però del relativodocumento su cui quello stesso nu-mero di protocollo doveva essereapposto. La relazione così risultereb-be protocollata l’8 giugno, ma diquell’atto in realtà, fino alla sedutaconsiliare, nessuno ne ha avuto co-pia. Per il primo cittadino si tratta difatto gravissimo. “Mi auguro che cisia uno scatto d’orgoglio di tutti, del-la società civile e dei partiti, dai qualinon ho sentito fino a questo mo-mento nessuna presa di posizione –dichiara Roberto Bonaccorsi - Unarelazione così importante non puòarrivare solo nelle mani di qualcu-no, a consiglio comunale aperto.Doveva esserci una rivolta dei libericittadini e dei consiglieri comunali.Il libero convincimento, che è il pre-supposto del libero esercizio del di-ritto di voto, è stato calpestato dallaburocrazia dell’ente e non ho senti-

to, a parte che dai consiglieri TaniaSpitaleri e Giovanni Barbagallo, scat-ti di orgoglio. Non è possibile che ilconsiglio comunale – prosegue ilprimo cittadino -assista inerte aquello che è suc-cesso. La com-missione, che erastata convocata lamattina per valu-tare gli ultimi ele-menti, è stata cal-pestata. Questo èun filo condutto-re che condizionala vita politica aGiarre ormai da10 anni. Non èpossibile specu-lare sull’atteggia-mento di qualcu-no che artata-mente cerca dic o n d i z i o n a r el’esito del voto”. Bonaccorsi decidedi parlare pubblicamente alla cittàper raccontare quanto è accadutonei primi due anni di amministra-zione, a cominciare dalle pesantipressioni subite poco dopo l’inse-diamento.

IL COMIZIOSotterfugi, tranelli, atti vili, imbo-

scate. Di questi termini è farcito ildiscorso rivolto alla folla radunatasiin piazza Duomo a Giarre su invitodel sindaco. Bonaccorsi non pro-nuncia mai i nomi di chi accusa diaver complottato fin dal dopo ele-zioni. “Chi vince ha il diritto e il do-

vere di amministrare – dichiara dalpalco - Qualcuno nonostante sianopassati due anni non si è ancora ar-reso alla democrazia, ritenendo di

poter sovvertire, attraverso sotterfu-gi e tranelli, la volontà popolare”.

Il primo grave episodio, per il pri-mo cittadino passato quasi inosser-vato, avviene durante la convocazio-ne della prima seduta consiliare,nell’ormai lontano 2013. E’ in cor-so l’elezione del presidente del Con-siglio e in aula spuntano due sche-de taroccate. “Due consiglieri han-no falsificato alcune schede - diceBonaccorsi - macchiandosi di unreato, e siedono ancora lì impune-mente. Non hanno avuto il corag-gio di autodenunciarsi e di abban-donare quell’aula”.

Per la prima volta il sindaco rac-

conta pubblicamente, dopo avernefatto solo accenno nei mesi scorsi, iparticolari dell’atto intimidatorio su-bito nel novembre del 2013 quan-

do qualcuno lanciò dall’esterno unproiettile contro la vetrata del pro-prio studio. Un episodio immedia-tamente denunciato ai carabinieridella Compagnia di Giarre e al pre-fetto. “Ringrazio i carabinieri percome mi sono stati accanto – dichia-ra il sindaco - ma quell’atto vile com-piuto da chi ancora oggi continua anascondersi non mi ha fermato”.Poche settimane dopo altri episodisi susseguono, tra cui il furto, all’in-terno della propria stanza nel palaz-zo di città, del tablet e dell’agendapersonale. “Ho dovuto lavorare inquesto clima - spiega il primo citta-dino - perché purtroppo a Giarre

“Il Comune haacquistato tresoftware, mai utiliz-zati, per un valorecomplessivo di circa400mila euro”

Giarre, mentre l’ipotesi dissesto si fa più concreta, il sindaco Bonaccorsi presenta un esposto alla GdF e in un comizio denuncia attacchi subiti

Numeri da capogiro, interessi e segreti: «Adesso parlo io»c’è ancora chi vuole sovvertire le scel-te degli elettori e quindi la democra-zia”.

Il sindaco non entra mai nel me-rito della relazione pro dissesto deldirigente ma parla dei numerosissi-mi sprechi fin qui individuati. “Sonostati dati numerosi affidamenti diret-ti alla Telecom, per circa 8 milioni dieuro – racconta ai cittadini - per ser-vizi di cui la città nemmeno si è ac-corta. Abbiamo trovato fatture di ser-vizi che non venivano erogati e ab-biamo ottenuto così una nota credi-to pari a 530mila euro. Abbiamoanche scoperto – prosegue il primocittadino – che il comune ha acqui-stato tre software, per un valorecomplessivo di circa 400mila euro,mai utilizzati dal comune. Ho de-nunciato tutti questi fatti alle autoritàcompetenti, compresa l’Autorità na-zionale anticorruzione. Negli ultimi10 anni avete pagato – spiega Bo-naccorsi - servizi che non serviva-no”.

Infine l’appello alla città. “Non miricandiderò alla guida della città –annuncia il sindaco - ma non mi di-metto perché voglio cambiare que-sta città, voglio riportarla alla nor-malità. Con me è finito l’assalto alladiligenza, condotto da chi quella stes-sa diligenza la guidava. Quello cheaccade passa nell’indifferenza deipartiti, della società civile, di chi sigonfia il petto con parole come le-galità ed etica. Voglio cambiare que-sta città con tutti voi al mio fianco.Per questo chi vuole veramente cam-biare le cose collabori”.

IL PRIMO CITTADINO

M. B.

JONICA

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Soltanto qualche ritocco,un’operazione buona perrifarsi il trucco senza cam-

biare la sostanza delle cose. È que-sto il timore ad Aci Catena per quantinelle scorse settimane si sono inte-ressati al caso gettonopoli, inerentel’uso da parte dei consiglieri comu-nali dei compensi previsti dalla leg-ge per lo svolgimento dei consigli edelle sedute di commissione.

Il caso, emerso dopo le denunceda parte del Movimento 5 Stelle edell’associazione Aci Catena BeneComune, è approdato anche in Pro-cura sottoforma di esposto presen-tato dal Codacons che ha ravvisatola possibilità di danno erariale e truf-fa aggravata in concorso.

In attesa, però, che le autoritàcompetenti facciano chiarezza sul-l’operato dei consiglieri, numerosicittadini hanno sperato in un passoindietro della politica. Una ravvedi-mento che, al di là dei risvolti giudi-ziari, avrebbe potuto significare unatto utile a riallacciare il rapporto con

Il caso Gettonopoli arriva in Procura: ridotto il numero delle commissioni, ma…

«Aci Catena si rifà il trucco ma senza cambiare la sostanza»quella parte di elettorato più esigen-te. E così se le dimissioni del consi-glio comunale sono state chiestesoltanto da una parte dei critici, aessere condivisa è stata la richiestadi modifiche al regolamento comu-nale, nella parte riguardante i rim-borsi spettanti ai consiglieri. Nellospecifico: la riduzione dell’importo

del gettone di presenza ai minimi dilegge, l’introduzione del gettoneunico giornaliero che impedirebbela possibilità per il singolo consiglie-re di cumulare più compensi parte-cipando a più commissioni, oltre allanon retribuzione delle sedute con-vocate ma andate deserte per man-canza del numero legale.

La vicenda è adesso sotto la lented’ingrandimento della Procura grazie ad un

esposto presentato dal Codacons che haravvisato l’ipotesi di danno erariale e la truffa

Gli auspici, però, per il momentosembrano essere stati disattesi. E adarne notizia è il Movimento 5 Stel-le: «Il consiglio comunale ha delibe-rato all’unanimità dei presenti la ri-duzione delle commissioni da 8 a 5a cui andrà aggiunta la commissio-ne di garanzia prevista per statuto –si legge in una nota –. Non è certa-

mente la richiesta di riduzione pro-posta da noi. Se questa iniziativadovesse rimanere isolata, senza cheil consiglio decida di intraprendereulteriori modifiche – continuano ipentastellati – questa non porteràcertamente a nessun risultato di ri-lievo». Precedentemente i consiglie-ri avevano incontrato una delega-

zione del Movimento 5 Stelle, gui-data dalla deputata regionale Ange-la Foti, per cercare di trovare un pun-to di incontro e far rientrare un casoche nel giro di pochi giorni ha por-tato il nome di Aci Catena sui mediaper un fenomeno che precedente-mente aveva riguardato altri comu-ni come Agrigento e Acireale.

L’incontro però si è concluso conun nulla di fatto come confermatodalla stessa Foti: «Ci è sembrato diassistere al festival delle buone in-

tenzioni – ha dichia-rato l’onorevole-. Sia il presi-d e n t e

del consiglio che i presidenti dellecommissioni ci hanno detto che giàda ottobre lavorino alle modifichedel regolamento in merito alla ridu-zione del numero di commissioni el’introduzione del gettone unico. Tut-tavia – ha aggiunto Foti – bisognache alle parole seguano i fatti e intempi celeri se no saràsolo tutto ulterioretempo perso ad a n n o ,c o m e

sempre, dei cittadini».Chi è ancora meno disposto a

pazientare è l’associazione Aci Ca-tena Bene Comune, che per boccadel suo presidente, Basilio Orfila, ri-corda come «il gettone di presenzafu aumentato di circa 24 euro nel2005 quando l’attuale sindaco,Ascenzio Maesano, aveva la maggio-ranza in consiglio». Anche per Orfi-

la, la riduzione del numero dellecommissioni rischia di rivelarsi unmero «palliativo». Inoltre, le no-vità potrebbero creare problemianche in termini di gestione poli-tica: «Creare commissioni con un

numero pari di componenti non ri-schia di bloccare la capacità di deli-berare?» chiede il portavoce delmovimento di sinistra.

Aci Catena Bene Comune negliscorsi giorni ha presentato autono-mamente un nuovo esposto allaCorte dei Conti, affinché si vagli lapossibilità di danno erariale ai dan-ni del Comune.

Simone Olivelli

Non solo un asilo e nean-che un mero luogo dove la-sciare i propri figli quando leincombenze del quotidianotolgono tempo alla famiglia. ACasa di Momo, il centro ludo-educativo nato ad Acireale nel2013 offrendo servizi ai mi-nori e alle famiglie, si appre-sta a fare un ulteriore salto inavanti con l’apertura dellanuova sede nei locali dell’exSantonoceto.

La struttura di proprietàdell’Ipab omonimo sita inCorso Umberto 192 vedrà laluce a fine mese, dopo setti-mane di intenso lavoro in cuii soci del centro, a sua voltalegato a doppio filo all’asso-ciazione Zelos Onlus, hannopreparato i locali per accoglie-re i piccoli acesi che negli ulti-mi due anni hanno frequen-tato le attività in stile Momo.

Tanti i motivi che hannoportato alla decisione di cam-biare sede: «Abbiamo decisodi trasferirci con l’obiettivo di

ampliarela nostraofferta –dichiara-no i soci –. Fino adadesso ACasa diMomo èstata per lopiù conce-pita come la casa deibambini nelle ore successivealla scuola. Il nostro è stato unservizio presente nelle ore po-meridiane e nel fine settima-na con laboratori espressivi emanuali, supporto scolastico,supporto alle famiglie e festelaboratorio a tema».

Attività a cui nei prossimimesi verranno aggiunte nuo-ve proposte: «Da settembreinizieremo una nuova avven-tura, quella del Nido Natura edel Centro Infanzia Natura al-l’interno della nostra struttu-ra, sperimentando un approc-cio pedagogico incentrato sul

rapporto con la natura e conl’ambiente». Ad agevolare inuovi progetti saranno lecaratteristiche dell’ex San-tonoceto: «La struttura cir-condata da ampi spazi ver-di –

spie-gano – consentirà aglieducatori di creareun vero e proprioagri asilo urbano edi sviluppare unmetodo educati-vo che rimetteràin moto le risor-se dei piccoliospiti».

In cantiere,però, c’è an-che una se-rie di ini-ziativa ri-volte ai piùgrandi e agli stra-nieri: «Daremo vita alle “Offi-

Era stata ridotta quasi al fallimento l’Ipab Oasi Cristo Redi Acireale a causa dei numerosi blocchi posti dall’as-sessorato alla Famiglia e dai dirigenti dell’assessorato,

che avevano bocciato Bilancio e Piano di Rientro, mettendo difatto con le spalle al muro il Commissario Straordinario Giam-piero Panvini che doveva ogni giorno affrontare i problemi lega-ti anche ai dipendenti dell’IPAB, rimasti senza stipendio per di-versi mesi. Una situazione sbloccatasi grazie all’ordinanza delCGA a seguito del ricorso presentato proprio dal commissariostraordinario e che adesso rappresenta un punto di partenzaper molte altre Opere Pie della Regione.

Un dibattito nei giorni scorsi incentrato sul futuro delle IPABe sulla necessità di una proposta di legge più che mai necessariaper riformare gli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficienza.

Un dibattito che coinvolge in prima persona anche la politicae i deputati regionali come Angela Foti del Movimento 5 Stelle,Marco Forzese del Megafono, Marco Falcone di Forza Italia eNicola D’Agostino di Catania Futura, che stanno sostenendo ilrisultato ottenuto dal commissario straordinario Giampiero Pan-vini. Staremo a vedere…

Concepita per offrire servizi ai minori ed alle famiglie, la struttura si appresta afare un ulteriore salto in avanti. Ecco le novità

Acireale, viaggio a Casa di Momo

cine Momo” rivolte agli ado-lescenti e agli adulti, con la-boratori e momenti culturalidedicati. A casa di Momo –sottolineano i soci – vuole es-sere una casa per la città, un

luogo inclusivo. Èper questo che ab-biamo in program-ma anche la realiz-zazione di corsi diitaliano per stra-nieri».

Scegliere i lo-cali di proprietàdell’Ipab non èstata casuale:

«Abbiamo vo-l u t o

mandare un segnale di risve-glio alla città – proseguono –e riappropriarci degli spazi la-sciati al degrado è il modo mi-gliore per farlo». In tal senso,A Casa di Momo già l’annoscorso è stata coprotagonista– insieme alla Putia del BeneComune – del recupero di unavilletta comunale da tempo ab-bandonata.

Un gesto di amore verso lacittà, che però sembrerebbenon essere stato seguito dallepromesse fatte dall’ammini-strazione comunale, la qualeaveva assicurato un maggioreimpegno a mantenere il deco-ro dell’area: «Dopo il nostro

intervento – raccontano – ilcomune ha sosti-

tuito i farirotti con

quelli funzio-nanti, ma non

ha installato icestini dell’im-

mondizia comepromesso e non

ha lavorato permantenerlo pulito.

Tuttavia per noiquelll’impegno ha

r a p p r e s e n t a t oun’esperienza di citta-

dinanza attiva moltocostruttiva. I bambini –

concludono – hannoimparato a prendersi

cura del bene comune ea non scoraggiarsi di fron-

te ai diversi atti di vandali-smo».

Ipab di Acireale,il CGA bacchettala Regione

Simone Olivelli

ACESE

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“Un ringraziamento speciale a chimi ha supportato senza risparmiarsi.Senza di loro non avrei potuto farce-la. Grazie a Manuela Pecorella, Ro-sario Pecorella, Giovanni Vitale, An-tonio Stazza, Marco Prestipino, An-

Etna Endurance Unesco 2015: «Un sfida per me inimmaginabile fino a qualche anno fa»

Rosario Catania completa la sua impresa in 27 ore e 30 minutitonio Mirulla, Luca Catania,Elena Cifali, Francesco Lando-lina. Una dedica speciale al miocaro zio in rianimazione”.

Sono doverosi ringrazia-menti, con una dedica speciale,le prime parole di Rosario Ca-tania, a conclusione di “EtnaEndurance Unesco 2015”,l’evento celebrativo del secon-do anniversario dell’iscrizionedell’Etna nel Patrimonio Une-sco promosso dal Parco dell’Et-na e dal CEPES (Centro EtneoPromozione Eventi Sportivi),che si è concluso oggi a Marinadi Riposto poco prima delle 13,dove Rosario è stato accoltodalla presidente del Parco Ma-risa Mazzaglia e dal sindaco diRiposto Vincenzo Caragliano,con l’assessore allo sport Anto-nio Di Giovanni.

Poi le sue emozioni e la suagioia alla fine della grande pro-

va. “Una sfida inimmaginabile perme qualche anno fa. Oggi è realtà soloperché piccole barriere e limiti sonostati infranti o spostati in avanti - rac-conta Rosario Catania - Un’emozio-ne dietro l’altra e in cui ogni tappa ha

rappresentato una sfida a se stante. Ilmomento più emozionante è stato loscollinamento a 3150 metri con untappeto nuvoloso sotto di noi e ledebole luci dei paesi pedemontaniche filtravano debolmente. Sopra lenuvole un tramonto mozzafiato conun quadro d’autore dipinto dal fir-mamento. Mi sono fermato ad assor-bire il momento e ho pianto, liberan-do l’ansia della sfida, affidandomi alleguide più esperte che potessi desi-derare, Franco e Oraziodell’Ente Parco. La tappapiù dura la maratona not-turna, che ha messo a duraprova le mie gambe e no-nostante un rialzo termicosono riuscito a raggiungereil mare”

Il trekker catanese, deten-tore del “Guinness WorldRecord” di camminata nor-dica, ha chiuso dunque lasua impresa - 5 tappe percinque discipline sportivediverse, 134 chilometri intutto - a Marina di Riposto,sotto una pioggia scroscian-te, con il tempo di 27 ore e30 minuti, meno di quanto

previsto nonostante le difficoltà not-turne e il mare piuttosto agitato del-l’ultima prova, effettuata in canoa dalporto di Catania alNonostante la fati-ca e un lieve attacco febbrile nottur-no, Rosario - accompagnato dalleguide del Parco Franco Emmi e Ora-zio Distefano e dai trekker che segui-vano la sua impresa - ha completatoieri sera intorno alle 22,30 il passag-gio tra i versanti nord e sud dell’Etnae intorno a mezzanotte è arrivato al

Rifugio Sapienza, dove è stato accol-to dall’Amministrazione comunale diNicolosi. Visibilmente provato mafelice, Rosario Catania ha voluto rin-graziare le guide del Parco e le guidealpine dell’Etna per il fondamentalesostegno.

Poi ha iniziato la discesa verso Ca-tania, dove è arrivato regolarmenteall’alba, per poi iniziare l’ultima pro-va.

La testimonianza della guida delParco dell’Etna OrazioDistefano: “La tenaciadi Rosaria Catania èstata davvero straor-dinaria, anche in con-dizioni e situazionimolto difficili, come lasua non brillante con-dizione fisica da unlato e dall’atro l’attra-verso della colata la-vica dell’autunnoscorso, che ha inter-rotto il collegamentotra i due versanti sude nord dell’Etna, aquota 3000". porto diAcitrezza, con l’ultimotratto fino a Riposto di

nuovo in mountain bike a causa del-le condizioni del mare.

Senza intoppi le prime due provedi “Etna Endurance Unesco 2015”:la prima, Porto di Riposto-Marina diCottone, 8 chilometri con la tecnicadel Nordic Walking; e a seguire, lascalata Marina di Cottone-Piano Pro-venzana, 33 km in mountain bike.

Più complicato, come prevedibi-le, il seguito. rto di Riposto-Marina diCottone, 8 chilometri con la tecnicadel Nordic Walking; e a seguire, lascalata Marina di Cottone-Piano Pro-venzana, 33 km in mountain bike.Nonostante la fatica e un lieve attac-co febbrile notturno, Rosario Cata-nia - accompagnato dalle guide delParco Franco Emmi e Orazio Distefa-no e dai trekker che seguivano la suaimpresa - aveva tuttavia completatonella tarda serata di ieri il passaggiotra i versanti nord e sud dell’Etna eintorno a mezzanotte era arrivato alRifugio Sapienza, dove era stato ac-colto dall’Amministrazione comuna-le di Nicolosi, con il testa il sindacoNino Borzì.. Poi il trekker ha iniziatola discesa verso Catania, dove è arri-vato regolarmente all’alba di oggi, perpoi iniziare l’ultima prova.

Periodo particolarmente fe-lice per la Liotri Volley, la so-cietà di pallavolo attiva a Cata-nia, ma con sede a Sant’Agatali Battiati. L’associazione spor-

La Liotri Volley si prepara alle fasinazionali del campionato Csi

tiva guidata da Raffaele Cun-solo si è affermata nelle scorsesettimane nei campionati re-gionali Csi femminile e misto,mentre ha ottenuto un ottimo Ha riscosso un ottimo successo l’ “Open Day Shia

tsu” curato dalla scuola shiatsu “TaoMakoto” conil patrocinio del Comune di Mascalucia all’inter-

no dello splendido palmento della delegazione di Massan-nunziata. Numerosi cittadini, alcuni di essi diversamenteabili, hanno potuto sottoporsi ad un trattamento shiatsutotalmente gratuito praticato dal maestro dott. Antonio Litri-co (nella foto) e dai suoi allievi.

Un’esperienza davvero significativa permolti appassionati della pratica ma an-che per diversi curiosi che per la primavolta hanno voluto toccare con mano ibenefici della tecnica di trattamento ma-nuale, alla quale ha accettato di sotto-porsi anche il vicesindaco di M a -scalucia, Fabio Cantarella.

Soddisfazione per lagiornata dedicata a pro-muovere tra i cittadini diMascalucia il trattamentoshiatsu ha espresso il maestroAntonio Litrico che s’è impe-gnato a riproporre l’esperienza infuturo vista la risposta del pubblico.

La scuola shiatsu “TaoMakoto” èoperativa a Catania nella meraviglio-sa sede monasteriale, una sede for-mativa, ubicata nella via San Nullo n.46. Sono già aperte le iscrizioni perl’anno accademico 2015/16. Il primoanno prevede ben 370 ore di formazionea cura di sei docenti tra medici, infermierie insegnanti di rilievo nazionale e interna-zionale. Per ogni informazione è possibilecontattare la segreteria della scuola com-ponendo il numero 095.2165112 oppurea mezzo mail [email protected]

Cinquantaliriche per de-buttare in unmomento in cuil’esigenza dipoesia – nonsolo in campoletterario maanche nellaquotidianità – èsempre più for-te. Il primo la-voro di NuccioCarrara, Qua-derno interiore(Aletti Editore,12 euro), rac-coglie i germi diuna nostalgiache si uniscealla speranza in

un rapporto che attraversa il tempo interiore del-l’autore e la vita in quanto tale. Con uno stile daitoni malinconici e velati, Carrara si muove versouna poesia che sappia arrivare al lettore in pun-ta di piedi, senza artifici ma con la sincerità pro-pria dell’intimità. Il volume è stato presentato il27 giugno all’interno del Grand Hotel I Fara-

secondo posto a livello ma-schile. Gli impegni per la LiotriVolley, però, non sono finitiqui: le compagini femminile –capace di vincere anche la fase

interregionali nel triangolare traSicilia, Calabria e Campania –e mista, infatti, disputeranno lafase nazionale a inizio luglio,quando dall’8 al 12 prende-ranno parte alle finali di Mon-tecatini Terme.

La società catanese, checonta circa 35 soci, è nata di-versi anni fa come progettovolto all’aggregazione omo-sessuale e non della provinciadi Catania. Oggi, pur rimanen-do alta la sensibilità nei con-fronti delle tematiche Lgbt, l’at-tenzione è tutta puntata sullaqualità dell’attività sportivasvolta oramai a livelli partico-larmente elevati: «Il campiona-to di Csi gode ormai di un li-vello tecnico di assoluto rispet-to – commenta Cunsolo – frut-to questo della decisione daparte di diverse società un tem-

Il presidente Cunsolo: «Risultati che ci fanno ben sperare per il futuro»po tesserate alla Fipav di per-correre questo nuovo cammi-no. Da parte nostra non pos-siamo che essere soddisfattidei recenti risultati, che ci dan-no la motivazione per andareavanti e fare sempre meglio».

In cantiere, per la Liotri Vol-ley, ci sono diversi progetti: «Ilnostro intento è quello di par-tire presto con dei corsi di av-viamento allo sport per bam-bini – continua il presidente –che ci permetterebbero di fareattività sana ai bambini, crean-do anche le basi per un vivaio.Nello stesso tempo vorremmoampliare le attività sportive cheoffriamo ai nostri soci, inclu-dendo nuove discipline, e –conclude Cunsolo – trasfor-mandoci a tutti gli effetti in unapolisportiva».

Quaderno interiore, l’esordioeditoriale di Nuccio Carrara

L’autore di Riesi debutta con una raccoltadi poesie animate dalla sincerità dell’intimità

glioni in Acitrezza: «La poesia è un attimo inter-minabile che ti accompagna in tutto ciò che sentied operi, il tuo spazio vitale per eccellenza, ilriscatto dalla banalità e dal luogo comune –dichiara l’autore – È un guardarsi dentro comein uno specchio che interroga ed esige verità,che non ammette ambiguità o finzioni». Lepoesie di Quaderno interiore sono state scrittein varie fasi della vita dell’autore: «Sì sono legatea momenti diversi – racconta Carrara – ma tuttefrutto di una ricerca interiore che spero possaemergere dai versi che il lettore leggerà».

Sull’opera si è espresso anche A. Siclari, chefirma la prefazione della raccolta: « La sensibilee ricercata lirica, la lotta interiore costruttiva, lanostalgia del tempo andato, mai distruttivo, e lasperanza, sono le pietre miliari che caratterizza-no l’opera prima di Nuccio Carrara – si legge –.Opera emotiva in cui ci si incammina in unpercorso di sfuggenti emozioni, come in un viag-gio che percorre una via che porta ad un auspi-cio di rinnovamento e presa di coscienza delpassato di cui, inevitabilmente, si può gioire esorridere colmi di speranza». Nuccio Carrara,nato a Riesi nel 1959, è pittore e promotore dinumerose iniziative artistiche a partire dagli anniOttanta. Attualmente l’autore è impegnato nellastesura di un romanzo. S. O.

Simone Olivelli

Open DayShiatsu della scuola

“TaoMakoto”

Tanti cittadini di Mascalucia per itrattamenti gratuiti del maestro Litrico

SPORT E CULTURA

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