PressNewsanno V n°7 - luglio 2011

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QUANTE POLTRONE

BISOGNA VENDERE

PER PAGARE

IL SOLO STIPENDIO

DI UN MANAGER?

Contraddizioni, paure e prospettive per lo stabilimento tolentinate di Poltrona Frau di Roberto Scorcella Una delle difficoltà più grandi all’interno del nostro Paese, in merito alla popolazione, risiede a nostro avviso nella percezione di quella che è la reale situazione economica. Beninteso, che vi sia una crisi, e profonda, se ne sono già accorti, e molto al di là della semplice percezione, tutti quelli che per un verso o per un altro sono già in cassa integrazione da mesi o hanno subito una riduzione dell’importo del salario, e soprattutto chi un lavoro lo ha perso del tutto. Ma anche tutti gli altri se ne accorgeranno presto Ci sono situazioni in cui, però, nel dramma della perdita del posto di lavoro o della riduzione del salario, la crisi (o quella che forse sarebbe più corretto definire come redistribuzione della ricchezza mondiale) poco c’entra. È il caso paradossale del gruppo Poltrona Frau... (SEGUE A PAG.2)

Ciao Pè!Ciao Renà!Finarmende pare c’adè ‘rriata l’estate, se cuscì se pole dì, dato che pioe un jornu scì e nandru pureC’hai rajò. A me più che estate me pare ‘n autunnu rescallatu...Guarda mpò che bella immagine ì datu pè definì lu statu metereologicu!Furtuna che pioe, cuscì adè de meno quilli scarmanati che, jornu e notte, va correnne cò li muturì truccati e smarmittati e non te fa ripusà un minutuA me me pare che ‘na orda che statìa ‘na legge (che non adè mai stata cancellata) che punìa chi modificava li muturì de 50 cc e li facìa ‘rrià a corre fino a 90-100 chilometri all’ora mentre duvrìa da jì al massimo a 50

all’ora. E in più mettece lu rumore de lu scappamentu che te ‘ssurdisce e che non duvrìa superà determinati decibel. Invece quanno che passa fa più rumore de un riuplanu a reazziò!Ma me sai dì do sta le guardie che duvrìa reprime tutti sti abusi? Certo, se lo vai a chiede a chi comanna te risponne che lu personale adè pocu e adè sprovvistu delle attrezzature per fa li controlli... a me me sa tanto che c’hanno l’ordine de fa le contravvenziò a chi gli è scadutu lu discu orariu, magari solo da dieci minuti, perchè serve li sordi!Non una ma mille rajò c’hai, perchè invece de vuttà via li sordi per tante cose inutili, vedi li semafuri che non serve a cosa o lu momunentu alla foca (scì perchè tutto pare meno che

un monumentu a San Nicola), non li useno per mette più guardie? Quissu monumentu, pù, c’ha perfino lu meccanismu che duvrìa fallu jirà, ruttu per l’ennesima orda e, in più, nonostante sia statu restauratu pocu tempu dopo l’inauguraziò, se sta respacchenno tuttu quantu...Cuscì, altri sordi da spenne!E non vojo parlà delle piste cicalbili: ma vurrìo dì che se con tutti li sordi che adè stati spisi avrìa assunto più vigili urbani e l’avesse distribuiti quartiere per quartiere, sia pè li controlli che per dà maggiore sicurezza a li cittadini, non adera mejo?Pori sordi nostri!E scì, ce sarìa tante de quelle cose da dì su li sperperi, ma adè mejo che lascimo

perde, tanto adè tutta fatica sprecataE scì, ma sai che te dico? Che adesso te lo dico a modu mia:Dovete da sapè, mia cara jenteche a chi comanna non je ne freca gnentese jornu e notte non se po’ durmìpè lu frastuonu de li muturìche passa a tutto gasse, smarmittatiguidati da vardasci marcreati.Voli sintì ‘mpò de tilivisiò?Pè tuttu ‘llu casinu non se po’!E se la strada voli traversàtu poli fallo ma t’hai da sbrigàperchè sti matti corre come trenie non c’è casu che quarcuno freni!Ciao Pè!Ciao Renà, attentu a li muturì me raccomanno!

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Contraddizioni, paure e prospettive per lo stabilimento tolentinate di Poltrona Frau (segue da pag. 1)

UN MOMENTO DELLE AGITAZIONI DEL 2009

...dove in un’azienda lombarda si sta procedendo alla delocalizzazione di decine di migliaia di ore di lavorazio-ne a fronte di stipendi manageriali che farebbero impallidire Paperon de’ Paperoni. Il campanello d’allarme lan-ciato lo scorso febbraio dai sindacati oggi sta diventando realtà. Anche se attualmente lo stabilimento tolentina-te di Poltrona Frau viene toccato solo sensibilmente dalle scelte manage-riali di portare in Romania la parte di lavorazione che riguarda la cucitura, le organizzazioni sindacali e le Rsu, a seguito di un’assemblea tenuta con i lavoratori di Poltrona Frau, hanno vo-luto ribadire la loro preoccupazione e la volontà di mantenere alta l’attenzione sul sito produttivo di Tolentino. Oggi la delocalizzazione della cucitura riguarda prevalentemente il marchio Cassina. Secondo quanto si è appreso del-le centomila ore di lavorazione di cucitura interne allo stabilimento lombardo di Cassina, l’azienda sa-rebbe intenzionata a delocalizzare in Romania, o comunque in aree del mondo dove il costo del lavo-ro risulta notevolmente più basso rispetto a quello italiano, almeno settantamila ore di cucitura per una riduzione dei costi che sareb-be pari a circa il 50%. “Si tratta di un costo globale – ha sottolineato il segretario provinciale della Fillea Cgil Daniel Taddei – che non arriva a un terzo del premio che ha recen-temente ricevuto l’amministratore

delegato Dario Rinero pari a oltre un milione e mezzo di euro. Si tratta di una situazione paradossale e di una contraddizione palese che non posso-no non allarmarci. Il fatto che oggi que-sta situazione relativamente non tocchi il sito di Tolentino non ci fa stare tran-quilli. Crediamo che questa dirigenza abbia esclusivamente lavorato per far quadrare i bilanci e far prendere i premi ai vari amministratori. Di certo non si è lavorato per far crescere l’azienda e so-prattutto il prodotto”. Sulla stessa linea l’intervento del segretario provinciale della Filca Cisl, Primo Antonelli, il qua-le ha voluto sottolineare come “Que-sta azienda offre un lavoro artigianale nel quale il valore aggiunto delle ma-estranze e la loro professionalità garan-tisce il vero made in Italy. L’azienda sta cercando di creare massima redditività a discapito del prodotto e dei lavora-tori”. Caustico Aldo Benfatto, segreta-rio generale della Cgil: “Poltrona Frau dovrebbe rappresentare il made in Italy. A capo del gruppo c’è la famiglia Montezemolo di cui Luca Cordero viene riconosciuto come ambascia-tore del made in Italy all’estero. Come mai queste stesse persone decidono di portare pezzi di pro-duzione all’estero?”. Le Rsu, infine, hanno voluto rimarcare come attual mente la cucitura per Poltrona Frau venga svolta soprattutto da terzisti di Tolentino. Una eventuale delocalizza-zione creerebbe problemi drammatici per tutto l’indotto.

Dunque, ecco concretizzarsi il para-dosso di cui parlavamo in apertura: a fronte della scelta manageriale di abbattere costi pari a mezzo milio-ne di euro, ci si trova davanti a un amministratore delegato che solo di premi incassa tre volte tanto, ol-tre a uno stipendio base annuo che si aggira intorno al milione di euro. Ahi voglia a vendere Vanity Fair! Al mo-mento lo stabilimento di Tolentino non ha ancora subito ripercussioni, ma se la strategia aziendale è quella adottata a Meda per Cassina, non è allarmismo te-mere che presto anche in via Colombo possano arrivare altri tagli. Tutto questo sta succedendo nel silenzio assordante della politica di sinistra e di destra che, a fronte dell’allarme lanciato dai sinda-cati, non ha espresso alcuna posizione né tantomeno una dovuta solidarietà con i lavoratori. Forse sono tutti trop-po impegnati a preparare la campagna elettorale delle comunali del 2012,

senza rendersi conto che se la battaglia non viene fatta prima di decisioni scel-lerate che potrebbero avere ripercussio-ni drammatiche sul tessuto sociale ed economico tolentinate, esiste concreto il rischio di chiudere la stalla dopo che i buoi se ne sono andati da un pezzo. E parliamo di un’azienda che oggi oc-cupa 380 lavoratori, oltre a una 50ina di interinali e a un indotto nel quale insistono decine e decine di altri addet-ti. Tutta la città deve fare sua questa battaglia, così come è stato nella calda estate del 2009, perchè stavolta in gio-co c’è il futuro nostro e dei nostri figli. Poltrona Frau non è un giocattolo da smontare e rimontare a piacimento di chi vuole far quadrare i bilanci a spese di chi si spacca in quattro per mille euro al mese. Poltrona Frau è il vanto e la forza di Tolentino e qui deve rimanere, indipendentemente da quello che han-no in testa a Meda.

LA CONFERENZA STAMPA DEI SINDACATI

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SPUNTANO IN PIENA ESTATEA TOLENTINO I “SEMPREVERDE”In piena estate a Tolentino sono spun-tati... i “sempreverde”. Non si tratta però di quelle piante che non lascia-no cadere le foglie, bensì dei semafori installati un annetto fa e sui quali ave-vamo espresso qualche documentata perplessità. Da qualche giorno anche sfrecciando davanti a questi semafori a cento chilometri l’ora non scatta più il rosso, ma rimane sempre verde. La de-cisione è stata presa dal Comune che dopo un anno, non si è capito bene an-cora il perché, ha disattivato il controllo della velocità sui nuovi semafori che re-stano attivi solo per l’attraversamento pedonale a chiamata. Come avevamo sottolineato a suo tempo l’Amministra-zione Comunale che installa questa ti-pologia di semafori, in caso di danni o lesioni derivanti da sinistri “comunque riconducibili all’impiego degli stessi, potrebbe vedersi chiamata a risponde-re in sede civile e penale”. Una direttiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (01207599/05) sulla corretta e uniforme applicazione delle norme del Codice della Strada in materia di se-gnaletica, evidenzia, tra l’altro, che “al-cune Amministrazioni usano il semafo-ro intelligente come mezzo di controllo della velocità, ma le lanterne semafori-che sono state concepite non per go-vernare localmente la velocità”. Nella circolare, viene ribadito che i semafori servono per regolamentare nel tempo l’avanzamento delle correnti di traffico, sia veicolare che pedonale. “L’aziona-mento del ciclo semaforico in base alla velocità dei veicoli” si legge ancora nel-la circolare “può quindi costituire una fonte di pericolo per la sicurezza della circolazione”. E aggiunge la direttiva: “L’azionamento del ciclo semaforico in

base alla velocità dei veicoli, compor-terebbe l’ingiusta e inutile penalizza-zione di quei veicoli che, procedendo ad andatura normale, si trovassero a precedere quelli sopraggiunti a veloci-tà eccessiva, con il probabile rischio di tamponamenti o pericolose manovre evasive da parte di questi ultimi”. La circolare evidenzia, ancora, che “ap-pare peraltro problematico giustificare perché una presunta infrazione venga rilevata ma non sanzionata, bensì pe-nalizzata con un semplice perditempo al semaforo”. Ribadisce, infine, che il Ministero non ha mai rilasciato “appro-vazione per i dispositivi in questione, per cui non è dato sapere neppure se le misurazioni di velocità effettuate siano corrette”. Una nota del Comune tenta di giustificare in qualche modo la deci-sione di lasciare il verde fisso. “L’inten-dimento generale dell’Amministrazione comunale è quello di garantire, attra-verso una serie di interventi, che sono stati realizzati in questi anni e finanziati dal Ministero, compresi i semafori, un elevato standard di sicurezza. Troppo spesso si verificano inciden-ti provocati dall’elevata velocità. Per questo motivo in alcune zone ritenute ad alto rischio sono stati installati de-gli impianti semaforici con l’intento di rendere sicuri gli attraversamenti pedo-nali mediante un pulsante di chiamata che fa scattare il rosso alle autovetture. Approfittando della situazione si è pen-sato di installare anche dei rilevatori di velocità capaci di fungere da rallenta-tori del traffico mediante il rosso sema-forico. Questo tipo di strumentazione, tra l’altro, viene utilizzato in numerosi comuni italiani che, anticipando i tem-pi sulla prevista omologazione, hanno

comunque montato questo partico-lare tipo di semafori. Recentemente a seguito di alcune circolari emanate da diverse prefetture in varie regioni ita-liane e dopo una verifica effettuata dal Ministero delle Infrastrutture, in attesa dell’omologazione degli impianti, si è deciso di sospendere il rilevamento della velocità, mantenendo però attivi i semafori per gli attraversamenti pedo-nali”. Queste giustificazioni non reggono. La

direttiva del Ministero risale al 2005 e fin da subito erano state manifestate delle perplessità sulla regolarità dell’uti-lizzo di questi semafori. Ci viene detto, però, che il Comune ha voluto antici-pare i tempi in attesa di una presunta “omologazione degli impianti” il cui ingresso non è ancora dato sapere. Lo stesso Comune ci conferma, però, di aver utilizzato per oltre un anno im-pianti non omologati. Se ne sono ac-corti adesso: meglio tardi che mai...

TOM TOMnuova generazionedi Ilaria Del Dotto

Sono la clas-sica persona che avreb-be sempre la valigia in mano, se solo potesse: adoro viag-

giare, adoro l’emozione che danno la scoperta e il contatto con persone e luo-ghi sempre nuovi. Non ho bisogno di iti-nerari studiati e precisi, di mete popolari; mi sveglio al mattino e decido che il ven-to spira dalla parte giusta…è il momento di salpare! Quanti vorrebbero levare l’an-cora, così senza pensare troppo, ma non è sempre semplice: ci sono mille respon-sabilità che non possono essere ignorate; inoltre impegni, lavoro etc etc. Insomma la vita che conduciamo troppo spesso ci impedisce di fuggire dalla routine quo-tidiana, ci intrappola in un ampolla di

vetro attraverso la quale vediamo tutto deformato. Eppure il mondo è lì, giusto un passo più avanti – perché non rompia-mo il vetro? Frantumiamolo in mille mi-nuscoli pezzetti e riappropriamoci di noi stessi. Non è così difficile, sapete? Basta volerlo: partiamo. Partiamo, alla ricerca di nuovi posti e realtà alle quali non siamo avvezzi. Mettiamoci alla prova. Non oc-corre attraversare l’Atlantico, non occor-rono lunghi voli o strabilianti traversate; nei dintorni ci sono posti meravigliosi che tuttavia ignoriamo. Turisti vengono da tutto il mondo per ammirarli e noi che abitiamo giusto alla porta accanto, non ne conosciamo nemmeno l’esistenza. Siamo stanchi, addormentati, abbiamo lasciato assopire le nostre curiosità, ma non è mai troppo tardi per spezzare l’in-cantesimo. Non ci serve relax, quello che ci serve è sentirci vivi, sentire quella stan-chezza che solo l’entusiasmo e la frenesia

di una giornata “fuori dalle righe” può dare. Dobbiamo smettere di usare scuse con noi stessi e con gli altri: alzatevi una domenica mattina, non poltrite sempre a letto; preparate borse e borsoni, partite all’ “avventura” da soli o in compagnia, con famiglie o amici; non importa, pur-ché lasciate alle vostre spalle tutto il resto. Non abbiate paura, al vostro ritorno sarà tutto lì ad aspettarvi, l’unica differenza sarete forse voi, il vostro modo di vede-re e affrontare ogni piccola difficoltà. Ho girato molto sebbene sia giovane, ho co-nosciuto modi di vivere diversi, ho visto luoghi meravigliosi, eppure c’è una cosa che mi devo rimproverare: ho trascurato la mia terra e le sue bellezze. In effetti sia-mo sempre portati a credere che altrove tutto sia migliore e questo alle volte ci rende ciechi dinnanzi a spettacoli maga-ri semplici, ma allo stesso tempo incan-tevoli, che abbiamo a portata di mano.

Mi sono ripromessa di fare un bel giro esplorativo, qui nei dintorni, voglio vede-re che cosa mi sono persa in questi anni; voglio ritrovare i sorrisi della mia gente, la nostra “melodiosa” parlata, insom-ma tutto ciò che ci identifica per come siamo. Viaggiare in fin dei conti significa scoprire, o meglio riscoprire se stessi: le proprie radici, paure, i propri sogni. La nostra stessa esistenza non è altro che un viaggio, solo che la maggior parte delle volte ce ne dimentichiamo, ci sediamo comodi e aspettiamo passivi che la strada scorra sotto i nostri occhi. Ma non è così che funziona: il mondo è fatto di sfuma-ture e sta a noi coglierle, magari il tono di fondo è sempre lo stesso, ma i colori in superficie sono combinati in maniere sempre nuove e inaspettate; è proprio questo che rende la vita imprevedibile e allo stesso tempo straordinaria.

HAI IL CORAGGIO DI PARTIRE?UN VIAGGIO VERSO NUOVI COLORI…

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PressNewsVIAGGIO NEL MONDO DEI QUARTIERI E DELLE CONTRADEIl viaggio nel mondo dei quartieri e contrade di Tolentino continua. Dopo i comitati di quartiere Repubblica, Benadduci, Boario, Le Gra-zie, Bura e Divina Pastora esaminiamo le problematiche che riguardano il Centro storico.di Carla Passacantando

LUIGINO LUCONI E’ IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI QUARTIERE

CENTRO STORICO

Luigino Luconi è il presidente del Con-siglio di quartiere Centro storico. Il vice è Edoardo Mattioli. Fanno parte del Consiglio: Roberto Baldoni, Elena Olivieri, Valeria Venanzetti, Maurizio Albani, Oriana Forconi, Novella Pippa, Giuliano Bianchini, Mario Lazzari, Laura Ciommei.

SERVE MANUTENZIONE IN VIE E PIAZZE DEL CENTRO STORICO

Manca la manutenzione in vie e piaz-ze del centro storico. Ci sono buche ed avvallamenti nelle strade anche vicino alle scuole. I marciapiedi sono fatiscenti e pericolosi. Occorre potenziare l’illu-minazione pubblica, la rete fognante è poi inadeguata. Ci sono problemi igie-nici per le deiezioni di migliaia di uccelli che nidificano, per l’aumento dei cani che, in contrasto con l’inadeguatezza dei servizi a disposizione e per l’inesi-stenza di campagne di sensibilizzazione e di educazione, causano la presenza di escrementi. E’ la situazione del centro storico per il presidente del Consiglio di quartiere, Luigino Luconi. “Il centro storico - dice - versa in uno stato di abbandono per mancanza di risposte concrete, programmi incisivi, linee guida, strategie urbanistiche e di un Piano Particolareggiato del Centro Storico adeguato e in sintonia con le esigenze, nei numeri e nelle richieste, fatta registrare dalla crescita della cit-

tà”. Secondo Luconi il piano in vigore non è riuscito negli anni a tutelare la qualità della vita dei residenti, degli operatori economici e dei frequentatori del centro storico. Tante sono le strade e piazze che ver-sano in brutte condizioni. Per il Consi-glio di quartiere Centro storico occorre sistemare Galleria Europa; via Rutiloni; viale Cappuccini attuando il “Piano di salvaguardia del pedone” con rifaci-mento di marciapiedi, illuminazione pubblica.

Per via Gramsci il Consiglio chiede la sistemazione del manto stradale, dei

marciapiedi che in alcune zone sono inadeguati alla funzione o inesistenti. Anche via FIlelfo presenta una situazio-ne di degrado. Per via Laura Zampeschi il Consiglio chiede un progetto atto al recupero conservativo del manto stra-dale, al potenziamento e alla riqualifi-cazione dell’illuminazione pubblica.

Per via del Popolo, Santa Maria e quar-tiere Fondaccio serve la manutenzione ordinaria e straordinaria della pavi-mentazione stradale, ristrutturazione del sistema fognante, adeguamento e potenziamento dell’illuminazione pub-blica.

Via Rutiloni

Via Gramsci

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PressNews Don Bosco, piazza Cavour. Per piazza Martiri di Montato, secon-do Luconi, serve predisporre quan-to prima un progetto per una si-stemazione della stessa, con una nuova distribuzione del sistema dei parcheggi, in modo tale da creare delle zone utili e necessa-rie alla sua pedonabilità. Piazza Nicolò Mauruzi, per il Consiglio, si presenta attualmente in condi-zioni di conservazione pessime ed il senso di abbandono e di incuria che si prova è elevato, infatti per-correndo la piazza sono evidenti avvallamenti della pavimentazione in porfido con disagi per l’attraver-samento pedonale; degrado del-la pavimentazione dovuto anche alle stuccature che in alcuni tratti stanno scomparendo. Per piazza della Libertà il Consiglio chiede di realizzare un nuovo intervento per il miglioramento dell’illumina-zione notturna mediante il realiz-zazione di un nuovo impianto ad integrazione di quello esistente, l’ampliamento del perimetro della piazza in corrispondenza di corso Garibaldi.

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Enzo Calcaterra

TOLENTIN TTOCENTO

Cèranoncè

1860. Da un Papa re a un Re... papàIn un biennio decisivo, dal 1859 al 1860, si addensarono eventi che fecero l’Italia: seconda guerra di indipendenza, spedizione dei Mille, fine dei due regni pontificio e borbonico. Dopo secoli, nel 1860 le Marche passavano da un papa-re a un re-padre (della Pa-tria). Non tutti furono ovviamente d’accordo sull’Unità. Valeva per il passato quanto per il futuro. Ma molti furono anche uomini e donne che fin da allora, con finalità, prospettive, consapevolezze diverse, cominciarono a farsi Italiani tentando di fare l’Italia.

Il decennio che precedette l’annessione del-le Marche al Regno d’Italia fu caratterizzato dall’amministrazione austriaca, malgrado i presidii dell’occupante fossero concentrati ad Ancona. Furono loro i veri dominatori, eser-citando tale ruolo con particolare durezza. Ne seppero qualcosa tanti municipi attraversati da colonne militari, costretti ad alloggiarle, sopportarle, o scelti come sedi di comando. Un continuo salasso colpiva, in diversa misu-ra, le tasche di tutti e spremeva le economie locali già tutt’altro che floride. Una tassa stra-ordinaria fu imposta per mantenere le truppe austriache in un territorio che si trovò a servire padroni in divisa e in tonaca. La macchina re-pressiva si fece, se possibile, ancor più rigo-rosa. Dal settembre1849 si estese infatti nelle zone occupate il cosiddetto “giudizio stata-rio”. Si trattava di una procedura sommaria, marziale, senza appello, per crimini contro la pubblica sicurezza: alto tradimento, sommos-sa, detenzione d’arma, resistenza alla forza pubblica. Erano compresi delitti per “ispirito di parte”, cioè di natura ideologica e politica. In tali casi il reo sarebbe stato giudicato entro 24 ore e fucilato. Così tribunali, carceri, plo-toni d’esecuzione (austriaci e pontifici), forche e ghigliottine continuarono a lavorare a pieno ritmo in tutte le Marche per altri 10 anni. Qual-che esempio. Nel 1851 a Fabriano vennero de-capitati 3 uomini; 24 fucilati a Senigallia nel settembre1852; 5 ghigliottinati a Fano il 23 maggio 1854. Complessivamente furono ese-guite, solo per i fatti della Repubblica Romana, 52 condanne a morte. Ma altre categorie non venivano trattate me-glio. Le Commissioni di Censura destituirono una moltitudine di impiegati non affidabili o ne impedirono l’esercizio della professione. Le più alte cariche erano accessibili solo ad ecclesiastici, i possidenti erano gravati da im-poste, il popolo se la prendeva coi proprietari. Artefice di questa “sagra dei malcontenti”, il Cardinal Giacomo Antonelli. Uomo di fiducia di Pio IX, rigido accentratore, fu per 27 anni suo primo ministro. Appoggiò con ogni mezzo la difesa del potere temporale, mantenendo con coerenza e determinazione questo principio fino alla sua morte, nel 1867.Proprio Antonelli predispose la visita di Pio IX nei suoi stati, per dimostrare quanto il popolo gli fosse fedele. Ma l’entusiasmo con cui fu ac-colto ovunque non poté nascondere che onori, bagni di folla, dimostrazioni di affetto sincero, erano per il Vicario di Cristo, non certo per un papa-re dal quale i sudditi ricevevano sempre più spesso sermoni, promesse e legnate. Partito da Roma il 4 maggio 1857, nelle Marche toccò Camerino e Macerata, poi sostò a Loreto. Qui ricevette i generali austriaci e i consoli stranieri residenti ad Ancona. Si spostò quindi a Fermo e Ascoli. Il suo ultimo viaggio da sovrano durò 5 mesi. Nel pomeriggio del 13 maggio giun-se a Tolentino. Visitò la Cattedrale, quindi si recò al Convento di San Nicola, affiancato dal-le massime autorità cittadine. Qui successe il fattaccio.Un repubblicano la cui famiglia godeva fama di mangiapreti, probabilmente alticcio, avvistò l’illustre ospite che stava giungendo in pompa magna nella piazza antistante la Basilica. Con tutto il fiato che il vino gli aveva accumulato in corpo, se ne uscì con un “abbasso Pio IX!”. La polizia pontificia lo agguantò in un istan-te. Dopo averlo arrestato, lo bastonò di santa ragione. Da allora gli amici, ogni qual volta il malcapitato alzava cresta e gomito, lo apostro-favano: “Te vo’ Piononu!”.Vera protagonista della cospirazione di que-gli anni fu la Società Nazionale. Nata nel ‘55 dopo gli insuccessi del movimento democra-tico e delle trame mazziniane, abbracciò con

realismo la formula “Italia e Vittorio Ema-nuele” come l’unica con qualche possibilità di successo per la causa unitaria. Cavour la incoraggiò dietro le quinte, Garibaldi vi aderì apertamente. Raccolse mazziniani, repubbli-cani intransigenti, ma anche settori neoguelfi, moderati, aggregando energie e volontà diver-se in un programma comune. Una fitta rete col-legava le provincie marchigiane dal Piemonte e dalle Romagne. A Tolentino funse da anima-tore e referente il nobile Filippo Ciardoni, la cui famiglia era imparentata coi Silverj e i Ca-gnaroni, in diverso modo protagonisti di que-sto periodo. Ciardoni aveva il suo tramite con il Comitato di Emigrazione fuoriusciti di Rimini nel fratello esule Eugenio. Due i contributi di spicco a suo merito. Nel maggio 1860 il Co-mitato tolentinate si dichiarò pronto a fornire uomini e mezzi per un’eventuale insurrezione. Non accadde, ma nella zona furono compiuti atti di sabotaggio, come attestano documenti d’epoca. Lo stesso Comitato ebbe parte attiva per il reclutamento di volontari, prima nel con-flitto austro-franco-piemontese del 1859, poi nel costituendo Corpo dei “Cacciatori delle Marche” in appoggio alla campagna del 1860.

Nel 1859 scoppiò la seconda guerra di in-dipendenza, combattuta prevalentemente in Lombardia. L’opera di propaganda per l’arruo-lamento diede i suoi frutti. Accorsero dai centri maggiori ai piccoli di tutte le Marche volonta-ri, superando ostacoli di ogni tipo della polizia pontificia, più di 2.000 uomini, 200 dei quali tra Camerino e Macerata. Diciassette i tolenti-nati, che avrebbero continuato a combattere nel 1860. Ma i Comitati della Società Nazionale non s’erano mai fermati. Avevano anche pre-stato la loro opera per il salvataggio di sospetti, lo sbarco di armi lungo la costa adriatica, la cospirazione. Nel frattempo, tra Marche e Um-bria cercavano infatti di sollevare il territorio approfittando del conflitto al nord. Gli austriaci avevano mollato la presa, ma difficoltà di coor-dinamento, delazioni, scoperta di armi, arresti, tempestività dei pontifici, vanificarono tutto. Lo stesso Garibaldi, già pronto per intervenire al confine, dovette rinunciare. Stava per calare il sipario sull’ultimo atto dello Stato della Chiesa. L’urto decisivo tra i pontifi-ci e Cialdini al quale il generale Fanti, coman-dante in capo della spedizione nelle Marche e nell’Umbria, aveva ordinato di impedire a La-

moricière di chiudersi in Ancona, avvenne il 18 settembre1860 nella località chiamata “Le Crocette”, presso Castelfidardo. Abbandonato dall’Austria, incertissimo sul sostegno france-se, il Regno pontificio tentò di costituire nel ‘60 un proprio esercito su base internazionale. Il generale francese Christophe Lamoricière era riuscito a raccogliere alcune migliaia di volontari francesi, austriaci, belgi, irlandesi, italiani, tutti convinti di far parte di una cro-ciata come già i loro antenati contro Saraceni e Turchi. La battaglia fu accanita, i pontifici, numericamente inferiori, combatterono col va-lore e fervore di cavalieri antichi. Georges de Pimodan, braccio destro di Lamoricière, più volte ferito, si batté fino all’ultimo. Solo La-moricière riuscì a raggiungere Ancona con un reparto dei suoi, per arrendersi il 19 settembre. Come si è scritto, la battaglia di Castelfidardo fu sostanzialmente il tentativo dei pontifici di aprirsi la strada verso Ancona e il successo di Cialdini nell’impedirglielo. In otto giorni la guerra era terminata, l’esercito pontificio annientato, lo Stato della Chiesa ridotto al co-siddetto “patrimonio di Pietro”, cioè Roma e il Lazio.I Marchigiani ebbero parte attiva negli eventi soprattutto per la presenza di circa 400 uomi-ni nel Corpo dei “Cacciatori del Tronto”, poi denominato “Cacciatori delle Marche”. Si era costituito nel 1860 sotto la guida di Pier Francesco Frisciotti e Francesco Saverio Grisei. Tra i volontari figura il furiere tolen-tinate Andrea Bartocci. Lo si ricorda pioniere della moderna telegrafia, scienziato, letterato. Di lui, soprattutto dei suoi effettivi meriti, re-stano purtroppo pochissime tracce e voci di scoperte, invenzioni, finora mai documentate. Trentuno in tutto furono i tolentinati arruolati nei “Cacciatori”: un conte, artigiani, professio-nisti, borghesi. Il 18 settembre, alle prime notizie da Castelfi-dardo, i “Cacciatori” avevano occupato diverse località dell’Ascolano, proclamando il governo di Vittorio Emanuele. Il 19 seguente, Frisciotti e una quarantina di volontari si spinsero fino a Marano (oggi Cupramarittima), dove por-tarono a segno un’azione clamorosa. Con un abile stratagemma disarmarono infatti più di 300 pontifici diretti verso sud. Erano militari e ufficiali sottrattisi alla resa, parte sulla via di casa, parte intenzionati a raggiungere Roma o il Regno borbonico. In quell’occasione si di-stinse particolarmente per audacia e astuzia il tolentinate Euclide Cagnaroni, di cui si è parlato precedentemente. Già partecipe alle campagne del ‘48 e del ‘49, combatté anche il brigantaggio filoborbonico nell’Ascolano durante la Repubblica Romana e nel 1860. Vo-lontario tra i primi nel 1859 e ‘60 col grado di capitano, meritò per l’azione di Marano gli elogi delle autorità italiane, oltre ad encomi dei suoi superiori. La notizia della vittoria giunse prestissimo a Tolentino. Il 19 settembre 1860 entrarono in città le truppe sarde. Diverse migliaia tra mili-tari e ufficiali vi sostarono fino al 24. Alla loro testa, il comandante supremo e futuro mini-stro della Guerra generale Manfredo Fanti. Questi proclamò ufficialmente il nuovo go-verno. La Magistratura decaduta fu sostituita con una Commissione municipale provvisoria presieduta da Filippo Ciardoni. Alle mani-festazioni di gioia si accompagnarono gesti ostili, epurazioni, angherie verso ex nemici o compromessi col vecchio regime. Stemmi e simboli pontifici furono abbattuti, oltraggiati, distrutti dal furore popolare. Non mancarono i soliti prudenti, che preferirono tenersi in di-sparte senza escludere nuovi rovesci. Più che la Storia, “maestra di vita” era stata, almeno per loro, la vita stessa.

Caro Ottocento,nel ricordare il 1860, mi sembra giusto dire due parole su Piazza della Libertà, per qualche decennio Piazza Vitto-rio Emanuele II. Che io sappia,l’unico spazio cittadino dedicato al Re del Risorgimento. La piazza ha cam-biato più volte nome e aspetto. Fino a metà Ottocento fu “Piazza Grande” poi “Piazza Maggiore”; infine, tra 1886 e 1892, Piazza Vittorio Emanue-le. Solo nel secondo dopoguerra del Novecento assunse il nome attuale. Ma la sua trasformazione sostanzia-le avvenne tra il 1859 e 1932: basta osservare le immagini che ho allegato alla presente per averne un’idea. Si po-trebbe dunque parlare, in questo caso, piuttosto di “noncèracè”. La torre degli orologi, con i luoghi circostanti, ha vi-sto tutti gli appuntamenti con la storia della città. Clamoroso il falso che negli anni Novanta ha aggiunto una seconda sfera al suo quadrante maggiore (ora astronomica), a conferma che i cretini non hanno età. Vedere per credere sul sito http://multiradio.podzone.org/ceranonce

A.R.

Euclide Cagnaroni

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“SCUOLA APERTA D’ESTATE” All’ Istituto Comprensivo “Don Bosco” le lezioni proseguono

in modo diverso per continuare a imparare divertendosiAnche per questa estate 2011 l’Istituto Comprensivo Don Bosco” di Tolentino, con il supporto del Comune, ha orga-nizzato per un periodo di tre settimane l’iniziativa “SCUOLA APERTA D’ ESTA-TE” che ha permesso ai ragazzi delle classi quinte della scuola primaria e pri-me della scuola media di trascorrere nei locali e negli spazi del Villaggio Don Bo-sco tre settimane organizzate con pro-poste divertenti, ma di alto valore for-mativo. Le attività, che si sono svolte dal lunedì al sabato, hanno avuto come finalità principale l’integrazione sociale oltre il confine delle diversità culturali e personali. Sono stati realizzati gruppi laboratoriali centrati sulla condivisione e la partecipazione, capaci di reinventa-re un nuovo sistema di relazioni.Fra i tanti partecipanti alle attività ani-mate da personale esperto due ragaz-ze, Giulia Santecchia e Letizia Botta, sono state da noi intervistate e ci han-no raccontato l ’esperienza che hanno

vissuto:“Siamo molto felici che il nostro Istitu-to da qualche anno ci dà la possibilità con il Progetto “Scuola Aperta d’e-state” di frequentare la scuola anche dopo la chiusura. Quest’ anno erava-mo in 32: in un’atmosfera di allegria ci ritrovavamo a scuola alle ore 9,00 fino alle 12,00. Ogni giorno abbiamo avuto un programma sempre diverso e interessante: cucina, giardinaggio, pet - therapy, laboratorio di riuso, attività sportive e musicali.La cucina didattica della nostra scuola è molto ben attrezzata e noi ragazzi ab-biamo imparato molto: abbiamo fatto il pane, preparato torte, crostate, pizza e abbiamo anche lavato i piatti! Di soli-to la merenda è stata proprio il prodot-to delle nostre ricette. Spesso ci siamo divisi in gruppi e mentre un gruppo cu-cinava, l’altro andava nell’orto-giardino biologico della scuola: lì sono state messe a dimora alcune varietà di piante

come l’anguria, le zucchine i pomodori, i girasoli che hanno avuto bisogno delle nostre cure.Ci siamo molto divertiti anche con il riuso di materiali poveri:con Titti, Fa-biola e Ferdinanda, che fanno parte della ludoteca Riù, abbiamo costruito un block notes personalizzato per ri-portare i nostri appunti.Inoltre abbiamo visitato attentamente anche la nostra bella città di Tolentino e abbiamo costruito un plastico che rappresenta vari suoi angoli.Durante l’attività di musica ci siamo scatenati perché siamo stati molto coinvolti: il professor Stefano Conforti ci suonava dei brani e noi li cantavamo oppure ciascuno di noi provava a suo-nare uno strumento musicale. Tra le attività preferite da noi ragazzi ci sono state quelle con i cani, Lapo e Camilla, addestrati per la pet-terapy: la proprietaria dei cani ci ha insegna-to molte cose. Innanzitutto ad amare, rispettare e saper accudire questi no-

stri amici a quattro zampe. Lapo è un labrador: è tozzo ed ha il pelo corto, invece Camilla è un retriver con il pelo lungo: entrambi hanno saputo capire ed eseguire i nostri comandi e noi li ab-biamo ricompensati con tante coccole e...crocchette!Durante le attività di ginnastica abbia-mo scoperto tanti giochi nuovi che si possono fare anche utilizzando sempli-ci oggetti: ad esempio con un sempli-ce foglio si può costruire una palla o usarlo così com’ è per fare esercizi di equilibrio.”Considerato l’apprezzamento dei ra-gazzi e delle famiglie verso questa iniziativa, il nostro Istituto spera per il futuro di poter dare la possibilità di parteciparvi a un numero sempre mag-giore di alunni e, perché no, di poter al-lungare il periodo di apertura. Per ora non ci resta che salutarvi augurandovi Buone Vacanze e dandoci appunta-mento a settembre.

In questa fotosequenza si ripropone uno dei problemi già sollevati a suo tempo su questo giornale: la scarsa visibilità della segnaletica per chi proviene da via Pacifico Massi e si immette in piazza Martiri di Montalto. Il camper che si vede nella foto ha attraversato la piazza esattamente nel senso di marcia inverso rispetto a quello consentito, con tutti i rischi che questo tipo di manovra avrebbero potuto comportare. Mettere una segnaletica verticale visibile non costerebbe nulla e consentirebbe di avere maggiore sicurezza perlomeno in quel tratto di strada.

SCARSA VISIBILITA’ DELLA SEGNALETICAUN CAMPER ATTRAVERSA AL CONTRARIO PIAZZA MARTIRI DI MONTALTO

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Il Rotary di Tolentino ha ospitato cinque professionisti provenienti da New York nell’ambito del Group Study Exchange (Gse), uno dei programmi più noti del Rotary International con il quale vengo-no messe a disposizione borse di stu-dio a favore di ragazzi tra i 25 e i 40 anni alle prime esperienze lavorative. L’iniziativa è in realtà un interscambio: cinque italiani scelti dal Distretto 2090, tra cui il settempedano Raoul Cafrullo, erano volati alcuni mesi fa negli Stati Uniti. Ora è toccato a cinque america-ni che a Tolentino e dintorni sono stati ospiti di attività strettamente connes-se alla propria professione. Così Vicki Greenberg, occupata in una gioielleria, ha potuto conoscere l’approccio al me-stiere nel maceratese. Stesso discorso per Hardley Dupont, consulente per il risparmio energetico, che ha visita-to l’impianto fotovoltaico all’agrituri-

smo Terre del Chienti di Tolentino ed ha avuto degli incontri con società di energie alternative, nonché per Lou-rdeth Ferguson, funzionario Onu; Lisa Vaccaro, promotore pubblicitario; Zi-naida Fleyshman, avvocato penalista. Hardley Dupont e Lisa Vaccaro, inoltre, hanno visitato gli uffici del Giudice di Pace di Tolentino, il Cosmari, gli studi di Multiradio dove sono stati intervistati in diretta radiofonica da Giusy Minnozzi. Entrambi insieme a Zinaida Fleyshman sono stati ricevuti nella Caserma dei Carabinieri di Tolentino, dal capita-no Cosimo Lamusta e dai titolari del Copyone. I cinque americani hanno poi visitato le Sale Napoleoniche di palazzo Bezzi Parisani di Tolentino, la piazza di San Severino Marche e la pinacoteca di Treia.

Il Rotary di Tolentino ha ospitato cinque giovani americani del Gse Alcuni hanno visitato gli studi di Multiradio

Hardley Dupont e Lisa Vaccaro negli studi di Multiradio

di Carla PassacantandoSono in corso al Ponte del Diavolo di Tolentino i lavori per la sistemazione della pavimentazione con pietre arena-rie nei punti danneggiati. Il tratto viario era diventato impraticabile, dal selciato si staccavano pietre arenarie creando pericolo ad automobilisti e pedoni. Un simile intervento, anche se parziale, era da tempo richiesto dal Consiglio di con-trada Pianciano – Ributino – Ancaiano – Calcavenaccio – Parruccia. Evitato quin-di l’asfalto, come aveva proposto in un primo momento l’Amministrazione co-munale. Il Consiglio di contrada, come del resto il Coordinamento consigli di quartiere e contrada, era contrario ad asfaltare il tratto viario del Ponte. Dopo il selciato per il Consiglio di contrada è importante intervenire per chiudere le diverse fessure che si sono formate lun-go le arcate a causa delle infiltrazioni di acqua le quali stanno compromettendo la stabilità della struttura. L’organismo chiede, così, al Comune di procedere con la seconda fase, in particolare per

verificare la stabilità della struttura. Il Ponte del Diavolo, costruito nel 1268, è importantissimo per coloro che risiedo-no al di là del fiume Chienti. E’ l’unica via d’accesso per raggiungere il centro della città. Ecco, allora, che il Consiglio di contra-da, riunitosi qualche sera fa, è contrario alla modifica della viabilità sul Ponte del Diavolo che sta valutando l’Ammini-strazione comunale, come ad esempio rendere il tratto viario a senso unico. Una soluzione non certo tra la miglio-ri visto che il ponte è tra due incroci. Oltretutto creerebbe tanti disagi ai resi-denti, ma non solo. Per assicurare maggiore sicurezza a pe-doni ed automobilisti servono controlli da parte della Polizia municipale perché lungo il tratto viario del ponte transi-ta di tutto pure quei mezzi pesanti che non dovrebbero.Si continua a chiedere l’installazione anche delle telecamere per attenuare la velocità dei veicoli. E’ opportuno pure deviare le linee dei bus.

LAVORI IN CORSO AL PONTE DEL DIAVOLONO AL CAMBIO DELLA VIABILITA’ AL TRATTO VIARIO

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GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA 1° PRIMA FESTA “MI FIDO DI TE”Ha fatto registrare una grande partecipazione la prima festa dell’associazione “Mi fido di te” che si è svolta nello splendido scenario delle Terme Santa Lucia. Decine le persone che con grande entusiasmo non sono volute mancare alla prima uscita ufficiale della neonata associazione impegnata a sensibilizzare la cittadinanza sul problema dell’abbandono dei cani e in prima linea nella cura dei tanti piccoli amici ospiti del canile comprensoriale dei Monti Azzurri di Tolentino, il più grande canile delle Marche. Non sono mancati momenti di spettacolo e divertimento, alla presenza di Giampiero Feliciotti, presidente della Comunità montana dei Monti Azzurri, ente che gestisce

il canile, e del segretario Giuseppe Fabbroni. Grande commozione fra i presenti quando lo stesso Feliciotti ha voluto donare una targa ricordo all’associazione in memoria di Sandra Makris, la volontaria prematuramente scomparsa l’anno scorso, che aveva dedicato la sua vita alla cura dei cani. Al termine della manifestazione, la presidente di “Mi fido di te”, Oriana Forconi, ha voluto personalmente ringraziare i titolari dell’Hotel 77 e gestori delle Terme Santa Lucia, i fratelli Renato e Daniele Mari, per l’organizzazione perfetta della serata, curata in ogni minimo dettaglio.

Chiunque voglia può iscriversi all’associazione versando la quota simbolica di 5 euro per la tessera. Informazioni allo 0733 960241.

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PressNewsIn queste foto, pos-siamo notare come, nei casi di temporale, come nella prima setti-mana di giugno, ci sia un problema, più volte esternato alla nostra amministrazione, ma del quale, a quanto

sembra, nessuno si è mai interessato. I condomini di via Filzi 59/65, hanno più volte cercato di attirare l’at-tenzione sugli allgamenti dei garages che sono vicini all’uscita dell’ascensore per il parcheggio di via Fil-zi, causati dall’esplosione del tombino oggetto della foto. Questo tombino, ogni volta che c’è un acquaz-zone o temporale, non regge il flusso di acqua che porta da via Roma, così la sua forza, data dall’inten-sità dell’acqua e dalla forza che acquista per caduta, lo fa esplodere, allagando tutti i garages della zona. Auspichiamo che la nostra amministrazione, una vol-ta x tutte, risolva il problema, affinchè non si arrechi-no ancora danni a tutti gli oggetti dei garages della zona.

I Condomini di via Filzi 59/65

Egregio Direttore,vorremmo porre alla attenzione dei Suoi lettori l’ennesima promessa elettorale mancata della Giunta Ruffini e del partito Democratico:L’abbandono del progetto afferente l’attraversamento del Fosso Troiano, comu-nicato di recente dall’assessore Romagnoli.Sinceramente siamo deluse e amareggiate per questa decisione politica che di-mostra tuttavia l’ incapacità del PD di amministrare in maniera seria e concreta la città, portando avanti progetti significativi e di sviluppo per la nostra TolentinoCi sembra gravissimo che si siano persi finanziamenti statali per un importo di circa E. 445.0000, quando quasi tutti i giorni il Sindaco e il Pd accusano il go-verno di aver tagliato i fondi agli enti locali e di non avere somma da spendere per la città .Oggi la scusa per l’abbandono è il costo finale dell’opera, non compatibile con le risorse disponibili in bilancio.La nostra domanda è allora la seguente:Se ne accorgono solo ora ???

Il progetto è del 2007, più volte è stato inserito all’ordine del giorno del consiglio comunale E PIù volte sbandierato dal PD in campagna elettorale come impegno da mantenere, più volte inserito nel piano delle opere pubbliche triennali da realizzare.La realtà è che è mancata la capacità e la volontà politica di realizzarlo.Qualcuno dovrà rispondere delle spese sino ad oggi sostenute, (es indagini, re-lazioni geologiche, progettazione) e sinceramente è intenzione del PDL ricorrere nelle competenti sedi per verificare la legittimità dell’operato della pubblica am-ministrazione avuto riguardo anche alla perdita dei finanziamenti statali.MA intanto a Tolentino il PD vota un bilancio di previsione dove da settembre si alzano le tasse (tarsu) , si aumentano le tariffe per i servizi a domanda individua-le, si contraggono mutui per opere di certo meno significative, E i cittadini pagano ...............i cons. comunali PDLAlessia PupoValeria Ruiti

IO CITTADINO

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E’ uscito il nuovo cd del saxofonista tolentinate Stefano Conforti con il suo quintetto, uno dei musicisti jazz più attivi in regione e non solo. Un cd dedicato a Charles Mingus, forse il più importante musicista afro americano che ha avuto il coraggio di denunciare la piaga del razzismo americano degli anni 60 tramite la sua musi-ca, cioè il jazz. Non è sicuramente la prima volta che musicisti più o meno importanti del panorama jazzistico percorrono territori appartenenti a questo grande maestro ma questa volta l’e-sperimento è mirato a met-tere in luce un periodo mu-sicale intorno agli anni 60, che si contraddistingue per la forte denuncia razziale, vedi brani come “Fables of Faubus”, “Pithecanthro-pus erectus”. Il quintetto di Stefano Conforti quin-di proponeuna propria visione di sette brani relativi al periodo in questio-ne. Oltre a Conforti i musicisti che hanno partecipato a questo importan-

te progetto sono: Massimo Morganti , uno dei più importanti trombonisti italiani, il pianista bolognese Sandro Dall’Omo, il giovane e valente contrab-bassista tolentinate David Padella ed uno dei batteristi storici marchigiani, l’osimano Francesco Vitale.

La squadra Gioielleria Fratelli Casadidio si è laureata campione provinciale Uisp per la stagione 2010/2011. L’asse-gnazione del titolo è arrivata dopo la partita di finale disputatasi allo stadio comunale di Comunanza contro la formazione della Carima. L’incontro è stato teso e combattuto e gli 80 minuti di gioco si sono conclusi con il risultato di 0-0, anche se le occasioni più clamorose sono state create prin-cipalmente dalla squadra di Tolentino. Terminati i regolari tempi di gioco si è passati ai calci di rigore che, grazie alla freddezza ed alla bravura dei giocatori e del portiere della squadra

tolentinate, hanno regalato la vittoria alla Gioielleria Fratelli Casadidio per 4-3. Durante tutto il campionato e per l’intera stagione calcistica, la squadra tolentinate è sempre stata ai vertici della classifica. Quindi il rico-noscimento di essersi laureati campioni provinciali Uisp non è altro che la logi-ca e giusta conclusione di un’intensa e gloriosa stagione calcistica. I presidenti della società tolentinate Carlo Esposto Cesolari e Fabio Casadidio hanno volu-to ringraziare calorosamente l’allena-tore Nando Guglielmi, i dirigenti e tutti gli atleti che hanno portato a compi-mento una vera e propria impresa.

La Gioielleria Fratelli CasadidioCampione provinciale Uisp

Nuovo CD dedicato a Charles Mingusper il saxofonista Stefano Conforti