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ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 3 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 23 16 giugno 2011 1€ Novara in A Feralpisalò, Carrarese e Trapani in Prima Divisione Il 20 giugno la Federcalcio spenderà circa 80mila Euro per un’assemblea per la ri- forma dello Statuto che non servirà a nulla. Non sareb- be meglio andare al mare? Editoriale L’AIA e un’autonomia difficile da spiegarsi Giacomini Lo Scandalo Gli esposti di Quadrini e Corvia Grisoli L’articolo Ecco perchè il calcio va a rotoli Tapinassi CALCIOFEMMINILE La DCF si trasforma in Dipartimento Redazione All’interno: Play-off e play-out Lea Pro, Novara, Mondonico, Rubrica di Gasperini, Poule Scudetto Serie D, Dal Campo al Foro e campionato Sammarinese

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 23 16 giugno 2011 1€

Novara in A

Feralpisalò, Carrarese e Trapaniin Prima Divisione

Il 20 giugno la

Federcalcio spenderà circa 80mila Euro per un’assemblea per la ri-

forma dello Statuto che non servirà a nulla. Non sareb-

be meglio andare al mare?

EditorialeL’AIA e un’autonomia

difficile da spiegarsi Giacomini

Lo Scandalo Gli esposti di

Quadrini e CorviaGrisoli

L’articoloEcco perchè il calcio

va a rotoliTapinassi

CALCIOFEMMINILELa DCF si

trasforma in Dipartimento

Redazione

All’interno: Play-off e play-out Lea Pro, Novara, Mondonico,

Rubrica di Gasperini, Poule Scudetto Serie D,

Dal Campo al Foro e campionato Sammarinese

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Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

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RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re, Giuliano Corridori

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

207 Federazioni ed un unicum. Così si potrebbe

riassumere la FIFA e più precisamente la Feder-

calcio italiana, visto che quell’unicum siamo noi. Per

spiegarvi cosa si intende (a parte dieci anni da brividi,

con scandali doping, passaporti falsi, calciopoli e cal-

cio scommesse), la nostra federazione è l’unica che

ha al suo interno una componente, quella arbitrale,

che può vantare un’autonomia decisionale fuori da

ogni logica. Fortemente implicata nello scandalo

che ha investito l’Italia nel 2006 l’AIA ne è uscita, in-

comprensibilmente, rafforzata e con maggiore au-

tonomia. I vertici dell’Associazione Arbitri possono

liberamente decidere i designatori delle Can A, B e

Lega Pro, e il presidente federale non può mettere

bocca su queste loro decisioni. Una stranezza unica

nel suo genere visto che questo accade solo in Ita-

lia e in nessuna delle altre 207 federazioni. I vertici

dell’AIA difendono questa loro presunta autonomia

di sistema a discapito di una vera autonomia, visto

che nel nuovo Statuto proposto da Carlo Tavecchio,

gli sarebbe stata data autonomia economica con la

possibilità di fare marketing e di avere una propria

partita IVA, smettendola così di presentarsi ogni vol-

ta col piattino rischiando di perdere di dignità. Nicchi

e company, di grazia, hanno risposto: No. Noi sce-

gliamo i designatori e nessuno ci metta bocca, per

il resto ce ne freghiamo, a noi importa solo dei de-

signatori. Tempo fa sembrava un nonsense in piena

regola ed essere un “unicum” tra le 208 Federazioni

dà adito a pensar male. Perché non allinearsi a tutti

gli altri? Perché chiedere solo l’autonomia di scelta

dei designatori? Perché non sedersi al tavolo dello

Statuto il 20 giugno e dire ok, noi facciamo i nomi dei

futuri designatori il presidente federale dal novero

delle candidature sceglie i più adatti, però vogliamo

una nostra partita IVA e di conseguenza la possibilità

di fare marketing. Siamo facili profeti anche in questa

occasione e siamo certi che Nicchi non cederà di un

passo, troppo importante la scelta autonoma dei de-

signatori. Troppo importante? Sì, ma qualcuno allora

ci spieghi perché non dovremmo pensar male. L’AIA

più passa il tempo e più ne combina ed è di questi

giorni la notizia che l’arbitro Claudio Gavillucci, arbitro

di Cremonese-Spezia, dove il Paoloni ne combinò di

cotte e di crude, lavorava come pr per la Stanleybet,

e che John Whittaker, oggi amministratore delegato

della Stanleybet, avvisò l’AIA del conflitto d’interessi

di Gavillucci, chiedendo delucidazioni circa l’incom-

patibilità del suo lavoro e del suo ruolo di arbitro.

Dall’AIA nessuna risposta, ma stranamente Claudio

Gavillucci si è dimesso dalla Stanleybet il 1 Giugno,

proprio qualche oretta prima che scoppiasse il bub-

bone calcioscommesse. Dal canto loro, AIA e FIGC

affermano che è tutto normale, che non c’è niente di

irregolare, ma qui non si sta mettendo in discussione

la correttezza del giovane arbitro, ma di una posizio-

ne lavorativa indifendibile che però Abete e Nicchi

continuano a difendere. Le questioni morali, perchè

qua si parla di una questione morale, non sono state

prese in considerazione da parte dell’autonoma AIA,

che ora con il presidente Nicchi gioca a scaricabarile

affermando che la responsabilità è tutta dell’ex pre-

sidente della sezione di Latina di cui fa parte Gavil-

lucci. Fa specie che “il non legato alle logiche della

poltrona” Abete, in una nota da via Allegri fa sapere

che: “Non ci sono violazioni delle norme federali, Evi-

dentemente l’AIA ha ritenuto che non sussistessero

problemi di incompatibilità”. Proprio lui che ha fatto

della questione morale il suo cavallo di battaglia. Ma

come diceva Roberto Gervaso: “Il moralista, impe-

gnato a predicare le virtù, difficilmente

troverà il tempo di praticarla”.

In Italia L’Associazione Arbitri ha un’autonomia che le altre 207 Federazioni internazionali non hanno. Nonostante Calciopoli e i tanti, troppi, silenzi

Massimiliano Giacomini

NUMERO 23 - 16 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

ADERENTE A:

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Siamo al paradosso. Risulta che nei primi giorni di

maggio il calciatore del Sassuolo Quadrini denunciò

alla Procura federale qualche strana manovra nella par-

tita di B Siena-Sassuolo, non ricevendo né risposta, né

riscontro dal dormiente ufficio dello 007 Palazzi. A scan-

dalo scoppiato, scoperto dalla magistratura ordinaria

per altri motivi, Il gran capo della Federcalcio si giustifica

affermando di aver calendarizzato la convocazione del

calciatore per il 1 giugno(sic). Convocazione poi resasi

inutile in quanto scavalcata dai fatti. Che faccia tosta! E

pensare che per il mancato pagamento della quota an-

nuale di un agente sportivo, si invia per raccomandata

l’aut-aut nel giro di venti giorni, minacciando l’esclusione

dall’Albo se non lo farà entro un mese. Mentre scriviamo,

Palazzi è a Cremona per ricevere le carte e sentire una

società di scommesse austriaca che ha messo nel mirino

almeno 80 gare tra A B e Lega Pro. Però bisogna dire che

per ora c’è molta aria fritta, e molti degli indagati sono

millantatori. Quello che sta accadendo (e siamo solo

all’inizio), ci toglie il gusto ed il pathos del calciomercato

che sta entrando nella sua fase decisiva, mentre le pan-

chine sono state tutte consegnate ai rispettivi mister. A

Catania tenta l’avventura Montella convinto, bontà sua,

di essere un grande allenatore. Auguri. A Roma la novità

più eclatante con l’arrivo dello sconosciuto Luis Enrique

(raccomandato da Guardiola) che già vede una Roma

aggressiva fondata sui due pilastri intoccabili Totti e De

Rossi. Ora comincerà il vero mercato, con la risoluzione

delle comproprietà, coi sogni irrealizzabili (o forse no)

mentre i campionissimi nicchiano per venire in Italia.

Bene i primi colpi a parametro zero di Juve (Pirlo) e Lazio

(Klose) ma nelle prossime puntate, insieme alle sceneg-

giate degli ineffabili Abete e Palazzi vedremo quello che

succederà. Ovviamente sperando di tornare con sereni-

tà al calcio giocato. Quello attuale sta disamorando i ti-

fosi e le TV commerciali, motore ed afflato delle società,

minacciano di tirarsi indietro se non vi sarà chiarezza e

trasparenza. Ma chi la devono assicurare? Sor tentenna

e soci? Poveri noi...

Il paradosso del calcio moderno e la mancanza di chiarezza e trasparenza...4 NUMERO 23 - 16 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Mauro Gasperini

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D L’incredibile storia del centrocampista cileno

Luis Jimenez sembra essere vicina ad una

conclusione. Il giocatore, legato da un contratto

fino al 2013 con la Ternana, sta cercando la stra-

da per potersi svincolare. La strada giusta (?) è

appellarsi all’art.17 del Regolamento sullo status

e trasferimenti dei calciatori FIFA, come già fatto

in precedenza dai calciatori Webster, De Sanctis e

Matuzalem. L’articolo in questione disciplina il re-

cesso “ante tempus” senza giusta causa o senza

giusta causa sportiva, dal contratto di calciatore

professionista. La risoluzione del contratto senza

giusta causa può essere disposta dopo i primi 3

anni del contratto firmato da un giocatore sotto i

27 anni, e dopo i primi 2 anni del contratto firmato

da un giocatore sopra i 28 anni. Tale periodo im-

mune dal recesso senza giusta causa è chiamato

“Periodo protetto”. La risoluzione del contratto

può essere esperita dal calciatore entro i 15 gior-

ni successivi dall’ultima partita ufficiale (quindi

sia l’ultima giornata di campionato che la finale

di coppa Italia) organizzata dalla Lega (in que-

sto caso Lega di serie A, avendo giocato l’ultimo

campionato con il Cesena) alla quale appartiene

la squadra. Il recesso viene attivato tramite un

doppio fax inviato alla Lega (in questo caso la Lega

Pro) e alla squadra di appartenenza. Nel caso di

specie il calciatore Jimenez, come ho già detto, ha

un contratto con la Ternana dal 2008 con scaden-

za 2013. Preliminarmente, bisogna sottolineare

che il regolamento in questione disciplina le fatti-

specie riguardanti società affiliate con Federazioni

diverse. Quindi bisogna indagare anche nell’ordi-

namento italiano per comprendere se vi sono nor-

me che disciplinano il recesso “ante tempus” senza

giusta causa o senza giusta causa sportiva. L’ordi-

namento italiano disciplina questo caso nel Codice

Civile all’art.2119 e ss. disponendo l’impossibilità

della “rottura” del contratto a tempo determinato

(come è qualificabile quello del calciatore profes-

sionista) senza giusta causa, né tantomeno senza

giusta causa sportiva. Nel caso si verifichi questa

fattispecie, la parte inadempiente dovrà risarcire

il danno causato alla controparte, in questo caso

la Ternana. Anche la stessa disciplina della FIFA

dispone il pagamento di un’indennità alla società

che ha subito il recesso dal contratto. Ciò premes-

so, la quantificazione dell’”an” e del “quantum de-

beatur” da risarcire è di non facile interpretazione

in virtù delle decisioni del DRC (“Dispute Risolution

Chamber” l’organo di risoluzione delle controver-

sie riguardanti il Regolamento sullo status e tra-

sferimenti dei calciatori) e del TAS (“Tribunale Ar-

bitrale dello Sport” di Losanna, organo di secondo

grado per le decisioni della DRC) negli ultimi anni.

Infatti, l’organo che deve quantificare l’indennizzo

è la DRC; le problematiche sono in via principale

derivanti dalla lettura della norma stessa che pone

dubbi interpretativi. L’indennizzo dovrà essere cal-

colato in base alle leggi nazionali, alla specificità

dello sport (mare magnum di concetti) e ai criteri

oggettivi del caso (remunerazione ed altri benefici

dovuti al calciatore in base al contratto d’ingaggio

esistente o del nuovo contratto, la durata del tem-

po rimanente nel contratto esistente e l’importo di

qualsiasi spesa o obbligo pagate dalla società). In

conclusione, vi è la problematica di capire chi sarà

l’organo giudicante a definire l’indennizzo se la

DRC in caso di tesseramento del calciatore in una

società di Federazione diversa da quella italiana o

il Tribunale Civile Sezione Lavoro in caso di tessera-

mento in una società affiliata alla FIGC. Come ogni

estate abbiamo il nostro “caso Jimenez”, la cui ri-

levanza è notevole ai fini dei problemi economici

delle società.

È un ulteriore elemento di impoverimento.

www.studiolegaledelre.it

([email protected])

Dal campo al Foro

Guido Del Re

LA “ROTTURA UNILATERALE” DEL CONTRATTO “ANTE TEMPUS”

5NUMERO 23 - 16 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Page 6: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

Calcioscommesse: Alzi la mano chi ci capisce qualcosa

Flavio Grisoli

Erodiani, Pirani e Paoloni non sembrano avere la personalità necessaria per guidare un’organizzazione criminale dedita alla corruzione dei calciatori

Alzi la mano chi ci sta capendo qualcosa

di questo scandalo scommesse. Dalle

intercettazioni telefoniche ormai a disposi-

zione di tutti emergono che i personaggi in

questione, quelli più “chiacchierati” (Erodia-

ni, Pirani, Paoloni), non sembrano avere la

personalità necessaria per guidare un’orga-

nizzazione criminale dedita alle combine e

alla corruzione dei calciatori. Paoloni meno

degli altri. Oberato dai debiti che cercava di

estinguere con altre scommesse (fasulle),

millantava amicizie e contatti arrivando a

falsificare account Skype per convincere gli

altri due. Pazzesco. Quello che ora è ormai

acclarato, invece (e che noi avevamo antici-

pato nel numero della settimana scorsa), è

che la Procura federale sapeva molto di più

di quanto abbiano provato a far intendere

negli scorsi giorni. Eh sì, perché come pote-

te leggere nella pagina a fianco, proponiamo

in esclusiva assoluta gli esposti che Daniele

Quadrini del Sassuolo e Daniele Corvia del

Lecce (due calciatori indebitamente messi in

mezzo, a quanto pare, dall’ex compagno di

squadra Paoloni) presentarono in tempi mol-

to più che non sospetti alla Procura della Re-

pubblica di Roma e, udite udite, nientemeno

che alla Procura federale guidata dal super-

procuratoremegagalattico Stefano Palazzi. In

questi documenti si legge inequivocabilmen-

te che qualcosa di losco c’era fra Paoloni,

questo fantomatico (ai tempi, ora si capisce

benissimo chi sia) Massimo da Pescara e le

diverse decine di migliaia di euro che gira-

vano. Resta oscuro, se non incomprensibile,

capire per quale motivo Palazzi e compagnia

non si siano mossi per tempo, visto che ba-

sta una rapida occhiata a questi brogliacci

per sentire puzza di bruciato. Cosa costava

chiamare immediatamente i due calciato-

ri e sentire che cosa avevano da dire? Cosa

costava chiamare Marco Paoloni per capire

che cosa stesse succedendo? Invece niente,

il silenzio. Questi due esposti sono arrivati

per certo sulla scrivania del superprocurato-

remegagalattico l’8 (Quadrini) e il 18 maggio

(Corvia), quindi ben prima che scoppiasse lo

scandalo. Invece, cosa succede? Informato,

probabilmente, dell’esistenza di un’inchie-

sta dai contorni potenzialmente atomici a

Cremona, Palazzi si è affrettato a far chia-

mare dai propri 007 i giocatori per parlare.

Incontri organizzati per quando? Per il primo

giugno, come candidamente ha confessato il

presidente della Federcalcio Giancarlo Abete

nella conferenza stampa successiva all’ultimo

Consiglio federale. Lo stesso giorno in cui per

Paoloni, Erodiani, Pirani e compagnia cantan-

do sono scattate le manette. Cercare di capi-

re i delicati equilibri all’interno d(e)i Palazzi

è davvero complicato, e questa ennesima

storiaccia fatta di ritardi, incertezze, dub-

bi, richieste tardive di informazioni, incontri

con magistrati che ben prima scoperchiano

il Vaso di Pandora, ne è la prova provata.

Adesso, per il superprocuratoremegagalat-

tico attende il compito improbo di: leggersi

tutte le migliaia di pagine di intercettazioni,

oltre che dell’ordinanza di custodia cautela-

re, che di informazioni ne contiene parecchie

e pure interessanti; istruire i deferimenti; far

partire la macchina giudiziaria. Che prevede:

Commissione Disciplinare Nazionale, Corte

di Giustizia Federale, Tribunale Nazionale di

Arbitrato per lo Sport del CONI, poi eventua-

le TAR. Il tutto entro l’inizio di agosto, Abete

dixit. Oggi è 16 giugno, e non

c’è lo straccio di un bel niente.

66 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 23 - 16 giugno 2011

Page 7: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

77w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 23 - 16 giugno 2011

Page 8: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

A chi cerca il silenzio, replichiamo con i fatti

Gino Tapinassi

Gino Tapinassi: “Quando a suo tempo ho chiesto una diversa organizzazione su base regionale della Procura Federale, in quanto per la gran mole di lavoro tutto non

poteva essere concentrato su una sola persona, nonostante le sue capacità e la sua professionalità o una maggiore trasparenza nelle designazioni dei rappresentanti anti-doping e nel contenimento delle spese di trasferta di questi ultimi sono stato

messo all’indice ed oggetto di ritorsione da parte del Presidente Federale”

I venti di crisi che hanno investito il mondo del cal-

cio non sono diversi da quelli che hanno scosso il

mondo politico italiano e hanno le stesse origini: una

totale mancanza di rinnovamenti, di riforme delle re-

gole e delle strutture della Federcalcio. Dove c’è una

classe dirigente che è chiusa su se stessa ed incline

solo a difendere lo status quo ed i privilegi acquisi-

ti, incapace di mettersi a confronto con le sfide che

nascono dal rinnovamento. Subito dopo la sconfitta

della nostra Nazionale ai Mondiali di Calcio del Sud

Africa ci fu una forte richiesta da parte di tutti: opinio-

ne pubblica, stampa, mondo politico, società, calcia-

tori, di rinnovamento, ma la “primavera di Praga del

calcio italiano” fu stroncata sul nascere. Un misero

fuoco fatuo che durò dall’alba al tramonto. Da allora

niente è cambiato e tutto prosegue come prima e

peggio di prima. Ed ecco alcuni esempi concreti: il 6

marzo 2007 con protocollo 166, il CONI chiedeva al

Presidente Abete di modificare lo statuto federale in

quanto l’articolo 26 delle predette norme prevede

la presenza in Consiglio Federale dei Presidenti della

Associazioni rappresentative delle Componenti tec-

niche, degli atleti, dei tecnici, anziché dei rappresen-

tanti democraticamente eletti dalle rispettive asso-

ciazioni sindacali, in base al principio di democrazia

interna. Il 13 dicembre del 2010 con protocollo 822,

il CONI reiterava la richiesta di cui trattasi, ma ad oggi,

il Presidente federale Dott. Giancarlo Abete non ha

assunto alcuna determinazione a riguardo. La rifor-

ma dello Statuto Federale e la riforma dei Campio-

nati affidate ai Vice Presidenti Tavecchio e Macalli,

all’indomani dei Mondiali, nonostante il loro sforzo,

non ha portato alcuna modifica causa veti incrocia-

ti delle varie componenti e tutto è rimasto fermo,

ingessato ed immobile come lo era prima. La pole-

mica politica nata a seguito di alcune interrogazioni

parlamentari su alcuni presunti compensi elargiti

dalla Lega Nazionale Professionisti al Presidente del

settore arbitrale, in quanto co-designatore arbitrale

della massima serie della Divisione Nazionale e del

settore tecnico federale al Presidente degli allena-

tori, in quanto direttore dei corsi per allenatori a Co-

verciano ha avvelenato l’aria che già di per se stessa

era irrespirabile. A chi scrive non spetta giudicare se

sia legittimo o meno che i dirigenti federali ricevano

compensi per delle prestazioni professionali, sta di

fatto però, che di fronte al cittadino comune, allo

sportivo della domenica, questo sembra una solu-

zione poco etica e censurabile da un punto di vista

morale. A tutto questo si sono aggiunti gli scandali

che hanno investito i Presidenti di alcuni Comitati Re-

gionali dove la malversazione, l’uso allegro del dena-

ro delle società sportive hanno finito per dare a torto

o a ragione un’immagine devastante dell’attuale di-

rigenza pur nel sacrosanto rispetto di tutti coloro che

volontariamente e gratuitamente mettono a dispo-

sizione il loro tempo a favore del calcio e per fortuna

sono moltissimi. Chi scrive, quando a suo tempo ha

chiesto una diversa organizzazione su base regionale

della procura Federale, in quanto per la gran mole

di lavoro tutto non poteva essere concentrato su

una sola persona, nonostante le sue capacità e la

sua professionalità o una maggiore trasparenza nel-

le designazioni dei rappresentanti anti-doping e nel

contenimento delle spese di trasferta di questi ultimi

è stato messo all’indice ed oggetto di ritorsione da

parte del Presidente Federale, sulle quali vicende sta

attualmente indagando la procura della Repubblica

di Roma con l’ipotesi di reato di abuso di ufficio. Ora

in simili situazioni come si può chiedere ed invocare

il rigoroso rispetto delle norme se non dando per pri-

mi l’esempio! Un vecchio detto recita: il pesce puz-

za sempre dalla testa mai dalla coda e quando si ha

l’impressione forse a torto che il mondo del calcio si

sia trasformato in un mondo per necessità familia-

ri dove ogni cosa è lecito o giustificata: cosa volete

aspettarvi. Niente più di quello che

accade!

88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 23 - 16 giugno 2011

Tapinassi (Foto Arcivio)

Page 9: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 23 - 16 giugno 2011

Giuliano Corridori

Dopo un’attesa durata 55 anni il Novara è tor-

nato in serie A grazie al successo nella finale

di ritorno del play-off per 2-0 contro il Padova.

Un‘impresa davvero storica per il club piemon-

tese che in soli due anni è riuscita a compiere il

doppio salto, passando dalla Lega Pro alla serie A.

Forse anche un po’ inaspettata, quantomeno ad

inizio campionato: «Noi eravamo partiti per sal-

varci – ammette il tecnico Attilio Tesser - ad inizio

stagione nessuno pensava alla promozione. Tut-

tavia, quando ci siamo accorti che a metà cam-

pionato avevamo già raggiunto la salvezza, ab-

biamo cominciato ad alzare l‘asticella e abbiamo

compreso che potevamo farcela». Dello stesso

avviso il presidente Carlo Accornero: «Sicura-

mente la promozione in serie A non rientrava

nei nostri programmi estivi, ma una volta che ci

siamo ritrovati nelle posizioni di vertice abbiamo

iniziato a crederci e alla fine penso che la nostra

promozione sia un traguardo meritatissimo». Il

Novara, infatti, per tutto il campionato non è mai

sceso al di sotto della terza posizione e per lunghi

tratti è stato anche in testa: «Abbiamo concluso la

regular season con nove punti di vantaggio sulla

Reggina e otto sul Padova, penso che per tutto

quello che abbiamo fatto nell’arco della stagione

la nostra promozione sia ampiamente meritata»

sostiene Tesser. Il tecnico di Montebelluna individ-

ua nel gruppo il segreto del successo del Novara:

«Non è retorica, sono davvero onorato di allenare

un gruppo come questo. Sereno, compatto e con

delle grandi motivazioni. Anche i piccoli momenti

di difficoltà li abbiamo superati alla grande».

Ricco di elogi anche il discorso del presidente Ac-

cornero: «Tutto ha funzionato per il verso giusto.

C’è stato un grande lavoro di squadra: la forza

del gruppo, le doti tecniche e umane di Tesser, la

professionalità e la preparazione del nostro diret-

tore Sensibile. È stata

un’annata fantas-

tica». Anche il pub-

blico ha fatto la sua

parte: «I tifosi sono

stati eccezionali – ci

spiega entusiasta

Tesser - tutta la città si

è stretta alla squadra.

Pensate, nel giro di

due anni siamo pas-

sati da una presenza

media di 1.200 spettatori agli 11.000 che erano

presenti nella sfida con il Padova». Ora bisogn-

erà fare dei lavori allo stadio per rendere il “Silvio

Piola” agibile ad ospitare il grande palcoscenico

della serie A: «Occorrerà aumentare la capienza

dello stadio e fare alcune piccole modifiche, ma

non ci saranno problemi», assicura Accornero.

Il presidente ha poi confermato che Tesser sied-

erà sulla panchina del Novara anche la prossima

stagione: «Sta facendo benissimo, ci ha condotto

in questa cavalcata trionfale. Non c’è nessun mo-

tivo per cambiare. Viceversa, stiamo lavorando

per trovare un sostituto di Sensibile che come già

sapete andrà alla Sampdoria». Anche il diretto

interessato fuga ogni dubbio: «Qui a Novara sto

benissimo, l’ambiente è sereno e il progetto è

serio. Rimarrò qui anche il prossimo anno, senza

ombra di dubbio». Dopo due promozioni consec-

utive, ora però al Novara spetta una nuova sfida,

ancora più difficile per non disperdere quanto di

buono fatto in queste ultimi due stagioni: «Af-

fronteremo la serie A con grandi motivazioni

e allo stesso tempo grande serenità», afferma

Tesser. «Per quel che mi riguarda il gruppo merita

la più ampia riconferma, ma adesso è presto per

pensarci, ne discuteremo con calma con il presi-

dente», conclude il tecnico degli azzurri. «Una

cosa è certa – chiosa il presidente Accornero – noi

del Novara abbiamo dimostrato che se il progetto

è serio ci si possono togliere delle grandi soddis-

fazioni». Anche in serie A.

Storico: Dopo 55 anni il Novara torna in Serie A

(Foto Arcivio)

Page 10: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.23

Giuliano Corridori

Nonostante una stagione assai travagli-

ata, l’Albinoleffe è riuscito comunque

a raggiungere una preziosissima salvezza

grazie ai due pareggi nella sfida play-out con

il Piacenza. Rispettivamente 0-0 e 2-2, che

consentono ai seriani la permanenza in se-

rie bwin, in virtù della migliore posizione in

classifica durante la regular season. Artefice

del miracolo bergamasco è sicuramente il

tecnico Emiliano Mondonico che è rientra-

to in panchina lo scorso 14 febbraio dopo

essere stato costretto a lasciare tempora-

neamente la guida degli azzurri per motivi

di salute: «Sono molto soddisfatto di come

sono andate le cose, abbiamo raggiunto il

traguardo che ci eravamo prefissati non-

ostante le numerose difficoltà. Il merito va

ai giocatori che si sono allenati con impegno

e hanno fatto appieno il proprio dovere».

L’Albinoleffe ha tremato nella sfida di ritor-

no, quando dopo essere stato in vantaggio

per 2-0, si è fatto rimontare dalla formazi-

one di Armando Madonna: «La sfida di ritor-

no è stata un po’ la fotografia della stagione

– racconta Mondonico – stavamo giocando

molto bene, poi un rigore fasullo ha riaperto

la gara e abbiamo sofferto nel finale. Per

fortuna tutto è andato per il verso giusto».

A sostenere la squadra c’erano ben 5000 ti-

fosi: «Un risultato molto importante – con-

tinua il tecnico bergamasco – spero che sia l’

inizio di un nuovo rapporto con la tifoseria».

Purtroppo il futuro del “Mondo” è ancora

molto incerto. Nella conferenza stampa di

lunedì 13 giugno ha dichiarato di non es-

sere del tutto guarito dal suo male e di non

poter garantire la sua permanenza alla guida

dell’Albinoleffe: «In questi ultimi mesi ho

trascurato la mia salute - ci racconta il tec-

nico - adesso devo pensare a me stesso . Non

ho risolto definitivamente il mio problema e

non ho la certezza di quando riprenderò ad

allenare». In bocca al lupo “Mondo”: la fa-

vola dell’Albinoleffe non può con-

tinuare senza il suo protagonista.

1010 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 23 - 16 giugno 2011

Mondonico: “Soddisfatto della salvezza, ma ora devo pensare a me”

(Foto Arcivio)

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Redazione

Il primo round delle finali promozione della

Prima Divisione vede uscire con maggio-

ri certezze Hellas Verona e Atletico Roma,

anche se con delle percentuali sulla vittoria fi-

nale ben diverse. Da un lato, infatti, i gialloblu

di Mandorlini ipotecano la Serie bwin con un

netto 2-0 ai danni della Salernitana di Breda.

Con due rigori, è vero, ma la compattezza

mostrata dai veronesi può far ben sperare un

pubblico che di amarezze, nel corso di queste

stagioni (clamorosa quella dello scorso anno,

con l’eliminazione per mano del Pescara), ne

ha vissute veramente troppe. E una piazza

abituata a vivere due domeniche al mese

con 14mila spettatori di media al Bentegodi

non può non vivere un palcoscenico come la

cadetteria. Il precedente della semifinale di

quest’anno, con il 2-0 rifilato al quotatissimo

Sorrento nella partita d’andata, è l’elemento

di cabala che offre maggiori sicurezze a Ferra-

ri e compagni. L’unico appiglio al quale si pos-

sono sorreggere Breda e la sua Salernitana è

l’ottimo rendimento casalingo dei granata e

quello pessimo dei veronesi fuori dalle mura

amiche. I campani, per far cadere l’ago della

bilancia dalla propria parte, devono vincere

con due gol di scarto per andare ai supple-

mentari e sperare magari che il risultato non

cambi più, visto che a parità di reti al 120’ si

qualifica la squadra meglio piazzata in campi-

onato, anche se all’Arechi Breda dovrà fare a

meno di quattro titolari. L’Atletico Roma, in-

vece, esce indenne dal sintetico del “Menti”

di Castellammare. Uno 0-0 che non lascia del

tutto tranquilli Chiappara e i suoi, perché il

2-3 subìto dal Taranto nel ritorno di semifi-

nale è un tarlo che sicuramente starà frullan-

do in testa alla terza squadra della capitale.

Tante polemiche fra i padroni di casa per un

rigore non assegnato a cinque dal termine,

ma ormai a questo ci siamo più che abit-

uati. Grande prova di forza dei romani che

dimostrano di avere le carte in regola per il

clamoroso salto; Braglia dovrà far tirare fuori

tutte le residue risorse a Corona, Albadoro

e Tarantino per scardinare un pacchetto ar-

retrato biancoblu apparso come

Fort Apache.

1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 23 - 16 giugno 2011

H. Verona e Atletico Roma ad un passo dalla cadetteria

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Redazione

«Un finale da film, e se si fosse pensato di

scrivere una sceneggiatura su questa par-

tita, sicuramente si sarebbe perso qualcosa per

strada»: con queste parole mister Claudio Ras-

telli commenta la vittoria al fotofinish sulla Pro

Patria nella gara di ritorno dei play-off di Sec-

onda Divisione girone A, che ha dato ai bresciani

la promozione alla vecchia C/1. Un finale di gara

thrilling perché, in inferiorità numerica per la

doppia espulsione di Colicchio e Zanola (i bustoc-

chi si sono visti cacciare dal campo Dell’Acqua),

i bluverdi sono riusciti nell’impresa di mettere a

segno il gol decisivo, il 2-1, al secondo minuto di

recupero grazie alla zampata di Meloni. “Lino Tu-

rina” in festa, una città, Salò, che ha festeggiato

fino all’alba e una dirigenza guidata dal presi-

dente Giuseppe Pasini pronta a formare una

squadra competitiva anche per la Prima Divi-

sione che sarà. «Quando si vince si sta sempre

bene, nonostante la stanchezza anche psicolog-

ica per una giornata come quella di domenica

- commenta con grande emozione Rastelli - che

ha coronato una stagione eccezionale. La partita

contro la Pro Patria ha rappresentato bene tutta

la nostra stagione: ad altissima emotività». Cer-

to che, sull’1-1 al 90’ (risultato che bissava quello

dell’andata, e che avrebbe costretto le due

formazioni ad andare ai supplementari. Anche

se, va detto, se il risultato fosse rimasto di parità

anche al 120’, la promozione sarebbe andata ap-

pannaggio dei bresciani in virtù della miglior clas-

sifica al termine del cam-

pionato) e con un uomo

in meno, la paura di non

farcela ha fatto capolino

nei pensieri del tecnico

ex Pergocrema: «Sì, lo

devo ammettere. In quei

frangenti ho pensato che

sarebbe stato molto diffi-

cile vincere, anche a causa

di un arbitraggio molto in difficoltà». A dirigere la

gara Pairetto di Nichelino, figlio d’arte, dispensa-

tore di cartellini (tre rossi e sette gialli) ed errori in

serie. «Però - prosegue Rastelli - i miei ragazzi mi

hanno immediatamente rincuorato, mettendo

tutto quanto avevano in corpo in campo, tirando

fuori una prestazione maiuscola». Adesso un

po’ di meritato riposo per tutti, per poi rituffarsi

nella preparazione della prossima stagione: «Sì,

ci si riposa, credo più che meritatamente, poi

si comincia a valutare se rimanere oppure no.

Dopo questa stagione, i presupposti per rima-

nere ci sono tutti, però adesso vogliamo pensare

solo a festeggiare e a goderci questa promozi-

one». Rastelli continua, poi, buttando l’occhio un

po’ più avanti, anche facendo seguito alle dichi-

arazioni improntate all’ottimismo della sua di-

rigenza: «Questa è una società che sicuramente

non si accontenterà di fare la vittima sacrificale

in Prima Divisione. Il progetto che ha in mente

di realizzare nelle prossime stagioni è preciso e

ambizioso. Però a piccoli passi, senza strafare».

È indubbio, comunque, che nelle ultime stagioni

più di una formazione si è ritrovata a fare il dop-

pio salto: «Sì, perché le società che vincono sono

quelle più organizzate sotto tutti i punti di vista. Il

segreto è affrontare i campionati organizzati. Sul

campo e sulle scrivanie». Rastelli accetterà senza

condizioni una eventuale proposta di rinnovo da

parte di Pasini? «Io non pongo mai condizioni.

Quando si vince bisogna capire se lo si considera

un punto di partenza o uno di arrivo. Da come

vedo le cose, credo proprio che si tratti di un

punto di partenza». Ultima battuta sull’organico:

per affrontare ad alti livelli la Prima Divisione di

cosa c’è bisogno? «Si valuterà caso per caso nelle

prossime settimane. Quello che è certo, è che

dovremo ringiovanire un po’ la rosa. Abbiamo

diversi over 30, e credo che nel calcio moderno,

soprattutto in queste categorie,

sia importante puntare sempre

più sui giovani».

1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 23 - 16 giugno 2011

Feralpisalò, mister Rastelli: “In 1^ Divisione con un finale da film”

Festeggiamenti (Foto Archivio)

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1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 23 - 16 giugno 2011

Redazione

Il risveglio di una città. Carrara torna in Prima

Divisione dopo 8 stagioni (ultima partecipazi-

one a quella che era ancora la C/1 nella stagione

2002/03, sconfitta ai play-out dal Varese), e lo fa

dalla porta di servizio dei play-off, vinti in finale

battendo la resistenza del Prato. «Abbiamo fatto

veramente una grandissima cosa. Se ripenso alla

scorsa estate, a quel 4 agosto, quando in ritiro

c’ero io e quattro giocatori, meglio di così non si

poteva fare». Parola di Francesco Monaco da

Latiano, provincia di Brindisi, tecnico della Car-

rarese. I gialloblu, domenica scorsa, partivano

dallo 0-1 patito a Prato: per vincere lo spareggio

sarebbe bastato lo stesso risultato, anche se la

gara si sarebbe protratta ai supplementari. La gara

sembra mettersi bene da subito, con la rete di Be-

nassi quando la lancetta dell’orologio del primo

tempo non segnava neanche il decimo minuto di

gioco. L’espulsione del fantasista di casa Giovinco

ad inizio ripresa ha gelato il sangue nelle vene dei

padroni di casa: «Effettivamente qualche ansia il

rosso a Giovinco ce l’ha procurata - ammette can-

didamente mister Monaco - però i ragazzi, pur in

inferiorità numerica hanno dato più del 100%. Io

sapevo che non era difficile farlo, perché la posta

in palio era troppo alta, comunque esserci rius-

citi è nota di grande carattere da parte di questa

squadra». La rete della promozione è firmata

dall’elemento di maggior esperienza ad alti livelli:

Nicola Corrent, che ha realizzato un calcio di rigore

ad un quarto d’ora dalla fine. Non è stato un play-

off facile, questo: «No, perché il Prato ha una delle

rose fra le più complete e competitive. Ci sono di-

versi elementi, come Pagliuca, Vieri e Varricchio

che hanno grossa esperienza in categorie superio-

ri. Però, se andiamo a guardare il campionato, noi

fino all’ultima giornata ci siamo giocati la promoz-

ione diretta, mentre le altre erano a grande dis-

tanza in classifica». Quindi, proprio perché la Car-

rarese ha visto sfumare il sogno all’ultima giornata

della regular season, aver raccolto nuovamente le

energie nervose più che fisiche è stato l’elemento

fondamentale:

«Sicuramente -

conferma Mona-

co, classe 1960

- perché il giovedì

prima dell’ultima

giornata di cam-

pionato, quando

si seppe che il

TNAS aveva res-

tituito il punto di penalizzazione al Carpi, ci cadde

il mondo addosso. Poi abbiamo dovuto far fronte

a qualche problemino a livello di infortuni, e con

il San Marino nella semifinale degli spareggi pro-

mozione abbiamo avuto molta difficoltà. Contro

il Prato devo dire di meno, perché sia all’andata -

continua nella sua lucida analisi Francesco Mona-

co, che in carriera è stato seduto sulle panchine di

Lanciano, Ancona e Potenza prima di approdare

a Carrara - che al ritorno non abbiamo subìto la

loro manovra, anzi. A casa loro abbiamo perso

per un infortunio di Benassi (autorete), domenica

abbiamo fatto una grande prova a livello tat-

tico, oltre che caratteriale. È stata sofferta solo

dall’espulsione in poi». Adesso, con rinnovato

entusiasmo, si può guardare al futuro. Sia perché,

riprendendo le parole del tecnico «Abbiamo ris-

vegliato una città», sia perché a livello dirigenziale

la società si sta rinnovando con gli ingressi di Mau-

rizio Lucarelli (padre di Cristiano, attaccante del

Napoli, ex Livorno e Shakhtar Donetsk) e Gianluigi

Buffon, che hanno acquisito il 20% ciascuno delle

quote: «Sicuramente, con questa nuova linfa,

per la Carrarese sarà sicuramente un bene. Per

il resto, per la piazza, ancora non so dirlo. Posso

dire con sicurezza che si ricomincia a guardare

serenamente al domani». Monaco ancora non si

sbilancia, invece, sul progetto tecnico per la pros-

sima stagione: «Adesso mi godo questa vittoria

splendida, per pensare al futuro c’è

ancora tempo».

Carrarese promossa, Monaco: “Abbiamo risvegliato una città”

I calciatori toscani esultano (foto Archivio)

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1717w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 23 - 16 giugno 2011

Redazione

Al fischio finale dell’arbitro Mariani di Aprilia

(sicuramente anche lui non vedeva l’ora,

vista l’atmosfera bollente) la gioia di un’intera

città si è riversata nelle strade. Il Trapani ha con-

quistato la Prima Divisione battendo nella finale

dei play-off l’Avellino. Al “Provinciale”, i ragazzi di

mister Boscaglia hanno piegato la resistenza dei

biancoverdi di Vullo solo ai tempi supplementari,

dopo che quelli regolamentari si erano chiusi sul

2-1 (pareggiando così il risultato del “Partenio”

della settimana scorsa, ma a favore dei Lupi). E

pensare che a otto dalla fine, sul 2-0 per i granata,

nessuno si sarebbe immaginato (con l’Avellino in

inferiorità numerica per l’espulsione di Ricci) che

Castelli potesse inchinarsi a raccogliere il pallone

che valeva l’extra-time. Pallone messo dentro da

Vicentin (poi espulso nei supplementari) e che

gettava nello sconforto uno stadio intero. Ma

non Roberto Boscaglia: «Non c’è stata partita - il

commento del tecnico dei siciliani - e abbiamo

non meritato, ma strameritato di vincere e otte-

nere la promozione. Anche nella gara d’andata,

ad Avellino, pur perdendo avevamo dominato.

Domenica i nostri avversari non hanno pratica-

mente mai tirato in porta. E visto che alla porta

non arrivavano, hanno cominciato a mirare alle

gambe dei nostri». Effettivamente la squadra di

Vullo ha cominciato a perdere le staffe, e l’arbitro

Mariani ha avuto il suo bel da fare per tenere a

bada la gara. Alla fine si conteranno cinque espul-

si, tutti tra i campani (Ricci, Vicentin, Nocerino di-

rettamente dalla panchina, poi Vullo e il vice Orrù)

e un fioccare di cartellini gialli, che al 120’ si ferma

ad un totale di otto. «Abbiamo condotto una

partita splendida, esemplare - continua entusia-

sta Boscaglia - con un gol annullato, un palo e di-

verse occasioni mancate». Proprio quest’ultimo

aspetto ha rischiato di rovinare la festa ai granata:

l’Avellino in inferiorità numerica ha sfruttato una

delle poche occasioni buone per portare la gara

ai supplementari: «Sì, è vero, avremmo dovuto

chiudere prima la partita. Però stavamo giocan-

do troppo bene, quindi non ho mai avuto timore

di non farcela. Abbiamo continuato a giocare, e

l’Avellino stava peggio di noi fisicamente. Dopo

il 3-1 poi sono crollati anche psicologicamente».

Un campionato strepitoso, ceduto solamente

ad un Latina schiacciasassi: «Non lo dico perché

abbiamo ottenuto la promozione anche noi,

ma credo che i nerazzurri abbiamo meritato la

promozione diretta. Sono stati molto continui,

anche nei momenti di difficoltà sono stati tal-

mente forti da non perdere. Comunque, dopo

di loro, quelli che meritavano di salire in Prima

Divisione eravamo certamente noi». Vincere il

play-off, comunque, non è mai facile, soprattutto

per chi si presenta da seconda in classifica e parte

con il vantaggio di sperare in quattro pareggi per

salire di categoria: «Sì, diciamo che abbiamo sfa-

tato questo tabù - prosegue Boscaglia, anche se

quest’anno in tutti e tre i gironi di Seconda Di-

visione hanno trionfato le seconde classificate

della regular season - anche perché abbiamo

giocato un calcio di livello superiore». Inevitabile,

ora, parlare del futuro prossimo. Non è notizia di

oggi che Boscaglia ha rinnovato il contratto con

il Trapani per altre due stagioni, segno di un rap-

porto solido fra il tecnico e la dirigenza, ma anche

di un progetto sportivo ben definito: «Inizieremo

da subito a programmare per la prossima sta-

gione - dice il tecnico - con l’euforia di questa vit-

toria. Sarà un campionato d’assestamento, per

conoscere una categoria vista solamente in tel-

evisione. Poi vedremo, mai dire mai. Per quanto

riguarda l’organico - conclude Boscaglia, che in

due anni ha portato il Trapani dalla D alla Prima

Divisione - diciamo che se si mantiene lo stesso

gruppo, che merita l’opportunità di giocare nella

vecchia C/1, inserendo 3-4 elementi di categoria,

si può fare bene. I presupposti ci

sono tutti».

Boscaglia: “Il Trapani ha dominato e meritato la promozione”L’esultanza dei ragazzi del Tranai

(Foto Sito Ufficiale)

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NUMERO 23 - 16 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 19

Il Cuneo iscrive il suo nome per la prima volta nell’Albo d’oro della Serie D e suc-

cede al Montichiari. La Final Four disputata a Treviso tra giovedì e sabato scorso

ha incoronato la corazzata messa in piedi da Salvatore Iacolino, che ha superato

prima la resistenza dell’Ebolitana in semifinale (anche se solo ai rigori), poi il Peru-

gia di mister Pierfrancesco Battistini con un gol di Di Paola a metà della seconda

frazione di gioco. Si conclude così una stagione da incorniciare per i biancorossi,

anche se il prossimo anno in Lega Pro dovranno fare a meno del proprio men-

tore Iacolino, dimessosi per incompatibilità con il neo direttore sportivo Massimo

Bava. «È stata una scelta mia più che della società - ci tiene a precisare Salvatore Ia-

colino, che è al suo quinto campionato vinto, dopo Casale, Canavese, Alessandria

e Savona - perché non appena ho saputo dell’ingaggio di Bava, ho subito comuni-

cato ai due presidenti che non sarei rimasto». Ma possibile che non c’era nessun

margine per recuperare, per il bene della squadra? «Mah, le dico che sapute le

mie intenzioni, la società aveva provato ad imbastire una sorta di trattativa, alla

quale avevo accettato di partecipare. A quel punto però è stato lui a dire di no,

evidentemente perché aveva il suo allenatore da portare - che la società ha già

annunciato: Ezio Rossi, nome di prestigio per la categoria. Fra le squadre guidate

dall’ex tecnico della Canavese ci sono Groseeto, Padova, Treviso e Torino - e ha

preso la palla al balzo. Mi dispiace - prosegue Iacolino - perché la società ha de-

ciso di dare fiducia all’ultimo arrivato. Comunque non è che ci fosse chissà quale

rapporto logoro con Bava, è che siamo due persone abituate a lavorare di testa

propria». Dopo questa opportuna precisazione sul perché Iacolino abbia deciso

di lasciare Cuneo, un commento sulla stagione e sulla avversaria della gara di sa-

bato: «È stato un anno trionfale sotto tutti i punti di vista, se consideriamo che

ho preso la squadra in corsa che aveva raccolto tre punti in cinque giornate. La

formazione, di suo - prosegue Iacolino, che nel suo palmarès personale da tecnico

ha anche un Torneo di Viareggio e un campionato Primavera con la Juventus tra

il 1994 e il 1995 - era già competitiva, io ho provveduto ad apportare quei 4-5 cor-

rettivi necessari per creare un gruppo vincente». La finale contro il Perugia è stata

molto combattuta: «Sì, loro sono una squadra molto forte, anche fisicamente.

Sono pronti per la Lega Pro, devono solamente rinforzarsi in attacco. Frediani e

Corallo sono due ottimi giocatori, creano molto gioco ma sono poco cattivi sotto

porta. Sicuramente questo Perugia è la squadra più forte che abbiamo incontrato

quest’anno». Se il Perugia, a detta di un tecnico esperto - classe 1950 - come Iaco-

lino è pronto per la Lega Pro, il Cuneo come sta messo? «Da quello che so, non cre-

do che manterranno granché della attuale rosa. Credo sia una scelta abbastanza

strana, perché questa squadra potrebbe fare molto bene in Lega Pro con pochi

cambiamenti. Se penso al Tritium, che ha fatto meno rispetto a noi lo scorso anno,

cambiando praticamente nulla adesso si ritrova in Prima Divisione. Non so perché

si sia deciso di smantellare la squadra». Per Iacolino invece cosa riserva il futuro?

«Mi piacerebbe provare in Lega Pro, anche per dimostrare che non sono solo un

allenatore da Serie D come qualcuno afferma. Vincere tutti questi campionati in

Serie D non credo sia un caso. Adesso mi guarderò in giro, come si

dice, e vedrò cosa offre la piazza».

Poule Scudetto Serie D Flavio Grisoli

Il Cuneo di Iacolino si prende il tricolore

La Festa del Cuneo

(Foto Archivio)

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NUMERO 23 - 16 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 21

L’Assemblea delle società della Divisione Calcio Femminile ha deciso,

nella giornata di domenica 12 giugno, di passare a Dipartimento.

Quindi di diventare, sostanzialmente, una “costola” della Lega Nazionale

Dilettanti. Alla presenza del presidente federale Abete, del presidente

della LND Carlo Tavecchio e del numero uno della DCF Giancarlo Pado-

van, 31 società sulle 45 presenti hanno detto sì a questa svolta. A chi dice

che si tratta di una sorta di “retrocessione” del calcio in rosa, Tavecchio

risponde piccato: «Il calcio femminile è rappresentato ai massimi livelli

della LND. Che soldi ha il calcio femminile da spendere in questo momen-

to? Noi non possiamo aspettare ancora, che questo movimento si svegli

un giorno dal torpore in cui versa. Non spetta a me giudicare quanto sia

stato fatto sotto la gestione Padovan, i fatti sono sotto gli occhi di tut-

ti. E comunque l’ultimo dei problemi della LND era occuparsi del calcio

femminile». Giancarlo Padovan ha accettato con filosofia, con il savoir-

faire che l’ha sempre contraddistinto una decisione che tuttavia lo trova

fermamente contrario: «Già dal fatto che hanno votato sì in 31 sulle 71

società totali (erano presenti alla votazione in 45) è qualcosa che fa pen-

sare. Però gli assenti hanno sempre torto, quindi tant’è. Io ho detto subito

che non avrei accettato questa modifica,

nella mia replica di domenica ho chiesto

per quale motivo la LND stanzi dei soldi

per il Dipartimento e non per la DIvisio-

ne, e perché a due anni dalla mia elezi-

one plebiscitaria mi sia stata tolta la pos-

sibilità legittima di finire il mandato. Non

ho ottenuto risposta. Comunque non mi

ha mandato via nessuno - prosegue ac-

corato Padovan - me ne vado via io, an-

che perché si passa ad una struttura che non è prevista da nessuna carta

federale. Abete e Tavecchio mi hanno chiesto di accompagnare il passag-

gio, ma io non accompagno proprio nessuno». Sulla ventilata ipotesi di

commissariamento, Padovan è chiaro: «È una vera stupidaggine - eufemi-

smo - anche perché Abete domenica ha confermato che non sussistevano

le condizioni». La riunione che avevamo anticipato di qualche giorno fa si

era tenuta realmente: «Sì, venti giorni fa circa. Preliminare all’Assemblea.

Dissi ad Abete e Tavecchio che non ero disposto in nessun modo a passare

al Dipartimento, perché si perde la rappresentatività in Consiglio federale

e di Lega oltre che l’autonomia in generale. Mi ha fatto piacere che diversi

presidenti anche miei ferrei oppositori, questo l’abbiano riconosciuto. È

ovvio, e li capisco - continua Padovan - che i presidenti abbiano scelto

di passare a Dipartimento sotto la promessa, poi voglio vedere quanto

vera, che i debiti li pagherà la Lega. Io non sono attaccato alla poltrona,

e ritengo che il mio compito propositivo sia finito da domenica». Pado-

van al passo d’addio, quindi, che conclude: «Non sono altro che meno di

uno strumento ora, in attesa della ratifica del passaggio a Dipartimento.

Vorrei che la mia gestione sia ricordata come corretta, e piena di buona

volontà e buona fede. Rimpianti? Io non ne

ho mai avuti. Forse avrei dovuto cercare

l’unità. Probabilmente il primo problema

che avrei affrontato, potessi tornare indi-

etro, sarebbe stato quello economico prima

di quello comunicazionale, del marketing e

della riforma dei campionati. Chiedo solo,

ora, che le società abbiano buon senso e

facciano lavorare chi verrà

dopo di me».

La DCF diventa Dipartimento Flavio Grisoli

Padovan: “Io non accompagno nessuno”

(Foto Archivio)

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La stagione 2010/11 della nazionale samma-

rinese va agli archivi con una doppia scon-

fitta casalinga nell’ambito delle qualificazioni

ai prossimi campionati europei di Polonia e

Ucraina. Due ko dal sapore molto diverso dagli

ultimi, proprio con le stesse avversarie: Finlan-

dia e Ungheria. Nella gara d’andata, finnici e

magiari passeggiarono sui titani con un duplice

8-0. A Serravalle, la musica è cambiata e i pa-

droni di casa sono usciti sconfitti per 1-0 dalla

FInlandia e per 3-0 dall’Ungheria. Il commen-

to del Commissario Tecnico Giampaolo Mazza

non può che essere improntato alla soddisfa-

zione: «Queste due gare hanno dimostrato che

la mia Nazionale in casa si fa valere. Abbiamo

fatto indubbiamente una bella figura, soprat-

tutto contro la Finlandia. Sia per il passivo ri-

dotto al minimo - solo Mikael Forssell al 41’ è

riuscito a battere Simoncini - sia perché in più

di un’occasione siamo andati vicinissimi alla

rete. Anche con l’Ungheria devo dire che i ra-

gazzi si sono mossi bene». Un rammarico, però

c’è: «Quello di non essere riusciti a segnare, e

questo ci ha fatto arrabbiare un po’. Per il re-

sto - prosegue Mazza - subiamo ancora un po’

troppo fuori dalle mura amiche. Quello che si

vede di diverso rispetto agli anni precedenti, è

che riusciamo a proporci con maggiore intensi-

tà e convinzione in fase offensiva, soprattutto

in casa». Una Nazionale che cresce nel corso

del tempo con il lavoro, la dedizione e il sacrifi-

cio al pari di un campionato che soprattutto in

questa stagione ha vissuto mai una competi-

zione così agguerrita ed equilibrata: «Sì, a par-

te il Tre Fiori che si è confermato e che si sapeva

dall’inizio sarebbe stata la squadra da battere.

In seconda istanza, il Tre Penne si è dimostrata

come l’antagonista più accreditata. Direi che è

stata una grossa sorpresa la Juvenes/Dogana

vincitrice in Coppa Titano, perché dalla scorsa

stagione aveva ridimensionato il progetto. A

parte quelle due squadre che poi sono arrivate

in finale di campionato, le altre hanno batta-

gliato alla pari. Adesso vediamo cosa riserverà

soprattutto al Tre Fiori il sorteggio del primo

turno preliminare di Champion’s League - oltre

ai campioni sammarinesi, ci sono i “pari grado”

Santa Coloma (Andorra), Valletta (Malta) e F91

Dudelange (Lussemburgo) - sperando in un

accoppiamento positivo. Comunque sono ab-

bastanza convinto che questa volta sia l’anno

giusto per centrare una qualificazione, perché

il Tre Fiori se lo merita proprio». Campionato

sammarinese che è riuscito a dare anche qual-

che nuovo innesto a mister Mazza: «Sì, ne vo-

glio citare uno in particolare perché rende bene

l’idea di come seguiamo con attenzione le ri-

sultanze del nostro campionato. Ho convocato

e ha giocato titolare contro l’Ungheria, peral-

tro disputando un’ottima gara, Benedettini del

Tre Fiori. Non è più giovanissimo - è un classe

1982, e in passato aveva vestito la maglia della

Nazionale maggiore altre 3 volte - però ha fat-

to una bella stagione e si è meritato sul campo

la convocazione». Ultima battuta sul futuro: il

presidente Crescentini la scorsa settimana non

si era sbilanciato, rimandando qualsiasi discor-

so al prossimo inverno. Mister Mazza qualcosi-

na la lascia intendere: «Dopo tanti anni, si può

anche ipotizzare qualcosa di diverso per la pan-

china della Nazionale. Comunque, alla fine di

ogni biennio si tirano le somme. Come sempre,

quindi, mi siederò al tavolino con il presidente

e ne discuteremo. Sarei sempre molto onorato,

comunque, di guidare anche nel

futuro questa Nazionale».

Mazza (Foto Archivio)

Il CTMazza: “Dopo tanti anni si può ipotizzare un passaggio di consegne”Flavio Grisoli Campionato Sammarinese

23NUMERO 23 - 16 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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