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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma 1 EuRo IL SETTIMAnALE dI A, B, LEGA PRo, d, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5 Anno 2 - n° 36 07 oTToBRE 2010 4 Robin Hood Voci dal Palazzo Robin Hood ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 3 6 9 Grisoli Atalanta vs Torino Serie bwin 10-11 GrisolI No alle squadre riserve I presidenti 16-17 Cardarelli La 2^ Divisione al microscopio I giornalisti 28-29 Redazione Verso le elezioni Cr Veneto

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.36

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.36

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

1 EuRoIL SETTIMAnALE dI A, B, LEGA PRo, d, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5 Anno 2 - n° 36 07 oTToBRE 2010

4Robin Hood

Voci

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N 1593-6309

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L’EDITORIALE società spariranno

questa volta.Inevitabile che que-sto accada visto chela mancata attuazio-ne del decretoMelandri lascia unpunto interrogativoenorme nei contidelle società. Perquanto riguardariportare i tifosi alloStadio la Federcalcionon ha propostonulla e non ha fattoil benché minimosforzo per fidelizza-re il pubblico. Per finire restiamoancora in attesadelle nomine per leC o m m i s s i o n iT e c n i c h e :C o m m i s s i o n iTe s s e r a m e n t i ,Commissioni ver-tenze Economiche eCommissioni PremiPreparazioni. Masenza fretta c’ètempo…..

Albertini e Abete, la confusione delle ideedi Massimiliano Giacomini

OMA -Quando sioccupano i

posti del poterebisognerebbe averela capacità e l’accor-tezza di saper tace-re. Capacità chemanca del tutto alvice presidentefederale DemetrioAlbertini. Inu nm o n d oche rotolaverso ilsuo puntopiù basso,l’ex calcia-tore ha lan-c i a t o“l’oscena”proposta difar crearealle soci etàdi Serie Auna squadrariserve chepotesse giocare neicampionati di LegaPro. E bravo il buonDemetrio torniamoai tempi della DeMartino storicocampionato creatoinizialmente per lesocietà della massi-ma serie in cui lestesse potevanoschierare calciatoriche venivano dainfortuni o che nonerano in forma. Inpratica il vice presi-dente Federale,l’uomo che ha volu-to il suo amicoDonadoni alla guidadell’Italia, vuolespostare le lancettedel tempo indietrodi mezzo secolo efar ripiombare il cal-cio nel 1958, anno dicreazione del “DeMartino”. I presidenti di LegaPro intervistati dalnostro Flavio Grisoli

(potete leggere l’ar-ticolo a pagina 10)hanno chiesto adAlbertini di andare amangiare le pappar-delle invece cheavanzare ipotesi allimite dell’assurdo epensi al Club Italiache in circa due mesidalla sua investituraa numerouno non

ha por-tato nessuna modifi-ca e avanzato nessu-na idea. Anche in Federcalcionon si muove nulla aparte contratti didiritto privati a iosae pensionamenti chenon arrivano mai. In un’intervista diqualche anno fa perla rivistal’Allenatore il nume-ro uno di via AllegriAbete rilasciava alcollega Santoni que-ste dichiarazioni: Tra le prime que-stioni da affrontarec’è anche quelladella riforma deic a m p i o n a t i . « S uquesto non siamoall’anno zero, e ciconfronteremo inConsiglio. Il mio vec-chio progetto, lariduzione dei club,una B a due gironi,non ottenne con-senso dalla LNP: ilnuovo statuto pre-

vede che la riformaabbia il consenso ditutti. LaFederazione che hoin mente non è unasomma di compo-nenti, bensì una sin-tesi di valori e diinteressi»…..Sul piano internoquale è la sua priori-tà?«Riportare la

gente allo sta-dio, senzadubbio, è unadelle que-stioni che piùmi sta acuore».E cosa puòfare laFederazionein mate-r i a ? « D isicuro nonha il pote-re diimporre

una politica deiprezzi. Però unaproposta possibilepassa attraverso unprogetto cheriguardi gli abbona-menti e seguire uncriterio più favore-vole per gli spetta-tori. Occorre fare ilmassimo sforzo perfidelizzare il pubbli-co».Non è stato fattonulla di tutto que-sto. La riforma deicampionati non èall’anno zero ma almeno 10, visto chedal tavolo di lavoropresieduto daMario Macalli, pre-sidente Lega Pro, acui è stata affidatala delega per lariforma dei cam-pionati, ci diconoche nessuno haintenzione di modi-ficare il format deicampionati ma siaspetta fine annoper vedere quante

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Numero 36 07 ottobre 2010

2 Editoriale

[email protected]

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

DIRETTORE RESpONSABILE

Massimiliano [email protected]

AMMINISTRAZIONE:

Via F.T. Marinetti 221

Tel/Fax 06 5000975

00143 Roma

CApOREDATTORE

Luigi [email protected]

REDATTORE

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SEGRETARIA DI REDAZIONE

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IMpAGINAZIONE E GRAFICA

STAMpA

Global Stampa

Via Angelo della Pergola, 5 00176 Roma

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Il calcio rischia

di regredire al 1958

anno di creazione del

“De Martino”, storico

campionato nato

per calciatori non in

forma o reduci

da infortuni

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OMA - L’ex guardalineePisacreta, attualmente numero2 dell’AIA (tutti ricorderanno

certamente la tanto discussa partitaLazio-Fiorentina dove non vide unamano del difensore che non si potevanon vedere), partecipando ad una riu-nione della Commissione per la rifor-ma dello Statuto della FIGC, ha chie-sto che il settore arbitrale venga con-siderato come componente a tutti glieffetti. Ciò permetterebbe agli arbitridi avere una propria autonomiaamministrativa, una partiva IVA inte-stata al Settore, con piena libertàeconomica di movimento. Vi immagi-nate cosa potrebbe accadere qualoravenisse accolta la richiesta? Con que-sta decisione le sorti economico-finanziarie dell’AIA sarebbero nellemani dei Nicchi, dei Braschi, deiPisacreta. Meglio non turbare i sognidei nostri amati lettori, basta andarea rispolverare quello che è successo inpassato, si tratta di un film già visto. Iconsiglieri federali, rappresentanti laLega Nazionale Professionisti diMilano, non partecipano ormai damesi al Consiglio Federale ed insisto-no nel proseguire nella loro presa diposizione aventiniana. Da mesi il

Consiglio Federale assume ogni deci-sione senza di loro. Ciò vuol dire chela Federcalcio è dimezzata senza laLega Nazionale Professionisti, e cosastrana nessuno sembra preoccuparsidi questa strana anomalia. Noi chesiamo anche amanti del mare, abbia-mo sempre considerato che in unanave il capitano sia, dopo Dio, la per-sona più importante. Dalle sue deci-sioni dipendono la vita e l’esistenzadelle persone a bordo. Ci siamo chie-sti, non con intento malevolo, ma conla massima serenità, quale sia il pote-re del presidente federale in questocontesto e con queste condizioni. Seè vero che il capitano non può certa-mente fare il timoniere, o sostituire ildirettore di macchina, è altrettantovero che attraverso il suo carisma, lapersonalità, l’esperienza da tutti rico-nosciuta, corregge gli errori sullarotta prestabilita ed aggiusta la velo-cità della nave alle condizioni delmare, sia esso calmo sia esso in tem-pesta. Ciò purtroppo da anni nonavviene in Federcalcio, dove manca ilcarisma, non si sa dove la nave siadiretta, né si aggiusta la velocitàsecondo quanto richiedono, di voltain volta, le condizioni del momentoper una navigazione tranquilla e sicu-ra. I nostri detrattori prezzolati anco-ra una volta grideranno allo scandalo,si stracceranno le vesti e blatereran-no a gran voce che è il solito RobinHood che spara ed attacca il potere (ilpresidente federale). Ma lor signori sisono mai domandati perché ancoranon sia stato riformato lo statutofederale? Quello attuale è frutto delcommissariamento e dei giochi politi-ci di potere che in quel periodo fune-sto gli stavano dietro. Perché la SerieD rimane commissionariata da anni?Perché non viene sostituito il consi-gliere federale rappresentante laSerie D, preposto a tutelare gli

di Robin Hood

interessi di quelle società? “CuiProdest?” Avrebbe scritto qualcuno.Vi siete domandati se dopo la sconfit-ta della Nazionale in Sudafrica qual-cosa sia cambiato nell’indifferenzagenerale, salvo aver acquistato, acaro prezzo, due figurine della colle-zione Panini: quelle di Baggio e diRivera? Tutto si rinvia, ogni cosa sitrascina lentamente. Come il rinnovodel contratto nazionale dei giocatoriprofessionisti, per la cui soluzione si èdeciso di attendere fino alla fine del-l’anno. Ma non si sa di quale: forsequello in corso, poi si vedrà! La rifor-ma dei campionati affidata con sub-dolo inganno al presidente Macalli ènaufragata prima ancora di comincia-re. Dovrebbe forse il capitano di que-sta nave provvedere per farla usciredalla morta gora in cui si è incagliata?Secondo il nostro giudizio sì, poiché viè il pericolo che la nave naufraghi evada a sbattere sugli scogli, a menoche il comandante in seconda, ufficia-li ed equipaggio, per la salute e la vitadi tutti, non decidano di sostituire ilcapitano che, nonostante la tempestae la nave imbarca acqua, è comoda-mente sdraiato nel confortevole lettodella sua lussuosa cabina, avvolto inun dolce e profondo sonno, incurantedi quanto sta succedendo fuori.

Finché la FIGC va, lasciala andare...“Pisacreta durante il Consiglio Federale ha chiesto che l’AIA

abbia una propria autonomia amministrativa con a capoNicchi, Braschi e proprio Pisacreta. Non temete lettori, è un

film già visto. La FIGC va, ma come va? Nessuno sembra preoccuparsene, ma l’anomalia c’è e si vede...

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Numero 36 07 ottobre 2010

4 Robin Hood

...Perchè lo Statuto

Federale ancora non è

stato riformato?

Quello attuale è

frutto di commissa-

riamenti e di giochi

politici e di potere...

...Perchè la Serie D

resta commissariata?

Dopo la débacle dei

Mondiali nulla è cam-

biato, tutto si rinvia e

inspiegabilmente tutto

resta così com’è”

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Numero 36 07 ottobre 2010

6 Rubrica

OMA - L'Aquila vola sul suo trespolo ela Lazio si trova in testa alla classifica.Non in maniera inaspettata, secondo

noi, perchè finalmente Lotito ha costruito unabuona squadra, che ha il vantaggio di non averegare infrasettimanali. Lo abbiamo sostenuto intempi non sospetti, la Lazio è una candidata peri primi quattro posti in classifica. Il Milan, nonirresistibile ma pratico, batte un Parma in chia-ra crisi di identità. Allegri fa valere le sue tesi,senza tener conto dei suggerimenti delPresidente, in tutt'altre faccende affaccendato.Ma ogni allenatore sa che le panchine si salvanosolo con le vittorie, il bel gioco ben venga, magli esoneri sono tutti a causa dei risultati. É giàsuccesso a Sassuolo dove il pragmatico Arrigoniè già stato sostituito da Grecucci. Il Napoli è alsecondo posto con l'Inter e il Milan, dopo averbattuto una Roma in chiara crisi di identità.Abbiamo l'impressione che a Ranieri stia scap-pando la situazione di mano, certi mugugni dei“vecchi” che contano, ne sono una pericolosaavvisaglia. Così come a Cagliari, chi conta nello

spogliatoio non sopporta il decisionismo diBisoli. Da notare anche l’ennesima vittoria intrasferta del giovanissimo Palermo di DelioRossi, con un Pastore spesso inarrestabile, verocolpo di mercato del presidente Zamparini. Avolte mi domando come mai certi talenti ven-gono scoperti prima dalle piccole società. Incrisi la Fiorentina, comunque sfortunata. Vedoalcune panchine traballanti, anche quella di DiCarlo che non riesce ad andare oltre i pareggie facendo arrabbiare Cassano, ancora una voltasostuito in quel di Bologna. Abbiamo lasciatovolutamente per ultima la sfida Inter-Juventusche finisce in un salomonico pareggio per 0-0che però ha evidenziato due cose: i nerazzurrinon sono più l’invincibile armata degli scorsianni, e che la Juventus si sta attrezzando perdire la sua in campionato ed in Coppa.Abbiamo visto l’Inter Eto’o dipendente, mentrela Juve è apparsa compatta, decisa, ben disposta:le situazioni da rete sono state pressochè pari,il risultato giusto è proprio quello ribadito sulcampo. La classifica, è ovvio, non è ancora defi-nitiva, ma pian piano si vanno delineando valoriben definiti. Ora ci sarà una pausa per due gare

della Nazionale: Prandelli conferma il gruppoprecedente con alcune eccezioni. RitornanoBorriello ed i "vecchi" Mauri e Zambrotta oltrea Criscito preferito a Molinaro. È segno che ilCT pensi anche all’esperienza, ed il ritorno delveterano Zambrotta in difesa ne è la riprova. Èevidente che giocatori come Pirlo, Zambrotta,Mauri siano d'aiuto ai più giovani che si stannofacendo le ossa in vista di difficili confronti con-tinentali. Infine il processo di Napoli: ormai ècerto che Facchetti chiese a Bergamo di inviar-gli Collina ma la sostanza non cambia. Ora ilcerino è nelle mani di Abete, di Palazzi e dellaFIGC. Sembra certo, stando a certi rumors, chesia tolto all'Inter il maltolto del 2006. Sarebbegiustizia, anche se non renderebbe del tuttol’onore infangato della vecchia Signora. Ed ilPetroliere, che già appare in stato confusionalee nervoso, avrebbe ben poco da ridire: lo scu-detto degli onesti verrà strappato dal petto dicoloro che onesti non lo sono per nulla, oalmeno lo sono al pari degli altri. A questopunto mi piacerebbe sentire il parere di un“onesto” Rossi, l'inventore dei tre saggi. Ma dilui ormai non si parla più.

Lazio in testa, dietro è bagarre. Prandelli intanto si prepara alla doppia sfidadi Mauro Gasperini

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ClassificaSiena

NovaraEmpoli

AtalantaRegginaPadova

TriestinaCrotoneVicenza

PortogruaroTorinoLivornoPescaraAscoli

FrosinoneGrossetoModenaSassuoloVarese

AlbinoleffeCittadellaPiacenza

6 Gol: Succi (Padova, 2r)

5 Gol: Pasquato (Modena)Bertani (Novara), Dionisi (Livorno), Bonazzoli (Reggina)

3 Gol: 13 calciatori

MARCAToRI

Albinoleffe-Pescara 1-2

Ascoli-Livorno (01/10) 1-5

Cittadella-Empoli 2-3

Grosseto-Frosinone 2-0

Piacenza-Padona 2-2

Reggina-Vicenza 3-2

Sassuolo-Atalanta 0-2

Siena-Modena 2-0

Torino-Portogruaro 2-1

Triestina-Crotone 3-0

Varese Novara (04/10) sosp

7^ GIoRnATA 02.10.10

Atalanta-Torino (ore 20:45)

Crotone-Varese

Empoli-Piacenza

Frosinone-Reggina (ore 12:30)

Livorno-Cittadella

Modena-Albinoleffe

Padova-Grosseto

Pescara-Sassuolo (09/10)

Portogruaro-Novara

Triestina-Siena

Vicenza-Ascoli

8^ GIoRnATA 10.10.10P171313121110101010101099998876542

G7677777777777777776777

V5433322233322222221110

N2143244411133332213212

S0101211133322223342456

GF1111871110881078106966684665

GS4452956798910610761296121312

OMA – Settima giornata di Serie bwin,secondo esonero: dopo l’allontanamen-to di Apolloni da Grosseto, poco più su,

a Sassuolo, si è consumato l’addio a DanieleArrigoni, che da gran signore quale è dichiarache “è stato giusto così”. Erano quattro anniche la società neroverde non esonerava il tec-nico, ma i sette punti raccolti in altrettante par-tite, sono un fardello troppo pesante, soprattut-to per chi pensava di lottare per ben altri obiet-tivi. Risorge, sommergendo di reti il malcapita-to Ascoli, il Livorno di Pillon. Dionisi e Surracomarcano una doppietta, l’Ascoli crolla dopoaver subìto il primo gol. Moretti è l’unico che sisalva nel naufragio bianconero. Quattro le vitto-rie esterne in questa tornata di campionato: ilPescara piazza il colpaccio a Bergamo control’Albinoleffe dopo aver condannato il Torino.Ganci e Bonanni sono in giornata di grazia, e gliadriatici sono più in palla fisicamente.Bombardini spreca troppe occasioni eMondonico si infuria. L’Empoli espugna il campodel Cittadella dopo un primo tempo chiuso areti inviolate. La ripresa è ricca di occasioni dauna parte e dall’altra, ma l’Empoli va 2-0.Piovaccari in rovesciata e Gasparetto mettonole firme per un “X” ormai scontato, ma Mori ditesta allo scadere dà tre punti agli azzurri.Moriero regala la seconda vittoria in campiona-to al Grosseto, guarda caso contro la sua exsquadra, il Frosinone: Santoruvo si fa cacciareper qualche parola di troppo verso l’arbitro. Ipadroni di casa controllano senza troppi affanni

di Flavio Grisoli una gara senza storia. Al “Garilli” di Piacenza ipadroni di casa e il Padova di Calori si dividonola posta dopo una gara frizzante. Doppiette perCacia e Succi, che sale in testa a quota 6 nellaclassifica cannonieri, in attesa che giochi Bertanidel Novara nel posticipo. Legati si fa espellereed è il peggiore in campo; Cacia è capitano,uomo-gol, uomo ovunque. Insostituibile. LaReggina soffre più del previsto contro unVicenza ridotto in dieci dopo 26’ per il doppiogiallo a Di Matteo. All’intervallo è addirittura 1-2. Nella ripresa gli ospiti si chiudono, Frison sidimostra portiere di grande livello parandoanche l’impossibile, ma Campagnacci eBonazzoli lo castigano. Dicevamo del Sassuolo,che già dopo 45’ minuti ha lasciato campo epartita all’Atalanta. Grande Doni, Ruopolostrappa applausi. Nella ripresa c’è la reazionedei modenesi, ma tardiva. Ultimo sbuffo di unasquadra che bisognosa di una scossa che nontarda ad arrivare. L’Atalanta va in surplace nelfinale, Arrigoni alza bandiera bianca: è già un exa quel punto. Il Siena ci mette più del previsto ascardinare la difesa di un Modena volenterosoma nullo in zona offensiva. Ficagna spezza l’equi-librio solo ad un quarto d’ora dal termine,Larrondo chiude i conti a porta vuota. Va indoppia cifra (in quanto a punti) il Torino, chesconfigge non senza patemi d’animo unPortogruaro che in trasferta non riesce proprioa fare punti. Pronti, via e Bianchi insacca, sfogan-do tutta la rabbia sua e del pubblico contro uncartellone pubblicitario. La squadra di Vivianireagisce veemente e l’ “Olimpico” di Torinofischia e contesta Cairo. L’autorete sfortunata di

Madaschi regala il raddoppio immeritato aipadroni di casa ad inizio ripresa. Ma il gioco lofa solo il Portogruaro, il pubblico di Torino lovede e continua nella contestazione. Altiniermette i brividi ai granata con un colpo di testada maestro. Non riesce la rimonta ai veneti, malo stadio contesta: dopo la testa di maiale, chis-sà cos’altro. Triestina e Crotone sono due squa-dre in ottima forma, con la squadra di Menichiniancora imbattuta. Godeas fa capire, dopo 22’,che non c’è spazio per gli ospiti, che tuttaviareagiscono e sfiorano più volte il pareggio.Ginestra e Napoli sono indemoniati, ma nontrovano la porta. Nella ripresa i calabresi allen-tano la morsa e Marchi li punisce. L’unghereseFilkor (di nome fa Attila e come lui brucia l’er-ba) da 25 metri toglie le ragnatele dall’incrociodei pali. Menichini beve dall’amaro calice dellasconfitta per la prima volta, ma non deve farse-ne un cruccio, la squadra c’è. Il posticipo fraVarese e Novara si chiude al 45’: un nubifragiosi abbatte su Varese un’ora prima della gara.L’“Ossola” è una piscina, segna Bertani dopoventi secondi, Carrozza e Pisano firmano il sor-passo varesino. All’intervallo si decide che nonsi può continuare. Si riprenderà (non si sa quan-do) dal 2-1 e dal 46’. La nostra formazione (4-3-3)Frison (Vicenza);Stovini (Empoli), Turati (Grosseto), César(Padova), Peluso (Atalanta); Surraco (Livorno), Bonanni (Pescara), Carmona(Atalanta); Cacia (Piacenza), Succi (Padova), Piovaccari(Cittadella).

In Serie bwin l’Atalanta condanna ArrigoniR

Succi (Foto Archivio)

Numero 36 07 ottobre 2010

8 Serie bwin

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Numero 36 07 ottobre 2010

9Atalanta-Torino

Il Torino cerca riscatto a Bergamodi Flavio Grisoli

OMA – Nel panorama attuale di unaSerie bwin ricchissima di formazionidi grande blasone, Atalanta e Torino

spiccano come quelle con la tradizione piùlunga e gloriosa, soprattutto in termini dipartecipazioni alla Serie A. I nerazzurri,appena retrocessi, vogliono tornare imme-diatamente da dove sono venuti, mentre ilTorino sta vivendo anni difficili, nonostanteabbia un presidente molto facoltoso chenon ha mai lesinato risorse finanziarie per lasua squadra. Urbano Cairo è presidente delTorino dal 2005, e con i tifosi non ha maiavuto un rapporto roseo. O forse, megliodire il contrario. Poi l’avvio di campionatodecisamente al di sotto delle aspettative deipalati fini dei tifosi granata, e dai risultatideficitari, non ha fatto altro che inasprire icontorni della contestazione. Una testa dimaiale recapitata con tanti saluti alla sededella società non è altro che l’ultimo atto diun rapporto mai sbocciato. Neanche la vit-toria con il Portogruaro (ancora mai vincen-te fuori casa) ha placato gli animidell’“Olimpico” di Torino. E la trasferta interra bergamasca sa quasi di ultima spiaggiaanche per Lerda. Che non vuole rilasciarcidichiarazioni, e questo è un altro sintomodell’aria pesante che si respira nel capoluo-go piemontese. Le sette partite che hannopreceduto quella in analisi, il “Toro” è parti-to come peggio non si potesse: doppio 1-2contro Varese e Cittadella, e subito qualco-

bwin sono uomini capaci di fare la differen-za, quella vera. Se si va a fare la conta deigiocatori con presenze nella massima seriein forza al tecnico Colantuono, si raggiungo-no numeri da capogiro. Talamonti 88, Capelli59, Manfredini 140, Bellini 211, Barreto 76,Amoruso 380, Padoin 103, Doni 266,Tiribocchi 135, Dalla Bona 90, Ferreira Pinto120, Consigli 48: questi i numeri dei giocato-ri più esperti dei nerazzurri. Sotto il puntodi vista prevalentemente tattico, il Torino inqueste prime giornate di campionato hamostrato molte difficoltà nella costruzionedella manovra, aiutandosi grazie all’estro diAntimo Iunco nell’ispirare bomber Bianchi.Nel mezzo però si fa fatica, e c’è poca fan-tasia. L’Atalanta, dal canto suo, nella zonanevralgica del campo può fare affidamentosu Padoin, Carmona, Barreto su tutti.Uomini capaci di creare gioco e di romperequello avversario. Il problema è davanti, tut-tavia. L’Atalanta, così come il Torino, non rie-sce a finalizzare tutto quello che crea. Nesono un segnale chiaro i pochi gol messi asegno da nerazzurri (sette) e granata (otto).Considerando tutti questi fattori, un risulta-to assai probabile per questa gara è unpareggio a reti bianche, o comunque un “X”con pochi gol. Speriamo vivamente di sba-gliarci, magari assistendo ad un grandematch, combattuto e vivace. Se il Torinodovesse perdere, non si escludono clamoro-si ribaltoni in panchina, mentre se dovessevincere potrebbe innescare quella scintillache tanto manca all’ambiente torinista.

sa si rompe. Poi il pareggio casalingo colCrotone di Menichini, e finalmente due vit-torie consecutive che risollevano un interoambiente: Sassuolo e il lanciatissimo Novaradi Tesser si arrendono (2-1 al “Braglia” diModena e 1-0, grazie al solito rolandoBianchi, in casa contro il Novara). Quandosembrava che si potesse intraprendere unaserie positiva di risultati, il rovescio senzaattenuanti a Pescara, ha riportato un po’tutti sulla terra. Un 2-0 senza appelli, con gliuomini di Di Francesco che correvanocome demoni sul campo, e quelli di Lerdache sembravano bloccati, come presi da unamaledizione. Quella che, i più scaramanticidicono, si sia impossessata del gloriosocuore di Torino. Sabato scorso, e siamo ormai alla storiarecente, il Portogruaro si è arreso, ma l’un-dici di Lerda ha dovuto sudare molto, piùdel dovuto, per avere la meglio di una squa-dra che in trasferta ha fatto solo un puntofinora. Dall’altra parte troverannoun’Atalanta in grande forma, che ha persosolo lo scontro diretto all’“ArtemioFranchi” di Siena. Poi tre vittorie (Vicenzaall’esordio, Pescara e Sassuolo) e altrettantipareggi (Varese e Frosinone, entrambi per0-0, e Reggina 1-1). Ardemagni si è finalmen-te sbloccato, e ha condannato Arrigoni adammettere di aver fallito e accettare l’eso-nero, avvenimento che a Sassuolo era unavita che non si vedeva. Uno dei punti diforza di questa Atalanta è aver mantenutogli uomini-chiave in tutti i ruoli, che in Serie

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Eccezionalmente di domenica, il posticipo di Serie bwin che tutti attendono

La formazione di Lerda è a metà classifica, e la rabbia dei tifosi verso Cairo è inarrestabileColantuono sta plasmando un’Atalanta pratica, che segna poco ma subisce pochissimo

Franco Lerda(Foto Archivio)

Stefano Colantuono(Foto Archivio)

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Numero 36 07 ottobre 2010

10 I^ DivisioneGli Esperti

La Lega Pro si schiera contro Albertinidi Flavio Grisoli

OMA – Spesse volte quando non siha nulla da dire si cerca la magia, ilcolpo ad effetto, l’artificio stilistico.

Per dissimulare, confondere, sconvolgere chici crede inadeguati per il ruolo ricoperto.Demetrio Albertini, ex centrocampista diMilan, Padova, Atletico Madrid, Lazio,Atalanta e Barcellona, oggi vicepresidentedella FIGC e neo presidente del Club Italia,nei giorni scorsi ha rilasciato delle intervistenelle quali aveva auspicato che le società diSerie A creassero le “Squadre Riserve” dafar giocare in Lega Pro. Squadre “B”, imbot-tite di giovani e di giocatori più grandi infase di recupero dagli infortuni o fuori daipiani dell’allenatore della squadra ufficiale.Grande impatto mediatico su giornali e sitiinternet e pareri favorevoli da quasi tutte leparti. “Quasi” semplicemente perché, come

mente romagnolo, la conversazione conGianni Fabbri, presidente dei giallorossiravennati: «Da quello che ha detto, sembraproprio che di economia non ne sappia nulla,così come di conflitto di interessi. È chiaro chenon si possono possedere due formazioni pro-fessionistiche. Poi voglio dire - prosegue Fabbri- il calcio dovrebbe essere giocato in tutta Italia,non in venti città. Poi ognuno ha il suo bacinod’utenza, dal quale trae il proprio sostentamen-to economico, dal quale ne conseguono le pro-prie possibilità di riuscita in campionato. Non cisi può paragonare alle altre realtà europee».Poi Fabbri va a toccare il vero tasto dolentedi tutta la questione: «Sa perché le societàmuoiono, falliscono? Perché le contribuzionivanno solo alla A, che oltretutto speculano suinostri giovani. Per noi far giocare i giovani èimportantissimo, non solo perché la Lega ciincentiva a farlo, ma anche perché sono unpatrimonio su cui investire e su cui, si spera, ungiorno incassare dalla loro cessione. Solo alcunipresidenti molto facoltosi non curano que-st’aspetto, semplicemente perché vogliono lavittoria, così cercano i grandi nomi». Poi Fabbri continua, ricordando a chi se lofosse dimenticato, che i problemi di questocalcio non risiedono solamente nella vitupe-rata e maltrattata Lega Pro: «Ma qualcuno hafatto caso che da alcuni anni a questa parte, le

spesso accade, il pesce grosso non fa i conticon quello piccolo. Albertini ha fatto i contisenza l’oste, come il vicepresidente Pitroloci confermerà più avanti. Prima di tutto, cer-chiamo di capire come sia venuta in menteal buon Demetrio questa trovata. Nei mag-giori campionati europei (Inghilterra, Spagnae Germania) le squadre riserve esistono epartecipano a dei campionati, con delle dif-ferenze tra loro: in Inghilterra le squadre “B”sono inserite in un campionato a parte,senza retrocessioni né promozioni, conl’unico scopo di far mantenere una formafisica accettabile a chi non trova spazio nellaPrima Squadra e a far recuperare gli infortu-nati. In Spagna e Germania, queste formazio-ni partecipano ai campionati minori (regio-nali), e sono soggette a promozioni e retro-cessioni, ma non potranno mai partecipareallo stesso campionato delle squadre mag-giori. Nell’intervista che mister Giancarlo

Magrini ci ha rilasciato qualchegiorno fa sul nostro sito internet(www.professionecalcio.eu), aquesto proposito ci ha ricordatoche trent’anni fa il campionatoriserve esisteva, poi soppiantatoda quello Primavera. Perché tor-nare indietro? Perché sminuireancora di più una categoria già indifficoltà e bisognosa di una rifor-ma non più procrastinabile? Seuna proposta del genere arrivada una voce così autorevolecome quella del vicepresidentefederale, c’è da preoccuparsi. Èquesta, allora, la riforma dei cam-pionati? Su questi temi e su que-ste domande abbiamo interroga-to i presidenti Gianni Fabbri(Ravenna) e Giovanni Spezzaferri(Aversa Normanna), con l’inter-vento finale e unificatore diArchimede Pitrolo, vicepresiden-te della Lega Pro. «Albertinidovrebbe andare a mangiarsi un belpiatto di tagliatelle». Comincia conuna battuta, dal sapore tipica-

R

Fabbri (Ravenna): “Dovrebbe andare a mangiare tagliatelle”. Spezzaferri (Aversa N.): “Non c’è rispettoper noi”. Pitrolo (vicepresidente Lega Pro): “Idea balzana. Albertini dovrebbe dialogare con noi”

Demetrio Albertini(Foto Archivio)

Dure reazioni dei presidenti nei confronti della proposta del numero uno del Club Italia

Archimede Pitrolo(Foto Archivio)

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Numero 36 07 ottobre 2010

11I^ DivisioneGli Esperti

retrocesse dalla B falliscono tutte?». Se consi-deriamo i campionati cadetti dalla stagione2002-2003, le società fallite o “salvate” gra-zie al Lodo Petrucci sono: Cosenza (2003),Napoli (2004), Torino, Perugia, Salernitana eVenezia (2005), Catanzaro (2006), Messina eSpezia (2008), Pisa, Treviso e Avellino (2009),Ancona, Mantova e Gallipoli (2010). Si trat-ta di quindici società. «Il problema - proseguenella sua lucida analisi il presidente delRavenna Gianni Fabbri - è che la Serie A fago-cita tutto, si porta a casa tutto. È un sistematotalmente sbagliato. E meno male, per il nostrogrande calcio, che l’Inter lo scorso anno ha vintola Champion’s. Ma tanto il posto che si è riusci-ti a mantenere, lo perderemo la prossima sta-gione». Certo è, che l’Inter ha vinto la massi-ma competizione continentale con unasquadra fatta interamente di stranieri (se sieccettuano Toldo - portiere di riserva -Materazzi - quinto centrale di difesa - eBalotelli): «È verissimo, e questa discrasia si èpotuta verificare pienamente al Mondiale».Tornando all’argomento principale dell’in-tervista, Fabbri dichiara: «Per far crescere incompetitività i nostri giovani, il CampionatoPrimavera è chiaro che non è sufficiente, perchési gioca con uno spirito diverso. Però Albertini sidimentica che c’è una categoria fatta appostaper far crescere i giovani. Di sicuro le 85 socie-tà attuali in Lega Pro - conclude la conversa-zione Fabbri - sono troppe. Però in un Paesecome il nostro dove ci sono tante realtà, soprat-tutto al Sud, che vivono con e per il calcio, comesi fa a togliergli la squadra di calcio? Ogni socie-

tà rappresenta un punto di riferimento per iragazzi della zona, capace di farli stare lonta-no dalla strada». Parole forti, accorate, quel-le del presidente del Ravenna, alle qualifanno eco quelle del suo omologodell’Aversa Normanna, GiovanniSpezzaferri, che fa anche parte delConsiglio direttivo della Lega Pro: «Chesenso avrebbe fare un campionato con lesquadre “B”? Sarebbe come fare unCampionato Primavera, ma senza limiti d’età.Da parte nostra, quest’anno abbiamo dato unforte impulso per far accedere ai contributi lesocietà attraverso l’utilizzo dei giovani». La poca considerazione dei vertici federaliverso la vecchia Serie C ormai è una sen-sazione che serpeggia sempre più insisten-te: «Sì, penso che ci sia poco rispetto verso dinoi - conferma Spezzaferri - perché abbia-mo pochissima visibilità mediatica, e ancheper la nota faccenda della ripartizione deidiritti televisivi. I risultati di tutto questo poi sivedono, i nodi arrivano tutti al pettine: que-st’anno abbiamo vissuto un’estate terribile,con 21 società professionistiche non iscritte alcampionato di competenza. Che si traduce ine-vitabilmente - conclude il numero uno dellasocietà campana – in un danno di immagineincalcolabile». Affidiamo ad ArchimedePitrolo, vicepresidente della Lega Pro, ilcommento “istituzionale” sulla propostaavanzata da Demetrio Albertini: «Stiamo par-lando di un’idea così strana che non l’accettere-mo mai». Basterebbe questa frase per concludere l’in-

tervista, ma Pitrolo prosegue earticola il suo pensiero: «IlCampionato Primavera di una voltasi chiamava “De Martino”, ma nonè più attuabile. Sui giornali leggoche si potrebbero inserire le squa-dre “B” nei dilettanti. Ma come si faa far giocare dei giocatori professio-nisti nei dilettanti? Ogni anno daivivai delle grandi squadre escono,per limiti di età, almeno 10 ragazziche, sotto contratto, non sanno dovemandarli a giocare. Ma li mandino agiocare da noi, no? Così fanno cam-pionati veri, con promozioni e retro-cessioni, in piazze “calde”. Ma poi,invece di ridurre le società nei cam-pionati professionistici, si pensaaddirittura di aumentarle? Masiamo matti? La Lega Pro per natu-ra è un campionato propedeuticoper la crescita dei giovani». PoiPitrolo prosegue: «Io Demetrio -Albertini - lo conosco, è un amico.Però lui rappresenta l’AIC, e difendele loro ragioni. Io sono anni che lovado a dire: se un giocatore, a 25-26 anni gioca ancora in Lega Pro,forse è meglio che si trovi un altrolavoro. A questo punto rimettiamo inpiedi il campionato riserve, senzaandare ad inquinare le Primavera».

Il fatto che Albertini abbia parlato prima coni giornali che con i diretti interessati di que-sta proposta, ha mandato su tutte le furieMacalli e tutta la Lega Pro: «C’è, esiste, e crea-ta da Abete, una Commissione per la riformadei campionati. Albertini, se ha delle proposteda fare, venga e ne parli con noi. Ognuno èpadrone di dire quello che vuole, è chiaro, peròprima di andare dai giornali, venga nelle sediopportune ed esponga il suo pensiero. Albertini- prosegue Pitrolo - è vicepresidente federale,mica uno qualsiasi. Deve stare accorto a quelloche dice, perché ha delle responsabilità. Si pre-suppone che capisca come funzionino i mecca-nismi». Ma questa Lega Pro è davvero all’an-golo in Consiglio Federale? «Noi ci facciamosentire sempre nelle sedi opportune. Per quan-to riguarda la “Melandri” ci stiamo muovendo,e nei prossimi giorni qualcosa si muoverà. Inostri presidenti ci chiamano chiedendoci quan-to spetterà loro, ma io non so proprio cherispondere. Sinceramente, ormai questo sistemanon regge più. Dopo quanto successo in AtleticoRoma-Virtus Lanciano, abbiamo emesso uncomunicato. Se in casi di indisponibilità delcampo di gara ufficiale comunicato ad iniziostagione, se ne trova uno nella provincia, bene.Altrimenti partono gli 0-3 a tavolino. Non si puòpensare di stare tra i professionisti se non si hail campo per giocare». Le cifre rendono sem-pre meglio l’idea della crisi del nostro calcio,allora Pitrolo aggiunge le sue a quelle chenoi abbiamo esposto sopra: «Dal 2001 al2010 sono sparite 75 società, e negli ultimi 5ani sono stati emessi decreti ingiuntivi per tota-li 50 milioni di Euro verso le società di questaLega. Mi sembra che questo calcio, come loabbiamo inteso finora, deve avere una svolta».L’unico modo è la riforma dei campionati,ma a noi pare che in FIGC non si abbiano leidee molto chiare: «L’unico modo è semplice.Bloccare i ripescaggi».

Gianni Fabbri(Foto Archivio)

Giovanni Spezzaferri(Foto Archivio)

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Classifica

Spal 14Alessandria 14Salernitana 13Sorrento 12Cremonese 11Reggiana 10Paganese 10Gubbio 10Lumezzane 9Sudtirol 8Pergocrema 8Bassano 8Pavia 8Ravenna 7Como 6Spezia 6Monza 6Verona 6

1^ DIVISIONE GIRONE A

5 Gol: Cipriani (Spal), Paulinho(Sorrento, 1r)

4 Gol: Crocetti (Bassano)

3 Gol: 12 calciatori

MARCAToRI

Gubbio-Monza 4-0Lumezzane-Reggiana 2-2Paganese-Ravenna 0-0Pavia-Bassano 1-1Pergocrema-Spal 1-1Salernitana-Spezia 1-0Sorrento-Como 3-0Sudtirol-Alessandria 1-2Verona-Cremonese 1-1

7^ GIoRnATA 03.10.10

Alessandria-Sorrento

Bassano-Lumezzane

Como-Gubbio

Cremonese-Sudtirol

Monza-Pavia

Ravenna-Verona

Reggiana-Paganese

Spal-Salernitana

Spezia-Pergocrema

8^ GIoRnATA 10.10.10

Classifica

Atl. Roma 18Lanciano 13Taranto 13Benevento 13Gela 12Nocerina 12Foggia 11Lucchese 10Cosenza 10Viareggio 8Foligno 8Andria 8Ternana 8Juve Stabia 7Pisa 7Cavese 6Barletta 4Siracusa 3

1^ DIVISIONE GIRONE B

6 Gol: Sau (Foggia)

5 Gol: Ciofani (Atl.Roma)

4 Gol: Ciano (Cavese, 1r), Corona(Juve Stabia, 2r)

MARCAToRI

Barletta-Cosenza 2-0Benevento-Ternana 3-1Cavese-Siracusa 3-1Foggia-Viareggio 2-2Foligno-Gela 1-4Lanciano-Juve Stabia 1-0Lucchese-Atl.Roma 0-2Nocerina-Andria 1-0Pisa-Taranto 2-1

7^ GIoRnATA 03.10.10

Andria-Lanciano

Atl.Roma-Nocerina

Cosenza-Benevento (11/10)

Gela-Foggia

Juve Stabia-Viareggio

Pisa-Cavese

Siracusa-Barletta

Taranto-Lucchese

Ternana-Foligno

8^ GIoRnATA 10.10.10

Classifica

Feralpisalò 13

Savona 13

Pro Patria 12

Pro Vercelli 11

R.Saiano 11

Montichiari 9

Sambonifacese 8

Tritium 8

Valenzana 8

Canavese 7

Mezzocorona 6

Sacilese 5

Lecco 5

Casale 5

V.Entella 4

Renate 3

Sanremese 2

2^ DIVISIONE GIRONE A

5 Gol: Ripa (Pro Patria, 1r)

4 Gol:Tarallo (Savona, 2r),

Dimas (Montichiari, 1r),

Zanetti (Mezzzocorona, 1r),

MARCAToRI

Cavese-Pro Patria 0-2Feralpisalò-Casale 0-0Lecco-V.Entella 2-1P.Vercelli-Rodengo S. 0-0Sacilese-Montichiari 0-1Sanremese-Sambo 0-1Savona-Tritium 1-0Valenzana-Renate 1-0Risposa: Mezzocorona

6^ GIoRnATA 03.10.10

Casale-Cavese

V.Entella-Sanremese

Montichiari-Mezzocorona

Pro Patria-Sacilese

Renate-Feralpisalò

Rodenggo S.-Lecco

Sambonifacese-Savona

Tritium-Pro Vercelli

Risposa: Valenzana

7^ GIoRnATA 10.10.10

Classifica

Brindisi 13

Neapolis 12

Latina 11

Melfi 11

Pomezia 10

Trapani 10

Matera 9

Aversa 9

Lamezia 8

Avellino 8

Fondi 6

Vibonese 6

Isola Liri 5

Campobasso 2

Catanzaro 2

Milazzo 2

2^ DIVISIONE GIRONE C

5 Gol: Ceccarelli (Brindisi)

3 Gol: 8 calciatori

MARCAToRI

Catanzaro-Vibonese 2-4

Fondi-Avellino 1-1

Isola Liri-Campobasso 1-0

Matera-Brindisi 2-0

Melfi-Milazzo 1-1

Neapolis-Lamezia 1-0

Pomezia-Latina rin

Trapani-Aversa N. 0-0

6^ GIoRnATA 03.10.10

Avellino-Pomezia

Averdsa N.-Fondi

Brindisi-Neapolis

Campobasso-Trapani

Lamezia-Catanzaro

Latina-Melfi

Milazzo-Isola Liri

Vibonese-Matera

7^ GIoRnATA 10.10.10

Classifica

Carpi 16

Carrarese 14

Giacomense 12

Sangiovannese 9

San Marino 9

Chieti 8

Poggibonsi 8

Prato 7

Celano 7

Bellaria 7

L’Aquila 6

Gavorrano 6

Giulianova 5

C. Noceto 4

Fano 4

Villacidrese 4

2^ DIVISIONE GIRONE B

4 Gol: Gasparello (S.Marino 1r)

3 Gol: 12 calciatori

MARCAToRI

Carpi-Sangiovannese 4-1

Carrarese-Gavorrano 3-1

Celano-Chieti 3-1

Crociati Noceto-Fano 1-1

Giacomense-Poggibonsi 2-0

Prato-Bellaria 0-0

San Marino-Giulianova 1-1

Villacidrese-L’Aquila 3-0

6^ GIoRnATA 03.10.10

Bellaria-Crociati Noceto

Carrarese-Carpi

Chieti-Giulianova

Fano-Villacidrese

Gavorrano-Celano

L’Aquila-Giacomense

Poggibonsi-Prato

Sangiovannese-S.Marino

7^ GIoRnATA 10.10.10

Le ClassificheNumero 36

07 ottobre 2010

13Classifiche

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Spal-Salernitana, sfida d’alta quotaAl “Paolo Mazza” di Ferrara i ragazzi di Notaristefano dovranno tentare di dare

seguito all’ottimo inizio di stagione, che li vede leader in classifica con l’Alessandriadi Stefano Santini

ERRARA - La Spal non vuole mol-lare la leadership in classifica aquota 14 in compagnia

dell’Alessandria. Primato che sarebbestato solitario se allo scadere della garaesterna contro il Pergocrema la difesabiancoazzurra non avesse combinato il“patatrac”, che ha fissato il risultatofinale sull’1-1. A contendere la posta ingioco ci saranno i granata di misterBreda, reduci dal successo interno dimisura contro lo Spezia e subito dietroai ferraresi in classifica. «Ogni squadra checi incontrerà metterà sempre qualcosa inpiù in campo - dice il tecnico biancoaz-zurro Notaristefano - perché siamo lacapolista. Così farà anche domenica prossi-ma la Salernitana, partita difficilissima». I campani non staranno di certo aguardare e proveranno a portare viapunti alla Spal, per surclassarla in classifi-ca e confermarsi tra le pretendenti allapromozione: «Una gara di sofferenzaanche se non di grande qualità, ma impor-tante per portare a casa i punti». Così iltecnico granata Roberto Breda avevadefinito il successo contro lo Spezia,facendo capire che la sua Salernitana puòarrivare al risultato percorrendo strade

pensiamo solo a far bene e a cercare di vin-cere sempre, quello che sarà a fine stagionelo vedremo. Vogliamo rimanere nelle partialte - rimarca il tecnico della Spal - macome noi le altre 17. Le più brave riusciran-no in questo intento, tutte stanno cercandodi fare bene, a volte ti riesce e a volte no».Sulla stessa linea il mister dellaSalernitana Roberto Breda: «Questo cam-pionato ancora non ha detto niente di defin-itivo, siamo ancora in una fase di studio. Adesempio anche lo Spezia non merita affat-to la classifica che ha, per i giocatori chepossiede e per quanto fa vedere in campo.Rimarrà in basso per poco tempo, comeanche il Verona, o la Cremonese e laReggiana: tutte faranno un campionatodiverso da qui in avanti - sottolinea il mis-ter dei campani - e avranno la possibilità divenir fuori. La Spal sta facendo bene, matutti quanti siamo ancora in corsa». Poiconclude sul rapporto con i tifosi e lacittà: «Il mio obiettivo è di creare un feelingtra città, tifosi e squadra - confessa Breda- aldilà del risultato, che ancora non dobbi-amo guardare. Pensiamo partita per partita.Certo mi piacerebbe molto portare tantagente allo stadio e far sì che la passione chela gente di Salerno può dare torni adesplodere come ha fatto in passato e comeso che ancora può fare».

diverse: «Con la Spal sarà un bel confronto- sottolinea l’allenatore della Salernitana.È logico che quando ti misuri con chi ti stadavanti è sempre un bel banco di prova. Noistiamo cercando la nostra identità - pros-egue Breda - stiamo lavorando e crescendoanche come qualità e convinzione. Questotipo di partite ti fanno capire di che pastasei fatto, dove puoi arrivare. Abbiamo avutotutta la settimana per lavorarci su, ma quel-la che ci aspetta sarà una bella gara».Combattere la delusione di Crema emetabolizzarla in chiave positiva saràinvece l’obiettivo numero uno dell’undiciferrarese: «Domenica sarà un matchimpegnativo - dice l’allenatore della SpalEgidio Notaristefano - che dobbiamopreparare con attenzione. La Salernitana haun organico e una società che puntano allapromozione e noi dovremo fare molto beneper ottenere un risultato. Si è creato unambiente assolutamente ottimale qui, c’èserenità e voglia di lavorare: queste per mesono le basi per potere avere risultati posi-tivi».Anche a Salerno le premesse per farebene sembrano non mancare, il tecnicoBreda analizza il momento sei suoi: «Ilnostro pregio? Mi piace molto come iragazzi si sono buttati in questo nuovo prog-etto. Sento che è viva la voglia di dare unasvolta dopo una stagione balorda come laprecedente, di andare oltre. E tutto questoattraverso la fatica e il lavoro per far sì chela gente torni ad affezionarsi a questasquadra. Difetti? Non è il termine giusto -aggiunge il mister dei granata - certo èche dobbiamo lavorare ancora tanto. Il nos-tro progetto di crescita ha bisogno di tempo,ma questo non è un difetto». E di tempo ne avranno ancora tanto siaSpal che Salernitana per recitare quelruolo da protagonista che nel girone Adella Prima Divisione ancora non è cosìben definito: «All’obiettivo finale non cipenso ancora - dice Notaristefano - noi

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Numero 36 07 ottobre 2010

14 Spal-Salernitana

Breda, mister della Salernitana (Foto Archivio) Notaristefano, tecnico della Spal (Foto Archivio)

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Numero 36 07 ottobre 2010

15Taranto-Lucchese

Taranto-Lucchese, la gara del riscattoIl mister tarantino Brucato: “Siamo un squadra costruita per fare un buon campionato”

Il trainer rossonero Favarin: “Sarà una partita difficile ma ce la giocheremo”

di Fabiola Rieti

OMA - Quella fra i rossoblu pugliesie i rossoneri toscani rappresenta,per entrambe le squadre, la partita

del riscatto. Il Taranto viene da una sconfittacon il Pisa in trasferta, ma nonostante ilrisultato negativo si trova al secondo postoin classifica dietro l’incontenibile AtleticoRoma. La squadra romana, per uno stranogioco della sorte, la scorsa domenica ha fer-mato la risalita della Lucchese in casa con unrisultato che non concede alibi: 0-2. Terzasconfitta consecutiva per la squadratoscana, che sembra non riuscire a venirfuori da questo periodo di crisi. MisterBrucato commenta con rammarico la scon-fitta con il Pisa: «Abbiamo sofferto nel primotempo, perché non abbiamo giocato, ma poinella seconda parte della gara siamo statiarrembanti e abbiamo preso goal proprio nelnostro momento migliore». Anche a fine gara ilmister aveva sottolineato la doppia faccia diquesto Taranto: «Non possiamo permetterci diavere due volti e svegliarci solo dopo averesubito uno schiaffo. Abbiamo anche avutoqualche palla per pareggiare la gara, ma

con certe squadre non c’è proprio partita».Secondo l’allenatore della Lucchese il grup-po deve «Abituarsi a capire che ci sarà da sof-frire molto di più che gli scorsi anni. La squalifi-ca di Alessandro Marotta e un po’ il calo fisiologi-co di qualche giocatore poi non ci hanno aiuta-to». La Lucchese, oltre le difficoltà di classifi-ca, sta attraversando anche un difficilemomento societario dopo l’addio diValentini, socio di maggioranza della società.Il presidente della società rossonera,Giuliano Giuliani è stato più volte esplicitonei confronti dell’amministrazione pubblicasulla necessità di approvare la variante per lacostruzione del nuovo stadio, pena il suoaddio al calcio lucchese, che getterebbe nelcaos una piazza che ha vissuto momentimolto bui negli anni addietro. In un momen-to in cui il risultato tarda ad arrivare, vienefacile pensare che le sorti societarie pos-sano influire sul rendimento, ma il presi-dente Giuliani è stato chiaro: «I giocatori nondevono preoccuparsi, perché siamo personeseire e onoreremo fino alla fine i nostri impegni.I ragazzi devono solo pensare a giocare e arecuperare questa situazione di classifica defici-taria».

purtroppo è andata male. Ora dobbiamoguardare avanti senza remore e ripartire». Sulrendimento negativo in trasferta peròGiuseppe Brucato non è d’accordo, infattianche se i numeri dicono questo, la squadra,secondo lui, non ha mai demeritato e evi-denzia: «Certamente possiamo fare meglio, ognitanto abbiamo dei black-out in cui lasciamol’iniziativa alla squadra avversaria, ma quando ciscrolliamo di dosso le ansie e le paure giochiamobene. Nelle trasferte passate - precisa il mister- contro l’Atletico, per il gioco creato avremmopotuto tranquillamente strappare un punto econ il Cosenza non sarebbe stato strano, percome abbiamo giocato, portare a casa i trepunti». Il trainer tarantino, però, è convintodel valore del suo gruppo: «Siamo unasquadra costruita per fare un buon campionato.È una gruppo equilibrato, di grande carattereche gioca sempre fino al novantesimo senzaarrendersi». Nel prossimo scontro con laLucchese c’è: «L’obbligo dei tre punti - secon-do l’allenatore rossoblu - e troveremo unasquadra in un momento delicato, perché vieneda tre sconfitte, ma se il Taranto gioca come safare, non c’è motivo di temere gli avversari.Dobbiamo pensare solo a noi stessi», concludeGiuseppe Brucato. La Lucchese di misterGiancarlo Favarin spera di raccogliere puntinella prossima partita contro la squadrapugliese, anche se sarà un incontro duro:«Sarà una partita difficile, ma vogliamo gio-carcela. Il Taranto è una squadra forte che con ilPisa meritava sicuramente di vincere, quindipenso che avranno il dente avvelenato». Favarindovrà sicuramente lavorare con il grupposull’aspetto mentale, ma il mister spiega:«Abbiamo bisogno di serenità, ma la possiamoottenere solo con un risultato positivo». Il calen-dario non è favorevole alla squadra toscana,che ha incontrato la capolista AtleticoRoma: «Abbiamo giocato - evidenzia il Mister- contro una squadra dalle grandi potenzialità,esperta e talentuosa. Noi abbiamo un gruppocomposto da molti giocatori che vengono dallaSerie D e sapevamo di trovare difficoltà, perché

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Giuseppe Brucato(Foto Archivio) Giancarlo Favarin

(Foto Archivio)

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Numero 36 07 ottobre 2010

16 2^ DivisioneGli Esperti

I migliori della Lega Pro: parola agli espertidi Luigi Cardarelli e Flavio Grisoli

OMA – Questa è una stagione parti-colare in Lega Pro, sono notissime levicende di questa estate che sono poi

scaturite in campionati più o meno incerti eplasmati alla bene meglio. Nonostante tuttosi parla di riforme e in primis il numero unodella Lega Pro Mario Macalli è stato investi-to del ruolo di “revisore” del nostro siste-ma calcio. Abbiamo quindi deciso di guar-darci intorno e capire un po’ meglio questaLega Pro, in particolare la SecondaDivisione, ascoltando i pareri di chi la viveogni giorno da vicino. Esperti giornalisti eresponsabili di televisioni che seguono assi-duamente i campionati e le squadre chepartecipano alla quarta serie nazionale sonointervenuti in queste pagine per far capiremeglio ai nostri lettori lo stato di questa

altri due gironi? «In quello A credo che ilFeralpisalò farà meglio di tutti gli altri. Terreisotto osservazione anche il Rodengo Saiano cheha una squadra ben strutturata e una societàimportante. Per quanto concerne il girone Cinvece dico il Brindisi, forse per la sua tradizio-ne, forse per l’esperienza, comunque è una bel-lissima squadra e ha molte potenzialità». Disorprese ce ne saranno, ma Gorini punta ildito: «Sicuramente il Carpi, è una neopromossache è salita grazie agli spareggi, nonostantesiamo solo all’inizio, non mi sarei mai aspettatoche fosse in testa al suo raggruppamento».Qualcuno però ha deluso le aspettative:«Sicuramente il Fano. L’anno scorso è andatobene, ora ha solo 3 punti, di certo è sotto rispet-to alle aspettative di tutti». Ma una riflessioneè obbligatoria per Elia Gorini: «Dobbiamoricordarci che questo campionato viene influen-zato dal fatto che si prendono dei contributiqualora vengano fatti giocare dei giovani: il Fanosegue proprio la linea verde, questo, potrebbeessere uno dei problemi che non sta facendodecollare la squadra». Torniamo ai migliori,parliamo di allenatori: «Così di getto mi vieneda dire Torrente del Gubbio ma milita in PrimaDivisione, quindi dico Petrone: ha costituito unasquadra ottima e con il lavoro che sta facendoa San Marino con Alessandro Cesca andrebbepremiato». Sul tema “squadre B” Elia Gorini:«È un po’ come il modello spagnolo e visti irisultati sarebbe una buona scelta. ForseAlbertini ha ragione ma andrebbe pensato abraccetto con la riforma dei campionati che stastudiando il presidente Mario Macalli per non

categoria e quali margini di miglioramento cisono. Tra favorite, rivelazioni e delusioni,

parleremo di migliori allenatori edella rivoluzionaria idea diDemetrio Albertini, ex calciato-re, oggi presidente del ClubItalia, che ha proposto di costi-tuire “squadre B” delle grandi diSerie A e farle giocare in LegaPro, in modo da valorizzare e farmaturare giovani calciatori chealtrimenti non troverebbero spa-zio nelle serie maggiori. San Marino TV – EliaGorini: «Parliamo di migliori? Béparto dal girone B, quello che ospi-ta la squadra che seguo ormai datempo, il San Marino, e che reputola migliore di tutto il raggruppa-mento. È una compagine attrezza-ta per far bene e in attacco ha duecome Alessandro Cesca e GuerrinoGasparello che nel corso del torneosaranno sicuramente decisivi.L’unico problema sarà verificare sealla lunga la squadra non perderà ilpasso, a volte, come è capitato l’an-no scorso, nelle gare decisive allasquadra è mancato quel qualcosain più. Non sottovaluterei nemmenoil Prato – continua Elia Gorini –che nonostante la falsa partenzaha le potenzialità per far bene inun campionato come quello di que-st’anno». E per quanto rigaurda gli

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Quattro quesiti posti a chi il calcio lo vive da vicino. La favorita della Seconda Divisione, la rivelazione, la delusione e il miglior tecnico. Poi un accenno alla proposta di Albertini sulle “squadre B”

Una formazione del Trapani (Foto Archivio)

Mister Andrissi (Foto Archivio)

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172^ DivisioneGli Esperti

far perdere l’identità del nostro campionato.Oggi – conclude Gorini – Serie A e B sono unmondo a parte, il Lega Pro vedi il veramentecrescere i giovani. Questa Lega andrebbe valo-rizzata e bisognerebbe entrare nell’ottica chequesta categoria è il vero serbatoio per le squa-dre di A e B». Video Mediterraneo – GiuseppeRagona: In tema di favorite non ci sonotroppi dubbi per il responsabile della reda-zione sportiva siciliana: «Candiderei per il giro-ne A la Pro Vercelli, ha tutti numeri per faresquadra in questo campionato. Nel B dico laCarrarese! In quello C invece non vedo unafavorita, credo che sarà una battaglia fino all’ul-tima giornata. Forse - ci dice Ragona – ilBrindisi alla lunga potrà emergere grazie allasua esperienza». Parliamo di rivelazione, chisarà la sorpresa del campionato? «Credo ilTrapani, l’anno scorso ha dominato il campiona-to, perso solo all’ultima giornata. Ha tappatotutte le falle, ha confermato la rosa e ha rinfor-zato l’organico, farà certamente bene». Darivelazione a delusione, alla lunga chi nonfarà bene? «Fin ora ha deluso il Catanzaro,forse anche per la presenza in panchina di ZeMaria che a mio avviso poteva far veramentemeglio». Rimaniamo in tema allenatori: «Ilmigliore? Non saprei proprio, ce ne sono tantibravi in Seconda Divisione, forse Boscaglia delTrapani che ha fatto bene negli ultimi anni». Sultema “squadre B” Giuseppe Ragona è soli-dale con Demetrio Albertini presidente delClub Italia: «Sono pienamente d’accordo conlui. È da tempo che bisognava pensare a que-sta soluzione. La Lega Pro attuando questasoluzione non perderebbe la sua funzione divalorizzazione dei giovani, anzi, ora se ne fannogiocare 5 o 6, spesso solo per prendere qualche

soldo in più, invece con l’idea di Albertini, sicreerebbero proprio squadre compostetotalmente da giovani calciatori che trove-rebbero giovamento e maturerebbero inmaniera migliore». Il Selezionatore Under 20Lega Pro - Giorgio Veneri: Ilselezionatore Giorgio Veneri non hadubbi nel mettere ai primi posticome squadre migliori di questo ini-zio di stagione le capoliste dei rispet-tivi raggruppamenti: «Savona, Carpi eBrindisi su tutte, senza dubbio. Vorreiperò fare una menzione particolare per ilBrindisi, che è partito con molte incertezzee con una rosa composta da moltissimi gio-vani. Il tecnico e la società stanno portandoavanti un lavoro straordinario». Quindi la for-mazione guidata da Florimbj può ancheessere considerata la rivelazione dellaSeconda Divisione? «Sì, assolutamente. Pertutti i motivi che ho elencato prima». Dallarivelazione alle delusioni: quali sono le for-mazioni che stanno segnando il passo inquesto avvio di campionato? «Bé, nel girone Ala Sambonifacese sta stentando un po’ – ilcommento di mister Veneri – così come ilPrato nel girone B. Nel girone meridionale,l’Avellino sta incontrando più problemi del pre-visto». Ma queste formazioni, che come altrestanno incontrando difficoltà forse inaspet-tate, saranno in grado di risollevarsi? «Alcunesì, altre no. Comunque c’è il mercato sempreaperto per gli svincolati, poi a gennaio ci saràmargine per rimediare agli errori estivi».Capitolo allenatore: quale il migliore finora?«Mah, ho visto diverse partite, però mi haimpressionato il Pavia nella vittoria contro loSpezia. Andrissi sta facendo un ottimo lavoro,

non è ancora famoso, però sono convinto chefarà strada». Con Veneri non si può non par-lare di giovani: «Ne ho selezionati circa 70 inquesta prima parte di stagione, e ce ne sonoalcuni davvero interessanti, come Bizzotto eLanni del Pisa; Brignoli del Montichiari, Coco delTrapani è un elemento davvero di livello e Zullodel Benevento». Vivaio giallorosso che hasfornato, in questi ultimi anni, un talentovero: Vacca. «Ormai lo considero un ex – sor-ride Veneri – perché l’ho utilizzato molto nelloscorso biennio. È pronto per il grande salto, hadei mezzi notevoli. La cosa che mi fa piacere, èche molti dei ragazzi che ho selezionato sonotitolari, sintomo che qualcosa sta cambiando».Chiudiamo con la proposta di Albertini:«Parere totalmente negativo da parte mia, egliel’ho detto, perché in quella riunione ero pre-

sente. È una cosa che nonha senso. I vari Sacchi,

Albertini, pensanosolo alle squadre diSerie A, snobban-do tutto il resto.Guardano solo a

casa loro».

Veneri(Foto Archivio)

Alessandro Cesca (Foto Archivio)

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19Intervista

OMA – L’avevamo lasciato deluso, ama-reggiato per la fine di un’avventura(quella con la Nazionale di Beach

Soccer) bellissima, condita dalla crescita espo-nenziale di un intero movimento, conclusasicon la mancata qualificazione ai prossimiMondiali. Fallimento che l’hanno indotto alledimissioni, convinto che si fosse concluso unciclo. Ma in cuor suo Giancarlo Magrini il primoamore non l’aveva mai dimenticato: il calcio a11, l’erba verde del campo con i suoi profumi ele sue sensazioni uniche, che nemmeno il calo-re e lo splendore di una sabbia finissima e bian-ca possono regalare. Dopo che Polverelli haaccettato il ruolo di selezionatore dell’Under18 e 19 Professionisti, il posto da tecnico dellaUnder 18 Dilettanti è rimasto vacante, e allorala LND ha scelto di affidarsi all’esperienza e allacompetenza di Magrini (dal 1968 sulla breccia):«Il calcio a 11 è la mia vita - ci dice Magrini.L’esperienza del Beach Soccer è stata un qualcosadi bellissimo, ma che non avevo mai fatto prima.Invece il calcio ce l’ho nel sangue, lo vivo da 40 annia diversi livelli, e con diverse mansioni, lavorandosempre molto con i ragazzi. Sono arrivato forse unpo’ tardi in questo ruolo, ma è un sogno che si rea-lizza». Il tecnico di Sarsina, piccolo comune delcesenate, aspirava a tornare sui campi verdi inprima linea. È chiaro che lui fosse il primo indi-ziato per sostituire Polverelli: «Bé, per i risultatiche ho conseguito in carriera era quasi inevitabile.Polverelli ha fatto un lavoro straordinario, è un tecni-co giovane e dalle grandi idee. Aveva avuto diverseofferte da società di club anche importanti, ma hapreferito rimanere in seno alla FIGC. Loro - riferen-dosi ai vertici della Lega Nazionale Dilettanti -sapevano che il mio obiettivo e interesse era unica-mente quello di allenare. È chiaro che facendo que-sto mestiere ci possono essere svolte positive onegative. Bé, questa è stata sicuramente positiva».Da cosa riparte Magrini? «Innanzitutto i risultati

di Polverelli non si discutono, sotto quel punto di vistanon si può che ripartire da lì. Da parte mia imple-menterò e amplierò la collaborazione con i Comitatiregionali per avere input regolari e di livello.Guardare avanti e trovare nuove soluzioni non èsolo auspicabile, ma anche doveroso e positivo.Come ha detto bene Arrigo Sacchi, si sono troppotrascurati i Settori giovanili in Italia, e solo negli ulti-mi tempi si sta riscoprendo la loro utilità».Demetrio Albertini, presidente del Club Italia,ha ipotizzato la creazione delle squadre “B”delle grandi società, da far giocare in Lega Pro,

con l’obiettivo di far crescere i giovani: «Io sonosempre d’accordo con chi cerca soluzioni per fargiocare i ragazzi - commenta Magrini, che il pros-simo 2 novembre compirà 63 anni - però, seripensiamo a circa 30 anni fa, c’era il campionatoriserve. Non è proprio un’idea innovativa. Io avevoproposto di far giocare gli Juniores il lunedì, in mododa poter essere convocabili nella Prima Squadra.Questo succede già in Basilicata, e credo sia unacosa molto positiva. Comunque è tutto un pour par-ler per adesso, però il fatto stesso di pensarci è posi-tivo. Chiaramente poi ci sarebbero da valutare, nel-

Giancarlo Magrini torna al suo primo amore L’ex CT della Nazionale italiana di Beach Soccer prende il posto di Roberto Polverelli

alla guida della Nazionale Under 18 Dilettanti: “Il calcio a 11 è la mia vita”

di Flavio Grisoli

Rl’ambito delle squadre “B”, il discorso del budget dainvestire, che non è argomento di poco conto».Indubbiamente, il Torneo che offre maggiorevisibilità alla Rappresentativa della LND, è il“Viareggio”. Nell’edizione 2010, la selezione gui-data da Polverelli ha raggiunto la semifinale,risultato storico e mai raggiunto prima: «Iopenso che al “Viareggio” di quest’anno si sia tocca-to un apice quasi impossibile da migliorare. Dicoquasi perché c’è sempre lo stimolo e l’ambizione dimigliorarsi, però allo stesso tempo sarei sciocco adire di essere sicuro di fare meglio. Certo, riuscircisarebbe come toccare il cielo con un dito. Ce la met-terò tutto, di questo potete star certi. Sia io che i mieicollaboratori sparsi in tutta Italia. Il mio obiettivoprincipale è visionare e selezionare il maggiornumero di ragazzi, poi è chiaro che alla fine si fannoi conti con i risultati». A livello professionistico edilettantistico, quali sono i migliori Settori gio-vanili? «Allora, in Serie A sicuramente l’Atalanta, cheha una filosofia sotto il punto di vista della crescitadei giovani davvero encomiabile; in Serie D laSestese ha dimostrato di essere all’avanguardia».Come ultima cosa chiediamo a mister Magriniquali sono i talenti italiani del futuro: «Il miglioreè Balotelli, ma è come scoprire l’acqua calda. Anchese lui, come struttura fisica, non appartiene allanostra cultura. Ha un atletismo, una forza fisicadiversa. Credo che ci siano due figli d’arte, Zigoni(Gianmarco, attaccante del Genoa in compro-prietà con il Milan. Classe 1991, è figlio diGianfranco Zigoni e nipote di Pierluigi Ronzon)e Destro (Mattia, anche lui classe 1991, e attac-cante del Genoa in prestito dall’Inter) chehanno ottime possibilità di diventare dei grandi gio-catori». E Tassi, il ragazzino del Brescia, che il pre-sidente Corioni ha paragonato a RobertoBaggio? «Sì, l’ho visto. Ha potenzialità enormi, ecce-zionali. Però è ancora bambino, gli manca la struttu-ra fisica. Bisogna essere pazienti con lui e aspettareche sviluppi fisicamente. A quell’età (Lorenzo Tassiè un ’95) è fondamentale che cresca senza il pesopiscologico dell’attenzione mediatica».

Il selezionatore Giancarlo Magrini(Foto Archivio)

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20 BorgorossoIl personaggio

RENZANO – Non è proprio questol’inizio di stagione 2010/2011 che tuttoil mondo del Borgorosso Arenzano si

immaginava nel girone A della Serie D. Seisconfitte nelle prime sei gare e uno zero inclassifica che mette paura a tutti i tifosi bianco-crociati. Dopo cinque gare intanto il primoscossone che certamente si ripercuoterà sulproseguo della stagione: le dimissioni del tec-nico Marcello Crovetto e del ds RaffaeleGentile. La scorsa settimana infatti, dopo unariunione di un’ora con i vertici delBorgorosso, una decisione clamorosa halasciato, anche se per poco, la squadra liguresenza guida tecnica. Affidata, dopo pochi gior-ni, ad Alessandro Manetti già presente nei qua-dri dirigenziali dellasocietà, mentre AlbertoBonvicini è diventato ilnuovo direttore sporti-vo. Il nuovo allenatore,ex giocatore di Verona,Alessandria ma soprat-tutto Genoa, intanto sirimbocca le manicheper mettersi al lavoro.Alla prima in panchinaarriva la sesta sconfittaconsecutiva control’Aquanera ma c’ètanto da fare per ilnuovo mister: «Ci sonogravi problemi e gravilacune da colmare.Dobbiamo lavorare colmateriale che abbiamo adisposizione, senza scor-darci la professionalitàche bisogna metterci intutto quello che facciamo». Manetti ha già indivi-duato quello che bisogna fare a meno di unasettimana dal suo arrivo: «Dal punto di vista fisi-co siamo messi molto bene, uno stato ottimale chedobbiamo sfruttare mettendoci tutto l’ impegnopossibile». Naturalmente le problematiche

sono chiare, e anche intuibili, dopo sei sconfit-te in sei gare: «Quando sono arrivato erano cin-que, dopo la sconfitta in casa control’Aquanera sono diventate sei e natu-ralmente l’aspetto tattico-tecnico,ma soprattutto quello psicologico,è a livelli molto bassi». Peròproprio dall’ultima gara incasa sono arrivate alcuneindicazioni per il nuovomister: «Nell’ultima partitaabbiamo giocato un ottimoprimo tempo ma di frontead una squadra ben collau-data come l’Aquaneraabbiamo pagato alla primadisattenzione. Con le man-canze strutturali che abbiamo

n o ns i a m oriusciti areagire». Lasquadra delBorgorosso deve fare iconti quindi con lamancanza d’esperien-za, grazie (o a causa)dei tanti giovani messi adisposizione dallasocietà in estateseguendo una linea benprecisa come spiega ilsegretario AlbertoGaretto: «In effettiabbiamo troppi giovani equello che ci manca,soprattutto in questoperiodo, è l’esperienzache è un fattore impor-tantissimo. Ci mancano icosiddetti “vecchi”: alme-

no uno a centrocampo e uno in attacco che riescea creare spazi davanti, anche favorendo Cecchiniche è il nostro fuoriclasse, ma che ha 38 anni.Davanti ci servono sia profondità che gol.Naturalmente non voglio processare i nostri giova-ni, perché anche nell’ultima partita hanno messo

Il Borgorosso è alla ricerca della vittoriaLa casella dei punti è ancora ferma a zero: via Crovetto, arriva Manetti per la svolta

di Piero Barbaro

Ain campo tutto quello che avevano, sono apprez-zabili da questo punto di vista. Contro l’Aquanera

abbiamo giocato un grande primo tempo,ma poi alla prima occasione lasciata

agli ospiti siamo andati sotto e nonsiamo riusciti più a riprendere la

partita». E l’esperienza serveanche per saper gestirecerti momenti della parti-ta: «Non siamo riusciti areagire allo svantaggio, nonsappiamo gestire la partitain base a quello che succe-de. Per i primi quarantacin-que minuti il campo eranostro». Insomma, manca

l’esperienza nella squadraligure, delle carenze testi-

moniate ancora dallo stessoGaretto: «Nell’ultima gara ave-

vamo sette giovani su undici incampo, in panchina altri cinque-sei.

Nella nostra rosa, su ventidue che siamo,almeno quindici sono under ‘90. L’anno scorso, peresempio, avevamo il giusto mix tra giovani e gioca-tori esperti. Quest’ultimi li abbiamo dovuti lasciaredurante l’estate perché non potevamo superare iltetto che ci eravamo prefissati come ingaggi.Purtroppo qui sembra che tutti siano diventati pro-fessionisti e le nostre risorse finanziare sono quel-le che sono e non sempre riesci a prendere il gio-catore giusto nella posizione giusta. Servirebbealmeno una spina dorsale, difensore centrocampi-sta e attaccante, composta da elementi d’espe-rienza. In estate siamo stati costretti a predicare eandare avanti su questa linea, il campionato rima-ne molto equilibrato». Ed è proprio sul torneo esulle regole dei quattro giovani da schierareobbligatoriamente in campo che si sofferma ilnuovo mister del Borgorosso Manetti: «Pensoche questa regola serva a poco perché il giovanebravo gioca sempre e comunque, con o senzaregole. Tutto questo non migliorerà le cose, anzi perme andando avanti su questa linea si andràabbassando il livello tecnico dell’intera Serie D. Noiintanto dobbiamo pensare a lavorare per rimetter-ci in carreggiata».

Alessandro Manetti, neotecnico del Borgorosso(Foto Archivio)

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22 AlzanoCeneIl personaggio

OMA - Marco Sgrò da Sermoneta,provincia di Latina, professione alle-natore. L’ex atalantino ha iniziato da

pochi mesi l’avventura in panchina. DallaColognese all’Alzano Cene, sempre a duepassi da Bergamo, città adottiva dell’“archi-tetto” pontino, ruolo che calzava a pennelloquando faceva coppia con Fabio Gallo. Il suocredo è il 4-3-3 puro, pochi fronzoli e tantaconcretezza. Uno schema zemaniano, manon scriteriato per risollevare le sorti degliorobici. L’Alzano si è fuso con l’Ardens Cenee la serie D dovrà essere mantenuta consudore ed orgoglio fino a maggio 2011.Torneo durissimo, partito con molte difficol-tà. Difesa colabrodo, giocatori in ritardo dicondizione, ma la mano di Sgrò si è subitonotata nel pari 1-1 con la valida compaginedello Sterilgarda Castiglione. Il mister è con-centrato e consapevole delle prime difficoltàrilevate in corsa dopo le precoci dimissionidel mister Alessandro Imberti, subito accet-tate dalla società bianconera. Un solo mise-ro punticino nelle prime quattro gare. Ora èil momento di cambiare registro: «È una bellasfida, sono qui da pochigiorni, ho diretto soloquattro sedute di allena-mento. Dobbiamo cerca-re di recuperare in frettail tempo perso ancheperché c’è tanto, matanto, da lavorare. Ladifesa finora ha presotre gol a partita e cisono stati tanti problemiche non mi aspettavo ditrovare. Io applico un 4-3-3 classico, in modo dacoprire al meglio tutte lezone del campo. Serveimpegno e umiltà: nonsono frasi fatte, ma è lapura e semplice verità.Solo correndo bene etutti insieme si riesce acreare un gruppo coesoe si può arrivare a vince-re le partite, lottando esudando fino alla fine.Siamo molto in ritardo,ho trovato i ragazzi

attardati nella preparazione ma non è un pro-blema, sono qui per questo, per cercare di risol-levare un buon gruppo di uomini prima e di atle-ti poi». Poi il trainer, oggi quarantenne, si sof-ferma sulle potenzialità del Girone B dellaSerie D: «La Colognese è partita a razzo, stafacendo ottime cose ma la rosa comunque è for-mata da numerosi giovani che poi credo avran-no un normale calo nei mesi invernali. IlMantova deve calarsi in questa nuova realtàmolto dura e senza i riflettori della B. Non saràfacile, ora fatica ma è presto. Lo stadio “Martelli”è sempre pieno e non mancherà come sempredi sostenere la squadra fino al termine e punta-re al ritorno in Lega Pro, ma serve pazienza. Ledue squadre che mi hanno impressionato di piùsono il Trento ed ancor di più il Ponte San Pietro,quest’ultima davvero un’ottima squadra allestitaa puntino, un po’ in ritardo in classifica ma èancora presto». Marco Sgrò punta i fari sul-l’organizzazione ben oliata delle avversarienel girone B, ma crede fermamente di recu-perare piano piano il terreno: «L’Alzano havenduto ben sei elementi che sono andati tutti ingrandi squadre in Prima e Seconda divisione inLega Pro, merito dei giocatori, la soddisfazione èmassima per questo tipo di operazione e cresci-

Sgrò, un “architetto” per ricostruire l’AlzanoIl neo tecnico dei lombardi si racconta, e traccia le linee guida per risollevare le sorti

di una squadra che è partita malissimo in questo avvio di campionato

di Riccardo Morgigno

Rta professionale». Ricorda inoltre i suoi primipassi da ragazzino quando iniziava a misurar-si con il calcio e con la vita: «Giocavo vicinocasa in prima categoria con il Latina Scalo, fecipoi un provino con il Genoa a Pontinia ma nonandò bene e persi il treno. Poi per uno scherzodel destino, diversi anni dopo, indossai la magliadei rivali della Sampdoria. A Bergamo sono acasa, tanti anni non si dimenticano, il ricordo delmio amico e compagno Chicco Pisani è ancora eper sempre nella mia mente, un ragazzo specia-le che ci ha lasciato troppo presto. Abitavo sottocasa sua e l’ho visto poco prima che uscisse dicasa, mi invitò a seguirlo con la sua ragazza peruna serata al Casinò di Campione d’Italia. Nontornarono più». In questa intervista, MisterSgrò è sembrata una persona molto sensibi-le ma non per questo poco lucida e concen-trata sulla realtà delle cose. Infine ha volutosoffermarsi sui suoi maestri nella sua lungacarriera di abile centrocampista col vizio delgol: «Sono state esperienze incredibili, ogni alle-natore mi ha lasciato qualcosa di importante especiale, ma devo dire che come mi sono trova-to con questi tre, non mi sono trovato con nes-suno. E parlo di Prandelli, Mondonico e Spalletti.Cesare è un Signore con la “S” maiuscola. Uomo

fantastico e specialeproprio per questo. Il“Mondo” è semprestato molto concreto inogni situazione, devomolto a lui. InfineLuciano Spalletti, con laSamp e soprattutto conUdinese e Roma hasvolto un lavoro incredi-bile, tattico e di movi-menti oliati e studiatifino all’ultimo detta-glio». Conclude infineparlando dell’ambien-te attuale e del rap-porto con i tifosi, daiLost Boys fino al vec-chietto in tribuna: «Itifosi hanno perso giu-stamente la pazienzadopo un settembre piùnero che bianco, sta anoi riportare l’entusia-smo al “Carillo”, machiedo loro di starcivicini e sostenerci».

Marco Sgrò, nuovo tecnico dell’Alzano Cene (Foto Archivio)

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23TrevisoI personaggi

OMA - Dopo aver collezionato quat-tro vittorie consecutive il Treviso ral-lenta la sua corsa a Rovigo pareggiando

per 1-1 al termine di una gara che senza dub-bio è stata meno divertente e produttiva dellecinque di campionato dispu-tate fino ad ora dalla compa-gine trevigiana. Le due squa-dre hanno accusato ciascunauna grave assenza a centro-campo. Importante è stato ilforfait di capitan Ferronatoche ha dovuto rinunciare allatrasferta proprio all’ultimomomento per motivi fami-gliari. Un punto, questo, chenon fa perdere alla squadradel mister Zanin la testa delcampionato, anche se adessosi ritrova in compagnia delSandonà. La fiducia, comun-que, rimane invariata. Adessoad attenderli ci sarà la sfidacasalinga con l’Este, formazione ferma in tredi-cesima posizione a soli 4 punti. «Il pareggio loabbiamo preso come un buon punto conquistatocontro una squadra molto aggressiva - affermamister Zanin. Con l’Este, invece, abbiamo il dove-re di conquistare nuovamente i tre punti». Il mistersottolinea la giovane età della squadra ed ilpoco tempo a disposizione per assemblare dazero il nuovo gruppo. «In pochi mesi abbiamomesso su una buona squadra che, naturalmente,ha bisogno ancora di tempo per amalgamarsi. Ilnostro obiettivo è quello di dare fastidio alle squa-dre di vertice ma senza l’assillo di dover vincereper forza il campionato anche perché, non lo dob-biamo dimenticare, lo scorso anno stavamo anco-ra in Eccellenza». Per una città come Treviso,abituata a stare al vertice sia nel calcio sia neglialtri sport, lottare per la vecchia Seria C2 non

è facile ed anche l’entusiasmo del pubblico nerisente. «All’inizio non c’erano molte presenza ma,già dopo i primi risultati positivi, lo stadio ha inizia-to a riempirsi. Tutto dipende da noi. Se continuiamoa lavorare duro e ad ottenere risultati positivi lagente, dopo anni bui, riscoprirà di nuovo l’amoreper il calcio a Treviso». Dopo le parole piene di

fiducia del mister abbiamoascoltato quelle altrettantopositive del PresidenteRenzo Corvezzo. «Dopol’estate eravamo consapevolidi aver attrezzato una squa-dra di alto livello. Comunquenon ci aspettavamo assoluta-mente una partenza di questogenere anche perché non eramai accaduto, in tutta la suastoria centenaria, che il Trevisovincesse le prime quattro par-tite di cam-pionato». IlPresidenteè nuovo,entrato a

lavoro solo a luglio, ma hasubito capito l’ambiente incui si trovava ed ha saputogestire bene il tutto.«All’inizio, da parte di qualcuno,c’è stato un po’ di scetticismo.Ero una faccia nuova per ilmondo del calcio. Dopo unprimo periodo di assestamentoho cercato subito di crearmiuna squadra su cui contare eda quel momento in poi èandato tutto a meraviglia». Peradesso Treviso sembra di poter rivivere la fan-tastica storia delle annate 1994-1997, quella incui c’era mister Pillon a guidare la formazionetrevigiana. In soli tre anni il Treviso passò daidilettanti alla Serie B. «Ripetere le stagioni del

Il Treviso punta a tornare subito fra i grandiDiego Zanin, tecnico dei biancazzurri: “Non abbiamo l’assillo di dover vincere per forza”

Il presidente Corvezzo però rilancia: “Interventi allo stadio già per la Lega Pro”

di Riccardo Angelo Colabattista

Rvecchio Treviso sarebbe fantastico. Ma nessuno puòprevedere quello che succederà nei prossimi anni.Quel che è certo è che puntiamo convinti ad unapromozione nel campionato di Lega Pro. In pochimesi abbiamo praticamente azzerato tutto, dalsettore giovanile alla prima squadra. Questo resetgenerale ci sta aiutando ad andare avanti con unentusiasmo rinnovato ma sempre con la consape-volezza di essere in una grande città». Città che,per stessa ammissione del Presidente, vive dicalcio. Un calcio che fino a qualche anno fa eradi alcune categorie superiori. «Per adesso il pub-blico ha risposto abbastanza bene anche se, since-ramente, ci aspettavamo qualcosa in più. Avere, aTreviso, solamente 600 abbonati non è una grancifra anche se per la categoria è molto. Speriamoche, con l’arrivo di altri risultati positivi, si possariaccendere ancora di più la passione nei nostritifosi e vedere, finalmente, uno stadio gremito epieno di fiducia nei confronti della nostra squadra».

Stadio che, nelle ultime set-timane, è al centro di alcunilavori di ristrutturazioneche interessano soprattuttoil progetto d’istallazione deitornelli all’ingresso dell’im-pianto sportivo. «Quello deitornelli è un progetto che hovoluto portare avanti con unanno di anticipo - dichiara ilPresidente Corvezzo. Infattinella Serie D non sono obbli-gatori ma nella Lega Pro, cam-pionato che dovremmo affron-tare, con tutti gli scongiuri delcaso, il prossimo anno, dovrem-mo essere attrezzati per lenorme di sicurezza negli

stadi». Un progetto, quello del Treviso, che già èproiettato verso la prossima stagione che, conmolta probabilità, vedrà di nuovo la societàbiancazzurra militare in un campionato profes-sionistico.

Diego Zanin, tecnico del Treviso(Foto Archivio)

Renzo Corvezzo, presidente del Treviso(Foto Archivio)

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25Mezzolara/PianeseI Personaggi

OMA - Nino Cicerchia, classe 1977, èun pilastro per il Mezzolara Calcio, unapresenza che dà sicurezza e fiducia alla

squadra. Riconfermato anche nella stagione incorso, fa parte della rosa a disposizione dimister Rossano Casoni dal 2007, dopo avervigià giocato nella stagione 2002/2003. Nato aFossombrone, nelle Marche, ha però semprevissuto a Riale, vicino Bologna. La sua carrierainizia proprio con il Bologna e raggiunto tele-fonicamente Cicerchia ci ha raccontato com’ènato il suo interesse per il calcio: «La mia pas-sione nasce da molto lontano, avevo nove anni. Lamia famiglia non seguiva il calcio, io cominciai adappassionarmi guardando i Mondiali dell’86 e dalì chiesi ai miei genitori di iscrivermi alla scuola cal-cio del mio paese, Ponte Ronca Riale. Poi a undicianni sono stato preso dal Bologna e in realtà nonero molto contento perché volevo stare con i mieiamici invece andavo spesso in trasferta, dormivoin albergo…». Nino Cicerchia è un giocatored’esperienza e di gran classe oltre ad essereuna persona alla mano. Nella vita si divide trala passione per il calcio e il lavoro nell’azienda

del padre. Durante la sua carriera ha trascor-so cinque stagioni al Boca San Lazzaro, primain Eccellenza poi in serie D, inframmezzate dadue anni alla Centese e un anno al Mezzolara,poi di nuovo al Boca negli anni della D e dellasalita in C2. Ed è proprio quell’esperienza conil Boca San Lazzaro che ricorda con più emo-zione: «L’emozione più grande per me è stata lavittoria del campionato di serie D con il Boca, èstato bello perché siamo andati in C2 e incontra-vo squadre come la Cisco Roma di Paolo Di Canio,le squadre di Ferrara come la Spal…». Per ciòche riguarda l’attuale campionato, Cicerchia èconvinto che la squadra abbia buone qualità ec’è ancora tempo per dimostrarlo: «Le primetre partite non abbiamo giocato all’altezza delleaspettative, ma abbiamo tempo per recuperare».I prossimi incontri si prevedono fondamentaliper i biancoazzurri impegnati sul campo dellaPavullese e allo stadio “Pietro Zucchini” con-tro il Borgo a Buggiano: «Affrontiamo due squa-dre che si trovano ai vertici del girone, noi andia-mo a Pavullo per fare punti. Ora abbiamo ritrova-to la compattezza della squadra, siamo messimeglio in campo e cerchiamo di continuare così. Ilmio obiettivo primario in questa stagione è fare

Cicerchia: “Non voglio solo la salvezza”di Sara Sbaffi

R

un campionato da ricordare. Il Mezzolara hasempre giocato per la salvezza, quest’anno vorreifare di più, vorrei fare qualcosa che entri nella sto-ria della squadra. Vorrei che arrivassimo a posizio-ni della classifica, tipo la quinta o la sesta, cherimarrebbero nella storia di questa società».

Nino Cicerchia con la maglia del Mezzolara(Foto Archivio)

Giomarelli: “Serve esperienza”OMA - Non è sbiadito il ricordo di uncampionato, quello 2005-2006, che hapermesso alla Pianese di passare dalla

Promozione all'Eccellenza. E la carica battaglie-ra dei bianconeri è sempre in agguato, pronta apremere sull’acceleratore anche in questa sta-

Rgione per rimanere in vetta alla classifica. Unasfida che non sembrerebbe un'utopia visto chenel girone E della Serie D la squadra toscana siè ripresa il primo posto battendo domenical'Arezzo. Proprio in queste prime cinque gior-nate di campionato la Pianese fa vedere di chepasta è fatta, lasciandosi alle spalle tre vittoriee due pareggi. A dare quel tocco in più allasquadra è Roy Giomarelli, attaccante di grandeabilità che con le sue azioni spedisce spesso lapalla in fondo al sacco. Ha 27 anni, e non haproprio intenzione di montarsi la testa rima-nendo cauto nel giudizio sulla sua squadra inquesto campionato: «Noi siamo partiti in questocampionato come matricola e dobbiamo fare unanno di esperienza per consolidarci meglio». Qualisono le squadre che temi maggiormente inquesto girone? «Credo che il Perugia sia la squa-dra da battere in assoluto visto la forza dei gioca-tori, ma anche le altre sono tutte ben attrezzate».L'audacia di Giomarelli non ha esordito con laPianese. Il calciatore si è fatto notare anche inun'altra squadra di serie D, l'Orvetiana, dove hatrascorso tre anni: «È stata una bellissima espe-

rienza. Sono stato aiutato molto dal direttoreFabrizio Mortolini e dal mister Fabrizio Fratini eadesso posso solo ringraziarli di tutto. Ci ritornereivolentieri». Certo è un calciatore dai mezziimportanti, ma anche un ragazzo come gli altricon una grande voglia di fare. Qual è l'obietti-vo personale di Roy Giomarelli? «Non me lopongo, cerco solo di fare tutto bene e di essered'aiuto alla squadra». E per la carriera da calcia-tore: «Devo ringraziare molte persone, maMortolini e il mister Fratini negli anni passati mihanno aiutato molto senza dimenticare natural-mente il mister della Pianese Sassarini». Un suc-cesso, quello di Giomarelli, tutto suo e senzaimitazioni. Qual è un modello di riferimentonel suo ruolo di esterno di attacco? «Non miispiro a nessun modello della serie D, mentre possodire che della serie A sono tutti modelli di riferimen-to perché sono tutti giocatori importanti».Un'intervista che si conclude con il pensierodell'attaccante sulla nazionale “giovane” diPrandelli: «Penso che stia seguendo la strada giu-sta. I giovani devono avere la possibilità di fareesperienza per avere una buona carriera».

Roy Giomarelli con la maglia dell’Orvietana(Foto Archivio)

di Luana Rocca

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Numero 36 07 ottobre 2010

26 Jesina/F. e CoraggioI Personaggi

OMA - Jesi, la “città regia” di FedericoII. Paradiso soave di GiambattistaPergolesi e Gaspare Spontini. “Piccola

Milano” nella quale il pallone ha semprerotolato, dalla pallacanestro (l’AuroraBasket) alla pallavolo (Monte Schiavo BancaMarche e Volley Jesi), al calcio naturalmente.La cittadina marchigiana ha dato inizio alleradiose carriere di Roberto Mancini e LucaMarchegiani. La Jesina da oltre ottant’anniappassiona tifosi e curiosi, merito delle sfideinfinite con i rivali del Fano e dell’Ancona,della storica promozione in C1 ottenuta nel1984-1985 dalla squadra di Leopoldo Latini,degli alti e bassi degli anni 90. La presidenzadi Marco Polita e il lavoro del ds AugustoBonacci hanno riportato stabilità e ambizio-ne; la preparazione tecnico-tattica delmister Gianluca Fenucci la compattezza delgruppo ed un gioco corale. Doti che si abbi-nano perfettamente alle caratteristiche diGiuseppe Negro, bomber classe ’86 che statrainando l’attacco dei “Leoncelli”. Un pas-sato recente con Santegidiese e Urbino, in

Negro: “Dimostriamo il nostro valore”servizi di Alessandro Zoppo

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C2 con Pro Vasto, Castelnuovo e Valenzana.Fino alle origini a Lecce, per lui salentino diScorrano una tappa obbligatoria: il gialloros-so pugliese ha anche segnato il suo esordioin serie A, nel 2006 contro l’Udinese.«Un’emozione grandissima, che non dimenti-cherò mai». Il suo inizio di stagione è statoscoppiettante: quattro reti in sei partite, goldecisivi come quelli realizzati contro laRecanatese, il Bojano e l’Atletico Trivento.Insieme a Gabrielloni e Bediako, componeun tris d’assi niente male: «Siamo un bell’at-tacco, oltre a noi tre c’è anche EmanueleFrancioni che è un bravissimo giocatore. Io sonoun attaccante di movimento, mi piace giocare asinistra, puntare l’avversario, rientrare e andareal tiro. Il mio modello è Fabrizio Miccoli. Mipiace molto pure Lavezzi, ma Miccoli è un mito.Amo anche tirare le punizioni: nel 2008 nellaCoppa Italia Primavera ne ho segnate 8, su 14gol fatti». A Jesi l’entusiasmo è tornato ad altilivelli: «Non ci aspettavamo una partenza delgenere. Il nostro obiettivo rimane la salvezza,anche perché il campionato è ancora lungo.Ogni domenica ci sono 2000, 2500 personeallo stadio, davvero tante. Qui mi trovo benissi-mo, con la società ed il gruppo. Questo girone èduro ma bellissimo, sembra di essere in LegaPro, non in D. Ogni match è un banco di prova,a cominciare dalla partita di domenica control’Olympia Agnonese, una squadra molto tosta.Dobbiamo dimostrare il nostro valore domenicadopo domenica».

Giuseppe Negro, bomber della Jesina(Foto Sito Ufficiale)

Quando un nome è garanziaOMA - “Il coraggio percorre unadistanza breve; dal cuore alla testa, maquando se ne va non si può sapere

dove si ferma; in un’emorragia, forse, o inuna donna, ed è un guaio essere nella corri-da quando se n’è andato, dovunque sia anda-to”. Ernest Hemingway lo sapeva bene: lacorrida è una forma d’arte, come la tragedia.Un simbolo di realtà che unisce i grandi temidella vita con quelli della morte. Forza eCoraggio dunque, gli stessi che hanno spintonel 1972 Don Domenico Miraglia ed il pro-fessore Cosimo Falda a mobilitarsi per met-tere in piedi un sogno, la Forza e Coraggioappunto. Una società nata a Beneventocome Polisportiva intorno alla parrocchia diSan Donato. Espressione più pura del calcioda oratorio. “Sfidami al calcetto, con gli ominidel calcetto senza testa, mentre è occupatoil ping-pong”: Elio e le Storie Tese ne hannocantato le gesta con ironia e genialità. È que-sta la dimensione autentica del calcio di pro-vincia. In questo caso, il popolare quartiereTriggio della città campana. Dal 1983 traTerza categoria, Promozione ed Eccellenza,fino all’agognata serie D. Come sostengono ivertici della società, è «La “Forza” del gruppoe il “Coraggio” di crederci» a rendere l’immagi-nazione possibile. Il presidente MassimoTaddeo ed il ds Nicola Amoriello hanno alle-stito una squadra coriacea ed entusiasta. Agliallenatori Ciro Mauro e Giuseppe Lepore il

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compito di assemblare una rosa in grado dilottare per i primi posti. L’avvio di campiona-to è positivo: 10 punti in 5 giornate, con ilpareggio all’esordio a Sapri, le vittorie con-tro Messina e Noto ed il 3-2 a Nola, nono-stante la sconfitta a Melito Porto Salvo nellatana della Valle Grecanica. Tra i protagonisti,il bomber Filippo Tortora, già autore di trereti. Per l’attaccante classe ’77 nato a Paganiuna carriera di tutto rispetto, avviata al ProPatria e proseguita tra piazze prestigiosecome Potenza, Grosseto, Frosinone, Cavesee Turris. «La Forza e Coraggio è un’isola felice:il presidente è ambizioso e la squadra prepara-ta. Non abbiamo pressioni, e questo può essereun limite. Spesso siamo noi a crearcele per darciuna carica in più». I tre gol realizzati sono laciliegina sulla torta: «La squadra c’è, domina,ha perso qualche punto ma gioca bene.D’altronde il girone è difficile. Domenica adesempio c’è la Turris, una squadra costruita pervincere, che non si nasconde. Sarà una partitatosta, dove dovremo metterci qualcosa in più.Siamo preparati a battaglie come queste».

Filippo Tortora, attaccante del Forza e Coraggio(Foto Archivio)

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Numero 36 07 ottobre 2010

28 Cr Veneto

OMA - Alla fine aveva ragione PrimoMarani, presidente della Mestrina,società del Comitato Veneto che è

stata esclusa lo scorso anno per ritardi nel-l’iscrizione. Ritardi che avevano commessoanche altre società (di cui noi abbiamo piùvolte fatto i nomi con elenchi precisi) cheperò sono state penalizzate e non escluse.«Fanno piangere - ci dice Marani - ora sto pen-sando di portare tutti in tribunale». La sentenzadella Commissione Disciplinare Nazionale,che riportiamo fedelmente, dice che: “Perquanto attiene i Consiglieri del ComitatoRegionale Veneto, pur non emergendo dagliatti la prova piena ed inconfutabile di un lorovolontario concorso con il Guardini ed ilPozzi o di una loro dolosa consapevolezzadelle irregolarità commesse in occasione del-l’ammissione alla partecipazione nei campio-nati di competenza per la stagione agonistica2009 – 2010, emerge dagli atti un’incredibile

ed inescusabile leggerezza nelcompimento di uno dei più impor-tanti compiti loro affidati in ragio-ne della carica ricoperta. Infatti lanormativa Federale attribuisce alConsiglio Direttivo i compiti diorganizzazione, disciplina e con-trollo dei campionati e di comple-tamento degli organici (cfr. art. 14Regolamento LND). È evidenteche tale responsabilità è attribuitaad un organo collegiale proprioper garantire a tutti gli associatitrasparenza ed imparzialità. Tutti iconsiglieri deferiti sono venutimeno alla loro essenziale funzionedi garanzia omettendo colposa-mente qualsiasi controllo sull’ammissione ai campionati che èstata collegialmente deliberatasenza che il Consiglio Direttivoconoscesse neppure il nome delleSocietà ammesse, alcune delle

quali non avevano nep-pure ancora presentatola domanda d’ammissio-ne (Soc. Zona Marina). I consiglie-ri non si sono minimamente inte-ressati di cosa fosse effettivamen-te accaduto né di quale prassifosse stata seguita per la generali-tà delle Società ammesse e, per dipiù, come se non bastasse, nono-stante avessero deliberato diammettere tutte le altre ne hannougualmente estromesse due (USDMestrina e Unione AuroraCavalponica) sottolineando nelverbale della riunione del29/7/2010 (vedi intervento delvice presidente Grandi) comefosse importante la verifica delrispetto delle regole per l’ammis-sione ai campionati e come la vio-lazione di esse avesse portato inpassato al deferimento di dirigentidi altro Comitato Regionale.Quindi, pur consapevoli dell’im-portanza del loro compito, della

delicatezza della loro funzione e della rilevan-za disciplinare di una eventuale violazionedelle regole stabilite per l’ammissione, hannoomesso qualsiasi doverosa attività a tuteladella regolarità dei campionati. Tale gravissimaomissione è stata candidamente ammessa datutti gli attuali deferiti nel corso delle loroaudizioni davanti alla Procura federale. Tuttiinfatti hanno ammesso di non aver visionatoalcun elenco né tanto meno alcun documen-to ma di aver ugualmente deliberato solo edesclusivamente sulla base delle rassicurazio-ni, peraltro non verbalizzate, del PresidenteGuardini e del segretario Pozzi. Ben altrorisulta invece dal verbale della seduta del29.7.2009 (poi approvato dall’interoConsiglio Direttivo) nel quale si attesta falsa-mente una mai avvenuta “verifica delle iscri-zioni presentate” e si dà atto di una ideologi-camente falsa ritualità di tutte le formazionidi Eccellenza e Promozione. Del tutto diver-sa era la reale situazione delle iscrizioni.Infatti, come evidenziato in un elenco di irre-

di Massimiliano Giacomini

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Marani: “Nel Veneto ci sono figli e figliastri”Il presidente della Mestrina prende atto con stupore e rabbia della sentenza della CDN

che praticamente non sposta nulla, anzi. “Mi fanno piangere, si tratta di una pagliacciata vera e propria”. E sabato 16 ottobre ci sarà l’elezione per il rinnovo delle cariche

Fiorenzo Vaccari (Foto Archivio)

Piero D’Ambrosio (Foto Archivio)

Il caso del Comitato Regionale Veneto: le responsabilità non si individuano chiaramente

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29Cr Veneto

golarità redatto dagli uffici del ComitatoRegionale ed in possesso del SegretarioPozzi, numerose Società non avevano rispet-tato i termini e le modalità per l’invio delladomanda di ammissione e per il pagamentodella relativa tassa. Le argomentazioni difensi-ve svolte dai consiglieri deferiti non sonoconvincenti. Il poco nobile tentativo di scari-care ogni responsabilità sugli impiegati addet-ti all’ufficio contabilità viene smentito dallaprecisa ricostruzione dei fatti operata dagliOrgani di giustizia federali nel procedimentocontro Guardini e Pozzi. Ivi è stato infattiaccertato che gli addetti all’Ufficio contabilitàavevano in realtà redatto un lungo elencodelle irregolarità riscontrate del quale nessu-no ha sentito il bisogno di chiedere conto.Peraltro si ricorda che l’ufficio contabilitànon è un “Organo” del Comitato Regionalema solo una sua articolazione interna del cuicorretto funzionamento rispondono comun-que i vertici istituzionali. Tra l’altro la preca-rietà della sua composizione e del suo fun-zionamento nel periodo delle iscrizionidenunciati nella memoria difensiva dei deferi-ti, lungi dall’escludere la responsabilità delConsiglio Direttivo avrebbe dovuto imporreuna maggiore attenzione nei controlli anzichéla totale omissione di essi. Non è possibile,

quindi, ipotizzare alcuna analogia tra unOrgano federale come la Covisoc e l’ufficiocontabilità di un qualsiasi ComitatoRegionale. Non è vero neppure che ai deferi-ti verrebbe contestato di non aver esamina-to uno per uno tutti i documenti prodottidalle Società in sede di ammissione, comecallidamente sostenuto nella memoria difen-siva. Avrebbero dovuto però accertarsi diquali Società si stesse discutendo, di qualiverifiche fossero state fatte, di quali fosserostati i criteri di tali verifiche e di chi le avessefatte, stante l’assenza nota e conclamata diuna dei due impiegati, delle situazioni borderline come quelle della Società Summania eHellas Monteforte delle quali dopo parlere-mo. Avrebbero in sostanza dovuto fare ciòche falsamente si attesta di aver fatto nel ver-bale del 29.7.2009, cioè verificare le iscrizio-ni presentate. Nella condotta di tutti i consi-glieri deferiti si ravvisano quindi una gravissi-ma colpa per aver negligentemente omessoqualsiasi controllo dovuto in ragione dellacarica ricoperta ed una condotta attiva con-traria ai principi di lealtà, correttezza e probi-tà sportiva consistita nell’approvare il verba-le della riunione del 29.7.2009 nel quale siafferma, contrariamente al vero, che ilConsiglio Direttivo avrebbe compiuto le

doverose verifiche in realtà mai effettuate.Ciò ha concorso a determinare una compo-sizione dei campionati diversa da quella legit-tima, una inconcepibile disparità di tratta-mento tra le due Società escluse e tutte lealtre che pur avendo commesso le medesimeirregolarità sono state ammesse ai campiona-ti di competenza e, di conseguenza, ha causa-to un gravissimo vulnus all’immagine ed allacredibilità del Comitato regionale Veneto”.«La sentenza è una pagliacciata vera e propria -afferma con convinzione Primo Marani. Cisono figli e figliastri, e questo ormai è sotto gliocchi di tutti. Basti pensare che avevo acquistatoil San Donà, retrocesso in promozione, e che nonmi hanno permesso di fare la fusione perché nonconfina con il Comune di Mestre, mentre ad altriè permesso di tutto. Ora sabato ci sono le elezio-ni per eleggere il nuovo presidente e voglio pro-prio sentire cosa diranno i due candidati». I duecandidati chiamati in causa da Primo Maranisono Piero D’Ambrosio e Florenzo Vaccari.Tra i due ci sono già state scintille, conD’ambrosio che in un’intervista al portale“venetogol” ha accusato l’avversario di esse-re appoggiato in maniera scorretta dal presi-dente del Comitato Provinciale di Padova.Sabato 16 se ne vedranno delle belle pervedere chi sarà l’erede di Giovanni Guardini.

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31Repubblica diSan Marino

EPUBBLICA DI SAN MARINO –Dopo tre giornate già si delineanoalcuni punti focali del campionato

sammarinese. Partiamo dal Tre Fiori diFloriano Sperindio, che vince e convincecontro un San Giovanni poco incisivo. Un 4-1 che è frutto del lavoro svolto negli annidalla società e che sta facendo togliere tan-tissime soddisfazioni alla banda dei “vec-chietti”. Lo score è indiscutibile, 3 gare gio-cate e altrettante vinte, con 9 reti all’attivo e1 sola subita: «C’è andata bene, e poi, l’unicogol che abbiamo subìto è stato su rigore - cispiega il mister che ha appena concluso unagara di campionato con i bambini. Domenicascorsa abbiamo giocato molto bene, senza trop-pe sbavature, riuscendo a controllare la frenesia

di inizio gara». Un campionato che, non cistancheremo mai di dirlo, sta crescendosempre di più e che ci regala sempre qualchenuova emozione come le performance diAruta e Amici, i due bomber della squadracampione in carica: «Sono partiti bene i mieiattaccanti, così come tutta la squadra. Spero direcuperare tutti, anche domenica eravamo informazione rimaneggiata. Purtroppo - conclu-de mister Sperindio - ancora non ho potutotestare il vero valore della squadra visti gli indi-sponibili». Segue la Libertas di MicheleCeccoli a 7 punti con 2 vittorie e 1 pareggio,ottenuto contro la Folgore grazie a Torelliche replica tempestivamente al rigore diDominici. Il Tre Penne agguanta il Murata diAlberto Manca a 4 punti, grazie anche allavittoria ottenuta sabato proprio contro ibianconeri. A 4 punti anche la Virtus, uscita

vittoriosa dalla gara in casa del Domagnanodi Luigi Nicolini: «Ci voleva la vittoria, fa sem-pre bene vincere, da morale e fiducia nei proprimezzi, soprattutto per noi che venivamo da unpareggio e una sconfitta», ci dice FabioBaschetti. Tutti nel secondo tempo i gol gra-zie a Maurizi e Shabani: «La gara si era messabene anche nel primo tempo, meritavamo qual-cosa in più in virtù delle tante occasioni da golsbagliate, che si sono poi concretizzate duranteil secondo tempo. È stata una bella gara anchese il Domagnano era un po’ fuori condizione».Cailungo-Cosmos chiude il cartello dellegare di domenica, un pareggio per 1-1 chescontenta entrambe le squadre: il Cailungoinfatti, conquista il suo primo punto dopo 3giornate mentre la Cosmos perde l’occasio-ne di allungare su La Fiorita che vince con-tro il Faetano per 5-1. Curiosa la disatten-

zione della retroguardia delFaetano che incassa la primarete a 2 minuti dall’inizio dellagara, la seconda dopo 1 minutodall’inizio della seconda frazionedi gioco e la terza dopo altri 3minuti. Un sabato da dimentica-re per i ragazzi di Sereno Uraldiche avrà sicuramente da lavora-re in settimana per risollevare ilmorale dei suoi. Arriviamo cosìalla conclusione con la gara delvenerdì, il Fiorentino vince trale mura amiche per 1-0 controil Pennarossa di Mario Ortensi,risultato e modalità di marcatu-ra, curiose quanto quelle dellagara La Fiorita-Faetano. Infatti,passano solo 2 minuti per assi-stere al gol partita di EnricoFoscoli: marcatura che scrive laparola fine a una gara che anco-ra doveva iniziare.

di Luigi Cardarelli

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Il Tre Fiori riprende da dove aveva lasciatoLa squadra di Sperindio a punteggio pieno dopo tre partite: “Ancora non siamo al top”

Sossio Aruta, bomber quarantenne del Tre Fiori (Foto Archivio)

LA CLASSIFICA DEL CAMPIONATO

Cosmos

La Fiorita

Fiorentino

Faetano

Juvenes/Dogana

Pennarossa

Cailungo

GRUPPO AGRUPPO A

4 Gol: Montagna (Cosmos)

3 Gol: Fantini (Juvenes/Dogana)

2 Gol: Grigore (Fiorentino), Merloni,

Mularoni (La Fiorita), Calla (Cailungo)

GRUPPO B

3 Gol: Amici, Aruta (Tre Fiori)

2 Gol: Duarte, Tramontano (San

Giovanni), Shabani (Virtus)

CLASSIFICA

MARCATORI Fiorentino-PennarossaLa Fiorita-FaetanoDomagnano-VirtusMurata-Tre PenneFolgore/Falciano-LibertasCailungo-CosmosSan Giovanni-Tre Fiori

3^ GIORNATA 01-02-03/10/2010

1-05-10-20-11-11-11-4

7

6

3

3

3

3

1

GRUPPO BTre FioriLibertasMurataVirtusTre PenneSan GiovanniDomagnanoFolgore/Falciano

97444311

4^ GIORNATA 15-16-17/10/2010

Virtus-Folgore/FalcianoLibertas-Tre Fiori

Murata-DomagnanoCosmos-Juvenes/DoganaTre Penne-San Giovanni

Faetano-PennarossaLa Fiorita-Fiorentino

Riposa: Cailungo

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