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ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 0 6 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma La Lega Pro giudica i suoi arbitri Legge sugli Stadi Tutto quello che dovete sapere sulla proposta di Legge 2800 Grisoli 7 L’intervista Maurizio Zamparini: dal Palermo agli investitori stranieri Morgigno 10 IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 7 24 febbraio 2011 1€

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.6

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N 1

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

La Lega Pro giudica i suoi arbitri

Legge sugli Stadi

Tutto quello che dovete sapere sulla proposta di Legge 2800

Grisoli 7

L’intervista

Maurizio Zamparini: dal Palermo agli investitori stranieri

Morgigno 10

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 7 24 febbraio 2011 1€

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Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re, Riccardo Morgigno

Stefano Santini

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ogni

volta che ci si avvicina al mondo Federale

ci si accorge che fioccano i contratti di dirit-

to privato e che invece di dare lavoro a per-

sone capaci lo si dà sempre agli stessi. Se il

coordinatore della commissione per l’attività

scolastica è la “pensionata sì ma a casa non

ci vado” Barbara Benedetti, il suo pari della

commissione per l’attività di base è il profes-

sor Stefano d’Ottavio che, oltre ad essere, o

essere stato, Professore Associato presso la

Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Universi-

tà di Tor Vergata a Roma, nel Corso di Laurea

di base in Scienze Motorie e nel Corso di Lau-

rea Specialistica in Scienze e Tecniche dello

Sport e Coordinatore Scientifico dell’Area

tecnico sportiva dei corsi di Laurea in Scienze

Motorie relativamente al punto precedente,

è anche preparatore atletico della Ternana

Calcio. Bravo D’Ottavio, per carità, ma ci chie-

diamo perché la Federazione ricorre sempre

a contratti di collaborazione e di diritto priva-

to. Tornando alla Barbara Benedetti anche

i vigilantes che lavorano presso la sede del

Settore Giovanile e Scolastico si sono chiesti:

“Ma non era andata in pensione?”. E giù una

grossa risata. A proposito di risate: sul Comu-

nicato Numero 63 del 18/2/2011 il Segreta-

rio del Comitato Regionale Lazio ne ha com-

binata un’altra delle sue, leggete qua: 1.2.

RADUNI PER GIOVANI CALCIATORI: Si auto-

rizza lo svolgimento dei seguenti raduni: So-

cietà Organizzatrice: USD TOR DI QUINTO in

collaborazione GENOVA CFC in programma

per il giorno: Lunedì 287 marzo 2011 - ore

15.00 presso il campo sportivo: Vittorio Testa

di Roma riservato a calciatori: nati dall’ 1-1-

1997 fino al 31/12/1994. A parte il fatto che

tutto il mondo sa che la società ligure si chia-

ma Genoa e non Genova, per arrivare al 287

marzo, data del raduno, i ragazzi del 1994

avranno, almeno, compiuto diciotto anni….

Intanto Giancarlo Abete ha perso l’ennesima

occasione per non fare figuracce, visto che in

una recente intervista rilasciata a Repubblica

ha dichiarato che: “Manca alle nostre squa-

dre forse una continuità di risultati, perché

con le due milanesi, nelle ultime quattro edi-

zioni, abbiamo vinto due Champion’s e due

finali di Intercontinentale. Probabilmente

non abbiamo quel livello di presenza diffusa

in termini di continuità dei risultati che con-

sente di portare nelle fasi finali più squadre,

e ci affidiamo agli exploit delle singole squa-

dre, nella singola stagione, quindi perdiamo

posizioni nel ranking, con la nostra media dei

risultati che risulta più bassa di paesi come

Spagna, Inghilterra e Germania, che sono

i nostri principali competitor”. Ma io dico,

a parte il fatto che l’Intercontinentale non

esiste più, lui è solo il presidente della FIGC.

Mica può sapere tutto. O forse è lui il vero se-

gretario del Cr Lazio, visto che non ne azzec-

ca una come lui. Bisognerebbe che qualcuno

insegni al “non legato alle logiche della pol-

trona” che per vendere il prodotto del calcio

nostrano avrebbe dovuto solo dire che dopo

un periodo splendido dove l’Italia ha vinto

Mondiale, due Champion’s e due Mondiali

per Club una lieve flessione ci può stare, ma

che il nostro resta sempre e comunque il

migior calcio del mondo. Rilasciando quelle

dichiarazioni Abete ha deprezzato ancora di

più il prodotto calcio. Compli-

menti.

Giancarlo “non legato alle logiche della poltrona” Abete deprezza il prodotto calcio

Massimiliano GiacominiMassimiliano Giacomini

NUMERO 7 - 24 febbraio 20112 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

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Page 4: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

Giornata di campionato piena di avveni-

menti strani e in un certo senso anche

drammatici. Cominciamo dalle prestazioni ar-

bitrali, che in alcuni casi indignano. In Chievo-

Milan è stato dato un gol a Robinho irregolare,

con Banti a due passi (non può non averlo vi-

sto, né può affermare che la mano fosse invo-

lontaria). Poi c’è il macroscopico fuorigioco di

Ranocchia contro il Cagliari con il segnalinee in

perfetta linea. C’è poi il chiaro rigore su Toni

che Mazzoleni ha preferito non dare (a par-

te la disastrosa, supponente prestazione dei

bianconeri). E poi, sportivamente parlando, fa

male vedere l’esultanza di Robinho in campo e

di Galliani in tribuna... Ma tant’è. Prima di de-

dicarmi al disastro Roma, voglio dire che l’altra

squadra capitolina, zitta zitta e senza proclami

particolari, è in zona Champion’s, grazie sopra-

tutto all’intelligente gestione di Reja e del suo

campione Hernanes. Ranieri paga sulla sua

pelle le scelte del compromesso. Per conten-

tare tutti ha scontentato tutti. Non esiste che

una squadra di tal portata vinca facile per 3-0

e poi si faccia rimontare sino a perdere 4-3 in

venti minuti. I dilemmi societari non aiutano a

risolvere una stagione che pareva finire in glo-

ria e che invece rischia di finire nel dramma e

molti giocatori, anche importanti, a giugno fa-

ranno le valigie. Questa situazione succede in

quelle squadre dove i Rais che hanno in mano

i mass media tengono la situazione sotto con-

trollo e sono gelosi se qualcuno toglie loro il

palcoscenico nonostante siano giunti all’ulti-

mo tango. È il momento di darci una rinfresca-

ta anche nel settore tecnico, ma all’orizzonte

non ci sono giovani mister in grado di guidare

squadre importanti se nell’organico di queste

dominano sempre i faraoni cir-

condati dai loro lacchè.

Per Ranieri è suonata la campana. Ma per altri si è giunti all’ultimo tango4 NUMERO 7 - 24 febbraio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Mauro Gasperini

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6 NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Fine del Commissariamento e inizio dei guai?

Il 20 giugno si decreterà la fine del Commissariamento dell’Interregiona-le, ora bisognerà vedere come reagiranno i rais dell’ex Comitato visto che il segretario Mauro De Angelis ha in mano le chiavi del potere della Serie D

Voci dal Palazzo

w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Alleluia, Alleluia, il Tentenna s’è deciso

e tra poco ci sarà il cambiamento del-

lo Statuto, non tutto per carità dato che:

Arbitri, Allenatori e calciatori non molle-

ranno la presa facilmente, che farà diven-

tare l’Interregionale un Dipartimento della

Lega Nazionale Dilettanti. Così si metterà

fine al Commissariamento dell’Interregio-

nale. Commissariamento che ha tenuto in

stallo il mondo della Serie D per due anni,

visto che il Commissario deve far sì che

tutto vada per il verso giusto ma non può

decidere cambiamenti. In pratica il Com-

missario è un traghettatore, ma dopo due

anni diventa un peso come anche Carlo

Tavecchio ha più volte ammesso. Ora bi-

sognerà vedere come i capi dell’Interre-

gionale prenderanno questo cambiamen-

to perché si vocifera nelle sacre stanze di

Piazzale Flaminio che Mauro De Angelis,

segretario dell’Interregionale, abbia preso

il comando e che il Consiglio dei nove pre-

sidenti, istituito per garantire tutte le so-

cietà, pensi più ai fatti delle proprie squa-

dre che al bene comune. Altro punto che

potrebbe essere preso in esame è quello

riguardante il Calcio Femminile che ogni

anno costa (in perdite) alla Lega Dilettanti

circa 300mila Euro. Alcune società hanno

chiesto un incontro al presidente Carlo Ta-

vecchio, si mormora per chiedere la testa

di Giancarlo Padovan, che a sua volta ha

invitato a partecipare all’incontro il nume-

ro uno della Divisione Calcio Femminile.

Che però non ha voluto presenziare. Suc-

cessivamente la notizia è apparsa su alcuni

organi di stampa, e c’è chi sussurra che l’ex

direttore di Tuttosport non abbia trovato

di meglio da fare che armare la tastiera di

alcuni colleghi, ma il Padovan ha respinto

le velate accuse ai mittenti, seppur ci dico-

no con qualche impaccio. Un gran casotto

visto che ora l’erede dell’ex presidentessa

Natalina Ceraso Levati (mai troppo rim-

pianta!!!!!) dovrà presentare un piano

di rientro per una situazione che risulta

ingestibile da parte della Lega Dilettanti,

visto che i presidenti dei Comitati regio-

nali si sono ribellati e hanno chiesto, pe-

rentoriamente, di smetterla di pagare per

le mancanze del movimento femminile

italiano. Ora le soluzioni sono due: la pri-

ma è che Padovan riesca a presentare un

piano di rientro attuabile e che ridia vigo-

re al calcio femminile, oppure che il presi-

dente Giancarlo “Torquemada-non legato

alle logiche della poltrona” Abete metta

mano al portafogli della Federcalcio e pa-

ghi lui i 300mila Euro di disavanzo annuo.

Tutto questo è altamente improbabile, la

FIGC potrebbe dare “ossigeno” solo una

tantum ma non è possibile che lo faccia

anno dopo anno, visto che anche nel Club

Italia c’è una spesa che riguarda la Nazio-

nale Femminile. Club Italia che è gestito da

Demetrio “prezzemolino” Albertini, che

presenzia a tutto, è in ogni luogo, sembra

uno e trino ma alla fine stringi stringi non

conclude niente. Non ha un’idea e non sta

rimettendo benzina nel motore di quello

che dovrebbe essere, scusate la ripetizio-

ne ma ci stiamo adeguando alle dichiara-

zione dei “capoccia” del calcio, il motore

economico dell’intera Federazione Italiana

Giuoco Calcio. Invece di presenziare, sa-

rebbe opportuno che il Club Italia riuscisse

a portare “moneta sonante” nelle casse

della FIGC, anche perchè visti gli sprechi

perpetuati in Via Allegri, c’è poco da stare

tranquilli. Basti pensare che dei computer

comprati in Sudafrica, e spariti da tempo,

non importi nulla a nessuno. Bé, proprio a

nessuno no, visto che a noi inte-

ressa. Eccome.

Page 7: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

Siamo giunti ormai alla stretta finale per quanto

riguarda l’approvazione del disegno di legge che

riguarda le “Disposizioni per favorire la costruzione

e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi a so-

stegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni

sportive di rilievo europeo e internazionale”, come

si legge nell’intestazione del testo approvato il 7 ot-

tobre 2009 dalla VII Commissione permanente del

Senato e passato poi alla omologa alla Camera dei

Deputati. Premesso che questo testo era, appunto,

finalizzato a sostenere la candidatura italiana per

l’organizzazione dei campionati europei di calcio del

2016 (che, come sappiamo, sono stati poi assegnati

alla Francia), il testo presenta numerosi spunti di in-

teresse e, come prevedibile, anche “interessi” nel

vero senso della parola. Il primo dato da affrontare

che confuta l’essenza stessa del disegno di legge, è

che nel dossier presentato dalla FIGC alla commis-

sione UEFA che avrebbe poi deciso chi si sarebbe

aggiudicato l’organizzazione di EURO 2016, gli

stadi da riammodernare erano solamente tre. Ab-

bastanza evidente, quindi, che Platini e compagnia

abbiano deciso per un Paese che è molto più avanti

di noi complessivamente sotto il punto di vista

dell’impiantistica sportiva. Ma tant’è, qui in Italia

le cose si fanno così. Ancora aleggia lo spettro de-

gli sprechi e dell’occasione persa rappresentata da

Italia ’90, in occasione del quale si sarebbe potuto

(e dovuto) agire diversamente. L’accento posto dai

relatori dei vari progetti di legge e dai componenti

della VII Commissione permanente della Camera su

questo aspetto è emblematico. È necessario, tutta-

via, compiere un piccolo sforzo esegetico su questo

disegno di legge. Il testo unificato che il 7 ottobre

2009 ha avuto il via definitivo dal Senato è nato

dalla unificazione, appunto, di 3 disegni (n.1193,

n.1361 e n.1437). Quello dal quale è scaturito il

testo attualmente all’esame della Camera (denomi-

nato C.2800), ha preso i tratti salienti del ddl 1361.

Al comma 2 dell’art. 1 è interessante notare come:

“le opere oggetto della presente legge sono dichia-

rate di preminente interesse nazionale, di pubblica

utilità, indifferibilità ed urgenza”. Questo significa

che sottostanno a delle particolari deroghe e pro-

cedure semplificate in materia di approvazione da

parte degli enti locali. Di questo comma, nel testo

della Camera non c’è traccia, anche se successiva-

mente questi termini sono ripresi. Il fatto che non

sia stato inserito però, tra le norme generali, è sig-

nificativo. La prima questione che ha fatto saltare

sulla poltrona il presidente della Lega Pro Mario

Macalli è quella relativa alla definizione di “stadio”.

Riportiamo letteralmente (Art.2, comma 1, let-

tera a)): “[…] l’impianto sportivo, purché di almeno

10.000 posti a sedere allo scoperto e di 7.500 posti

a sedere al coperto”. È abbastanza evidente che

la stragrande maggioranza di impianti della Terza

e Quarta Serie Nazionale non rientrano in questa

casistica, quindi non potrebbero usufruire della

Legge. Come vedremo, in fase di discussione alla

Camera, queste cifre subiranno un decremento.

Alla lettera c), c’è la definizione di “complesso multi-

funzionale”: “il complesso di opere comprendente

lo stadio, […], abbinati ad una o più strutture, […],

destinate ad attività commerciali, ricettive, di svago,

per il tempo libero, culturali e di servizio, nonché

eventuali insediamenti residenziali o direzionali

tali da valorizzare il complesso”. Qui c’è, appunto,

l’introduzione della possibilità per i “soggetti pro-

ponenti” (che possono essere le società sportive, o

privati o l’amministrazione pubblica, come vengono

definiti nel testo) di costruire nei pressi dell’impianto

dei fabbricati ad uso residenziale. Altro passo im-

portante, quello esplicato dal comma 3 dell’art. 3:

“Il Piano triennale di intervento straordinario – da

elaborarsi d’intesa fra la presidenza del Consiglio

dei Ministri, ministri delle finanze, dello sviluppo

economico, dell’interno, delle infrastrutture e dei

trasporti, sentiti i pareri dell’ANCI, del CONI, previo

parere della Conferenza Stato-Regioni e le province

autonome di Trento e Bolzano – prevede la con-

cessione di contributi destinati all’abbattimento

degli interessi sul conto capitale degli investimenti.

Segue a pagina 8

77w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 7 - 24 febbraio 2011

La Legge sugli Stadi Flavio Grisoli

La VII Commissione della Camera al completo (Foto camera.it)

Page 8: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

A tale proposito è prevista la creazione di un fondo

nel quale far confluire i contributi ex art.28 com-

ma 4 legge 29 novembre 2007, n.222. Fondo del

quale, però, nel testo della Camera non c’è traccia. Per

quanto riguarda l’individuazione delle aree (art.4),

questo deve essere supportata da “uno studio di fat-

tibilità, comprensivo delle valutazioni di ordine socia-

le, ambientale e infrastrutturale, degli impatti paesag-

gistici e delle esigenze di riqualificazione paesaggistica”.

Studio di fattibilità, da approvarsi in tempi stretti, in

modo da valorizzare i caratteri di urgenza, indifferibil-

ità e di pubblica utilità (art.4, comma 2, 4). Ovvia-

mente, nel caso l’area individuata sia di proprietà de-

maniale, si offre la possibilità ai comuni di cedere a

titolo oneroso il diritto di superficie al soggetto propo-

nente. Diritto che, nel caso di fallimento della società

sportiva o di altro soggetto proprietario o superficia-

rio: “[…] ai sensi del presente articolo, il diritto di pro-

prietà, se il fallimento avviene entro il termine di dieci

anni dall’acquisto, e il diritto di superficie, in ogni tem-

po, vengono meno e il bene rientra nel patrimonio del

comune nel cui territorio è ubicato” (art. 6, comma 7).

L’art. 5, comma 1 elenca il contenuto essenziale dei

progetti per la realizzazione di nuovi stadi o impianti

polifunzionali: a) garantire l’equilibrio economico e fi-

nanziario della gestione del bene; b) garantire le mi-

gliori condizioni di visibilità per gli spettatori; c) preve-

dere locali da adibire a palestra, servizi commerciale,

ad attività sociali ad uso della cittadinanza; d) garantire

la massima sicurezza degli stadi. Il comma 3 dello

stesso articolo, elenca altre disposizioni di cui il sogget-

to proponente deve tenere conto: a) diversificazione

delle attività all’interno della struttura; b) previsione di

box o palchi privilegiati; c) massima adattabilità alle

riprese televisive; d) previsione di un sistema di teleca-

mere a circuito chiuso. Altro pomo della discordia, che

ha fatto gridare al rischio speculazioni, è il comma 4

dell’art. 6, che recita: “In tale contesto – quello della

possibile modifica della destinazione d’uso dell’area

dove costruire o ristrutturare l’impianto da parte della

amministrazione pubblica – il comune può prevedere

la possibilità di un ampliamento edificatorio delle cu-

bature che già insistono

sull’area interessanta, in

modo da garantire

l’equilibrio economico-

finanziario della gestio-

ne dello stadio o del

complesso multifunzio-

nale e la loro redditività”.

A questo proposito, pro-

prio per evitare che im-

prenditori troppo ag-

gressivi e profittatori potessero fare man bassa, alla

Camera è stato inserito questo testo al comma 3, art.

4: “[…] fatta salva la normativa vigente in materia di

vincoli storico-artistici-architettonici, archeologici e

idrogeologici”. L’art. 7 prevede le misure incentivali alle

quali i soggetti proponenti possono accedere per ve-

der favorita la loro attività edificatorio-ristrutturatrice,

come le agevolazioni erogate dall’Istituto per il credito

sportivo ex art.28, comma 4, Legge 29 novembre

2007, n.222, che riprende le disposizioni emanate

dalla Legge 4 aprile 2007, n.41 art.11, e che concorre

ad incrementare il fondo speciale di cui all’art. 5 della

Legge 24 dicembre 1957, n.1295 (la legge che diede

vita all’Istituto per il credito sportivo), oltre ai contribu-

ti erogati dalle amministrazioni pubbliche locali. Il

comma 2 dell’art.7 ci dice che sono preferiti i progetti

che prevedono la realizzazioni di complessi sfruttabili

durante tutto l’arco dell’anno e che siano idonei anche

ad eventi a carattere sociali e culturale, e che preve-

dano l’utilizzo di tecniche di costruzione innovative e

la realizzazione di impianti di produzione di energie

alternative. Arriviamo adesso al vero punto focale di

tutta la questione: l’articolo 8. Nelle proposte di legge

che hanno dato vita al disegno di legge appena esem-

plificato, in nessuno dei tre si faceva menzione ad una

possibile modifica del decreto legislativo 9 gennaio

2008, n.9 (il cosiddetto “Decreto Melandri”, sulla disci-

plina della titolarità e della commercializzazione dei

diritti audiovisivi sportivi e relativa ripartizione delle

risorse). Il ddl uscito dalla Commissione del Senato ha

apportato le modifiche che tutti ormai conosciamo

alla ripartizione della mutualità che la Serie A deve alle

Leghe minori (art. 22) e anche alla quota che la stessa

Lega di A (all’epoca era Lega Nazionale Professionisti,

poi scissasi questa estate in A e B) deve devolvere alla

“Fondazione per la mutualità generale negli sport

professionistici a squadre” (art. 23). Ebbene, al com-

ma 2 del testo originale si legge: “La quota di cui al

comma 1 – che l’organizzatore della competizione,

cioè la LNP e la LEGA PRO, devono riservare alla Fon-

dazione – non può essere inferiore al quattro per

cento delle risorse complessive derivanti dalla com-

mercializzazione dei diritti di cui all’art.3, comma 1”.

Questo comma, nel testo del Senato, è stato abroga-

to. È stato invece implementato il comma 1, dove si

specifica che la quota di cui sopra non è più del 4%,

ma dello 0,5%, e sono state aggiunte le seguenti pa-

role: “fermo restando che, in riferimento al solo orga-

nizzatore del campionato di Serie A, la quota dello

0,5% è quella di cui all’art.24”. Articolo 24, quello che

determina la “Mutualità per le categorie inferiori”, che

è stato interamente sostituito: La Lega di Serie non

deve più, come abbiamo visto, il 4% alla Fondazione

ma lo 0,5%, che si innesta in un 10% totale di devoluz-

ioni alle categorie inferiori: 7,5% alla Serie B, 1% alla

Lega Pro, 0,5% alla Fondazione e 1% alla LND. Ultimo

particolare, questo, che ha sconvolto Macalli. Che

nelle scorse settimane ha intentato un ricorso al TNAS

del CONI per chiedere l’applicazione del Decreto Me-

landri (dato che la Lega di A non ha provveduto a

nominare i suoi membri, ma la modifica del comma 7

dell’art.23 – quello relativo alla composizione del CdA

88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Abete, Crimi e Tavecchio (Foto Archivio)

Page 9: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

della Fondazione – da parte della VII Commissione

della Camera potrebbe essere stata inserita proprio

per salvare Beretta) e il relativo sblocco della mutual-

ità, visto che proprio la Fondazione se ne dovrebbe

occupare. Questo testo, poi, licenziato lo ricordiamo il

7 ottobre 2009, è passato all’esame della VII Commis-

sione permanente della Camera, presieduta da Val-

entina Aprea. Nonostante le belle parole spese dai

vari componenti e relatori sul fatto che questo prov-

vedimento sarebbe dovuto uscire velocemente da

quell’Aula, i lavori (iniziati l’11 maggio 2010, quindi

sette mesi più tardi), ha “partorito” un nuovo testo

(che, come sappiamo, non è stato approvato in fase

deliberante, quindi dovrà necessariamente passare

all’esame della Camera e da lì, chissà se uscirà e, se lo

farà, chissà come) che presenta delle modifiche im-

portanti, alcune delle quali le abbiamo già elencate in

precedenza. Intanto, il numero di posti necessari af-

finché un impianto possa rientrare nella fattispecie:

da 10mila posti a sedere allo scoperto, si passa a

7.500; e dai 7.500 allo scoperto si è passati a 4.000. Al

comma c) dell’art. 2 manca il riferimento alla possibil-

ità di ai complessi residenziali nella definizione di

“Complesso multifunzionale”, ma è riportato al com-

ma 2 dell’art.5. Art. 3, comma 4: si prevede, nell’ordine

di un 2% del costo totale dei lavori di costruzione, un

piano per la realizzazione di impianti sportivi scolastici.

Iniziativa che ha ricevuto il plauso del sottosegretario

allo Sport Rocco Crimi, come si evince dalle dichiaraz-

ioni in sede di dibattito in Commissione. La “Melandri”

non viene toccata, tranne che per il succitato art.23,

comma 7. Mentre invece, c’è l’introduzione ex novo

dell’art.9: “Norme a sostegno delle attività sportive”.

Sostanzialmente, si tratta della modifica dell’art.13

della Legge 23 dicembre 2000, n.388 (la Legge Finan-

ziaria, per intenderci), che prevede degli sgravi fiscali e

dei crediti d’imposta per quelle società professionis-

tiche che si impegnano nella sottoscrizione di primi

contratti da “Giovani di Serie”. Norma che sappiamo,

è stata propugnata dal presidente della Lega Pro Ma-

calli, e che permette così alle sue società, che hanno la

mission di valorizzare i giovani, di continuare il per-

corso di valorizzazione dei settori giovanili. È stato in-

serito, rispetto al testo uscito dal Senato, anche un

articolo 11: “Le disposizioni di cui alla presente legge si

applicano anche ai progetti in costruzione o ristrut-

turazione degli impianti sportivi in corso di esecuzione

alla data della sua entrata in vigore”. Chi non sta pen-

sando alla Juventus alzi la mano. Questo testo, come

dicevamo, dovrà ora essere passato al vaglio della

Camera dei Deputati. Con Gino Tapinassi presidente

della Commissione Rapporti Istituzionali ed Enti locali

della LND, uno dei maggiori esperti di questa legge,

cerchiamo ora di fare il quadro della situazione su

quali potranno essere gli scenari futuribili: «I problemi

maggiori sono quelli sollevati dal presidente della

Lazio Claudio Lotito, che non ha visto di buon occhio la

modifica dell’art. 4, comma 3 sui rischi idrogeologici.

Su questo se ne potrebbe anche discutere in fase di-

battimentale in aula. Oltretutto – prosegue Tapinassi

– Lotito si può scordare che lo Stato tiri fuori anche un

solo centesimo per finanziare le opere. Se lui li ha i

soldi, lo stadio se lo costruisce, ma se non li ha, è un

problema suo». In molti non sanno che ora, al vaglio

della VII Commissione del Senato c’è il cosiddetto

“Disegno di Legge sul dilettantismo” (il n.1813, su iniz-

iativa dei senatori Rusconi, Barelli, Giambrone, Pittoni,

D’Alia, Asciutti, M.Garavaglia e Butti), che prevede im-

portanti agevolazioni alle società sportive dilettan-

tistiche atte a favorire il riammodernamento delle

impiantistiche. «I due provvedimenti – come affer-

mato anche da Crimi – devono andare di pari passo. I

soldi dello Stato servono a quello, ai dilettanti, perché

ne hanno bisogno. Perciò il percorso dei due prov-

vedimenti sarà paritetico, ma devono essere appro-

vati insieme», afferma Tapinassi. Il discorso della ripar-

tizione dei diritti TV è certamente l’argomento più

spinoso: «Per il momento la ripartizione è quella us-

cita dal Senato. Poi però, successivamente, si darà la

possibilità di presentare emendamenti per modifi-

care questa ripartizione – come sembra succederà,

con una quota della Lega Pro che si dice potrebbe

passare al 2,5% e quella della LND all’1,5% - una volta

che questo disegno di legge arriverà all’esame in aula

tra circa un mese, una volta approvato il decreto “Mil-

leproroghe”. Sicuramente, ne sono certo, non sarà un

dibattimento lungo, auspico che si possa trovare una

soluzione condivisa in tempi brevi. Quello che so, è

che saranno presentati emendamenti a favore della

Lega Pro e della LND». Chiaramente, poi, in aula ci si

dovrà contare nel momento in cui si passerà al voto

degli emendamenti: «Bé, è chiaro. Chi avrà più pol-

vere, farà più fuoco», commenta Tapinassi. Sembra

quasi un “do ut des”: «Sì, diciamo di sì. Il sottosegre-

tario Crimi auspica che i due provvedimenti escano

insieme. Da una parte si cederebbe qualcosa a Lotito

e compagnia, ma dall’altro ci sarebbe un guadagno

importante per la LND sulla ristrutturazione degli im-

pianti e sulla sanatoria delle irregolarità delle società

dilettantistiche sulle sponsorizzazioni». Qualcuno dice

che le modifiche apportate alla “Melandri” potreb-

bero essere stralciate prima di arrivare in Aula: «No,

non sarà così. Il ddl sarà portato all’esame della Cam-

era così com’è. E comunque, vorrei ricordare che Ma-

calli e Tavecchio sono creditori della LNP». Ma la Fon-

dazione non è stata creata, quindi quei fondi non

hanno motivo di esistere: «La LNP avrebbe dovuto

accantonare ugualmente quelle cifre per la Fondazi-

one, perché si tratta di somme che prima o poi sareb-

bero dovute essere messe a disposizione a chi di do-

vere». Infine, cerchiamo di capire insieme a Tapinassi

quali possano essere i tempi di approvazione: «Pre-

metto una cosa. La Serie A ha pagato una cambiale

alla B per separarsi. Così com’è giusto che loro faccia-

no i loro interessi, gli altri devono cercare i propri. Poi

in Aula contano i numeri, è evidente. Ma è difficile

pensare a livello politico che si possa dire di no al mi-

glioramento della situazione del dilettantismo e dei

giovani. Per quanto riguarda i tempi di licenza della

Legge, io credo che realisticamente – conclude Tapi-

nassi – si possa segnare come il mese di maggio la

data “x”. Dopodiché i due rami del Parlamento si

scambieranno i due ddl per la definitiva approvazi-

one. Sono fiducioso, perché c’è stato l’impegno di

tutti affinché si riesca a trovare una

soluzione il più possibile condivisa».

99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Page 10: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

Riccardo Morgigno

MZ oppure Emmezeta, come vi pare.

Maurizio Zamparini è un fiume in piena,

il suo Palermo è in corsa per un posto in Cham-

pions League e con l’obiettivo di vincere la Tim

Cup per la prima volta. Il Presidente rosanero

non risparmia pensieri e parole per nessuno:

«La legge sugli stadi? Mancano i posti di lavoro

e la legge è ferma da due anni. Beh, ci sono le

solite lentezze burocratiche italiane e la solita

stupidità tipica della nostra classe dirigente, a

tutti i livelli, anche e soprattutto chi gestisce il

calcio, che sta morendo piano piano. Sono de-

gli incompetenti, con i nuovi stadi si darebbe la-

voro a migliaia di persone fra negozi, alberghi

e centri commerciali. Giovani che potrebbero

trovare un lavoro in tempi brevi. Siamo un Pae-

se assurdo e stupido, siamo alla canna del gas.

La gente deve darsi una bella svegliata, con

una bastonata dovrebbero buttare in mare

tutta la classe politica. Gli italiani si devono

svegliare proprio come ha esclamato Benigni a

Sanremo». Nuovi stadi stanno sorgendo e altri

sono in cantiere: «La Juventus ha avuto molte

agevolazioni per la costruzione del suo nuovo

impianto che aprirà i battenti a luglio, mentre

il Cagliari di Cellino è dovuto andare a mettere

i mattoni nel vicino comune di Elmas accanto

all’aeroporto. Cellino non è gradito dal comune

di Cagliari e perciò farà il suo stadio, se lo farà,

in un paese vicino ma molto attrezzato». E il

suo progetto palermitano? «Il nuovo stadio del

Palermo avrà una capienza di 35mila posti tut-

ti a sedere. La Regione Sicilia è autonoma e per

questo non avremo problemi in questo senso,

si farà ne sono sicuro. Io lo stadio in Sicilia lo

farò senz’altro, perché tutto il calcio italiano ha

bisogno di nuove strutture: siamo ultimi in Eu-

ropa e ultimi nel mondo». Anche i russi hanno

in mente di costruire il nuovo stadio del Vene-

zia, che ne pensa? «Voglio proprio vedere. A

Venezia ci ho rimesso 200 miliardi, è una città

dove non si può fare calcio. Tutti nel mondo co-

noscono la città lagunare ma il calcio non può

essere sviluppato in questa città. Non so come

faranno. Rispetto alla Salernitana, che come

il Venezia ha cambiato proprietà, i veneti non

hanno “buffi” (debiti) da smaltire. Sono in serie

D, il Venezia costa zero euro. Non è per il calcio

ma solo per il turismo. Se torna in A ci perde

tanti soldi come ho fatto io anni fa. Non cre-

do che ai russi faranno fare il nuovo impianto

sulla terraferma, sono decenni che a Mestre ne

parlano, chissà se vorranno fare questi grossi

investimenti, io non ci credo, con 150 milioni di

euro si compravano la Roma e ne avanzava-

no anche». Ma lei, Zamparini, ha mai pensato

di comprare un club all’estero? «No mai, sto

bene qui e quando lascerò il Palermo smetterò

di fare il presidente. E vorrei precisare una cosa,

ho letto su internet alla pagina di Wikipedia

che mi riguarda, che sarei dirigente e finanzia-

tore del club laziale vicino Roma del Fidene Fo-

otball Club. Non è vero nulla, è una panzana».

MZ è nato a Sevegliano in provincia di Udine,

il 9 giugno 1941, numero uno del Palermo

dal 2002, anno in cui ha rilevato il pacchetto

Zamparini: “Italia, Paese dell’assurdo”

10 NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

(Foto Archivio)

w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Page 11: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

azionario di maggioranza da Franco Sensi per

una cifra vicina ai 20 milioni di euro. Nato nella

terra di confine con la Slovenia e la Croazia, ha

però una chiara idea della Nazionale italiana

di calcio e del suo futuro sviluppo: «Gli oriundi

vanno bene, basta che siano bravi. Ma sì, non è

un problema, anzi, come fanno da tanti anni la

Francia e l’Inghilterra con le loro colonie. Basta

anche che siano attaccati alla maglia. Ormai è

così la nostra cultura, noi non abbiamo avuto

le colonie come i francesi ma avevamo e abbia-

mo gli emigranti, tutto qua». E l’Italia contro la

Slovenia, c’è molto della sua squadra nella gara

del 25 marzo a Lubiana: «I miei sloveni sono

fortissimi, gli azzurri rischiano moltissimo con-

tro di loro. Ilicic è micidiale ma anche Bacinovic,

Kurtic e Andelkovic. Sarà dura per Prandelli».

Il Catania argentino come lo vede? «Devono

stare attenti a non retrocedere. Simeone è un

bravo allenatore e farà molta strada, loro sono

argentini e noi sloveni». Lo sente ancora Rino

Foschi? «E certo, qualche volta ci sentiamo, ora

sta facendo un buon lavoro a Padova e forse

centra i play-off. Anche i padovani sono mol-

to esigenti come i palermitani ma qui la città

conta un milione di abitanti». E di Novellino

cosa dice? «Lo presi come allenatore al Ve-

nezia tanti anni fa, è molto bravo e serio. Ora

è sulla panchina del Livorno e gli faccio i miei

auguri per questa nuova avventura in Toscana,

una piazza molto calda». Mi scusi presidente,

ma cosa fate con Liverani? «Fabio è un gran-

de giocatore, ma il calcio di oggi va ad una

velocità incredibile. È normale che alla sua età

voglia provare nuovi stimoli. Forse andrà negli

Stati Uniti, in Arabia o in Giappone. Comunque

secondo me farà una grande carriera come

allenatore». Sul Palermo claudicante di que-

sto periodo cosa vuole aggiungere? «Qualche

volta è una squadra senza carattere come a

Bologna, abbiamo anche tanta sfiga e Rossi

deve rifletterci su e puntellare la difesa perché

ci bucano troppe volte. Al 50% resta a Palermo,

poi vedremo. Così anche Pastore, lo voglio te-

nere ancora un altro anno, il nostro attacco è

tra i migliori in serie A. Se la Juve lo vuole? Non

lo vendo alla Juve ma il prezzo è di 70 milioni,

è un giocatore sublime». Emmezeta chiosa poi

sulle vicende che hanno colpito alcuni suoi gio-

catori: «Cavani lo scorso anno fu rapinato e mi

chiese subito di essere ceduto, ora è a Napo-

li. Anche Miccoli ha subito una rapina di oltre

trentamila euro con la moglie e i figli che fu-

rono legati. Ora anche Abel Hernandez è stato

minacciato con una pistola, ed ha solo 19 anni.

È molto giovane, ora si è calmato, è sereno.

Palermo non è una città pericolosa, anzi, ma

di certo questi piccoli crimini stanno aumen-

tando perché non c’è lavoro. Abel resta con noi

e ci darà una mano per questo difficile finale

di stagione». Infine un desiderio dei tifosi, il

ritorno della maglia palata a righe verticali ro-

sanero, un ritorno al passato che tanto intriga

e riaccende la passione del Barbera: «Stiamo

parlando con la Legea e già dalla scorsa estate

è in cantiere il ritorno di questa maglia tanto

attesa e rivoluta dai nostri tifosi. Chissà - con-

clude - che non sia un bel regalo

di ferragosto».

11NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Questo l’elenco completo degli allenatori esonerati da Zamparini:

Venezia ‘88/89: Fabbri per Cerantola Venezia ‘89/90: Sabadini per

Pasinato Venezia ‘91/92: Marchesi per Zaccheroni e Zaccheroni per

Marchesi Venezia’92-93: Maroso per Zaccheroni e Zaccheroni per

Maroso Venezia ‘94/95: Ventura (Maifredi, Geretto, Ventura, Rossi

e ancora Geretto) Venezia ‘95/96: Bellotto per Marchioro Venezia

‘96/97: De Vecchi-Fontana per Bellotto, Bellotto per De Vecchi-Fon-

tana Venezia ‘99/00: Spalletti (Materazzi, Spalletti, Oddo) Venezia

‘01/02: Buso per Prandelli e Magni per Buso Palermo ‘02/03: Arrig-

oni per Glerean e Sonetti per Arrigoni Palermo ‘03/04: Guidolin per

Baldini Palermo ‘05/06: Papadopulo per Del Neri Palermo ‘06/07:

Guidolin (Gobbo-Pergolizzi, Guidolin) Palermo ‘07/08: Guidolin per

Colantuono e Colantuono per Guidolin Palermo ‘08/09: Ballardini

per Colantuono. Palermo ‘09/10: Zenga.

TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTEC

(Foto Archivio)

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Page 12: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

12 NUMERO 7 - 24 febbraio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

26

È del Piacenza di mister Madonna il colpo gros-

so della 27esima giornata della serie bwin.

L’undici biancorosso, sotto di due reti in casa del

Siena (Caputo e Calaiò), riesce a raggiungere e

poi superare in extremis i bianconeri di Conte.

Prima Cacia, poi nella ripresa Bianchi e la zampa-

ta finale di Guzman, al 90’, regalano al Piacenza

il 3 a 2 finale. Altra caduta eccellente quella del

Novara sul terreno del Livorno del nuovo tecnico

Walter Novellino. I ragazzi di Tesser vanno subito

sotto per merito di una rete di Belingheri, e non

riescono più a raggiungere il pari. Approfitta delle

due sconfitte l’Atalanta, a cui basta uno scialbo

0-0 sul terreno della Reggina per riconquistare

il primato solitario in classifica a quota 52. Non

sfrutta l’occasione per ridurre le distanze dalla

vetta il Varese, fermato in casa dal Frosinone

sul 3-3 nel posticipo. Doppio vantaggio dei pa-

droni di casa con Neto Pereira, poi nella ripresa

Cesaretti firma il 2-1; Correa sembra chiudere il

giochi all’80’, ma Stellone e ancora Cesaretti fan-

no tornare l’undici di Sannino sulla terra. Torna

a vincere anche il Torino di Lerda, tre punti con-

tro il Pescara sono vero e proprio ossigeno per

salvare la panchina. Sotto in casa dopo il gol di Di-

amoutene, i granata ribaltano il risultato con De

Vezze, Antenucci e Bianchi. Vince rovesciando in

extremis il risultato anche l’Albinoleffe di Mon-

donico contro il Padova: al gol di Vantaggiato su

rigore, risponde Torri sempre dal dischetto, poi

vittoria nel recupero con Foglio. Colpo del Vice-

nza in casa del Cittadella, grazie alla rete di Botta.

Costa invece la panchina a Corini (torna Men-

ichini) la sconfitta del Crotone sul terreno del

Sassuolo. In zona salvezza l’Ascoli supera il Por-

togruaro con una “zuccata” di Mendicino, men-

tre Triestina e Modena pareggiano 2-2: doppio

vantaggio ospite con Pasquato e Tamburini, gli

alabardati impattano grazie e Testini e Taddei.

Nell’anticipo del venerdì successo del Grosseto

su un buon Empoli. Gol decisivo di Caridi nel re-

cupero dopo le reti di Immobile e

Musacci.

Madonna fa il miracolo

Classifica P G V N S GF GS

Atalanta 52 27 15 7 5 32 18Novara 51 27 14 9 4 46 22Siena 49 27 13 10 4 43 24

Varese 44 27 11 11 5 34 20Reggina 39 27 10 9 8 31 28Livorno 38 27 10 8 9 35 33Torino 38 27 10 8 9 32 33

Vicenza 38 27 11 5 11 29 31Empoli 36 26 8 12 6 30 25Pescara 35 26 9 8 9 28 29Padova 35 27 8 11 8 39 33

Grosseto 34 27 9 7 11 28 35Albinoleffe 34 27 9 7 11 34 43Sassuolo 31 27 8 7 12 29 31Piacenza 31 27 7 10 10 38 42Modena 31 27 6 13 8 29 36Crotone 30 27 6 12 9 24 30

Cittadella 28 27 6 10 11 29 34Portogruaro 28 27 7 7 13 24 38

Ascoli-6 27 27 8 9 10 27 32Triestina 27 27 5 12 10 22 33

Frosinone 25 27 5 9 12 28 41

27° Giornata 18-19-21/02/2011Albinoleffe - Padova 2-1Ascoli - Portogruaro 1-0Cittadella - Vicenza 0-1Grosseto - Empoli 2-1Livorno - Novara 1-0Reggina - Atalanta 0-0Sassuolo - Crotone 2-0Siena - Piacenza 2-3Torino - Pescara 3-1Triestina - Modena 2-2Varese - Frosinone 3-3

MARCATORI

16 gol: Cacia (Piacenza, 2r)

15 gol: Coralli (Empoli, 5r)

Succi (Padova, 5r)

12 gol: Gonzalez (Novara)

Bonazzoli (Reggina, 2r)

Bianchi (Torino, 2r)

28° Giornata 25-26/02/2011Atalanta-SassuoloCrotone-TriestinaEmpoli-Cittadella

Frosinone-GrossetoLivorno-AscoliModena-SienaNovara-Varese

Padova-PiacenzaPescara-AlbinoleffePortogruaro-Torino

Vicenza-Reggina

Stefano SantiniAllenatore: Madonna (Piacenza)

Rubinho(Torino)

Knezevic(Livorno)

Marino(Udinese)

Caridi(Grosseto)

Guzman(Piacenza)

Defalco(Sassuolo)

Neto Pereira(Varese)

Bianco(Frosinone)

Cofie(Piacenza)

Lazarevic(Torino)

Cesaretti(Frosinone)

Page 13: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

Menichini: il ritorno

13NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 13

Quando Leonardo Menichini lasciò il

Crotone era in zona play-off, ora lo

ritrova in zona play-out. Il “discepolo” di

Mazzone (è stato suo vice per dieci anni)

è stato ingaggiato dal Crotone nel giugno

dello scorso anno, poi è stato esonerato

“misteriosamente” dopo la terza sconfitta

in casa contro il Vicenza quando si trovava

a soli sei punti dalla zona spareggi promo-

zione. Al suo posto subentrò Eugenio Cori-

ni, già noto giocatore di Brescia, Juventus,

Palermo, Chievo. Probabilmente ancora

inesperto come allenatore (il suo primo in-

gaggio è stato al Portogruaro ma per pochi

giorni, andò via del ritiro precampionato)

non si è dimostrato all’altezza del suo ap-

pellativo, “il Genio”, rimediando una sola

vittoria in dieci partite e otto punti totali.

Ora la società è tornata sui suoi passi e a

dirigere la panchina rossoblu sarà di nuovo

mister Menichini, secondo la pratica diffu-

sa in Italia di richiamare i tecnici esonerati

in precedenza. Il comunicato ufficiale re-

cita: “(…) Menichini già conosce gruppo e

ambiente, avendo lavorato da luglio a no-

vembre con questi calciatori”. Intervistato

sia per il nostro sito che per il settimanale

a fine novembre, subito dopo l’esonero,

aveva detto: “Siamo stati sempre nella

parte sinistra della classifica, peraltro gio-

cando un buon calcio. Probabilmente la

società pensa che un altro tecnico possa

fare meglio del sottoscritto, ma io credo

che questo gruppo abbia dato il massimo”.

E ci ha visto lungo, tant’è che oggi, a di-

stanza di tre mesi, ci confessa: «Sono stato

un buon profeta. Io so quello che riesco a

dare alla squadra e non è facile per chi vie-

ne dopo di me ottenere gli stessi risultati».

Risollevare le sorti degli “squali” calabresi

non sarà facile, ma il tecnico di Ponsacco

lancia una sferzata di positività: «Bisogne-

rà lavorare a livello psicologico e soprat-

tutto sul morale. È necessario ritrovare i

sorrisi, purtroppo le sconfitte incupiscono.

Dobbiamo risollevare il morale a questi

ragazzi, devono riscoprire la voglia di gio-

care e proporsi. Il mio obiettivo primario è

portare la squadra a divertirsi di nuovo». I

prossimi tre incontri saranno fondamenta-

li per la salvezza, i rossoblu hanno in pro-

gramma Triestina, Varese e Ascoli: «Per

me le prossime quindici gare, fino alla fine

del campionato, sono tutte importanti,

ma di solito preferisco concentrarmi su

una partita per volta». In particolare è il

terreno del Varese che può impensierire il

mister ex Lumezzane (lo scorso anno sulla

panchina dei bresciani conquistò, alla gui-

da di una squadra di giovanissimi, la Cop-

pa Italia di Lega Pro, e raggiunse gli ottavi

di finale della Tim Cup), visto che è dal 6

novembre scorso, proprio sotto la sua di-

rezione, che il Crotone non ottiene vittorie

fuori casa ed è la squadra con il peggior

rendimento esterno in campionato: «Io

questo non lo sapevo e neanche mi inte-

ressa. Quando c’ero io non era così, io ri-

prendo la squadra adesso e quello che è

stato fatto prima non voglio considerarlo.

Io in trasferta ho fatto bene ad Ascoli, Sie-

na, Empoli, Albinoleffe e Frosinone quindi

con me non andava male in esterna, cer-

chiamo di riprendere da dove

mi sono fermato».

Sara Sbaffi

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15 NUMERO 7 - 24 febbraio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Panchine bollenti e valzer di mister sono ormai all’ordine

del giorno in Lega Pro. Divorzi che sembrano insanabi-

li, smentiti poi da inaspettati ritorni e nuovi arrivi che danno

speranza. A farne le spese sempre gli allenatori, ma quanti

meritano questa sorte? Le società, con l’occhio al bilancio,

cercano di ottenere il massimo profitto con il minimo impe-

gno facendo della prima legge dell’economia il loro grido di

battaglia. Purtroppo si finisce per creare squadre inadatte alla

categoria e impongono all’allenatore di turno il miracolo. Na-

turalmente la categoria superiore offre palcoscenici più am-

biziosi e risvolti economici più interessanti, ma l’impressione

è che le società vogliano, come dice la saggezza popolare, “La

botte piena e la moglie ubriaca”. (Fabiola Rieti)

Le società e la regola della “Botte piena e moglie ubriaca”I A DIVISIONE - Girone A

2 A DIVISIONE - Girone A 2 A DIVISIONE - Girone B 2 A DIVISIONE - Girone C

I A DIVISIONE - Girone B

CLASSIFICA

Gubbio -1 51

Sorrento 41

Alessandria -1 37

Bassano 36

Salernitana -3 35

Spal -1 33

Lumezzane -1 33

Ravenna 33

Reggiana 32

Verona 32

Spezia -2 31

Cremonese 30

Como -1 28

Sudtirol 26

Pergocrema -1 25

Pavia 25

Monza 19

Paganese 16

CLASSIFICA

Tritium -2 41

Pro Patria -4 40

Pro Vercelli 39

Lecco 35

Feralpisalò -2 35

Savona -4 30

Rodengo Saiano -2 30

Renate 28

Sambonifacese 27

Canavese -6 27

Montichiari 24

Virtus Entella -1 22

Valenzana -1 21

Sacilese 19

Casale 16

Mezzocorona 14

Sanremese 14

CLASSIFICA

Carpi 46

Carrarese 41

Giacomense 32

Chieti 31

San Marino 30

L’Aquila 29

Poggibonsi 28

Prato 28

Celano 23

Bellaria 22

Gavorrano 21

Crociati Noceto 21

Sangiovannese -10 17

Fano -2 16

Giulianova 14

Villacidrese -10 8

CLASSIFICA

Latina -2 41

Trapani -1 38

Aversa Normanna 34

Milazzo 34

Pomezia 32

Neapolis Mugnano 32

Avellino 32

Matera 31

Melfi -2 26

Lamezia 26

Fondi 24

Brindisi -1 22

Isola Liri 20

Campobasso 19

Vibonese -1 12

Catanzaro -5 -2

CLASSIFICA

Nocerina 55

Benevento 43

Atletico Roma 40

Juve Stabia 38

Siracusa 35

Taranto 35

Lucchese 34

Foggia -2 34

Lanciano 32

Andria 28

Cosenza -3 26

Viareggio 26

Ternana -2 26

Gela 26

Foligno -2 25

Pisa 23

Barletta 23

Cavese -7 19

25° Giornata 27/02/2011Gubbio-Como

Lumezzane-BassanoPaganese-Reggiana

Pavia-MonzaPergocrema-Spezia

Salernitana-SpalSudtirol-CremoneseSorrento-Alessandria

Verona-Ravenna

24° Giornata 27/02/2011Canavese-Casale

Lecco-Rodengo SaianoMezzocorona-Montichiari

Pro Vercelli-TritiumSacilese-Pro PatriaFeralpisalò-Renate

Sanremese-Virtus EntellaSavona-Sambonifacese

Riposa: Valenzana

21° Giornata 27/02/2011Bellaria-PratoChieti-Celano

Fano-Crociati NocetoGavorrano-Carrarese

Giulianova-San MarinoL’Aquila-Villacidrese

Poggibonsi-GiacomenseSangiovannese-Carpi

21° Giornata 27/02/2011Aversa Normanna-Trapani

Avellino-FondiBrindisi-Matera

Campobasso-Isola LiriLatina-PomeziaMilazzo-Melfi

Vibonese-CatanzaroVigor Lamezia-Neapolis Mugnano

25° Giornata 27/02/2011Barletta-Siracusa

Benevento-CosenzaCavese-PisaFoggia-Gela

Foligno-TernanaLanciano-AndriaLucchese-Taranto

Nocerina-Atletico RomaViareggio-Juve Stabia

MARCATORI

17 Gol: Paulinho (Sorrento, 6r)

14 Gol: Gomez (Gubbio, 4r)

12 Gol: Cipriani (Spal)

10 Gol: Ferrario (Monza, 2r)

9 Gol: Ferrari (Lumezzane, 1r)

MARCATORI

16 Gol: Ripa (Pro Patria)

11 Gol: Fabbro (Lecco, 2r)

9 Gol: Pietribiasi (Sambonifacese)

Tarallo (Savona, 4r)

MARCATORI

12 Gol: Gaeta (Carrarese, 1r)

10 Gol: Pietranera (Crociati N., 4r)

Falomi (Celano, 2r)

8 Gol: Cesca (Carpi)

Giglio (Carpi, 3r)

MARCATORI

10 Gol: Guazzo (Melfi, 3r)

9 Gol: Grieco (Aversa N., 3r)

Giannone (Matera)

Perrone (Trapani, 1r)

Mangiapane (Lamezia, 5r)

MARCATORI

14 Gol: Insigne (Foggia, 2r)

12 Gol: Ciofani (Atl.Roma, 4r)

Sau (Foggia)

Marotta (Lucchese)

11 Gol: Innocenti (Barletta, 1r)

24° Giornata 20/02/2011Alessandria - Sudtirol 0-0Bassano - Pavia 0-0Como - Sorrento 3-2Cremonese - Verona 1-2Monza - Gubbio 2-3Ravenna - Paganese 1-0Reggiana - Lumezzane 0-2Spal - Pergocrema 0-1Spezia - Salernitana 2-1

23° Giornata 20/02/2011Casale - Feralpisalò 0-0Montichiari - Sacilese 0-1Pro Patria - Canavese 1-2Renate - Valenzana 1-0Rodengo - Pro Vercelli 0-0Sambonifacese - Sanremese 0-1Tritium - Savona 0-0Virtus Entella - Lecco 1-1

Ha riposato: Mezzocorona

20° Giornata 20/02/2011Bellaria Igea - Gavorrano 1-0Carrarese - Chieti 1-1Celano - Poggibonsi 3-0Croc. Noceto - Giulianova 3-2L’Aquila - Carpi 1-2Prato - Sangiovannese 2-1San Marino - Fano 2-2Villacidrese - Giacomense 0-1

20° Giornata 20/02/2011Fondi - Milazzo 1-2Isola Liri - Avellino 0-3Matera - Catanzaro 1-0Melfi - Vibonese 2-0Neapolis - Aversa Normanna 0-0Pomezia - Campobasso 1-2Trapani - Latina 3-2Vigor Lamezia - Brindisi 1-1

24° Giornata 20/02/2011Andria - Nocerina 0-1Atletico Roma - Lucchese 1-2Cosenza - Barletta 1-1Gela - Foligno 0-0Juve Stabia - Virtus Lanciano 1-0Siracusa - Cavese 1-0Taranto - Pisa 2-1Ternana - Benevento 1-3Viareggio - Foggia 0-4

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Quarant’anni e non sentirli. Paolo Sciac-

caluga è nato nel 1971 a Genova e que-è nato nel 1971 a Genova e que-nel 1971 a Genova e que-

sta potrebbe essere la sua ultima stagione

da capitano del Ravenna: «Ogni anno dico

che è l’ultimo, anche lo scorso sono stato in

dubbio fino alla fine e poi sono rimasto. Valu-

terò a fine campionato il da farsi». L’esperto

regista giallorosso, che nel 2009 ha raggiunto

il traguardo delle cento presenze con questa

maglia, vede ancora il calcio nel suo futuro:

«Io vorrei rimanere in questa citt à, per moti -Io vorrei rimanere in questa città, per moti-

vi familiari e perché mi trovo bene in questa

società. Da cinque anni sono qui e vorrei con-

tinuare a lavorare in ambito calcistico, o da di-

rigente o da allenatore. Però finché sono an-

cora sul campo non ci penso e mi concentro

solo sulle partite». Nella sua lunga carriera ha

militato in squadre come il Siena e l’Hellas Ve-

rona in Serie B o il Pavia nella vecchia C/1 regi-

strando oltre trecento presenze in Lega Pro e

novantasette in B. Ma a quale di queste squa-

dre è rimasto affettivamente più legato? «A

Siena ho avuto grandi soddisfazioni (ha vissu-

to il passaggio in serie cadetta dopo cinquan-

tacinque anni vincendo il girone A) e di tutte

le squadre in cui ho giocato ho un bel ricordo.

Tutte, tranne Verona. Lì sono stato male so-

prattutto nei rapporti con i dirigenti. La città

è bellissima, ma quell’esperienza è stato un

periodo molto negativo». Capitan Sciaccaluga

è stato protagonista di un episodio che gli fa

onore nell’ultimo incontro del girone d’anda-

ta contro il Monza. Il congolese Christofer Ou-

alembo è stato oggetto di cori e fischi razzisti

da parte della curva romagnola e a fine gara,

preso dalla rabbia, è corso verso i tifosi avver-

sari togliendosi la maglia e piangendo. Il cen-

trocampista giallorosso lo ha tranquillizzato

e, abbracciandolo, lo ha ricondotto negli spo-

gliatoi. Un importante gesto antirazzista per

prendere le distanze dalla minoranza dei suoi

sostenitori: «Purtroppo queste cose accadono

spesso anche nel calcio minore. Il mio è stato

un gesto normale, Oualembo è giovane ed

inesperto, gli ho detto solo di non prenderse-

la. Ne hanno parlato molti giornali ma io non

volevo fare l’eroe, mi è venuto istintivo però

il problema rimane». Il Ravenna è stato mul-

tato per l’accaduto, ma con uno sconto pro-

prio perché il capitano ha difeso l’avversario.

La passata stagione, conclusasi al tredicesimo

posto, è stata segnata da un triste episodio

che ha compromesso le sorti della squadra:

il decesso dell’attaccante Brian Filippi a soli 20

anni a causa di un incidente stradale. Il cam-

pionato 2010/11 invece è iniziato in modo

stentato per i ragazzi di mister Leonardo Rossi

che poi sono riusciti a risollevarsi attestandosi

a metà classifica: «Siamo parti ti con l’obietti -Siamo partiti con l’obietti-

vo di salvarci il prima possibile. I primi incontri

sono stati disastrosi, eravamo ultimi e in una

brutta situazione. Ora siamo riusciti a ripren-

dere posizioni - conclude Sciaccaluga - ma

non bisogna far confusione, dobbiamo rima-

nere concentrati e con i piedi ben

saldi a terra».

Sara Sbaffi

Sciaccaluga: “A Ravenna il mio presente e il mio futuro”

(Foto Archivio)

17NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Fabiola Rieti e Sara Sbaffi

Errare è umano, ma perseverare è diaboli-

co! Commettere un errore una volta ci può

stare, ma continuare a compierlo è sintomo di

qualcosa che non funziona. Da questa settima-

na parte la nostra inchiesta sulla classe arbitrale

della Lega Pro dove metteremo sotto la lente

d’ingrandimento l’operato delle giacchette nere

partendo dall’opinione dei dirigenti delle squa-

dre di Lega Pro e analizzando il lavoro, la tenuta

atletica, le lacune, il comportamento in campo

dei direttori di gara, valutando anche le possi-

bili soluzioni per migliorare il settore. Giuseppe

Pavone, dirigente sportivo del Foggia, non ama

parlare degli arbitri: «Se si è forti si vince altri-

menti no». Eppure la squadra pugliese in que-

sta stagione ha inviato ben due missive alla FIGC

per segnalare le sviste arbitrali e anche le la-

mentele di mister Zeman sono state numerose.

In particolare le polemiche sugli eventuali torti

subìti si riferiscono al gol di Raffaele Biancolino,

attaccante del Cosenza, che ha strappato con le

mani il pallone dalle mani del portiere rossone-

ro Simone Santarelli: ha poi segnato, esultato

e ingiustamente, e nell’incredulità generale, è

stata convalidata la rete. Il dossier del club dei

“satanelli” segnala anche il grave infortunio di

Giovanni Tomi, dovuto all’entrata pericolosa di

Stefano Dicuonzo in area di rigore non sanzio-

nata con la massima punizione. La gara

in questione è quella di Coppa Italia

contro la Juve Stabia che, oltre a pro-

curare un danno gravissimo al terzino

(rottura dei legamenti della caviglia si-

nistra) ha causato anche un danno eco-

nomico alla società (che elargirà lo sti-

pendio ad un giocatore inutilizzabile). Il

ds rossonero però non si sbilancia mol-

to e, giudicando l’operato arbitrale di

quest’anno, afferma: «C’è scarsa quali-

tà, si fanno errori dovuti all’inesperienza. Non

credo che ci sia cattiva fede, il problema è che

si sta cercando di creare un nuovo gruppo arbi-

trale che ha bisogno di farsi le ossa». Sul com-

portamento in campo degli arbitri non vuole

rispondere perché non direttamente coinvolto:

«Fuori dal campo sono disponibili e tranquilli, in

campo non lo posso sapere – asserisce brusca-

mente - quindi dovreste chiederlo ai giocatori».

Per quanto riguarda il livello fisico e atletico dei

direttori di gara, Pavone non ha nulla da obiet-

tare: «Da quello che ho potuto vedere io, sono

abbastanza in forma». Giuseppe Pavone, che

non è certo il primo arrivato ma ha una lunga

esperienza prima come giocatore e poi come

dirigente dello stesso “Foggia dei miracoli” che

arrivò in Serie A, traccia quelle che secondo lui

possono essere le soluzioni per migliorare il set-

tore arbitrale italiano: «Ci vuole solo passione,

voglia di emergere e sacrificio, queste tre cose

sono alla base di tutto». Mentre sull’aiuto tec-

nologico anche nelle serie minori è scettico:

«Io non credo molto nella moviola o ad altri

stratagemmi tecnici, per me il calcio è bello così

com’è». Anche il Benevento, dopo aver inviato

La Lega Pro e gli arbitri

1818 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Pavone, ds del Foggia (Foto Archivio)

Page 19: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

un ricco dossier su dubbie decisioni operate dai

direttori di gara ai loro danni, aveva chiesto un

colloquio privato con il presidente della Lega Pro

Mario Macalli e il designatore della CAN-PRO

Stefano Farina. In attesa della convocazione,

Massimo Mariotto, direttore generale dei gial-

lorossi, da vero gentleman si mostra disponibile

e conciliante nei confronti della classe arbitrale:

«Direi che il livello è buono. Ritengo che le scelte

arbitrali non hanno influito più di tanto sul corso

del campionato». La dichiarazione sembra un

po’ in contrasto con la scelta di Giuseppe Lam-

parelli, delegato allo Sport per la Provincia di Be-

nevento, che al termine del derby con la Noce-

rina inviò una nota di protesta alla Federazione

Italiana Giuoco Calcio, alla Lega Italiana Calcio

Professionistico e alla Commissione Arbitri Na-

zionale Pro per chiedere maggiore vigilanza sul-

le direzioni che fino a quel momento, a suo dire,

avevano penalizzato i campani. Il dirigente del

Benevento però, precisa e prende le distanze:

«Noi abbiamo fatto un esposto, ma non siamo

al primo posto non certo per

i torti arbitrali». Sulla condi-

zione atletica dei direttori

si dice soddisfatto: «Si sta

creando una buona gene-

razione, li trovo bene anche

dal punto di vista fisico-at-

letico». Le lacune maggiori,

tuttavia, sembrano investire

gli assistenti: «Noi abbiamo

rilevato due episodi a nostro

sfavore dove hanno sbaglia-

to gli assistenti. C’è da dire,

a loro parziale discolpa, che

è anche il ruolo più difficile,

perché si decide tutto in una

frazione di secondo». Spes-

so emergono polemiche sul

comportamento in campo

degli arbitri, secondo alcuni

non sempre inclini al dialo-

go, ma Massimo Mariotto

fa un’analisi imparziale: «Da

ex calciatore posso dire che

dipende anche molto da

come si propone l’atleta. Per

esempio c’è un allenatore

in serie A che fa arbitrare le

partite di allenamento a tur-

no ai giocatori stessi per far-

gli capire meglio cosa si prova a stare dall’altra

parte. La squadra e il capitano devono aiutare

il direttore di gara, anche perché spesso sono

arbitri giovani che entrano in stadi importanti

e cominciano a sentire la pressione, quindi c’è

bisogno ed è fondamentale l’aiuto di tutti». Se

molto si è fatto per aiutare la classe arbitrale

ad elevarsi a buoni livelli, tanto si deve ancora

fare e il direttore generale del Benevento sug-

gerisce una possibile strada: «Qualche anno fa ,

quando ho fatto il corso a Coverciano già si va-

lutavano diverse ipotesi, ma oggi con la riforma

dei campionati ormai alle porte è forse possibile

fare concretamente qualcosa. Una soluzione

potrebbe essere “convertire” quei calciatori che

non trovano spazio nel mondo del calcio profes-

sionistico, avviandoli ad una carriera da arbitri».

Sul supporto tecnologico invece Mariotto pone

un freno: «Le tecnologie nella nostra serie sono

difficili da applicare per un motivo soprattutto

economico. Le società fanno già fatica così, ma

nelle serie superiori non avrei dub-

bi ad inserirle da subito».

1919w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Mariotto, dg del Benevento (Foto Archivio)

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21NUMERO 7 - 24 febbraio 2011

Dopo le dimissioni di mister Volpi, il Montevar-

chi chiama sulla panchina Roberto Biffi, ex

calciatore di Milan, Parma e Palermo. Il nuovo al-

lenatore della squadra toscana ha già fissato gli obi-

ettivi: «Vogliamo mantenere la categoria, siamo

avvantaggiati sulla zona calda e vorremmo starne

lontani per concludere il campionato in tranquillità

e fare un buon programma per il prossimo anno».

Infatti 28 punti, con un vantaggio di cinque lunghe-

zze sulle inseguitrici, sono un buon bottino da am-

ministrare. Il mister ha trovato un ambiente sere-

no: «Ho avuto qualche difficoltà all’inizio, perché la

pioggia ha condizionato i campi e le sedute di al-

lenamento, ma sono ragazzi vogliosi e credo che il

cambio di panchina porti sempre ad una scossa».

Sui suoi ragazzi il mister è fiducioso: «Il punto forte

di questa squadra sono molti giovani interessanti

in ruoli decisamente importanti. Quando si cam-

bia l’allenatore c’è qualcosa che non ha funzionato

e il cambiamento dà motivazioni nuove a questi

giocatori. Il punto debole di questa squadra non

lo dico per non avvantaggiare gli avversari». Per

chi come Biffi ha avuto esperienze nei massimi

campionati le difficoltà della categoria non sono

poche, ma la maggiore: «È quella di schierare i gio-

catori under per regola, quindi tutte le volte che si

sostituisce un giovane bisogna ritrovare un giusto

assetto non solo tattico, ma anche considerando

le annate dei giocatori. Così siamo allenatori calco-

latori e dobbiamo stare attenti, perché un cambio

sbagliato può costare punti importanti e mandare

in fumo settimane di lavoro». Il mister del Monte-

varchi auspica prospettive diverse anche nelle se-

rie superiori: «Certo, se hanno fatto questa regola

degli under un motivo c’è, ma far giocare giocatori

perché è dovuto non è il massimo. Ci adeguiamo

alle regole, ma se un giocatore è bravo gioca co-

munque. Mi piacerebbe però vedere anche nel

calcio professionistico una regola simile per far

giocare più giovani italiani e meno

stranieri».

Il Montevarchi riparte da BiffiFabiola Rieti

w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Fabiola Rieti

Timore di conflitto di interessi a Gaeta nel

corso della partita con il Francavilla Fc, gio-

cata lo scorso 6 febbraio, e sull’episodio torna

a parlare il vicepresidente della squadra laziale,

Antonello Buono. Molti i punti oscuri della vi-

cenda, dalla nomina dei direttori di gara a quan-

to accaduto sul campo. Oltre al direttore di gara

Ruggiero Doronzo di Barletta, sono coinvolti i

due collaboratori Simone di Lecce e Pignatelli

di Taranto. Il dubbio può nascere scorrendo la

provenienza della terna e questo in prima bat-

tuta non era sfuggito neanche al Gaeta, come

spiega il vice del patron Damiano Magliozzi:

«La designazione della terna arbitrale già ci

aveva lasciato perplessi, perché è “coinvolta”

con squadre pugliesi e avevamo sollecitato un

intervento per evitare polemiche e ingiustizie

nei confronti delle squadre interessate alla lot-

ta per i primi posti della classifica». Un dubbio

che è diventato una certezza proprio nel corso

della partita, come ci racconta il numero due

dei biancorossi: «Al di là degli aspetti tecnici,

durante la gara ci sono stati negati due rigori

macroscopici e ci hanno fermato diverse volte

in posizioni di fuorigioco molto dubbie. I gioca-

tori, ben otto, ci hanno poi riferito che l’arbitro

ha detto “Non vi sprecate più di tanto perché

tanto il campionato lo vince il Nardò”. Noi non

abbiamo cercato un confronto verbale con il di-

rettore di gara proprio per evitare squalifiche o

decisioni a nostro sfavore, ma siamo andati di-

rettamente dal commissario chiedendo un suo

intervento. L’arbitro naturalmente ha negato le

accuse. È stato comunque un episodio molto

increscioso». Antonello Buono ha poi svelato le

prossime mosse del Gaeta sulla vicenda: «Ab-

biamo fatto un esposto in Federazione per non

farci arbitrare da terne “vicine” ad altre squadre

che sono coinvolte nella lotta per il campionato.

Noi non ci siamo permessi di contestare, voglia-

mo andare in campo tranquilli, tutelati e gioca-

re a calcio senza alibi. Sono situazioni poco edu-

cative anche per gli under che, sentendo queste

frasi, possono pensare che tutto sia già deciso a

tavolino e demoralizzarsi». Il dirigente del Gae-

ta si sofferma sui cambiamenti possibili per cer-

care di non assistere più a situazioni di questo

tipo: «L’unica soluzione per migliorare l’operato

arbitrale è la maggiore attenzione, che va al di

là delle reali capacità dell’arbitro nel dirigere la

gara. Noi affrontiamo spese importanti e avere

il dubbio che qualcosa non vada non ci fa stare

tranquilli. La sede arbitrale deve farsi delle do-

mande». E magari darsi anche delle risposte. In

conclusione Antonello Buono ci tiene a tutelare

il suo Gaeta: «Non sappiamo se verranno presi

provvedimenti per Doronzo ed eventualmente

quando, perché sono procedure interne all’As-

sociazione degli arbitri. Abbiamo manifestato,

però, la volontà di non venire diretti da arbitri

legati a squadre in lotta, perché diciamo “no” al

conflitto di interessi, anche se va

di moda».

Il Gaeta alza la voce: “Mai più arbitri pugliesi”

23NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Fuga in contropiede di Nicoletti che si lancia

in attacco attirando su di sé un difensore,

pallone scaricato sulla destra per Giovanni

Amodeo, che davanti al portiere lo supera e

da posizione defilata riesce a insaccare con un

preciso rasoterra. È il 37’ del secondo tempo

ed è questo il racconto del centesimo gol di

“John”, Giovanni Amodeo del SandonàJesolo.

Per il bomber della squadra veronese, quello

dello scorso 6 febbraio era il sedicesimo gol

stagionale (oggi sono diciassette dopo il gol

nell’ultima giornata contro il Torviscosa, ndr)

che regalava la certezza della vittoria contro

il San Paolo Padova, una delle migliori squa-

dre del campionato. Classe ’82, nato in pro-

vincia di Alessandria, Amodeo è una punta

di 190 centimetri al quale però piace giocare

con i compagni, fare sponde con la palla ra-

soterra. La gioia del centesimo gol è arrivata

inaspettata perché Giovanni solo dopo il gol

segnato al San Paolo è stato avvertito dai suoi

compagni della quota gol appena raggiunta:

«Sono venuto a saperlo dopo la gara quando

ci siamo messi a fare un po’ di calcoli. Non era

un obiettivo che mi ero prefissato però ora che

l’ho raggiunto sono sicuramente soddisfatto

anzi, ora punto ai centocinquanta». Amodeo

insomma non è un tipo alla Pippo Inzaghi, con

la calcolatrice sempre in mano che conta i pro-

pri gol. In stagioni che vanno sempre nel modo

giusto, ce ne sono altre in cui il pallone sembra

non voler mai entrare, come gestire queste

situazioni per chi con il gol ha un rapporto così

speciale? «Ormai dopo tante stagioni ho cap-

ito come comportarmi. Prima quando ero più

giovane mi innervosivo e perdevo di vista qual

era l’obiettivo con la mia squadra. Adesso, con

l’esperienza, quando mi accorgo di passare

per un momento in cui la porta sembra stret-

tissima, cerco di non pensarci e soprattutto di

fare qualcosa in più per la squadra e non per

me stesso. È vero comunque, ci sono momenti

difficili ed altri in cui ti senti in grado di segnare

anche tirando da centrocampo. Un esempio

su tutti è stata la scorsa stagione in cui in metà

campionato sono riuscito ad andare a rete per

ben ventisette volte». Con tutti questi gol è si-

curamente difficile scegliere il migliore, quello

che ha provocato le maggiori emozioni. Così

Amodeo ne sceglie ben tre, segnati da bomb-

er qual è, ovviamente nella stessa partita: «Qui

col Sandonà sono sicuramente molto affezion-

ato ad una tripletta segnata contro il Venezia.

In quella giornata tutto è andato a meraviglia

sia per me che per la squadra, veramente dei

gol da ricordare». Con tanti gol fatti invece è

più semplice capire qual è il gol “alla Amodeo”

segnato da Amodeo: «Il centesimo gol contro

il San Paolo Padova, cioè scartando il portiere.

Non è davvero un mio gol caratteristico. Io

sono abituato a tirare di prima, dentro l’area,

magari sfruttando un passaggio

filtrante o un cross dalla fascia».

Piero Barbaro

25NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

(Foto Archivio)

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27NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 27w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

La sosta del campionato è stata molto utile al

Boville Ernica, sia per recuperare i numerosi

infortunati sia per riprendere fiato dopo le tre

sconfitte consecutive. Il tecnico della formazi-

one laziale, Franco Perilli ce lo conferma: «Riu-

sciremo a recuperare una buona parte degli in-

fortunati, abbiamo sfruttato al meglio la pausa

proprio per prepararci e ripartire». I blugranata

torneranno in campo il prossimo 27 febbraio,

allo stadio “Montorli” è attesa la compagine del

S.Antonio Abate, una squadra che in trasferta

ha conquistato molti più punti che in casa:

«Questo non mi preoccupa assolutamente –

ci tiene a precisare Perilli - rispettiamo tutti i

nostri avversari e non ci facciamo intimorire.

La nostra forza sta nel gruppo e nella voglia di

lavorare con umiltà». I ciociari sembrano inca-

paci di pareggiare, tre sole partite impattate

su venti giocate: «La nostra squadra ha una

mentalità che punta al risultato sia in casa che

fuori. Cerchiamo sempre di fare il massimo per

ottenere i nostri scopi. Le partite si giocano per

vincerle». A dieci giornate dalla fine della sta-

gione gli obiettivi sono rimasti gli stessi che vi

eravate prefissati all’inizio? «Noi stiamo facen-

do un grande campionato, oltre ogni previsio-

ne. Quando sono arrivato qui la dirigenza mi ha

chiesto di puntare alla salvezza fino all’ultima

giornata e noi siamo riusciti a fare meglio». Il

Boville, infatti, si trova nella zona alta della clas-

sifica nonostante le ultime sconfitte, per questo

deve ringraziare anche le dirette avversarie che

non hanno vinto. «Io ho molta fiducia nel mio

gruppo, ci sono giocatori importanti. Purtroppo

abbiamo sette giocatori esperti, mentre gli altri

sono tutti giovani e quand’è così basta che tre o

quattro dei senior vengano meno che si palesa-

no i problemi. Oltretutto il nostro è un girone in-

fuocato, una vera palestra per i più giovani che

in questo modo fanno esperienza e

crescono».

Perilli: “Boville, devi ripartire”Sara Sbaffi

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Page 29: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.7

29NUMERO 6 - 17 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Quali sono le mani di partenza? La migliore tabel-

la delle mani di partenza con cui iniziare a gioca-

re a poker è senza dubbio quella di David Sklansky. La

puoi trovare facilmente su internet e scaricartela, te-

nendola vicino mentre giochi. Qual è la tua posizione

al tavolo? L’ordine in cui i giocatori agiscono dipende

da dove sono seduti in relazione al mazziere o dealer.

Questo fattore è importante, infatti quanto prima

devi agire, tanto più forte deve essere la tua mano,

poiché quanti più giocatori ci sono dopo di te, maggio-

re è la possibilità che uno di loro abbia delle carte più

forti delle tue. Quanto dovresti rilanciare? Se nessuno

ha rilanciato prima di te, rilancia semplicemente 4 big

blind + 1 big blind per ogni giocatore che è entrato nel

piatto prima di te. Se un avversario ha rilanciato pri-

ma di te, allora rilancia per 3 volte l’importo del rilan-

cio originario. Se c’è stato più di un rilancio prima di te,

una cosa è certa: non ti fare coinvolgere a meno che

tu non abbia una mano monster. Gioca soltanto AA

e KK, due assi e due re. Se hai realmente una mano

monster, in questo scenario la tua linea di gioco è sem-

plice: vai all-in. Due donne (QQ) o asso re (AK) vanno

passate, così come qualsiasi altra mano che non sia

AA o KK. Che succede se qualcuno rilancia dopo di te?

Se hai una coppia di assi o di re, dovresti continuare a

rilanciare. La migliore cosa che si possa fare è tentare

di andare all-in al preflop. Alcuni principianti hanno

difficoltà a fare una cosa del genere, ma tieni presente

che sei di gran lunga in vantaggio contro ogni coppia

per circa l’80%. Difficilmente potrai trovare un’oppor-

tunità più redditizia per un all-in. Passa tutte le altre

mani, comprese AK e AQ, per quanto difficile ti possa

risultare. Se hai una pocket pair più piccola di AA o KK,

puoi fare un’eccezione e vedere un rilancio, a condi-

zione che sia te che l’avversario abbiate uno stack di

almeno 20 volte l’importo che stai per vedere. Inoltre

nei limiti inferiori incontrerai abbastanza spesso gio-

catori che effettuano soltanto dei miniraise. Indipen-

dentemente da cosa pensi stiano facendo, non ha

sicuramente molto senso. Se sei già entrato nel piatto

e un avversario rilancia dopo di te con un miniraise,

dovresti fare sempre call, a meno che tu non abbia

chiaramente AA o KK, con cui dovresti controrilancia-

re. In conclusione, scegliere le mani di partenza giuste

è già metà dell’opera e numerosi giocatori buttano i

loro soldi proprio in questo punto. Il tuo motto dovrà

essere “winning by folding” (vincere facendo fold).

Le basi pre-flop nel poker cash game

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R EPUBBLICA DI SAN MARINO – È fuga!

Si stacca il Pennarossa e vola a + 4

dalla Cosmos. Fondamentali i 3 gol ai dan-

ni del Domagnano, sempre più relegato

all’ultima posizione del raggruppamento

B. Dicevamo della Cosmos, la squadra ti-

tana non è riuscita a superare lo scoglio

Tre Fiori: la squadra di mister Floriano

Sperindio è scesa in campo determinata

a consolidare il proprio primato in testa

al gruppo A con un sonoro + 8 sul Mu-

rata di mister Alberto Manca. E pensare

che va avanti la Cosmos con Fucili al 39’

del primo tempo. Il Tre Fiori però fa qua-

drato e prima di scendere negli spogliatoi

rimette la gara in parità con Macina. Il sec-

ondo tempo è tutto gialloblu: al 57’ va in

gol Macerata e nell’arco di 3 minuti (88’ e

91’) Amici mette il sigillo alla gara. Faeta-

no-Murata finisce 0-0, forse un’occasione

sprecata per entrambe le squadre: il Faeta-

no avrebbe potuto accorciare le distanze

sulla Juvenes/Dogana, mentre il Murata,

sempre con la speranza di un passo falso

del Tre Fiori, sarebbe quantomeno rimas-

ta in scia alla squadra di Sperindio. Sha-

bani la fa da padrone nella gara Cailungo-

Virtus. L’attaccante infatti, sigla tutte e 3 le

reti per la squadra ospite rispettivamente

al 19’, 24’ e 58’. Il gol della bandiera per il

Cailungo, arriva su rigore al 76’. A far paura

ai ragazzi rossoverdi non è la sconfitta ma

i soli 4 punti ottenuti finora. Non si fanno

male Folgore/Falciano e Fiorentino, alme-

no non di più di quanto se ne siano fatto

fino ad oggi. Le due “penultime” si affron-

tano e

p a r e g -

g i a n o ,

un 1-1

scialbo

che non

serve a

nessuna

d e l l e

d u e

compagini ormai risucchiate nella parte

più bassa delle rispettive graduatorie.

La Juvenes/Dogana vince invece per 3-2

in casa contro il Tre Penne: entrambe a

quota 19 punti in classifica hanno com-

promesso la lotta per un posto nei play-

off già da tempo. Migliore il caso del Tre

Penne però, visto che a quota 19 trova

anche Libertas e San Giovanni. Sarà cer-

tamente bagarre fino all’ultima giornata.

Chiudiamo con una gara da metà classifica

ma sconsigliata ai deboli di cuore o a colo-

re che non sono abituati a saltare in piedi

dal seggiolino. Simon Parma infatti dovrà

pagare un fisioterapista a tutti i tifosi de La

Fiorita che al 3’, al 18’ e al 20’, sono saltati

in piedi per esultare ai suoi gol. Nel mezzo,

al 10’, Monac apre le marcature per il San

Giovanni e al 39’ lo imita Duarte. Siamo sul

4-2 ma al 41’ Bollini trova il tempo per ria-

cutizzare il mal di schiena dei tifosi titani

di fede gialloblu, siglando il 5-2. Al rien-

tro dagli spogliatoi è ancora La Fiorita ad

andare in gol con Alessandro Guidi al 52’.

Quando tutto sembra finito, ecco ancora

due guizzi del San Giovanni, al 59’ segna

Ugolini su rigore e al 88’ Righi

sancisce il definitivo 6-3.

Pennarossa in volata. Frena la CosmosLuigi Cardarelli Campionato Sammarinese

CAMPIONATO SAMMARINESE

CLASSIFICA GRUPPO APennarossa 31Cosmos 27La Fiorita 23Juvenes/Dogana 19Faetano 14Fiorentino 8Cailungo 4

MARCATORIGRUPPO A10 Gol: Marco Fantini (Juvenes/Dogana)8 Gol: Simon Parma (La Fiorita)7 Gol: Mario Fucili (Cosmos)6 Gol: Valentin Grigore (Fiorentino) Paolo Montagna (Cosmos) Enrico Foscoli (Pennarossa)

GRUPPO B8 Gol: Alessandro Giunta (Tre Fiori)7 Gol: Manuel Dominici (Folgore/Falciano) Federico Amici (Tre Fiori)6 Gol: Sossio Aruta (Tre Fiori) Roberto Gatti (Murata) Adolfo Hirsch (Virtus)

14° Giornata 19-20/02/2011Cailungo-Virtus 1-3Folgore/Falciano-Fiorentino 1-1Juvenes/Dogana-Tre Penne 3-2La Fiorita-San Giovanni 6-3Pennarossa-Domagnano 3-0Tre Fiori-Cosmos 4-1Faetano-Murata 0-0

CLASSIFICA GRUPPO BTre Fiori 31Murata 23San Giovanni 19Tre Penne 19Libertas 19Virtus 16Folgore/Falciano 11Domagnano 5

15° Giornata 26-27/02/2011Murata-Pennarossa

Cosmos-VirtusDomagnano-Fiorentino

Libertas-FaetanoFolgore/Falciano-La Fiorita

Juvenes/Dogana-San GiovanniTre Penne-Cailungo

31NUMERO 7 - 24 febbraio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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