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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma 1 EuRo iL SETTiMAnALE di A, B, LEGA PRo, d, CALCio FEMMiniLE E CALCio A 5 Anno 2 - n° 23 17 GiuGno 2010 Varese, Pescara, Spezia, Gubbio e Cisco Roma in tripudio www.professionecalcio.eu

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.23

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.23

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

1 EuRoiL SETTiMAnALE di A, B, LEGA PRo, d, CALCio FEMMiniLE E CALCio A 5 Anno 2 - n° 23 17 GiuGno 2010

Varese, Pescara, Spezia, Gubbio

e Cisco Roma in tripudiowww.professionecalcio.eu

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L’EDITORIALE un valore anche dal

punto di vista dellasicurezza, non simuove nessuno?Volete sapere chi èRobin Hood? Comeho detto all’avvoca-to Cotugno: non velo dirò mai. Almenocosì durante lac h i a c c h i e r a t apotremmo parlaredi altre cose, legger-mente (!) più impor-tanti.Alla ProcuraFederale diamo unconsiglio, anche segli avvocati che cilavorano non neavranno sicuramen-te bisogno: fatevidue conti sulle spesedi gestione dellaF e d e r c a l c i o .Guardate quantocostano gli aerei pri-vati e gli alberghi a 5stelle e chiedetevi ilperchè di alcuneassunzioni a dirpoco “familiari”.

di Massimiliano Giacomini

OMA - Misono semprechiesto che

cosa facessero allaProcura Federaledella FIGC di frontealle inchieste chealcuni giornalistiportano avanti. Misono sempre chiestose gli avvocati chelavorano perPalazzi, una voltaavuto sotto gli occhiun giornale, ne leg-gessero l’intero con-tenuto o solo quelloche gli venisse sug-gerito o consigliatodi vedere. Mi sono semprechiesto se il lavoroche stiamo portan-do avanti in questimesi sulle omologa-

zioni dei campi ita-liani e sul degradodegli stessi impiantiprima o poi sarebbearrivato nelle stanzedella Procura e qual-cuno avrebbe affer-mato con forza:bisogna fermarequesto scempio! Misono sempre chiestose alla FIGC stesse acuore la salute deimilioni di ragazziche ogni giornoscendono in camporischiando la vitaper colpa di omolo-gazioni scandaloseche permettono digiocare su dei campial limite dell’inde-cenza. Le rispostesono molteplici etutte portano versouna piccola parolache può essere usata

anche come escla-mazione: NO. No, dalla ProcuraFederale non siparla delle inchiesteche noi portiamoavanti.No, dalla ProcuraFederale i giornalinon vengono lettiper intero ma soloalcuni articoli chetoccano i poteriforti.No, alla FIGC nonfrega nulla dellasalute e della sicu-rezza dei milioni diragazzi che non gio-cano per soldi masolo per passione. Vi dico questo per-ché settimana scor-sa, dalla ProcuraFederale, mi è arri-vata una cortesetelefonata dall’av-vocato LeonardoCotugno che michiedeva un incon-tro. Ma per parlaredi che? Dell’inchiestasulle omologa-z i o n i ?S u l l ’ e t e r n i t ?Sugli allenatoridei settori gio-vanili che scen-dono in camposenza averne ititoli? No, niente ditutto questo,ma sugli articoliscritti dal nostroRobin Hood. Micadono le brac-cia, per nonusare parti delcorpo più appro-priate alla circo-stanza. È possibile chese si parla diAbete o di altripersonaggi delcalcio che conta-no si muove laProcura mentreper le inchieste,quelle che hanno

R

Numero 23 17 giugno 2010

2 Editoriale

un consiglio alla Procura Federale della FiGC

[email protected]

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

DIRETTORE RESpONSABILE

Massimiliano [email protected]

AMMINISTRAZIONE:

Via F.T. Marinetti 221

Tel/Fax 06 5011954

00143 Roma

CApOREDATTORE

Luigi [email protected]

REDATTORE

Flavio [email protected]

SEGRETARIA DI REDAZIONE

Alessia [email protected]

IMpAGINAZIONE E GRAFICA

STAMpA

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Giancarlo Abete (Foto Archivio)

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Numero 23 17 giugno 2010

4 Rubrica

OMA - Sono cominciati i mondialisudafricani. Al momento di scrivere l'ar-ticolo, gli azzurri non sono ancora scesi

in campo, e dunque da queste colonne faccia-mo loro i migliori auguri. Alla stesura dellaprossima rubrica (lunedi 21 giugno) dopo laseconda gara contro la Nuova Zelanda nesapremo di più. Comunque, abbiamo sempremanifestato simpatia per Lippi ed i suoi ragazzi,siamo fiduciosi ancora una volta, e sono sicuroche giungeremo almeno alle semifinali. Peraltro,gli azzurri hanno ricevuto il primo schiaffo dai“soloni” della FIFA che hanno fatto consegnarea Vieira (capitano della Francia sconfitta aGermania 2006) il Trofeo mondiale destinatoagli organizzatori della manifestazione. Le tardi-ve ire (si fa per dire) dell'imbelle Abete sonocome al solito giunte tardi, ed è tutto un rim-balzare di colpe e controcolpe, di accuse e con-traccuse. L'Italia sostiene di non essere stataneppure avvisata, sostenendo (a ragione) chespettava ad uno della nostra delegazione con-segnare il Trofeo mondiale. La FIFA ribatte chegli italiani erano stati invitati alla consegna mache nessuno si era presentato, poi è saltato

fuori che Pirlo, incaricato del fatto, era in tutt'al-tre faccende affaccendato (terapia da infortu-nio) senza che si provvedesse a nominare unsostituto. Il solito ping pong che però denotauna cosa: a livello mondiale ed europeo l'Italiadi Abete conta meno di 0 e questo si è consta-tato in più di una occasione. È tempo che que-sta classe dirigente, imbelle e nepotista, si facciada parte e dia luogo a nuovi e più capaci diri-genti. Detto questo, abbiamo assistito a partite,per ora, più che mediocri, fatta eccezione forseper la giovane Germania, ed abbiamo constata-to colossali papere dei portieri (non sempre ècolpa del famigerato pallone scelto per la com-petizione). Ci sono poi squadre come laSlovacchia, la Tunisia, la stessa Australia che coimondiali (che lo squalo Blatter ha voluto forte-mente globalizzati) c'entrano ben poco. Dicerto la sorpresa non verrà da una di loro....Secontassero i nomi, l'Argentina del folkloristicoDiego Armando dovrebbe vincere a manibasse, ma crediamo che proprio la panchina siail problema dei biancocelesti. Capello ha paga-to, con la sua Inghilterra, l'indecisione (non è dalui!) sulla scelta dei portiere (sembra un rema-

ke di Galli-Tancredi aMessico 86).Tra ilpiù giovane ed ilpiù vecchio hascelto una via dimezzo poi rivela-tasi sbagliata, masiamo certi che SirFabio porrà rime-dio a questa situazione. Siamo curiosi di vede-re all'opera la Spagna, data per favorita, mentrel'impalpabile Olanda ha battuto (ma non con-vinto) una pallida Danimarca. Resta il Brasile davedere tra le squadre favorite, e sappiamo chei carioca sono capaci di ogni impresa. Insomma,mondiale per ora mediocre, con qualche guiz-zo di buon gioco e null'altro. Abbiamo visto unatosta Corea del Sud ed il solito pratico Ghana,poi toccherà a Camerun e Costa d’Avorio dirciqual è la migliore africana. Una sorpresa, masolo fino agli eventuali quarti, puo' venire dauna di loro visto che oggi il calcio fa più spazioalla forza fisica che alla tecnica. E chissà se icoreani col loro famoso tè verde faranno vede-re i....sorci verdi a qualcuna delle favorite: nel‘66, anche se la Corea era quella del Nord, noiitaliani lo sappiamo bene, senza tralasciare il2002, ma qui fu di scena l'arbitro Moreno, piùche gli indemoniati omini gialli. Alla prossima,allora.....

RGasperini: basta con questa classe dirigente

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Numero 23 17 giugno 2010

6 Voci dal Palazzo

Robin Hood e la contestazione senza fine“Che il ritorno di Robin Hood procurasse qualche mal di pancia ai potenti del calcio

l’avevamo previsto da tempo, che la loro bileaumentasse col passare delle settimane è nell’ordine dell’evolversi delle cose”

OMA - Che il ritorno diRobin Hood procurassequalche mal di pancia ai

potenti del calcio l’avevamo pre-visto da tempo, che la loro bileaumentasse col passare dellesettimane è nell’ordine dell’evol-versi delle cose. Chiunque nelpassato, e ne fa fede la storia,abbia rubato ai ricchi per dare aipoveri ed abbia combattuto con-tro le prepotenze, gli abusi e leprevaricazioni, non è mai statoamato dal potere. Che lo sceriffodi Nottingham ponesse unataglia, che via via aumenta, sullanostra testa e che i bravi di DonRodrigo si scatenassero per direche il matrimonio non s’ha dafare (la rubrica non deve più usci-re) l’avevamo messo in conto. Machiunque abbia fatto un giura-mento per difendere i deboli, percombattere le ingiustizie e leprepotenze (e noi siamo fra que-sti) non ha paura di niente, anzila taglia e le minacce rinfocolanoil nostro ardore e rinnovano lanostra fedeltà a Re Riccardo. Daquesti comportamenti e da que-sta nostra fedeltà non ci aspet-

tiamo niente, non pretendiamonulla, siamo solamente in lineacon la nostra coscienza,con il nostro modo di esse-re. Chi ha seguito la nostrarubrica, sa che più volteabbiamo criticato l’attualepresidente federale e conti-nueremo a farlo, finché neavremo la forza, sulle cosenon fatte, sui problemi nonrisolti, sulle decisioni nonassunte, pronti a modificareil nostro atteggiamento edapplaudire a gran voce quan-do finalmente si porranno inessere fatti concreti, atti dicoraggio, soluzioni intraprese.Ma da noi non è mai uscito alcunattacco sul piano personale,abbiamo troppo rispetto per lanostra persona e per quella altruida scendere in simili bassezze.Abbiamo contestato e contestia-mo al dottor Abete la mancanzadi prestigio internazionale (gliultimi avvenimenti ne dannoprova concreta) e di non avereancora presa posizione sulla con-servazione del vincolo per i dilet-tanti. A parte la Commissione,istituita dal PresidenteTavecchio, che sta lavorando ala-cremente e con successo, da Luisull’argomento non è uscita una

sola parola. Abbiamo contesta-to e contestiamo all’attualepresidente federale di nonaver voluto convocare l’as-semblea per la riforma dellostatuto FIGC, soggiacendo alricatto dell’associazione cal-ciatori, e mettendo cositutte le societàdell’Interregionale nell’im-possibilità di modificare lenorme che regolano que-sto Comitato. Ma eccol’ultima goccia che fa tra-

boccare il vaso. Nell’audizione di

di Robin Hood

martedì 8 giugno u.s., difronte alla Commissione Culturadella Camera, allorché alcuniDeputati volevano mettere lemani sui soldi della mutualità deidiritti televisivi per darli agli Entidi Promozione Sportive ed indi-rettamente ai partiti di riferi-mento, defraudando cosi la LNDe Lega Pro dei loro legittimi inte-ressi, il Nostro Eroe non ha aper-to bocca sull’argomento e non haavuto il coraggio di difendere gliinteressi delle società che lohanno eletto, per paura forse didispiacere a qualche potente diturno. Meno male che vi eranoTavecchio e Macalli, che hannomostrato denti ed unghie e sisono battuti come leoni perdifendere le loro società. Per for-tuna che alcuni Deputati hannochiesto a furor di popolo l’audi-zione del Presidente Carraro eche tutti si aspettano da lui chedia una forte spinta per riportarela barra della nave (Disegno diLegge sugli stadi) nella giustadirezione. Questi sono i fatti, chenon hanno niente di personale eche pesano come macigni. E cheaffidiamo alla valutazione di tuttii presidenti di società della LNDe Lega dei professionisti diFirenze. Giudicate voi!

R

Per fortuna alcuni Deputati

hanno chiesto l’audizione

dell’ex presidente Franco

Carraro, visto che in molti

si apsettano da lui una forte

spinta per ritrovare

la giusta via

Nell’audizione dell’8 giugno

alla Camera il Nostro Eroe

non ha avuto il coraggio

di difendere gli interessi

delle società che lo hanno

eletto, per paura forse

di dispiacere a qualche

potente di turno

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Numero 23 17 giugno 2010

8 Finale Play-off1^ Divisione gir. A

dopo 25 anni il Varese torna in Bdi Gianluca Tinfena

ARESE - Tutta Varese festeggia unapromozione storica, un traguardoraggiunto con merito proprio nel-

l'anno del Centenario. I lombardi tornanoin B 25 anni dopo l'ultima volta riuscen-do a ribaltare la sconfitta di misura del-l'andata contro la Cremonese. Il fortinodello Stadio “Ossola” si è dimostratoancora inespugnabile, sono 16 le vittoriecasalinghe in 19 partite dei ragazzi terri-bili di Sannino che ora, e a ragione, nonstanno più nella pelle. Al triplice fischiofinale è stata festa vera insieme ai 7milatifosi in visibilio per il lieto epilogo di unastagione memorabile. Dopo il secondoposto raggiunto al termine della regularseason tutti avevano iniziato a farci unpensierino ma in pochi credevano real-mente che il sogno potesse tramutarsipresto in realtà. Ad assurgere ad eroeindiscusso della giornata più bella è l'in-credulo Daniele Buzzegoli, autore di unadoppietta che entra nella storia del club.

Vquei momenti. I ragazzi sono stati incredibiliper tutto l'anno meritandosi tutto questo. Hodetto loro che il prossimo anno avranno sullamaglia il loro nome tanto per fargli capirel'entità dell'annata che abbiamo portato atermine. Non era facile ribaltare lo svantag-gio dell'andata contro una squadra organiz-zata e costruita senza mezzi termini persalire di categoria, noi siamo stati bravi a cre-derci sino in fondo grazie ad una convinzio-ne che ci ha sempre aiutato nei momenti dif-ficili. Un grazie sincero va ai nostri incredibilitifosi che hanno saputo starci vicino in qual-siasi momento ed anche alla società che hafatto sacrifici importanti. Non vedo l'ora diiniziare una nuova avventura, in B semprequi a Varese». Euforico anche il direttoresportivo Sean Sogliano: «Una gioia incom-mensurabile, la più bella della mia vita spor-tiva. Questa promozione ripaga i 6 anni tra-scorsi a lavorare con l'unico scopo di riporta-re in alto il Varese. Era un'occasione troppoghiotta per lasciarcela scappare, mi dispiaceper la Cremonese ma credo che noi abbia-mo meritato di più nel complesso delle duepartite. Ora possiamo guardare al futuro e cimetteremo al lavoro tutti insieme per diven-tare una realtà solida che possa mantenerea lungo la serie B». Se pensiamo che ilVarese solamente 5 anni fa disputava ilcampionato di Eccellenza Lombarda, ilrisultato ottenuto acquisisce connotatiancora più importanti. La vittoria diSannino, di Sogliano, del gruppo di gioca-tori ma soprattutto del patron AntonioRosati, l'uomo della provvidenza: «Nonriesco ancora a capacitarmi di cosa abbiamofatto. Il merito è da spartire in parti uguali atutto lo staff, un gruppo che ha lavorato inmaniera coesa per raggiungere tutti insieme questo obiettivo. Ora l'avventura si fa ancora più interessantema dovremo rimanere con i piedi per terra eVarese tutta dovrà darci una mano per con-tinuare a sognare tutti insieme».

Uno specialista delle promozioni in serieB dopo quelle raggiunte con le maglie diPisa e Gallipoli che non dormirà per unasettimana ripensando alle sue gesta nellapartita con la Cremonese. UnaCremonese troppo difensivista, una squa-dra che si è affidata alle sole ripartenzeed è stata punita dalla sfrontatezza di unVarese arrembante e determinato fin dalprimo minuto.Eppure la formazione di Venturato ci hasperato per 79 minuti fino alla prima retedi Buzzegoli che ha aperto le marcature,poi quando i supplementari sembravanoinevitabili in pieno recupero ecco il golpiù importante che ha suscitato l'esplo-sione del catino ribollente biancorosso. Isogni son desideri di felicità e a volte siavverano, è il caso del Varese di GiuseppeSannino, già artefice del miracolo delloscorso anno. Due promozioni consecuti-ve dal sapore d'impresa per un tecnicoche ama il gioco spettacolare ma che saanche essere concreto: «Ho ancora lelacrime agli occhi dalla gioia se ripenso a

Mister Sannino, alla quarta promozione consecutiva: “Ho detto ai ragazzi che ora avranno

il loro nome sulle maglie”. Il presidente Rosati: “Ora tutti uniti per continuare a sognare”

La gioia dei varesini al termine della gara vinta contro la Cremonese (Foto Simone Raso)

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Numero 23 17 giugno 2010

9Finale Play-off1^ Divisione gir. B

il Pescara è pronto a raccontare una nuova storiaGli uomini del riconfermatissimo Di Francesco tengono sotto scacco un coriaceo Verona

e volano tra i cadetti. Il Sindaco Luigi Albore Mascia: “Cuore e passione i segreti di questa società”

di Luca Costa

ESCARA - “B, la nostra realtà”.Questa è la scritta che campeggiavaallo Stadio “Adriatico” di Pescara in

occasione della scorbutica supersfida con-tro l’Hellas Verona, valevole per il return-match della finale dei play-promozione delgirone B della Prima Divisione. Sono statigli abruzzesi, dunque, a coronare il lorogrande sogno, un obiettivo maturato nelcorso dell’intera stagione e fortementevoluto soprattutto grazie anche all’arrivosulla panca biancoceleste di mister EusebioDi Francesco. Decisivo per domare i giallo-blù veneti è stato un gol di Ganci dal limitedell’area intorno al 13’ della ripresa. Fino adallora la gara non era certamente statamolto emozionante e soprattutto nellaprima frazione di gioco le due compaginihanno risentito non poco dell’importanzae del significato del match. Il Verona, inseguito, ha tentato il tutto per tutto, ma l’in-tero reparto avanzato dei veneti non èstato proprio all’altezza della situazione,addirittura sprecando qualche occasionecreata. Terminata la gara è iniziata la grandefesta pescarese con i “ventimila”dell’Adriatico che si sono riversati sulLungomare cittadino per una “doccia” dicolori biancazzurri. Soddisfazione enormeper questo grande traguardo conseguito

P

nostro massimo supporto. Nei prossimi giorniriceveremo in Comune i giovani del PescaraCalcio in un’iniziativa tesa a ringraziarli per l’ot-timo lavoro svolto sino a oggi, e poi insiemepenseremo anche a festeggiare in modoopportuno la promozione». Ora a Pescara ègià tempo di progettare il futuro nellaseconda serie del calcio italiano e, comeaffermato più volte dal presidentissimo DeCecco, salvo sorprese inaspettate, misterDi Francesco rimarrà sulla panchina delPescara anche in serie B. Inoltre, dovràessere sciolto il nodo relativo al direttoregenerale del sodalizio biancazzurro conLucchesi, attuale diggì, che ha ribadito divoler rimanere in terra adriatica, ma sullepiste del quale sembrano esserci societàblasonate del panorama calcistico. Poi cisarà da sciogliere la questione relativa allecomproprietà. Resterebbero a Pescara, contutta probabilità, grazie ad un precedenteaccordo col Chievo e con la Sampdoria, siaMengoni che Soddimo, mentre tutta dadipanare è la questione che riguardaCiofani, che il Pescara vuole acquistareinteramente, visto che è in comproprietàcon la Cisco Roma, neopromossa in Primae che ha il diritto di riscatto. Anche Colettipotrebbe essere confermato, a metà con idiavoli rossoneri del Foggia ed è previsto ilritorno di Artistico, che ha disputato l’ulti-ma parte della stagione nella serie cadettacon il Gallipoli. Dunque, a Pescara si vuoleimmediatamente dare gambe per il futuroal grande sogno realizzato.

dal Pescara è stato espresso anche dalSindaco della città abruzzese, LuigiAlbore Mascia: «Una grande festa per lacittà, per quei tifosi che da sempresostengono i nostri colori, ma una grandefesta anche per quelle forze produttiveche hanno creduto nel potenziale dellasquadra di calcio pescarese, hanno inve-stito e hanno dato al capoluogo adriaticola grande occasione di rivedere il Pescaratornare nella seconda serie del nostro cal-cio. I nostri ragazzi - ha continuato ilprimo cittadino pescarese - per novemesi hanno dato cuore e passione per regala-re alla città un risultato di eccellenza.Ovviamente il ringraziamentodell’Amministrazione Comunale va alla societàche, grazie a una rinnovata gestione, ha sapu-to ben calibrare le misure da intraprendere permettere i ragazzi nelle migliori condizioni perlavorare sempre con serenità. Una società chetra l’altro, ha assunto un formidabile rapportodi collaborazione con la stessa amministrazio-ne cittadina, un rapporto che ci ha permesso diraggiungere obiettivi ragguardevoli. Il nostrograzie va ovviamente alla squadra che ha lot-tato con passione, senza mai distogliere losguardo dal risultato finale, senza concedersidistrazioni né esitazioni». Il sindaco riserva,poi, parole d’elogio per il condottiero bian-cazzurro, mister Eusebio Di Francesco: «Iltecnico ha saputo guidare i suoi ragazzisapientemente verso la meta, senza lasciarsi

andare a facili entusiasmi, ma conservan-do quello spirito di autocritica che oggi.Aggiungi un appuntamento per oggi ci haconsentito di celebrare una giornata desti-nata a rimanere memorabile». Infine, ilprimo cittadino Albore Mascia rivolgeun ringraziamento anche alla tifoseriapescarese: «Anche oggi ha saputo dimo-strare la propria vicinanza alla squadra e,ne sono certo, anche nelle prossime gior-nate saprà manifestare con civiltà la pro-pria gioia. La nuova amministrazionecomunale ha sempre sostenuto, sin dalproprio insediamento la squadra cittadina,alla quale continueremo a garantire il

Tirpudio abruzzese (Foto Ninni Cannella)

Il gol di Ganci del Pescara (Foto ninni Cannella)

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Numero 23 17 giugno 2010

10 Finale Play-off2^ Divisione gir. A

Lo Spezia sfata il tabù e vola in Primadi Antonio Marotta

A SPEZIA - “…e se si poteva fare,se si poteva fare, se si poteva fare, sifarà!”. Questa è una strofa dell’in-

no spezzino che ha accompagnato i bian-chi di mister D’Adderio per tutta la sta-gione. Ora, alla fine di una estenuantecavalcata viene da dire: “e si è fatto”. Leaquile, infatti, tornano a volare ottenen-do una meritata promozione in PrimaDivisione dopo una doppia sfida con ilsorprendente Legnano di mister Scienza.Dopo il fallimento del 2008 e l’acquisi-zione da parte del presidente Volpi, lasocietà ligure ha vinto sia il campionatodi D che quello di Seconda Divisione. LoSpezia a inizio stagione era una dellepretendenti alla promozione diretta, maun cammino contrassegnato da tante dif-ficoltà ha protratto il campionato fino aiplay-off. La promozione è arrivata lostesso e il merito per il tecnicoD’Adderio è dei tifosi, della gente spez-zina che non ha mai abbandonato lasquadra nei momenti difficili. L’allenatoremolisano infatti spiega sul sito ufficialedella società: «La gente è tornata al "Picco"perché ama lo Spezia, ama questa maglia,

Lper 2-1 dell’andata dopo 75’ di comple-to dominio e un finale rocambolesco chelasciava al Legnano due risultati su tredisponibili per la promozione. Ma con un“Picco” gremito e sorretto dal “WhiteWall” è risultato più facile ribaltare ilrisultato. E con un Cesarini in grandespolvero l’impresa è diventata ancorapiù agevole. L’attaccante spezzino insac-ca due volte il portiere lombardo Furlan:prima su rigore, poi di esterno destrodal limite dell’area fa impazzire i suoitifosi. «Ho tirato il rigore più pesante dellamia carriera e sono felicissimo per la gentedi La Spezia. È troppo bello per uno comeme che è cresciuto nella curva “White”,anche se al mio arrivo ci sono state dellecritiche», commenta il bomber ligure, chepoi svela il suo futuro: «Ho un contrattocon lo Spezia e voglio restare tra la miagente». Per la società spezzina come peril tecnico di San Martino in Pensilis è laprima vittoria nei play-off, anche se sitratta di situazioni diverse. Con il Foggiae con il Giulianova D’Adderio aveva sfio-rato la serie B, ma prima Prato e poiAvellino gli avevano negato questa soddi-sfazione. «Ho sfatato questo tabù anche seogni finale è una partita sé, sono gare ati-piche, ma domenica abbiamo fatto qualco-sa di straordinario». La società spezzina,invece, dopo molte occasioni in cui erastata sempre battuta agli spareggi pro-mozione (prima dall’Arezzo di SerseCosmi, poi dall’Albinoleffe, poi dalComo, dalla Triestina) riesce anch’essaad infrangere questa maledizione. Infinec’è un’altra persona per cui i play-offrisultavano indigesti: il responsabiledell’Area Tecnica Varini, il quale dal sitoufficiale delle aquile commenta così lavittoria e la promozione in PrimaDivisione: «Abbiamo rotto la maledizionedei play-off, io e lo Spezia; sono davveromolto emozionato e di certo tanto feliceperchè vincere, quando è obbligatorio farlo,non è mai facile». E ora tutti a cantare:“…“…e se si poteva fare, se si potevafare, se si poteva fare, si farà!”.

ma io sono legato ai 400 di Mezzocorona,di Olbia, di Alghero, di Bolzano, di coloro chemai ci hanno fatto sentire soli e sempre cihanno sostenuto, sono stati impagabili».L’ex tecnico di Foggia e Giulianova è alprimo anno nella città ligure e sin dal-l’inizio sapeva che non sarebbe stata unapasseggiata imporsi nel proprio campio-nato. Campionato che per D’Adderio ilsuo Spezia ha vinto tre volte: «Noi abbia-mo vinto già 3 volte il campionato: quandodalle difficoltà siamo arrivati primi con 4punti di vantaggio, a Salò, fino al 20' dellaripresa e poi a Lecco, fino al 75'; stavolta èquella buona, definitiva, godiamocela».L’allenatore degli aquilotti poi continua:«Abbiamo fatto qualcosa di davvero impor-tante oggi; lo si capisce dalla gioia dellagente, ne siamo orgogliosi. Questa è una vit-toria meritata; abbiamo preparato bene lapartita e bene l'abbiamo messa in opera,cercando il gol in ogni momento. Ricordo ilprimo giorno che sono arrivato alla Speziae Varini mi disse che avrei dovuto lavorareduro; per farlo ho trascurato la mia famiglia,la cosa più importante per me. A Spezia hotrovato rispetto, mi hanno fatto sentireimportante, riservandomi un calore tipicodella gente del sud ed una riservatezza pro-

pria del nord;un mix stra-o r d i n a r i o ,unico. Misono sentitoimpor tanteed in fondosolo scen-dendo dic a t e g o r i a ,avrei potutovincere ilc amp i ona -to». E pensa-re che sem-brava unadoppia sfidamaledetta,vista las c o n f i t t a

La festa di Furlan dopo il gol per il suo Spezia (Foto Andreani)

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Numero 23 17 giugno 2010

11Finale Play-off2^ Divisione gir. B

Tutti pazzi per il Gubbio neopromosso in 1^ divisioneNella stagione del centenario la formazione umbra conquista un posto tra i grandi. Mister Torrente

non sta nella pelle: “Una gioia immensa. Il mio futuro? Dipende dal telefono.....”

di Antonio Marotta

UBBIO - I molti tifosi che domenicahanno seguito il Gubbioall’Olimpico di Serravalle, contro il

San Marino, nel ritorno della finale play-off,hanno assistito ad un’impresa storica. Per laprima volta, infatti, la formazione umbra rie-sce a valicare i confini della SecondaDivisione e approdare in Prima. Uno degliautori di questo successo è stato senz’altrol’ex difensore genoano Vincenzo Torrenteche al primo anno su una panchina di pro-fessionisti riesce a raggiungere un traguardoinimmaginabile a inizio stagione. Infatti comespiega lo stesso tecnico di Cetara all’inizioera difficile pronosticare un successo rosso-blu: «Avevamo una squadra giovane e questopoteva essere un handicap, ma col passare deltempo i ragazzi sono cresciuti tatticamente ementalmente e non si sono più fermati. Il gran-de merito di questa vittoria va a loro che hannodimostrato di essere un gruppo splendido sottotutti i punti di vista». L’emozione e la gioia perquesta promozione sono inspiegabili ancheper uno che ha calcato palcoscenici nazio-

Rfortemente questa promozione. Ma devo rin-graziare tutta la società che mi ha permesso dilavorare nel miglior dei modi». Società che perTorrente ha la stessa importanza di allena-tore e giocatori nella vittoria finale: «Non c’èqualcuno che primeggia perché in una stagionesono importanti tutti. Solo grazie all’unione delleforze siamo riusciti a vincere». Ma Gubbiorende omaggio al suo tecnico anche per unaltro motivo. La promozione in PrimaDivisione, infatti, è giunta nell’anno del cen-tenario e questo onora maggiormente lostesso tecnico: «È doppiamente soddisfacentevedere i nostri tifosi esultare nel loro anno. Per lacittà questo risultato significa tanto e vincere inun posto dove non si è mai vinto aumenta la feli-cità e la gioia. Sono entusiasta di tutti i tifosi checi hanno seguito a San Marino che ci hannodimostrato il loro affetto. Posso dire che domeni-ca è stato il giorno più bello dell’intera stagionein cui abbiamo scritto una pagina indelebiledella storia del calcio di questa società». Ma chiè stato il vero artefice di questa vittoria sulrettangolo di gioco? Per l’allenatore dei“lupi” è difficile dare qualche nome, perchévuole esaltare tutta la squadra, ma alla fineconfessa: «Per i numeri dico Marotta, che con isuoi gol ci ha portato in alto, ma ci sono tantigiovani che meritano di essere nominati. C’èRivaldo, Casoli che oggi ha segnato il gol del 2-0, Lamanna autore di una parata decisiva all’an-data sul rigore di Grassi. Sono tutti giovani chehanno prospettiva e faranno parlare di sé infuturo. Nonostante tutto – continua Torrente –è la squadra che ha permesso tutto ciò. La com-pattezza del gruppo è stata determinante, èstata l’arma in più». Un ultimo pensiero va alfuturo del tecnico rossoblu, colori cheormai ha nel sangue, sia per il suo passatoche per il suo presente: «Ho un accordo ver-bale con la società che prevede la mia parten-za in caso di una chiamata importante. Pensoche professionalmente sia una cosa giusta, mase non arriva sarò felice di seguire per un altroanno questo gruppo».

nali e internazionali importanti: «Ancora nonmi sembra vero. È stato tutto bellissimo e aver-lo raggiunto al mio primo anno è una soddisfa-zione maggiore a livello personale». L‘allenato-re campano, ma genoano d’adozione, consi-dera la vittoria per 2-0 sulla Giacomense lapartita fondamentale per i play-off e per farcrescere la consapevolezza della propriaforza tra i “lupi”: «Dopo quella vittoria ho pen-sato che saremmo andati ai play-off e li avrem-mo vinti. Dopo due pareggi consecutivi la squa-dra si è unita ed è stata compatta nel momen-to del bisogno, perciò devo molto a questi ragaz-zi». Ragazzi, li chiama Torrente, e ragazzi losono per davvero visto che l’età media dellasquadra è di 24 anni. Per questo motivo averlavorato nelle giovanili del Genoa, dove havinto un “Viareggio” nel 2007, ha favorito ilmister quarantaquattrenne. Ma le due vitto-rie sono diverse, hanno emozioni ugualmentebelle ma diverse: «Quando si vince è semprespeciale, ma aver vinto col Gubbio significa avervinto tra i professionisti ed è perciò una gioiaimmensa. Aver lavorato con i giovani mi ha aiu-tato per gestire il gruppo, questo non lo nego,ma non si possono paragonare le due cose».

Insieme a lui a Gubbioquest’anno è arrivatoun altro totem del cal-cio italiano che con lasua professionalità hadato tanto all’ambien-te. Si tratta di LuigiSimoni, ex tecnico diNapoli, Inter, Torino,che con la sua espe-rienza ha portato inalto la società agubina.«Il mister mi ha volutoportare a Gubbio - spie-ga Torrente - e lo rin-grazio. Insieme aGiammarioli abbiamocreato un trio davveroaffiatato che ha volutoLa festa del Gubbio (Foto Gubbiofans)

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Numero 2317 giugno 2010

13Finale Play-off 2^ Divisione gir. C

Un ko a Catanzaro che non fa male e un digiuno lungo dieci anni che si interrompe Ora i biancorossi sono nella vecchia C/1 che si preparano a vivere da veri protagonisti

Cisco, finalmente è Prima divisionedi Piero Barbaro

OMA – Tornadopo dieci anni laPrima Divisione

nella Capitale. È la CiscoRoma, infatti, la terzasquadra che esce vittori-soa dai play-off diSeconda Divisione dopoil duplice scontro con ilCatanzaro nel girone C.Poteva sembrare tuttofacile dopo il 4-0 dellagara d’andata al Flaminiodi una settimana emezza fa. La partita aCatanzaro è stata tutt’al-tro che una passeggiata.«Al di là del risultatoacquisito, sappiamo beneche ci sarà da soffrire»,aveva detto misterIncocciati alla vigilia dellapartita in Calabria. Dopo

Run prepartita piuttostodelicato con il ritrovo didodici croci in legno neipressi degli spogliatoidello stadio diCatanzaro e rimossedagli agenti della poliziadi Stato, per la squadradi Auteri non c’eramolto da fare: buttarsi inavanti alla ricerca dellarimonta impossibile. E lecose sembravano met-tersi come volevanoproprio i padroni di casaperché all’8’ giungevanoal primo gol con unapunizione dal limite diCorapi. Ma erano pro-prio i calabresi a rovina-re tutto al 20’ rimanen-do in 10 per l’espulsionedi Lodi per reazione. Uninizio comunque movi-mentato come racconta

il mister inseconda dellaC i s c o ,G i u s e p p i n oArgentesi: «Ledifficoltà di que-sta partita lesapevamo bene,anche dopo ilrisultato matura-to all’andata: loronon avevano piùniente da perde-re, dovevano soloattaccare percercare di farepiù gol possibili. Elo hanno fatto finda subito anchecon quattro ocinque attaccan-

ti, con il loro difensore cen-trale che si è messo sullalinea degli attaccanti cala-bresi quasi da subito. Il lorogol è arrivato nei primiminuti ma poi noi siamostati bravi a pareggiaresubito i conti (rete ditesta di Franchini suassist dalla fascia diBalzano, ndr). Loro poisono riusciti a segnare altridue gol (ancora Corapi eMontella, ndr) ma noiabbiamo avuto la capacitàdi ritrovare le giustedistanze tra i reparti percercare di difenderci almeglio». Prima della finedel primo tempo il golche dà ossigeno allaCisco, con il tuffo diLanteri ancora su unassist dell’attivissimoBalzano (3-2) e il misterdel Catanzaro Auteriche si fa espellere primache vengano assegnati icinque minuti di recupe-ro. Nel secondo tempol’andamento della garanon cambia ma la Ciscoriesce a difendersi otti-mamente. AncoraArgentesi: «La tattica delCatanzaro era sempre lastessa, palla calciata inavanti alla ricerca di unadeviazione decisiva nellanostra area di rigore. Noisiamo stati bravi e attentianche con l’aiuto delnostro portiere Ambrosiche ha giocato più stacca-to dalla linea di porta euscendo in presa alta in

più di un’occasione, facen-do terminare l’azione conla palla nelle propriemani». L’ultimo gol dellagiornata arriva sugli svi-luppi di un calcio di rigo-re che Montella è bravoa ribattere in rete dopouna prima respinta diAmbrosi. Mancano ventiminuti ma misterIncocciati e il suo staffpossono iniziare afesteggiare la promozio-ne in Prima Divisione.Sul trionfo della CiscoRoma, per fortuna, nes-suna polemica dalmondo politico ma solocomplimenti: «Una con-ferma indiscutibile dell'otti-mo lavoro di Davide eMario Ciaccia, patron diuna squadra che si starendendo protagonista delcalcio romano e che hadimostrato di avere ancheun cuore generoso e sem-pre pronto ad abbracciarecause civili importanti»,queste le congratulazio-ni del sindaco di Roma,Gianni Alemanno. Ora ètempo di festeggiamentiin casa Cisco Roma maanche di analisi per lacavalcata vincente in cuinon si è sbagliato nulla,curando i minimi parti-colari. Per esempio, lasquadra romana è arri-vata in ottime condizionifisiche alla finale controil Catanzaro, che tipo dilavoro è stato fatto?Risponde ancora mister

Argentesi: «Sicuramenteabbiamo lavorato moltonell’ultimo mese e aveva-mo pensato a questa data,di giocare fino a metà giu-gno. Poi nelle ultime parti-te del campionato aveva-mo attuato un sensatoturn-over facendo riposarechi aveva giocato di più. Irisultati si sono visti incampo con un livello atleti-co raggiunto invidiabile.Anche domenica aCatanzaro c’erano 35gradi e non era facile farequel tipo di partita».Come detto, una caval-cata vincente che ha rag-giunto il suo punto piùalto proprio nella garaprima della sosta natali-zia dove i ragazzi dimister Incocciati aveva-no già battuto la compa-gine calabrese di misterAuteri. Argentesi: «Làsiamo arrivati veramenteal nostro momento piùalto della stagione. Dopola sosta abbiamo avuto,come è accaduto anchead altre squadre, un calofisico. Se non ci fossimofermati in quel periodoavremmo racimolato queipunti in più che non ciavrebbero costretto adisputare i play-off (laJuve Stabia ha terminatola stagione con 5 punti inpiù della Cisco, ndr), macomunque abbiamo dimo-strato di essere la squadrapiù brava del campiona-to».

Giuseppino Argentesi, allenatore in secon-da della Cisco Roma (Foto Sito Ufficiale)

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15Le retrocessedalla Serie B

di Flavio Grisoli ancora in panchina dopo la storica prima pro-mozione in B, il “Gallo” aveva chiuso il gironed’andata a 28 punti. Un calciomercato inver-nale molto intenso (cessioni dei due maggioriartefici della promozione, Ginestra e diGennaro ceduti a Verona e Crotone e gliacquisti di Lazzari, Della Penna, Paez, VolpatoFilkor e Artistico) ha fatto da preludio a fortidifficoltà societarie, con il sequestro preventi-vo delle quote del sodalizio pugliese da partedell’ex presidente Barba (ricordate lo slogan

“B come Barba”...?) e le polemiche con ilnuovo presidente, il friulano D’Odorico.Polemiche e difficoltà che si sono ripercosseinevitabilmente sulla squadra, che si è vistacostretta ad inscenare una clamorosa polemi-ca nella gara casilinga contro il Grosseto, dopola quale Giannini si dimise, salvo poi ripensarcidi fronte alle scuse di D’Odorico. Ma ormai ilprocesso involutivo si era innescato e il 22marzo, dopo il k.o. contro il Brescia, GiuseppeGiannini si dimette irrevocabilmente. Dopodue gare sotto la guida del tecnico della pri-

mavera DePasquale, e poiEzio Rossi, nonriescono a tirarefuori i giallorossidalla penultimaposizione in grad-uatoria, che man-terranno fino allafine del torneo.Ora, dense nubi si sono portate sul futuro delGallipoli, anche a causa dei debiti e del seque-stro delle quote di cui sopra. Chiudiamoquesta panoramica con il Mantova del presi-dente Fabrizio Lori e del tecnico MicheleSerena, ingaggiato dopo una stagione moltotravagliata sotto il punto di vista della guidatecnica (l’anno precedente a sedersi sullapanchina biancorossa furono Brucato,Costacurta e Somma). Una stagione delu-dente, dove i virgiliani non sono riusciti amostrare il valore della rosa (Caridi, Carrus,Locatelli, Fissore, Pellicori e Nassi come ele-menti di maggiore esperienza) per riscattarela precedente annata nella quale, per la primavolta dal ritorno in B (nel 2005), erano scesial di sotto del nono posto. Invece solo diecivittorie, diciotto pareggi e quattordici scon-fitte che hanno fruttato 48 punti e il terz’ulti-mo posto. Che vuol dire Prima Divisione diLega Pro. Anche qui le difficoltà societarie sifanno sentire, con una ridda di voci che par-lano di un possibile abbandono di Lori dalla

guida dei lombardi. E dire che nel 2006, dopoil quarto posto della stagione regolare, ilMantova era riuscito a conquistare la finalepromozione (dopo aver eliminato il Modenacon un doppio pareggio, 0-0 e 1-1) contro ilTorino. La vittoria per 4-2 al “Danilo Martelli”di Mantova aveva lasciato presagire ad unclamoroso ritorno in Serie A dei virgilianidopo addirittura 34 anni. Ma al “Delle Alpi” ilTorino si impone 3-1 e, grazie al migliore piaz-zamento in classifica nella stagione regolare(terzo posto), a parità di reti poté festeggiare ilritorno in massima Serie.

Gallipoli, un viaggio di andata e ritornoOMA – Quarantadue giornate, più glispareggi. Questi i numeri della mas-sacrante cavalcata della cadetteria ital-

iana. Ventiquattro squadre, frutto degli obbrob-bri di Calciopoli (o Moggiopoli, come pare avoi), e un calendario fitto di impegni. Un tourde force del quale, con un’organica riforma deicampionati professionistici nostrani, se nepotrebbe fare volentieri a meno. Ma a viaAllegri non se ne sente il bisogno.Probabilmente, solo quando i grandi magnatidella Serie A si faranno sentire per tornare adun torneo a 18 squadre, i capi del nostro cal-cio si occuperanno del problema. Ma nonvogliamo proseguire con una polemica dellaquale si sono consumati fiumi di inchiostro eche ha incontrato il classico “muro digomma”. Dicevamo delle quarantadue gior-nate della Serie B, al termine delle quali hannosalutato direttamente le compagne di viaggiola Salernitana (affossata da sei punti di penal-izzazione per la nota vicenda del cal-cioscommesse), il Gallipoli e il Mantova. Dopoi play-out, il Padova è riuscito nell’impresa diespugnare addirittura per 3-0 il “Rocco” diTrieste, facendo cadere nel baratro della LegaPro i giuliani. E dire che nella sfida d’andataall’“Euganeo”, la squadra guidata da DanieleArrigoni (subentrato a Mario Somma il 9 feb-braio) era riuscita a strappare un pari a retibianche, che le consentiva di giocare il ritornocon due risultati su tre a disposizione, avendoil vantaggio della classifica. Ma non è bastato, ea festeggiare la permanenza in B sono stati ibiancoscudati di Sabatini. La Triestina, così, fa ilsuo ritorno in Lega Pro dopo otto stagioni,con miglior risultato il quinto posto del 2002-03. Poi, un lento declino, ad eccezione di un’ot-tava piazza conquistata due stagioni fa. Perquanto riguarda le tre retrocessioni dirette,detto della Salernitana che già al momentodella penalizzazione aveva un piede e mezzo inLega Pro, il Gallipoli ha vissuto un’annata ai lim-iti dell’incredibile. Con il “principe” Giannini

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Michele Serena, allenatore del Mantova (Foto Archivio)

La Serie B chiude i battenti dopo una stagione interminabile. In Lega Pro tornanodopo un solo anno i giallorossi pugliesi insieme a Triestina, Mantova e Salernitana

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Sono rimaste in quattro a contendersi il tronoLe semifinali per decretare chi alzerà il trofeo della Serie D e potrà fregiarsi del titolodi campione d’Italia si giocheranno fra Savona, Pisa, Neapolis Mugnano e Montichiari

OMA - Nella terza giornata deitriangolari per l’assegnazione delloscudetto-dilettanti sorridono

e si qualificano per le semifinali,Savona, Pisa, Neapolis Mugnano eMontichiari, che recita il ruolo dellamigliore seconda. Nel gruppo 1 pariad occhiali tra Montichiari e Savona,nel gruppo 2 vittoria del Pisa sulChieti per 3-1, con i nerazzurritoscani che, a quota sei punti, distan-ziano nettamente in classifica Chietie Gavorrano fermi con un solopunto, nel gruppo 3 il NeapolisMugnano svolge il ruolo del corsarosul rettangolo di gioco del Fondi e sistabilisce, nella classifica, a 6 punti,lasciando a gran distanza Fondi eMilazzo, che rimangono con una lun-ghezza soltanto. Grande la soddisfa-zione nelle file dell’undici pisano, che,all’ombra della Torre Pendente, pre-para al meglio i successivi appunta-menti scudetto. Mister Cuoghi,comunque, invita tutti quanti i suoi amantenere i piedi per terra: «Abbiamoraggiunto un livello significativo, ma orac’è da fare il più, ovvero conquistarciquesto rush finale della Poule-scudetto.Comunque sono assai contento dellaprestazione dei miei ragazzi nelle garefino a qui disputate. Abbiamo tutte le caratteri-stiche per andare avanti e non possiamo, nédobbiamo lasciarci sfuggire questo importantetraguardo. Siamo ad un passo». Ricordiamoche, nella gara vinta dai nerazzurri per 3-1contro il Chieti, le reti sono state realizzatetutte nella seconda frazione di gioco conChiesa, Ilari e Carparelli, il capitano dell’un-dici della Repubblica Marinara, che, pratica-mente, chiude giochi ed ostilità, dopo il golsiglato da Cardinali del Chieti. Prosegue,inoltre, anche l’infinita stagione del SavonaCalcio del presidentissimo Andrea Pesce.Dopo aver riportato un nettissimo succes-

R so tra le mura amiche contro il Tritium, ibiancoblù liguri hanno pareggiato, con unclassico pari a reti inviolate, sul terreno delMontichiari. Il Savona prova da subito a fare

la partita. Al 9’ Cattaneo fa partire una staf-filata dalla fascia sinistra e sulla deviazione diun difensore avversario il pallone prende latraversa, al 17’ Zirilli-assist per Marrazzoche controlla agevolmente la sfera e conclu-de di poco alto, al 40’ Andreotti, su punizio-ne, impegna Brignoli in una grande parata.Nell’avvio della ripresa, invece, sono i rosso-blù padroni di casa a venire in avanti: al 5’Baresi conclude a rete, ma il tiro è moltocentrale, all’8’ Ferrari sfiora il palo con undiagonale dalla sinistra. Le azioni da rete deisavonesi, nel secondo tempo, non sono cer-tamente innumerevoli e si limitano ad un’in-

cornata di De Leo, terminata alta, e ad unaconclusione di Zirilli, in piena zona-Cesarini,respinta senza difficoltà dal portiere avver-sario. Al settimo cielo, ma con i piedi perterra, il patron dei biancoblù liguri, AndreaPesce: «Abbiamo raggiunto una tappa, oradovremo dare il massimo per la vittoriafinale. Peraltro la nostra società sta facendoinvestimenti non di poco conto ed una vit-toria nella Poule-scudetto per noi sarebbefondamentale». Pesce, intanto, fa i compli-menti ai suoi ragazzi e li sprona in vista dellavicina fase successiva: «Abbiamo fatto cento,ora si tratta di fare centouno. Dobbiamo resta-re con i piedi per terra. Il nostro segreto dovràessere, ancora una volta, quello di avere grintae caparbietà da vendere e di non mollare mai».Gioia anche in casa Neapolis Mugnano perla sonora e chiara vittoria lontano dallemura amiche contro il Fondi. L’ex FootballClub Sangiuseppese, che è determinata aritornare nel calcio professionistico, punta iltutto per tutto sul rush finale della Poule. Iragazzi campani sono determinati a “com-battere” nei prossimi impegni, rendendo lavita difficile, sul rettangolo di gioco, agliavversari. Infine, si rammentano i regola-menti per le semifinali e le finali della Poule-scudetto di Serie D: accedono alla fase suc-cessiva le prime classificate dei triangolari,nonché la migliore seconda. Le quattrosquadre così ammesse, saranno accoppiatee daranno vita alle semifinali (con partite diandata e ritorno), le vincitrici disputerannopoi la finale, valida per l'assegnazione deltitolo di Campione d'Italia Dilettanti, in ununico incontro da svolgersi in campo neu-tro. In caso di parità di punti valgono, nell'or-dine, differenza reti, gol segnati, gol segnatiin trasferta, sorteggio. Per la scelta dellamigliore seconda i criteri sono: punti totaliz-zati, differenza reti, gol segnati, gol segnati intrasferta, sorteggio. Per le semifinali (in casodi parità di gol nei 180'): gol segnati in tra-sferta; se sussiste la parità, si battono i calcidi rigore. Per la finale, in caso di parità al 90',si battono direttamente i calci di rigore.

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17Poule Scudetto Serie D

Il presidente del SavonaAndrea Pesce (Foto Archivio)

di Luca Costa

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19Trofeo “A. Dossena”

OMA - Alla fine, è arrivato il risultatoche non ti aspetti. Davanti a quasi unmigliaio di spettatori, fra i quali moltissi-

mi osservatori, la Nazionale Under 20 di LegaPro ha sconfitto l’Inter per 1-0 in una partitamolto combattuta, che è valsa così la qualifica-zione alla finalissima per la squadra guidata daGiorgio Veneri. Match-winner, al quarto minutodella ripresa, Stefano Giacomelli, attaccanteventenne del Foligno. «Abbiamo battuto unosquadrone - le prime parole del tecnico degliazzurrini - composto da giocatori di alto livello. Noiabbiamo fatto la nostra gara, e meritato di vincere».La vecchia Nazionale di Serie C prima, e la rap-presentativa di Lega Pro poi, hanno una tradi-zione molto positiva con questo torneo, in

quanto l’hanno conquistato per ben tre volte(1994, 2006 e 2009), e arrivando secondi insette occasioni (1993, 1996, 1997, 1999, 2001,2005 e 2008). Segno tangibile dell’importanzadei settori giovanili delle formazioni della LegaPro: «È stata una bellissima partita, dal granderitmo e intensità, sono contento soprattutto per iragazzi - prosegue Veneri - perché gli osservatorihanno potuto rendersi conto delle loro qualità e nonsolo di quelle mostrate dai grandi nomi dei giocato-ri dell’Inter. Io spero vivamente che per loro si apraqualche portone, anche in considerazione del fattoche possono essere presi con poco o niente». Cosa

è cambiato nelle due successive partite delgirone dopo la brutta sconfitta conl’Internacional? «Abbiamo trovato più compattez-za e più coesione in un gruppo che si è riunito sola-mente il giorno prima della partenza del torneo, conqualche ragazzo che non aveva mai giocato con larappresentativa. Ci siamo affiatati con il passaredegli allenamenti e i risultati sono arrivati di conse-guenza». Sono diversi gli elementi da teneresotto controllo di questa selezione, uno di que-sti è sicuramente l’autore del gol qualificazione,Giacomelli: «Sì, sicuramente - il commento diVeneri - però ce ne sono anche altri due o tre chesicuramente chi ha visto la gara avrà segnato sul

proprio taccuino». Mercoledì sera, infine, la secon-da semifinale fra Internacional di Porto Alegre(che ricordiamo aveva sconfitto nella garad’esordio la Nazionale per 4-1) e l’Albinoleffe.Chi spera di trovare in finale (si giocherà vener-dì alle 21, sempre al “Voltini” di Crema) GiorgioVeneri? «Se devo essere sincero spero di rincontra-re i brasiliani per prenderci la rivincita. Se passeran-no il turno come credo, troveranno una squadra pro-fondamente diversa da quella che hanno sconfittonel girone eliminatorio». Quanto, e se, è cambiatol’atteggiamento delle grandi società italianeverso i settori giovanili? «È cambiato, perché c’èpiù attenzione verso le categorie giovanili. L’Inter neè un esempio. Poi hanno quei 3-4 elementi stranie-ri che innalzano ancora di più il tasso tecnico e atle-tico della squadra». La rappresentativa di LegaPro, invece, negli anni trova sempre i ricambiall’altezza? «Come più volte ho avuto modo di sot-tolineare - conclude Veneri - sono sei o sette anniche il livello medio si è molto abbassato. Però ognianno ci sono due, tre giocatori di buon livello». Lafinale del torneo “Angelo Dossena” si giocheràa giornale già distribuito, pertanto troverete irisultati e i commenti alla gara sul nostro sitointernet www.professionecalcio.eu

La Nazionale di Veneri batte l’Inter e va in finaleUna partenza stentata, con una brutta sconfitta contro l’Internacional di Porto Alegre

non ha tolto la fame di vittorie degli azzurrini, che raggiungono la terza finale consecutiva

e l’undicesima dal 1993 ad oggi. Venerdì la finale, contro i brasiliani o l’Albinoleffe

di Flavio Grisoli

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Giorgio Veneri (Foto Archivio)

Stefano Giacomelli, attaccante del Foligno (Foto Archivio)

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Numero 2317 giugno 2010

20 Spareggi Eccellenza

di Flavio Grisoli

do a vincere nel cagliaritano per 2-0;l’Anziolavinio, opposto al Mosciano, for-mazione abruzzese, con due vittorie di misura(2-1 e 1-0) ha potuto brindare alla Serie D. Iltecnico dei biancazzurri Paolo D’Este, al ter-

mine della gara diritorno in terraabruzzese, ha volu-to esternare tuttala sua gioia:«Abbiamo meritatoquesto grande tra-guardo, visti i risultaticon i quali ci siamopresentati a questodoppio confronto. Sono molto soddisfatto eemozionato, poi essendo di Anzio, provo ancoramaggiore gioia». Scendendo ancora più a sud,troviamo la sfida fra Real Isernia ed Ebolitana.È stata una doppia sfida molto equilibrata e idue pareggi che hanno caratterizzato il con-fronto ne sono una riprova. Dopo il 2-2 inMolise, i siciliani si sono accontentati di un pari

per 1-1 per fes-teggiare la pro-mozione in SerieD. L’ultima gara diqueste finali diEccellenza nazion-ali vedeva di fronteil Noto e il FortisTrani. I pugliesi,nella gara d’andatain Sicilia, sono usci-ti indenni con unpareggio per 1-1,alimentando così leproprie speranzedi promozione.Auspici che si sonomaterializzati nellagara di ritorno,conclusasi con un3-1 senza appelliche ha regalato unagrande gioia alpresidente AntonioFlora: «A vincere cosìc’è più gusto. È statala conclusione giusta

Conclusi i play-off di Eccellenza. Ecco leOMA – Volgono ormai al termine tuttii campionati (e relative code di spareg-gio) italiani, anche nelle categorie

minori. Solo la Serie D prosegue il suo estenu-ante cammino con la Poule Scudetto e i play-off, gare che, tuttavia, valgono solo per gli annalie le statistiche. A proposito di Serie D, si è final-mente completato il quadro delle partecipantial prossimo campionato con le sette squadreche hanno vinto i rispettivi spareggi. Andandocon ordine, la Caperanese, squadra di Chiavari(e che quindi incontrerà la Virtus Entella in underby che promette già scintille) ha sconfittonel doppio confronto il Castelnuovo Sandrà(squadra veneta, 3-2 all’andata e 1-1 al ritorno);il Castiglione Savoia, formazione del manto-vano, ha battutosia all’andata cheal ritorno ilFersina Pergine(Trentino AltoAdige, 2-1 e 1-0);la formazioneslovena del Kras,che ha partecipa-to al campionatodi Eccellenzafriulano, ha can-cellato le sper-anze di pro-mozione delloJesina (Marche,3-0 per i bian-corossi friulani,3-2 per i marchi-giani al ritorno); ilCesenatico èriuscito a rib-altare lo 0-1casalingo subìtoper mano deisardi delCastiadas, andan-

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Sono Caperanese, Castiglione Savoia, Nogometni Klub Kras, Cesenatico, Anziolavinio

La pacifica invasione di campo al termine di Fortis Trani-Noto (Foto Archivio)

Nicola Campedelli, tecnico del Cesenatico (Foto Sito Ufficiale)

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21Spareggi Eccellenza

di una stagione vissuta fra mille sacrifici e diffi-coltà. Ma alla fine l’abbiamo spuntata e dedi-co la vittoria a Trani, a questi splendidi tifosi edalla mia famiglia, cui ho sottratto fin troppotempo. Il futuro? Ho detto al sindaco che sequalcuno si fa avanti, come è stato a Barletta,resterò alla guida del Trani. Entro trenta giornidobbiamo chiudere: se non arrivo nessuno, las-cio, altrimenti sarà un piacere continuare. Unmomento in cui non ci ho creduto? No c’è maistato, e se Fumai non si fosse fatto espellere aNardò, il campionato lo avremmo chiuso unmese e mezzo fa. Ma con una società, unallenatore ed una squadra così era naturaleche alla fine si vincesse lo stesso». Fa eco al

proprio presidenteG i a c o m oPettinicchio, allena-tore del FortisTrani: «Perché misono inchinato aitifosi? Certo chedovevo farlo, ci hannoseguito dappertutto, liho chiamati a raccol-ta e hanno risposto così. La vittoria? È stata la vit-toria del cuore, perché dove non arrivano la tattica,i cambi, le gambe, arrivano la voglia, il carattere. Equesta squadra ne ha da vendere».

Cristian Giuffrida, attaccante dell’Anziolavinio(Foto Sito Ufficiale)

Il Castiglione Savoia nella foto di rito (Foto Archivio)

ultime sette squadre che brindano alla DEbolitana e Fortis Trani le formazioni che mettono il timbro per la prossima Interregionale

Angelo Quaglia, tecnico dell’Ebolitana (Foto Sito Ufficiale)

Domenico Centrone, presidente del NK Kras(Foto Sito Ufficiale)

Stefano Risaliti, presidente della Caperanese(Foto Sito Ufficiale)

Giacomo Pettinicchio, allenatore del Fortis Trani(Foto Sito Ufficiale)

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OMA - Dopo aver ricevuto la mail dalComitato RegionaleEmilia Romagna (la pro-

poniamo così come ci è giunta),ci rendiamo sempre più contoche noi non saremo mica deifotografi, ma che regole, presi-denti e molti fiduciari dovrebbe-ro essere cambiati, messi daparte, riscritti. Il geometraZantei ci segnala che “per dimo-strare l’inadeguatezza dellenorme di sicurezza, le foto dove-vano essere fatte sui lati delcampo e non sulla profonditàdello stesso”. Gentile a ricordar-celo, ma noi lo sapevamo già. Chiha omologato questi campi?Questa è la domanda d’obbligo.Come mai non si cambiano leregole? Questi sono gli appuntiche andrebbero fatti. Il campo dicui pubblichiamo la foto in altoha il campo per destinazione?Noi ricordiamo a Zantei di rileg-gersi i nostri articoli e il perchédella nostra inchiesta che tendea portare alla luce situazioni allimite del paradosso e che noiabbiamo sempre detto che inalcuni casi la responsabilità ènelle regole, che risultano vec-chie ed obsolete, che in altri casila responsabilità è dei presidentidi Comitato troppo “amici” dellesocietà” e che altre volte laresponsabilità è da imputare aifiduciari. Ricordiamo inoltre alComitato regionale EmiliaRomagna che: tra le linee peri-metrali del terreno di giuoco edil pubblico od un ostacolo qua-lunque (muro, rete, fossato, albe-

ri od altro) vi deve essere una striscia di ter-reno piana e al medesimo livello del terrenodi giuoco, della larghezza minima di metri 1,50,

denominata "campo per destinazione". E introppi casi questo non avviene e che noi cibattiamo, cosa che dovrebbero fare anche

loro, per la sicurezza di chiscende in campo. L’EmiliaRomagna come il Piemontetanto per fare un altro nomesono all’avanguardia per lasicurezza degli impianti, maquesto non vuol dire chenon ci siano campi fuorinorma in queste regioni.Armeni, presidente dellaCommissione Impianti inerba sintetica della FIGC havoluto le foto dei campi cheabbiamo pubblicato. SandroMorgana, presidente delComitato regionale Sicilia hafortemente voluto che lanostra inchiesta arrivassefino in Sicilia. Il presidenteMinetti (Cr Emilia Romagna)è stato il primo a farci con-segnare i tabulati con i nomie gli indirizzi dei campi, e seci sono terreni pericolosiper la sicurezza dei ragazzinella sua Regione siamocerti che si adopererà permigliorare la situazione. Lafunzione del giornalista èquella di aiutare e mettere alcorrente di quello che acca-de i lettori e consigliamo alGeometra Zantei di leggeretutta la nostra inchiesta enon solo di guardare le fotoche riguardano l’EmiliaRomagna, così si sarebbeaccorto che la nostra è uninchiesta e non una rubrica eche quello che chiediamo èuna totale riscrittura delregolamento.

Qualcuno batte un colpo. Ma è quello sbagliatoOmologazioni: riceviamo e pubblichiamo una mail dal geometra Zantei

fiduciario del Comitato regionale Emilia Romagna, che contesta le inquadrature

dalle quali sono state scattate le foto che riportiamo per le nostre inchieste...

di Massimiliano Giacomini

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22 Omologazioni shock

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Numero 2317 giugno 2010

24 Omologazioni shock

La Basilicata si mette in scia con le altre RegioniOMA - Il nostro infausto giro per icampi italiani prosegue. Questa setti-mana il nostro occhio si è posato

sulla Basilicata. Terra dalla storia millenaria,dove approdarono addirittura gli antichiGreci e, se avessero conosciuto il gioco delcalcio, probabilmente avrebbero giocato sucampi non molto diversi da quelli che pro-poniamo nelle foto qui a fianco. Lacollezione di aberrazioni regolamentari cheabbiamo imparato (e probabilmente ancheinsegnato a qualcuno) a conoscere nelcorso di questi mesi di denunce, si ripro-pongono anche in questa occasione. A dirlatutta, non è stato così difficile collezionarequesta, ennesima, “galleria degli orrorilucani”. Ammettiamo che la ricerca è duratanon più di un quarto d’ora: dopodiché ilmateriale per costruire queste due pagineera già bell’e pronto. Muri, tanti muri, paliz-zate, pali, paletti e piloni: ecco tutto quantonon vorremmo mai vedere in un campo dacalcio. Disgraziatamente (per noi) le parolecominciano a venir meno, perchérischieremmo di essere ripetitivi. La cosainteressante e, se vogliamo, stupefacente, èche qualcuno si è degnato di risponderci.Dalla prosperosa e generosa EmiliaRomagna ci è giunta una missiva nella qualesi contestavano le modalità di inquadraturadalle quali sono state scattate le foto! in unaparola, in un aggettivo, allucinante. Questosignifica, cari lettori, che noi dobbiamoancora continuare nella nostra battaglia,nella nostra lotta, perché è giusto. Giustonei confronti di chi tutte le domeniche va, asua insaputa, a rischiare la vita su un campoda calcio. Perché un palo (o meglio, unpilone, viste le sue dimensioni) come quelloritratto a meno di due metri dalla linea lat-erale del campo della Santarcangiolese (contanto di praticello che potrebbe nasconderechissà quali insidie; ma non siamo troppopignoli, suvvia...) con un passo e mezzo di unragazzo di sedici anni ce lo possiamoritrovare davanti alla faccia in men che nonsi dica. Ma se lo dipingiamo di giallo e rosso(e vogliamo sperare che non venga nessunoa dirci che quella è una protezione, perchésarebbe oltre che bugiardo anche offensivoalla nostra intelligenza e anche a quella deinostri lettori) allora va bene, è visibile, èsegnalato, è sicuro. Per non parlare dellepanchine ad un passo (proprio il caso didirlo) dalla linea laterale, proprio come nellafoto a fianco, nel campo del Grottole. Arriviin corsa in un amen. Già, amen.

dalla Redazione

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Una palizzata a poco più di un metro dalla linea di fondo del campo dell’Adp Rondinella (Foto Archivio)

Il palo con la scatola di derivazione a meno di due metri dal campo del Grottole (Foto Archivio)

Un altro classicissimo dell’orrore: la panchina a mezzo metro dal campo, sempre del Grottole (Foto Archivio)

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25Omologazioni shock

Il muro alle spalle del portiere del Pescopagano ci ricorda il nome della squadradi casa (Foto Archivio)

Sebbene sia lontano, lo stato del campo del Montescaglioso è ai limiti dell’indecenza

(Foto Archivio)

Un palo enorme, a meno di due metri dal campo, colorato e non ricopertoIl campo è quello della Santarcangiolese (Foto Archivio)

Ancora un muro alle spalle della porta sul campo del Pietragalla (Foto Archivio)

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26 Coppa Italia Beach Soccer

Milano, al Circo Massimo è poker di successiBattuto nella finalissima di domenica 13 giugno il Bibione per 5-3

Ancora una volta, dopo il successo dell’Eurocup, un grande afflusso di pubblico

per uno sport che sta conquistando sempre più consensi. La neonata Roma è quinta

dalla Redazione

OMA - Si chiude con la finale dellaCoppa Italia di Beach Soccer l’avventu-ra romana di questa disciplina, che sta

riscuotendo sempre più successo. Nella splen-dida cornice dell’Arena allestita al CircoMassimo di Roma, diciotto formazioni, che orainizieranno il lungo cammino del campionatoitaliano, si sono date battaglia sulla sabbiaromana. Dopo il grande riscontro di pubblicoavuto con l’Eurocup vinta dalla Russia, e nellaquale la nostra Nazionale è giuntaterza, le migliori formazioni del nos-tro panorama del calcio da spiaggia sisono battute con un afflusso di spet-tatori sempre maggiore, anche inconsiderazione del fatto del granderichiamo della neonata formazionedella Roma, che annovera fra le suefila grandissimi campioni di questosport. Spada, Madjer, Belchior,Carotenuto e il capitano italianoRoberto Pasquali hanno scelto diprendere parte a questo nuovoprogetto, che sicuramente avràgrande successo. Per il momento, icapitolini si devono accontentare delquinto posto, conseguito nella finali-na di consolazione contro la sorpre-sa del torneo Eboli. Nella finalissima,Bibione e Milano hanno dato vita aduna finalissima degna delle attese edelle stelle del beach soccer che

sono scese nell'areadel Circo Massimo.Da una parte iveneti, squadra rive-lazione della quattrogiorni romana cheha condottoall'assegnazione deltrofei nazionale,sostenuta dai colpi

Rdel bomber Giuseppe Soria e da un gruppo dibeacher di provata esperienza. Dall'altra i cam-pioni in carica di Milano, che pur orfani delprodigioso ma infortunato Amarelle, hannopotuto attingere alle immense risorse di unarosa di grandissimo livello, messa a disposizionedi mister Panizza. La prima frazione del match èpalpitante, con una serie di colpi che strappanoapplausi e che scatenano le emozioni. Al 3'Bibione passa in vantaggio: servizio millimetricodi Samoun per il tap-in vincente di Soria. Milanopareggia subito il conto con Benjamin, che

riesce a giovare di un errato controllo del pal-lone da parte di Samsa. Un nuovo colpo diSoria, servito a dovere da Ddi, riporta avanti iveneti. Al 9' si torna in equilibrio. Bruno rac-coglie l'invito di Kuman e scaglia un diagonaleimparabile per Samsa. La seconda frazioneprosegue sullo stesso binario, in un continuobotta e risposta tra Bibione e Milano. Stavoltasono i rossoneri a gonfiare per prima la rete,appena dopo la traversa colpita da Wellington.

Nuovo gioco diprestigio di Brunoper il momentaneos o r p a s s o .L'offensiva diBibione si fermaancora sulla traver-sa, raggiunta dalcolpo di testa diDdi. all'8' il tiro piaz-zato di Livon rimette le cose in pari. Ci vuole unpenalty, trasformato da Benjamin, per tagliare le

gambe al team di misterSabalino. I veneti non mollanoma il tempo a disposizione nonconsente al Bibione di trovare ilcolpo prima della fine della sec-onda frazione. Il traguardofinale si avvicina e la tensione incampo si fa sentire. A pochiminuti dalla ripresa delle ostilitàMilano reclama l'intervento del-l'arbitro per un duro contrastotra Soria e Nico, con lo spagno-lo ad avere la peggio. Nella cir-costanza mister Panizza protes-ta animatamente ed il direttoredi gara è costretto ad allonta-narlo. E' ancora la traversa anegare a Bibione la rete delpareggio: al 3' Wellington la cen-tra su tiro piazzato. Il buonmomento dei veneti vieneinterrotto dalla terza marcatura

in gara di Benjamin. Samoun commette un falloingenuo da una posizione ideale per i piedimagici del brasiliano che ha l'occasione diportare Milano a più due. Opportunità sfrutta-ta in pieno e la coppa riprende la strada diMilano per il secondo anno consecutivo. Damenzionare infine il bomber del Torneo, l'attac-cante del Viareggio Gabriele Gori che ha tocca-to quota 14 reti. (Si ringrazia l’ufficio stampa LND)

La gioia dei giocatori di Milano con la Coppa Italia 2010 (Foto LND.it)

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27Coppa Italia Beach Soccer

14reti: Gori (Viareggio)

11 reti: Soria (Bibione)

10 reti: J.Torres (Colosseum)

9 reti: Palmacci (Terracina)

8 reti: Juninho (Catania)

7 reti: Sideny (Colosseum), Madjer (Roma)

6 reti: Fred (Catania), Benjamin (Milano)

5 reti: Donini (Fano), Buru (Roma)

4 reti: Ddì (Bibione), Stankovic (Catania),

Sacchi (Cervia), C. Torres (Colosseum)

Nastri (Eboli), Russo (Grumo), Sousa (Lignano)

Bruno (Milano), Maradona Jr (Napoli)

Juninho (Terracina), Belchior, Pasquali

Carotenuto (Roma)

La classifica marcatori finale

1^ posto: Milano

2^ posto: Bibione

3^ posto: Elleci Terracina

4^ posto: Coil Lignano Sabbiadoro

5^ posto: Roma

6^ posto: Eboli

7^ posto: Ragazzini Generali Catania

8^ posto: Martos Napoli

9^ posto: Bari

10^ posto: Casinò Venezia

11^ posto: Colosseum

12^ posto: Viareggio

13^ posto: Alma J. Fano

14^ posto: Mare di Roma

15^ posto: Cervia

16^ posto: Grumo

17^ posto: Sambenedettese

18^ posto: Catanzaro

Le posizioni finali della Coppa Italia 2010

2010: MILANO

2009: Milano

2008: Coil Lignano Sabbiadoro

2007: Milano

2006: Milano

2005: Catania

2004: Catania

L’Albo d’oro della Coppa Italia

Nelle foto: in alto a sinistra Benjamin Pereira da Silva, jolly diMilano (Foto Sito Ufficiale); a fianco il capitano della Roma e

dell’Italia Roberto Pasquali (Foto LND.it); in basso la foto di squadra della neonata Roma Beach Soccer (Foto LND.it)

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29Coppa ItaliaFemminile

dalla Redazione

L’ultimo atto della Coppa Italia è l’appuntamento finale della stagione del calcio in rosa. La Reggiana

guidata in panchina da Bertolini, sconfigge ai rigori la Torres e viene ricevuta dal sindaco Delrio

La Reggiana si cuce la coccardaOMA - Senzacompenso ma conun grande cuore.

Così si potrebbe riassu-mere la stagione dellaReggiana calcio femmini-le, che ha vinto la coccar-da tricolore (7-6 controla Torres). Una CoppaItalia meritata quella por-tata a casa dalla forma-zione granata guidata dal-l’allenatrice Bertolini, chedurante la festa organiz-zata dal sindaco di ReggioDelrio, ha dichiarato che:«Siamo ancora piene diadrenalina. Vincere un tro-feo così importante per me

che sono di ReggioEmilia ha un saporedel tutto speciale».Le ha fatto ecoBetty Vignotto,presidente dellasocietà: «Questaragazze hanno tira-to avanti fino al ter-mine della stagioneanche non riceven-do i compensi eco-nomici che gli spet-tavano. Con orgoglioe determinazionehanno dimostratoche: volere è vola-re». Proprio le Istituzionisono sempre state vicinealla formazione granatafemminile, e mister

Bertolini ci ha tenuto aprecisare il ruolodell ’AmministrazioneComunale: «Dobbiamoringraziare la Fondazionedello sport e tuttal ’ A m m i n i s t r a z i o n eComunale per esserci statisempre vicini». «Ora - haconcluso il SindacoDelrio - ci auguriamo cheil calcio maschile e quellofemminile possano iniziareuna collaborazione chepossa essere utile e profi-cua per entrambi». La Coppa ItaliaFemminile è stato l’ulti-mo atto della stagionedel calcio in rosa. Il matchcontro la Torres avevavisto le emiliane passarein vantaggio al 5’ delprimo tempo con unarete di Sabatino. Allesarde ci sono voluti 70’per riagguantare il risul-tato con una rete diIannella. Dopo l’1-1 cisono voluti i calci di rigo-re per assegnare l’ambitotrofeo.TORRES – (4-4-2)Criscione Arianna;Manieri Raffaella, ValentiValentina, Tona Elisabetta,Cortesi Martina; SorvilloMaria (5' st PintusTamara), Stracchi

D a n i e l a ,D o m e n i c h e t t iGiulia, Fadda Alessia(20' st IacchelliSelenia); PanicoPatrizia, IannellaSandy; a disposizio-ne dell'AllenatoreSalvatore Arca,Cupido Michela,Razzoli Roberta,Carboni Fiorella.REGGIANA – (4-2-3-1) Vicenzi Silvia;Giubertoni Elisa (12'1ts Fragni Debora),Magrini Valeria,

Neboli Laura, BarbieriLara; Brutti Veronica (30'st Casile Roberta),Nasuti Giulia; Spina Betty,

Vicchiarello Evelyn,Parejo Angeles; SabatinoDaniela; a disposizionedell'Allenatore MilenaBertolini Tasselli Sabrina

Arbitro della gara ilSignor Luigi Pillitteri diPalermo, coadiuvato dagliAssistenti di Linea LucaDi Stefano e Carlo Bellinidi Palermo; quarto uomoil palermitano MatteoGuddo.

Marcatori: 5' pt Sabatino(RE), 30' st Iannella (T)

Espulsi: 25' st Neboli(RE), 45' st SalvatoreArca (T)

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La premiazione da parte del sindaco Dalrio alla Reggiana (Foto Archivio)

Il difensore della Reggiana Laura Neboli espulsa durante l’incontro(Foto Archivio)

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31Intervista

Alessandro Bonan: “Sarà un mercato austero”di Flavio Grisoli limite che conosciamo un po’ tutti. Oggi, fortu-

natamente, non è più così, le cose stanno cam-biando. Non so se sia stato un bene o un maleun afflusso così prepotente di contributi allesocietà, però prima tutto era in mano ai presi-denti. Adesso un po’ meno. Molti si sono indebi-tati pesantemente - prosegue il conduttoreSky - e quelli che non sono stati capaci digestire una squadra di calcio come una vera epropria azienda sono falliti. Se questi soldi fos-sero stati investiti in progetti a medio e lungotermine - ammodernamento impianti, inves-timenti nel settore giovanile - invece chetrasferirsi direttamente nelle tasche dei calcia-tori, sarebbe stato molto meglio. Invece - con-tinua Bonan, che dimostra così di averemolto a cuore l’argomento - si sono spesi isoldi in maniera scriteriata, pensando così diottenere benefici nel breve periodo, senza pen-sare al futuro un po’ più lontano. Poi chiara-mente il calcio non è una scienza esatta, e il

pallone è sempre roton-do...». L’ultimo argo-mento, di strettissimaattualità: che mondi-ale sta vedendoAlessandro Bonan daaddetto ai lavori? «Unmondiale senza cuore,senza gioco. Qui da noipoi, quando entra incampo la Nazionale,allora si alza il livello diattenzione, si cominciaa guardare le partitecon occhi diversi. Chi miha impressionato di piùè stata la Germania.Ha nomi molto giovani,e il progetto che hamesso in campo il CTLöew è coraggioso e unpo’ diverso da quello diLippi, che ha puntato suelementi di maggioreesperienza. Èun’“ItalJuve” che un po’mi preoccupa, mastaremo a vedere».

OMA – Nato a Pistoia il 10 aprile di46 anni fa, Alessandro Bonan è unodei giornalisti “rampanti” di Sky,

nonostante la sua carriera nell’emittente diMurdoch sia iniziata 15 anni fa: «Ho mosso imiei primi passi nell’ambiente a “Rete 37”, stor-ica emittente locale fiorentina - l’amarcord diBonan, che attualmente conduce una rubri-ca di calciomercato - dove facevo un po’ ditutto, dalla cronaca, al costume. Poi ho cominci-ato ad occuparmi di sport quando nella Serie Adi basket c’erano addirittura sei formazionitoscane, dopodiché ho iniziato con il calcio. Finoal 1995-96, quando sono appdrodato aTelepiù». L’antesignana di Sky, che introdussela televisione satellitare nel nostro paese.Ma addentrandoci nel tema di questa con-versazione, come si è evoluto il calciomer-cato in Italia negli ultimi decenni? «Allora, unavolta c’erano le “settesorelle” - Inter, Milan,Juventus, Roma, Lazio,Fiorentina e Udinese- che si contendevano ipezzi pregiati del mer-cato, nel limite delledisponibilità eco-nomiche. Adesso, c’èsolamente l’Inter a farlada padrone, e in partela Juventus. La Roma,dal canto suo fa il pos-sibile, ma comunquesempre con ottimi risul-tati». Quindi che cal-ciomercato ci si deveaspettare questaestate? «Non credoche sarà un mercato dagrandi nomi, ma saràcomunque molto vivo, ei procuratori sono moltobravi a mantenere sem-pre alto il livello dell’at-tenzione del grandepubblico». Già, i procu-ratori: figura che sta

Rconoscendo un periodo floridissimo, grazieanche alle legislazioni (dalla ormai celeberri-ma “Sentenza Bosman” in poi) che hannovia via easautorato le società per conseg-nare il manico del coltello ai calciatori e ailoro agenti: «È molto vero, da una quindicina dianni a questa parte i procuratori hanno assun-to un ruolo determinante. Se prima bastavauna telefonata o un incontro tra i presidenti permettersi d’accordo, oggi ci sono molte più figureche vanno a sedersi al tavolo». Figure che pre-tendono anche la loro parte, questo loaggiungiamo noi. Ma quanto le televisionihanno influito sulle scelte in sede di merca-to e le politiche di gestione societarie?«Inizialmente, quando cominciarono ad affluiremolti denari freschi nelle casse delle squadre dicalcio - prosegue Bonan - molte di queste lispendevano immediatamente nella campagnaacquisti e nell’aumento incrementale deglistipendi dei calciatori, creando poi situazioni

Alessandro Bonan, volto famoso di Sky (Foto Archivio)

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