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ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 5 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 25 30 giugno 2011 1€ Cr Umbria: Il regno del silenzio Devis Crema, presidente del Sansepolcro: “Il presidente Luigi Repace e il Cr Umbria hanno taciuto alle società riguardo il sequestro dell’area e ora sembra che la Procura abbia messo sotto la lente d’ingrandimento anche i conti del Comitato. E intanto il “mostro” viene sbattuto in prima pagina in tutta la regione e non solo .... Perchè Ri- vera, presidente del SgS, e Baggio, presi- dente del Settore Tec- nico non erano presenti all’Assemblea per lo Statuto? Il commento Dal calcioscommesse al “nuovo caso “ di Premiopoli Tapinassi L’inchiesta L’associazione allenatori vista dai tecnici Grisoli All’interno: Rubrica di Gasperini, Finale Play-off Serie D, Bassano, Lumezzane, Carra- rese, Pisa, Lanciano, Taranto, Celano, Crociati Noceto, Gaeta, dal Campo al Foro e campionato Sammarinese

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 25 30 giugno 2011 1€

Cr Umbria:Il regno del silenzio

Devis Crema, presidente del Sansepolcro: “Il presidente Luigi Repace e il Cr Umbria hanno

taciuto alle società riguardo il sequestro dell’area e ora sembra che la Procura abbia messo sotto

la lente d’ingrandimento anche i conti del Comitato. E intanto il “mostro” viene sbattuto

in prima pagina in tutta la regione e non solo....”

Perchè Ri-vera, presidente del SgS, e Baggio, presi-

dente del Settore Tec-nico non erano presenti

all’Assemblea per lo Statuto?

Il commentoDal calcioscommesse

al “nuovo caso “di Premiopoli

Tapinassi

L’inchiestaL’associazione

allenatori vista dai tecnici Grisoli

All’interno: Rubrica di Gasperini, Finale Play-off Serie D,

Bassano, Lumezzane, Carra-rese, Pisa, Lanciano, Taranto,

Celano, Crociati Noceto, Gaeta, dal Campo al Foro e

campionato Sammarinese

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Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

L’AIAC è inutile. Questo era emerso in

una nostra vecchia inchiesta targata

2008/2009, dove avevamo ascoltato presi-

denti di Lega Pro e Serie D che si erano detti

contrari al presidente Ulivieri e alle rego-

le per partecipare ai corsi di 2^ Categoria.

Il problema poi si era spostato nei settori

giovanili con tecnici senza patentino che se-

devano in panchina facendosi passare per

massaggiatori. Avevamo prodotti dati incon-

futabili all’ufficio di Firenze e come risposta

ricevemmo solo “silenzio”; in un editoria-

le del 3 dicembre 2009 accusammo l’AIAC,

chiamandola Assoinutilità, di latitanza di

fronte ai problemi da noi esposti. Problemi

che coinvolgevano il mondo dei settori gio-

vanili e anche dei campionati dilettantistici,

tanto che anche Tuttosport riprese la nostra

inchiesta. Ora ripartiamo da dove avevamo

lasciato, visto che la Lega Dilettanti ha deciso

di permettere di allenare in Prima Categoria,

Seconda Categoria e Campionato Juniores

anche a chi non ha il patentino. Uno schiaffo

in pieno volto all’AIAC per alcuni, ma non per

Renzo Ulivieri, che guarda e passa. Allora dal

mondo dei dilettanti si alza a gran voce una

richiesta: la creazione di un’Associazione

Allenatori Dilettanti. Un’utopia? Staremo a

vedere e visto che ci piace andare a fondo

sugli argomenti abbiamo deciso di dedicare

l’estate alla raccolta delle opinioni. Interpel-

leremo gli allenatori dilettanti per vedere

che cosa ne pensano dell’AIAC e di una pos-

sibile alternativa che si occupi veramente

del mondo dilettantistico italiano. Vedremo

cosa ne uscirà fuori. Da tenere sotto control-

lo anche la situazione del Cr Umbria, che ha

una parte del terreno posta sotto sequestro

e dove si dice che la Procura (non quella fe-

derale sia chiaro) abbia messo sotto la lente

d’ingrandimento anche i conti del Comitato

guidato da Luigi Repace. Devis Crema, pre-

sidente del Sansepolcro, uomo di peso e

molto ascoltato all’interno del mondo della

Lega Nazionale Dilettanti, intervistato da noi

(Grisoli a pagina 19) si è chiesto il perché di

questo silenzio intorno all’accaduto e se non

sia necessario un passo indietro da parte di

Repace. Passo indietro che si può tradurre

in “sospensione” e la richiesta di Crema ci

trova d’accordo. Luigi Repace dovrebbe per

prima cosa convocare un’Assemblea con

tutte le società umbre e spiegare quanto ac-

caduto e non lasciare che queste vengano

a conoscenza dei fatti solo dalla stampa, e

subito dopo fare quel benedetto passo in-

dietro. Ma stia attento a dove mette i piedi

visto che la zona sequestrata, come potete

vedere dalla foto in copertina, è piena di

sassi là dove dovrebbe esserci un bel cam-

po da calcio. Sia mai che inciampasse. C’è

anche chi dice che c’è ancora del tempo per

la costruzione del campo, che deve essere

pronto il 30/12/2011. Giusto, ma qualcuno

spieghi alle società perché mai non si erano

iniziati i lavori per la costruzione del campo

sportivo. Non si erano tolti neanche i sassi,

forse qualcuno sperava che la fine del mon-

do predetta dai Maya avvenisse veramente,

ma quel qualcuno si è sbagliato anno, la fine

del mondo sarà nel 2012. Avreb-

bero dovuto pensarci prima.

L’Associazione Italiana Allenatori, l’inutile patentino e la nuova inchiestaIl Comitato regionale Umbria e il passo indietro del presidente Repace

Massimiliano Giacomini

NUMERO 25 - 30 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

ADERENTE A:

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La storia è sempre la stessa, ma nessu-

no sembra annoiarsi. Riparte la Copa

America con una carrellata di talenti in

vetrina e la solita sfida tra Argentina e

Brasile, eterno duello tra Tango e Samba,

agonismo e fantasia, Maradona e Pelè. Alla

lista aggiungiamo noi 1.95 e 3, ovvero le

quote che propone la lavagna Matchpoint

per il trionfo delle due squadre, coi ragazzi

dell’Albiceleste fortemente favoriti in virtù

del caldissimo pubblico amico, che sogna

(dopo 18 anni di astinenza) una vittoria de-

gna del nome che ospiterà la finalissima:

“Monumental”. Nella testa dell’idolo Mara-

dona e nei piedi dell’idolo Messi è riposta

l’immensa voglia di riscatto di un paese che

ancora non ha digerito i ko del 2004 in Perù

e 2007 in Venezuela, entrambi firmati dagli

odiati cugini verdeoro. Citato il pluri Pallone

d’Oro Messi, inutile mettersi a fare la lista

degli altri campionissimi che metteranno in

campo le due contendenti, roba da fare in-

vidia a mezzo mondo. Attenzione però: ve-

dere la Copa America come una corsa a due

potrebbe essere un grosso errore, dimen-

ticando le qualità delle altre contendenti,

che si preparano quasi nell’ombra, senza

grandi pressioni, sognando un’edizione

come quella del 2001, quando l’Argentina

non partecipò e il Brasile venne umiliato

nei quarti dall’Honduras. L’Uruguay (quo-

ta a 10), che ha già saputo fare meglio di

Brasile e Argentina al Mondiale, può ora

confermarsi con le “esplosioni” dei talenti

Suarez e Cavani; nel Cile (12) Sanchez e Isla

possono ingolosire ancor di più i tanti club

che li corteggiano, mentre il Messico (33),

invitato a partecipare e fresco vincitore

della Gold Cup (il torneo nord-americano),

sogna una clamorosa doppietta coi gol del

“Chicarito” Hernandez. Il problema è che

queste tre outsider si trovano nello stesso

girone, il B, assieme al malcapitato Perù:

questo vuol dire che una rischia grosso

l’addio alla competizione nella prima fase.

Nella scommessa sul vincente girone, l’in-

diziata è proprio la compagine messicana,

a 4.20.

Tango o Samba? Inizia la Coppa America. Argentina e Brasile le favorite4 NUMERO 25 - 30 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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5NUMERO 25 - 30 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Non guardare la pagliuzza nell’occhio del tuo prossimo...

Gino Tapinassi

Gino Tapinassi: “È mai possibile che nella Federcalcio guidata dal signor Giancarlo Abete chi è stato in passato squalificato per calcioscommesse

con sentenze passate in giudicato, possa fare il presidente degli educatori e il Direttore dei corsi per allenatori a Coverciano?”

Mentre si susseguono presso la Pro-

cura di Cremona gli interrogatori

sullo scandalo scommesse con i vari episodi

sospetti che vengono esaminati ad uno ad

uno, come sfogliando un carciofo, contem-

poraneamente si (ri)apre lo scandalo Pre-

miopoli. Ora, alcune considerazioni ci sorgo-

no spontanee, considerazioni che vogliamo

condividere con i nostri lettori. È mai possi-

bile che nella Federcalcio guidata dal signor

Giancarlo Abete chi è stato in passato squa-

lificato per calcio scommesse con sentenze

passate in giudicato, possa fare il presiden-

te degli educatori e il Direttore dei corsi per

allenatori a Coverciano? Se è vero che le

sacre scritture prevedono la remissione dei

peccati e la riabilitazione del peccatore sta

anche scritto che bisogna evitare di ricadere

in tentazione ed essere prudenti ed astuti

come i serpenti (santi vangeli). D’altra parte

questa non è la sola chicca della presidenza

Abete. L’odierno designatore della massima

divisione nazionale Braschi fu squalificato e

poi riabilitato grazie al commissario straor-

dinario Rossi, per alcune

vicende con il Siena Calcio.

Ora, va bene la piena au-

tonomia dell’Associazione

italiana Arbitri, ma il buon

padre di famiglia ha il do-

vere di segnalare e correg-

gere gli eventuali errori dei

figli anche se indipenden-

ti. Ma questa logica non

è nella visione di questo

presidente Federale, che

ad ogni piè sospinto dice

di non essere attaccato

alla sua pol-

trona. Se si

a g g i u n g e

che anche

il Presiden-

te dell’AIA

settore arbi-

trale, signor

Nicchi, ed il

suo vice il Signor Pisacreta, in passato han-

no avuto comportamenti non perfettamen-

te deontologici, né denunciabili rispetto alla

figura morale dell’arbitro, il quadro dell’at-

tuale assetto della Federcalcio e dell’AIA

settore arbitrale non è certo dei più edifi-

canti, né rassicuranti. Ora, di fronte a tutto

questo stato di cose come si può pretende-

re dagli altri (giocatori, allenatori, dirigenti

di società), comportamenti adamantini e

trasparenti? Vorremmo dare un modesto

suggerimento al presidente Abete, che vie-

ne da lontano. Nientemeno che dalle sacre

scritture del nuovo testamento: non guar-

dare la pagliuzza nell’occhio del tuo prossi-

mo senza considerare la trave

che è nel tuo”.

Tapinassi (Foto Arcivio)

Ulivieri (Foto Arcivio)

Abete (Foto Arcivio)

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NUMERO 25 - 30 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 7

“Le Barise so’ come a Sanda Necole: so amande de le frastejiere”: e infatti il Bari

riparte dal salernitano Vincenzo Torrente. Per chi non fosse pratico del dialetto

del capoluogo pugliese, il proverbio recita così: “I baresi sono come San Nicola:

amano i forestieri”. La delusione della retrocessione, arrivata dopo due stagioni

nella massima serie deve essere archiviata, ma come farà il nuovo tecnico ad en-

trare nel cuore dei supporter?: «I tifosi sono amareggiati, ma li riconquisteremo

con il nostro entusiasmo, il buon gioco e il livello delle prestazioni». L’addio al Gub-

bio è arrivato a sorpresa dopo due stagioni vincenti, in cui il mister aveva condotto

la città umbra alla riscoperta del calcio con il trionfo in due campionati e il prossimo

anno incontrerà la squadra che lo ha lanciato come allenatore da avversario: «Non

c’erano più i presupposti per rimanere e sinceramente non ho visto una grande

volontà di trattenermi. Poi è arrivata

l’offerta del Bari, una piazza impor-

tante, con una storia, un blasone e

un progetto interessante alle spalle.

Io sono ambizioso ed ho accettato».

In Puglia è arrivato carico di voglia di

dimostrare il suo valore, ma non si

sbilancia sulle richieste della società

e quando si parla di ritorno in serie A

smorza i toni: «L’obiettivo è far bene,

poi tutto dipenderà dalla squadra

che riusciremo ad allestire». L’allenatore ex Genoa Primavera tatticamente è già

sicuro degli interventi che si dovranno compiere in sede di calciomercato: «Ho le

idee chiare, userò il 4-3-3 o il 3-4-3, come mia abitudine. Il direttore sportivo sa le

mie richieste, ho scelto i giocatori in base alle caratteristiche del modulo, fisiche,

tecniche e caratteriali». La diàspora dei gioielli è quasi certa, ma se l’obiettivo è

la promozione sarebbe opportuno tentare uno sforzo per trattenerli, l’allenatore

non dispera: «Per i giocatori di valore dipenderà da loro se vorranno rimanere.

È naturale che alcuni di loro abbiano l’ambizione di giocare in serie A e sarà dif-

ficile fermarli. Io comunque voglio gente motivata e ben stimolata a fare bene».

Quindi per gli scontenti si aprono le porte e le voci di un addio del portiere belga

Jean François Gillet, visto che a seguirne le tracce sono squadre come Fiorentina,

Bologna, ma anche la Juventus che lo vorrebbe come vice di Gigi Buffon. Intanto

si parla molto bene di Francesco Grandolfo, attaccante classe ’92, cresciuto nelle

giovanili dei galletti. Il giocatore biancorosso, già definito l’erede di Cassano dopo

la tripletta rifilata al Bologna nell’ultima di campionato, potrebbe essere il punto

da cui ripartire per costruire un gruppo giovane e voglioso di vincere e Torrente

non lo esclude: «È un giovane interessante che ha fatto vedere buone cose nel

finale di stagione. Non lo conosco ancora bene, ma se dimostrerà di avere le qual-

ità e di essere pronto lo inserirò». La società ha blindato la giovane promessa con

un contratto per tre anni, resta da capire se riusciranno a tenerlo, sfuggendo alle

lusinghe dei grandi club che potrebbero far entrare monete sonanti

nelle magre casse pugliesi.

Torrente: “Io e il Bari, stesse ambizioni” Fabiola Rieti

Dopo la tragicomica settimana in cui sono maturate

nuove intercettazioni su “Scommettopoli” e dopo le

radiazioni dei tre “mariuoli” dall’ambito FIGC, si torna a par-

lare finalmente di calcio giocato e più specificatamente di

calcio mercato: alla risoluzione delle comproprietà tutto (o

quasi) come previsto, salvo le due topiche colossali di Bolo-

gna (errore nella valutazione globale del giocatore) e Torino

(mancanza di firma su modulo) che hanno rispedito Viviano

all’Inter e Iunco al Chievo. Errori da non credere, visto che le

buste sono compilate da gente che dovrebbe conoscere il

suo mestiere. Detto questo, passiamo ad analizzare le prime

mosse (molte delle quali tutte in divenire) compiute dalle

varie squadre. L’Inter dopo aver interpellato ben sei allena-

tori ha preso il sesto della lista, il bravo Gasperini (Giampiero,

intendo) che ora dovrà gestire uno spogliatoio notoriamente

turbolento, composto da primedonne con la puzza sotto il

naso. Seguiranno le direttive di colui che è stato preso per il

rifiuto o l’impossibilità di prendere altri? Mah, ai posteri l’ar-

dua sentenza. Altra situazione (al limite del grottesco) è quel-

la di Marotta & C. che pur avendo un tesoretto a disposizione

non sanno bene come spenderlo, sommersi ogni giorno da

una marea di nomi che esaltano la fantasia dei tifosi ma non

portano (per ora) nulla al miglioramento tecnico della squa-

dra. Sordi alle richieste di Conte, vanno per la loro strada.

Mancano ancora due mesi alla chiusura, ma entro il 15 luglio

le squadre saranno quasi tutte complete e con giocatori in

esubero. È chiaro che entro il 31 agosto qualcosa succederà.

Né si puo finire senza un accenno a Sor Tentenna che ha pro-

messo di risolvere la questione scudetto 2006 all’Inter entro

la fine del mese. Ci credete? Noi no, perché immaginiamo

che lo scaltro (si fa per dire) presidente federale troverà qual-

che escamotage per rinviare sine die l’ardua

sentenza. Vogliamo scommettere?

Scommettete che il “Sor Tentenna” farà di tutto per posticipare la decisione dello scudetto 2006?Mauro Gasperini

Torrente, qui sulla panchina del Gubbio

(Foto Arcivio)

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Flavio Grisoli

Lo strappo ormai si è consumato, le lotte intestine

alla Federcalcio si fanno sempre più forti e i verti-

ci, impotenti, stanno a guardare. Quello che si è vi-

sto nelle due assemblee (FIGC e LND) di lunedì 20 e

martedì 21 a Fiumicino ne sono la prova palese. Al

di là dell’evidenza, tranne che per qualcuno, dell’i-

nattualità della clausola di largo consenso (o diritto di

veto che dir si voglia), l’Assemblea per la riforma dello

Statuto della Federcalcio è stata l’occasione per veder

ribadito, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’enorme

“peso” delle componenti tecniche nel processo de-

cisionale in seno alla FIGC. Il “niet” di calciatori (AIC)

e allenatori (AIAC) alla modifica della DIvisione Calcio

Femminile in Dipartimento della Lega Nazio-

nale Dilettanti ha lasciato perplessi in molti.

Se non altro, perché il veto posto da Tom-

masi e Ulivieri non ha trovato nessun tipo di

riscontro in qualsivoglia interesse sindacale.

Né tantomeno i due capi hanno cercato di

motivare tale decisione. Per tutta risposta,

nella mattinata di martedì, la LND ha deci-

so che non ci sarà più l’obbligo di patentino

per allenare in Prima, Seconda Categoria e

campionato Juniores. Un’autentica rivolu-

zione, «una “botta” da centomila posti di

lavoro», come abbiamo sentito dire da fonti interne

alla Lega di Piazzale Flaminio. Uno sgarbo, più che al-

tro, dopo aver dovuto ingoiare il boccone amaro, il ro-

spo, del giorno prima. È così che si va avanti, adesso.

Con la “politica del dispetto”, come l’ha definita il nu-

mero uno della Lega di Serie B Andrea Abodi. Ma non

è tutto. I delegati di 18 Comitati regionali su 19 (solo

quello delle Marche del presidente Cellini ha fatto

mancare la sua firma) hanno presentato una propo-

sta dai contenuti altrettanto prorompenti: la creazio-

ne di un’Associazione Italiana Allenatori Dilettanti, e di

un’Associazione Italiana Arbitri Dilettanti. Nella bozza

della mozione, si legge: “Caro presidente Tavecchio,

Lei ha ripetutamente, costantemente e coerente-

mente ribadito un concetto [...] i soggetti, nell’ambito

della FIGC, si suddividono in percipienti ed eroganti.

[...] I sottoscritti, considerato il sostanziale disinteresse

dell’AIAC per le problematiche dell’ambito dilettanti-

stico, propongono che sia avviata la costituzione di

una nuova Associazione Italiana Allenatori, riservata

agli allenatori dilettanti. [...] Tra i soggetti percipienti,

ovviamente, non possono essere ignorati gli arbitri

[...] Anche per tale ambito, i sottoscritti, pur consa-

pevoli delle difficoltà di pervenire alla conclusione di

quest’altro percorso, propongono che sia avviata la

costituzione di una nuova Associazione Italiana Ar-

bitri, anch’essa riservata al settore dilettan-

tistico ed amatoriale. [...] In sintesi, i sot-

toscritti Delegati assembleari in quanto

dirigenti di società, non possono accettare

di divenire da soggetti eroganti, subalterni

di quelli percipienti: allenatori, calciatori,

arbitri”. Il motivo, tra gli altri, di tale pro-

posta è da ricercarsi nell’aperta polemica

messa in piedi dal presidente Tavecchio

in relazione all’autonomia tecnica dell’AIA:

«Com’è possibile che una componente che

da sola si accaparra 1/3 del bilancio fede-

I tecnici e una nuova associazione per allenatori dilettanti

88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 25 - 30 giugno 2011

Inchiesta AIAC

Mister Cotta (Foto Archivio)

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rale pretende di non far valutare al presidente federa-

le le nomine dei designatori? Siamo l’unica Federazio-

ne al mondo, su 208, che opera in questo contesto»,

aveva detto a chiare lettere Carlo Tavecchio nel suo

discorso all’assise dei dilettanti martedì 21. “Paris

vaut bien une messe” (Parigi val bene una messa),

pare pronunciò Enrico III di Navarra, in seguito Enrico

IV di Borbone quando fu incoronato re di Francia per-

ché costretto, da ugonotto, ad abiurare il calvinismo

per la confessione cattolica: conditio sine qua non

per assurgere al trono transalpino. E oggi potremmo

rielaborare luoghi e protagonisti, ma senza snaturar-

ne l’opportunistico significato: “Via Allegri val bene

un diritto”. Chi sia a parlare, e di quale diritto stiamo

parlando, credo che al termine di questo preambolo

sia chiaro a tutti. Ma non è di arbitri che ci occupere-

mo nell’inchiesta che parte da questa settimana (ma

non escludiamo che potrà accadere in futuro), ma di

allenatori. Abbiamo interpellato Corra-

do Cotta (Insubria Caronnese) per avere

da lui un parere sulla proposta avanza-

ta nell’Assemblea della Lega Nazionale

Dilettanti. Il tecnico lombardo, con una

grandissima esperienza alle spalle anche

tra i professionisti, e questa stagione alla

guida dell’Insubria Caronnese, dove ri-

marrà anche il prossimo anno, prima di

tutto ci fa una rivelazione: «La società sta

valutando la possibilità di fare la doman-

da di ripescaggio per la Lega Pro», que-

sto perché è alle viste un’altra Caporetto

di società professionistiche della Terza e,

soprattutto, Quarta Serie Nazionale. Poi,

sollecitato sull’argomento dell’inchiesta,

Cotta risponde: «Io sarei molto favorevo-

le alla creazione di un sindacato allenatori

di categoria. È una situazione che, se av-

viata, darebbe più valore agli allenatori

dilettanti, ma anche di quelli professioni-

sti che guidano formazioni al di sotto del

professionismo. Sarebbe sicuramente

una buona cosa, poi naturalmente va stu-

diata bene, considerando le esigenze di tutte quante

le parti in causa». Quali vantaggi porterebbe l’AIAD?

«Bé - prosegue Cotta - indubbiamente una maggiore

considerazione delle istanze di una categoria che altri-

menti scaturirebbe ben poco interesse. Anche se, per

avere tutele maggiori, ci vorrebbero presidenti diver-

si». Qui mister Cotta prende le difese della categoria

in tutto e per tutto: «I presidenti dovrebbero mante-

nere la parola data in termini di obiettivi. Se ad inizio

stagione si dice che si deve lottare per la salvezza, se

non si ritrovano quinti alla ventesima giornata non

possono mettere in discussione l’operato del tecni-

co». Al di là di questo, che probabilmente è un mal-

vezzo da parte dei dirigenti che mai troverà una solu-

zione, sia l’AIC che l’AIAC offrono poco gioco di sponda

alle categorie minori (il caso dell’Assocalciatori è lam-

pante: dopo 19 anni si sta ridiscutendo il contratto

collettivo dei calciatori di Lega Pro, e forse ci sarebbe

da chiedersi per quale motivo debba essere diverso

da quelli di A e B, visto che sempre di professionisti

si tratta. Ma questa, purtroppo, è un’altra storia): «Sì,

sono d’accordo. Non vedo perché i privilegi devono

essere appannaggio solo dei professionisti, anche

perché di professionalità ce ne sono in tutte le catego-

rie, dalle scuole calcio fino alla Serie D». Sul provvedi-

mento volto a togliere l’obbligatorietà del patentino,

Cotta è contrario: «Secondo me è sbagliato. Perché

per fare il cuoco servono mille certificazioni, abilita-

zioni e quant’altro? Gli aggiornamenti, una qualifica,

servono e come. Persino per guidare la macchina, al

di là delle abilità di ognuno, c’è bisogno della patente.

Così facendo, Corrado Cotta - il mister parla metten-

dosi in prima persona - sta ad allenatore, così come

sta ad ingegnere nucleare. Già non sono capace ad

allenare - ride - figuriamoci a fare

l’ingegnere».

99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 25 - 30 giugno 2011

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1111w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 25 - 30 giugno 2011

Monaco si, Monaco No? In Toscana è tempo di mercato e il

direttore generale Nelso Ricci chiarisce la posizione della

Carrarese rispetto alla confer-

ma dell’allenatore della pro-

mozione Francesco Monaco:

«Ora ci stiamo occupando di

altre cose con la società, come

le comproprietà e l’iscrizione.

Il mister lo sa, ci confronter-

emo con calma una volta

chiarite queste situazioni. È

opportuno affrontare una cosa alla volta». Rispetto alle voci che

vedono altri tecnici vicino alla panchina di Carrara, il dg è categori-

co: «Per gli altri allenatori ora non c’è posto». Sui primi movimenti

di calciomercato, il dirigente degli azzurri precisa: «Venerdì ab-

biamo sistemato la comproprietà di Giovinco, Vannucci e Merini.

Poi abbiamo la volontà di tenere in squadra gli elementi che hanno

dato tanto durante questa stagione». Gli obiettivi per la stagione

2011/2012 sono stati già fissati dalla società toscana: «Come neo-

promossa puntiamo ad un campionato di transizione, con una

squadra giovane e poi nel caso a gennaio faremo dei

ritocchi».

Ricci, dg della Carrarese: “Prima pensiamo all’iscrizione poi al tecnico”

Il direttore sportivo del Lu-

mezzane Luca Nember svela

i primi passi ideati per la co-

struzione della squadra per la

prossima stagione, a partire

dall’allenatore: «Per Nicola non

è ancora ufficiale la conferma,

abbiamo avuto le comproprie-

tà e questa settimana sarà

decisiva per l’allenatore». La

squadra bresciana quest’an-

no vuole puntare in alto come

conferma il ds dei lumi: «L’o-

biettivo sono almeno i play-off

visto che anche quest’anno

per un soffio non ci siamo ar-

rivati. Vogliamo costruire una

squadra competitiva e il no-

stro progetto, che inizialmente

era quello della permanenza in

Lega Pro, ora diventa arrivare

in B. Sarebbe un traguardo im-

portantissimo per una città pic-

cola come la nostra. Il nostro

piano di lavoro dimostra che

quando c’è progettualità si può

crescere». Intanto i punti fer-

mi della squadra sono già stati

individuati: «Ripartiremo da

Emerson, Bradaschia, Finazzi e

Inglese, aggiungendo qualche

giocatore esperto e come tutti

gli anni cercheremo di inserire

qualche under come Trevalcini,

che in questa stagione ha già

esordito in prima squadra».

Sulle ultime dal calciomerca-

to bisogna aspettare: «Sono in

arrivo alcuni giocatori, ma non

c’è niente di scritto, le ufficializ-

zazioni arriveranno

a partire da luglio».

Il Bassano Virtus, dopo una stagione

di buon livello mette il primo mat-

tone per la stagione futura confer-

mando il mister Osvaldo Jaconi. L’al-

lenatore mostra estrema modestia

e precisa: «Si riparte innanzitutto dal

direttore generale Braghin, poi con

la mia conferma. Siamo contenti di

aver condotto nella stagione passa-

ta uno splendido campionato che ci

vede ancora in Prima Divisione. La

prossima stagione sarà ancora più

difficile». Le ambizioni della società

sono misurate: «L’obiettivo è conso-

lidarsi nella categoria per puntare

passo dopo passo ad obiettivi impor-

tanti». Intanto il tecnico del Bassano

comincia a svelare i primi colpi di

mercato messi a segno dalla com-

pagine vicentina: «Abbiamo risolto

alcune comproprietà, Ghosheh con il

Chievo e Longobardi dal Viareggio.

Per ottemperare alla norma degli

Under abbiamo preso il difensore

centrale Scaglia dal Torino e un altro

arrivo sarà Ferretti. I pensieri tra me e

il direttore generale collimano piena-

mente». Il mister poi precisa: «Non

si costruisce una squadra intorno ad

un solo giocatore, conta il gruppo e

noi ci sentiamo un gruppo». Jaconi

si sofferma anche a parlare della

scelta di La Grotteria di abbandona-

re il calcio giocato per dedicarsi all’a-

spetto dirigenziale: «La sua scelta di

attaccare le scarpette al chiodo rap-

presenta una perdita come uomo e

come giocatore in campo. Ma come

uomo non lo abbiamo perso perché

è passato dietro la scrivania a dare

una mano a Bra-

ghin».

Lumezzane: Nember svela il futuro Bassano, Jaconi: “Braghin il punto fermo”

Servizi di Fabiola Rieti

(Foto Archivio)

Page 12: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

Sono momenti di fermento per il Lanciano con la giovane presi-

dentessa Valentina Maio che non vuole sbilanciarsi sul futuro

della squadra: «Questi ultimi giorni sono fondamentali per de-

cidere il da farsi. Ora c’è la scadenza del 30 giugno per l’iscrizione

e dobbiamo assolutamente arrivarci in tranquillità». Il campio-

nato è stato archiviato con una fotocopia del precedente, sempre

a quarantaquattro punti, con nove vittorie, diciassette pareggi e

otto sconfitte, ventotto gol fatti e trentuno subiti (mentre nella

stagione 2009/2010 sono state 31 le reti a favore e 36 quelle con-

tro). Intanto l’unica cosa sicura è che il tecnico Andrea Camplone,

già alla Virtus Lanciano nel 2006, non rimarrà ad allenare i ros-

soneri: «Aveva un solo anno di contratto. Prima però decidiamo

il progetto per la prossima stagione e poi cominciamo a pensare

al nuovo mister e al nuovo direttore sportivo. Per ora non so nien-

te, neanche è certo se ci iscriviamo». Viste le ultime stagioni al di

sotto delle aspettative a fronte di investimenti molto ingenti, che

fanno della Virtus Lanciano una delle eterne favorite per un posto

nei play-off, ci sarà bisogno di una netta inversione di tendenza per

voltare pagina e magari eguagliare i successi della Berretti che con

il mister Marcello Di Camillo ha sfiorato il tricolore (conquistato in

finale dalla Virtus Entella), tanto che si vocifera di un

posto per lui da vice in prima squadra.

Virtus Lanciano, Maio: “Pensiamo al futuro con calma”

Valerio D’Addario, figlio del pre-

sidente del Taranto Enzo, ci

racconta i progetti per il futuro degli

jonici: «Stiamo allestendo una squa-

dra sulla base dell’organico della sta-

gione appena conclusasi, con tre o

quattro integrazioni. Cercheremo di

alzare il livello delle riserve e abbas-

seremo l’età media, di conseguenza

anche i costi, viste le difficoltà eco-

nomiche della categoria. Ingagge-

remo qualche ragazzo bravo anche

in età minore, un 1989 o un 1990,

ma non puntiamo tutto sui giovani

come una squadra che pensa solo

a salvarsi. Uniremo ottimi giovani

a quelli con maggiore esperienza».

Il presidente ha minacciato che il

prossimo campionato “sarà una

guerra” e anche secondo il suo ad

ci sarà da combattere: «Mio padre

è una persona vulcanica, parlava

così dopo la semifinale, temprato

da questa esperienza. La sconfitta

ai play-off è stata immeritata. Cre-

do che la prossima stagione non si

discosterà molto da questa. Sarà dif-

ficile, ci saranno quelle tre o quattro

squadre allestite per vincere, ci sarà

la sorpresa e quella rivelazione che

darà fastidio alle più forti». E la spe-

ranza, neanche tanto velata, è che i

rossoblu siano tra quelle compagini

che lotteranno per il vertice: «Noi

puntiamo a disputare un buon cam-

pionato». Lasciando da parte le spe-

ranze, una certezza c’è ed ha il nome

di Davide Dionigi. Rimarrà infatti an-

cora lui a guidare i pugliesi: «Non ab-

biamo mai avuto dubbi sul mister»,

la pronta replica del

giovane dirigente.

Dino Pagliari,ha riafferrato il

gruppo toscano per i capel-

li e lo ha guidato verso la salvez-

za, ma lui non vuole prendersi

tutti i meriti di questo successo

insperato: «Il valore è di chi è

sceso in campo, io ho prestato

solo la mia professionalità ma

il merito va ai ragazzi». Intanto

il destino dei rossocrociati è più

incerto che mai, con il patron

Piero Camilli, che quale pos-

siede il 51% delle azioni dell’AC

Pisa, che minaccia di lasciare la

sua quota di società, ma ad oggi

le bocche dell’ambiente pisano

sono cucite. Alla domanda se sul

suo futuro peserà la situazione

societaria mister Pagliari è de-

ciso: «No, fino a quando non ci

sono cambiamenti». Il proble-

ma è capire se ci saranno questi

cambiamenti, come si intuisce

dai rumors che si rincorrono da

giorni: «Io ho un contratto e fino

a prova contraria sto qui. In que-

sto momento sono io il tecnico

del Pisa, poi vedremo». Si pro-

spetta quindi un’estate rovente

per la squadra della Torre pen-

dente con la possibile rottura tra

Camilli e il presidente Carlo Bat-

tini i cui motivi sono

ancora tutti da capire.

D’Addario: “Taranto con il giusto mix” Pagliari e il Pisa in progress: “Resto qui”

1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 25 - 30 giugno 2011

Servizi di Sara Sbaffi

(Foto Studio BF)

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Page 14: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 25 - 30 giugno 2011

Fabiola Rieti

Emilio Capaldi, direttore generale del Celano,

fa il punto sui preparativi per l’avvio del pros-

simo campionato, partendo da un distacco doloroso:

l’addio di mister Giacomo Modica. «Nel calcio di solito

non ci sono tantissimi valori – spiega il dg biancaz-

zurro - invece a noi dispiace. È stato con noi dal 2007,

abbiamo vissuto quattro anni bellissimi e la società si

augura che il mister possa trovare una squadra con

la quale togliersi qualche soddisfazione». Ciò che

auspica il dirigente aquilano, potrebbe essere già

realtà visto che l’ex tecnico potrebbe allenare la Ter-

nana, panchina per la quale sembra essere in corsa

anche l’ex Cosenza Domenico Toscano. La panchina

abruzzese è stata già affidata ad un volto noto ai ti-

fosi marsicani: «Per dare continuità al progetto ci si-

amo affidati a Michele Facciolo, che era il secondo di

Modica fin dal suo arrivo a Celano. Lui conosce bene

l’ambiente ed è un sostenitore della nostra volontà

di far crescere i giovani». Per il tecnico piemontese

l’ufficializzazione arriverà al rientro dalle vacanze,

quando senza sorprese si metterà tutto nero su bi-

anco. Il piano di lavoro per la stagione 2011/2012

parte sempre dall’inserimento in rosa degli under

23: «Negli ultimi anni in Lega Pro, a carattere na-

zionale, si cerca di ringiovanire le rose, per noi una

squadra molto giovane è una prerogativa essenziale.

La volontà è salvarci il prima possibile e naturalmente

tutto quello che verrà in più sarà ben accetto». Una

politica volta alla scoperta di nuovi talenti per il calcio

è un piano di lavoro coraggioso, che non sempre dà i

risultati sperati. Al termine della regular season si pos-

sono tirare le somme per rendersi conto che il team

aquilano ha rischiato molto in questo campionato

puntando su giovani che non hanno reso secondo le

aspettative. Il dirigente marsicano ha le idee chiare su

questa questione: «Sei anni in Lega Pro per una re-

altà piccola come la nostra sono già un risultato ot-

timo. È normale che in una rosa di 22 giocatori, con

19 giovanissimi, alcuni addirittura classe ’93 si può

rischiare un po’. Non hanno il pelo sullo stomaco per

fronteggiare le situazioni critiche. Il nostro equilibrio,

però, è la forza societaria, perché conosciamo bene i

nostri limiti. Dunque non ci esaltiamo se vinciamo tre

partite consecutive, ma non ci disperiamo se ne per-

diamo tre. In questo modo riusciamo a

trovare una stabilità fondamentale».

Il dg Capaldi: “Il Celano punta sull’entusiasmo di Facciolo”

Facciolo (Foto Arcivio)

Page 15: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 25 - 30 giugno 2011

Tutto nuovo in casa Gaeta e ampio spazio ai giovani. Il neopresidente

Pasquale Iezzi e il nuovo direttore sportivo Carlo Magliozzi insieme

alla vecchia guardia, i dirigenti Antonello Buono e Giuliano Pierro, stanno

mettendo a punto il progetto per il futuro dei biancorossi. Il ds, gaetano

di nascita e quindi particolarmente attaccato alle sorti della squadra della

sua città, ci spiega cosa hanno in mente: «Auspichiamo un futuro per i

giovani e cercheremo di abbassare le spese e i costi. In questo calcio da

salvare, dove le follie e le situazioni strane sono tante noi puntiamo tutto

sui giovani. Certo, su Under interessanti». Anche l’allenatore è nuovo:

Fabrizio Perrotti, ex tecnico del Boville Ernica e dell’Isola Liri, guiderà

i biancorossi nella prossima stagione. Il tecnico è stato presentato il 23

giugno scorso. Sarà comunque difficile riuscire a fare meglio di quello

che il Gaeta ha già ottenuto nelle ultime tre stagioni (nel 2009/2010 ha

conquistato il secondo posto in classifica, questa ultima stagione invece

si è attestato in terza posizione a 67 punti, quattro sotto la vincitrice

Arzanese e due dalla seconda piazzata, il Pomigliano. Poi nei play-off il

Gaeta è caduto proprio per mano dei campani per 3-1): «È arduo realiz-

zare qualcosa di migliore considerando quello che è stato fatto di buono

in questi anni». C’è anche la questione stadio da risolvere: infatti la Figc

ha bocciato lo stadio “Antonio Riciniello” perché l’ufficio competente non

ha provveduto all’omologazione del campo di gioco. La patata bollente è

passata all’amministrazione comunale che, prima dell’inizio del campio-

nato, dovrà trovare una soluzione. Magliozzi infine ribadisce che la preoc-

cupazione principale è la questione economica: «Dobbiamo

fare bene guardando le nostre tasche».

Serie D: Al Gaeta è tempo di cambiamenti

Lega Pro: Il presidente Buzzi: “Non iscriverò il Crociati Noceto”Servizi di Sara Sbaffi

Si potrebbe consumare tra qualche giorno la prima pagina amara di un’estate

che si preannuncia ad altissime temperature. Il termine per la presentazione

delle domande di ammissione ai campionati di Lega Pro è fissato per il 30 giugno.

Chi vorrà iscriversi in Prima Divisione dovrà sborsare 600mila Euro, mentre in Sec-

onda Divisione la fideiussione è fissata a 300mila. Somme che, di questi tempi,

non sono certo di poco conto. Una società che si è affacciata solamente da due

anni nel panorama professionistico (in tredici anni di storia) e che non potrebbe

più farne parte (almeno

per il prossimo anno) è il

Crociati Noceto del presi-

dente Angelo Buzzi. È am-

areggiato e demotivato il

primo tifoso della formazi-

one emiliana, questo cal-

cio professionistico non lo tollera più e ha perso le energie per andare avanti. Le

voci si rincorrevano già da qualche giorno e ora, raggiunto telefonicamente ce lo

conferma: «Molto probabilmente non ci iscriveremo al prossimo campionato di

Seconda Divisione. Non ci sono più le condizioni economiche. La Lega Pro è un

campionato talmente ibrido, complicato e costoso che alla fine non ci sono più

soddisfazioni sportive». Ed è pronto ad azzerare tutto e ricostruire da capo: «Chie-

deremo di ripartire dai dilettanti, ritorneremo in serie D almeno il mio lavoro lì

ha una funzione sociale e punteremo sui giovanissimi». L’avventura dei gialloblu

nell’ex C/2 quindi sembrerebbe terminare qui (con solo 5 vittorie, 13 pareggi e 12

sconfitte piazzandosi al dodicesimo posto, dopo il nono dello scorso anno) dopo

una stagione senza né arte né parte in un Girone B falsato dalle penalizzazioni

(ben 32 i punti tolti alle formazioni impegnati nel girone centro della Seconda Divi-

sione: «Sono stati due anni tremendi che non hanno portato niente

di buono», conclude Buzzi.

Il nuovo diesse Carlo Magliozzi: “Nessuna follia, puntiamo sugli Under”

(Foto Arcivio)

(Foto Arcivio)

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

Rimini in festa battuta ai rigori la Turris

Fabiola Rieti e Sara Sbaffi

I biancorossi vincono i play-off di Serie D ed entrano di diritto tra i Prof

Il caldo e i rigori sono stati i protagonisti della

finale play-off di Serie D tra Rimini e Turris.

Nel campo neutro del “Liberati” di Terni i bian-

corossi romagnoli conquistano la Seconda Di-

visione e ritornano nel calcio che conta dopo

la delusione di un anno fa (la mancata iscri-

zione al campionato di Lega Pro e lo smem-

bramento della squadra in seguito all’abban-

dono della Cocif). Il presidente Biagio Amati

esprime tutta la sua soddisfazione: «È stato

un campionato lungo e difficile, 46 partite, è

stata dura. Quando tutti erano al mare noi

eravamo ancora sul campo a giocare. Per una

finale così ci avrei messo la firma. Siamo con-

tenti di tornare in Lega Pro, soprattutto per

dare la possibilità a ragazzi giovani di figurare

nel calcio di più alto livello, abbiamo un vivaio

di circa quattrocento ragazzi». Il progetto per

la prossima stagione non si discosterà molto

da quello che già è stato intavolato quest’an-

no: «Continuiamo sulla nostra strada con la

politica dei giovani, possibilmente di Rimini.

Abbiamo uno staff tecnico preparato e già

organizzato come professionisti, non abbia-

mo bisogno di un riassetto. Anche il discorso

economico ha un assetto molto importante».

Il numero uno romagnolo sulla possibilità di

un’unione con l’altra compagine riminese, il

Real Rimini, è categorico: «No – e precisa – e

poi, per la precisione, loro sono di Riccione (la

Real Rimini è stata creata prendendo il titolo

sportivo della Valleverde Riccione). Se il presi-

dente Pretelli vuole mollare e unirsi a noi sia-

mo disponibili ad allargare la base sociale. Ma

una fusione no, non ci interessa nulla di quello

che hanno loro». Andrea, il più piccolo dei fra-

telli Brighi (classe 1992) milita nella squadra

romagnola da due anni e di questa promozio-

ne non può che essere contento: «Al momen-

to dell’ultimo rigore è esplosa la gioia. Riuscire

a chiudere la stagione in questo modo è stato

sì faticoso ma anche emozionante. È stata una

partita un po’ chiusa. Entrambe le squadre

hanno faticato a giocare, noi abbiamo prova-

to a muoverci ma loro sono stati molto bravi

a chiudere tutti gli spazi. Nel secondo tempo

poi sono calati fisicamente». L’eroe della gara

è stato il portiere Tommaso Scuffia, arrivato

a gennaio in prestito dalla Fiorentina, che ha

parato due rigori; grande merito va a lui e al

mister Luca D’angelo sul quale il giovane di-

fensore biancorosso esprime un giudizio po-

sitivo: «Con lui ho un rapporto molto buono,

anche se è giovane ha fatto un ottimo lavoro

sia con i senior che con i meno esperti». Af-

ferma di rimanere al Rimini ma il tono della

voce non sembra molto convinto: «Di sicuro

non c’è niente, ne dobbiamo ancora parlare».

Bruno Mandragora, allenatore della Turris, è

rattristato dall’epilogo della finale, ma è con-

1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 25 - 30 giugno 2011

Page 17: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.25

vinto del valore dei suoi ragazzi: «È stata una

partita che tutte e due le compagini si sono

giocate fino all’ultimo, anche se tatticamente

è stata una gara un po’ bloccata, forse dovu-

to al fatto che eravamo in una cornice ano-

mala, con un caldo incredibile. Turris e Rimini

hanno dimostrato che meritano entrambe la

Lega Pro, purtroppo la lotteria dei rigori non

ci ha premiati». Dunque onore all’avversario,

ma il cammino della squadra di Torre del Gre-

co non si ferma qui visto che la dirigenza non

vuole aspettare il prossimo anno per tentare

il salto di categoria, come spiega il tecnico dei

corallini: «Il presidente sta vedendo con i soci

per i ripescaggi e ci sono molte probabilità di

trovare la Turris in Lega Pro il prossimo anno,

visto che dovrebbe essere la prima nella gra-

duatoria dei ripescaggi». Il mister campano,

suo malgrado, ha guidato i suoi giocatori dalla

tribuna: «Ho avuto una giornata di squalifica

ingiusta, durante la semifinale, per un’incom-

prensione con l’arbitro. Poi i direttori di gara

quando sbagliano difficilmente tornano indie-

tro. Dunque ho vissuto la finale sugli spalti,

dirigendola con il supporto dei miei collabora-

tori. Con i sé e con i ma non si vincono le parti-

te quindi non so dire se sarebbe stato diverso

con me in panchina». Per la prossima stagione

l’allenatore biancorosso non ha ancora deciso

se rimanere nella città campana: «Mi dovrei

incontrare con il presidente nei prossimi gior-

ni, ora l’amarezza è tanta per questa finale

play-off persa, quindi voglio aspettare un paio

di giorni prima di parlare del mio futuro». Il bi-

lancio al timone della Turris per Mandragora è

comunque positivo in questo campionato: «È

stata un’annata fantastica, sono subentrato

che la squadra era a due punti dai play-out,

abbiamo ricostruito la squadra, siamo risaliti

arrivando quinti in classifica, abbiamo gioca-

to due finali una di Coppa Italia, l’altra degli

spareggi promozione. Siamo di fatto i vice

campioni d’Italia, è un risultato

ottimo».

1717w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 25 - 30 giugno 2011

(Foto Archivio)

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19NUMERO 25 - 30 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Devis Crema: “Repace avrebbe dovuto parlare alle società Oltre al sequestro la Procura ha messo sotto la lente

d’ingrandimento anche i conti del Comitato”

Flavio Grisoli

Abbiamo intervistato il presidente del Sansepolcro dopo la sua garbata invettiva verso il presidente del Comitato regionale Umbria Luigi Repace

“Dimissioni atto estremo, ma c’è sempre la sospensione...”

Non le ha mandate di certo a dire il presidente

del Sansepolcro Devis Crema quando ha pre-

so la parola in occasione dell’Assemblea della LND di

martedì 21 giugno scorso. Oggetto della sua invet-

tiva, benché garbata, il presidente del Comitato re-

gionale Umbria Luigi Repace, al suo terzo mandato.

«Ho posto una questione corretta e in maniera seria

- spiega Crema, che quest’anno con il suo Sansepol-

cro ha sfiorato la promozione in Lega Pro, sfumata

solo alle semifinali dei play-off - perché il Comitato

regionale, la LND e la FIGC sono state tirate in ballo e

nessuno dall’interno ha detto una sola parola». Per

chi non lo sapesse, ricordiamo i fatti: la nuovissima

sede del Comitato a Perugia, zona Prepo, aveva nel

suo progetto la costruzione di un campo da calcio

attraverso finanziamenti pubblici. Campo che ad

oggi, ancora non ha visto la luce, mentre la sede del

Cr è lì, bella come il sole. Un paio di mesi fa è scattato

il sequestro dell’area dove sarebbe dovuto sorgere il

campo, con l’iscrizione nel registro degli indagati di

Repace con le ipotesi di reato per falso e truffa. Roba

non da poco: «Il Comitato non è affare privatistico

- prosegue Devis Crema - e il fatto che sia indagato

e che stia zitto non è una cosa né bella, né norma-

le. Noi, invece, viviamo una situazione di fortissimo

imbarazzo. Una persona normale - definendosi nor-

male, Crema esclude dalla normalità quelli che fino-

ra non hanno parlato di questo scandalo - si chiede

queste cose, anche dal punto di vista etico e morale.

Però, voglio dire, non è che penso di potermi sostitu-

ire a chi poi dovrà decidere penalmente parlando di

queste cose. Però adesso pare anche che i conti del

Comitato siano stati messi sotto la lente d’ingrandi-

mento della Procura...». In Umbria il nome di Repa-

ce, della LND e della FIGC sono tutti i giorni sui gior-

nali e sulle televisioni regionali: «Io, per quanto mi

riguarda, se fossi stato tirato in ballo così pesante-

mente dalla stampa, avrei immediatamente indetto

un’Assemblea Straordinaria alla quale avrei voluto

la presenza di Abete e Tavecchio. Ma mica per nien-

te, solo per dire la mia verità. Qui invece stiamo assi-

stendo al silenzio più totale». Un silenzio che si è in-

nestato in un contesto generale che a volte fa quasi

ridere per i paradossi che propone. Ogni riferimento

all’Assemblea federale di lunedì 20 è puramente ca-

suale: «Sì, è stato un qualcosa di kafkiano. Abbiamo

vissuto momenti di grande disagio. Si dovrebbe tor-

nare ad usare il buon senso, anche perché non vivia-

mo in una condizione di benessere». Sulla questione

della mancata modifica delle norme per la nomina

dei designatori arbitrali, Crema la vede così: «Abete

è in una situazione dove dalla sera alla mattina si

cambia idea. Non condivido il fatto che non abbia

detto nulla in merito lunedì scorso, ma comprendo

la situazione di difficoltà. Più in generale, credo sia

veramente poco dignitoso per un presidente fede-

rale assistere impotente a queste situazioni». Sulla

Divisione Femminile, Crema conferma il Commissa-

riamento: «Non si è capito che posizioni difendano

AIC e AIAC, anche perché Tommasi e Ulivieri non ce

l’hanno spiegato»; mentre, chiudendo ancora su

Repace e se debba pensare alle dimissioni: «Secon-

do me Repace dovrebbe separare le responsabilità

personali da quelle collettive». È un modo gentile

per dire che dovrebbe farsi da parte...: «Le dimissio-

ni sono un atto estremo - conclude Devis Crema - poi

c’è la sospensione, fino a che non si è

fatta chiarezza sul caso».

Crema (Foto Arcivio)

Crema (Foto Arcivio)

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Il tema in argomento si pone in stretto contatto

con quello riguardante la gestione della sicu-

rezza degli impianti sportivi sotto il profilo della

responsabilità disciplinare delle società di calcio,

alla luce di quanto prevedono, specificamente, le

disposizioni regolamentari contenute nel Codice

di Giustizia Sportiva e nelle Norme Organizzati-

ve Interne F.I.G.C. Mi riferisco, in particolare, agli

artt. 4 C.G.S. (Responsabilità delle società), art.

11 C.G.S. (Responsabilità per comportamenti di-

scriminatori), art. 12 C.G.S. (Prevenzione dei fat-

ti violenti), 13 C.G.S. (Esimente e attenuanti per

comportamenti dei propri sostenitori) e 14 C.G.S.

(Responsabilità delle società per fatti violenti dei

sostenitori) e all’art. 62 N.O.I.F. (Tutela dell’ordine

pubblico in occasione delle gare). Tale articolo in

sintesi, prevede: - la responsabilità delle società

in relazione al mantenimento dell’ordine pubblico

sui propri campi di giuoco (o più genericamente:

impianti sportivi?) e al comportamento dei loro

sostenitori anche su campi diversi dal proprio; e

nelle immediate vicinanze? - il divieto di introdu-

zione e/o di utilizzazione, negli impianti sportivi,

di materiale pirotecnico di qualsiasi genere, di

strumenti e di oggetti comunque idonei ad of-

fendere, di disegni, scritte, simboli, emblemi o

simili, recanti espressioni oscene, oltraggiose, mi-

nacciose, incitanti alla violenza o discriminatorie;

- l’obbligo delle società sportive di adottare tutti

i provvedimenti idonei ad impedire che lo svolgi-

mento della gara sia disturbato dal suono di stru-

menti che comunque rechino molestia, dal lancio

e dallo sparo di materiale pirotecnico di qualsiasi

genere, da cori, grida e da ogni altra espressione

discriminatoria, nonché di far rimuovere, prima

che la gara abbia inizio, qualsiasi disegno o dicitu-

ra in qualunque modo esposti, recanti espressioni

oscene, oltraggiose, minacciose, incitanti alla vio-

lenza o discriminatorie. È noto che ogni club, in

occasione della disputa delle gare interne, assu-

me il ruolo e la veste di organizzatore dell’evento

sportivo e, come tale, è tenuto ad adottare ogni

più opportuna iniziativa volta a favorire la pre-

venzione dell’insorgere di disordini e quant’altro.

Siamo in presenza di un potere di supremazia spe-

ciale (??), in base al quale viene imposto ad altri,

ovvero ai soggetti che in virtù dell’affiliazione (per

le società sportive) e del tesseramento (per le per-

sone fisiche) l’osservanza di determinate regole.

La mancata osservazione di tali regole comporta

sanzioni che possiamo distinguere in quattro ca-

tegorie: - le sanzioni puramente morali; - le san-

zioni che comportano la temporanea o definitiva

privazione di diritti, con contenuto patrimoniale

o meno; - quelle che generano un’obbligazione

patrimoniale; - quelle espulsive. Evidentemen-

te, le sanzioni a carico delle società, in relazione

alle fattispecie in argomento, hanno natura ge-

neralmente patrimoniale ma, nei casi più gravi,

valutati con particolare riguardo alla recidiva

(sanzione per fatti della stessa natura nel corso

della medesima stagione sportiva), all’ammenda

può aggiungersi l’obbligo di disputare una o più

gare a porte chiuse (art. 18, c. 1, lettera d, C.G.S.),

l’obbligo di disputare una o più gare con uno o

più settori privi di spettatori (art. 18, c. 1, lettera

e, C.G.S.), nonché la squalifica del campo per una

o più giornate di gara o a tempo determinato,

fino a due anni (art. 18, c. 1, lettera f, C.G.S.). In

conclusione, si può affermare che il raggiungi-

mento di (adeguati e accettabili ??) standard di

sicurezza, posti a presidio degli impianti sportivi

(e delle relative adiacenze) attengono anche, e

soprattutto, alle persone, non essendo sufficien-

te l’esclusiva corretta realizzazione dei prototipi

(non ho capito che vuol dire).

www.studiolegaledelre.it

([email protected])

Dal campo al Foro

Guido Del Re

Tutela dell’ordine pubblico e resp. disciplinare delle società

21NUMERO 25 - 30 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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A San Marino è tutto pronto per vivere un’al-

tra notte dal sapore europeo. All’Olimpico di

Serravalle il Tre Fiori, campione in carica del cam-

pionato titano, affronterà nella serata di martedì (al

momento della chiusura del settimanale non siamo

al corrente del risultato dell’incontro) i vincitori del

torneo maltese, il Valletta. Poche posizioni di diffe-

renza nel ranking Uefa (i sammarinesi sono al 391°

posto, mentre gli isolani al 364°), ma una differen-

za sostanziale, come ci tiene a precisare il direttore

sportivo del Tre Fiori Aster Casali: «Loro sono para-

gonabili ad una nostra Lega Pro, mentre noi ad una

buona Prima Categoria». Parole che lasciano spazio

a ben poche speranze per i gialloblu: «Non partiamo

sconfitti, è chiaro. In novanta minuti può succedere di

tutto, però la differenza in campo è tanta. Pensare di

passare il turno, sono sincero, sarà impossibile. Cer-

cheremo di limitare i danni e segnare un gol». La no-

vità assoluta del Tre Fiori, da qualche anno a questa

parte, è la nuova guida tecnica: l’addio, peraltro an-

nunciato, di Floriano Sperindio ha dato modo a Pao-

lo Tarini di prendere in mano le redini della squadra.

Sia in campo che in panchina, perché il centrocampi-

sta sarà impiegato come player-manager: «Sì, è una

scelta che ricade all’interno di un ampio progetto di

ringiovanimento della rosa». Infatti, giocatori come

Aruta e Micheletti non proseguiranno con il Tre Fiori,

anche se: «Con Aruta si è deciso di non proseguire

il rapporto, mentre Micheletti ha smesso di giocare

ed ora è preparatore dei portieri». Con tutte queste

novita, quali saranno gli obiettivi per la prossima

stagione? «Sarà difficile ripetersi. Quest’anno pote-

vamo perderlo solo noi il campionato. Ora vincere

il quarto campionato di seguito sarà difficile, ma ci

proveremo». Il nuovo tecnico, anche se si scherni-

sce quando al telefono si sente chiamare “mister”,

spiega quali siano stati i motivi che hanno portato

la società ad operare questa scelta “interna”: «Mi

hanno chiamato, abbiamo parlato e ci siamo messi

d’accordo. Dopo diversi anni con Sperindio nei quali si

è vinto tanto, anche per i ragazzi questa sarebbe sta-

ta la soluzione più indolore. Cominceremo a puntare

sull’insegnare calcio ai giovani piuttosto che prende-

re uomini già formati. La programmazione è fonda-

mentale in questo momento del nostro calcio». Se

sulla Champion’s ha ben poche velleità («Non siamo

pronti atleticamente perché ci stiamo focalizzando

sulla tattica per la prossima stagione. Poi loro - rife-

rendosi ai maltesi - fanno solo calcio, mentre qui ci

si allena poco, perché sono tutti ragazzi che lavora-

no. E se permettete il lavoro quotidiano viene prima

del calcio»), per quanto riguarda il campionato è

sulla stessa lunghezza d’onda del suo ds: «Non sarà

facile, ma sicuramente metteremo su una squadra

competitiva». Un’ultima battuta: ma quando prima

delle gare deve dare le maglie da titolare una se la

tiene sempre per sé? Tarini, ridendo, risponde: «No,

ai ragazzi ho detto che nessuno ha la maglia da ti-

tolare assicurata. Tantomeno io. Non avrei nessun

problema a tirarmi fuori se dovessi rendermi conto

di non farcela. Mi ritengo abbastanza

obiettivo e intelligente».

A San Marino tutto pronto per una notte d’estate dal sapore d’EuropaFlavio Grisoli Campionato Sammarinese

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La Valletta (Foto Archivio)

il Tre Fiori subito dopo la

conquista dle titolo 2011

(Foto Pruccoli)

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